Ruolo della PET/TC con FDG nel follow-up del carcinoma tiroideo differenziato
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RIASSUNTO
La Tomografia ad Emissione di Positroni (PET) è una metodica di imaging medico-nucleare, introdotta più di trenta anni fa da Phelps e Hoffman, capace di fornire in maniera non-invasiva ed “ in vivo”, uniche informazioni qualitative e quantitative sulla biologia e biochimica dei tessuti viventi e sulla fisiologia e fisio-patologia di organi ed apparati.
Utilizzata per molti anni soprattutto nel settore cardiologico e neurofisiologico, e solo dalla prima metà degli anni ’90, in ambito oncologico, ha ampliato notevolmente i suoi campi di applicazione, includendo la diagnosi differenziale, la caratterizzazione di lesioni, la stadiazione e la valutazione dell’estensione delle neoplasie, nonché la diagnosi differenziale delle recidive neoplastiche nei confronti delle fibrosi post-chirurgiche o post-radioterapiche ed il monitoraggio del successo o dell’insuccesso di un trattamento terapeutico.
I numerosi studi pubblicati dalla letteratura scientifica ne confermano il ruolo clinico nell’iter diagnostico del paziente oncologico, riuscendo questa a modificare le decisioni terapeutiche in più del 30% dei casi.
Il suo principale limite è però la non precisa attribuzione di un eventuale accumulo patologico del radiofarmaco a specifiche strutture anatomiche.
Ruolo della PET/TC con FDG nel follow-up del carcinoma tiroideo differenziato
2 Con l’introduzione di tomografi ibridi PET/TC si è potuto acquisire in un’unica seduta sia il dato funzionale (PET) che quello anatomico (TC), e ottenere ottimali immagini di fusione che aumentano l’accuratezza diagnostica della metodica in diverse situazioni. Dopo la dimostrazione dell’elevato metabolismo glucidico che caratterizza le cellule tiroidee normali, specie se adeguatamente stimolate con TSH, diversi studi hanno valutato il ruolo della PET/TC con 18FDG nel follow-up del carcinoma tiroideo differenziato, in quei pazienti che pur presentando valori dosabili di Tireoglobulina o altra evidenza di recidiva tumorale hanno perso la capacità di fissare il radioiodio nel corso della loro storia naturale di malattia (quindi con scintigrafia con radioiodio negativa per metastasi).
Nessuno studio, tuttavia, ha confrontato la sensibilità e la specificità della metodica negli stessi pazienti esaminati rispettivamente in condizioni di TSH endogeno elevato(indotto da sospensione della terapia tireosoppressiva con L-Tiroxina) e di TSH elevato per somministrazione di TSH umano ricombinante (rhTSH), in modo da chiarire il diverso ruolo che le due condizioni hanno sul metabolismo glucidico delle cellule neoplastiche tiroidee.
Nella presente tesi viene riportato uno studio di sperimentazione diagnostica eseguito su 20 pazienti affetti da CTD afferenti alla sezione PET del Centro Regionale di Medicina Nucleare dell’Università di Pisa, già sottoposti a trattamento ablativo con radioiodio, con recidive loco-regionali o metastasi a distanza (caratterizzate mediante altre indagini di imaging) non iodofissanti e con persistente aumento dei livelli sierici di Tireoglobulina (Tg), per ristadiazione in previsione di un trattamento con radioiodio ad alte dosi, oppure (quando possibile) di un intervento chirurgico.
E’ stato eseguito un primo esame PET/TC con 18FDG al picco di stimolazione con rhTSH (0,9 mg/die x2) effettuato nel corso di un test dinamico di monitoraggio della Tg sierica e un secondo dopo 4-6 settimane di sospensione della L-T4, seguito dalla eventuale terapia radiometabolica.
Scopo del lavoro è stato quello di valutare le differenze di uptake di 18FDG e l’accuratezza diagnostica della PET/TC con 18FDG nelle due condizioni di stimolazione.
Ruolo della PET/TC con FDG nel follow-up del carcinoma tiroideo differenziato
3 I risultati suddetti sono stati inoltre correlati con i parametri clinici e bioumorali dei pazienti, andando a valutare separatamente il ruolo del TSH e degli ormoni tiroidei sulla captazione del 18FDG.
I risultati confermano la discreta sensibilità della PET con 18FDG nel localizzare recidive e/o metastasi di CTD non iodofissante nelle sedi tipiche di presentazione della malattia, in presenza di elevati livelli di Tg sierica.
Non sono state evidenziate differenze statisticamente significative in termini di accuratezza diagnostica tra le due modalità di preparazione (ipotiroidismo allo studio PET/TC vs rhTSH).
Per quanto riguarda l’uptake del 18FDG da parte delle lesioni, è stato riscontrato un significativo aumento del SUVmax nello studio con 18FDG in ipotiroidismo rispetto alla
preparazione con rhTSH.
Tale dato, anche se solo di tendenza, potrebbe essere correlato con la modifica metabolica indotta nell’organismo dallo stato di prolungato ipotiroidismo.