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Magistri salernitani nondum cogniti

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Academic year: 2021

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(1)

D o t t o r

PIETR O C A PPA R O N I

“^ttagistri Salernitani

nonòum cogniti,.

T E R N I

STABILIMENTI POLIGRAFICI ALTEROCCA

(2)
(3)

conta eisivnro stirato

rtftUBISUflfCK

Ù A l & b i f IsM

hi. IN G R E S S O

(4)

E str a tto dal B o lle ttin o d e ll I s ti tu t o S to r ic o Ita lia n o d e ll A r te S a n ita r ia A n n o I V ( 1 9 2 4 ) n. 1 - 2 - 3 - 4

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r i r e * fc«ve f*"?*

F r o m a n M S S . “C a r m e n i n h o n o r e m A u g u s t i .

In C iv ic Library, B e r n e .

d a l CARMEN IN HONOREM AUGUSTI,,

COD. 1 2 0 BULLA BIBLIO TEC A CIVICA D I BER N A

%

w v fo i W t i v v u ) f t n v p r t

J ohn B a ie .S o n s & D a m e ls s o n . Ltd

'

-”

(7)

S e g r e ta r io g e n e r a le d e l l I s titu to S to r ic o I ta lia n o d e l i A r te S a n ita r ia ,, C o n sig lie re d ella S o c ie tà I ta lia n a d i S to ria d e lle S c ie n z e M ed ich e e N a tu r a li,,

“ MAGISTRI SALERNITANI NONDUM COGNITI,,

C O N T R I B U T O ALLA STORIA ED ALLA DIPLOMATICA

DELLA S C U O L A MEDICA DI S ALER NO

C O N PR E FA Z IO N E DI

Sir D ’A R C Y P O W E R K- B. E., M. B. Oxon., FR. C. S. Eng.

F R O N T E S P IZ I O A C O LO R I E 27 T A V O L E T E R N I St a b i l i m e n t i Po l i g r a f i c i Al t e r o c c a 1924 ’ “

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P R E F A Z I O N E

Non è fa c ile elucidare la prim itiva storia d i una corporazione, la cui esi

stenza ha durato p e r secoli. Spesso questa non ha avuto un principio ben defi

nito. Pochi uomini sconosciuti si associarono allo scopo di mutuo soccorso ed

assistenza, senza aver lasciato alcun ricordo durevole della loro procedura. A

cementare la loro am icizia essi im piegarono i legam i della religione e si scelsero

un santo patrono ; mentre che, p e r mantenere la buona intesa f r a confratelli,

essi decretarono un banchetto am icale quale indim enticabile ricordo.

Ciò che f u vero p e r le corporazion i lo ritroviam o ugualmente vero p e r i

gran di centri d ’insegnamento in Europa e p e r le U niversità. Poche in fa tti co

minciarono ad esistere p e r un apposito decreto im periale o rea le; ma m olte delle

più fam ose quali Salerno, P arigi, O x fo rd e C am bridge, cominciarono quali vo

lontarie associazioni d i m aestri e scolari, ottenendo diplom i ed una posizion e

riconosciuta solam ente in un periodo d i tempo molto posteriore.

La voce della leggenda ci dice che la Scuola d i Salerno dovette la sua ori

gine al concorso fo rtu ito d i un greco, d i un arabo, d i un latino e d i un ebreo,

maestri n ell’arte d e ll’insegnare. Una piccola p a rte d i vero è nascosta nel rac

conto. Il greco rim ase p e r lungo tempo linguaggio corrente nell'Italia m eridionale,

la scuola Araba dette buoni testi sia in medicina che in chirurgia, il latino fu il

mezzo d ’unione del mondo intellettuale d ’allora, mentre g li ebrei praticarono l ’arte

sanitaria allo stesso modo come furono traduttori e cop isti d i opere mediche. I la

vori di De R en zi c d i Giocosa, g li storici della Scuola d i Salerno, ci m ostrano che

la sua origine fu m onastica fr a benedettini e basiliani e che divenne secolare sola

mente in un periodo posteriore, quando cioè la Chiesa si accorse che l ’insegna

mento e la pra tica della m edicina diventava p e r m olti m onaci uno scopo d i gran

lunga più im portante che l ’adempim ento del loro servizio religioso nei monasteri.

Alcune cose si conoscono della storia p rim itiva della Scuola d i Salerno, ma

molte altre invero sono ancora da apprendere e qualsivoglia notizia, che serva

a darci lumi ulteriori d i un periodo tanto interessante della storia della m edi

cina, deve, essere accolta con gioia.

Una corporazione medica o

S ch ola

fu fo n d a ta in Salerno a ll’inizio del se

colo decimosecondo ben conosciuta da tu tti p e r il verso con il quale comincia

il suo fam oso libro d i dietetica e che dice:

“ Anglorum regi scribit to ta Schola S a le rn i,,.

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6

L ’im portanza d i essa crebbe fino al Secolo X I V dopo d i che gradualm ente

andò diminuendo fino a che f u del tutto soppressa da N apoleone nel 1811.

Cause d i servizio durante la g ran de gu erra europea condussero a Salerno

il D ott. C apparoni, un distin to studioso d i storia della m edicina. N elle ore li

bere ebbe campo di p o te r esam inare attentam ente un m anoscritto conservato nella

chiesa cattedrale d i S. M atteo. Il volume non era sta to visto da l De R en zi e d a l

G iocosa e nessun altro avevaio pubblicato p e r intiero.

Ora è stato trascritto da l P ro f. C. A. Garufi, direttore della scuola d i p a

leografia d e ll’U niversità di Palerm o, e pubblicato d a ll’11 Istituto Storico Italiano,,.

E sso contiene due m anoscritti, sc r itti p iù o meno d i continuo d a l 1 0 7 3 al se

colo X IV ., con docum enti in terpolati p e r g l i a ltri duecento anni consecutivi. Uno

dei m anoscritti e un “ Liber Con fra t r um, , che contiene i nomi dei f r a te lli della

C onfraternita dei “ Cruciati,, copiati p e r i nomi p iù antichi da docum enti an te

rio r i; l ’altro e / ' “ Obi t uari o, , della m edesim a con fratern ita nel quale sono tr a

sc ritti p e r i suffragi i nomi e la data d i m orte dei m eritevoli d i essere ricor

d a ti p e r le loro benemerenze verso la fra teria .

L ’esame fa tto da l D ott. C apparoni condusse al ritrovam ento d i m olti nomi

di m edici salernitani sconosciuti ed a ll’ag giu n ta d i n otizie p erso n a li p e r a ltri dei

quali era conosciuto solam ente il nome. R elig io si e civili fu ron o m em bri della

corporazione durante i p rim i anni della sua esistenza. Una delle più interessanti

osservazion i, fra le m olte altre fa tte da l D ott. C apparoni, è quella che rig u arda

Gariopontus, l ’autore del Passi onari us, manuale d i p a to lo g ia e terapeutica del

l ’epoca bizantina, che fu m olto usato nel m edio evo e che erroneam ente era sta to

attribu ito a Galeno. Il D ott. C apparoni lo identifica con Gu a r i mp ot us che è tra

scritto su ll’ “ Obituario,, come clericus, subdiaconus, e p resb yter. Il suo nome,

eg li ci dice, è essenzialm ente Longobardo ed è com posto dei due nomi Varinus

(G uarinus) e Potus (fo rse Giuseppe). Trot ul a anche viene a d avere un esisten za

reale, giacché il D ott. C apparoni trova che questo nome Troct a era comune a

Salerno e frequentem ente ricorre n ell’ “ O b i t u a r i o E g l i opina che Trot ul a (il

dim inutivo) fo ss e il nome dato al manuale da lei com posto sulle m alattie delle

donne, come Rogerina era il nome dato al trattato d i chirurgia d i R uggero, R o

tondino a quello d i R olando e Guglielm ina a quello d i G uglielm o da Saliceto.

E può benissimo esser sta to c o sì; giacch é anche g l i stu den ti d i m edicina dei

nostri g io rn i parlano dei loro G ray, Cunningham, o W alsham senza pensare

affatto al loro scrittore, ma solam ente ai loro libri.

Londra, 22 M aggio 1923.

D.

