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Studio degli effetti del salbutamolo sull'attivazione della proteina RhoA in cellule muscolari lisce umane

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(1)

U

NIVERSITÀ

DI

P

ISA

F

ACOLTÀ

DI

F

ARMACIA

Corso di Laurea Specialistica in

FARMACIA

Tesi di Laurea

Studio degli effetti del salbutamolo sull’attivazione di

RhoA in cellule muscolaturi lisce umane

Relatore Prof.ssa Breschi Maria Cristina Candidato

Correlatore dott. Fogli Stefano Elena Lenzi

(2)

(3)

Indice

Capitolo 1. 1.Introduzione: Malattia asmatica 5

1.1 Caratteristiche della malattia 6

1.2 Fattori di rischio 7 1.2.1 Allergeni domestici 1.2.2 Allergeni ambientali 8 9 1.2.3 Fumo di tabacco 9 1.3 Terapie utilizzate 12

2. Ruolo della muscolatura liscia 17

2.1 Struttura della muscolatura liscia

bronchiale 17

2.2 Fisiologia della muscolatura liscia bronchiale

2.3 Recettore muscarinico

3.Meccanismi intracellulari della modulazione della contrazione

4.RhoA

5.Importanza di RhoA nei vari distretti

5.1 Ruolo di RhoA nel sistema gastrointestinale

5.2 Ruolo di RhoA nei disturbi

18 22 23 24 28 28

(4)

5.3 Ruolo di RhoA in gravidanza

5.4 Ruolo di RhoA Ruolo di RhoA e Rho-kinasi nella desensibilizzazione del recettore β2 adrenergico

5.5 Ruolo di RhoA nella disfunzione erettile maschile

6. Farmaci che interferiscono con l’attività di RhoA 6.1 RhoA e le statine 6.2 Fasudil 6.3 Epac 31 32 34 35 35 39 39

Capitolo 2. Scopo della tesi 43

Capitolo 3. Materiali e metodi 3.1 Sostanze chimiche 3.2 Linee cellulari 3.3 Immunocitochimica 3.4 Elisa

3.5 Analisi dei risultati e statistica

44 44 45 47 48 49 Capitolo 4. Risultati 50 Capitolo 5. Conclusioni 58 Bibliografia 59 Glossario 62 Ringraziamenti

(5)

INTRODUZIONE

1. Malattia asmatica

1.1 Caratteristiche della malattia

L’asma è una patologia infiammatoria cronica caratterizzata da

eccessiva costrizione delle vie aeree, da dispnea, respiro difficoltoso,

senso di costrizione toracica e di soffocamento [2].

Una delle caratteristiche della malattia asmatica è la dispnea, cioè

difficoltà a respirare accompagnata da senso di affanno, associata a

costrizione toracica e respiro sibilante.

I suoi aspetti patologici si manifestano con una severa costrizione della

trachea e dei bronchi, ispessimento della mucosa per infiltrazione

cellulare, in particolare eosinofili, edema e addensamenti di tappi di

(6)

Uno dei maggiori fattori di rischio individuale per lo sviluppo della

malattia sembra essere la atopia, cioè la predisposizione a sviluppare

una eccessiva risposta immunitaria IgE-mediata verso gli allergeni

esterni [1].

Altra caratteristica peculiare della malattia è l’iperresponsività delle

vie aeree che si può parzialmente spiegare con un aumento della

contrazione della muscolatura liscia, ed è seguita da cambiamenti fisici

delle vie aeree come danni all’epitelio, gonfiore delle mucose,

iperplasia delle cellule e rimodellamento delle pareti del sistema

respiratorio [4].

La tipica manifestazione della patologia asmatica è il così detto

“attacco asmatico”, ossia un episodio di crisi respiratoria dovuta a

contrazioni improvvise della muscolatura bronchiale che causano al

soggetto un respiro sibilante e una ventilazione difficile e molto

faticosa. La frequenza delle crisi varia da persona a persona [10].

Nell’asma l’infiltrazione degli eosinofili è indotta da chemiochine,

molecole di adesione e citochine come IL-5 e IL-13[8].

RhoA-kinasi aumenta la migrazione cellulare e questo potrebbe

(7)

che il complesso RhoA/RhoA-kinasi induce migrazione di eosinofili

mediata da eotassine e che questo effetto viene annullato usando un

inibitore RhoA (C3 esoenzima) o di RhoA-kinasi ( Y-27623) [8].

Studi effettuati sui topi [8]dimostrano che negli animali sensibilizzati

con ovalbumina ed esposti ad allergeni, le concentrazioni di IL-4, IL-5,

IL-13 e eotassina salgono vertiginosamente, si riscontra inoltre un

marcato aumento dell’infiltrazione degli eosinofili nelle vie aeree.

Invece nei topi pretrattati con un inibitore di RhoA-kinasi, come

Y-27632, si verifica una riduzione dell’incremento di eosinofili con un

andamento dose-dipendente, inoltre vengono abbassati i livelli di

interleuchine ed eotassina, e si assiste ad una attenuazione

dell’up-regulation delle molecole di adesione [8].

1.2 Fattori di rischio:

Tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza dell’asma bronchiale

troviamo:

(8)

 Fattori ambientali che possono causare l’insorgenza, la riacutizzazione o la persistenza dei sintomi della malattia;

Per diversi anni l’esposizione ad allergeni, cioè sostanze capaci di

sensibilizzare le vie aeree, o a sostanze presenti in ambito lavorativo, è

stata ritenuta la causa più probabile di insorgenza di asma ; secondo

altri studi il tenore di vita occidentale e il livello di igiene ottenuto con

il conseguente calo di malattie infettive potrebbe essere una delle

motivazioni che hanno portato ad un incremento delle malattie di

natura allergica nelle nuove generazioni [1].

1.2.1 Allergeni domestici

Tra gli allergeni domestici,o degli ambienti interni, si trovano

principalmente, polvere e acari, prodotti immunogeni di animali e

funghi.

Gli allergeni contenuti nella polvere sono costituiti da escrezioni e

(9)

In Italia e nel mondo occidentale si sta verificando un forte aumento di

patologie di natura allergica collegate all’aumento di questi

organismi,che trovano nelle nostre case un ambiente ideale per la loro

proliferazione per la presenza di sistemi di riscaldamento,

deumidificazione e climatizzazione.

1.2.2 Allergeni ambientali

Per quanto riguarda gli allergeni extradomestici al primo posto

troviamo i pollini seguiti dai funghi.

