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Percorsi e luoghi della conoscenza. Dialogando con Giovanni Solimine su biblioteche, lettura e società, a cura di Giovanni Di Domenico, Giovanni Paoloni e Alberto Petrucciani, Milano, Editrice Bibliografica, 2016

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Bibliothecae.it, 7 (2018), 1, 470-470 DOI <10.6092/issn.2283-9364/8494>

Percorsi e luoghi della conoscenza. Dialogando con Giovanni Solimine su bi-blioteche, lettura e società, a cura di Giovanni Di Domenico, Giovanni Pa-oloni e Alberto Petrucciani, Milano, Editrice Bibliografica, 2016, 325 p., ISBN 9788870759082, € 35,00.

Accingersi a una recensione del volume Percorsi e luoghi della conoscen-za. Dialogando con Giovanni Solimine su biblioteche, lettura e società è meno facile di quanto possa sembrare. Innanzitutto perché escludendo il mero elenco dei contributi contenuti, dare l’idea della ricchezza degli spunti di riflessione e di approfondimento presenti nel libro è oltremodo arduo. Dopodiché perché la varietà dei temi trattati, pur riconducibile ai tre filoni sopra elencati è tale da rendere impossibile una sintesi che renda giustizia agli autori.

Si tratta non tanto di studi in onore, come affermato esplicitamente da Di Domenico, quanto piuttosto di un ‘seminario virtuale’ che affronta alcune delle tematiche care al dedicatario, e alle quali ha dedicato scritti, interventi e riflessioni sempre puntuali, argute e stimolanti.

È questa, credo, la prospettiva per valutare questa raccolta interessantissima non solo per il livello dei contributi, ma perché riesce anche, in controluce, a delineare la figura di Giovanni Solimine, i suoi interessi, e il contributo fondamentale che ha dato non solo alla biblioteconomia, ma al mondo della cultura italiano.

L’organizzazione del volume in tre sessioni dedicate alla biblioteca pub-blica, alla lettura e a ‘sapere e società’; l’ultima sessione rappresenta il con-testo più ampio al cui interno si inseriscono di necessità le prime due e riecheggia parzialmente il tema del volume di Solimine Senza sapere, una riflessione sul costo dell’ignoranza in Italia e sulla situazione drammatica

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in cui versa il paese, paese in cui è assente una politica culturale di ampio respiro e prospettiva, che consenta di affrontare le sfide della contempo-raneità nel modo migliore, e che promuova investimenti nel settore della formazione e della cultura.

Già l’organizzazione del volume fa percepire gli interessi di Giovanni Solimine, attento non solo ai temi delle biblioteche e della lettura, ma so-prattutto alla rilevanza che questi hanno a livello sociale, in relazione al tema della formazione e della cultura in generale.

Su questi filoni si innestano i contributi di molti fra i più autorevoli inter-preti delle diverse aree tematiche che il libro tocca. In particolare, la prima sessione vede l’intervento introduttivo di Giovanni Di Domenico, dedicato al tema La biblioteconomia di Giovanni Solimine seguito da quelli di Paul Gabriele Weston (I look with impatience for your return. Antonio Panizzi a zonzo per le biblioteche europee), Paolo Traniello (I returns da Napoli all’in-chiesta britannica sulle biblioteche pubbliche del 1849-50), Mauro Guerrini (Un mosaico incompiuto. Note per memoria delle biblioteche di ente locale in Italia), Anna Galluzzi (Le biblioteche trent’anni fa, ovvero quando gestione e innovazione non erano di moda), Maurizio Vivarelli (A partire dagli oggetti. Per un nuovo realismo delle collezioni in biblioteca). Il tema della seconda sezione, la lettura, viene affrontato da Gino Roncaglia (Forme e cambia-menti della lettura fra cartaceo e digitale: appunti per una mappa tematica), Gianfranco Crupi (Prescrizioni e consigli di lettura di primo Novecento), Chiara Faggiolani (Morfologia dei dati sulla lettura (di libri)), Massimo Bray (Il valore della lettura nell’epoca della rete), Giuseppe Laterza (Una passio-ne ragiopassio-nevole: promuovere la lettura). La terza seziopassio-ne, che ha al centro il tema Sapere e società, presenta le riflessioni di Alberto Petrucciani («Siamo talmente ignoranti da non comprendere perfino quanto sia grave e pericoloso il nostro livello di ignoranza»), Paolo Di Giovine (Quando il primo docu-mento di lingue antiche è un’opera a stampa. I primi testi albanesi e baltici tra Riforma e Controriforma), Paola Castellucci (Icone del sapere nella tecnolo-gia di Paul Baran), Guido Melis (Passato, presente e futuro delle biblioteche dell’amministrazione pubblica), Tullio De Mauro (Per la mobilità nello spa-zio culturale), Giovanni Paoloni (Infrastrutture e servizi culturali: riflessioni tra storia e politica).

Ne esce un quadro suggestivo dove le competenze specifiche dei singoli autori dialogano proficuamente le une con le altre e con la lezione di Gio-vanni Solimine.

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Il libro quindi si pone come momento di riflessione interessante non solo per bibliotecari e addetti ai lavori stricto sensu, ma anche per coloro che sono interessati ad approfondire alcune delle tematiche relative alla diffu-sione della conoscenza, offrendo contributi originali e analisi di indubbio interesse. Il fatto che da questi saggi emerga una realtà che lascia pochi margini di ottimismo sulle politiche culturali messe in atto dal nostro paese, è discorso che non si può certo affrontare in poche righe, e che è stato in ogni caso ben delineato da Solimine stesso nel volume Senza sapere. Il costo dell’ignoranza in Italia.

Il volume è arricchito dalla testimonianza di Massimo Belotti, e da un utile indice dei nomi, che aiuta il lettore a creare percorsi alternativi rispetto a quelli proposti dalla scansione delle pagine.

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