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INDICE
INTRODUZIONE ………...………...… 4
CAPITOLO 1 - IL MONDO DELLA LOGISTICA 1.1. La logistica ………...…. 8
1.2. Dalla logistica tradizionale alla logistica moderna ..………... 10
1.3. Trasformazione digitale, nasce l’Industria 4.0 ………..……… 14
1.3.1. Lavori che scompaiono, professionalità che si creano ……….…….. 16
1.3.2. Italia: i primi passi verso l’Industria 4.0 ……….……….... 18
1.4. Non esiste industria 4.0 senza una Logistica 4.0 ………....…….. 24
1.5. Le potenzialità della digitalizzazione ………..….… 30
1.6. I nuovi sistemi di trasporto ….……….………...…... 35
1.7. Il Magazzino 4.0 ……….….………...…….. 38
CAPITOLO 2 - LA LOGISTICA DISTRIBUTIVA 2.1 Il processo logistico distributivo ………..…...…. 44
2.1.1 Il ricevimento della merce ………...……..…...… 45
2.1.2 Lo stoccaggio ………..…..… 47
2.1.3 La preparazione degli ordini ………...…...…..… 53
2.1.4 La spedizione ………...… 54
2.1.5 Il trasporto ………..……….. 55
CAPITOLO 3 - LA GESTIONE DI UN MAGAZZINO 3.1. Difficoltà nella gestione di un magazzino ………..…...… 60
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3.2. Il problema della gestione delle scorte ………...………..…. 65
3.3. Nell’ottica di una buona gestione ...………... 81
CAPITOLO 4 - L’OUTSOURCING LOGISTICO 4.1. L’azienda e l’outsourcing logistico ………..………..……...… 84
4.2. Gestire in proprio un magazzino? .. Meglio l’outsourcing! ……….…. 91
4.3. L’outsourcing logistico in Italia ………..………...….…. 95
CAPITOLO 5 - C.L.T SRL E TISSUNION EUROP: DUE REALTA’ , UN UNICO OBIETTIVO 5.1. C.L.T srl - Una società che affianca le imprese che vogliono espandere il proprio raggio d’azione ………...………. 102
5.2. Tissunion Europ, l’eccellenza della carta ………..………. 106
5.3. Il “cuore pulsante” dell’attività ………...….… 110
5.3.1. I sistemi Shuttle ………...…… 119
5.3.2. I carrelli elevatori ……….… 123
5.3.3. Il sistema informatico adottato ………...… 125
5.4. Le regole del gioco ………..… 130
CONCLUSIONI ………... 137
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ………. 139
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“Quando soffia il vento del cambiamento,
alcuni costruiscono dei ripari,
altri costruiscono dei mulini a vento.”
Cit.
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INTRODUZIONE
La logistica è oggi una delle principali attività chiave del sistema aziendale.
Comprende diverse attività come la gestione dei materiali, l’attività di approvvigionamento, la programmazione dei trasporti, la produzione, la distribuzione ed il servizio logistico. Insieme alle attività tradizionali, quali l’amministrazione, la finanza, la produzione e il marketing, rappresenta uno degli aspetti che l’azienda deve costantemente monitorare per garantire l’efficacia e l’efficienza del processo e raggiungere così gli obiettivi prestabiliti.
L’obiettivo principe dell’azienda è quello di soddisfare, meglio ancora di anticipare, le richieste e le aspettative esplicite, ed eventualmente implicite, dei clienti al momento giusto e con i prodotti ed i servizi giusti; questo può essere ottenuto solo attraverso l’integrazione e l’ottimizzazione dei servizi logistici.
La logistica rappresenta dunque l’elemento di congiunzione tra l’azienda ed il cliente finale.
Il mondo della logistica è, a mio parere, affascinante e articolato, motivo per cui ho pensato di rivolgere la mia attenzione a questo particolare ambito aziendale in modo da comprenderne a pieno le particolarità e l’importanza, derivanti proprio dal fatto di essere estremamente connessa a tutto il ciclo aziendale.
