UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA
DOTTORATO DI RICERCA
STORIA ECONOMICA, DEMOGRAFIA, ISTITUZIONI
E SOCIETÀ NEI PAESI MEDITERRANEI
XX CICLO
Settore scientifico disciplinari di afferenza: SECS-S/04
TITOLO TESI
MEDITERRANEI E POPOLAZIONE
IL CASO DI CUBA
Presentato da: Francesco CARLUCCI
Coordinatore dottorato
Tutor
IL MEDITERRANEO
Parlare oggi di Mediterraneo è cosa assai complessa.
Il termine ha origine dalla parola latina Mediterraneus
che significa letteralmente “in mezzo alle terre”.
Comunemente indica il mare che circonda l’Italia e gli
antichi romani lo chiamavano appunto Mare Nostrum, il
nostro mare, e indicavano così quel pezzo di mare che
era delimitato a ovest dallo Stretto di Gibilterra, a
oriente
dal
Mar
di
Marmara
e
dal
Mar
Nero,
attraversando i Dardanelli e il Bosforo e cha a Sud,
oggi, attraverso il Canale di Suez, arriva al Mar
Rosso.
I confini geografici non rendono appieno cosa sia stato
il Mediterraneo per lo sviluppo della nostra civiltà:
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il Mediterraneus, lo spazio che è in mezzo alle terre,
è centrale rispetto alla storia di tutto l‘Occidente.
I centri di gravità si sono spostati lentamente da
Ovest a Est, e successivamente da Est a Ovest. Ma solo
sul finire del XVIII secolo cartografi e geografi hanno
considerato quest’insieme come un ‘tutto geografico’.
La parola ‘Mediterraneo’ ha preso un’iniziale maiuscola
e l’aggettivo è diventato un nome proprio, e si è
potuto identificarlo come unicum, mentre viaggiatori,
storici, filosofi e politici trasformavano questo dato
geografico in un valore culturale.
Alla metà del XIX secolo risale poi l‘idea del
Mediterraneo come unità. Si passa da una intendimento
del Mediterraneo come spazio liquido a una percezione
del Mediterraneo come insieme delle «terre emerse» che
racchiudono questo spazio.
Fondamentale non è più il mare ma diventa l’insieme
delle rive che vengono a formare una «proprietà
comune», come la definì il geografo Elisée Reclus
1.
È nel Mediterraneo che i greci, per primi, hanno
pensato il senso dello stare sulla terra da parte
dell’uomo. Lo hanno pensato attraverso il mito, la
poesia e la filosofia. È sulle rotte da Oriente a
Occidente e da Sud a Nord che gli uomini mediterranei
1
Mare Nostrum, di Robert Ilbert, in “Mediterraneo” su Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere e Arti – Appendice 2000, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 2000
si sono scambiati le merci e con esse le idee: la
filosofia
greca,
l’ebraismo,
il
cristianesimo
e
l’islam. È in questo mare che sono nate Atene, Roma,
Alessandria d’Egitto, poi Venezia e le meraviglie del
Rinascimento, gli splendori della Spagna e il fascino
della Francia, il Maghreb, Trieste, l’Istria, la
Croazia come porte per la Mitteleuropa.
Il Mediterraneo è stato ed è oggetto di diversissimi
studi di carattere storico, politico, culturale e
geopolitica, specialmente in relazione al ruolo che
l’Europa va ritagliandosi negli ultimi anni nello
scacchiere mondiale.
Basterà ricordare gli studi di storici di Fernand
Braudel e di Michel Balard, i numerosi Centri Studi
sull’Europa nati in tutto il mondo e diretti da esimi
docenti di tutte le discipline - tra tutti mi piace
ricordare quello di Roskilde, in Danimarca, intitolato
a Federico Caffè e diretto dal prof. Bruno Amoroso, con
il quale ho personalmente collaborato nella stesura di
alcuni rapporti sul Mediterraneo per conto del CNEL - i
congressi che quotidianamente si svolgono nelle nostre
università e nelle fondazioni delle nostre città.
Si affacciano sul Mediterraneo realtà diverse con
fenomeni culturali, economici e demografici assai
differenti. Gli scenari variano e si configurano
contrappongono differenti aree e modelli.
I paesi rivieraschi del Mediterraneo hanno la metà
degli abitanti dell’intera Europa ma il PIL di Italia
Francia e Spagna è oltre l’80% dell’intero PIL dei
paesi rivieraschi. L’indice di fecondità varia in modo
incredibile tra l’1,3 dell’Italia e i 4,9 della
Palestina e il prodotto interno (GDP) tra gli oltre
27.670 dollari a testa della Francia e i 3.576 della
Siria (dati 2003)
2.
Queste
enormi
disparità
non
impediscono
tuttavia
relazioni sociali ed economiche. Migrazioni, turismo,
commerci di ogni tipo si giovano in qualche caso anche
della disparità enormi tra riva nord e riva sud
dell’area. Le frontiere si sovrappongono alle dinamiche
locali che rispondono sempre più spesso a strategie
locali trasnazionali o infranazionali
3.
Il Mediterraneo si presenta come una regione frazionata
ma molto aperta, interdipendenze tra le diverse aree si
creano
con
sempre
maggiore
frequenza
facendo
intravedere una entità Mediterraneo.
In
quest’ottica
di
individuazione
di
una
entità
2
Cfr Anna Maria Ferragina, Statistical Abstract of Mediterranean Countries, CNR, Roma, 2006 e Laura Davì e Claudio Jampaglia, Primo Report Medlink, Medlink, Roma, 2007
3
Cfr anche Le prime globalizzazioni, di Amedeo Lepore, in “Historia Actual Online”, n.3, Inverno 2004, Asociatión de Historia Actual, Università di Cadice, Spagna
regionale che superi le stesse divisioni geografico
istituzionali dei nostri tempi, il geografo Yves
Lacoste allarga l’idea di Mediterraneo, la riporta al
suo originale significato ed individua nel mondo non
uno ma ben tre aree che si comportano come quella del
Mar Mediterraneo.
Sono tre Mediterranei, tre “terre di mezzo”, tre aree
dove
i
meccanismi
che
si
sviluppano
hanno
impressionanti similitudini e medesime dinamiche. Sono
il nostro, quello di cui abbiamo sinora parlato, quello
Caraibico (Golfo del Messico e Mar dei Carabi) e quello
Asiatico, “tra la costa della massa continentale
sino-indocinese e la collana di isole che si frappongono al
grande Oceano Pacifico”
4.
Ciascuno di questi tre mari regionali non solo è
circondato dalla terraferma o da grandi isole ma ha
anche, al centro, un’isola “che li divide in due metà
pressappoco equivalenti”
5e che è la chiave di volta
strategica per il dominio di tutta l’area
6. Parliamo
della Sicilia, di Cuba e di Formosa (Taiwan).
4
In Carlo Terracciano, I Mediterranei del Mondo, EURASIA, Rivista di studi geopolitica, Anno II n.3, ottobre-dicembre 2005, MrLars
5
Ibidem 6
“ciascuna di esse ha rivestito e riveste una grande importanza nelle strategie delle potenze talassocratiche, si tratti dell’Inghilterra o degli Stati Uniti” in Carlo Terracciano, I Mediterranei del Mondo, EURASIA, Rivista di studi geopolitica, Anno II n.3, ottobre-dicembre 2005, MrLars
L’attenzione che gli Stati Uniti hanno avuto per queste
isole nella storia recente (sbarco in Sicilia alla fine
della II Guerra Mondiale, embargo decennale contro
Cuba,
presenza
anticinese
su
Taiwan)
dice
quale
importanza strategica venga loro riconosciuta sia
economicamente che militarmente. I punti nevralgici dei
tre Mediterranei del mondo sono sotto la permanente
attenzione della più grande potenza del pianeta.
In questo nostro lavoro vogliamo analizzare una di
queste terre, l’isola di Cuba, centralmente strategica
per tutta l’area del Golfo del Messico-Mar dei Caraibi.
Ne osserveremo la popolazione facendo particolare
attenzione ai fenomeni di migrazione e agli spostamenti
tra aree urbane e campagna. Nel lavoro una particolare
attenzione porremo alla città dell’Avana e al suo
centro storico, una delle principali città di tutta
l’area caraibica, con caratteristiche uniche dal punto
di vista storico economico e demografico.
