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Guarda Il legame tra lo spazio e l’individuo in Petrarca e Leopardi

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Academic year: 2021

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ITALIANISTICA

D EBRECEN IEN SIS

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----ITALIANISTICA

DEBRECENIENSIS

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----r iv is ta u ffic ia le d el D ip a ----rtim e n to di Ita lia n is tic a d e ll’U n iv e rs ità di D e b re c e n

De b r e c e n

(3)

Italianistica D ebreceniensis

rivista ufficiale del D ipartim ento di Italianistica d ell’U niversità di D ebrecen officiai journ al of thè Italian Studies D epartm ent of thè U niversity of D ebrecen

Direttori:

Làszló Pete, Paolo Orrù

C om itato redazionale / E ditorial Board:

B arbara B laskó, Zsigm ond Lakó, Imre M adaràsz, Istvàn Puskàs, O rsolya Szàraz

Com itato scientifico / Committee:

A ndrea Carteny (U niversità degli Studi di R om a “La Sapienza”) Vera Gheno (U niversità degli Studi di F irenze/A ccadem ia della Crusca)

A ndrea Manganarci (U niversità di Catania) E lena Pirvu (U niversitatea din Craiova) D agm ar R eichardt (Latvijas K ulturas A kadem ija) P éter Sàrkòzy (U niversità degli Studi di R om a “L a Sapienza”)

A ntonio Sciacovelli (Turun yliopisto) M aurizio Trifone (U niversità degli Studi di Cagliari)

Ineke V edder (U niversiteit van A m sterdam ) Franco Zangrilli (The C ity U niversity of N ew York)

Italianistica Debreceniensis is a peer-review ed journal. It appears yearly and publishes articles and reviews in Italian and English. A rticles subm itted for publication in thè journal should be sent by e-m ail attachm ent (as a Word document) to one of thè Editors: Paolo Orrù

(paolo.orru@ arts.unideb.hu), Làszló Pete (pete.laszlo@ arts.unideb.hu).

Italianistica Debreceniensis si avvale della valutazione peer-review. Ha cadenza annuale e pubblica articoli in Italiano e Inglese. Le proposte di contributo per la pubblicazione possono essere inviate

per e-mail (in un file Word) a uno dei due direttori: Paolo Orrù (paolo.orru@ arts.unideb.hu), Làszló Pete (pete.laszlo@ arts.unideb.hu).

Books for review should be sent at thè following address / I libri da recensire possono essere spediti a ll’indirizzo: D ebreceni Egyetem, Olasz Tanszék, 4002 Debrecen, Pf. 400.

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Indice

A rticoli - A rticles

T a n c r e d i A r t i c o : D anese C ataneo, «felicissim o spirito» nelle carte tassiane. 1,’ Am or di M arfisa e la G erusalem m e lib e ra ta ...8

A d e l e B a r d a z z i : «O ccasioni» e «m om ents of being»: il m odernism o

di M o n ta le ...21

J u l i a D a b a s i : Il legam e tra lo spazio e l ’individuo in P etrarca e L e o p a rd i 38

E l i s a D e l l a M e a : M arano: una fortezza contesa. La crisi dei rapporti politico­ diplom atici tra le principali potenze europee a seguito del colpo di m ano su M ara­ no del 1542 ... 46

M a r c o G ia n i: «Donna, che fosti tra le donne un Sole»: sui tentativi poetici giova­ nili di Paolo P aruta (m età X V I s e c .) ... 60

E l e o n o r a M a m u s a : The exaltation of Italian national identity in M atteo R en zi’s d isc o u rse ... 74

N o é m i Ó t o t t : «Siete voi qui, ser B runetto?». I volti di B runetto Latini: rappresen­ tazione e au to rap p resen tazio n e... 96

D ie g o S t e f a n e l l i : A ppunti sulla stilistica (italiana) di Làszló G à ld i...108

F r a n c o Z a n g r i l l i : M ax Gobbo e la riscrittura fantastica di un periodo

rinascim e n ta le ...122

R ecen sioni - B ook review s

D a g m a r R e i c h a r d t e C a r m e l a D ’A n g e l o , M oda made in Italy. Il linguaggio della moda e del costum e italiano, Firenze, Franco Cesati, 2016 (Luigi S a itta ) 132

F r a n c o Z a n g r i l l i , Il piacere di raccontare. P avese dentro il fantastico p o stm o der­ no, P alerm o, D ario Flaccovio Editore, 2017 (Biagio C o c o ) ...137

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38 It a l i a n i s t i c a De b r e c e n i e n s i s X X I I I .

