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La costruzione sociale dell’immigrazione come problema – Il caso italiano

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Academic year: 2021

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SOCIETÀMUTAMENTOPOLITICA, ISSN 2038-3150, vol. 9, n. 18, pp. 189-204, 2018 www.fupress.com/smp – Firenze University Press

© 2018 Author(s). This is an open access article distributed under the terms of the Creative Commons Attribution License (CC-BY-4.0), which permits unrestricted use, distribution, and reproduction in any medium, provided the original author and source are credited.

DOI: 10.13128/SMP-24346

problema: il caso italiano

1

Katia Pilati

The objective of this article is to examine categories and meanings associated to migration in the Italian public discourse. With this purpose we analyze public claims-makings – discursive interventions as well as political actions – by various institutional and non-institutional actors in the field of migration. We analyze claims in Milan contained in the articles of La Repubblica (2006) drawing on political claims analysis, a specification of protest event analysis (PEA). Results show a closure of the discursive opportunity structure (DOS): radical right groups are the main actors claiming against immigration, contributing to build immigration as a social problem by emphasizing issues such as the cultural menace and religious clash associated to migration; there is a high percentage of neutral positions among parties such as Forza Italia as well as in the center-left coalition; migrant groups show low levels of public claims-makings, confirming their marginalization from the Italian public discourse.

Introduzione

L’immigrazione è un tema che, soprattutto di recente, tende a polarizzare significativamente l’opinione pubblica. Le posizioni che si contrappongono distinguono coloro che percepiscono il fenomeno come una minaccia al pro-prio benessere da coloro che invece presentano posizioni più favorevoli e di

1 Questo lavoro presenta una parte dei risultati analizzati con i dati ottenuti all’interno del

progetto “Multicultural Democracy and Immigrants’ Social Capital in Europe: Participation, Organisational Networks, and Public Policies at the Local Level (Localmultidem)”, progetto finanziato dalla Commissione Europea (6th Framework Programme’s Priority 7 “Citizens and Governance in a Knowledge-Based Society”, contract no. CIT5-CT-2005-028802). Il progetto localmultidem è stato coordinato dall’Università di Murcia (Dr. Laura Morales), ed era formato, inoltre, dall’Università di Ginevra (Dr. Marco Giugni), dall’Università di Trento (Dr. Mario Dia-ni), dall’Università di Bristol (Dr. Paul Statham), dal CEVIPOF-Sciences Po Paris (Dr. Manlio Cinalli), da MTAKI (Dr. Endre Sik), e dall’Università di Manchester (Dr. Laura Morales). In-formazioni sul progetto al sito: http://www.um.es/localmultidem/. Ringrazio i ricercatori e le ricercatrici che hanno contribuito alla raccolta dei dati sulle città europee esaminate.

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accoglienza. Come una parte della letteratura sociologica ha messo in eviden-za, i significati attribuiti all’immigrazione nel discorso pubblico sono cruciali nel definire le categorie attraverso le quali gli immigrati possono essere rico-nosciuti, le loro opportunità di visibilità, la legittimazione della loro presenza nella sfera pubblica, finanche le loro possibilità di integrazione nei paesi in cui risiedono (Koopmans et al. 2005).

Questo articolo ha come obiettivo l’analisi delle categorie e dei significati associati all’immigrazione e alle minoranze etniche nel discorso pubblico in Italia. Il testo esaminerà gli interventi pubblici, le public claims-making (in bre-ve claims) da parte di vari attori, istituzionali e non istituzionali - autorità po-litiche, rappresentanti del governo, leaders di organizzazioni (tra cui la chiesa, le ONG, i sindacati, i gruppi di estrema destra), partiti politici, gruppi di inte-resse – presenti sulla stampa nazionale e locale (Cinalli et al. 2014a). Un’atten-zione particolare sarà dedicata alle claims che contribuiscono alla costruUn’atten-zione sociale dell’immigrazione come problema. Di queste, alcuni esempi sono le claims che utilizzano categorie denigratorie contro i rifugiati e gli immigrati, che richiamano la necessità di rispettare le regole da parte degli immigrati, o ne richiedono l’espulsione coatta, le azioni discriminatorie.

L’articolo integra due prospettive teoriche: il primo approccio deriva dalla letteratura dei movimenti sociali e mette in relazione la struttura delle oppor-tunità discorsive (la DOS) che si osserva in un contesto con le possibilità di integrazione degli immigrati (Cinalli e Giugni 2011; Cinalli e Giugni 2013; Koopmans e Statham 2010). La seconda prospettiva riguarda l’attribuzione di significato e l’analisi dei processi di framing associati al fenomeno migra-torio (Berger e Luckmann 1966; per l’applicazione del framing in riferimento alle azioni collettive si vedano Snow 2004 e Snow et al. 2014). In particolare, il processo di framing diagnostico riguarda la capacità di classificare un certo fenomeno come un problema, di individuare gli agenti da colpevolizzare per eventuali situazioni di disagio vissute, e di identificare le vittime di tali situa-zioni o delle ingiustizie percepite (Snow et al. 1986, Snow et al. 2014).