Una volta individuato l’argomento ho ritenuto interessante affrontarlo anche dal punto di vista pratico e per questo sono entrata in contatto con C.L.T srl, società di Consulenza Logistica e Trasporti che opera nel settore della logistica in lucchesia.
Ritengo opportuno sottolineare che ogni attività aziendale ha un certo peso e un certo rilievo sia nella determinazione del risultato aziendale sia a livello di struttura dell’intero sistema. Nessuna attività, quindi, deve essere sottovaluta ma tutte devono essere
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opportunamente integrate tra loro ed è solo attraverso la collaborazione tra tutte le aree gestionali del sistema che l’azienda può permettersi di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Vista l’importanza e la complessità del settore logistico, molte aziende ricorrono all’outsourcing affidando la gestione della propria logistica a provider esterni che hanno competenze e conoscenze specifiche. Così facendo l’azienda può dedicare il proprio tempo e le proprie risorse alle altre attività del core business aziendale.
Proprio per la vastità dell’argomento trattato, era difficile considerare ogni singolo aspetto e ogni singola parte dell’attività di logistica, così ho deciso di trattare la più importante: il magazzino. L’attività di magazzinaggio, infatti, può definirsi come il vero e proprio cuore pulsante di tutta l’organizzazione. È dal magazzino che i prodotti vengono spediti; è dal magazzino che i prodotti vengono poi distribuiti; è dal magazzino che vengono ricavate le principali informazioni inerenti l’andamento aziendale ed è in magazzino che la merce viene temporaneamente depositata.
L’elaborato è strutturato in cinque capitoli.
Nel primo capitolo ho introdotto il concetto di logistica e come questa ha subito negli anni una forte evoluzione, assumendo ruoli sempre più rilevanti all’interno dell’azienda.
L’attività di logistica è parte integrante dell’impresa ma prima di analizzarne nel dettaglio le sue caratteristiche ho ritenuto interessante approfondire come l’industria si sia evoluta negli ultimi anni, soffermandomi in particolar modo sulla quarta rivoluzione industriale, meglio nota come Industria 4.0. Ho analizzato gli aspetti normativi e soprattutto le innovazioni strutturali e tecnologiche adottate dalle aziende che hanno aderito al progetto di Industria 4.0. Di conseguenza, anche la logistica ha dovuto adattarsi alle mutate esigenze dell’impresa in quanto, essendo strettamente legate l’una all’altra,
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l’evoluzione dell’una influenza necessariamente anche l’evoluzione dell’altra: non esiste Industria 4.0 senza una Logistica 4.0. Ho analizzato quindi la nuova logistica, la Logistica 4.0, ponendo l’attenzione sulle tecnologie sempre più avanzate che sono state adottate e che le hanno permesso di fare il salto di qualità, arrivando, in alcuni casi, fino alla totale automazione. Questo ha portato alla creazione di nuovi magazzini sempre più digitalizzati e tecnologici e sistemi di trasporto all’avanguardia. Ho cercato di evidenziare i vantaggi che le aziende potrebbero trarre dall’adozione di una Logistica 4.0 sia in termini di risparmio di tempo che in termine di riduzione dei costi.
Nel secondo capitolo ho affrontato il concetto più specifico di logistica distributiva, analizzando tutte le diverse fasi che la caratterizzano: il ricevimento della merce, lo stoccaggio, la preparazione degli ordini, la spedizione ed infine il trasporto.
Nel terzo capitolo ho analizzato nel particolare cosa implica per l’azienda gestire internamente il proprio magazzino, evidenziandone le difficoltà e gli elevati costi a carico dell’azienda stessa. L’attenzione è ricaduta principalmente sulla gestione delle scorte, delle quali ho analizzato le tipologie principali, i costi sostenuti per la loro gestione e le politiche adottabili.
Nel quarto capitolo ho analizzato le scelte di outsourcing logistico evidenziando anche il livello di sensibilità delle industrie italiane a questo tema. È emerso come, viste le difficoltà e gli elevati costi che le aziende devono sostenere nel gestire internamente il proprio magazzino, oggi tendano sempre più ad esternalizzarne l’attività di gestione, affidandola a soggetti esterni, provider logistici che hanno elevate competenze e conoscenze specifiche per svolgere questo tipo di attività. Questo permette alle aziende di ottenere notevoli benefici soprattutto in termini di riduzione dei costi, dato che la logistica passa da essere un costo fisso ad essere un costo variabile.