A r c y P o w e r

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Nell’a nno 1916, e s s e n d o in serviz io militare a Sale rno, ebbi agio, nei ritagli di tem po la­ sciatimi liberi dai miei doveri di medico, di p o te r e sa m in a r e un m anos critto rarissim o che fa parte del tes o ro della chie sa cattedrale di S. M atte o. Q uesto m anoscritto non e ra altro che il Liber confratrum ,, ed un O bituario „ della confraternita dei Cruciati, institu ita fin d a an tico tempo nella cappella di S. Michele di detta ca tte d ra le . S foglia ndo il m anoscritto , le cui più antiche s cr ittu re risalgono alla s e c o n d a metà del secolo XI0 e delle quali alcune ricopia no Char tulae con fra tern ita tu m ,, o r a sco m p arse, m im battei con una c e rta fr e q u e n z a in nomi di medici.

Questo fatto e l e s s e re il Mss. sfuggito a ll esa m e di S alv ato re De Renzi, il prim o e più accurato scrittore della storia m edica della scuola di Sale rno, mi fecero n ascere il d u b b io che non tutti i nomi dei medici in esso contenuti fo ssero noti al g ran d e s cr itto re napole tano, storico im pareggiabile della m edicin a italiana. Ed infatti essi non lo erano.

Mi occupai allora a farne l e stratto che mi a v r e b b e fornito il m a te ria le p e r un futuro studio. Il m anoscritto era a llo ra inedito. Ne e rano stati fatti p arziali estra tti, ma esso non aveva veduto la luce nella su a totalità. 11 prof. C. A. Garufi D irettore della scu o la paleografica dell Univers ità di P alerm o, che sento il bis ogno di ri n g raziare p e r gli aiuti datimi, ne aveva da tempo comincia to lo studio p e r la sua pubblicazione sulle F onti p e r la storia d Italia ,, pubblicate a cura de ll Istituto Storico Italiano ,,{}). Ma il volu m e a st a m p a non a v e v a a n cora veduto la luce.

Il materiale era qu in di p e r me del tutto nuovo. M entre p e rò o ra io com unico qu este n o tizie, il L iber confratrum ed il N ecrologio ,, è stato m esso in vendita. Ho creduto che una notizia su questi M agistri Salernitani nondum c o g n iti,, ( 2) p o ss a utilm ente se r v ire allo s t u dioso di S to ria della M ed icina p e r c o m p letar e i magistra li lavori del De Renzi (3), l altro del Giacosa sui M agistri Salernitani nondum e d i t i ,, (4), nonché gli studi di Henschel, di H aeser e di Meyer, del D arem b erg , del Zie m senn, e del Sudhoff su lla Sc uola Salernitana.

* * *

Colui ch e nel mese di maggio lasciata Nap oli, p e r la fe rrovia che costeggia il m are s o r passata Po m p ei, continua vers o N ocera a tt ra v e r s o un te r re n o coltiv at o ad ara nceti, che colle miriadi di bianchi fiori s e m b ra n o ricoperti d a una r u g ia d a di p erle ed in n e b b r ia n o col loro profumo penetr ante , crede di v iag g iare a tt r a v e r s o un p a e se incantato. Dopo a v ere a tt r a v e r sato una serie di trafori, che in goiano r a p i d a m e n t e il tr eno e che r a p i d a m e n t e fanno a p p arire e scom parire il magnifico golfo di Sale rno, che con quello di Amalfi form ano la più bella coppia

(1) N e c r o lo g io d e l lib e r c o n fr a tr u m ,, d i S. M a tte o d i S a le r n o a cu ra di C. A. Garufi, n elle F o n ti d e lla S to r ia d I ta lia ed ite a cura d e ll’is titu to S to r ic o Italian o F o r za n i, Rom a 1922.

(2) Q u esto s tu d io è s ta to co m u n ic a to al 3 C o n g r esso d ella S o c ie tà In te rn a zio n a le di S to ria d illa M edicin a e ne è s ta ta fatta una e d iz io n e in g le se n d n. 2 dei R e s e a r c h s tu d ie s in m e d ic a i h is to r y del W e llc o m e H i s to r ic a l m c d ic a l M useu m „ di L ondra.

(3) S a lv a to re D e R e n z i : S toria d o cu m en ta ta d ella S cu o la M ed ica di S a lern o . N a p o li 1857.

Id. id . C o lle c tio S a le r n ita n a : D o cu m en ti in ed iti e tra tta ti di m ed icin a a p p a r ten e n ti alla S cu o la M t d ica S a ler n ita n a ra cco lti ed illu str a ti da Q. E. T . H en sch el, C. D a rem b erg e S. D e R en zi: p r e m essa la S to ria e e p u b b lica ti a cura di ; V o i. 5, N a p o li 1852.

(4) M a g is tr i S a le r n ita n i n o n d u m e d i t i : c a ta lo g o r a g io n a to d e ll e s p o s iz io n e di S to ria della m ed icin a a p erta in T o rin o nel 1898; T o rin o 1901. " “ ­ " ­ ’ ’ ’ ’ ’ “ ' “ ­ ­ “ “ ­ ’ ­ ­ ’ ­ -"

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dei golfi d Italia, egli v ed e il piccolo p a e s e di Vietri, l’antica M acrin a, con la c u sp id e del suo cam p a n ile ri c o p e rt a di m atto nelle mai olicate che s p r iz z a n o bagliori dora ti ai raggi del sole.

E finalmente s c o p r e Sale rno, m o llem en te a d a g i a t a in riva al m a r e nel bia nco viv o delle su e case, m entre d a una s o v r a s ta n t e co llin a gli av an zi n erastri d un castello m e d io e v a le a m o ro s a m e n te daH'alto la sorvegliano. L a z z u rr o del cielo e del mare, i m onti e le colline degli App en nin i d e g ra d a n ti alla costa in cornic iano com e ricco casto n e q u e sta g e m m a del T i r r e n o ed il v iaggiatore rim ane rapito dalla vista dello s p l e n d id o golfo, d a l l a ri a pu ra e dia fana d Italia, d a lla dolce te m p e r a t u r a ch e lo cir c o n d a e dalla lu s su re g g ia n te v e g e ta z io n e che q u e s t a fa v o risce. L incanto res ta per lungo te m p o im p re ss o nella m ente, specie se l’o s s e r v a t o r e è uno scienzia to e p e r s o p r a m ercato un m edico. Allora l incanto si ra d d o p p i a , p e n s a n d o che nel­ l’alto m edioevo, in q u e ll e p o c a che il S in g e r a s im ilitu d in e del n o stro Card ucci ha c h iam ato

T h e da rk a g e s of m edec ine „ Sale rno, la Civ ita s H ip p o cratica „ è st a ta il sacrario , il b a luardo, la rocca in e s p u g n a b ile del s a p e r e medico, il faro dal q u a le la sc ie n z a o s c u r a ta e quasi sp e n t a dalle invasio ni b a rb a r ic h e in Italia, si è n u o v a m e n t e diffusa non solo d e n tr o i confini di essa, ma, so r p a s s a n d o l i, nella m a g g io r p a rte delle altre re gioni d Eu ro p a.

E qui in effetto si era p o tu t a m antenere, d a ta la lib ertà del luogo, il culto p e r la scien za e p e r le a r t i ; qui fu ove si c o n s e r v a r o n o i canoni della m edicina gre c o ro m a n a . D u ra n te q u a t tro secoli S aler n o fu la più cele bre colo nia della filosofia e della m edicina scientifico- pratica, gra zie al c a r a t te r e d e l l in s eg n am en to , al m etodo ip pocratico d e ll in d a g in e scientifica, alla s c i e n z a dei m aestri ed all’acco rr e re dei discepoli. P ic c o la città di p ro v in cia a n c o ra s e d e d u n ar- civescovato , con la sua bella catted rale n o rm a n n a se n iin a sc o s ta in p esan ti rifacimenti barocchi, con le sue s t ra d e st re tt e e poco pulite, la S a le r n o di oggi c o n se r v a a p p e n a la traccia d e ll an tico s p l e n d o r e . (V edi Tav. 1).

M a lg ra d o ciò se v ers o s e r a vi recate su lla co llin a che è a c av aliere della città, d o v e è il castello ch e per tanto te m p o l’ha difesa e v e d e te ai vostri pie di s t e n d e r s i S alerno ed il suo p o rto , che vi r i c o rd a ad esso legat o il n o m e del med ico G io vanni d a P r o c i d a e, s p i n g e n d o il v ostro s g u a r d o più lontano a tt r a v e r s o il golfo, in t ra v e d e t e la bella m e d io e v a le Ravello a picco sul m are ed Amalfi eva n e sc e n ti nella p o lv ere d oro d e lla n e b b ia d un bel tr am o n to , a l lora i ricordi del p a ss a to vi si affollano alla m ente fa cendovi g ra n d e g g i a r e l an tica S aler n o medica. Ed è in q u esto luogo, ch e è stato sac r a rio e se m in a rio d e ll an tica a rte ippocratica, che ogni cultore della m edicin a d o v re b b e ven ire alm en o una vo lta nella vita in pellegrinaggio , c o m e gli antichi Romei si recav an o una volta a Roma a d lim ina apostolorum „ a v e n e r a r e il s ep o lcro del prim o pontefice della loro fede.