Nonostante sembri accertato che il polline causi un’acutizzarsi delle

crisi, non è ancora certo che la sensibilizzazione la polline aumenti il

rischio di insorgenza di nuovi casi di asma .

L’inquinamento ambientale gioca un ruolo che gli studi

epidemiologici non sono ancora riusciti a definire con chiarezza a

causa delle troppe variabili presenti, ma pare appurato, che i livelli di

anidride solforosa , ozono e ossidi d’azoto raggiungibili nelle città più

inquinate possano riacutizzare l’asma, aumentare temporaneamente

(10)

1.2.3 Fumo di Tabacco

Il fumo di tabacco, in quanto irritante, sembra velocizzare la perdita di

funzionalità respiratoria nei soggetti asmatici, causa inoltre un

inasprimento dei sintomi della malattia ma non esiste ancora la

certezza che costituisca un fattore di rischio scatenante per

l’insorgenza di nuovi casi.

Tuttavia pare aumentare l’insorgenza di asma in soggetti sottoposti ad

allergeni presenti in ambiente di lavoro[1].

Tabella riassuntiva[1]: 1. Fattori individuali:  Atopia;  Predisposizione genetica;  Iperresponsività bronchiale;  Sesso;  Razza;

(11)

2. Fattori ambientali (influenzano l’insorgenza di asma in

soggetti predisposti) :

 Allergeni domestici I. Acari;

II. Scarafaggi;

III. Funghi,muffe e lieviti;

IV. Allergeni animali;

 Allergeni degli ambienti esterni; I. Pollini;

II. Funghi ,muffe e lieviti;

 Sensibilizzanti presenti in ambito lavorativo;

 Inquinamento ambientale;

 Infezioni respiratorie;

 Condizioni socio-economiche;

(12)

 Alimentazione e farmaci;

 Obesità;

3. Fattori che acutizzano la malattia o ne causano la

persistenza [1]:

 Allergeni ambienti esterni/interni,

 Inquinamento;

 Infezioni respiratorie;

 Sforzo fisico e iperventilazione;

 Clima;

 Anidride solforosa;

 Alimenti,additivi alimentari e farmaci,

 Emozioni intense;

 Fumo di tabacco sia passivo che attivo;

 Inquinanti aerei come spray ed esalazioni di vernici ;

(13)

In passato sono state utilizzate serie eterogenee di sostanze, la carenza

di conoscenze dei meccanismi cellulari implicati nella patologia

asmatica ha permesso che venissero utilizzate anche farmaci senza

una vera efficacia. Tra le prime terapie troviamo: tabacco, canapa

indiana, anestetici, (usando piccole dosi di cloroformio,oppio o etere),

ipecacuana (espettorante), caffè , tè , stramonio, lobelia e altre

sostanze meno efficaci [2].

Dopo che la ricerca ne ha dimostrato la validità, alcuni dei principi

attivi contenuti in questi rimedi, quali xantine, antagonisti colinergici

e anestetici, sono stati inseriti tra le terapie per curare l’asma

successivamente sono stati introdotti anche anticolinergici,

antistaminici, antileucotrieni, β-agonisti, inibitori delle

fosfodiesterasi e cortisonici [2].

Attualmente i farmaci antiasmatici si dividono in due grandi

categorie:farmaci per il trattamento sintomatico, a breve durata

d’azione e da assumere nel momento di insorgenza dell’attacco

asmatico vero e proprio; e farmaci per il trattamento cronico

somministrati per ridurre lo stato infiammatorio persistente nei

(14)

Altri farmaci utilizzati come broncodilatatori con ottimi risultati sono

la teofillina, e farmaci antimuscarinici [10].

La teofillina appartiene alla classe delle metilxantine e insieme ad

aminofillina, difillina, oxtrifillina ed emprofillina viene usata come

broncodilatatore con ottimi risultati [14].

Figura 1 Struttura aminofillina .

Figura 2 struttura di teofillina .

(15)

Il meccanismo d’azione di questi farmaci rimane non del tutto chiaro;

sono stati proposti vari meccanismi per spiegare la loro azione

broncodilatatoria, tra cui figurano l’inibizione della idrolisi di cAMP

da parte delle fosfodiesterasi, un’azione antagonista nei confronti del

recettore dell’adenosina, la stimolazione della secrezione di

catecolamine endogene, l’inibizione delle prostaglandine e la

riduzione della concentrazione intracellulare degli ioni calcio [14].

Tra le molecole somministrate per la terapia cronica dell’asma

troviamo soprattutto antiinfiammatori quali glucocorticoidi,

antagonisti dei leucotrieni o inibitori della degranulazione

mastocitaria [10].

Tra i primi farmaci simpatico mimetici più importanti utilizzati nel

trattamento della patologia asmatica troviamo adrenalina,

isoprenalina ed efedrina.

Per quanto concerne la terapia sintomatica, i farmaci risultati più

efficaci sono i broncodilatatori quali gli agonisti β-adrenergici, in

(16)

Questi farmaci oltre a contrastare la broncocostrizione causano

stimolazione cardiaca (in particolare adrenalina e isoprenalina), per

questo attualmente vengono preferiti composti selettivi β2 agonisti

come salbutamolo, terbutalina e metaproterenolo e salmeterolo [10].

Figura 3 Struttura di salbutamolo; Figura 4 Struttura di terbutalina;

Figura 5 Struttura del metaproterenolo ;Figura 6 Struttura del

(17)

I farmaci β2 agonisti sono attualmente tra i più impiegati nella cura

della patologia asmatica,possono essere somministrati sia per via orale

che inalatoria,presentano lunga durata d’azione e buona selettività per

il recettore β2, provocano una broncodilatazione massima dopo 30

minuti dalla somministrazione che persiste per 3-4 ore [10].

Nonostante la ricchezza di strumenti terapeutici e la precocità

d’intervento, non tutti i soggetti rispondono alla terapia; per questo è

importante la ricerca di nuovi bersagli terapeutici ma la loro

individuazione richiede una più attenta analisi.

2. Il ruolo della muscolatura liscia

2.1 Struttura della muscolatura liscia bronchiale umana

La muscolatura liscia è costituita da cellule fusate, intorno alle quali,

oltre al sarcolemma è presente una membrana basale di cui fa parte la

(18)

Il sarcoplasma contiene il nucleo, i mitocondri, l’apparato del Golgi,

granuli di glicogeno, gocce lipidiche, corpi densi citoplasmatici e mio

filamenti [6].