La parte empirica del lavoro esamina i dati raccolti all’interno di un pro-getto, LOCALMULTIDEM, “Multicultural Democracy and Immigrants’ Social Capital in Europe: Participation, Organisational Networks, and Pu-blic Policies at the Local Level (LOCALMULTIDEM)”, e analizza le claims contenute negli articoli delle sezioni locali della città di Milano di ogni lu-nedì, mercoledì e venerdì da gennaio a dicembre 2006 del quotidiano La Repubblica (Cinalli et al. 2014a). L’analisi è svolta utilizzando le tecniche della political claims analysis, una specificazione della protest event analyses, PEA, sviluppatasi nella letteratura dei movimenti sociali e delle azioni collettive (Koopmans e Statham 1999). Le claims analizzate comprendono sia azioni

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condotte da vari attori, convenzionali e non, quali cause giudiziarie, ma-nifestazioni, petizioni, forme di violenza politica, sia dichiarazioni verbali contenute in discorsi pubblici, conferenze stampa, pubblicazioni, interviste riportate nel quotidiano.

Frames e struttura delle opportunità discorsive

I frames utilizzati per rappresentare l’immigrazione nel discorso pubblico pos-sono essere molto differenti, talvolta in conflitto tra loro, e coinvolgono attori che hanno probabilità diverse di veder legittimate l’uso della proprie catego-rie e dei propri significati nella sfera pubblica. Come discusso altrove (Pilati 2005), priorità e rappresentazioni dei singoli attori possono infatti competere in una stessa arena in cui l’oggetto del conflitto diventa precisamente la mo-dalità di riconoscimento di un fenomeno, il quale può essere anche associato ad un problema (Blumer 1971; Hilgartner e Bosk 1988; Schneider 1985). La posta in gioco riguarda la capacità di poter imporre il riconoscimento so-ciale di una particolare prospettiva nella sfera pubblica. Talvolta, categorie costruite socialmente diventano categorie di riferimento convenzionalmente accettate nello spazio simbolico e socio-politico, modi “universali” di perce-pire ed orientare l’azione (Bourdieu 1994, 1998; Pizzorno 1996; Best 1989)2.

Concetti che risalgono ad attori che selezionano determinati tratti per de-finire esperienze e fatti sociali, finiscono per essere trattati universalmen-te come reali e oggettivi. Ciò permetuniversalmen-te la “naturalizzazione” dell’arbitrario culturale facendo apparire naturali eventi che in realtà sono riconducibili a prospettive specifiche (Bourdieu 1998, 12). Vari fattori contribuiscono a que-sto passaggio. In particolare, alcuni studiosi hanno osservato che le categorie ed i significati che dominano il discorso pubblico tendono a coincidere con le categorie adottate dalle élite che, per la loro posizione di potere, hanno più probabilità di riuscire a imporre le proprie definizioni e interpretazioni della realtà. Come discusso da Tarrow citando Calhoun, le élite e le autorità

2 Questo processo è stato definito in vari modi dagli studiosi: “riconoscimento esterno”

(Piz-zorno 1996), “imposizione categoriale”(Bourdieu, 1998), “categorizzazione o identificazione esterna” (Brubaker e Cooper 2000). Pizzorno discute del riconoscimento di origine esterna per indicare i casi in cui il riconoscimento non è “il risultato di una ricerca attiva di senso, bensì della ricezione passiva dei modi di classificare la realtà sociale imposti da altri. (...) un processo oggettivo di “attribuzione”, di cui gli altri sono i soggetti attivi” (Pizzorno 1996, 124). Bru-baker e Cooper (2000) sottolineano nell’identificazione esterna il processo attraverso il quale le istituzioni con autorità e potere contribuiscono all’identificazione formalizzata e codificata attraverso un sistema oggettivo di categorizzazione (Brubaker e Cooper, 2000, 15).

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politiche sono gli attori principalmente responsabili delle leggi, dell’ordine, delle norme sociali e dell’imposizione delle categorie dominanti (Calhoun 1994, 21; Tarrow 2011, 8).

Nella letteratura sulle azioni collettive, i frames che ottengono riconosci-mento nell’arena pubblica definiscono un’importante struttura di opportuni-tà, la cosiddetta struttura delle opportunità discorsive, la DOS. Accanto alla struttura delle opportunità politiche, la POS (political opportunity structure), la DOS definisce le possibilità di essere riconosciuti e di agire da parte degli at-tori, in particolare, di coloro che sfidano le categorie dominanti3. Pertanto, nel

campo dell’immigrazione, la DOS contribuisce a definire lo spazio di ricono-scimento nella sfera pubblica e le possibilità di integrazione degli immigrati (Cinalli e Giugni 2013). L’ipotesi sottesa da questi studi sostiene che tanto più aperte sono la struttura delle opportunità politiche e quella relativa alle op-portunità discorsive, quanto maggiori saranno le possibilità degli immigrati di integrarsi nel contesto dei nuovi paesi di residenza.