* *

Si può fer m a m e n te a s s icu rar e s e n z a tem a d e s s e re smentiti, che in Italia la fiaccola del p en siero scentifico anche n e ll età nera d e l l alto m e d io e v o non si è la s ciata mai s p e g n e r e e che pur r id o tta a non più brillare m a a s p a n d e r e fioca luce, q u e s t a h a se r v ito a m a n t e n e re v iv a la continuità del p ro g r e s s o scientifico, in m odo che in a p p r e s s o q u e sto h a potu to ir r a d ia r e trio nfalm ente a tt ra v e r s o tu tta l’E uropa. C a d u to l im pero Rom ano d occid e nte e re d e della scien za gre ca e che p a d r o n e di quasi tutto il m ondo a ll o ra c onosciuto ne a v e v a diffusi gli ele m enti p e r ogni dove, le pop o lazio n i del n o rd e d e ll est eu ro p eo , liete di p o te r s c u o te re il giogo ed aventi p e r m ira ggio il p a r a d i s o t e r r e s t r e costituito d a l l Italia, vi c ala ro n o a più ri pre s e e le loro orde a rm a te d is tru s s e ro e sac c h e g g ia ro n o più che p o te r o n o ta nto in ri g u a rd o a ll a rt e q u a n to in r ig u a rd o alla scienza. La p e r d i ta che fu p e r l’a rt e l’a b b a ttim e n to d un m o num ento onorario , d u n a basilica, d un arco di trionfo, e q u iv a ls e nella sc ie n z a a ll incendio di u na bib lioteca, al saccheggio di una scuola. In q u e ste dis tru zio n i a n d ò ir r e m issib ilm e n te p e rd u t a la m aggior p a rt e dei codici, che fo r m a v a n o il p atr im o n io scientifico frutto delio studio di m ol­ teplici generazioni. Se u na piccola p a rt e di essi po tè e s s e r s o t tr a t ta alla d is tru z io n e , q u e s to lo d o b b ia m o al monachiSmo, s o r to in occid ente nel secolo VI0 p e r o p e ra di B e n e d e tto Riguard ati d a Norc ia e di C assio d o ro .

Q u e s t ultimo salvò la cultura latin a nel ch io s tro so tto il vessillo d e lla croce, affidandola 3d uomini di generosi pensieri e di caldi sentim enti nel suo Vivariénse nelle vic inanze di

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Squillace. Dai suoi scr itti noi sa p p i a m o che la biblio teca da lui fondata p o s s e d e v a 231 codici di 92 autori diver si, tr a i quali e ra n o 5 codici di m edicin a delle op e re d Ippocrate , G aleno, Dioscoride, Celso e Celio A ure liano {'). S. Benedetto, d o p o e ss e re stato pare cchi anni negli eremitagi di Subiaco, fondava nel 529 l a b b a z i a di M o n tecassin o e scriv ev a la regola del suo ordine, le cui chiavi di volta so no la p re g h ie ra , lo studio e l a s s iste n z a dei fratelli in­ fermi. Infirm orum cura a n le omnia et super ornali adhibenda est, u t sicut revera Christo, ita eis serviatur. Ergo cura m axim a s it Abbati ne aliquam negligentiam pa tia n tu r. Quibus fr a trib u s infirmis sii cella super se deputata, et servitor tim ens Dcum, et diliger,s, ac sol icitus. Balneorum usus, quoties expedit, a f f e r a t u r (2)

Ogni m onastero qu in di d o v e v a a v ere un medico ch e a tt e n d e s s e alla cura degli infermi ed un luogo ben dis tinto nel cenobio dove questi p o tes sero e ss e re curati. Ne venne p e r co n s e guenza che subito s in tese il bisogno che uno o più monaci raccogliessero il m ateriale s cien tifico, lo stu d iass ero , Io tra s m e t te s s e ro a colo ro che in a p p r e s s o li a v re b b e r o so stituiti e si venne cosi a fo rm are q u e ll in s eg n am en to pratic o, che era tr a s m e s s o o ra lm e n te a v antaggio dei confratelli am m ala ti del m onaste ro. Si r a d u n a r o n o quanti più codici fu rono potuti tr o v a re della scienza latin a e gre c a e se ne fecero delle traduzioni e dei transunti ad uso di colo ro che, forniti di minori studi o per m anca nza di tempo, non fos sero stati cap aci di le ggere gli autori nei loro testi originali. Q uale fu la situazione del medico in q u e ste colo nie r e l i g i o s e ? Egli è vero che nei m onaste ri b enedettini il sa n ita rio non e ra investito di una carica ben d e terminata dalle regole claustrali, com e il priore , l’infermiere (carica p u ra m e n te am m in istrativa), l elemosiniere, il cellera rio , il bib lio tecario. La qualità di medico non a v e v a quindi nulla di ufficiale, non po te r e d iscip lin are e d ir e tta m e n te non p ro c u r a v a onori o privilegi. M edicus era un semplice appellativo dato ai monaci, che p e r i loro studi d im o s t ra v a n o una capacità s p e ciale e gusto m anife sto p e r l arte del guarire . Ma, senza a v e re una carica ufficiale nelle ge­ rarchia, qual g ran d e valo re m orale essi av e v a n o nella c o m u n ità ! Negli atti ufficiali del m o nastero firmavano dop o i monaci rivestiti dei gradi superio ri del cenobio.

La loro alta situazione m orale chia r a m e n te a p p a ris c e dalle missioni im portanti che loro venivano affidate insie m e ad alti personaggi, missioni di fiducia che non s a r e b b e r o state affi date ad individui che non av e ss e ro goduto un g ran d e credito. Q u an to al g ra d o che occupa vano nella g erarch ia ecc lesiastica in quei lontani tem pi d e ll alto m edioevo, un o studio an co r non e siste ; ma quello che è certo è che vicino alla m a g g io r p a rte dei medici monastici che portano il titolo di clericus, ne tro v iam o parecchi che hanno quello di presbitcr. 11 medico cu­ rava gli infermi pre s c riv e n d o i m edicam enti, p re p a r a n d o li d a sè stesso o s e r v e n d o s i di quelli che conse rvava neW arrnarium pigm entorum . U n orto dei semplici, che esistev a se m p re in ogni chiostro, gli p e r m e tt e v a di a v e r s o tto m an o le pia nte medicin ali di cui a v e v a bis ogno. I di scepoli che veniv a form ando nei m onaste ri, lo co a d iu v a v a n o nella cura degli infermi e nella prepar azione dei medicinali. Il su o ufficio era e ser citato ne ll in ferm eria , locale sp a z io so in proporzione dell im p o rta n z a del m o n a s te ro e se p a r a to dagli altri fa bbric ati ad uso di d o r m i torio o di refettorio. Vi si a c coglievano non solo i monaci m alati; m a anche signori, borg hesi od operai che lo ric h ie d e s se ro . T u tt e le p res tazio n i m edico ospitaliere p e r gli estranei e rano gratuite. 11 monaco m edico oltre l’ufficio d is tru tto r e av e v a anch e quello di ricopia re i te s ti; ufficio che si co m p ie v a nello Scriptorium se il m o n a s te ro era di gran im p o rtan za, o nella propria cella se il cenobio non e ra uno dei principali.

In ogni g ra n d e centro m onastico b e n e d e ttin o si v enne quindi a fo rm are un vero Studium , dal quale i medici v en iv an o distribuiti ai centri minori. Ma l ufficio del medico non si limitò solamente n e ll in terno del chio stro. In q u e ll epoca, nella quale la medicin a laica era rid o tta ai soli co nciaossi e cia rla tani g irovaghi d a fiere, q u a n d o un pers o n ag g io , d im p o rta n z a o q u a l cuno di fam ig lia si a m m a la v a nelle vic inanze d un m o n as tero , il cui medico si fosse fatta una certa reputazio ne, egli subito ric h ie d e v a a ll a b b a te od al p rio re il p e rm e s s o d a v e rl o pres so di sè, p e rm e s s o che v ole ntie ri e li beralm ente ven iv a con cess o e che si es t e n d e v a per tutto

(1) CASSIODORO. D e in s t i t . d iv in a r , lite r . (2) Regula S. B en ed ic ti a b b a tis. V e n e tiis 1705.