Il legame tra lo spazio e l’individuo

in Petrarca e Leopardi

d i Ju l ia Da b a s i

A bstract: The interdisciplinary approach in history makes it possible to widen resear- chers’ perspectives. Italian literature is one medium in which we can reflect thè rela- tionship between geography, identity and imagination. John Agnew’s idea that ‘Place is a meaningful site that combines location, locale and sense of place’ conveys thè main aspect of a ‘meaningful location’ and gives us a framework within which we can rethink space and place through Italian literature. In my research, I intend to examine thè connec- tions between identity and landscape, how experiences form thè view of thè environment through Giacomo Leopardi’s Infinity (1819) and Francis Petrarch’s letter of 26, Aprii, 1336 in which he describes a vision about his ascent up Mount Ventoux. My main aim is to present how thè impressiveness of nature becomes visible through thè experiences of Leopardi and Petrarch, which is part of their existence. The mountain and thè sea are key elements of these texts. The two places chosen and described by thè poets have different significance: while Petrarch considered that thè Mount Ventoux is thè place of spiritual fulfilment, for Leopardi thè hill of Recanati meant an isolated place where he could let his imagination roam free. All in all, this research offers new perspective to discover rela- tionship between Italian literature and other disciplines in orderto answer other, complex theoretical questions. I examined thè topic from an interdisciplinary view to highlight thè ways in which history, geography and literature can be linked.

1. In trod u zione

L’approccio in terdisciplinare di Fernand B raudel alla storiografìa offre una nuova prospettiva per approfondire nel suo contesto più am pio l’argom ento che intendo sviluppare in questo contributo circa il rapporto tra spazio e individuo. B raudel ha sottolineato l’im p o rtan za di coinvolgere nella ricerca più am biti scientifici (geo­ grafìa, storia, economia); secondo la sua teoria, p er l’an alisi dei processi lun gh i e com plessi non c ’è bisogno di lim iti tem porali e spaziali (long duréé), r im arcando che la geografìa e la topografìa hanno un ruolo decisivo p er com prendere l’in terre­ lazione tra processi politici, econom ici e sociali.1 Secondo John A gnew lo spazio è u n ’un ità significativa form ata d alla posizione geografica, d alla funzione del luogo e d alla percezione um an a.2 Q uesta concezione consente di ripensare il legam e tra lo spazio e l’individuo.

1 F. Braudel e S. Reynolds, The M editerranean and thè M editerranean World in thè A g e o f Philip II, London, Fontana, 1975.

2 Cfr. T. Cresswell, Place, in International Encyclopedia o f H um an G eography, a cura di N. Thrift e R. Kitchin, voi. 8, O xford, Elsevier, 2009, p. 7.

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Jù l i a Da b a s i: Ill e g a m et r al os p a z i oel’i n d i v i d u oi n Pe t r a r c ae Le o p a r d i 39

Lo scopo prim ario della m ia ricerca è quello di m ostrare come lo spazio e l’i­ dentità siano rappresentati in due tra i m assim i esponenti della letteratura italiana, P etrarca e L eopardi. Intendo presentare il m io argom ento nel m odo più ampio possibile, tenendo conto d ell’approccio di altre discipline. N el m io studio prende­ rò in esam e la lettera di Francesco P etrarca (1304-1374) a D ionigi di Borgo San Sepolcro (c. 1300-1342), frate agostiniano (26 aprile 1336), e l’idillio di Giacomo L eopardi (1798-1837) L ’infinito (1819).