La POS specifica al campo dell’immigrazione riguarda le leggi e le policies che condizionano le opportunità di integrazione degli immigrati. Applicata alle analisi sull’integrazione politica degli immigrati nei paesi di residenza, la POS è stata soprattutto identificata con i regimi di cittadinanza (Koopmans, et al 2005; Giugni, 2010; Eggert 2011; Pilati 2016). A sua volta, la DOS con-cerne l’insieme delle idee legittimate, presenti in una specifica cultura politica, che definisce le possibilità di riconoscimento dei frames utilizzati dai challengers, gli attori dei movimenti sociali (Koopmans e Statham 1999). In particolare, la DOS nel campo dell’immigrazione riguarda le claims da parte di partiti politici, élites politiche, organizzazioni della società civile- la chiesa, le ONGs, i sindacati, organizzazioni xenofobe e razziste - che dominano il discorso pub-blico nel campo dell’immigrazione e delle relazioni inter-etniche.

L’ipotesi specifica di questo articolo sottende che tanto più favorevoli sono le posizioni degli attori che intervengono nel discorso pubblico rispetto all’immigrazione – e tanto più aperta la struttura delle opportunità discorsi-ve in relazione all’immigrazione – quanto maggiori saranno le possibilità di riconoscimento e di integrazione stessa degli immigrati. Al contrario, tanto più numerose le claims contrarie all’immigrazione, quanto più chiusa sarà la DOS, e quanto più esclusi saranno gli immigrati. In tali circostanze, una DOS chiusa faciliterà la costruzione sociale dell’immigrazione come

proble-3 Nella letteratura sui movimenti sociali, la POS identifica eventi collegati a differenze o a

cambiamenti nell’establishment politico e sociale che concernono, per esempio, norme, leggi, policies. Queste definiscono le opportunità ed i limiti dell’azione collettiva da parte dei challengers (Tilly 1978; McAdam 1982; Kriesi et al. 1995; Tarrow 1996; della Porta 1996; Pilati 2018).

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ma. Quest’ultima avviene attraverso quello che gli studiosi hanno identificato come processo di framing diagnostico.

Il processo di framing

Il frame è uno schema interpretativo che semplifica e condensa la realtà ester-na, codificando in modo selettivo oggetti, situazioni, eventi, esperienze, e se-quenze di azioni, di esperienze presenti o passate. Nelle parole di David Snow e di Robert Benford, gli autori a cui è collegata la riflessione sui processi di framing all’interno della letteratura sulle azioni collettive negli anni ottanta, un frame è:

an interpretive schemata that simplifies and condenses the ‘world out there’ by selectively punctuating and encoding objects, situations, events, experiences, and sequences of actions within one’s present or past environment (Snow e Benford 1992, 137)4.

Dal punto di vista epistemologico, l’analisi dei frames è stata favorita dal diffondersi del costruttivismo sociale, un approccio che enfatizza il processo cognitivo di costruzione dei significati. I frames sono schemi interpretativi che permettono agli individui di descrivere la realtà, e che sono utilizzati per orga-nizzare l’esperienza e guidare l’azione, individuale e collettiva. Quest’approc-cio si focalizza sul processo di attribuzione di significato e di interpretazione delle azioni. Gli individui sono attivi nella produzione dei significati, e questi sono elaborati attraverso i discorsi, le conversazioni, le comunicazioni scritte tra individui e gruppi. Snow e colleghi individuano tre processi di framing: il framing diagnostico, il framing prognostico e il framing motivazionale. In questo contributo, ci interessa il framing diagnostico. Quest’ultimo è infatti il processo che riguarda le dinamiche orientate ad identificare la causa del problema, gli agenti da colpevolizzare, le vittime di una certa ingiustizia. Questo processo concerne l’identificazione del responsabile, o dei responsabili della situazione ma anche il processo di colpevolizzazione5. Nel caso specifico, esso permette,

4 David Snow si era avvicinato al concetto di frame in occasione di un seminario sul lavoro di

Goffman che aveva insegnato durante i suoi studi di dottorato (Snow et al. 1986). Il concetto di frame è infatti noto in sociologia soprattutto grazie ai lavori di Goffman (1974).

5 Il framing prognostico riguarda l’articolazione di una soluzione al problema identificato e,

in base all’identificazione della soluzione, permette di individuare le strategie necessarie per implementare un certo obiettivo o un certo programma. Tale processo è una delle dimensioni che differenzia maggiormente i gruppi sociali e le organizzazioni di movimento sociale perché

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attraverso l’attribuzione di significati specifici all’immigrazione, di costruire socialmente il “problema immigrazione”.