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il tem po della cura. Il m onaco m edico era m an d ato s e m p re in c o m p a g n ia d un altro relig ioso o di un suo allievo. Egli p e r il suo v o to di p o v e r t à non p o te v a ricevere alcu n d o n o p e r la salute che d a v a ; ma se ne gio v a v a il m o n a s te ro , che v e n iv a cosi ad arric chirsi p e r le s p l e n d id e donazio ni, sia di te r re n i che di stabili, di d a n a ro o di v etto v ag lie, che i grandi signori volentieri facevano prò recuperata valetudine. Accanto ai m o n a s te ri b e n e d e ttin i in Italia e s p e cialm ente nell Italia in feriore quelli dei basiliani co n tr ib u i ro n o a m a n t e n e r e viv a la fiaccola del s a p e r e m edico con la tr a d u z io n e dei testi greci. D o b b ia m o a tt e n d e r e circa q u a ttro secoli p erch è q u esto stato di cose, che in Italia re g o l a r m e n te a v v e n iv a o v u n q u e e s iste s se un cen tro m o n as tico b e n e d e t t i n o ; av v e n g a p e r le a lt re p a rti d E u r o p a ; F ra ncia, G e rm a n i a , Inghilterra.

Le grandi a b b a z ie di Francia, che fu rono il focolare in q u e s t a n azio n e della sc ie n z a m e dica s o r s e r o tutte al cadere del X o nel p rin c ip io del XI0 secolo e tu tte richie se ro testi e medici a ll Italia (1). Lo s te sso m onaco G erb e rto , che fu m edico e poi p a p a col nom e di S il v e stro II, ric h ie d e v a R ainaudo monaco in Italia (Epist. CXXX) libri di m e d i c in a : Unum autem interim plurim um exposco, quod et sine periculo ac detrim ento tui fia t, et tibi quam m axim e in am icitia constringat. N osti quot scriptores in urbibus, a u t in agris Italiae p a ssim habeantur. Age ergo et te solo conscio, ex tuis sum ptibus, fa c ut m i hi scribantur M. M anilius de A strologia, Vic torinus de Rethorica, D em osthenes ophtalm icus. Spondeo tibi, fr a te r , et certuni teneto, quod ob sequium fidele hoc, et hanc laudabilem obedientiam sub sancto silentio habebo.

E dop o poco tem po li a v e v a ottenuti, difatti nella su a le tte r a ali a b b a te G islib erto (Epist. IX) dice: De m orbis ac rem ediis oculorum D em osthenes philosophus librum ed id it: q u i inscri bitur opthalm icus, eius principium si habetis, habem us. A ccanto a q u e s t o focolare di in s e g n a m ento m onas tico si v en n ero in a p p r e s s o a for m a re gli studi vescovili. Ogni v e s c o v a t o d iv e n n e centr o d istruzione e siccom e neU’insie m e degli studi che allo ra si s e g u iv a n o p e r la f o r m a zio ne dei sacerdoti, cioè gli studi del tr ivio e del quadrivio , e ra c o m p r e s a a n c h e la fisica, sotto il qual n om e si in te n d e v a la scien za medica d a llo ra ; cosi fu che in d i re t ta m e n te c h iu n q u e si volges se alla c a r r ie r a ecclesia stica veniv a is truito anche nella M edicin a, d o v e s s e o p u r no in a p p re s s o esercitarla . T u tto ciò che ho d e tto fin ora non esclude che fra i laici ch e e s e r c i ta v a n o la medicina, oltre i p e rio d e u ti non vi fosse q u alcu n o che si fosse inform ato ai p r i n cipi della m edicin a latin a e g re c a e che p ri v a ta m e n te a v ess e in s eg n ato a q u a lc h e discep olo . Ma q u esto fatto costituiva nei primi tem pi u n eccezione, m e n tre la m edicina i n s e g n a ta nei c hio stri e nelle sedi vescovili era la regola.

E pian p ia n o anche i concia ossi, i s a la ssa to ri, gli applicatori d im p ias tri o di v e n to s e in te s e ro il b is ogno d u na m aggior istruzione e si rivolsero a q u e ste fonti di s a p e r e m edico monastico e vesco vile, v e n e n d o così d ie tro loro ri chiesta a m m e ssi allo studio g ratuito.

Ma nel secolo XII tutto q u esto stato di cose cam biò. L ab itu d in e in v a lsa d a p a rte dei gra n signori di d o m a n d a r e agli abbati dei m o n a s te ri l’a s s is t e n z a dei loro monaci medici anche per m alattie di lieve entità, abitu d in e che si estese in a p p r e s s o a n ch e ai canonici delle catted rali e delle c a tte d re vescovili, la faci lità con cui a b b a ti e vescovi c o n c e d e v a n o che i loro d ip e n denti si a ll o n ta n a s s e ro dai m on as teri e d a lle catte d ra li p e r l a s s is t e n z a richie sta, fece si che questi monaci e canonici v en is sero a tro v arsi per molto te m p o s o ttra tti alla s e v e r ità d e lla loro vita religiosa.

Essi così tr a s c u ra r o n o gli obblig h i del chiostro o d e lla c a tte d ra le ed in co n tatto continuo di vita con le castellane e le altre donne, attratti com e e ra n o dalle lusinghe del secolo, fini r ono p e r accettare ri m u n era zio n i pers onali che, se e ra n o dalle discipline ecclesias tiche p e r m esse ai chierici secolari, e ra n o a s s o lu ta m e n te vie tate ai chierici regolari.

E fu allora che i pap i ben r i c o rd a n d o c h e : M ulier est m alleus p e r quem diabolus m ollit et m alleat universum m undum s in d u s se ro in diversi concili, che v an n o a t t r a v e r s o tutto il secolo XII e p arte del XIII, a pro ib ire p rim a l e se r c iz io d e lla m edicin a ai m onaci fuori del loro co nvento e po scia ad e s t e n d e r e q u e sta pro ib izio n e anche ai chierici secolari. In c o n se g u e n z a di tutte qu este proibiz ioni, che v e n iv a n o a s o t tr a r r e i m onaci ed i canonic i all esercizio della m edicin a fuori dei m onaste ri e delle c a n o n ic h e ; i medici laici c o m in ciar o n o ad in g r a n d ir e la

^1) L o u is Du b r e u il-CHAMBARDEL : L es m éd icin s d a n s l ’o u e s t de la France a u x X le e t X IP s iè c le s . P a r is 1914, p a ssim .

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loro cerchia d affari, a riunirsi in c o rp o r a z io n i ; finché i Comuni ed i go v e rn a n ti intesero la necessità della fondazione delle Universitates Studiorum per i diversi rami dello scibile. Le più antiche furono Bolo gna (1113), P a d o v a (1222), M es sin a (1224), Napoli (1225), Siena (1241), Piacenza (1248). S eguirono nel secolo XIV P e ru g ia , P alerm o , Firenze, P isa, Pavia . P rim a d e l l apertura delle U niv ers ità l’ins egnam ento e ra fatto d a m aes tro a sc o la ro nei chiostri, nelle sedi vescovili, o nelle chies e nelle ore fuori degli uffici divini. Qualc he volta era peripate tic o. Alcuni maestri, per la loro età s e n t e n d o il b is ogno di s ed ere, d u ra n t e le loro conversazio ni, portavano con loro u n a s e d i a ch e ap p o g g ia v a n o alla p a re t e del chio stro. Di qui l id ea c l uso della cattedra che co n tro d istin s e il maestro.

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Parecchi furono nell alto m ed io ev o i centri d in s eg n am en to med ico in Italia quali Pavia , Bologna, Siena; ma n e ss u n o di questi luoghi p a s s ò alla posterità qu a le sem inario di medici per tutta l E u ro p a come S aler n o che, com e a b b ia m o detto, potè m e tte r e sul suo sigillo la le g genda Civitas H ippocratica. N ell ac me del suo fiorire Galfrido, morto circa la metà del sec. XII, aveva cantato:

In m orbis sanat m edici virtute Salernum A cg ro s; in causis Bononia legibus arm ai N u d o s: P arisiis dispensai in artilm s illos Panes, linde cibat robustos: Aurelia/iis E ducat in cunis a d o rim i lacte ieneilos.

e S. Tomm aso d Aquino, che a v ev a in segnato in Sale rno, p r e n d e n d o lo s p u n to da lui quasi un secolo dopo dic e v a : Q uatuor su n t urbes caeteris praem inentes, P arisiis in scicntiis, Salernum in medicinis, Bononia in legibus, Aurclianis in actoribus ( .