CUBA
L’arcipeago
cubano,
situato
nel
Mar
dei
Caribi,
all’ingresso
del
Golfo
del
Messico
e
bagnato
dall’Oceano Atlantico, si compone di oltre 1600 piccole
isole e caii, oltre che dell’isola stessa di Cuba, la
più grande delle Antille.
La superficie totale del paese è di 110.922 Km
quadrati, dei quali 105.007 dell’isola di Cuba, che si
estende per 1250 km di lunghezza.
Il territorio è suddiviso in 15 provincie composte da
169 municipalità
L‘ISOLA DI CUBA DIVISA PER PROVINCIE
La
popolazione
originaria
dell’isola
fu
quasi
completamente sterminata, ma grandi migrazioni di
conquistatori spagnoli, schiavi africani e cinesi
abitarono l’isola, sino alla fine del secolo XIX-inizio
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del XX, quando giunsero anche americani e abitanti
delle antille.
La popolazione cubana si compone in maggioranza di
bianchi discendenti dai coloni spagnoli (70%), mentre i
mulatti ed i neri sono delle consistenti minoranze
(17,3% e 12,4%). Si nota facilmente che i neri sono
meno numerosi qui che nelle altre Grandi Antille;
questo fenomeno ha cause storiche, dato che fino alla
fine del XIX secolo Cuba non è stata coltivata da parte
dei colonialisti spagnoli, che utilizzavano l’isola
come base militare e navale.
Lo
sviluppo
originario
dell’isola
si
realizzò
principalmente in sette cittadine fondate dai coloni
spagnoli, Baracoa, Bayamo, Trinidad, Sancti Spiritus,
Santa Maria, Santiago e l’Avana.
La posizione strategica dell’isola fu determinante per
il suo sviluppo economico, in particolare per il ruolo
srategico nelle rotte commerciali del porto dell’Avana.
Vediamo insieme delle brevi schede descrittive delle
singole provincie, che a partire dal 1976 sono 15
divise in 169 municipi, tratte da vecchie schede
pubblicate
dall’Associazione
Italia
Cuba,
da
noi
aggiornate.
Province
Municipi
Pinar del Río
14
La Habana
19
Ciudad de La Habana
15
Matanzas
14
Villa Clara
13
Cienfuegos
8
Sancti Spíritus
8
Ciego de Avila
10
Camagüey
13
Las Tunas
8
Holguín
14
Granma
13
Santiago de Cuba
9
Guantánamo
10
Isola della Gioventù
1
Provincia di Pinar del Río
abitanti 731.254 (media 2007) – superficie 10.925 kmq. – densità 67,1 ab./kmq.
Per la sua estensione occupa il terzo posto nel paese e costituisce il 10 % del territorio nazionale. I suoi rilievi, anche se il territorio in prevalenza è pianeggiante, sono solamente il 21 % della sua superficie. Da est verso ovest troviamo la Cordigliera di Guaniguanico, suddivisa naturalmente nella Sierra del Rosario e nella Sierra de los Órganos, quest’ultima fiancheggiata a nord e a sud dalle Alturas de Pizarras. La provincia è suddivisa in cinque regioni naturali: Pianura Sud, Pianura Nord, Pianura di Guane-Mantua, Pianura di Guanahacabibes e la Cordigliera di Guaniguanico. Il punto più elevato della provincia di Pinar del Río è il Pan de Guajaibón, a 699 metri sul livello del mare.
Nella provincia di Pinar del Río si trovano diverse terme con caratteristiche medicinali, tra queste San Diego de los Baños, Soroa e San Vicente.
Vi sono diverse baie naturali come quelle di Cabañas e di Bahía Honda. Tra i suoi fiumi troviamo il Cuyaguateje, il Guamá, il San Diego, il Mantua, il Maní-Maní e l’Hondo, tra gli altri.
Le piantagioni della provincia di Pinar del Río producono il miglior tabacco del mondo. Inoltre, la provincia produce articoli economici fondamentali come zucchero, riso, aragoste, carne di manzo, carne di maiale, pollame, latte, agrumi, rame concentrato, tra gli altri.
Le sue principali attrattive turistiche si trovano specialmente nella Valle de Viñales, negli isolotti del nord, nella zona montuosa e nelle sue enormi caverne, molte delle quali ancora inesplorate.
I suoi municipi sono: Bahía Honda, Candelaria, Consolación del Sur, Guane, La Palma, Los Palacios, Mantua, Minas de Matahambre, San Cristóbal, Sandino, San Juan y Martínez, San Luis, Viñales e Pinar del Río, il capoluogo di provincia.
Provincia di La Habana
Abitanti 737.555 (media 2007) – superficie 5.731,59 kmq. – densità 129,1 ab./kmq.
Per la sua estensione occupa il dodicesimo posto a livello nazionale. I suoi rilievi fisici più notevoli sono le Alturas de Habana-Matanzas, che si estendono da ovest verso est, e le elevazioni di Bejucal-Madruga-Coliseo. In quest’ultima si trova la Sierra del Grillo, Madruga, a 321 metri sul livello del mare.
A sud si trova la pianura rossa che va da Artemisa fino al confine con Matanzas. La costa nord è alta con spiagge e scogliere e quella sud è paludosa con mangrovie.
Il peso economico del territorio è nella coltivazione di canna da zucchero, agrumi, tuberi, verdure e ortaggi, e anche del tabacco. Al secondo posto si trova il ramo industriale, in cui si distinguono le 16 centrali dello zucchero, aspetto che la colloca al terzo posto tra le province con il maggior numero di questo tipo di industria.
Sono pure di grande importanza due industrie tessili e due industrie termoelettriche, cave, fabbriche di cemento e di altri materiali da costruzione, vari impianti di lavorazione di derivati del latte, di residui della canna da zucchero per la fabbricazione di carta, carta da giornale, cartoncino, cartone e legno truciolato, industria del vetro, pneumatici, mobili, cavi elettrici, distillerie di alcool, raffinerie e
zuccherifici, conserve alimentari, allevamenti di suini, bovini e pollame.
Allo stesso modo si evidenziano laboratori biotecnologici, aziende per lo sviluppo dell’allevamento bovino (carne e latte), la pesca e l’attività portuale a Mariel, dove esiste un porto per l’imbarco dello zucchero raffinato.
La provincia di La Habana si trova nel pieno sviluppo delle sue risorse turistiche.
E’ la provincia con il maggior numero di municipi (19) nel paese. Questi sono: Alquízar, Artemisa, Batabanó, Bauta, Bejucal, Caimito, Guanajay, Güines, Güira de Melena, Jaruco, Madruga, Mariel, Melena del Sur, Nueva Paz, Quivicán, San Antonio de los Baños, San José de las Lajas, San Nicolás, Santa Cruz del Norte.
Provincia Ciudad de la Habana (L’AVANA)
abitanti 2.162.452 (media 2007) – superficie 721,01 kmq. – densità 2.991,1 ab./kmq.
Per la sua estensione è la più piccola del paese. Nella parte sud della provincia si trova la parte terminale delle Alturas de Bejucal-Madruga-Coliseo e a est comprende parte dell’estremità orientale delle elevazioni Habana-Matanzas.
La costa nord è alta e in essa si trova la Baia di La Habana. Il fiume più importante della capitale cubana è l’Almendares, che scorre da sud fino a sfociare sulla costa nord.
La sua densità di popolazione è la più alta di tutta l’isola.
Al settore industriale compete la parte principale della sua economia: fabbriche di sigari, di calzature, di birra, di bibite, di gelati e altre del ramo alimentare; raffinerie, industrie di costruzione di apparecchiature e pezzi di ricambio, macchinari e altri impianti. Vi sono pure industrie casearie, di macellazione, del vetro, di assemblaggio di autobus, macinazione di grano, fabbriche di saponi, profumeria, vernici, biotecnologie, tra le altre.
A Ciudad de La Habana vi sono due impianti termoelettrici e un uguale numero di cantieri navali, è importante l’attività portuale nella rada di La Habana, dove vi è il maggior movimento delle navi, e il porto della pesca di Regla, il più importante del paese.
Nel settore dei servizi vi sono i più importanti hotel, centri commerciali, gastronomici e magazzini della nazione.
Essendo la sede della capitale cubana, questa provincia riveste una grande importanza politico-amministrativa, in quanto vi sono le direzioni degli organismi dello Stato, delle istituzioni scientifiche, culturali, politiche e di massa.