I miofilamenti, distinguibili in due tipi, spessi di miosina o sottili di

actina, sono disposti longitudinalmente in maniera disordinata e non

in vere miofibrille in cui siano identificabili i sarcomeri caratteristici

della muscolatura striata.[6]

2.2 Fisiologia della muscolatura liscia bronchiale

La cellula muscolare liscia si contrae quando la miosina viene

fosforilata, questo avviene ad opera della chinasi della catena leggera

della miosina Ca2+/Calmodulina dipendente (MLCK) che a sua volta

viene attivata da alti livelli intracellulari di calcio.

Quando un agonista si lega al recettore associato a proteina G questo

effettua uno scambio tra GDP con GTP nella subunità α, a questo

punto il complesso αβg si dissocia, si lega al complesso GTP-subunità

α e attiva la fosfolipasi C che a sua volta produce due secondi

(19)

IP3 si lega al suo recettore presente sul reticolo sarcoplasmatico e

determina il rilascio del calcio contenuto in esso.

A questo punto MLCK viene attivata dalla Calmodulina che si lega a 4

ioni calcio e può fosforilare la catena leggera della miosina dando così

inizio alla contrazione [5].

La meccanica della contrazione si attua tramite scivolamento dei

filamenti di miosina e actina l’uno sull’altra e con la formazione di

ponti trasversali.

La miosina è una grossa molecola in cui si riconoscono due porzioni

ben distinte. Le code delle molecole di miosina si raggruppano per

formare dei filamenti spessi, invece le regioni delle teste si orientano

lateralmente in direzione dei filamenti sottili che sono costituiti da

actina e tropomiosina. Ogni testa presenta due siti di legame per

l’actina e due siti deputati all’idrolisi di ATP e dopo l’interazione viene

definita ponte trasversale[12].

Il processo della contrazione richiede dispendio di energia chimica

sotto forma di ATP, la quale viene idrolizzata e utilizzata per

(20)

per interagire correttamente con i filamenti di actina per poter formare

i ponti trasversali.

La contrazione si verifica quando le teste di miosina vanno ad

interagire con i filamenti sottili di actina [9].

La contrazione è calcio-dipendente e alcuni agonisti in grado di

contrarre la muscolatura liscia, operano attraverso l’apertura dei canali

al calcio.

Oltre al meccanismo calcio-dipendente la regolazione della

fosforilazione della catena leggera della miosina è sottoposta anche al

controllo di un meccanismo indipendente dal calcio, la suddetta

molecola subisce infatti defosforilata dalla fosfatasi della catena

leggera della miosina(MLC fosfatasi) [5].

Poiché lo stato di fosforilazione della miosina dipende dall’equilibrio

tra la kinasi e la fosfatasi, una modulazione di tale equilibrio

condiziona lo stato contrattile.

Un’attivazione del processo è determinata anche dal mediatore

colinergico. Infatti le vie respiratorie sono innervate da terminazioni

(21)

colinergiche sembrano importanti nell’insorgenza della bronco

costrizione tipica dell’attacco acuto di asma.

Queste fibre motorie colinergiche innervano i recettori M3 sulla

muscolatura liscia e presentano recettori M2 delle terminazioni

nervose, l’inibizione di quest’ultimo tipo di recettori può incrementare

la broncocostrizione mentre antagonisti del recettore M3 svolgono

un’azione broncodilatatoria [10].

2.3 Recettore muscarinico:

Il recettore muscarinico è un recettore transmembranario accoppiato a

proteine G, ne sono stati scoperti 5 sottotipi (m1, m2, m3, m4, m5) dei

quali solo tre sembrano presenti nel sistema respiratorio:

- M1 determina broncocostrizione tramite stimolazione

parasimpatica;

- M2 è un autorecettore polmonare di nervi parasimpatici,inibisce

il rilascio da parte del nervo Vago di acetilcolina;

- M3 si trova sulla membrana di cellule della muscolatura liscia

(22)

3. Meccanismi intracellulari della modulazione della contrazione

La stimolazione da parte di alcuni agonisti induce la contrazione della

muscolatura liscia tramite sensibilizzazione al calcio.

Uno dei fattori coinvolti in questo processo sembra essere RhoA,una

proteina monometrica legante il GTP insieme al suo target di azione

Rho-kinasi .

Il ruolo di RhoA/Rho-kinasi è cruciale per la regolazione di MLC

fosfatasi , l’enzima deputato alla defosforilazione della catena leggera

della miosina attivata,intervenendo quindi sul rilasciamento della

muscolatura liscia.

Quando RhoA viene attivata causa fosforilazione del target subunità 1

della miosina fosfatasi(MYPT1) [4]che determina l’inattivazione della

MLC fosfatasi stessa ; quindi aumenta il livello di MLC fosforilata e si

(23)

Figura 7 Schema di attivazione di RhoA e suo ruolo nella

contrazione[21].

4. RhoA

RhoA è una proteina G monometrica appartenente alla famiglia di

proteine Ras, la quale nel suo stato inattivo si trova nel citosol ed è

legata a GDP, mentre, quando subisce l’attivazione, cede GDP per

(24)

Una volta attivata, RhoA esplica al sua azione tramite l’effettore

Rho-kinasi, il quale causa sensibilizzazione al calcio mediante inibizione

della fosfatasi della catena leggera della miosina.

Le principali funzioni fisiologiche di Rho-kinasi comprendono

contrazione, migrazione e proliferazione delle cellule.

RhoA si attiva attraverso il recettore associato a proteine G, con il

recettore tirosin kinasico o con alte concentrazioni di cloruro di

potassio (KCl).

In tutti questi casi si verifica l’attivazione di RhoA perché tutti e tre i

meccanismi citati portano alla trasformazione di GDP in GTP.

Generalmente il controllo dell’attività di RhoA viene esercitato da 3

gruppi di proteine: il fattore di scambio del nucleotide guanilico

(GEFs),la proteina attivante l’enzina GTPasi (GAPs) e l’inibitore della

dissociazione del nucleotide della guanina (GDIs)[8].