N ella sua lettera F rancesco P etrarca h a descritto la bellezza del paesaggio e trattato le questioni d ell’esistenza um ana, della spiritu alità cristian a e di quella um anista. Il poeta voleva ascendere al M ont V entoux (M onte Ventoso) e quindi chiese a suo fratello G herardo di accom pagnarlo n ella scalata di questa altura di 2000 m etri. D al suo am ico D ionigi di Borgo San Sepolcro aveva ricevuto u na co­ pia delle Confessioni di S ant’A gostino (354-430), che portò con sé sulla cim a della m ontagna. Lassù, godendo lo spettacolo e leggendo i pensieri di S an t’A gostino, rifletté sulla sim ilarità tra il desiderio di salire su lla v etta di u n a m ontagna e la voglia di avvicin arsi a Dio.

La vita che noi chiam iamo beata è posta in alto; e stretto, come dicono, è il sen­ tiero che vi conduce. In mezzo sorgono molti colli, e noi dobbiamo procedere con nobile incesso di virtù in virtù; sulla cim a è il fine estremo e il term ine della via, meta del nostro viaggio.3

L’esperienza d ell’ascensione al M ont V entoux e la v ista del panoram a influenzano spiritualm ente il poeta, dando al tem po stesso un senso sacrale al luogo. N ella lettera vale la pena di esam inare il rapporto tra il paesaggio e il poeta, e il m odo in cui i pensieri di P etrarca sono condizionati dalla natura. Tuttavia, sia pure da un altro punto di vista, quest’esperienza spirituale fo rnita d alla natu ra o dallo spazio è stata descritta anche da Giacom o L eopardi n ella sua celeberrim a lirica L ’infinito.

L eopardi nacque a R ecanati, nella regione delle M arche, e v i trascorse la m ag­ gior parte della sua vita. La sua città natale fece parte per m olte generazioni dei p ossedim enti della nobile fam ig lia a cui il po eta apparteneva. In questo territo ­ rio si tro v a una collina con un panoram a straordinario sul m are A driatico e sui dintorni: L eopardi am ava re carv isi p er m editare e n ell’Infinito ci rivela come su questa altura si estendesse un a siepe che escludeva la v ista sul m are. L’im m agine di questa siepe sim boleggia un confine non solo naturale tra il poeta e il m are m a anche m entale tra la realtà e l ’im m aginazione. I sim boli fondam entali del com po­ nim ento poetico sono la collina, scelta dal p oeta p er ritirarsi dal m ondo, e la siepe,

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40 It a l i a n i s t i c a De b r e c e n i e n s i s X X I I I .

che im pedisce allo sguardo di spaziare sul m are infinito, consentendo a L eopardi di abbandonarsi ai sui pensieri senza lim iti tem po rali e spaziali.

2. R icon sid erazion e del concetto dello spazio

Il legam e tra lo spazio e la società è stato am piam ente discusso da H enri Lefebvre (1901-1991) filosofo e sociologo francese. H a esam inato il ruolo dello spazio ri­ spetto alla società enfatizzando il fatto che lo spazio è decisivo quanto il tem po nei processi sociali. Lefebvre sostiene, inoltre, che la v icin an z a spaziale è in d i­ spensabile p er il funzionam ento della società e per i rapporti sociali, e in ta l m odo definisce e form a la stru ttu ra sociale.4 M ichel de C ertau (1925-1986) h a accen­ tuato il ruolo d ell’individuo nella società: secondo la sua teoria lo spazio sarebbe un m edium specifico al quale le esperienze vissute d ell’uom o conferiscono un significato aggiuntivo.5 Varie scienze condividono l’ipotesi secondo cui il sistem a spaziale delle funzioni elem entari della società è influenzato dalle teorie e della caratterizzazione culturale d ell’azione um ana.6