Le sue caratteristiche culturali e la sua architettura coloniale fanno di Ciudad de La Habana un grande polo turistico internazionale.
La provincia è suddivisa in 15 municipi: Arroyo Naranjo, Boyeros, Centro Habana, Cerro, Cotorro, 10 de Octubre, Guanabacoa, Habana del Este, Habana Vieja, La Lisa, Marianao, Playa, Plaza de la Revolución, Regla e San Miguel del Padrón.
La provincia di Matanzas
Abitanti 683.200 (media 2007) – superficie 11.802,72 kmq. – densità 58,0 ab./kmq.
Per la sua superficie, è la seconda per estensione territoriale nel paese, preceduta solamente da Camagüey. Ha coste verso sud e verso nord, la maggior parte delle prime sono pantanose, evidenziandosi principalmente quelle della Ciénaga de Zapata.
Il suo profilo è molto pianeggiante. A ovest appaiono le estremità delle Alturas de Habana-Matanzas e quelle di Bejucal-Madruga-Coliseo. Nelle prime l’altezza maggiore corrisponde al Pan de Matanzas con 389 metri sul livello del mare.
I fiumi principali sono l’Hanábana di 93 chilometri di lunghezza, il San Juan e il Canímar, rispettivamente di 64 e di 46 chilometri. L’economia della provincia di Matanzas si basa sull’agricoltura, sulla coltivazione della canna da zucchero e inoltre vi è la sede della maggior azienda produttrice di agrumi del paese e una delle aree principali per la semina di henequén. Altri prodotti importanti sono il riso, i tuberi e gli ortaggi.
Nel ramo industriale si evidenziano 20 centrali dello zucchero, che la trasformano nella seconda provincia con maggior numero di questo tipo di impianti. Ha pure un’industria per l’elaborazione delle fibre di henequén, una di produzione di rayon – unica del suo tipo a Cuba – un impianto per il recupero del solfato di sodio, la più moderna conceria del paese, un impianto per la raffinazione dello zucchero e la più importante distilleria della nazione, un industria per il trattamento degli agrumi e un impianto per la produzione di fertilizzanti completi e azotati.
Matanzas ha allo stesso modo industrie per lo stampaggio dei metalli, di prodotti per la produzione di pitture, cosmetici e altri articoli. Inoltre una salina, fabbriche di carta e di legname, di detergenti, di profumi, di conserve e di altri prodotti alimentari.
Nell’attività portuale è significativo l’apporto economico del porto di Matanzas, con un gran movimento di carichi di importazione e di esportazione, che ha un punto di imbarco per lo zucchero cristallizzato e un altro per la ricezione di super-petroliere. E’ allo stesso modo importante la Baia di Cárdenas, dove si incontra un cantiere per la costruzione di pescherecci. La pesca e lo sviluppo dell’allevamento bovino compongono il quadro economico del territorio della provincia di Matanzas.
Negli ultimi anni hanno avuto notevole sviluppo la esplorazione e l’estrazioni di idrocarburi nella parte nord della provincia.
Una citazione a parte merita il turismo, di grande beneficio per l’economia nazionale, specialmente quello delle aziende turistiche di Varadero, una delle spiagge più belle del mondo, e della Ciénaga de Zapata, con le sue importanti risorse naturali.
Il territorio è suddiviso in 14 municipi: Calimete, Cárdenas, Ciénaga de Zapata, Colón, Jagüey Grande, Jovellanos, Limonar, Los Arabos, Martí, Pedro Betancourt, Perico, Unión de Reyes, Varadero e Matanzas, il capoluogo della provincia.
Provincia di Villa Clara
Abitanti 810.451 (media 2007) – superficie 8.412,41 kmq. – densità 96,2 ab./kmq.
Per la sua estensione occupa il sesto posto tra le province con maggior superficie del paese. Ha una costa solamente a nord, che è paludosa per la maggior parte. Verso nord-est si elevano la Sierra Morena e la Sierra
de Jumagua, separate dal litorale da una stretta pianura costiera. A nord, una pianura è attraversata dal torrente Zanja de Trelles e verso ovest dal fiume Sagua la Grande, a est dal fiume Sagua la Chica e dal Manacas, tra gli altri.
Verso il centro del territorio si trovano le Alturas de Santa Clara, con la maggiore altezza nella Sierra Alta de Agabama. All’estremo sud si innalza la Sierra de Trinidad, appartenente alle montagne di Guamuhaya, e tra i due gruppi montagnosi c’è la pianura che va da Santa Clara fino al limite con la provincia di Sancti Spíritus.
I corsi d’acqua più importanti sono il Sagua la Grande e il Sagua la Chica, rispettivamente di 163 e di 81 chilometri.
La sua attività economica fondamentale è l’agricoltura con le coltivazioni della canna da zucchero e quelle del tabacco, ed è una delle zone dello zucchero e del tabacco più importanti del paese. Allo stesso modo vi sono grandi aree seminate ad agrumi, frutteti, tuberi e ortaggi. Nel ramo industriale, si evidenziano 27 centrali dello zucchero, che la pongono al primo posto tra le province con il maggior numero di queste industrie, un impianto combinato metalmeccanico, una fabbrica di utensili domestici (frigoriferi, cucine, pentole e altro), come pure impianti per la produzione di birra, di rum, di sigari e sigarette, vetri piani, calzature, prodotti alimentari, una salina e varie industrie di materiali da costruzione.
L’attività portuale a Caibarién e a Isabela de Sagua, lo sviluppo dell’allevamento bovino, suino e avicolo, la pesca, tra molti altri rami, completano il panorama economico della provincia di Villa Clara.
Il territorio di questa provincia è suddiviso in 13 municipi: Caibarién, Camajuaní, Cifuentes, Corralillo, Encrucijada, Manicaragua, Placetas, Quemado de Güines, Ranchuelo, Remedios, Sagua la Grande, Santo Domingo e Santa Clara, capoluogo della provincia.
Provincia di Cinfuegos
Abitanti 401.518 (media 2007) – superficie 4.180,02 kmq. – densità 96,2 ab./kmq.
Per la sua estensione territoriale è una delle province più piccole del paese, insieme a quella di Ciudad de La Habana e del municipio speciale dell’Isola della Gioventù. E’ una provincia molto piana al centro e a occidente. A sud-est si trova l’estremo occidentale della Sierra di Trinidad, con numerose grotte e mogotes. L’altezza maggiore è il Pico San Juan con 1.140 metri sul livello del mare.
La costa è solo nella parte sud, bassa a ovest della Baia di Cienfuegos e alta verso est.
I fiumi più importanti sono il Damují, l’Arimao, il Caunao e l’Hanábana. Le coltivazioni della canna da zucchero e altre come il banano, agrumi e riso costituiscono le attività economiche fondamentali del territorio. Tuttavia, è una delle province che ha i principali progetti di sviluppo industriale di Cuba. Si evidenziano 11 centrali dello zucchero, il terminal dell’imbarco dello zucchero in cristalli, una fabbrica di fertilizzanti azotati, un impianto caseario, un impianto termoelettrico, mulini per il grano, una fabbrica di lievito e altri centri rilevanti. Ha pure la più grande fabbrica di cemento di Cuba e una raffineria di petrolio. Un significativo contributo all’economia nazionale è dato dal porto di Cienfuegos e dal Combinato Peschiero Industriale, come pure dai cantieri. Viene prestata una grande attenzione allo sviluppo
dell’allevamento bovino e avicolo.
La provincia di Cienfuegos è, inoltre, un importante centro turistico nazionale e internazionale per le sue bellezze naturali e le caratteristiche della sua architettura coloniale.
Ha otto municipi: Abreus, Aguada de Pasajeros, Cruces, Cumanayagua, Palmira, Rodas, Santa Isabel de las Lajas e Cienfuegos, il capoluogo della provincia.
Provincia di Sancti Spiritus
Abitanti 463.989 (media 2007) – superficie 6.736,51 – densità 68,9 ab./kmq.
E’ la settima tra le province cubane per estensione. A nord, al centro e a sud vi sono pianure con differenti caratteristiche: quella del centro è ondulata, a nord vi sono le Alturas de Bamburanao-Jatibonico, e a sud-est l’estremità orientale delle montagne di Trinidad e di quelle di Sancti Spíritus, entrambe molto scoscese con numerose grotte e cascate d’acqua. La costa nord e quella sud per la maggior parte sono pantanose.