Quali furono le ragioni p e r le quali S ale rno potè c o n s e r v a re nel m edioevo q u e sta s u a prerogativa ? P u r non te n e n d o conto di quelle a d d o tt e dal De Renzi e che egli vuol far risalire fino all e p o ca r o m a n a e la cui f o n d a t e z z a sto rica è difficile p r o v a r e ; p o ss ia m o dire che le principali ragioni f u r o n o ; l’a v e r s e m p re q u e s t a città c o n s e r v a ta n e ll alto m ed io ev o una re lativa in dipendenza e libertà d azio ne , il fiorire in e ss a o nelle sue vic inanze di m onaste ri b e nedettini, la vic inanza con Amalfi g ra n d e centro marittimo com m erciale p e r i pro d o tti d e ll O riente, la vicinanza a quelle parti d Italia ove si p arlav a il gre co (tanto che in esso ven iv ano ancora scritti gli atti ufficiali), l e ss e re stato infine Sale rno ce ntro di tr a tta m e n to medico per i Crociati malati e feriti che rito rn a v a n o d a ll O riente. E sa m in ia m o s o m m a ria m e n te alcune di queste ragioni.

Prima di cadere sotto il d om inio l o n g o b a r d o nel 644, S ale rno era una delle ultime città latine libere e si re g g ev a con le curie, gli ord ini e le leggi ro m ane, Ordo popiiliisqne Salerni ta n a . Non fu p re s a p e r assedio , m a si a r r e s e a patti c o n s e r v a n d o quasi in tatte le sue is titu zioni. Inoltre i lo ngobardi che la occ u p a ro n o non era n o più i feroci com pagni d Alboino, ma una generazione e ra p a ss a ta ed a conta tto degli italiani essi si e rano ingentiliti. S ale rno al­ lora dipese dal princip ato di B enevento ed in e ss a si rinchiu se nel 786 Arechi, princip e lon gobardo di Benevento, p e r dif endersi dai Fra nchi di C arlom agno e ne fece sua fissa dim ora. Sotto di lui la città c re b b e a g ra n d e lustro, tanto che P a o lo dia cono p a rl a n d o di lui dice: Ornasti patriam doctrinis, moenibus, aulis. V erso la metà del IX sec. stanchi i sa lernitani del dominio dei principi di B enevento se ne se p a r a r o n o e si costituirono in princip ato indipendente , divenendo S ale rno se d e di un Sig n o re e di una corte. II prim o S ig nore di S ale rno in dip en d en te fu Siconolfo, a cui s e g u iro n o altri. P e r poco te m p o fu sotto il dom inio dei duchi d Amalfi, sotto dei quali dal pontefice G io vanni XV fu elev a ta a se d e arcivescovile. Dopo il mille altri principi longobardi res sero il principato e tra questi G u aim ario III.

(1) S. T o m m a so d A q u in o : O p u s. 71 D e V irt. et v it. c a p . u lt. ’ ’ ­ ’ ’ ’ ’ ’ ’ ­ ’ ’ ‘ ’ ’ ­ ’ ­ ’ -’ ’ ’ ­ ­ ’ ­ ’

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Gli ultimi furono G u a im a r io IV e Gisolfo li. Nel 1077 il n o rm a n n o R oberto G u is c a r d o la to lse al s.io cognato Gisolfo II (ne a v e v a s p o s a t a la s o r e lla Sic helgaita d o p o a v e r r i p u d ia t a la moglie Alberada). S otto il G u isc a r d o , di cui l epitaffio in V enosa c o m in c ia :

H ic terror m undi G u is c a r d u s ...

e che D ante p one in P a r a d i s o nel cielo di Marte, il lu stro e la g r a n d e z z a di S aler n o c re b b e . In qu el tem po e s s a vide fra le sue m ura M ichele VII i m p e ra t o re bisantino s p o d e s ta to , il fra tello del re di Babilonia, ivi trovò rifugio il p a p a G reg o rio VII, uom o d o ttis sim o di quei tem pi ed il medico C o sta n tin o l africano. Il G u is c a r d o vo lle e r e t ta de aerario peculiari, com e dice l iscrizione sotto il fr onto ne, la magnifica c a tt e d r a l e di S. M atte o, che l arc iv e s c o v o Alfano, il p o e ta eletto e il m edico in sig ne di qu el te m po, nel 1085 fece c o n s a c r a re d a G re g o ri o VII il m onaco Ildebrando di Soana. E fu Alfano che sp in se il G u iscard o a fa v o r ire le arti e p r o teg g ere la coltura medica salern itan a. La città d o v e tte capitolare nel 1140 nelle mani di Rug­ giero figlio di R oberto. P e r ò p re t e s e di c o n s e r v a r e le sue scuole. N e ll 1194 Enrico VI di H ohenstaufen la to lse a T a n c r e d i l ultimo dei N orm anni. La città fu p r e s a v io le n te m e n te e sa ccheggiata . Federico II di Svevia, su c c e s so re di Enrico VI nel tr o n o di Sicilia e Napoli, fo ndò nel 1225 l’U niversità di q u e s t a città e da quel te m p o cominciò, s e b b e n e le ntis sim am ente, il p e rio d o della d e c a d e n z a p e r la scuola m edica sa lernitana.

È s e n z a d u bbio rile vante il nu m e r o dei m o n a s te ri b e n e d e ttin i che noi tr o v ia m o in S a le r n o nell alto m e d io e v o . Fin dal sec. Vili (30 nov. 795) G rim o ald o , uno dei princip i lo n g o b ard i, ad is ta n z a del c e n o b ita G u ib a ld o fo n d a il m o n a s te r o di S. B enedetto, che nel 930 vie ne e re tto in ab b a z i a in d i p e n d e n te . Nel 1023 div e n n e a b ita z io n e p ri v a ta del n e p o te di G u a im a r o III; finché G u a im a r o IV nel 1043 lo rim ise nel pri stin o stato. (*) Anche la c a tt e d ra l e di S. M atte o nel 1040 era d ir e tt a p e r il culto d a ll a b b a te b e n e d e t tin o G io v an n i capo di u na com u n ità m o n a s tic a di otto p e rs o n e fra p resb yteri et clerici. Vi e ra n o in o ltr e : il m o n a s te r o di S. Sofia di m o n a c h e b e n e d e t tin e e s e m p re nella p ri m a metà del sec. XI il m o n a s te ro di S. M assim o, di S. M aria de Dopno, di San G regorio. I m onaci basiliani p o s s e d e v a n o vicino a Vietri un m o n a s te ro che più tardi fu s o t to p o sto alla giurisdizione della B adia di S. T r in i tà di C ava.

Tutte qu este no tizie so n o r ic a v a te d a l l archivio di Cav a, o p p u re dal Liber confratrum della catte d ra le di S ale rno se c o n d o gli studi del prof. Garufi.

N u m e ro s e furono anche le istitu zi oni ospita lie re. Nell’820 A delm o a r c i p r e t e fo nda un o s p e dale nelle vic inanze del m o n a s te ro di S. Benedetto, o s p e d a l e che p oscia v e n n e a g g re g a t o al cenobio . Sul p rincip io del secolo XI u n in ferm e ria e ra a n n e s s a al m o n a s te r o delle b e n e d e ttin e di S. Giorgio. N ell 868 dal p rincip e Guaiferio venne e re tto un te m p io a S. M a s s im o co ll ob- bligo di so m m i n is t ra re l o spita lità e s p e d a lità ai pellegrini. L o rd in e degli Anto nia ni che cu rav a il fu o c o sacro a v e v a in S ale rno la pic cola chie sa di S. A ntonio a b b a te m olto faci lm ente con u n infermeria. In p ro s ie g u o di tem po q u e s t a chie setta, non più d e d ic a ta al culto, n e ll anno 1587 div e n n e se de di u n a confraternita di medici sotto il n om e di G esù e Maria . Ma il più g ra n d e o s p e d a le eretto in S ale rno fu quello fo n d ato nel 1183 con le lascite di M atte o d Aiello gra n cancelliere di G uglielm o II. (2) Q u esto o pedale , a d e tta del P ri g n a n o , (3) fu dato in c o m m e n d a ai Cavalieri G e ro so lim ita n i od O sp ed alieri. De Renzi c red e ciò av v e n is se nel 1194 dop o l’a ss e d io e la p re s a di Salern o sotto E nrico VI.

