rFORMULARIO SULLE EQUAZIONI DI SECONDO GRADO
Forma normale (o canonica) di una equazione di II grado: 𝑎𝑥 + 𝑏𝑥 + 𝑐 = 0
C
ALCOLO DELLE SOLUZIONI.
Per risolvere un’equazione di II grado occorre anzitutto calcolare il
Δ ≝ 𝑏 − 4𝑎𝑐.
Da questa quantità deriva la risolubilità dell’equazione:
Se Δ < 0 l’equazione è IMPOSSIBILE (non ci sono soluzioni)
Se Δ = 0 l’equazione ha due soluzioni coincidenti 𝑥 = 𝑥 = −
Se Δ > 0 l’equazione ha due soluzioni reali distinte che si calcolano
così:
𝑥 =
−𝑏 ± √𝑏 − 4𝑎𝑐
2𝑎
→
𝑥 =
−𝑏 + √𝑏 − 4𝑎𝑐
2𝑎
𝑥 =
−𝑏 − √𝑏 − 4𝑎𝑐
2𝑎
Osservazioni sui coefficienti dell’equazione.
Se 𝑎 = 0 si dice che l’equazione di II grado DEGENERA in un’equazione di I grado del tipo 𝑏𝑥 + 𝑐 = 0 (detto brutalmente, affinché l’equazione sia “davvero” di II grado, occorre che 𝑎 ≠ 0).
Se 𝑏 = 0 [𝒂𝒙𝟐+ 𝒄 = 𝟎] l’equazione si dice PURA. Essa ha soluzione se i valori di 𝑎 e 𝑐 sono discordi; è invece impossibile se i valori di 𝑎 e 𝑐 sono concordi.
Se 𝑐 = 0 [𝒂𝒙𝟐+ 𝒃𝒙 = 𝟎] l’equazione si dice SPURIA. Essa ha sempre due soluzioni distinte: 𝑥 = 0 e 𝑥 = − . (Osserva infatti che risolvere l’equazione spuria 𝑎𝑥 + 𝑏𝑥 = 0 equivale a risolvere l’equazione prodotto 𝑥(𝑎𝑥 + 𝑏) = 0).
Se 𝑏 = 0 e 𝑐 = 0 l’equazione è della forma 𝑎𝑥 = 0 e si dice MONOMIA. Essa ha sempre due soluzioni coincidenti nulle 𝑥 = 𝑥 = 0.
Le equazioni di II grado viste dal punto di vista dell’INFORMATICA
Da un punto di vista informatico, i valori di a, b, c sono gli input del nostro problema, che può essere anzitutto visualizzato con un diagramma di flusso
INIZIO a,b,c Δ = 𝑏 − 4𝑎𝑐 NO SI Δ ≥ 0 ? L’equazione è impossibile