L’azione del fattore di scambio del nucleotide guanilico stimola lo

scambio tra GDP e GTP, al contrario la proteina attivante l’enzima

GTPasi e l’inibitore della dissociazione del nucleotide guanilico

(25)

L’inibizione dell’attivazione della proteina RhoA avviene, da parte di

GAPs, tramite un meccanismo di idrolisi del GTP e, ad opera di GDIs ,

attraverso l’inibizione sia della traslocazione della proteina verso la

membrana plasmatica sia dello scambio dei nucleotidi tramite

costituzione di un complesso citoplasmatico con GDP-RhoA [8].

Rho-kinasi è una kinasi serina-treonina che si lega alla forma attiva di

RhoA,esiste in due isoforme,la Rho-kinasiα o ROCK2 o ROKα e la

Rho-kinasi β o ROCK1 o ROKβ [8].

La regione dell’enzima deputata alla fosforilazione si trova sulla parte

N- terminale,la molecola presenta inoltre un dominio a spirale nella

regione C- terminale su cui si trova il sito di legame per GTP-RhoA e

un dominio pleckstrin homology [8].

RhoA e Rho-kinasi si trovano in molti tessuti incluse le cellule della

muscolatura liscia bronchiale umana, entrambe le proteine si trovano

nel citosol nello stato inattivo fino a che RhoA attivata con si lega alla

Rho-kinasi attivandola a sua volta e permettendone la traslocazione

verso la membrana citoplasmatica.

(26)

una sub unità della miosina chiamata MYPT1 (myosin phosphatase

targeting subunit 1) [8].

Rho-kinasi manifesta la sua azione fisiologica modulando la

contrazione della muscolatura liscia, intervenendo nella regolazione

del citoscheletro e nella migrazione cellulare.

Tali evidenze suggeriscono che RhoA e Rho-kinasi possano essere

implicate nella iperresponsività della muscolatura liscia

bronchiale,nella desensibilizzazione del recettore β,nel reclutamento di

eosinofili,nel rimodellamento delle vie aeree e nella limitazione del

passaggio d’aria,che sono caratteristiche peculiari della malattia

(27)

Figura 8 Rappresentazione schematica dei meccanismi di regolazione

(28)

5. Importanza di RhoA nei vari distretti

5.1 Ruolo di RhoA nel sistema gastrointestinale:

La muscolatura liscia può essere classificata in base alle caratteristiche

di contrazione in muscolatura tonica e fasica. La muscolatura liscia

tonica sviluppa e sostiene il tono basale miogenico in mancanza di

stimoli esterni, tipici esempi di questo tessuto nel sistema

gastrointestinale sono lo sfintere anale interno (IAS) e lo sfintere

esofageo inferiore (LES), che si occupano rispettivamente di consentire

il transito di materiale di scarto e di cibo e rispondono a

neurotrasmissione inibitoria nonadrenergica non colinergica.

Nel sistema cardiovascolare abbiamo come esempio le piccole arterie,

queste sono implicate in molte funzioni fisiologiche ad esempio il

mantenimento del tono basale dei vasi e la regolazione della pressione.

La muscolatura liscia fasica si contrae in maniera rapida e si rilascia in

seguito a stimolazione nervosa o di sostanze endogene come

(29)

Studi recenti indicano che l’azione di RhoA-kinasi come inibitore di

MLCP sia fondamentale per il mantenimento del tono basale sia per

quanto concerne lo sfintere inferiore esofageo umano e animale sia per

lo sfintere interno anale animale.

In seguito alla somministrazione di Y27632, inibitore di RhoA-kinasi,

sullo sfintere anale interno si registra un rilassamento

concentrazione-dipendente dello sfintere. Ulteriori sperimentazioni sull’uomo

confermano che l’utilizzo di inibitori di RhoA-kinasi determinano una

riduzione, concentrazione dipendente, del tono del LES .

Il cambiamento del tono muscolare di LES e IAS è associato con la

fisiopatologia di malattie debilitanti come incontinenza rettale, certe

forme di costipazione intestinale, acalasia, emorroidi e reflusso

gastroesofageo.

Sono stati documentati livelli di RhoA/ROCK II nella muscolatura di

IAS più alti in confronto alla muscolatura liscia rettale o del tratto

ano-coccigeo, inoltre l’azione di ROCK attiva nella muscolatura di IAS

risulta essere la causa di un aumento concentrazione-dipendente della

(30)

L’effetto contrario viene ottenuto con la somministrazione di

Y27632(inibitore di RhoA) [9].

5.2 Ruolo di RhoA nei disturbi cardiovascolari:

La contrazione delle cellule della muscolatura liscia vasale (VSMC)

dipende dai livelli di MLCP determinati dal bilancio delle attività di

Ca2+/Calmodulina/MLCK-dipendente e dall’attività di MLC

fosfatasi. L’inibizione di MLC fosfatasi da parte di

RhoA-Kinasi(ROCK) determina un aumento di MLCP e quindi l’inizio della

contrazione di VSMC. La regolazione di VSMC da parte di ROCK è

molto importante in quanto quest’enzima non solo determina il

mantenimento del tono muscolare di piccole arterie ma controlla

anche la contrazione di molti vasi di notevole rilevanza, come l’arteria

polmonare, l’arteria mesenterica e la vena porta.

L’implicazione del complesso RhoA/RhoA-kinasi nella regolazione

del tono vascolare lo rende di cruciale importanza nella cura

dell’ipertensione cardiovascolare dovuta all’incremento delle

resistenze periferiche ad opera di un aumento della contrazione della

(31)

In ratti con ipertensione spontanea è stato osservato un significativo

abbassamento della pressione sanguigna dopo trattamento con

Y27632, invece la somministrazione dello stesso farmaco in soggetti

normopressori non causa abbassamenti significativi, confermando il

ruolo di RhoA/RhoA-kinasi nella ipertensione cardiovascolare.

Ulteriori accertamenti in ratti con ipertensione spontanea dimostrano

che il trattamento con Y27632 causa un maggiore rilasciamento delle

arterie cerebrali e dell’arteria mesenterica rispetto ad animali di

controllo.

Questi dati inducono a ipotizzare una correlazione tra l’ipertensione

cronica e RhoA-kinasi [9].

5.3 Ruolo di RhoA in gravidanza:

Durante la gravidanza l’utero va incontro a molti cambiamenti

strutturali e funzionali.

Il miometrio rimane generalmente rilassato ma nel momento del parto

(32)

Studi pubblicati nel 2007 condotti su ratti [16] hanno dimostrato un

incremento di RhoA e RhoA-kinasi associata all’aumento della

contrattilità della muscolatura liscia del miometrio sui ratti e lo stesso

risultato è stato confermato da Cario. Toumanianz et al. in uno studio

pubblicato nel 2003 sul miometrio di conigli durante la gravidanza

[19;5].