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Infine, nel quinto capitolo ho parlato della mia esperienza all’interno di C.L.T srl, provider logistico, che gestisce magazzini per conto terzi. Nel Dicembre del 2017 ho partecipato alla stesura e alla stipula di un contratto di appalto per la gestione di un magazzino tra C.L.T srl e Tissunion Europ, cartiera lucchese con sede ad Altopascio. Tissunion Europ, ha aderito al piano Industria 4.0 ed ha ottenuto finanziamenti necessari per la costruzione di un nuovo magazzino di cui ho analizzato le caratteristiche strutturali. Questo magazzino è in gran parte digitalizzato, sono stati introdotti sistemi Shuttle tra le corsie che permettono operazioni più veloci ed efficienti con una conseguente riduzione di tempi e costi. Ho descritto l’utilizzo dei sistemi Shuttle e del sistema informatico usato per le operazioni di movimentazione all’interno del magazzino. Infine ho analizzato i vari aspetti del contratto di appalto, evidenziando principalmente le responsabilità ed i compiti di C.L.T srl rispetto a quelli di Tissunion Europ.
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CAPITOLO 1
IL MONDO DELLA LOGISTICA
1.1 La logistica
La logistica è uno dei più complessi ed affascinanti processi trasversali a tutta l’azienda in cui devono essere tenuti presenti un numero elevato di fattori legati ai micro e ai macro fenomeni aziendali e territoriali che ruotano intorno alla produzione, al commercio e ai trasporti.
Il termine “logistica” è di origine greca e deriva da “logistikos” che tradotto significa “che ha senso logico” a sua volta derivato da “logos”, ovvero verbo, discorso, ragione, parola: dovrebbe dunque essenzialmente indicare un’attività basata sulla razionalità e sulla logica.
La logistica può essere definita come “il processo di pianificazione, organizzazione e controllo di tutte le attività di movimentazione e stoccaggio dei beni e delle informazioni dai punti di acquisizione delle materie prime, attraverso il processo produttivo dell’azienda, fino al cliente finale sotto forma di prodotti finiti”.
A questa definizione si affianca da una parte l’AIL (Associazione Italiana di Logistica) che la definisce come “l’insieme di attività direzionali, organizzative, gestionali, finanziarie, strategiche, tra loro strettamente integrate a livello di sistema, collegate al flusso dei materiali, comprendente sia l’area della gestione dei materiali che quella della distribuzione fisica”. Dall’altra, invece troviamo la Society Of Logistic Engineers (SOLE), la quale fornisce una definizione di logistica più ampia, ma allo stesso tempo molto elastica: la logistica è “Arte e Scienza” volta ad organizzare, progettare e gestire forniture e risorse, essenziali per il conseguimento di specifici obiettivi.
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Nonostante siano varie le definizioni del concetto di logistica, il suo obiettivo principale è quello di rendere disponibili, al costo totale più basso possibile, i prodotti finiti, i materiali in lavorazione e le materie prime nel luogo e nel momento in cui vengono richiesti, nelle quantità domandate e in condizioni tali da poter essere utilizzate.
In azienda la gestione della logistica è uno degli aspetti più antichi, in quanto essenziale, affinché le materie prime possano entrare nel sistema produttivo e i prodotti finiti possano giungere al consumatore, ma allo stesso tempo è anche uno degli aspetti più attuali, perché permette all’azienda di affrontare i problemi più critici che l’affliggono: viene dunque vista come arma strategica efficace per gestire più razionalmente l’azienda e aumentarne il livello di competitività.
Compito del logistico è dunque quello di progettare il sistema e definire le politiche operative per gestirlo con efficienza ed efficacia, controllarlo e coordinarlo nel tempo, al fine di garantire la disponibilità del prodotto giusto, nella quantità e nella condizione giusta, nel luogo e al momento giusto, al cliente e al costo giusto.