Metodi

L’analisi delle claims

L’analisi delle claims a partire dalle informazioni ottenute attraverso la stampa nazionale e locale si avvale della tecnica della ‘political claims analysis’. Quest’ul-tima si basa sul metodo conosciuto come analisi degli eventi di protesta (pro-test event analysis, PEA) sviluppatosi all’interno della letteratura dei movimenti sociali e dell’azione collettiva. La political claims analysis estende l’analisi degli eventi di protesta includendo sia eventi relativi ad altre forme di azione che interventi verbali. Il metodo implica, di conseguenza, l’analisi di tutte le forme di interventi pubblici (public claims-making), integrando forme discorsive - inter-venti verbali, conferenze stampe, pubblicazioni, estratti di interviste – e forme di azione tipicamente associate alla partecipazione politica quali petizioni o forme di azione politica extra-istituzionali quali le proteste. I protagonisti del-le claims comprendono gruppi, organizzazioni e attori di movimento sociadel-le ma anche gruppi di interesse, partiti politici, attori del governo o altri attori istituzionali6. L’obiettivo della tecnica è comprendere i significati associati alle

claims, assumendo che le claims da parte dei challengers, gli attori dei movimenti sociali, siano in conflitto con l’insieme delle norme e dei valori dominanti, la struttura delle opportunità discorsive.

Questo metodo integra l’approccio quantitativo di misurazione delle va-riabili tipico della PEA con l’analisi del contenuto del discorso degli approcci più culturali.

La fonte dei dati

La parte empirica di questo studio riguarda l’analisi delle claims codificate all’interno di un progetto internazionale, LOCALMULTIDEM, “Multicul-tural Democracy and Immigrants’ Social Capital in Europe: Participation, Organisational Networks, and Public Policies at the Local Level (LOCAL-MULTIDEM)”, il cui obiettivo era lo studio dell’integrazione politica degli

ognuno di questi tende a proporre una soluzione diversa. Infine, il framing motivazionale è la cosiddetta “chiamata alle armi” che sostiene l’azione stessa.

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immigrati e delle minoranze etniche in alcune città europee. LOCALMUL-TIDEM si è svolto in sei città europee, precisamente a Londra, Lione, Zuri-go, Budapest, Madrid, e Milano a cui si sono aggiunti alcuni studi effettuati in altri contesti urbani, in particolare Bruxelles, Ginevra, Barcellona, Oslo e Stoccolma. Il progetto si è avvalso di vari tipi di fonti, sia primarie che secondarie. I dati utilizzati per questo articolo concernono dati riguardanti le claims individuate nel discorso pubblico delle città europee studiate. Per quanto riguarda il caso italiano, le claims sono state raccolte attraverso l’anali-si delle claims contenute negli articoli delle sezioni locali della città di Milano di ogni lunedì, mercoledì e venerdì di tutti i mesi del 2006 del quotidiano La Repubblica.

L’unità di analisi è la singola claim. Come menzionato, questa riguarda vari tipi di interventi verbali e di azioni riguardanti l’immigrazione, le mi-noranza, o la xenofobia. Le claims possono avere forme diverse e spaziano da attacchi violenti ad altri gruppi, a manifestazioni pubbliche, azioni legali, interventi verbali e discorsivi. Anche in questo studio, gli attori delle claims includono gruppi della società civile quali organizzazioni antirazziste, orga-nizzazioni per i diritti umani, sindacati, partiti politici, giudici, attori delle forze dell’ordine, rappresentanti del governo locale o nazionale, istituzioni so-vranazionali. Inoltre, riguardano anche attori appartenenti alle minoranze stesse e gli immigrati. Infine, i dati comprendono claims da parte di attori xe-nofobi, anche se queste non sono direttamente collegate a temi relativi all’im-migrazione e alle relazioni etniche. Queste ultime possono infatti contribuire a definire la struttura delle opportunità discorsive con effetti significativi sia sulle possibilità di integrazione delle minoranze etniche e degli immigrati che sulla costruzione sociale dell’immigrazione come problema.

Il dataset comprende varie informazioni raccolte per esaminare le carat-teristiche delle claims. In questo lavoro ci focalizziamo su alcune variabili, in particolare, la posizione degli attori che intervengono pubblicamente sull’im-migrazione. La posizione è stata codificata attribuendo un punteggio di -1 se la posizione è anti-immigrazione, contro le minoranze, o è una posizione xenofoba; un punteggio di 0 se la posizione è neutrale, ambivalente, o tecno-cratica; un punteggio di + 1 se la posizione è a favore delle minoranze, anti-razzista e contro l’estrema destra.

Ipotizziamo che le claims che contengono posizioni anti-immigrazione, contro le minoranze o posizioni xenofobe contribuiscano alla costruzione so-ciale dell’immigrazione come problema7.