Si può ipotizzare un coinvolgimento di RhoA e un suo erroneo

funzionamento in caso di parto prematuro [5].

5.4 Ruolo di RhoA e Rho-kinasi nella desensibilizzazione del recettore

β2 adrenergico:

Il recettore β2 agonista se stimolato provoca una massiccio

rilassamento della muscolatura delle vie aeree, sono considerati

bersagli di prima scelta nel controllo dell’attacco di asma.

Il recettore β2 è associato a proteine G,sviluppa dei sistemi di trasporto

che nell’ordine sono adenilato ciclasi, cAMP e proteina kinasi(PKA),

per arrivare a fosforilare i suoi bersagli molecolari ed esprimere le sue

(33)

La sua azione inibitoria nei confronti della contrazione della

muscolatura liscia bronchiale viene effettuata tramite una riduzione

della concentrazione di calcio intracellulare e un incremento

dell’azione della proteina kinasi (PKA).

Gli agonisti dei recettori β2 causano, tra l’altro, l’aumento della

apertura dei canali al potassio calcio dipendenti; di conseguenza una

ridotta capacità di uscita provoca un aumento della differenza di

depolarizzazione della cellula [8].

5.5 Ruolo di RhoA nella disfunzione erettile maschile

Anormalità nel segnale di RhoA/RhoA-kinasi sono state ipotizzate

anche nella disfunzione erettile maschile e molte ricerche sembrano

avvalorare questa tesi. L’erezione del pene è causata dall’aumento

dell’afflusso di sangue e della pressione a livello dei corpi cavernosi

che ne provocano il rigonfiamento, contestualmente si verifica un

rilassamento della muscolatura liscia delle arteriole di queste strutture.

Studi effettuati in vivo su ratti, utilizzando Y-27632 (inibitore di

(34)

calcio RhoA/RhoA-kinasi mediato a livello della muscolatura liscia

dei corpi cavernosi che mantenga il tono flaccido del pene.

È interessante notare come nei ratti l’applicazione topica di Y-27632

sulla tunica albuginea o sul glande o sulla pelle circostante causi

(35)

6. Farmaci che interferiscono con l’attività di RhoA.

6.1 RhoA e le statine:

Le statine sono farmaci ipocolesterolemizzanti, riducono i livelli di

colesterolo bloccandone la biosintesi tramite inibizione competitiva

della 3-idrossi-3-metilglutaril coenzima A (HMG-CoA) reduttasi che

(36)

Figura 9 Schema biosintesi del colesterolo [13].

Le statine presentano effetti pleiotropici, ad esempio agiscono come

antiinfiammatori e antiossidanti interferendo con effetti dovuti a vari

intermedi della sintesi del colesterolo, in particolare si tratta di

farnesilpirofosfato e geranilgeranilpirofosfato [7].

Queste molecole appartengono alla classe degli isoprenoidi pirofosfati

e sono implicati come precursori nella prenilazione post-trascrizionale

e nella attivazione di varie molecole, tra cui la RhoA.

La forma inattiva di RhoA legata a GDP si trova nel citosol insieme a

un inibitore della dissociazione dal GDP, chiamato RhoA-GDI che

scherma la coda idrofobica di RhoA costituita da geranilgeranile.

Tramite l’attivazione di recettori di membrana accoppiati a proteine

eterotrimeriche leganti il GTP, si attiva il fattore di scambio del

nucleotide della guanina (RhoGEFs), questo scambia GDP di RhoA

con GTP causando la dissociazione di RhoA-GDI e quindi l’attivazione

(37)

il legame di un agonista della contrazione al suo recettore, come

acetilcolina, causa la migrazione di RhoA e l’induzione della

contrazione della muscolatura liscia bronchiale. Possiamo affermare

quindi che tramite l’inibizione indiretta di RhoA, le statine riescono a

ridurre la sensibilizzazione al calcio della muscolatura liscia [7].

È stato dimostrato sui topi che in animali con asma indotto da

allergeni che presentano iperresponsività della muscolatura liscia

bronchiale, le statine svolgono un ruolo inibitore verso RhoA; al

contrario, negli animali sani non si verifica, la Lovastatina, non

(38)
(39)

6.2 Fasudil

Fasudil o HA-1077 è un farmaco inibitore di Rho-kinasi,è attualmente

l’unico inibitore di Rho-kinasi utilizzato in nella pratica clinica, in

Giappone viene somministrato per il trattamento del vasospasmo

cerebrale nei pazienti con emorragia subaracnoidea [4].Anche altre

molecole vengono usate per inibire l’attività di Rho-kinasi,ad esempio,

Y27632 è un derivato piridinico utilizzato come inibitore di Rho-kinasi,

agisce inibendo la contrazione della muscolatura liscia delle vie aeree

indotta da un agonista senza ridurre i livelli intracellulari di calcio.

Questa molecola è risultata attiva anche nella rilasciamento della

muscolatura liscia vascolare, per questo motivo è stata utilizzata in

alcuni studi per il trattamento dell’ipertensione dei ratti [8].

6.3 Epac

Epac è il fattore di scambio del nucleotide guanilico per piccole

proteine G Ras-like ed è dipendente da cAMP; la sua scoperta ha

modificato la convinzione secondo cui cAMP interagisse solo con la

(40)

Il fattore di scambio del nucleotide guanilico è stato individuato come

agente di collegamento tra l’attivazione di RhoA e cAMP.

Esistono due forme di Epac:Epac 1 (o cAMP-GEF-1 ) e Epac 2 (o

cAMP-GEF-2) ed entrambe sono implicate nella regolazione di molti

processi e sembra che siano in grado di agire sia in combinazione con

PKA che senza di essa [11].

Tra i processi in cui è interessato cAMP [18] abbiamo: la mobilità del

calcio, la contrazione della muscolatura liscia e cardiaca, la

memorizzazione e l’apprendimento, la differenziazione e la

proliferazione cellulare , l’apoptosi e l’infiammazione.

I recettori associati a proteine G controllano i livelli di cAMP

principalmente tramite sia adenilato ciclasi che cAMP fosfodiesterasi

(41)

Figura 11 Schema meccanismo di attivazione di Epac e

strutture delle sue forme Epac1 ed Epac2 [11].