Il processo logistico viene visto come un sistema che collega l’azienda ai propri clienti e ai propri fornitori: le informazioni provengono dai clienti e riguardano essi stessi e, attraverso la pianificazione, vengono trasformate in obiettivi specifici di produzione e approvvigionamento: i materiali e i prodotti che vengono acquistati attivano un flusso fisico, che si conclude con la consegna dei prodotti finiti ai clienti finali.
È possibile dunque, all’interno del processo logistico, combinare due flussi logistici:
 Flusso fisico: connesso alle operazioni di movimentazione e stoccaggio dei materiali e dei prodotti finiti. Rappresenta l’aspetto operativo dell’attività logistica e genera valore assicurando la disponibilità delle scorte nei tempi, nei luoghi e nelle quantità adeguate, garantendo il collegamento dell’azienda con clienti e fornitori.
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 Flusso informativo: si sviluppa in senso opposto al flusso fisico facendo si che esso proceda secondo le richieste specifiche dei clienti, permettendo l’individuazione di materiali o prodotti finiti che sono necessari per rispondere a tali fabbisogni. Permette la raccolta e il consolidamento delle informazioni che fluiscono ai diversi livelli aziendali, supportando il processo decisionale, rendendo così possibile la pianificazione e coordinando dell’intero sistema logistico.
1.2. Dalla logistica tradizionale alla logistica moderna
La logistica ha subito negli anni una forte evoluzione, assumendo ruoli sempre più rilevanti all’interno dell’azienda.
Essa, come vera e propria disciplina, si è sviluppata nell’arte militare ed infatti il suo primo riconoscimento teorico va al fondatore dell’accademia militare di San Pietroburgo. Nel corso della seconda guerra mondiale, si sono dovute affrontare complesse esigenze di tipo logistico, le quali hanno portato alla formulazione del concetto, ancora attuale, di “logistica militare”, che rappresenta l’insieme di attività che studia, organizza e coordina i movimenti di uomini, materiali e mezzi in un territorio nemico.
Al termine del conflitto mondiale, le conoscenze e le tecniche sviluppate in ambito militare furono trasferite nella gestione delle imprese industriali per l’organizzazione della produzione e per il flusso dei materiali, introducendo il concetto di “logistica industriale”, che subirà negli anni continui sviluppi ed evoluzioni e può essere definita come “l’insieme di attività che governano in un’azienda il flusso dei materiali e delle relative informazioni, dall’acquisto di materie prime e semilavorati presso i fornitori, fino alle fasi di trasformazione, confezionamento, stoccaggio, trasporto, distribuzione ed assistenza post-vendita del prodotti finiti sui mercati finali”.
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Prima degli anni cinquanta non esisteva un concetto formale di logistica accettato da tutti, perché le aziende tendevano ad affrontarne la gestione in maniera frammentata.
Nel secondo dopoguerra abbiamo assistito ad uno sviluppo della logistica dovuto a due fattori:
 L’evoluzione dell’informatica, che ha aiutato le aziende ad integrare le diverse attività logistiche, migliorandone i risultati;
 L’instabilità della situazione economica, che portava a comprimere i profitti generando un atteggiamento manageriale favorevole alla riduzione dei costi e perciò la logistica rappresentava un terreno molto fertile.
Da questo momento in poi abbiamo avuto nel tempo un continuo sviluppo della logistica: negli anni sessanta si limitava quasi esclusivamente alla distribuzione del prodotto finito, occupandosi dell’organizzazione dei magazzini e dei trasporti. Gli anni settanta porteranno alle prime vere evoluzioni del settore passando da un ruolo marginale ad un insieme strutturato di attività. Le aziende, infatti, incominciano a ricercare miglioramenti per la distribuzione fisica, per il magazzino di stabilimento al cliente, attraverso interventi di razionalizzazione, con l’obiettivo di ottimizzare le diverse fasi del ciclo distributivo.