N ella geografia sociale si è afferm ata una nuova tendenza che m ira a esam in a­ re il rapporto tra la società e lo spazio. Secondo questa corrente di studi lo spazio non può essere analizzato com e un elem ento avulso dal suo contesto, m a deve essere studiato insiem e alla società e alla cultu ra come pure i ricordi e i sentim enti personali che lo form ano. Il geografo britannico Tim C ressw ell h a osservato che allo spazio si associano due significati: un senso personale che si collega alla v ita d ell’individuo (come l ’edificio della prim a scuola o il luogo del prim o posto di lavoro) e un senso sociale (come il palazzo di V ersailles, che è stato la residenza dei sovran i francesi e in seguito la sede della firm a dei trattati di pace alla fine della prim a guerra m ondiale).7 Se applichiam o l’argom ento di C ressw ell a ll’In/z-

nito, v i troviam o entram bi i significati: p er quanto rigu arda i ricordi p erson ali che

distinguono questa collina dalle altre a R ecanati «Sem pre caro m i fu q uest’ermo colle,/ e questa siepe, che da tan ta p arte / d ell’ultim o orizzonte il guardo esclude»8 e il significato sociale, tanto che la collina è diventata un sito di culto frequentato dai tan ti tu risti e nom inato Colle d ell’Infinito in onore di L eopardi.

R iguardo alla geografia, Lajos B oros h a rilevato la necessità di non lim itare il suo am bito scientifico ai paesi n atu rali o culturali perché l’idea del paesaggio deve essere studiata in un contesto più esteso, pertanto anche il paesaggio costruito

4 Cfr. H. Lefebvre, The P roduction o f Space, O xford, Basii Blackwell, 1991, p. 26.

5 M. De Certeau, The Practice o fE v e ry d a y Life, Berkeley, Calif., London, U niversity of California Press, 1984. 6 Cfr. L. Boros, A m uvészeti alkotósok fòldrajzi vizsgalatanak néhany elm életi kérdése, in A tarsadalm i fòldrajz vilagai, a cura di Cs. Kovàcs e V. Pài, Szeged, SZTE Gazdasàg- és Tàrsadalom fòldrajz Tanszék, 2007, p. 2. 7 Cfr. T. Cresswell, Place, pp. 170-172.

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Jù l i a Da b a s i: Ill e g a m et r al os p a z i oel’i n d i v i d u oi n Pe t r a r c ae Le o p a r d i 41

per v ia concettuale deve essere coinvolto nella ricerca geografica. Tale spazio è ad esempio quello presentato nella pittura e nelle diverse opere artistiche o nella letteratura, ed è destinato a trasm ettere la concezione che l’artista ha del paesag­ gio, del luogo e dello spazio.9 Y i Fu Tuan ha afferm ato che questi p aesaggi figurati possono essere considerati com e fonti secondarie, poiché g li scrittori, gli a rtisti e i poeti, tram andano al pubblico la proprie visione personale tram ite la raffigura­ zione, influenzando indirettam ente la conoscenza della geografia del pubblico e la m en talità sociale.10

L a geocritica in am bito letterario form ula i suoi principi scientifici in m aniera sim ile. Secondo qu est’idea la letteratura deve essere studiata insiem e ad altre di­ scipline come geografia, filosofia e arch itettu ra con lo scopo prim ario di rivelare il legam e tra letteratura e gli spazi definiti dai sentim enti p erson ali m a senza l’a­ n alisi d ella descrizione realistica dei luoghi.11