7 Le claims sono state codificate in inglese nel dataset. Di conseguenza, la loro traduzione in

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Risultati

Prima di analizzare le claims specifiche riportate per il caso di Milano e iden-tificare gli attori che contribuiscono alla costruzione sociale dell’immigrazio-ne come problema sociale, esaminiamo la distribuziodell’immigrazio-ne delle posizioni degli attori rispetto al tema dell’immigrazione in prospettiva comparativa. Nelle analisi seguenti, di natura esplorativa e descrittiva, aggregherò le varie forme di claims – interventi verbali e azioni – in quanto sono soprattutto interessata ad analizzare la posizione dei vari attori verso il tema dell’immigrazione e delle relazioni etniche.

Considerando i dati che concernono le claims raccolte in 9 città europee, la tabella 1 mostra che Milano è la città che presenta il maggior numero di claims nel campo dell’immigrazione e delle relazioni etniche, raggiungendo, nel 2006, 896 claims rispetto alle sole 78 claims osservate per Budapest. Questo mostra che il tema dell’immigrazione e delle relazioni etniche è molto pre-sente nel discorso pubblico italiano. Milano è anche la città europea in cui si osserva, dopo le città svizzere e Budapest, la maggior percentuale di claims anti-immigrazione, contrarie alle minoranze etniche, o xenofobe. Questo ri-sultato suggerisce che la struttura delle opportunità discorsive a Milano è più chiusa rispetto a quella delle altre città europee esaminate. Tali risultati suggeriscono che la DOS delle città europee si sovrappone parzialmente alla POS osservata nelle stesse città che, a livello comparativo, mostra la chiusura del contesto politico delle città svizzere, di Budapest e di Milano (cf. Cinalli e Giugni 2011). In tale panorama, Milano è una città che presenta sia una POS relativamente chiusa (Pilati 2016), sia una DOS in cui prevalgono claims xenofobe e razziste, molto più presenti rispetto ad altri contesti urbani euro-pei. Di conseguenza, è anche più probabile che l’immigrazione a Milano sia percepita e associata ad un problema sociale .

La Tabella 2 illustra più approfonditamente le posizioni dei vari attori che sono protagonisti delle claims sull’immigrazione a Milano. L’81, 45 percento delle claims analizzate a Milano sono dichiarazioni verbali, il 6, 37 percento sono decisioni politiche, il 3, 35 percento sono misure repressive e il 2, 91 sono manifestazioni di protesta8.

La Tabella 2 mostra che il discorso pubblico sull’immigrazione è larga-mente cooptato dagli attori politici, un’indicazione che il tema dell’immi-grazione nel nostro paese è altamente politicizzato. Un 28, 4 percento delle claims relative al tema dell’immigrazione, indipendentemente dalla posizione

8 Le tabelle 2, 3 e 4 sono state calcolate omettendo le claims le cui posizioni non erano

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Tabella 1. Distribuzione delle posizioni delle claims nel campo dell’immigrazione in alcune città

europee (percentuale delle posizioni favorevoli, contrarie e neutralia)

BAR BUD GEN LON LYO MAD MIL STO ZURb Totale

Posizioni contrarie 17,0 33,3 24,9 16,0 19,0 13,4 20,0 10,7 37,9 19,6

Posizioni neutrali 35,9 15,4 11,0 35,6 15,2 33,8 36,2 15,6 9,8 27,6

Posizione favorevoli 46,6 20,5 62,4 48,1 55,2 51,0 42,9 47,5 47,7 48,1

Posizione non classificabile 0,4 30,8 1,7 0,3 10,7 1,9 1,0 26,2 4,7 4,7

N (223) (78) (173) (312) (495) (524) (896) (122) (214) (3037)

a Posizioni contrarie: la posizione dell’attore è anti-immigrazione, contro le mino-ranze, o è una posizione xenofoba; posizioni neutrali: neutrali, ambivalenti, o tecno-cratiche; posizione favorevoli: la posizione è a favore delle minoranze, antirazzista e contro l’estrema destra (vale per tutte le tabelle).

b BAR=Barcellona; BUD=Budapest; GEN=Ginevra; LYO=Lione; MAD=Madrid; MIL=Milano; STO=Stockholm; ZUR=Zurigo.

Fonte: Cinalli et al. 2014a su dati di La Repubblica, Milano, 2006.

Tabella 2. Distribuzione degli attori protagonisti delle claims nel campo dell’immigrazione per

posizione (posizioni favorevoli, contrarie e neutrali) (percentuale di colonna).