Sono però gli anni ottanta un periodo di grande cambiamento nella logistica, in cui si evolve e si perfeziona ulteriormente: nelle aziende vengono introdotte, in maniera pervasiva, nuove logiche gestionali, come il Material Requirements Planning (MRP), tecnica che definisce quali sono i fabbisogni dei materiali e permette la pianificazione degli ordini di produzione e di acquisto, tenendo conto della domanda del mercato, della distinta base, dei lead time di produzione e di acquisto e delle giacenze dei magazzini e il Just in Time, il cui obiettivo è quello di produrre solo quanto richiesto e nei tempi voluti dal cliente puntando alla riduzione, nonché all’eliminazione, di tutte le forme di spreco che si
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generano all’interno della fabbrica e nei rapporti di fornitura. Queste logiche gestionali fanno si che l’azienda sposti l’attenzione sulla gestione dei materiali: nasce il concetto di “logistica dei materiali”, per indicare tutte quelle attività volte ad assicurare una corretta acquisizione, movimentazione e gestione dei materiali in modo tale da garantire alla produzione costante e repentino rifornimento.
La fine degli anni ottanta ne segna, in realtà, un suo radicale cambiamento: la logistica viene trasformata da insieme di attività operative ad un sistema interfunzionale e diventa il mezzo principale per il raggiungere livelli prestazionali più elevanti. Nasce così la “logistica integrata”.
Il concetto di logistica, inteso come insieme di procedure e infrastrutture per movimentare materiali e prodotti, viene superato. Parlare di logistica integrata significa inglobare tutte le funzioni dell’impresa, dalla fase di reperimento delle materie prime, alla consegna del prodotto finito o dell’erogazione del servizio. L’azienda risulta così in grado di ottimizzare i tempi e i costi di produzione e svolgere la propria attività sulla base delle strategie adottate e questo diventa possibile grazie all’uso di sistemi informativi e di monitoraggio che permettono un controllo in ogni fase dei processi aziendali.
Infine, in tempi più recenti, abbiamo potuto osservare l’ultimo stadio del processo evolutivo, che ci porta alla nascita del concetto di Supply Chain Managament che determina una presa di coscienza da parte delle aziende del fatto che, per migliorare la gestione dei flussi all’interno della catena logistica, non si può prescindere dal coinvolgimento degli attori esterni. Il focus è principalmente sulle persone, sia interne che esterne all’azienda: i rapporti con i fornitori e con i terzi non sono più semplici contratti da dover rispettare ma diventano veri e propri rapporti di partnership strategici, lavorando insieme e collaborando come un team creando valore per tutti. Coinvolgere attori esterni ha, però, anche portato le aziende ad esternalizzare le attività di trasporto e di
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movimentazione delle merci, affidando a terzi un compito che non rientra nel core business aziendale, permettendo così di minimizzare i costi ed assicurare maggiore flessibilità alla struttura produttiva.
Diventa davvero importante, oggi più che mai, riuscire a seguire ogni singolo passo senza inutili sprechi di tempo, denaro e risorse.
Con questo nuovo approccio di management la logistica assume un ruolo sempre più centrale ed il suo obiettivo diventa dunque quello di gestire tutte le fasi del processo produttivo, anche esterne all'azienda, secondo una visione sistemica e così la singola azienda diventa parte di una rete di entità organizzative che integrano i propri processi di business per fornire prodotti, servizi e informazioni che creano valore per il consumatore.
Attualmente, quindi, il concetto di logistica è molto più ampio e diffuso rispetto alla concezione tradizionale del termine e riguarda le tematiche legate all’ottimizzazione della gestione interna ed esterna dell’impresa in relazione a fornitori e clienti, con una forte enfasi sull’utilizzo delle nuove tecnologie di informazione e comunicazione.
La logistica ha nel tempo riscosso successi notevoli dovuti in primo luogo alla diminuzione di una serie di costi che gravavano sulle imprese e in secondo luogo alla presa di coscienza dell’esistenza di un rapporto fra impresa e cliente anche dopo l’atto di vendita: tale rapporto è il servizio, diventato oggi un importante obiettivo da perseguire.