3. Lo spazio e la letteratura

La m entalità di una nazione è definita dalle caratteristiche geografiche di un te r­ ritorio preciso. P er gli abitanti della penisola italian a le m ontagne, così come l’infin ita distesa del m are, hanno costituito senza dubbio un fattore determ inante che h a influito anche sulle arti e sulla letteratura. N onostante l’Italia sia ricca di riliev i m ontuosi, la figura della m ontagna è stata u sata meno di quella del m are. Il m otivo di questa tendenza è forse che le città culturalm ente significative come F irenze, R om a, V enezia e N apoli si trovano accanto al m are e così si è pensato er­ roneam ente che nessuna civiltà storica potesse avere origine dalle m ontagne. Già n ella letteratura greca antica, che ebbe grande influsso su quella italiana, il m are era u n ’im m agine centrale (basti pensare ai poem i om erici), e così è diventato un sim bolo fondam entale nella letteratura, m entre ad esso nel R om anticism o si è p re­ ferita la figura letteraria della m ontagna. Il m are rappresenta l’elem ento essenziale d ell’esistenza um ana e la m ontagna indica il m ondo intatto, lontano d alla civiltà u rb ana.12 N ella letteratura italia n a vale la pena di esam inare la tem atica di questi due sim boli in cui si m anifesta la com plessità dello spirito um ano.13

9 Cfr. L. Boros, A m uvészeti alkotósok fòldrajzi vizsgalatanak néhany elm életi kérdése, pp. 79-88.

10 Yi-Fu Tuan, Literature, Experience and Environm ental Know ing, in Environm ental Knowing: Theories, R ese­ arch and M ethods, a cura di G. T M oore e R. G. Golledge, Stroudsburg, Dowden, H utchinson & Ross, 1976, pp. 260-272.

11 E. Harm ath, A. M akine, E gy kisebbségi irò geopoétikaja, D oktori D isszertàció, Szegedi Tudomànyegyetem , 2011, cit. p. 5.

12 Cfr. F. Brevini, M ontagne in letteratura, in C A I 150:1863-2013: il libro, a cura di A. A udisio, A. Pastore, voi. 1, Torino, M useo Nazionale della M ontagna “D uca degli A bruzzi”, 2013, p. 178.

13 L a m ontagna come sim bolo è presente già nella m itologia greca, gli dei greci risiedono sulle alture d ell’Olimpo, del Parnasso e d ell’Elicona. Nello stesso tem po h a avuto un ruolo centrale in varie religioni come l ’Islam, il

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cri-42 It a l i a n i s t i c a De b r e c e n i e n s i s X X I I I .

Zoltàn Frenyó h a definito P etrarca la figura em blem atica di un nuovo rapporto con la natura: nella lettera di P etrarca si possono rintracciare pensieri um anistici, cristian i e anche m oderni. L’elem ento centrale della lettera (26 aprile, 1336) è la m ontagna, discussa da due punti di vista. D a un lato il poeta loda la bellezza vera e visibile della natura, da un altro lato discute il significato spirituale d ell’altezza.14 Q uando arrivò in cim a alla m ontagna P etrarca restò im pressionato d alla v ista ec­ cezionale e d alla b ellezza del paesaggio: «D apprim a io rim asi com e istupidito da quell’aria insolitam ente leggera e da quel vasto spettacolo».15A nziché dilungarsi nella descrizione del luogo il poeta si concentra su ll’esperienza spirituale. Sotto questo aspetto la lettera attinge alla tradizione cristiana: se da un a parte P etrarca am m ira il M onte Ventoso come un m iracolo della C reazione, che m erita rispetto p er la sua im ponenza e la sua resistenza alle avversità del tem po; d a ll’altra, v i vede il luogo d ell’incontro con D io.16E gli ha portato con sé il volum e delle C onfessioni di San A gostino e in cim a al m onte lo apre e legge il seguente passaggio: «e vanno gli uom ini a contem plare le cim e dei m onti, i v asti flutti del m are, le am pie corren ­