Tra i corsi d’acqua più importanti troviamo il fiume Zaza, con una lunghezza di 140 km., che è sbarrato dalla diga che porta lo stesso nome, la più grande del paese, con 1.020 milioni di metri cubi d’acqua, e il fiume Agabama, che percorre 75 chilometri nella provincia, scorrendo tra le montagne di Trinidad e quelle di Sancti Spíritus.
Nel ramo agricolo si trova il maggior potenziale economico, con grandi aree coltivate a canna da zucchero e a tabacco, che la fa diventare una delle zone più importanti del paese nella produzione di quest’ultima voce, particolarmente nel municipio di Cabaiguán. Vengono anche coltivati tuberi, ortaggi e frutta. Questa provincia è allo stesso modo una delle maggiori produttrici di riso dell’isola, dato che copre il 25 % della domanda nazionale del cereale. Il caffè e il miele delle api sono tra gli altri aspetti fondamentali di questa parte di Cuba.
I settori montuosi della provincia di Sancti Spíritus hanno un peso fondamentale nell’economia del territorio, dato lo sviluppo dei programmi forestali e della coltivazione del caffè, ai quali partecipano circa 15.000 persone.
Le nove centrali dello zucchero sulle quali conta la provincia, una fabbrica di cemento, diverse industrie di prodotti alimentari e una raffineria di petrolio, danno allo stesso modo un grande contributo all’economia cubana. Nel territorio esistono anche aziende per lo sviluppo dell’allevamento, in particolare quello delle vacche da latte, e quello avicolo. Allo stesso modo, si evidenzia l’acquicoltura, in quanto la provincia di Sancti Spíritus ha il maggior volume di acqua nei bacini del paese.
La città di Trinidad, per le caratteristiche della sua architettura coloniale e culturale, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), costituisce un centro turistico di grande importanza nazionale e internazionale.
La provincia di Sancti Spíritus è suddivisa in 8 municipi, come le province di Cienfuegos e di Las Tunas, che rappresentano le province con minor numero di municipi del paese. Questi sono: Cabaiguán, Fomento, Jatibonico, La Sierpe, Taguasco, Trinidad, Yaguajay e Sancti Spíritus, il capoluogo di provincia.
Provincia di Ciego de Avila
abitanti 420.403 (media 2007) – superficie 6.783,13 kmq. – densità 62,1 ab./kmq.
E’ praticamente una provincia tutta piana, con l’unica presenza di elevazioni verso nord-ovest e all’estremità orientale della Sierra de Bamburanao-Jatibonico, con 408 metri sul livello del mare e a nord le piccole Lomas de Cunagua.
La costa nord e quella sud sono pantanose.
La maggior parte dei fiumi della provincia entrano nel sottosuolo prima di arrivare alle coste. I più importanti sono il Majagua (Río Grande) e il Chambas.
E’ anche un territorio fondamentalmente agricolo, con coltivazioni come quella della canna da zucchero, ortaggi, ed è la seconda provincia nel paese produttrice di tuberi. Vi sono anche grandi aree coltivate ad agrumi, che la rendono una delle più importanti in questo settore a livello nazionale, come pure per il tabacco e il per il kenaff.
Nel ramo industriale vi sono nove centrali per lo zucchero, aspetto che la situa tra le sei principali province produttrici di zucchero, un impianto per il trattamento del kenaff, due impianti per la produzione di lievito e due impianti per il trattamento degli agrumi, un’industria alimentare, varie fabbriche di conserve e altre ancora nel ramo alimentare.
Ciego de Ávila possiede un impianto per la perforazione e per l’estrazione del petrolio, miniere di sale e di gesso e altre industrie. Inoltre, sviluppa l’allevamento bovino, in particolar modo quello per il latte, equino, suino e di pollame. Nel sud della provincia si trova il porto di Júcaro, attraverso il quale vengono esportati agrumi e zucchero e allo stesso tempo si ricevono diversi prodotti di importazione.
A nord della provincia, separati dal territorio insulare dalla Bahía de los Perros, ci sono i cayos Coco e Guillermo, appartenenti all’Arcipelago Sabana-Camagüey, e al territorio amministrativo provinciale. Recentemente sono stati costruiti terrapieni (strade su basi rocciose su bassi fondali marini) per facilitare il loro sfruttamento turistico.
E’ suddivisa in 10 municipi: Baraguá, Bolivia, Ciro Redondo, Chambas, Florencia, Majagua, Morón, Primero de Enero, Venezuela e Ciego de Ávila, il capoluogo provinciale.
Provincia di Camaguey
abitanti 783.908 (media 2007) – superficie 15.615,02 kmq. – densità 50,2 ab./kmq.
Per la sua estensione la provincia di Camagüey è la maggiore di Cuba, con un profilo pianeggiante, allo stesso modo di Ciego de Ávila. A nord e a sud si estendono basse pianure, con coste pantanose e le uniche alture si trovano a nord-est e a sud-est. Queste alture appartengono rispettivamente alla Sierra de Cubitas e alla Sierra de Najasa. Nella prima si trova il punto più alto di tutto il territorio, il Cerro de Tuabaquey, a 309 metri sul livello del mare.
I fiumi principali sono il Caonao, il San Pedro e il Máximo, con le sue famose conche o piscine naturali.
Con un peso economico fondamentale nell’agricoltura, Camagüey ha come principale coltivazione quella della canna da zucchero, seguita da riso, agrumi, tuberi e ortaggi. Qui si trovano due delle aziende di allevamento più importanti di Cuba, che si dedicano fondamentalmente alla produzione
di latte. Inoltre si sviluppa l’allevamento suino, equino e avicolo. Nel ramo industriale, vi sono 12 centrali dello zucchero, molte delle quali tra quelle di maggior capacità produttiva del paese, un impianto di fertilizzanti azotati, un impianto termo-elettrico, una fabbrica di cemento, questi ultimi tre nel municipio di Nuevitas.
Camagüey ha pure una delle officine ferroviarie più importanti del paese, industrie di prodotti caseari, di mangime, bibite e liquori, mulini per il riso, miniere di magnesite, segherie, una salina, un impianto per il trattamento degli agrumi e altre.
Nella Baia di Nuevitas si trova uno dei porti di maggiore attività economica del paese, dove funziona uno dei più moderni terminal di zucchero in cristalli. Allo stesso modo si evidenziano la pesca e la presenza di cantieri per la riparazione e la costruzione di imbarcazioni per tale attività.
Sia la città di Camagüey sia altri municipi della provincia rivestono una grande importanza storica e culturale e sono considerate come vere città-museo di grande attrattiva turistica.
La provincia di Camagüey è suddivisa in 13 municipi: Carlos Manuel de Céspedes, Esmeralda, Florida, Guáimaro, Jimaguayú, Minas, Najasa, Nuevitas, Santa Cruz del Sur, Sibanicú, Sierra de Cubitas, Vertientes e Camagüey, il capoluogo provinciale.
Provincia di Las Tunas
abitanti 532.493 (media 2007) – superficie 6.587,75 kmq. – densità 80,9 ab./kmq.
E’ una provincia molto pianeggiante con basse coste al sud. Al nord, il litorale è alto e ha grandi baie, come quella di Manatí, di Malagueta e di Puerto Padre.
I fiumi più importanti sono il Jobabo e il Sevilla, entrambi con foce nella costa sud della provincia.
La sua parte centrale è parte delle alture di Florida-Camagüey-Las Tunas, da dove scendono numerosi fiumi come il Jobabo, il Sevilla e l’Hormiguero, verso sud, e Yarigna, Manatí, Naranjo e Chaparra verso nord, che bagnano le sue fertili terre.
Le coltivazioni di canna da zucchero, tuberi, ortaggi, frutteti e di altri prodotti, costituiscono la base economica fondamentale del territorio. Allo stesso modo, Las Tunas ha sei centrali dello zucchero, quattro delle quali sono tra quelle di maggior capacità produttiva del paese. Inoltre ha due fabbriche di lievito per foraggio (a partire dai derivati della canna da zucchero), una fabbrica per il trattamento della fibra di kenaff, una pastorizzazione, produzioni di formaggio e di altri prodotti alimentari, oltre a diversi centri manifatturieri.