E sis te v a anche nella città uno s t a b ilim e n to b a ln e a re al di fuori di quelli marini. Esso era di p r o p r ie tà del m o n a s te ro di S. Sofia eretto fin dal 933 d a G uaiferio con la mog lie G em m a. Ma la prim a notizia che a b b ia m o di q u e s to bagno è deH 1110. (4)

N ell alto m ed io ev o in tu tta l’Italia inferiore i l g r e c o fu conosciuto sia p e r le colo nie gre ch e della M agna Grecia, sia per il gran n um ero dei m on as teri basiliani. T a n t è vero ciò; che

(1) G. PAESANO: M em orie sto ric h e per serv ire alla sto r ia d ella C hiesa sa le r n ita n a . S a ler n o , M ig lia ccio 1852. T . I pa}.\ 85 e p a ssim .

An t. Ma z z a: U rb. S a ler n ita n a e h ist. et a n tiq . in T h esa u r . a n tiq . G rasvii et B u rm an IX p a ssim . (2) V ed i D e R e n z i: St. d o c. s e . m ed. S ai. p a g . 293 94 e n o ta 2.

(3) Gi o v a n n i Ba t t i s t a Pr i g n a n i: Le fa m ig lie sa le r n ita n e (M ss. d ella b ib lio te c a A n g elic a in R om a. C od. 2 6 7 c . 6. 2). V ed i fam ig lia d A iello .

(4) C. A. G a r u f i : Di u n o S ta b ilim e n to b a ln ea re in S a ler n o d el s e c . X llu ; in S tu d i m e d io e v a li. L o e sch er R om a, 1904.

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basterà rico rd are come essa fosse una delle lingue nella quale p o tev an o e s s e re scritti gli atti ufficiali. In una delle m inia ture del Carmen in honorem A u g u sti di Pie tro da Eboli, scritto dopo la p re s a di S ale rno del 1194, è raffigurata la cancelle ria n o rm a n n a in Sicilia e vi si v e dono N otari latini, hebraei, et graeei. (')

Salerno pri n cip ale e m p o r io del com m ercio Coll O riente verso il mille, luogo s a l u b e rri m o e vicinissimo ad Amalfi, centro di prim issim o ordine per il com m ercio m arittim o di quei tempi e speciale p e r l im p o rta z io n e in Italia delle droghe da C ostan tin o p o li e da tutte le coste d e l l Asia minore e d e ll Egitto ; Sale rno, dico, non po tev a non e s s e r e considerata, dai pellegrini che ritornavano d a ll O riente e dai so ld ati e dai capi delle p ri m e crociate, come il luogo più adatto per ristorarsi dalle fatiche e dalle privazio ni della g u e rr a e cu ra r v i le ferite mal consolidate o non bene trattate . La le g g e n d a n a rr a che nel 1016 Salern o fu li berata dai Saraceni, che da 33 giorni stre tta m e n te l’ass ed iav an o , pel valore di 49 pellegrini n orm anni reduci d a T e r r a s a n t a sbarcati ad Amalfi. (2) S enza p r e n d e r per b u o n a m o n eta q u e s to racconto esso ci d im o s t ra la facilità con la qu a le questi sbarchi a v veniva no in uno dei due porti cosi vicini l uno all altro. Ma se le leggen de sono parti della fa ntasia popola re, in esse se m p re si può ritro v a r e un fondo di vero.

Quella che o ra rip o rtiam o serve a pro v arci com e Salern o fo sse c o n s i d e r a t a dai crociati luogo di cu ra e convale scenziario.

R oberto regi scrip sit Schola tota Salerai,

così comincia il Flos m edicinae o Regim cn sanitatis della scuol a salern itana.

Roberto duca di N o r m a n d i a nel 1098 p a ss a p e r Sale rno p e r recarsi in T e r r a s a n ta . (:!) Alla crociata è ferito al braccio d a u na freccia avvele nata . Ne r e s id u a una fistola incu rabile. Di ritorno in p atr ia s b a r c a a Sale rno, retta dai N orm anni, e chiede consiglio alia scuola medica, la quale se n te n z ia che in nessun altro m o d o la fistola può e ss e re gu arita che col succhiarne il veleno. E non p e rm e tt e n d o Roberto ciò p e r non d a n n e g g ia re gli altri, l’o p e r a z i o n e è fatta di notte a s u a in s a p u ta da Sibilia su a moglie, che così gli r e n d e la sanità . E la Scuola, ri­ chiesta d a Roberto di un vade m ecum igienico per la c o n s e r v a z io n e della sua salute, p e r lui scrisse il su d d etto trattato . U n altra le g g en d a ha a vuto origin e in quei tempi, q u e lla del D er Arme Heinrich scritta dal tr o v a to r e te desco H artm ann von der Aue del sec. XII, no nch é la moderna Leggenda aurea di H enry W adsvorth Longfellow . (*)

Anche per Sale rno si ripete il su ccedersi della m edicin a esercitata dai canonici e dai chierici delle catted rali e delle sedi vescovili a quella ese r c ita ta dai monaci. L entam ente ma progressivamente ad esse su cced e la med icin a laicale man man o che i concili, in cui si p r o i biva l uso della m edicina fuori dei chiostri, fulminavano, con le sev ere pene com m in ate nei loro canoni, i tr a sg re s so ri di q u e s t a ingiunzione. Così ve d ia m o ch e di tutti i m edici citati dal De Renzi, nella sua S toria docum entata della Scuola M edica d i Salerno, anteriori al mille so no ecclesiastici i s e g u e n t i: il P etru s del quale l’an o n im o s a lern itan o d ic e : Vocabatur aulem ille . . . . . nomine P etrus, eratque clericus, praecipm isque m edicus, et ab ipso Principe valde dilectus quem etiam p ostm odum eum in hac sede Salernitana Praesulem constituit. S e m b r a che questo Pietro vescovo abbia retto la catte d ra di S aler n o dal 940 al 963.

I medici che c u ra r o n o A da ib e ro n e vescovo di Verdun. Q uesti soffriva di calcoli urinari ed aveva già ricevuti, ma inutilmente, consigli dal cele bre G e rb e rt o poi p a p a S ilvestro II (L ett. CLI) e forse da lui s te sso fu consigliato a recarsi a Salerno. E sse n d o in pie no p e rio d o m o nastico, nel recarsi a Sale rno il vescovo av rà s e n z a d u bbio in terpellato i medici del m o n a stero di S. Benedetto. Il fatto è ri co rd ato nella cronaca di Ugo F la vinia cense all anno 984. Adaiberone era un uomo onesto, ed um ile, m a olire modo inferm iccio, e soffriva tanta m alsania di corpo, che nello stesso anno della sua assunsione al vescovato (an. 984) si recò in Salerno

(1) G. B . Si r a g u s a: Il L ib e r a d h o n o re m A u g u s ti M ss. co n se r v a to n ella b ib lio te ca civ ica di B erna (co d . 120) il lu s tia to d a ; n elle F o n ti d e lla S to r ia d I ta li a . T e s to e ta v o le . R om a 1905. V ed i ta v o la VII.

(2) Vedi LUPO PROTOSPATARIO in P e r tz : M on u m . G erm . H ist. VII, 57. (3) Vedi TiRABOSCHl: S to ria d ella lettera tu ra ita lia n a . Lib. IV. (4) H. W . L o n g f e l l o w : T h e p o etic a l W orks. L eip zig . 1856.

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p e r tro va rvi guarigione, accom pagnato da m o lti dei nostri. A la egli, avendo dim orato p e r qualche tem po in quella città, non potendo essere curato dai m edici tornò in Italia.

N e l . sec. XI su 15 medici citati d a De Renzi ( ) 9 so n o ecclesias tici ed 1 eb reo . Ecco i nom i degli ecclesia stici: P etru s clericus et m edicus (fior. an. 1035), Ja q u in tu s m edicus et clericus (fi. an. 1035), A lfa n u s m edicus et clericus (fi. an. 1041), G uarim potus subdiaconus (fi. an. 1040). Q uesto è il G u a rim p o to , a u to r e del P a s s io n a ri o , che io rite ngo e c c le s ia s tic o ; giacc hé nel L i ber C onfratrum della con fr a te rn ita dei crociati di Salern o (c. 22B col. 2) è c h iam ato subdiaco nus e così altre due volte. Ritengo che q u e sto n o m e sia p ro p r io quello del medico in q u e st io n e ; giacché è scr itto in c a ratter i del sec. XI0 ed inoltre c o m p a r is c e tre sole vo lte fra più di 13000 nomi. Inoltre il c a ra tte r e ecclesia stico di q u esto m edico pu ò e s s e r e d e s u n t o anche dal nom e d a to alla sua opera, P assio n a riu s e dal m o d o com e com incia e com e te r m i n a il t r a t tato de sem plicibus m edicinis a d P aternianum , cioè : F rater sollecite exquire tota tua p eritia hanc scripturam ed haec sunt, fr a te r charissim e Paterniane, quae m em oriae nostrae subvenire potuerunt.