Come illustrato nella figura 10[11], l’attivazione del recettore associato

a proteine Gs attiva l’AC che a sua volta aumenta i livelli di cAMP.

cAMP esercita un’azione di attivazione di Epac 1 e 2, questo porta a

sua volta ad attivazione di proteine Rap e R-Ras, le quali mediano

rispettivamente l’inibizione di RhoA, l’attivazione di fosfolipasi C

(PLC), l’attivazione della proteina kinasi B/AKT (PKB/AKT),

(42)

Questi meccanismi si traducono in attività di modulazione su

attivazione neuronale, sulla risposta immunitaria, sul processo

infiammatorio, sui processi di memoria e apprendimento, sulla

proliferazione e adesione cellulare, sull’ espressione di proteine, sui

flussi di calcio e sulle funzioni della membrana cellulare [11].

Nonostante la molteplicità dei processi in cui le proteine Epac sono

coinvolte, a volte con effetti contrastanti, in numerose sperimentazioni

sono stati impiegati analoghi dell’cAMP selettivi per questi fattori di

scambio per verificare se gli effetti regolati dall’cAMP fossero mediati

(43)

2. SCOPO DELLA TESI

Lo scopo di questa tesi di laurea era di verificare se la proteina RhoA,

la quale è implicata nel controllo dei meccanismi che regolano la

contrattilità della muscolatura liscia respiratoria, potesse

rappresentare un elemento-chiave del complesso network molecolare

correlato agli effetti del salbutamolo, un β2 agonista usato in clinica

per il trattamento sintomatico di malattie respiratorie croniche.

Il lavoro è stato fatto in collaborazione con il gruppo della Prof.ssa

Letizia Mattii del Dipartimento di Morfologia Umana e Biologia

(44)

3. MATERIALI E METODI

3.1 Sostanze chimiche

Il salbutamolo e un farmaco β2-agonista ad azione rilasciante sulla

muscolatura liscia bronchiale che appartiene alla categoria dei farmaci

β2-agonisti short acting, poiché produce un’azione rapida ma di breve

durata (circa tre ore). Il salbutamolo (Sigma Aldrich), è stato pesato e

disciolto in tampone fosfato (PBS; Sigma Aldrich) per formare una

soluzione madre 1 mM, che poi e stata successivamente diluita con

mezzo di coltura RPMI1640 senza fattori di crescita, per ottenere le

concentrazioni da saggiare (1 μM e 10μM).

Il composto 8-pCPT-2′-O-Me-cAMP è un attivatore selettivo della

proteina Epac. La sostituzione con il gruppo metilico in posizione 2’

dello zucchero ribosio conferisce a questa molecola un’elevata

specificità nei confronti di Epac e la rende particolarmente utile come

tool farmacologico per lo studio dei meccanismi molecolari

cAMP-mediati, indipendenti dalla proteina PKA (Grandoch et al., 2010).

8-pCPT-2′-O-Me-cAMP è stato pesato e disciolto in tampone fosfato

(soluzione madre 10 mM). Le concentrazioni da saggiare (100 e 500

(45)

Figura 12 Struttura chimica del composto 8-pCPT-2′-O-Me-cAMP

3.2 Linea cellulare

Le cellule muscolari lisce bronchiali umane utilizzate in questa ricerca,

sono state acquistate da Lonza, (Walkersville, MD, USA). Il terreno di

coltura, ottimizzato per questa linea cellulare (SmGM™-2 BulletKit™),

era costituito da siero fetale bovino al 5% e fattori di crescita (es. FGF e

EGF), al quale veniva aggiunta una miscela 1:1 degli antibiotici

penicillina (5 UI/ml) e streptomicina (5 µg/ml) all’1%.

Questa linea cellulare è stata isolata dai bronchi principali di tessuti

normali e acquistate al secondo passaggio. È comunemente impiegata

per studi in vitro riguardanti malattie respiratorie croniche quali asma

(46)

micoplasmi, batteri o virus (HIV-1, epatite B e C). Le cellule crescono

in adesione hanno un tempo di duplicazione di circa 24 ore. Da un

punto di vista morfologico presentano forma irregolare affusolata.

Figura 13 Fotomicrografia della linea cellulare BSMC

Il mantenimento delle cellule è stato realizzato in fiasche T75 ad una

temperatura costante di 37 °C, in atmosfera controllata al 5% di CO2.

Le cellule sono state controllate quotidianamente e il mezzo di coltura

è stato sostituito quando necessario.

Per la conservazione della linea cellulare a lungo termine è stato

utilizzato un mezzo di congelamento ottenuto aggiungendo al mezzo

(47)

state poste per circa 24-48 ore a una temperatura di -80°C e in seguito

conservate in azoto liquido.

3.3 Immunocitochimica

La valutazione della RhoA è stata effettuata mediante

immunocitochimica, grazie alla peculiarità di questa proteina di

migrare da un compartimento cellulare ad un altro a seguito di una

stimolazione. In particolare, nello stato inattivo, Rho A è situata nel

citosol mentre, quando attivata, essa si localizza sulla membrana

citoplasmatica. Per l’analisi, Le cellule sono state raccolte, centrifugate

su vetrini e fissate in formalina all’1% per 1 minuti a 4°C. Allo scopo

di evidenziare i siti antigenici, i campioni sono stati successivamente

trattati per 10 minuti con Triton X-100 in tampone citrato e incubati

per 15 minuti con una soluzione di perossido di idrogeno allo 0,6% e

metanolo per bloccare l’attività delle perossidasi endogene. Dopo

trattamento per 20 minuti a 37°C in siero di suino (per saturare i siti

antigenici aspecifici), i campioni sono stati incubati overnight a 4°C con

l’anticorpo primario policlonale di coniglio diretto verso RhoA.

(48)

policlonale secondario biotinilato, un complesso

streptavidina-perossidasi e 3,3-diaminobenzidina tetraidrocloruro (DAB) contenente

H2O2, produceva una colorazione marrone. I campioni sono stati

sottoposti a controcolorazione con ematossilina e quindi disidratati in

etanolo e successivi passaggi in xilolo per il montaggio con balsamo

DPX Mountant.

3.4 ELISA

Per l’analisi quantitativa dell’attivazione della proteina RhoA è stato

impiegato il kit “G-LISA TM RhoA activation Assay” (Cytoskeleton).

Le cellule sono state lisate e il campione risultante è stato utilizzato, in

parte, per effettuare la quantificazione proteica con saggio Bradford.