La provincia ha tre porti marittimi (Guayabal, a sud, e Manatí e Carúpano, al nord, utilizzati principalmente per l’esportazione dello zucchero. In entrambe le rade funzionano terminali per l’imbarco a grandi quantità.
Nel campo agro-zootecnico, vi è in primo luogo il bestiame bovino da latte, seguito da quello suino e dal pollame.
Ha otto municipi: Amancio Rodríguez, Colombia, Jesús Menéndez, Jobabo, Majibacoa, Manatí, Puerto Padre e Las Tunas, il capoluogo di provincia.
abitanti 1.035.057 (media 2007) – superficie 9.292,83 kmq. – densità 111,5 ab./kmq.
E’ la quarta provincia con maggior estensione territoriale nel paese. A sud-est del suo territorio si estende la Sierra del Cristal e le Cuchillas de Moa, che appartengono al gruppo montuoso Sagua-Baracoa. A nord si trovano le Alturas de Maniabón. L’altezza maggiore della zona è nel Pico Cristal, a 1.231 metri sul livello del mare.
Holguín ha solamente una costa verso nord, che è alta e alla quale appartiene la Baia di Nipe, e quelle di Levisa e Gibara, tra le altre. I fiumi più importanti sono il Mayarí, il Sagua de Tánamo, il Moa, il Tacajó e il Gibara.
La canna da zucchero, agrumi, caffè, frutta, tuberi e ortaggi costituiscono le voci principali dell’economia della provincia di Holguín. Il ramo industriale conta su dieci centrali dello zucchero, alcune delle quali sono considerate tra quelle di maggior produzione del paese.
Di grande importanza per l’economia nazionale è la produzione di nichel negli impianti di Moa e di Nicaro, con riserve del minerale considerate tra le maggiori del mondo. Il territorio ha pure miniere di rame, di ferro e di cromo. Allo stesso modo Holguín conta su numerose industrie siderurgiche, alimentari, di arredamento sanitario, oltre a molte altre installazioni.
Notevoli anche lo sviluppo dell’allevamento di vacche da latte, del pollame, dei suini, l’attività portuale, la pesca e la costruzione di pescherecci, tra le altre attività.
La provincia di Holguín è suddivisa il 14 municipi, per cui è la quarta provincia cubana con il maggior numero di istanze a questo livello. Questi sono: Antilla, Báguanos, Banes, Cacocum, Calixto García, Cueto, Frank País, Gibara, Mayarí, Moa, Rafael Freyre, Sagua de Tánamo, Urbano Noris e Holguín, il capoluogo di provincia.
Provincia di Granma
abitanti 833.213 (media 2007) – superficie 8.375,49 – densità 99,5 ab./kmq.
Per la sua estensione è la sesta provincia dell’isola, formata dopo la Divisione Politico-Amministrativa del 1976. Il suo nome è stato dato in ricordo dello yacht Granma, imbarcazione usata dai rivoluzionari cubani per arrivare all’isola nel 1956, e iniziare la lotta armata contro il Governo di Fulgencio Batista.
Una gran parte del suo territorio è in pianura, escluso nella sua parte meridionale, dove si trova la Sierra Maestra. La costa è bassa a nord di Manzanillo e alta da lì verso sud.
Il fiume Cauto, il più lungo dell’isola, con circa 250 chilometri nella provincia (su un totale di 343 chilometri, e il fiume Bayamo, con 89 chilometri di lunghezza, sono le correnti fluviali più importanti della regione.
E’ una provincia eminentemente agricola, con coltivazioni di canna da zucchero, riso, caffè, cacao, agrumi, tabacco, frutta, tuberi e verdure. Nel ramo industriale, la produzione dello zucchero occupa il primo posto con dieci centrali nel territorio. Vi sono anche diverse fabbriche di attrezzature agricole e automotrici, altre di prodotti alimentari, un impianto di cemento per strade – la prima di fabbricazione cubana – un terminal per l’imbarco di zucchero in grandi quantità, tra le altre
installazioni. La pesca occupa pure un posto importante nell’economia di Granma.
Nella provincia si trova il porto di Manzanillo e due porti inferiori: uno a Niquero e l’altro a Pilón, con un grande movimento di importazione ed esportazione di merci.
Si distingue pure per il suo sviluppo nell’allevamento di bestiame, in particolar modo quello delle vacche da latte, del pollame e dei suini. Granma è suddivisa in tredici municipi: Bartolomé Masó, Buey Arriba, Campechuela, Cauto Cristo, Guisa, Jiguaní, Manzanillo, Media Luna, Niquero, Pilón, Río Cauto, Yara e Bayamo, il capoluogo di provincia.
Provincia di Santiago di Cuba
abitanti 1.044.744 (media 2007) – superficie 6.156,44 kmq. – densità 169,7 ab./kmq.
Questa provincia orientale occupa, insieme a quella di Holguín, il secondo posto per maggior numero di abitanti, preceduta solo da Ciudad de La Habana. E’ un territorio piano nella parte nord, mentre il resto varia da ondulato fino a montuoso, per la presenza della Sierra Maestra, dove si trova l’altitudine maggiore dell’isola: il Pico Turquino. Il litorale sud è alto e in questo vi è la Baia di Santiago de Cuba.
Il capoluogo della provincia è la città di Santiago de Cuba, la seconda per importanza nel paese, sia per il suo sviluppo economico, sia per la sua densità di popolazione. Ostenta l’onorevole Titolo di Città-Eroe della Repubblica di Cuba.
Il fiume Cauto è il più importante della regione, fluisce per circa 120 chilometri nella provincia.
Il ramo agricolo è predominante nell’economia santiaguera. La coltivazione principale è quella della canna da zucchero, seguita dagli agrumi, frutta e caffè (questi ultimi si trovano, soprattutto, nelle zone montuose), come pure piantagioni di tabacco, di tuberi e di ortaggi. La provincia di Santiago de Cuba ha otto centrali dello zucchero, una raffineria di petrolio – la seconda per importanza nel paese – fabbriche di cemento, calzature, birra, rum, diversi prodotti alimentari, miele e cera, materiali da costruzione, tra molte altre di grande importanza economica. Ha anche due impianti termoelettrici.
Il porto di Santiago de Cuba, uno dei principali dell’isola, ha un grande movimento di navi e un notevole flusso di merci per l’esportazione e l’importazione. Di rilievo sono i cantieri navali di Santiago de Cuba, dove vengono costruiti pescherecci, e allo stesso modo un ampio sviluppo degli allevamenti bovino, suino e di pollame.
La provincia è suddivisa in nove municipi: Contramaestre, Guamá, Julio Antonio Mella, Palma Soriano, San Luis, Segundo Frente, Songo-La Maya, Tercer Frente e Santiago de Cuba, il capoluogo provinciale.
Provincia di Guantanamo
abitanti 511.143 (media 2007) – superficie 6.167,97 kmq. – densità 82,9 ab./kmq.
Per la sua estensione territoriale, è una delle province più piccole del paese. E’ piana verso sud-ovest, il resto è montuoso, evidenziandosi le Cuchillas del Toa e di Baracoa, e la Sierra de Purial. In quest’ultima si trova la Loma del Gato, con 1.181 metri di altezza.
I fiumi più importanti sono il Toa, e il Guantánamo.
La sua principale voce economica è l’agricoltura: coltivazioni di canna da zucchero, frutta, agrumi, caffè, cacao, tuberi e ortaggi. Ha pure grandi aree di riserva forestale.
Il ramo industriale conta su sei centrali dello zucchero, un centro poligrafico – uno dei maggiori dell’isola – un impianto per la produzione di olio di cocco, miniere di sale e un’industria per la lavorazione di questo minerale, come pure un’altra per la produzione di derivati del cacao, fabbriche di bibite, di sigari e altre dell’industria alimentare, tra molti altri impianti.
Ha una grande importanza economica il porto di Boquerón, nella parte sud, dove viene esportato lo zucchero, tra le altre merci. Sia sulla costa nord, sia su quella sud, ci sono pure porti più piccoli dedicati essenzialmente ad attività di cabotaggio. La provincia sviluppa sia l’allevamento di bovini, suini e pollame.
Nella parte sud, nel municipio di Caimanera, si trova la Base Navale di Guantánamo, porzione dell’arcipelago cubano occupato dagli Stati Uniti dal 1902.