Le aziende che continueranno ad avere successo saranno quelle che non vedranno più il cliente come un semplice consumatore o il fornitore come un soggetto in grado di rispondere alle proprie esigenze, ma li vedranno come propri collaboratori, partner, soggetti coinvolti a pieno nella Supply Chain. Si dovrà partire dal cliente e dalle sue esigenze e, cogliendone la capacità inventiva e creativa, l’azienda potrà rendere il prodotto o il servizio non un semplice oggetto ma un qualcosa di unico che si adatti perfettamente alle esigenze del cliente.
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L’attività di logistica all’interno di un’azienda deve andare di pari passo con l’attività stessa dell’impresa e l’evoluzione dell’una influenza necessariamente anche l’evoluzione dell’altra.
1.3. Trasformazione digitale, nasce l’Industria 4.0
Nella storia dell’economia si sono verificati quattro momenti che hanno mutato inevitabilmente le caratteristiche dell’industria. Tali cambiamenti, meglio noti come rivoluzioni industriali, hanno trasformato non solo il concetto di produzione ma anche il lavoro e la vita dell’uomo.
Nel 1784 si introducono significative novità grazie all’invenzione di macchine azionate ad energia idrica e a vapore, un cambiamento epocale che prenderà il nome di prima rivoluzione industriale. Ma è nel 1870 che la produzione diventa di massa, merito della diffusione della energia elettrica e di una nuova organizzazione del lavoro, la catena di montaggio. Cento anni separano la seconda dalla terza prorompente rivoluzione industriale: è il 1969 quando l’Information Technology conduce l’industria verso l’automazione della produzione, cambiando per sempre il modo di fare impresa e aprendo la strada ad una nuova era, quella digitale, una tecnologia che oggi permette di connettere alla rete e far dialogare tra loro strumenti e dispositivi di ogni tipo, un’evoluzione altrimenti detta quarta rivoluzione industriale.
Questi momenti hanno portato un cambiamento radicale nella produzione in ambito industriale, ma anche nella società: ognuno di questi accadimenti l’economista Joseph Shumpeter lo definisce “innovazione radicale”, ossia “l’incarnazione di un invenzione in un nuovo prodotto o servizio rappresentante una rottura con l’esistente e capace di generare nuove industrie e nuovi mercati”. A seguito delle innovazioni radicali, ci sono le
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“innovazioni incrementali”, ovvero quelle che “comportano un miglioramento del processo, prodotto o servizio rispetto al design esistente”.
Oggi grazie all’intelligenza digitale ogni cosa è connessa: persone, dati, macchine, software sofisticati, sensori, potenti processori, innovative tecnologie di comunicazione. Nasce così l’Industria 4.0 che trasforma le imprese in Smart Factories, imprese intelligenti dotate di quella tecnologia integrata che connette in rete strumentazioni e dispositivi, raccoglie e gestisce i dati su sistemi aperti nella massima sicurezza informativa, determinando la fusione tra il mondo reale degli impianti industriali e il mondo virtuale della “Internet of Things”, in cui prodotti o componenti si collegano con sistemi, utenti o mezzi di trasporto e comunicano tra loro per produrre processi più efficienti e senza errori.
Il termine Industria 4.0 venne coniato per la prima volta alla Fiera annuale di Hannover nel 2011 da un gruppo di lavoro, presieduto da Siegfreid Dais, della multinazionale di ingegneria elettronica Robert Bosh GmbH, e da Henning Kagermann della Acatech.
L’Industria 4.0, definita anche “rivoluzione digitale” si focalizza su quelle tecnologie che sono in grado di aumentare l’interconnessione e la cooperazione delle risorse e porta la tecnologia ad un nuovo livello qualitativo, caratterizzato dall’impiego di Cyber-phisical System. Questi sono sistemi informatici intelligenti in grado di interagire in maniera continua con il sistema fisico; operano attraverso l’uso di Internet e permettono, attraverso l’analisi dei dati, di prevedere possibili eventi negativi riuscendo ad auto-configurarsi per adattarsi ai cambiamenti.