M araldus clericus et m edicus, A bbas S . M ariae de D om no (fi. an. 1050), A lfa n u s S a lern ita niis A rchiepiscopus (fi. an. 1050), d o ttis sim o nella mus ica, nella gram m atica, nella p o e s i a e nella medicina. D auferio della fam iglia dei principi di Benevento , poi A bbate di M o n tecassin o sotto il n om e di D esiderio, q uin di p a p a sotto quello di Vittore III, caduto in uno stato di es a u r im e n to p e r le gravi privazio ni im postesi con la s e v e r a vita m onastica, a n d ò a S a le r n o per cu rarsi, c o n su lta n d o forse Alfano col q u a le si legò in g ra n d e am iciz ia. Molto p re s u m ib ilm e n te , m onaco a M ontecassino, in sod d isfatto della c u ra del s a n i ta ri o del suo cenobio, si s a r à re cato a S ale rno per farsi c u r a r e d a un altro medico, e se r c ita n te in un altro g r a n d e m o n a s te ro dello s t e s s o ord ine. Alfano fu il buon genio is p ira t o re di R o b erto G u iscard o . Si vuole fo sse di fa

miglia s a le rn ita n a , ma si p o tr e b b e s o s p e tta r e fo s se ro stati lui o il suo cap o stip ite nativi di Pie d i m o n t e d Allife, quindi Allifanus e p e r c o n tr a z io n e Alfanus.

P etrus notarius et m edicus (fi. an. 1086) il q u ale molto fa cilm ente è VAbbas de curia degli scrittori salernitani c o n te m p o ra n e i ed a u to r e dei p r e p a r a ti ter ap eu tici D iarrhodon Abbatis, Ele ctuarium D ucis e la Hierapicra. P o t r e b b e p e r ò anche e s s e re l a u to r e del Curae Petroncelli del- l’A m b ro s ia n a di M ilano. P e rò q u e s t ultimo p referirei fosse quello citato nel necro lo g io della catte d ra le di S alerno. D a ultim o a b b ia m o un A lfa n u s filiu s A rechis (fi. an. 1078) e p a d r e di un Sergius a n c h es so chierico e medico.

A cavallo di q u e s t o secolo e del XII0 p e r d ottrina, ma a p p a r t e n e n te a ll XI0 gia cché mori nel 1087, tr o v ia m o il b e n e d e t tin o Costantino l africano m onaco p ri m a a S. A gata d A v e rs a e quindi a M ontecassin o , cele bre per av er d a te le prim e tr a d u z io n i dei c o m p ila to ri ara bi. Egli non fu un allie vo della scu o la s a le rn ita n a , ma le sue tr a d u z io n i f o r n iro n o il p ri m o pabulum di quella m edicin a a r a b a il cui g ra v e bagaglio si p o rtò p e r tr e buoni secoli c onsecutiv i, se si eccettui la chirurg ia , alla qu a le l ara b i s m o fece re a l m e n t e fa re dei p r o g r e s s i .

Nel sec. XI0 v ediam o s o r g e re in S a le r n o i c apostip iti di due famiglie laiche, che esercitan o la m edicina di pa d re in figlio, ed il cui s p l e n d o r e fu nel secolo s e g u e n t e ; la fam ig lia cioè dei P la t e a li e quella dei C ofo n i; benché il passo citato d a Cofo ne il g io v a n e nel su o de arte me dendi ci p o tr e b b e far su p p o r r e e ss ere stato il cap o stip ite di q u e s t a fam ig lia un ecclesias tico (ex Cophonis ore, eiusque et sociorum scriptis). E anche in q u e sto secolo che v ed iam o fiorire le m ulieres salernitanae con Trocta, che De Renzi chiam a De Ruggiero, alla loro testa. E ran o q u este m ed ich esse od o s t e tr i c h e ? Io p ro p e n d o m a g g i o rm e n te ad attrib u ir loro q u e s t ultima pro f e ssio n e e q u e lla d in fermiere.

Da molti fatti p o s s ia m o in m a s s im a rite n e r p e r vero ch e le d o n n e fos sero cura te dalle donne, oltre p e r tu tto quello che r i g u a rd a v a l’ostetricia , a n ch e p e r quello che ri g u a rd a v a la ginecologia. Riporto due soli fatti: quello citato nel De m ulierum passionibus, com pila zione dei precetti di T ro c ta fa tta nel sec. XIII d a un med ico sa le rn ita n o . P e r una d o n n a ch e soffri­ va d un male d iag n o s ticato ernia, fu c h ia m a ta q u e sta o s t e tri c a : Trotula vocata fu it q u a si m a g is tra operis p erch è la op e ra s se . Essa, o s s e rv a ta l’in ferm a e fattase la c o n d u rr e in casa, venne

(1) De Re n z i S t. d o c. se. m ed . S ai. p a g . 1G2 e s e g g .­ ­ ­ ­ ­ ­ ’ -’ ’ ’ ’ ’ ’ -’ ’ ’ ­

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nenella conclusione non trattarsi di ern ia ma di altro male e c o n v en ie n tem en te la guarì fa fatto ce lo fornisce C ostantino l’afr ic ano nel suo P antegni, al cap. LVII, quan d o as ascessi intravaginali: Cum nascitur apostem a in vulva s i tale fu e r it quod cum fe r r o ntnecesse est penitus i n c i d i ... lune obstetrix a latere destro m olles fa c ta s in f u ficis cum arco fa cto in m odum scilicet (e dà la figura) u t vulva p a ten s sit, quo intro p o ss it

ai alia mulier hoc artificium teneat ne claudatur, et o b stetrix unctis d ig itis oleo violato int sisagaciter inquirat, et apostem ate invento in m olliori loco apostem atis flebothom um inter duos di g gitos infigat et pungat, et circum pressis digitis omnem putredinem extrahat.

Donne infermiere e siste v a n o in Sale rno fin d antico. Benché scritto e miniato un secolo d dopo, il Carmen ad honorem A u g u sti di P ietro da Eboli della b ib lio teca civica di Berna, nella n miniatura ove è raffigurato il Conte Riccardo d A c erra fer ito sulle m ura di una città che di f fendeva, e nell’altra che r a p p r e s e n ta la morte di Gugliel mo II, ce ne dà una pro v a non dubbia . F Nella prima il medico ce rc a di e s trarre il d a rd o che ha p rodotto una ferita tr a sfo s sa delle guan c eie e due infermiere p o rta n o i m edicinali e la m e d ic a tu r a (V edi Tav. II), nell altra u n inferm iera \ vicino al Ietto del re morente , ce rc a dim in uire l aria cald a della sala a g itan d o un flabello. Nel s secolo XII le cose cam biano e m entre il nu m e r o dei laici che si dan n o alla m edicina a u m en ta ( e diminuisce quello degli ecclesiastici, pian pia no vedia m o s o r g e re una c o rp o r a z io n e di medici i una Schola medicorum o universitas con i p ro p r i statu ti ed il p ro p r io ca po P raepositus, Praeses. Essi si danno a ll in s eg n am en to a p agam e nto, p re n d e n d o anche a fitto le catte d re dagli insegnanti ecclesias tici; tanto ch e p a p a Innocenzo 11 nel Concilio di Londra del 1138 proibì questa abitudine : Saneim us praeterea ut s i m a g istri scholarum aliis scholas suas locaverint legen das prò praetio ecclesiasticae vindictae subjaceant. La scuola comincia a ri lasciare i suoi d i plomi dopo gli esami, che v e nivano fatti o nella catted rale di S. M atte o, dove si es e g u i v a la funzione del conferim en to d e lla laurea, o nella chie sett a di S. P ie tro ad Curtim o nella c a p pella di S. Caterina, pro tettrice generale degli studi, nel portic o della cattedra le.