La parte restante è stata congelata in azoto liquido e mantenuta in

frigo a -80°C fino al momento dell’analisi. I lisati sono stati scongelati e

diluiti con buffer di lisi, ad una concentrazione proteica nell’intervallo

0,4-2 mg/ml. Venticinque µl di tali lisati sono stati successivamente

incubati per 30 minuti a 4°C in una piastra da 96 pozzetti ad alta

affinità per RhoA attivo (RhoA-GTP). Per ogni esperimento sono stati

(49)

proteina in grado di legare RhoA nella sua forma attiva, ed un

controllo negativo, contenente soltanto buffer di lisi. Dopo 2 passaggi

in tampone di lavaggio i campioni sono stati incubati per 2 minuti con

uno smascherante antigenico e per 45 minuti a temperatura ambiente

con una soluzione contenente l’anticorpo primario anti-RhoA. Sono

stati poi effettuati 2 lavaggi consecutivi e i campioni sono stati incubati

per altri 45 minuti a temperatura ambiente con una soluzione

contenente l’anticorpo secondario marcato con perossidasi. Dopo altri

3 lavaggi, i campioni sono stati trattati per 15 minuti a 37°C con la

soluzione di rivelazione. Immediatamente dopo il blocco della

reazione con tampone specifico, il grado di reattività è stato valutato

misurando l’assorbanza a 490 nm con uno spettrofotometro per

micropiastre (VICTOR, Wallack).

3.5 Analisi dei risultati e statistica

I risultati sono stati espressi come valori medi ± errore standard della

media (S.E.M.) e graficati mediante GraphPad Software. L’analisi

statistica è stata realizzata mediante analisi della varianza (ANOVA)

(50)

4. RISULTATI

La finalità di questo lavoro di tesi era indagare il ruolo della proteina

RhoA nel meccanismo d’azione del farmaco salbutamolo in cellule

della muscolatura liscia bronchiale umana. A tale scopo sono stati

effettuati esperimenti utilizzando due diversi metodi di analisi,

immunocitochimica e immunoenzimatica, con i quali abbiamo

valutato il grado di attivazione della proteina RhoA, in presenza o

assenza di salbutamolo o dell’ attivatore selettivo Epac,

8-pCPT-2ˈ-O-Me-cAMP.

L’analisi immunocitochimica utilizza anticorpi anti-RhoA e

l’attivazione della proteina viene valutata in termini di traslocazione

dal citosol alla membrana cellulare. Infatti, RhoA, per essere attivata,

deve necessariamente ancorarsi al doppio strato fosfolipidico della

plasmacellula tramite gruppi isoprenoidi: in questa posizione, grazie

alla sua attività GTPasica, RhoA riesce ad attivare segnali a valle che

modulano i suoi effetti biologici sulla muscolatura liscia delle vie

respiratorie, che consistono nell’aumento della sensibilità a stimoli

(51)

Come possiamo osservare nella figura 14a, le cellule di controllo sono

caratterizzate da un’alta espressione della proteina RhoA, che si trova

localizzata quasi esclusivamente nel citoplasma (come evidenziato

meglio nel riquadro piccolo). L’abbondanza di RhoA nelle cellule

muscolari lisce bronchiali umane, sottolinea l’importanza funzionale

di questa proteina in questo tessuto e la necessità di capire meglio il

suo ruolo nel meccanismo d’azione di farmaci comunemente impiegati

nel trattamento delle malattie respiratorie croniche.

SFM +Calpeptina +Sal 1 µM for 24 h +Calpeptina +Calpeptina +Sal 10 µM for 15’ a b c d

(52)

La stimolazione delle cellule muscolari lisce umane da parte della

calpeptina, promuove la traslocazione di RhoA dal citosol alla

membrana cellulare: tale spostamento è evidenziato dalla più netta

demarcazione dei contorni cellulari rispetto alle cellule di controllo

(Figura 14b). Il trattamento acuto delle cellule muscolari lisce stimolate

con calpeptina, con salbutamolo alla concentrazione 10 µM per 15

minuti, bloccando la delocalizzazione di RhoA verso la membrana

cellulare, ne impedisce l’attivazione, come dimostra l’immagine della

Figura 14c (simile a quella osservata per le cellule di controllo).

Il trattamento cronico con salbutamolo 1 µM per 24 ore, invece ha un

effetto minore rispetto al trattamento acuto con lo stesso farmaco.

Questa differenza tra le due modalità di trattamento è verosimilmente

ascrivibile alla desensibilizzazione omologa del recettore β2

adrenergico indotta nelle cellule muscolari liscie dall’esposizione

prolungata al β2 agonista che attenua l’azione inibitoria del

salbutamolo sull’attivazione di RhoA (Figura 14d).

Dai risultati ottenuti, possiamo inoltre constatare che la

(53)

completamente l’effetto indotto dal trattamento acuto con

salbutamolo. Questo risultato, probabilmente si spiega considerando

che le cellule muscolari lisce umane delle vie respiratorie presentano

un’ampia riserva di recettori β2 adrenergici che le protegge, almeno in

parte, dall’azione desensibilizzante indotta dal farmaco [20].

Allo scopo di quantificare l’effetto del salbutamolo sull’attivazione

della proteina RhoA è stato eseguito un saggio ELISA. Come possiamo

vedere nella figura 15,la presenza di calpeptina determina un aumento

marcato dell’attivazione di RhoA ( circa 5 volte rispetto alle cellule di

controllo). SFM CALP +SA L 10 mM 1 5' +SA L 1 mM 2 4h 0 100 200 300 400 500 600 *

Figura 2. Analisi ELISA dell'attivazione della proteina RhoA in presenza o in assenza di salbutamolo in cellule muscolari lisce bronchiali umane. SFM: serum-free medium; Sal: salbutamolo. *p<0,05.

R h o A a c ti v it y (% , o v e r u n s ti m u la te d c e ll s )

Figura 15 Analisi ELiSA dell’attivazione della proteina RhoA in presenza o in assenza di salbutamolo in cellule muscolari lisce bronchiali umane. SFM: serum free medium ; Sal: salbutamolo ;* p<0,05 .

(54)

Il trattamento acuto con salbutamolo 10 µM per 15 minuti determina

una riduzione significativa (p< , 5) dell’attivazione di RhoA indotta

dalla calpeptina, di circa il 30% (Figura 15).