stianesim o e il giudaism o. L’im m agine d ell’altura ha segnato la transizione d all’A ntico al N uovo Testamento, dal m ondo regolato dalle leggi divine all’universo della rem issione dei peccati. N ella Bibbia ci sono undici epi­ sodi im portanti in cui la m ontagna ha un ruolo decisivo: il M onte A rarat in relazione a Noè e al diluvio; il M oriah al quale A bram o portò suo figlio Isacco; il Sinai e il Nebo dove M osè ricevette le tavole delle leggi e dove morì; il Carm elo legato al profeta Elia, Sion; la collina di Davide e G erusalem m e; il monte delle Beatitudini accanto al lago di Tiberiade, luogo del discorso della M ontagna; H erm on dove Pietro riceve le chiavi della Chiesa; Tabor e il Calvario sono i siti della Trasfigurazione e della crocifissione di Cristo e alle fine il monte degli Ulivi. Più tardi la m ontagna è stata usata frequentem ente com e figura letteraria. N ella D ivina Comm edia (1313-1321) di Dante A lighieri (1265-1321) l ’inferno è stato descritto com e un monte cavo capovolto e il purgatorio è stato illustrato com e u n ’altura a sette balze. Tommaso C am panella (1568-1639) nel 1602 nel suo capolavoro utopistico, La città del Sole, h a offerto u n ’im m agine sim ile al purgatorio dantesco. Senza dubbio l ’atteggiam ento nei confronti della m ontagna è cam biato a seconda delle epoche: mentre l ’uom o del M edioevo associava un significato sacrale ai m onti, nella m odernità la v etta è considerata com e un punto da conquistare. Nel mondo scientifico questo elem ento geografico è diventato una figura chiave. Le prim e opere scientifiche su questo tem a sono nate nel Ri- nascim ento come il D e A lp in a R haetia di A lgidius Tschudi (1538) e Vallesiae descriptionis libri duo et deA lpibus com m entarius (1574) di Josias Simler. Dal punto di vista della storia naturale lo studio della flora e fauna m ontane è com inciato a quei tempi. K onrad von G esner l ’h a affrontato parecchie volte, scrivendo brevi note osservative su anim ali e vegetali pubblicate nel suo libro di R eisen in den Bergen nel 1541. C ertam ente questi lavori mescolano le idee m edievali con le nuove teorie scientifiche risultando in u n ’analisi confusa. Con l ’evoluzione del mondo scientifico e il progresso tecnologico, l ’atteggiam ento nei confronti della natura subisce un mutam ento. Nel Senti­ m entalism o la natura è caricata di valori educativi. Jean Jacques Rousseau, esponente di quest’idea, h a sottolineato il ruolo delle leggi naturali che influenzano la vita e la m oralità degli uom ini. (G iulia e la Nuova Eloisa, 1761) Al- brecht von H aller nel suo poem a D ie A lpen (1729) h a descritto le virtù e le occupazioni delle com unità montanare e il loro mondo incontam inato dalla civiltà urbana. Nel Rom anticism o la m ontagna acquista un nuovo significato distaccato dalla tradizione cristiana in cui dom ina il legam e tra l ’uom o e Dio, in questo periodo il rapporto tra l ’uom o e la natura è stato evidenziato. In: A. Pascale, I sim boli della m ontagna, 2016.

14 Cfr. Z. Frenyó, Korfordulón, p. 28. 15 F. Petrarca, Lettere Fam iliari, IV, I

16 Cfr. M. Battistini, L. Im pelluso, Il libro dei simboli. Scoprire il significato delle opere d'arte, Electa, 2012, p. 135.

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Jù l i a Da b a s i: Ill e g a m et r al os p a z i oel’i n d i v i d u oi n Pe t r a r c ae Le o p a r d i 43

ti dei fium i, l’im m ensità d ell’oceano, il corso degli astri e trascurano sé stessi».17 Dopo aver letto questo fram m ento e godendo il panoram a P etrarca si pone delle questioni su ll’esistenza um ana. La bellezza d ell’am biente diventa relativa rispetto alla com plessità dello spirito um ano. Y am agishi scrive che il paesaggio è ciò che spinge l ’individuo a ll’introspezione e a una conoscenza più profonda di sé stesso.18 P etrarca riporta u n ’esperienza sim ile: n ell’am m irare il paesaggio si rende conto di quali siano i veri valori nella sua v ita e perciò vuole purificare la sua m ente da ogni pensiero inutile p er potersi concentrarsi sulla natu ra e sul rapporto di Dio.