Attore Posizioni contrarie Posizioni neutrali favorevoli Totaleposizioni

Organi di governo 24,0 43,2 18,0 28,4

Organi legislativi 27,4 19,8 18,5 20,8

Gruppi e organizzazioni di immigrati e minoranze etniche 4,5 4,6 25,3 13,5

Partiti politici 19,0 2,2 6,3 7,3

Polizia e agenzia per la sicurezza 3,4 9,3 1,6 4,7

Chiese 1,1 3,1 6,8 4,3

Gruppi e organizzazioni professionali 0,6 5,6 5,0 4,3

Organi giudiziari 0,0 8,3 1,6 3,7

Gruppi e organizzazioni razziste e dell’estrema destra 12,8 0,3 0,0 2,7 Organizzazione di solidarietà, di welfare e per i diritti umani 0,0 0,0 5,0 2,1

Altri gruppi e organizzazioni della società civile 7,3 3,6 12,1 8,1

N (179) (324) (383) (895)

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assunta verso il tema, è attribuibile a rappresentanti del governo, un 20, 8 per-cento delle claims da attori dell’organo legislativo, il Parlamento o membri del consiglio regionale e comunale, e più di un 7 percento da membri di partiti politici. I gruppi e le organizzazioni composti da immigrati e da minoranze etniche intervengono nel discorso pubblico solamente nel 13, 5 percento dei casi osservati. Questo indica che gli immigrati e le minoranze etniche sono largamente marginalizzati dal discorso pubblico, anche se le questioni tratta-te riguardano direttamentratta-te le loro condizioni.

Se ci concentriamo sulle posizioni che presentano posizioni anti-immigra-zione, contro le minoranze etniche o posizioni xenofobe, oltre a membri del governo e degli organi legislativi, il 19 percento delle claims riguarda inter-venti da parte di membri di partiti politici e quasi un 13 percento delle claims è attribuibile a organizzazioni razziste e dell’estreme destra. Diversamente, se osserviamo le posizioni pro-immigrazione, pro minoranze o antirazziste, gli attori principalmente coinvolti sono, nel 25,3 percento dei casi analizzati, gruppi e organizzazioni di immigrati e minoranze etniche.

La Tabella 3 approfondisce l’analisi dei partiti politici e la loro posizione sul tema dell’immigrazione. La tabella mostra che i protagonisti del discorso pubblico che si produce sul tema dell’immigrazione e delle relazioni etniche sono i principali partiti politici, Forza Italia, Democratici della Sinistra, Al-leanza Nazionale e Lega Nord. Tuttavia, se osserviamo la posizione sul tema dell’immigrazione, le claims dei partiti politici sono molto diverse.

Il 40 percento delle posizioni contrarie all’immigrazione, contro le mino-ranze etniche o con posizione xenofobe sono attribuibili a membri di forma-zioni di destra quali Alleanza Nazionale e dell’estrema destra e più del 30 per cento vede protagonista la Lega Nord. Un altro risultato interessante è l’alta percentuale di coloro che adottano posizioni neutrali. Più del 30 percento delle claims neutrali è attribuibile a membri di Forza Italia ma, all’incirca la stessa percentuale vede protagonista l’insieme dei Democratici di Sinistra e del centro sinistra. Infine, più di un 40 percento delle claims favorevoli all’im-migrazione riguarda interventi da parte dei Democratici di Sinistra e del cen-tro sinistra. L’analisi descrittiva di questi dati conferma che l’immigrazione è un tema che tende a polarizzare significativamente l’opinione pubblica, e nel 2006 questa polarizzazione corrispondeva e si sovrapponeva largamente al cleavage destra-sinistra. Questo è nuovamente confermato dai risultati della Tabella 4.

La Tabella 4 mostra, a differenza della Tabella 3, le percentuali di riga ap-profondendo, in tal modo, la posizione dei singoli partiti associata alle claims osservate. Più dell’ 80 percento delle claims della Lega Nord e dell’estrema de-stra propende per posizioni anti-immigrazione, contro le minoranze etniche o

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posizione xenofobe. Se osserviamo gli scostamenti dal valore medio calcolato su tutti i partiti (28, 94) c’è una progressiva estremizzazione del discorso pub-blico che si osserva se ci spostiamo verso i partiti di destra.9

Più di un 65 percento delle claims da parte dei partiti politici di centro quali l’UDC e di Forza Italia presenta posizioni neutrali rispetto all’immigrazione. Questo è visibile dal maggiore scostamento di questi due partiti dal valore medio calcolato considerando tutti i partiti, che risulta essere 40 punti

percen-9 Nel 2006 le due coalizioni principali erano rappresentate dall’Unione (centro sinistra) i cui

principali partiti di afferenza erano: Democratici di Sinistra, Democrazia è Libertà - La Mar-gherita, Popolari UDEUR, Partito della Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Ita-liani, Federazione dei Verdi, Rosa nel Pugno, Italia dei Valori, Partito Pensionati, Südtiroler Volkspartei, Democrazia Cristiana, I Socialisti; e dalla Casa delle Libertà (centro-destra) i cui principali partiti di afferenza erano: Forza Italia, Alleanza Nazionale, Unione dei Democratici Cristiani e di Centro, Lega Nord-Movimento per l’Autonomia, Nuovo PSI-Democrazia Cri-stiana per le Autonomie, Partito Repubblicano Italiano, Riformatori Liberali, Alternativa So-ciale (Azione SoSo-ciale, Fronte SoSo-ciale Nazionale e Forza Nuova), Fiamma Tricolore, Pensionati Uniti, Partito Liberale Italiano.