Su trenta nomi di medici citati dal De Renzi in q u esto secolo, so lam en te sette sono di ec­ clesiastici. Come si vede bene le parti so n o in ver tite. Essi so no L andulfus m edicus et clericus (fi. an. 1105), Jaquintus m edicus, et clericus (fi. an. 1105), D auferius archidiaconus S. M ariae et medicus (fi. an. 1124), Sergius clericus et m edicus (fi. an. 1124) figlio di Alfano III, R om ualdus diaconus et medicus (fi. an. 1150), Joahannes clericus et m edicus, R om ualdus Guarna Archiepi scopus (fi. an. 1170); A questi nomi io p o ss o agg iu n g ern e qualche altro ricavato daM O bituario del Liber Confratrum della catte d ra le di Saler no. O pin ere i poi che anche il M agister Urso fosse stato m onaco; giacche P ie tro d a Eboli nel Carmen ad honorem A u g u sti così di lui dice:

E gregius D octor et vir piet atis amicus E xp licu it causas talibus Urso mihi.

ed inoltre nel m anoscritto di B erna di q u esto po em a, nella m in iatu ra in cui è raffigurato q u e sto maestro mentre spiega ad un d is cepolo la te oria degli aborti, ess o sta seduto in catted ra con un libro nella destra , s e m b ra v estito di abito m onastico e porta il zu cchetto p e r ricoprir e la tonsura. Il discepolo, a cui spiega, ha tunica succinta ed uno speciale b e rr e tt o sul capo a lunga coda, forse caratteristico degli studenti di quel tempo. (V edi Tavola nel fro n te sp izio ). Con tutto ciò la sproporzione resta manifesta. C om e ab b ia m o già detto la causa che contribuì all in versio ne delle parti ed al consecutiv o a b b a n d o n o della m edicina da p arte degli ecclesiastici, fu la p ro i bizione fatta ad essi di e s e r c it a re q u e s t arte in div ersi concili del secolo, che stim o utile richiamare per ord in e cro nologic o (‘).

Anno 1131. Concilio di Reims (sotto Innocenzo II0). C anone VI. N e m onachi aut regulares canonici leges tem porales aut m edicinam lucri causa discant.

Anno 1138. Concilio di Londra (sotto Innocenzo 11 ) Saneim us praeterea u t s i m a g istri scho larum aliis scholas suas locaverint legendas p rò praetio, ecclesiasticae vindictae subjaceant.

Anno 1130. Concilio L ate r a n e n se (sotto In nocenzo 11 ) Canone IX. In esso si replic a la stessa proibizione fatta nel canone VI del Concilio di Reims ma vie ne to lta la cla usola lucri causa.

(1) Q. Do m e n i c o M A N S I : S acrorum co n cilio ru m n o v a et a m p lissim a c o lle c tio , ad annum in V oli. XX, XXI, XXII. V e nezia, Z atta 1773. -’ ’ ­ ' -’ ’ ’ " ’ ° ­ ­ ­ -’ ­ ’ ­ ’ ° ­ ° ­

(20)

Anno 1162. Concilio di M o n tp ellier (sotto A le ss a n d ro Ili0). N e quis canonicus regularis, au t alius religiosus ad seculares leges vel p h ysica m legendas accedat.

Anno 1163. Concilio di T o u r s (sotto A less an d ro III0) canone Vili. Ut religiosis secularia studia vitent. Altri ri p o rta n o q u e s t altro tito lo : N e regulares a d perdiscendam p h ysica m et m un datias leges p erm itta n tu r exire.

Anno 1195. Concilio di M o n tp ellier (sotto C elestin o III ). R innova in giunzio ni fatte nei c o n cili di M o n tp e llie r e T o u r s sotto A le s s a n d ro III0.

Anno 1212. Concilio di Parigi (s otto In nocenzo III0). P a r t e li, C an o n e XX. U t regulares qui extra claustra iurisprudentiae et m edicinae dant operam n isi infra duos m enses redeant, sin t ex com unicati.

Nel secolo XIII l’eserciz io pub b lico della m ed icin a p e r p a r t e degli ecclesiastici regolari e r a ter m in ato e so la m e n te r im a n e v a e se r c ita to da alcuni canonic i e ch ierici secolari, fra i quali era a u m e n ta to in gran p r o p o r z io n e anche in co n s e g u e n z a della p r o ib iz io n e fatta ne ai regolari. Ben presto p e rò i papi p ro i b iro n o a n ch e q u e s t o , sp ecie l e s ercizio della ch irurg ia . Le p e n e canonic he d a infliggersi ai t r a s g re s s o ri fu rono co m m in ate sotto Innocenzo III0 nel Concilio L ateran en se del 1215 dove si proibì l eserciz io della c h ir u r g ia : N u llu s quoque clericus rottariis aut balistariis, au t huius m odi viris sanguinum p rep o n a tu r, nec illam chirurgiae p artem subdiaconus, diaconus, vel sacerdos exerceant, quae a d ustionem vel incisionem i n d u c i t ... Unde in curiis p rin cip iu m haec sollecitudo non clericis, sed laicis c o m m itta tu r.

O norio III (1216 1227) pro ibì q u a lu n q u e p ra tic a m e d ic a a d om nes clericos dignitate aliqua p ra ed ito s. Da ultimo Bonifacio VIII nel s inodo d io c e s a n o E rb i p o l e n s e (W u r z b u r g ) del 1298 ri chiam a la p ro ib izio n e d e ll eserciz io della c h ir u rg ia al can o n e V. La c o r p o r a z io n e dei medici so r ta in S ale rno fo rse nel secolo XII, si allargò nel secolo XIII; ri m a n e n d o s e m p re l’in s e g n a

mento o p e r a p ri v a ta dei maes tri, la Schola e s s e n d o c o r p o r a z io n e od a s s o c ia z i o n e di m utuo so cco rso fra medici. E s s a av rà c e rt a m e n t e a v u to i suoi capitolar i, o r a s c o m p a rsi, con l’obbligo a tutti gli esercen ti di in scriv ervisi p en a l is olam ento in m a n c a n z a d in scrizione. P e r i c a p it o lari scom parsi p o s s ia m o s u p p lire con alcuni altri esistenti a n c o r a d elle vecchie c o rp o r a z io n i. P e r ese m p io i capitoli VI-V II d e ll a rt e dei b a rb ie ri di V enezia del 1270 d ic o n o : Item s i quis forinsecus uti voluerit dieta arte in V e n e c ii s ... eis debere nunciare u t intret in schola dictae artis.

Item s i vero in dieta Schola intrare recusaverit inibem us om nibus de dieta arte ip si consci lium dare non debeat. ( ])

M a f o n d a t a d a Federico II0 l’U n iv ers ità di Napoli, q uesti in tese il b is ogno di d is c ip lin a re gli studi m edici fuori di ess a. Stabilì quin di a n ch e p e r S aler n o il m e to d o degli studi d e lla m e d i cina e q u a n to qu esti d o v e s s e r o d u r a r e e quali esam i i giovan i d o v e s s e ro s u p e r a r e p rim a di e s s e r e riconosc iu ti idonei a ll esercizio e r i c e v e re il visto d e ll esercizio stesso d e ll ufficio della curia im periale . C arlo I d Angiò c oncentrò su Napoli tutti i suoi privilegi. Chi v o le v a e s e r c i t a r m edicin a d o v e v a o tt e n e re le patenti reali d eserciz io. Con ciò l a u to r ità di S a le r n o venne ad e ss e re molto dim inuita e d allo ra cominciò un p e rio d o di s o r d a rivalità fra quella scuola e l U n iv e rs ità di Napoli. C e rta m e n te gli statu ti antichi della Schola d e b b o n o e s s e re stati di sp e r si q u a n d o S alerno nel sec. XV fu d a ta in fe udo alla fam ig lia C olo nna, poi agli O rsini e finalmente ai San sev erin o . Ma il De Renzi ha tr o v a to nel g r a n d e archivio di Napoli gli s t a tuti del collegio del te m p o degli A ra gonesi, ch e d e b b o n o e ss e re un tr a s u n to degli antichi. (P er i diplom i di laurea dello studio di Salerno vedi Tavole IH, IV, V).

Una vexata quaestio è st a ta quella della se d e d e lla Schola. Da ciò che ab b ia m o a n te c e d e n te m en te riferito chia ro risulta, che n e ll ep o c a m o n as tica e d e ll i n s e g n a m e n t o nelle sedi v e s c o vili non vi p o s s a e ss e re stato un fabbric ato sp eciale p e r l in s e g n a m e n to della m edicin a, che era im partito tanto nei m onaste ri o nella s e d e vescovile, q u an to nella cattedrale. Più ta rdi, c o m in ciato l’in s eg n am en to laicale, a n c h esso d o v e tt e e s s e re p r e s s o le case degli insegnanti. Alcune d is p u te p o tr a n n o e ss e re state fatte sia nella catte d ra le che in q u a lc h e c a p p e l la privata, com e

(1) G. B. Mo n t i c o l o: I ca p ito la ri d elle arti v e n e z ia n e a cu ra d i; n e lle F o n ti d e lla S to r ia d I ta li a R om a 1896 v o i. 1 p a g . 267 e s e g g . -" ­ ­ ’ ’ -’ ­ ’ ’ ­ ’ -­ ’ ’ ’ ’ ­ ’ ’ ’ ’ ­ ­ -­ ’ ’ ­ ’ ­ ’ °

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