Chiusi il libro, adirato contro me stesso per quella m ia am m irazione delle cose terrene, quando da un pezzo avrei dovuto im parare anche dai filosofi pagani che niente è degno d’am m irazione fuorché l’anima, per la quale nulla è troppo grande.19

N ella sua lettera com pare anche la concezione u m an ista che esalta la grandezza d ell’uomo rispetto a quella della natura e che provoca nello spirito del poeta una tensione tra la visione del m ondo cristian a tipicam ente m edievale e quella m o ­ derna um anista, che m ette l’uomo al proprio centro: «Q uante volte in quel giorno - credi a me - tornando e volgendom i indietro rigu ardai la cim a del monte! che m i parve alta appena un cubito a paragone d ell’altezza d ell’um ano pensiero se non viene im m erso nel fango della turp itudine terren a».20

4. Il p aesaggio è lo sp ecch io d ell’an im a

S im ilarm ente a P etrarca, n ell’Infinito L eopardi riesce a escludere il m ondo m ate­ riale grazie alle caratteristiche del paesaggio, per concentrarsi sui suoi pensieri più profondi. Però in questo silenzio l’autore non cerca la possibilità di av vicin arsi a Dio, e neanche la sua p atria perduta, bensì una sfera d ’eternità senza lim iti tem po ­ rali o spaziali, m entre l ’infinito im m aginato e precluso ai suoi occhi è lo spazio in cui cessa ogni confine e il poeta può abbandonarsi ai propri pensieri. «M a sedendo e m irando, in term in ati/ Spazi di là da quella e so v ru m an i/ Silenzi, e profondissi­ m a quiete/ Io nel pensier m i fingo; ove p er poco/ Il cor non si spaura».211 suoni e la veduta sono considerati ostacoli alla m editazione del poeta:

17 Francesco Petrarca, Lettere Fam iliari, IV, I

18 Cfr. Y. Takeshi, Landscape and thè H um an Being, «Hum an Studies», 15 (1) 1992, p. 104. 19 Francesco Petrarca, Lettere Fam iliari, IV, I

20 Ibid.

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44 It a l i a n i s t i c a De b r e c e n i e n s i s X X I I I .

E come il vento/ Odo storm ir tra queste piante, io quello/ Infinito silenzio a questa voce/ Vo comparando: e mi sovvien l’eterno, / E le morte stagioni, e la presente/ E viva, e il suon di lei. Così tra questa/ Im m ensità s’annega il pensier mio:/ E il naufragar m ’è dolce in questo m are.22

In questa lirica il m are ha un ruolo centrale e sim boleggia lo spazio im m aginato nel quale si esclude il m ondo esterno e il poeta può im m ergersi nella m ed itazio ­ ne.23 Sarebbe interessante chiedersi quanto il celebre com ponim ento leopardiano influenzi la percezione d ell’atm osfera della collina di R ecanati e se il m are e la siepe ispirino le stesse im pressioni ai v isitatori m oderni. Si tratta evidentem ente di u n a questione teorica che dipende dai ricordi, dalle esperienze e dalle caratteri­ stiche individuali. Conviene dire che il paesaggio può essere considerato lo spet­ tacolo dello spirito um ano, come h a riassunto H enri Frédéric A m iel, che h a voluto sottolineare il carattere personale di uno spazio oltre alla sua realtà geografica.24 Takeshi Y am ageshi è d ’accordo con A m iel su questo concetto e lo com pleta con la sua idea che l ’identità di una persona è sì form ata dai rapporti um ani, d alla lingua e dalle tradizioni, m a è anche definita d all’am biente. Senza dubbio, ogni ricordo si lega a un luogo concreto e gli spazi in cui si svolge la v ita u m an a sono il Theatrum