Il territorio è suddiviso in dieci municipi: Baracoa, Caimanera, El Salvador, Imías, Maisí, Manuel Tames, Niceto Pérez, San Antonio del Sur, Yateras e Guantánamo, il capoluogo provinciale.
Provincia della Isola della Gioventù
abitanti 86.533 (media 2007) – superficie 2.419,27 kmq. – densità 35,8 ab./kmq.
L’Isola della Gioventù, la seconda isola per grandezza dell’arcipelago cubano, è stata dichiarata municipio speciale dalla Divisione Politico-Amministrativa del 1976 e, allo stesso tempo, è considerata una provincia in più, dal punto di vista demografico.
Nel corso della sua storia è stata denominata in diversi modi. Per la sua forma, alcuni la chiamano ‘Isla del Quitrín’ (Isola del Calessino), uno dei mezzi di trasporto dell’epoca coloniale cubana, trainato da cavalli. Il navigatore genovese Cristoforo Colombo la chiamò ‘Evangelista’, quando la scoprì nel 1494 e il conquistatore Diego Velázquez la chiamò ‘Santiago’, alcuni marinai la chiamarono ‘Santa María’ e i suoi primi abitanti la chiamavano Siguanea. E’ stata un rifugio di corsari e di pirati e si afferma che questo aspetto ispirò l’opera dello scrittore Robert Louis Stevenson, "L’Isola del Tesoro".
Gli spagnoli la colonizzarono e la denominarono ‘Colonia della Regina Amalia’. Per l’esistenza a Nueva Gerona, la sua capitale (fondata nel 1830), di un penitenziario costruito in legno con il tetto di guano, si trasformò nell’Isola dei Deportati.
E’ stata pure conosciuta come Isola dei Pini, per il predominio nella sua flora di queste piante delle conifere.
Nell’isola era stato costruito un carcere a forma circolare, che in modo paradossale venne chiamato ‘Presidio Modello’. I numerosi crimini commessi in quel recinto fecero affibbiare all’isola l’appellativo di ‘Isola dei 500 assassinati’.
Nell’agosto del 1976, il Presidente cubano, Fidel Castro, propose un nome definitivo per questo territorio: ‘Isola della Gioventù’, data la grande maggioranza di giovani presenti nella sua popolazione e per il lavoro di questi per lo sviluppo dell’isola.
come la Sierra de la Cañada, a 310 metri sul livello del mare, e a nord-ovest, la Sierra de Las Casas e la Sierra de Caballos. Al centro-sud si trova la Ciénaga de Lanier. La costa nord è bassa per la maggior parte, mentre quella meridionale è alta. I fiumi più importanti sono Las Nuevas e il Medio.
Verso l’estremo sud-est di questa regione si trovano incisioni nella roccia del litorale delle Grotte di Punta del Este, dove gli aborigeni cubani realizzarono diverse pittografie, definite dallo studioso cubano Fernando Ortíz come la Cappella Sistina dell’arte rupestre caraibica. La Isla, come la chiamano i cubani, è il luogo di Cuba con le più estese coltivazione di agrumi, in particolar modo del pompelmo, il suo principale articolo da esportazione. Per questo motivo ha sviluppato un’importante rete di opere idrotecniche.
Cave di marmo e la produzione di caolino fanno di questo territorio il più importante di Cuba in questi settori. Sono rilevanti anche le sue ceramiche, un’industria per la lavorazione della pesca e dei molluschi, come pure l’attività del porto di Nuova Gerona e lo sviluppo dell’allevamento.
Analizzeremo i dati provenienti dalla Oficina Nacional
de Estadisticas de Cuba, l‘“ISTAT“ cubano, dagli
archivi dell’ente cubano preposto alla gestione del
territorio di cui stiamo parlando, la Oficina del
Historiador de la Habana, che hanno effettuato indagini
statistiche e censimenti locali, vaglieremo dati sulla
città e le informazioni raccolte in occasione degli
ultimi censimenti nazionali e locali, soffermandoci sui
dati demografici generali (popolazione, sesso, età), su
quelli relativi alle migrazioni (provenienza, nascita),
sull’educazione (titolo di studi, specializzazioni) e
sul lavoro.
L’ultimo censimento generale del paese è stato fatto
nel settembre 2002 e il precedente risale a più di 20
anni
prima,
al
1981.
L’ultima
indagine
sulla
popolazione del Centro storico dell’Avana risale invece
al 2001.
Utilizzeremo
anche
i
dati
sulla
popolazione
che
l’Istituto di statistica elabora e fornisce in rapporti
annuali molto dettagliati.
I CENSIMENTI DELLA POPOLAZIONE
L’andamento
della
popolazione
a
Cuba
è
stato
contraddistinto dallo sviluppo raggiunto nelle diverse
fasi storiche. Dati dell’epoca coloniale indicano che
nel 1537 l’isola era abitata da 5.800 persone, delle
quali 300 erano spagnoli, 5.000 erano indios e 500
schiavi neri.
Il primo censimento, risalente al 1774, stabilì che
l’isola era abitata da 171.620 persone, il 25 % di
origine africana e il 26.2 % spagnoli, come gruppi
etnici principali.
Nel 1792 vi erano 273.979 persone, in predominanza
schiavi neri, mulatti e neri.
Le
cifre
date
per
il
1804,
1810
e
1811,
non
corrispondono a veri conteggi demografici, ma a stime
di anni precedenti o a lavori parziali ed incomplei.
Sono comunemente accettate come autentiche le stime del
censimento del 1817 (con 553.033 residenti), anche se
con lacune per il timore che esisteva a quei tempi per
una
possibile
relazione
dei
censimenti
con
l’imposizione di nuove imposte.
I censimenti relativi agli anni 1819 e 1825 sono
considerati
fittizi,
essendo
basati
su
calcoli
piuttosto grossolani e non da un conteggio dettagliato.
Al contrario, il censimento del 1827, a detta degli
esperti dell’epoca, fu il più completo e il più
importante realizzato. La popolazione totale era di
704.487 cubani; con una bassa presenza di bianchi a
fronte di 286.942 schiavi, 57.514 mulatti, 106.494
persone libere "di colore" (cinesi e meticci risultano
essere registrati sotto il nome di persone "di colore")
e 48.980 neri.
Il censimento del 1841 è stato sicuramente ufficiale e
comprovò che Cuba era arrivata al milione di abitanti.
In quell’anno gli schiavi erano più dei bianchi di
circa 18.000 persone.
Non sono comunemente considerati validi i dati dei
censimenti relativi agli anni 1846, 1849, 1850, 1851,
1852 1855, 1859 e 1860.
Con l’estensione della coltivazione della canna da
zucchero e l’introduzione della ferrovia, si ebbe un
incremento della produzione di zucchero e già nel 1861
la popolazione salì a 1.396.530 abitanti (12.2 per
km²). Il 46% erano creoli bianchi, l’8% spagnoli e il
resto schiavi.
Non vennero effettuati nemmeno i censimenti degli anni
1862, 1867, 1869, 1874 e 1879, i cui dati si basavano
sui calcoli del censimento del 1861.
Il rapporto demografico del 1877, che costituiva parte
integrante di quello realizzato in Spagna, è stato
l’ultimo dei censimenti coloniali effettuati a Cuba ed
è considerato il più attendibile di questo periodo.
I risultati erano: totale della popolazione 1.631.687
abitanti; bianchi 1.102.889 e "di colore" 528.798.
Gli
antichi
schiavi
erano
scomparsi
(abolita
ufficialmente nel 1886).
I
dati
del
1899
riportarono
che
gli
abitanti
nell’isola, divisi per sesso e colore della pelle,
erano 1.572.797. I bianchi 1.052.397, i neri 234.738, i
meticci 270.805 e i cinesi 14.857.
La diminuzione degi abitanti era probabilmente dovuta
agli effetti di trent’anni di guerra contro la
dominazione spagnola (1868-1898), all’utilizzo di campi
di concentramento dei cubani e a epidemie e malattie,
che causarono la morte di circa 200.000 persone,
secondo dati per difetto.