L’Internet of Things o Internet delle Cose, porterà ad una produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa e permetterà l’utilizzo della rete Internet ultra veloce per connettere uomini, oggetti e macchine per lo scambio delle informazioni rilevanti su prodotti e macchinari, migliorerà il prodotto attraverso maggiori funzionalità, aumenterà la
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qualità e diminuiranno gli sprechi grazie al monitoraggio continuo della filiera produttiva. La grande quantità di informazioni sarà gestita in maniera sempre più automatica attraverso il collegamento digitale da monte a valle dell’intera filiera produttiva e questa semplificazione della comunicazione tra uomo e macchina renderà quindi i processi più efficienti, più veloci e più flessibili andando a ridurre i tempi di attesa tra ideazione, produzione e commercializzazione, e rendendo possibili personalizzazioni e customizzazioni di massa grazie ad una miglior comprensione dei consumatori, considerati non più come massa ma come singoli.
Una digitalizzazione avanzata consente di usare le informazioni in modo facile e veloce, simulare interconnessioni tra macchine per migliorare i processi e programmare i sistemi ad alta tecnologia; in altre parole una vera intelligenza artificiale capace di analizzare un’immensa quantità di dati e di trasformarli in tempo reale in informazioni di valore per il business. È cosi che un nuovo sistema di tecnologie è in grado di supportare sempre di più l’immaginazione dell’imprenditore, ma con quali risultati? Più efficienza, più produttività, più competitività, meno costi, meno ritardi e meno errori.
Grazie a questi sviluppi tecnologici le aziende avranno la possibilità di operare in luoghi distanti, annullando i confini territoriali e competendo a livello globale.
1.3.1 Lavori che scompaiono, professionalità che si creano
L’industria 4.0 è una rivoluzione che interessa via via un numero sempre crescente di settori. Si verrà a creare un ambiente in cui i processi saranno completamente automatizzati, supportati da appositi sistemi di comunicazione, in grado di scambiare i dati con altri sistemi, monitorarsi e agire di conseguenza. La produzione sarà sempre meno standardizzata e sarà necessaria una nuova organizzazione del lavoro: scomparirà il ciclo continuo della catena di montaggio ed i tempi di produzione varieranno da prodotto a
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prodotto in base alla personalizzazione. Le nuove tecnologie saranno inserite in ogni singolo passaggio, dalla lavorazione delle materie prime alla consegna del prodotto finito e la produzione sarà eseguita a costi ridotti e con maggior velocità evitando possibili perdite economiche causate da fermi macchina o errori.
Questa nuova rivoluzione porta con se però anche effetti sfavorevoli: la presenza dei robot sarà sempre meno sporadica e saranno programmati per lavorare a stretto contatto con l’uomo. Il loro utilizzo nelle fabbriche garantirà una produzione sicuramente più efficiente ma anche un’inevitabile riduzione dei posti di lavoro. Il lavoro del robot equivale a quello di 10 uomini, ma il prodotto risulterà più preciso e meno soggetto ad imperfezioni.
Nonostante, alla fine del ‘900, si pensasse che i robot avrebbero completamente sostituito l’uomo nella fabbrica, oggi stiamo assistendo alla nascita dell’operaio 4.0 che sarà in grado di gestire una serie di macchine estremamente complesse. La Smart Factory ha bisogno di persone, ma non di persone qualsiasi: per la progettazione, l’utilizzo e la gestione della tecnologia digitale si parla di nuove competenze ad altissimo livello di specializzazione.
I progressi tecnologici porteranno all’automazione di molti processi manuali esistenti, ma questo non provocherà la sostituzione delle persone, piuttosto ne cambierà il ruolo: le macchine svolgeranno i lavori più manuali, mentre l’operaio, formato e altamente specializzato, dovrà svolgere mansioni con un più alto grado di responsabilità. La catena di montaggio non richiederà più l’apporto dell’operaio per le operazioni meccaniche ma il suo compito sarà quello di progettare, di impostare i macchinari e di problem solving, ovvero avere la capacità di risolvere problemi informatici che la macchina da sola non sarebbe in grado di risolvere. Avere competenze specifiche sarà fondamentale non solo per il funzionamento, ma anche per l’innovazione del processo e del prodotto, in quanto la macchina non è in grado di migliorarsi da sola.