M undi form ulato da Shakespeare. Takeshi h a confutato la teoria di J. B. Jackson

secondo la quale lo spazio è un fram m ento del globo che si può percepire in un m om ento. Secondo lo studioso, i sensi influenzano il rapporto d ell’individuo con il paesaggio. E gli h a sottolineato la com plessità di questa dom anda integrando i pensieri già m enzionati con l ’im po rtan za della cognizione attraverso gli organi percettivi: i colori, i suoni, i profum i rivelano i ricordi più profondi. E gli offre un approccio particolare al legam e fra spazio e individuo e lo dim ostra con un esem pio efficace, dicendo che il ruolo della percezione individuale può essere m i­ surato p er m ezzo di un panoram a dipinto (com posto dalle form e, dai colori e dallo schem a) che trasm ette uno spazio definito da un artista. C osì lo spazio creato non

22 Ivi.

23 II m are è un sim bolo spesso usato nella letteratura mondiale. Sim ilarm ente alla figura della m ontagna, anche questo è presente nella letteratura classica, come n ell’ O dissea di Om ero o n ell’E neide di Virgilio. H a avuto un significato purificatore n ell’A ntico Testamento, com e nella storia del Diluvio U niversale in cui l ’acqua libera la terra dai peccati. Il suo significato cam bia nel M edioevo, il m are è considerato un lim ite da superare, com e nel M ilione di M arco Polo (ca. 1298). Più tardi queste spedizioni m arinaresche hanno significato la speranza di una nuova vita tranquilla. Francis Bacon in Nuova A tlantide (1626) presenta la storia di un naufragio, un m otivo let­ terario usato per esprim ere il senso di un destino preordinato e l ’assoggettam ento della vita um ana e una serie di eventi im prevedibili. N ella letteratura italiana il m are è stato spesso rappresentato: nel sonetto A Zacinto di Ugo Foscolo (1803) il m are Ionico sim boleggia la nostalgia perpetua; anche nella poesia di G iosuè C arducci (Il gior­ no di San M artino 1883) e di Gabriele d ’A nnunzio (Pioggia nel pineto, 1902) h a un ruolo decisivo. In: Caruso, M assim iliano, Il m are in letteratura, «Lega Navale», CXV II (3-4) 2014, pp. 4-10.

24 Cfr. K. Taylor, L andscape and M emory: cultural landscapes, intangible values and som e thoughts on Asia, «C om m unities and M em ories: a global perspective, A ustralia M em ory of thè W orld program m e», 2008, p. 1.

(12)

Jù l i a Da b a s i: Ill e g a m et r al os p a z i oel’i n d i v i d u oi n Pe t r a r c ae Le o p a r d i 45

può essere identico al paesaggio reale. Tutto som m ato, ogni luogo h a la sua p a r­ ticolarità che dipende da fattori individuali, ricordi, sentim enti e dalle esperienze personali, e così viene percepito differentem ente da ogni individuo.25

5. C on clu sion i

N el m io contributo ho provato ad applicare l’approccio geocritico a ll’an alisi lette­ raria attraverso la lettera di F rancesco P etrarca (26 aprile 1336) e l ’idillio L ’infinito di L eopardi. N ella m ia ricerca m i sono concentrata principalm ente sul legam e tra la natura e il poeta, considerando anche sentim enti, pensieri, ricordi legati ai luoghi m enzionati. Si è voluto offrire una nuova prospettiva an alitica che m ette al suo centro una collaborazione innovativa tra letteratura e geografìa, rendendo p o s­ sibile l’analisi del legam e tra l ’uom o e l ’am biente. Il m io intento era quello di dare risalto a ll’im p o rtan za della stretta connessione tra il poeta e il luogo afferm ando che questo legam e ha un ruolo fondam entale n ell’evoluzione della personalità. Così v ita e natura diventano arte e non viceversa.26 N ella m ia ricerca ho lim itato l’analisi del rapporto tra individuo e spazio a due ben note opere della letteratura italiana, m a sono convinta che questa tem atica offra innum erevoli spunti di rifles­ sione e possa essere am pliata includendo soprattutto lavori artistici n ell’analisi, aprendo nuove prospettive con un approccio scientifico originale.

25 Cfr. Y am agishi, Takeshi, L andscape and thè H um an Being, pp. 95-101.

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