POPOLAZIONE RESIDENTE A CUBA, PER SESSO, TASSO DI CRESCITA ANNUALE (PER 1.000 ABITANTI) E INDICE DI MASCOLINITA’ NEGLI ANNI DEL CENSIMENTO
POPOLAZIONE RESIDENTE INDICATORI DELLA
POPOLAZIONE
ANNO TOTALE UOMINI DONNE
TASSO DI CRESCITA ANNUALE INDICE DI MASCOLINITA’ 1774 171.620 1792 273.979 25,0 1817 553.033 27,0 1827 704.487 24,1 1841 1.007.624 26,0 1861 1.366.232 15,1 1877 1.509.291 6,2 1887 1.609.075 6,4 1899 1.572.797 815.205 757.592 -0,2 1.076 1907 2.048.980 1.074.882 974.098 33,1 1.103 1919 2.889.004 1.530.509 1.358.495 29,1 1.127 1931 3.962.344 2.102.620 1.859.724 26,1 1.131 1943 4.778.583 2.498.810 2.279.773 15,9 1.096 1953 5.829.029 2.985.155 2.843.874 21,1 1.050 1970 8.569.121 4.392.970 4.176.151 21,6 1.052 1981 9.723.605 4.914.873 4.808.732 11,4 1.022 2002 11.177.743 5.597.233 5.580.510 6,6 1.003
POPOLAZIONE RESIDENTE A CUBA, PER SESSO, TASSO DI CRESCITA ANNUALE (PER 1.000 ABITANTI) E INDICE DI MASCOLINITA’ CALCOLATI AL 31 DICEMBRE
POPOLAZIONE RESIDENTE INDICATORI DELLA
POPOLAZIONE
ANNO TOTALE UOMINI DONNE
TASSO DI CRESCITA ANNUALE INDICE DI MASCOLINITA’ 1950 5.876.052 3.066.712 2.809.340 … 1.092 1955 6 445 944 3 313 514 3 132 430 20,3 1.058 1960 7.077.190 3.633.812 3.443.378 14,2 1.055 1965 7 907 113 4 052 583 3 854 530 24,9 1.051 1970 8.603.165 4.410.996 4.192.169 13,3 1.052 1975 9 365 972 4 782 387 4 583 585 14,4 1.043 1980 9.693.907 4.899.368 4.794.539 -6,2 1.022 1985 10 138 642 5 107 555 5 031 087 10,8 1.015 1990 10.662.148 5.331.579 5.330.569 11,1 1.000 1995 10 947 119 5 495 292 5 451 827 3,1 1.008 2000 11.146.203 5.580.916 5.565.287 3,0 1.003 2001 11.168.526 5.592.762 5.575.764 2,0 1.003 2002 11.200.388 5.608.565 5.591.823 2,8 1.003 2003 11.230.076 5.623.914 5.606.162 2,6 1.003 2004 11.241.291 5.629.398 5.611.893 1,0 1.003 2005 11.243.836 5.630.428 5.613.408 0,2 1.003 2006 11.239.043 5.628.039 5.611.004 -0,4 1.003 2007 11.236.790 5.627.349 5.609.441 -0,2 1.003
LA CRESCITA DELLA POPOLAZIONE
La popolazione cubana è cresciuta significativamente
durante tutto il XX secolo. E‘ passata da quasi
2.000.000 di persone del 1907 agli oltre 11.000.000
dell’ultimo
censimento,
effettuato
dall‘Oficina
Nacional de Estadisticas di Cuba nel 2002.
1907 1919 1931 1943 1953 1970 1981 2002 0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 9.000 10.000 11.000 12.000 P O P O L A Z I O N E D I C U B A i n m i g l i a i a
In generale la crescita della popolazione ha mantenuto
durante tutto il XX secolo e in particolare fino al
1959 ritmi molto più intensi di quelli osservati nelle
ultime due decadi. Soprattutto nel primo trentennio del
secolo,
grazie
all’immigrazione
proveniente
dalla
Spagna (per il 57%) e dalle isole caraibiche (per circa
il
25%,
soprattutto
da
Haiti
e
Giamaica),
la
popolazione è cresciuta a ritmi del 2,9% annui
7,
raddoppiando in poco tempo.
Con la crisi dell’economia mondiale e il conseguente
collasso della produzione di zucchero, Cuba cessa di
avere le caratteristiche di un paese di immigrazione e
il
tasso
di
crescita
della
popolazione
cala
drasticamente. Nella quarta decade in particolare si
registra un calo del tasso di crescita al 1.58 dovuto
probabilmente anche alle misure di rimpatrio forzato
dei
circa
200.000
abitanti
delle
isole
antille
immigrati a Cuba, messe in atto dal dittatore Machado.
Fino alla rivoluzione (1959) il saldo migratorio
diventa poco significativo e il tasso di crescita sale
fino ad un massimo del 2,4. Anche nella decade dopo la
rivoluzione la popolazione continua a crescere,
nonostante un aumento degli emigranti in fuga dalla
nuova situazione politica, probabilmente a causa di un
aumento della natalità, che raggiunge il 35‰.
A iniziare dagli anni ’70 il tasso di crescita
7
Il tasso di crescita annuo di una popolazione misura la percentuale di cui tale popolazione si accresce o diminuisce il suo ammontare totale in confronto all’anno precedente.
demografico
comincia
invece
a
diminuire,
sino
a
diventare un valore negativo negli anni più recenti.
TASSO DI CRESCITA ANNUO DELLA POPOLAZIONE A CUBA (PER 1.000 ABITANTI) ANNO TASSO 1900 40,6 1905 33,6 1910 26,8 1915 19,8 1920 35,7 1925 40,6 1930 16,8 1935 16,3 1940 19,5 1945 19,8 1950 20,0 1955 20,3 1960 14,2 1965 24,9 1970 13,3 1975 14,4 1980 -6,2 1985 10,8 1990 11,1 1995 3,1 2000 3,0 2001 2,0 2002 2,8 2003 2,6
4 0 , 6 3 3 , 6 2 6 , 8 1 9 , 8 3 5 , 7 4 0 , 6 1 6 , 8 1 6 , 3 1 9 , 5 1 9 , 8 2 0 , 0 2 0 , 3 1 4 , 2 2 4 , 9 1 3 , 3 1 4 , 4 -6 , 2 1 0 , 8 1 1 , 1 3 , 1 3 , 0 2, 0 2 , 8 2 , 6 1 , 0 0, 2 -0 , 4 -0 , 2 -10 0 10 20 30 40 50 19 00 19 05 19 10 19 15 19 20 19 25 19 30 19 35 19 40 19 45 19 50 19 55 19 60 19 65 19 70 19 75 19 80 19 85 19 90 19 95 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 ANNO TASSO 2004 1,0 2005 0,2 2006 -0,4 2007 -0,2
NATI E MORTI
Da
quello
che
sappiamo
le
principali
variabili
demografiche che hanno determinato nell’ultimo secolo
la crescita della popolazione a Cuba sono la fecondità,
e la relativa natalità, la mortalità e le migrazioni
internazionali.
Cuba ha raggiunto degli indicatori relativi alla
fertilità
e
alla
mortalità
che
contribuiscono
a
spiegare l’andamento della popolazione con sufficiente
chiarezza.
Negli ultimi anni l’aspettativa di vita alla nascita
8ha raggiunto i 77 anni e la mortalità infantile
9a 1
anno è scesa sotto i 6 morti per mille nati vivi.
Nell’anno 2005 Cuba ha registrato il tasso di mortalità
infantile più basso di tutti i tempi con il 4,6 per
mille nati vivi e un tasso di mortalità fino ai 5 anni
d’età di 7,5 morti ogni mille nati vivi.
8
E' il numero medio di anni che una persona può aspettarsi di vivere al momento della sua nascita in quel paese in base ai tassi di mortalità registrati nell'anno considerato.
L’aspettativa di vita alla nascita costituisce, insieme con la mortalità infantile, uno dei parametri più significativi delle condizioni sociali, economiche e sanitarie di un paese, configurandosi, quindi, non solo come un indicatore demografico ma anche del livello di sviluppo di un paese. 9
E' la mortalità che colpisce i nati vivi nell'intervallo tra la nascita e il primo compleanno. Si ottiene rapportando il numero dei bambini morti entro il primo anno di vita nell'unità di tempo considerata (generalmente un anno) al numero dei bambini nati vivi nello stesso anno, moltiplicando il risultato finale per mille.