Tabella 3. Posizione dei partiti politici associati alle claims nel campo dell’immigrazione

(posi-zioni favorevoli, contrarie e neutrali) (percentuali di colonna)9.

Partito politico* Posizioni contrarie Posizioni neutrali favorevoliPosizioni N

Forza Italia 14,2 30,6 6,8 84

Democratici di Sinistra 1,5 17,8 29,3 78

Alleanza Nazionale 23,1 9,4 2,7 53

Lega Nord 32,1 3,9 0,7 51

centro sinistra 3,0 12,8 16,3 51

estrema destra (Alternativa Sociale, Fiamma Tricolore,

Forza Nuova, Movimento Sociale, Ordine Nuovo) 18,7 1,1 2,0 30

Rifondazione Comunista 0,0 2,8 15,6 28 UDC 0,7 8,3 2,0 19 Verdi 0,0 3,3 7,5 17 Margherita 0,0 2,8 4,8 12 altri partiti 6,6 7,4 12,2 40 N 134 180 147 463

* per alcuni casi il dato si riferisce alla coalizione o al gruppo di riferimento invece che al partito.

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tuali in più nel caso dell’UDC. Tuttavia, come precedentemente accennato, anche il 45 percento dei membri della coalizione di centro-sinistra esprime posizioni neutrali rispetto all’immigrazione anche se lo scostamento dal valo-re medio è minovalo-re rispetto a quello dell’UDC e di Forza Italia.

Infine, i partiti che esprimono posizioni più favorevoli rispetto all’immi-grazione sono Rifondazione Comunista e i Verdi. Il maggiore scostamento riguarda Rifondazione Comunista che presenta più di 50 punti percentuali di scostamento dal valore medio osservato considerando tutti i partiti.

Ne consegue che, mentre osserviamo una progressiva estremizzazione ver-so posizioni contrarie all’immigrazione con i partiti di destra, i dati mostrano un progressivo spostamento verso posizioni favorevoli all’immigrazione con i partiti di estrema sinistra.

Tabella 4. Posizione dei partiti politici associati alle claims nel campo dell’immigrazione

(posi-zioni favorevoli, contrarie e neutrali) (percentuali di riga e scostamento dai valori medi).

Partito politico * Posizioni contrarie Posizioni neutrali favorevoliPosizioni Punti di scostamento dai valori medi totali N

Forza Italia 22,62 65,48 11,90 -6,32 26,60 -19,84 84

Democratici di Sinistra 2,56 41,03 55,13 -26,38 2,15 23,38 78

Alleanza Nazionale 58,49 32,08 7,55 29,55 -6,80 -24,20 53

Lega Nord 84,31 13,73 1,96 55,37 -25,15 -29,79 51

centro sinistra 7,84 45,10 47,06 -21,10 6,22 15,31 51

estrema destra (Alternativa Sociale, Fiamma Tricolore, Forza Nuova,

Movimento Sociale, Ordine Nuovo) 83,33 6,67 10,00 54,39 -32,21 -21,75 30

Rifondazione Comunista 0,00 17,86 82,14 -28,94 -21,02 50,39 28 UDC 5,26 78,95 15,79 -23,68 40,07 -15,96 19 Verdi 0,00 35,29 64,71 -28,94 -3,58 32,96 17 Margherita 0,00 41,67 58,33 -28,94 2,79 26,58 12 altri partiti** - - - 40 Totale 28,94 38,88 31,75 N 134 180 147 463

* per alcuni casi il dato si riferisce alla coalizione o al gruppo di riferimento invece che al partito.

** la composizione interna della categoria “altri partiti” è troppo eterogenea per poter presentare elaborazioni dei dati.

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Come anticipato nella discussione teorica, in questi ultimi paragrafi cer-cherò di individuare i significati associati all’immigrazione per comprendere meglio il processo di costruzione sociale dell’immigrazione come problema, un processo che avviene soprattutto in seguito alle claims da parte di attori che si collocano su posizioni politiche associate alla destra. Non proponiamo un’analisi sistematica del contenuto delle claims ma presentiamo alcuni esempi di categorie e significati associati al tema dell’immigrazione. Se esaminiamo le claims le cui posizioni sono anti-immigrazione, contro le minoranze etniche, o xenofobe, l’immigrazione è spesso associata all’irregolarità dello status giu-ridico degli immigrati, dei rifugiati, e alla necessità di espellerli dal territorio italiano. Altre claims tendono a sottolineare come gli immigrati costituisca-no una minaccia all’integrità della cultura italiana. Queste riguardacostituisca-no, per esempio, l’organizzazione da parte della Lega Nord, avvenuta nel novembre del 2006, di un sit-in per protestare contro l’apertura di una scuola araba a Milano. Tali categorie costituiscono frames che attraverso il processo che la letteratura ha identificato come framing diagnostico, identificano gli immi-grati come i “nemici”. Le claims comprendono i seguenti casi riportati come esempio:

Persone non identificate scrivono su un muro del quartiere dove vivono ragazzi appartenenti alle gangs latino americane “Latinoamericani bastardi”; “la Lega Nord e Alleanza Nazionale chiedono l’espulsione dei rifugiati a Milano”; “la Fiamma Tricolore decide di manifestare il giorno precedente il Giorno della Memoria della Shoah”; “Francesco Storace, Ministro della Salute, propone che gli stranieri siano sottoposti ad un controllo medico prima di arrivare in Italia”; “Calderoli (Lega) afferma che è possibile sconfiggere i musulmani solo con la forza e il Papa deve proclamare una crociata”; “persone non identificate insultano una ragazza del Ghana con frasi razziste”; “Carla De Albertis (as-sessore alla Salute a Milano nel 2006 n.d.a.) afferma che le persone irregolari devono essere lasciate su un barcone in mezzo al mare.

Conclusione

L’articolo si è posto come obiettivo l’analisi del discorso pubblico sul tema dell’immigrazione per capire come i vari attori si posizionano rispetto a que-sto tema. L’analisi si è concentrata sulle espressioni verbali e le azioni che presentano posizioni favorevoli, neutrali e contrarie sul tema dell’immigra-zione. Nella nostra ipotesi, le posizioni contrarie contribuiscono a costruire l’immigrazione come un problema sociale.

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I risultati mostrano che il discorso pubblico sull’immigrazione è altamente polarizzato e contrappone i partiti di destra da quelli di sinistra. Inoltre, il discorso pubblico sull’immigrazione è cooptato dagli attori politici, un’indi-cazione che il tema dell’immigrazione nel nostro paese è fortemente politi-cizzato. Le claims associate a posizioni contrarie verso l’immigrazione han-no come protagonisti soprattutto membri di partiti e di gruppi dell’estrema destra rappresentati, nel 2006, da Lega Nord, Alternativa Sociale, Fiamma Tricolore, Forza Nuova, Movimento Sociale, Ordine Nuovo. Questi attori tendono ad enfatizzare l’irregolarità degli immigrati, la minaccia culturale costituita dalla loro presenza, contribuendo ad identificare gli immigrati con il nemico e a costruire l’immigrazione come un problema sociale. Tali claims contribuiscono a “chiudere” la struttura delle opportunità discorsive degli im-migrati (Cinalli e Giugni 2014) limitando le possibilità di riconoscimento e di integrazione degli immigrati nel nostro paese. La struttura delle opportunità discorsive a Milano è più chiusa rispetto a quella delle altre città europee esaminate e a Milano prevalgono le claims xenofobe e razziste. Un altro risul-tato interessante è l’alta percentuale di coloro che adottano posizioni neutrali, espresse soprattutto da esponenti di Forza Italia e del centro sinistra.

I nostri risultati suggeriscono anche che la presenza di gruppi e organizza-zioni di immigrati nel discorso pubblico analizzato è estremamente limitata. Solo un 13,5 percento delle claims osservate ha come protagonista tali gruppi. Questo indica, come già discusso, che gli immigrati e le minoranze etniche sono largamente marginalizzati nel discorso pubblico, anche se tali questioni li riguardano direttamente.

I dati analizzati non sono certamente recenti in quanto riguardano il di-scorso pubblico presente nel 2006. Tuttavia, si può ipotizzare che le posizioni osservate siano riprodotte da alcuni partiti attualmente presenti sulla scena politica, per esempio, nel caso delle posizioni della Lega Nord nel 2006 e dell’attuale Lega. In generale, il tema dell’immigrazione, e le posizioni con-trarie all’immigrazione, sono presenti nel discorso dei partiti e dei gruppi populisti in vari paesi europei (Ignazi 1992; Albertazzi e McDonnell 2008; Berezin 2009). L’elemento comune ai fenomeni populisti riguarda l’esaltazio-ne ed il richiamo al popolo virtuoso in contrapposiziol’esaltazio-ne alle élites corrotte (Mudde 2004). Tuttavia, nei populismi di destra, il popolo è anche contrap-posto alla presenza di “altri” nella società. Questi ultimi sono identificati negli immigrati, in coloro che sfruttano i servizi ed il welfare state o in coloro che non condividono i valori del popolo (Ignazi 1992). Il popolo è percepito come vittima in contrapposizione agli “altri”, i colpevoli. Inoltre, è considerato una categoria omogenea i cui membri condividono gli stessi interessi e hanno le stesse caratteristiche (Taggart 2000; Mudde 2004) mentre alcuni segmenti

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della popolazione a cui mancano tali caratteristiche, tra cui gli immigrati sono, nell’ottica populista, stigmatizzati ed esclusi e, di conseguenza, definiti come una minaccia per la società (Jagers e Walgrave 2007, 324).

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