Come precedentemente osservato in immunoistochimica, il

trattamento cronico con salbutamolo (1µM per 24 ore), riduce

parzialmente l’effetto inibitorio dello stesso farmaco sull’attivazione di

RhoA.

Per indagare meglio il meccanismo d’azione molecolare del

salbutamolo, sono stati effettuati esperimenti utilizzando un attivatore

selettivo della proteina Epac, una proteina coinvolta nei meccanismi di

trasduzione delle vie mediate dal cAMP. La figura 16 mostra i risultati

di esperimenti effettuati in immunocitochimica che evidenziano come

il composto 8-pCPT-2ˈ-O-Me-cAMP sia in grado di riprodurre gli

(55)

Anche in questo esperimento si evidenzia la delocalizzazione di RhoA

indotta dalla calpeptina (Figura 16b). Le cellule stesse sono state poi

incubate per 15 minuti con l’attivatore Epac alle concentrazioni 500 µM

e 100 µM, rispettivamente (figura 16c e 16d). Questo trattamento ha

prodotto una marcata inibizione dell’attivazione della proteina RhoA,

in modo indipendente dalla concentrazione saggiata.

SFM +Calpeptin

+Calpeptin

+EPAC 500 µM +Calpeptina +EPAC 100 µM

Figura 3. Analisi immunocitochimica dell’attivazione della proteina RhoA in presenza o in assenza di 8-pCPT-2'-O-Me-cAMP (attivatore Epac) in cellule muscolari lisce bronchiali umane. SFM: serum-free medium.

a b

c d

Figura 16 Analisi immunocitochimica dell'attivazione della proteina RhoA in presenza o in assenza del composto 8-pCPT-2'-O-Me-cAMP(attivatore Epac) in cellule muscolari liscie bronchiali umane. SFM:serum free medium.

(56)

La valutazione quantitativa dell’effetto dell’attivatore Epac, effettuata

mediante saggio ELISA, ha confermato i dati prodotti in

immunocitochimica.

Il composto 8-pCPT-2ˈ-O-Me-cAMP è in grado, quindi, di inibire

l’attivazione di RhoA indotta dalla calpeptina, a livelli paragonabili a

quelli prodotti dal trattamento con salbutamolo.

SFM CALP +Epa c 10 0 m M +Epa c 50 0 m M 0 100 200 300 400 500 * *

Figura 4. Analisi ELISA dell'attivazione della proteina RhoA in presenza o in assenza del composto 8-pCPT-2'-O-Me-cAMP (attivatore Epac) in cellule muscolari lisce umane. SFM: serum-free medium. *p<0,05 R h o A a c tiv ity (% , o v e r u n s tim u la te d c e lls )

Figura 17 Analisi ELiSA dell’attivazione della proteina RhoA in presenza o in assenza del composto 8-pCPT-2’-O-Me-cAMP in cellule muscolari lisce bronchiali umane. SFM: serum free medium;* p<0,05 .

(57)
(58)

5. CONCLUSIONI

I risultati di questa tesi di laurea dimostrano che:

(i) il salbutamolo inibisce l’attivazione della proteina RhoA in

cellule muscolari lisce bronchiali umane mediante la via

β2-AR/Epac;

(ii) la desensibilizzazione omologa del recettore β2 adrenergico

può attenuare tale effetto.

Nonostante la natura preliminare di questi esperimenti, i risultati di

questo studio hanno importanti implicazioni farmacologiche

indicando il possibile ruolo di RhoA nel meccanismo molecolare

responsabile degli effetti del salbutamolo sul controllo della

(59)

6.

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(62)

Glossario

MLCK : kinasi della catena leggera della miosina Ca2+/Calmudulina dipendente;

IP3:inositolo trifosfato; DAG : diacilglicerolo;

GAPS:proteina attivante l’enzima GTPasi;

GEFs: fattore di scambio del nucleotide guanilico;

GDIs:inibitore della dissociazione del nucleotide della guanidina; MYPT1:myosin phosphatase targeting subunit 1;

IAS:sfintere anale interno;

LES: sfintere esofageo inferiore;

VSMC: cellule della muscolatura liscia vascolare; ROCK: Rho kinasi;

MLCP:fosfatasi della catena leggera della miosina; PKA:proteina kinasi A;

Epac:fattore di scambio del nucleotide guanilinico per piccole GTPasi Ras-like;

cAMP:adenosina monofosfato ciclica; PDEs: cAMP fosfodiesterasi;

AC: adenilato ciclasi; PLC: fosfolipasi C; PLD: fosfolipasi D;

(63)
(64)

Ringraziamenti

Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuta e sopportata in questi anni.

Ringrazio la Prof.ssa Breschi e il dott. Fogli per avermi fatto da guida in questo ultimo passo finale.

Ringrazio la mia Famiglia per avermi permesso di studiare e per non avermi mai fatto mancare il suo sostegno.

Ringrazio Fabio e Barbara per i loro preziosi consigli e la loro amicizia,senza di loro non sarebbe stato lo stesso.

Ringrazio Alessia,Elena ,Francesca,Sara e Rosi ,splendide compagne di viaggio,per il meraviglioso tempo trascorso insieme .

Ringrazio tutti coloro che ruotano intorno al "nostro" laboratorio,per avermi aperto le porte di un mondo eccezionale : la ricerca.

Ringrazio Deborah,che mi sopporta da anni ed ha vissuto con me quest’avventura dall’inizio nei momenti belli e in quelli meno piacevoli.

Ringrazio Lucia che da Parigi non mi ha mai fatto mancare il suo supporto.

Ringrazio Serena per avermi sostenuta sempre.

Ringrazio tutti gli amici ,in particolare Sara e Rossella, che hanno condiviso con me le mie gioie e le mie preoccupazioni.

(65)

Figura

Figura  5  Struttura  del  metaproterenolo  ;Figura  6  Struttura  del  salmeterolo;
Figura 8 Rappresentazione schematica dei meccanismi di regolazione  intracellulari di RhoA/Rho-kinasi [4]
Figura  2.  Analisi  ELISA  dell'attivazione  della  proteina  RhoA in presenza o in assenza di salbutamolo in cellule  muscolari  lisce  bronchiali  umane
Figura  3.  Analisi  immunocitochimica  dell’attivazione  della  proteina  RhoA  in  presenza  o  in  assenza  di   8-pCPT-2'-O-Me-cAMP  (attivatore  Epac)  in  cellule  muscolari  lisce  bronchiali umane
+2

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