TASSI DI MORTALITA’ INFANTILE 2006 NEL MONDO
ZONA 1 ANNO <5 ANNI
Mondo 49 72
Regioni industrializzate 5 6
Regioni in via di sviluppo 54 79
Paesi meno sviluppati 90 142
America Latina e Carabi 22 27
Cuba 5 7
Fonte: UNICEF, United Nations Children’s Fund
0 20 40 60 80 100 120 140 160 Mondo Regioni industrializzate Regioni in via di sviluppo Paesi meno sviluppati America Latina e Carabi Cuba
TASSO DI MORTALITA’ INFANTILE A CUBA PER ANNO 1962-2007
ANNI BAMBINI MORTI <1 ANNO TASSO DI MORTALITA’ INFANTILE 1962 10.389 41,7 1963 9.906 38,1 1964 10.065 37,8 1965 10.132 37,9 1966 9.846 37,3 1967 9.392 36,4 1968 9.636 38,3 1969 11.499 46,7 1970 9.173 38,7 1971 9.232 36,1 1972 7.129 28,7 1973 6.687 29,6 1974 5.946 29,3 1975 5.299 27,5 1976 4.370 23,3 1977 4.211 24,9 1978 3.326 22,4 1979 2.780 19,4 1980 2.690 19,6 1981 2.520 18,5 1982 2.759 17,3 1983 2.778 16,8 1984 2.496 15,0 1985 2.997 16,5 1986 2.262 13,6 1987 2.387 13,3 1988 2.235 11,9 1989 2.049 11,1
ANNI BAMBINI MORTI <1 ANNO TASSO DI MORTALITA’ INFANTILE 1990 2 004 10,7 1991 1.853 10,7 1992 1.607 10,2 1993 1.431 9,4 1994 1.458 9,9 1995 1.384 9,4 1996 1.109 7,9 1997 1.098 7,2 1998 1.070 7,1 1999 977 6,5 2000 1.039 7,2 2001 861 6,2 2002 922 6,5 2003 859 6,3 2004 736 5,8 2005 746 4,6 2006 589 5,3 2007 592 5,3
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 1 9 6 2 1 9 6 3 1 9 6 4 1 9 6 5 1 9 6 6 1 9 6 7 1 9 6 8 1 9 6 9 1 9 7 0 1 9 7 1 1 9 7 2 1 9 7 3 1 9 7 4 1 9 7 5 1 9 7 6 1 9 7 7 1 9 7 8 1 9 7 9 1 9 8 0 1 9 8 1 1 9 8 2 1 9 8 3 1 9 8 4 1 9 8 5 1 9 8 6 1 9 8 7 1 9 8 8 1 9 8 9 1 9 9 0 1 9 9 1 1 9 9 2 1 9 9 3 1 9 9 4 1 9 9 5 1 9 9 6 1 9 9 7 1 9 9 8 1 9 9 9 2 0 0 0 2 0 0 1 2 0 0 2 2 0 0 3 2 0 0 4 2 0 0 5 2 0 0 6 2 0 0 7
ANDAMENTO DEL TASSO DI MORTALITA’ INFANTILE A CUBA DAL 1962 AL 2007
SPERANZA DI VITA 2007 NEL MONDO E A CUBA
ZONA UOMINI DONNE
Mondo 64,2 68,6
Regioni più sviluppate 72,5 79,8
Regioni meno sviluppate 62,7 66,2
America Latina e Caraibi 69,6 76,0
Cuba 76,7 80,2
Fonte: UNFPA, United Nations Population Fund
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Mondo Regioni più
sviluppate Regioni meno sviluppate America Latina e Caraibi Cuba UOMINI DONNE
Senza
dubbio
la
componente
più
influente
nel
determinare volume e struttura della popolazione è
stata la diminuzione della fecondità, evidente dal
numero dei nati vivi che passa dai 267.600 del 1965 ai
circa 111.000 del 2006
10La natalità, che era in diminuzione sin dall’inizio del
secolo XX, ha visto un improvviso incremento nel
periodo immdiatamente successivo alla rivoluzione.
Questo boom delle nascite, che dura sino al 1963, è da
attribuire alla cosiddetta euforia demografica, tipica
dei periodi di cambiamento sociale e politico, e al
cambiamento di alcune abitudini come l’incremento della
nuzialità e l’anticipo dell’età dei matrimoni. Il tasso
di fecondità ha toccato un momento cruciale nel 1963,
passando dai 4,7 figli a donna agli 1,9 del 1978, ossia
diminuendo a meno della metà in soli tre lustri. Questo
indice ha avuto un’altra caduta significativa in
corrispondenza dell’avvento del Periodo Epecial, nel
1992, quando è sceso a 1,5 figli per donna. Nel 1996 si
è abbassato ulteriormente con 1,44, mentre nel 1997 è
stato di 1,59 e nel 1998 di 1,58
La mortalità, dall’altro lato, si mantiene bassa e
stabile, mettendo in moto, combinata con il calo di
fertilità,
un
processo
di
invecchiamento
della
popolazione. E‘ evidente anche graficamente come il
10
Anuario Demográfico de Cuba, Officina Nacional de Estatisticas, 2007. La Habana.
saldo tra nati vivi e morti sia andato diminuendo,
influenzando
l’andamento
della
crescita
della
popolazione (vedi grafico più avanti)
La speranza di vita è passatata da 62 a 76 anni e si
pensa che nei prossimi anni progredirà ancora.
Si osserva una maggiore mortalità maschile tra le
principali cause di morte, a eccezione del diabete dove
le donne duplicano il tasso maschile. All’altro estremo
si trovano gli incidenti, con oltre 5.000 morti
all’anno.
In piccole percentuali si trovano la tubercolosi, la
meningite meningococcica, la lebbra e la Sindrome da
Immunodeficienza Acquisita (AIDS).
Con indici relativamente alti vi sono ancora l’epatite,
la sifilide e la blenorragia.
Altri tre elementi di rischio che rivestono una certa
importanza nelle malattie croniche non trasmissibili,
sono
motivo
di
una
particolare
attenzione
nella
politica di mortalità: il tabagismo, l’obesità e la
vita sedentaria della popolazione adulta. Dati recenti
confermano la prevalenza di fumatori nel 37 % di cubani
di 15 anni o più, di un 7 % e di un 20 % di obesità
rispettivamente tra gli uomini e tra le donne, e l’81 %
di vita sedentaria tra i maggiori di 20 anni.
Anche
la
migrazione
all’estero
dei
più
giovani,
incoraggiata
negli
ultimi
anni
dalle
condizioni
economiche
dell’isola
(periodo
especial)
e
dalle
controversie con gli Stati Uniti, influenzano le
dinamiche della popolazione.
NATI VIVI A CUBA PER ANNO
ANNI TOTALE UOMINI DONNE
TASSO NETTO DI NATALITA x 1000 ab TASSO DI FECONDITA’ GENERALE 1959 191.207 98.538 92.669 27,7 ND 1960 211.620 108.940 102.680 30,1 ND 1961 231.811 119.194 112.617 32,5 ND 1962 249.113 127.982 121.131 34,3 ND 1963 260.224 133.615 126.609 35,1 ND 1964 266.554 136.880 129.674 35,0 ND 1965 267.611 137.361 130.250 34,3 ND 1966 264.022 135.580 128.442 33,1 ND 1967 257.942 132.550 125.392 31,7 ND 1968 251.857 129.376 122.481 30,4 ND 1969 246.005 126.506 119.499 29,2 ND 1970 237.019 121.875 115.144 27,7 ND 1971 256.014 131.733 124.281 29,5 ND 1972 247.997 127.610 120.387 28,1 ND 1973 226.005 116.584 109.421 25,1 ND 1974 203.066 103.687 99.379 22,2 ND 1975 192.941 98.933 94.008 20,7 ND 1976 187.555 96.637 90.918 19,9 ND 1977 168.960 87.039 81.921 17,7 ND 1978 148.249 76.369 71.880 15,4 ND 1979 143.551 73.949 69.602 14,8 ND 1980 136.900 70.496 66.404 14,1 ND 1981 136.211 70.120 66.091 14,0 ND 1982 159.759 82.242 77.517 16,3 ND 1983 165.284 85.433 79.851 16,7 ND 1984 166.281 85.498 80.783 16,7 ND 1985 182.067 93.511 88.556 18,1 ND 1986 166.049 85.274 80.775 16,3 ND