• Non ci sono risultati.

Commons/Comune:geografie, luoghi, spazi, città

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Commons/Comune:geografie, luoghi, spazi, città"

Copied!
3
0
0

Testo completo

(1)
(2)

Aa.Vv. (2016), Commons/Comune, Società di studi geografici. Memorie geografiche NS 14, pp. 507-508

Quest’opera è soggetta alla licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale

CRISTINA CAPINERI

INTRODUZIONE

Il sapere geografico del secondo millennio è profondamente influenzato dalle opportunità offerte dall’era dell’informazione la quale, oltre ad essere caratterizzata da innovazioni tecnologiche nel campo dell’elettronica e dell’informatica, si fonda su una vera e propria rivoluzione culturale contrad-distinta dalla diffusione e condivisione sempre più ampia di dati, informazioni e di strumenti per la loro raccolta e analisi. I modelli di condivisione, che vanno dall’open source, al crowdsourcing alla shar-ing economy, si fondano su principi di libera accessibilità e inclusione dei destinatari e su una revi-sione della produzione della conoscenza attraverso modelli alternativi che coinvolgono non solo lo scienziato e il professionista ma anche cittadini sempre più informati e pro-attivi.

In geografia tale rivoluzione gioca un ruolo particolarmente importante in relazione alla produ-zione di dati e di informazioni geografiche. Per lungo tempo i dati geografici sono stati un bene limi-tato sia nella quantità che nell’accessibilità, spesso gelosamente custoditi dalle istituzioni che li produ-cevano e disponibili a caro prezzo a causa del loro valore e della valenza geo-politica. In tempi recenti questa situazione si è profondamente modificata in seguito ad un crescente flusso di dati geografici (ovvero dati riferibili alla superficie terrestre) resi disponibili da potenti infrastrutture informatiche e digitali, potenzialmente accessibili a tutti e a basso costo. In questo panorama troviamo gli ormai noti “big data”, le informazioni generate più o meno consapevolmente dagli utenti della rete (volunteered geographic information, user generated contents, crowdsourced geographic information) che costitui-scono le digital footprints dell’interazione tra l’uomo e la rete e gli open data creati e distribuiti libera-mente da enti pubblici e privati su tematiche assai diversificate. Dovremmo anche aggiungere la diffu-sione di tecnologie di mappatura geografica, tra le quali Google Maps, Google Earth e OpenStreet-Map, avvenuta grazie al Web 2.0 e alla disponibilità dei dispositivi GPS portatili che hanno permesso a molti non addetti ai lavori di interagire con informazioni geografiche rappresentandole nello spazio geografico.

In breve, le innovazioni tecnologiche che hanno giocato un ruolo fondamentale nella creazione del geoweb sono prevalentemente quattro: a) la velocità e la portata delle connessioni Internet; b) l’avvento delle applicazioni Web 2.0; c) la disponibilità di strumenti cartografici online; d) lo svi-luppo di reti di “sensori” di vario tipo capaci di registrare posizioni, movimenti, immagini, sequenze, quantità fisiche e di attribuire un georiferimento immediato all’informazione ricevuta.

La concomitanza dei suddetti fattori è stata in grado di trasformare gli esseri umani in possesso delle tecnologie necessarie (sono sufficienti uno smartphone o un computer e un collegamento ad In-ternet) e di un’alfabetizzazione letteraria ed informatica di base, in potenziali “sensori” che non solo dispongono delle abilità intellettive per elaborare ed interpretare ciò che “percepiscono tali” ma sono anche in grado di geolocalizzare tali informazioni (a volte inconsapevolmente) e di diffonderle glo-balmente attraverso la rete Internet.

Il geografo, che per molto tempo ha operato in una situazione di scarsità di informazione, trova oggi a sua disposizione abbondanti fonti di dati che nella maggior parte dei casi hanno attributi geo-grafici (coordinate, toponimi, ecc.) e che quindi offrono nuove potenzialità per l’analisi geografica e per la promozione disciplinare ad un pubblico più vasto: analisi data-intensive, dinamiche ed alta ri-soluzione.

Dal punto di vista epistemologico si prospetta sia un paradigma quantitativo di tipo positivista che combina approcci deduttivi ed induttivi ed uno post-positivista che utilizza grandi quantità di dati

(3)

– 508 –

non strutturati e semi-strutturati (come ad esempio quelli ottenuti dai social media) sfruttandone an-che la componente qualitativa.

Per la loro natura e per le modalità con cui tali dati sono prodotti si può parlare dunque di beni comuni ad uso della comunità scientifica, ma anche del comune cittadino, e come ogni bene comune anche in questo caso le regole di utilizzo, la manutenzione e la gestione di lunga durata pongono nu-merose questioni sia tecniche che etiche ancora in via di sviluppo e di consolidamento.

Questi commons geografici sono un risorsa strategica nel mondo attuale ma ancora molti sforzi intellettuali sono da dedicare sia alla loro produzione che all’analisi e alla trasformazione del dato in conoscenza. Come ogni altra innovazione in materia di informazione, anche in questo caso diverse questioni complesse sono emerse suscitando il dibattito scientifico e politico. Tra queste: la qualità del dato, la privacy, la proprietà intellettuale, il mantenimento.

La rivoluzione dei dati geografici è relativamente giovane per cui non è ancora certo come le tra-sformazioni in atto si svilupperanno e si consolideranno e a quali conseguenze più ampie potranno dare avvio: quello che è sicuramente certo è la necessità di affrontare il cambiamento e darne un signi-ficato, cosa che certamente avrà grande influenza sulla professione e sull’arte del geografo. L’obiettivo della sessione è stato proprio quello di condividere esperienze e allargare il confronto sul tema dei nuovi commons del sapere geografico. I contributi della sessione hanno infatti affrontato diversi aspetti interessanti: la produzione partecipata delle informazioni, le problematiche di utilizzo degli open data, l’utilizzo e l’integrazione di fonti diverse, la qualità dei dati prodotti.

Riferimenti

Documenti correlati

immunosoppressione da essi indotta, con una presumibile maggiore frequenza in soggetti predisposti (32-34). Dopo i casi iniziali di DEA, nel nostro come in altri Centri

More specifically, we hypothesized that (d) Italian women experience higher W-F-C than men, as in Italy females have higher commit- ment in family roles than males (Istat, 2010),

RANG, Florens Christian (1923), Lettera sulle idee, in Heft Tyrtaeus, Rang Archiv, presso Walter Benjamin Archiv, Berlino, pp. Eine Deutung der

Personnel of Politecnico di Milano carried out a field survey on the Rio Quibù during 2019, and also based upon information from the Cuban National Institute of Hydraulic

Nell’ambito di questo cartographical turn – inaugurato in Francia dallo scrit- tore e saggista Kenneth White che ha definito i contorni della ‘geopoetica’, e in Canada dal

Use of an automated blood culture system (BD BACTEC™) for diagnosis of prosthetic joint infections: easy and fast. Advantages of sonication fluid culture for the diagnosis

Therefore, the DUMMY matching algorithm does not contemplate the partial ridesharing mode and prevents drivers from picking up riders on the fly, even if the pickup points result in

1994 A mutation in RET proto-oncogene associated with multiple endocrine neoplasia type 2B and sporadic medullary thyroid carcinoma.. Quadro L, Panariello L, Salvatore D,