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Anche la produzione verrà gestita virtualmente e potrà essere controllata dal proprio computer o smartphone e, grazie alla presenza di webcam e sensori, sarà possibile individuare i problemi e risolverli a distanza.
La giornalista Barbara Weisz, in un articolo pubblicato sul sito AgendaDigitale, spiega infatti come l’Industria 4.0 porterà ad una diversa organizzazione del lavoro a causa di una produzione che necessiterà sempre più flessibilità anche in termini di orari e luoghi e una possibilità di riduzione di lavoro ma, allo stesso tempo, ci sarà la creazione di nuove figure professionali alle quali verrà garantita una formazione continua e una sempre maggiore responsabilizzazione.
1.3.2. Italia: i primi passi verso l’Industria 4.0
Ma a che punto è l’Italia? L’Italia ha fatto passi in avanti negli ultimi anni verso l’Industria 4.0: nell’indice di preparazione all’Industria 4.0, tra i 28 paesi europei, l’Italia occupa la diciassettesima posizione, rispetto alla ventesima del 2016.
L’Istat evidenzia però nelle ultime analisi, rispetto all’insieme dell’Unione Europea, come in Italia la percentuale delle forze lavoro con competenze digitali elevate sia considerevolmente inferiore (il 23% contro il 32%); e tra i 5 maggiori paesi europei il nostro mostra il più basso livello di diffusione delle competenze digitali, mentre a livello mondiale siamo 35esimi su 130 paesi.
Nonostante tutto, rispetto all’adozione delle tecnologie, con l’Internet Of Things, l’Italia mostra una performance in linea con la media europea: nella sede di Ucimi da Siri, Associazione Italiana di Robotica e Automazione, è stata confermata per l’Italia una delle migliori posizioni nella robotica: settima al mondo per nuove istallazioni di robot nel 2016 e ottava (rispetto alla decima del 2015) per intensità di utilizzo.
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Le prospettive future risultano dunque favorevoli, grazie anche agli incentivi dati dallo Stato per chi sostiene investimenti in automazione. Questo ha contribuito a generare un incremento dell’11% negli investimenti in macchinari e attrezzature industriali nel primo trimestre del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016. Valorizzare gli investimenti che le imprese stanno facendo grazie agli incentivi permette anche di formare il personale per l’utilizzo dei nuovi macchinari puntando così ad un miglioramento del lavoro e delle competenze.
A tal proposito il 21 settembre 2016 il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda hanno presentato il piano del governo per l’Industria 4.0 contenuto all’interno della legge di Bilancio 2017, approvata definitivamente dal Senato il 7 dicembre 2016. Il Piano Industria 4.0 è una grande occasione per tutte le aziende che vogliono cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale: prevede un insieme di misure organiche e complementari in grado di favorire gli investimenti per l’innovazione e per la competitività.
Le imprese italiane rappresentano il motore della crescita e dello sviluppo economico e risulta opportuno creare loro un ambiente di sviluppo favorevole. Il Governo è tornato, quindi, ad occuparsi delle politiche industriali cercando di creare un rapporto di fiducia con le imprese che vogliono crescere ed innovare, anche attraverso lo stanziamento di risorse importanti. Come anticipato dal documento a cui ha lavorato la squadra di Palazzo Chigi, coordinata dal vice segretario Raffaele Tiscar, che verrà reso noto in occasione dell’evento digitale tenutosi a Venaria il 21 novembre 2016 “Il governo vede nell’Internet of Things e nella sua applicazione al Manufacturing 4.0 l’opportunità per accelerare la competitività del Paese nel panorama globale e per questo pone in campo una serie di azioni affinché l’Italia sia uno dei Paesi leader nella ricerca, nello sviluppo e nell’utilizzo dell’Internet delle Cose .. Se vengono rese “facilmente” accessibili tecnologie
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per la costruzione dei componenti e quelle per la connettività, anche piccole aziende innovative possono giocare un ruolo importante. Si tratta quindi di una grande opportunità per una nazione come la nostra, in cui il tessuto industriale è composto in larghissima misura da piccole e medie aziende che possono sviluppare una maggior capacità di integrazione grazie alle tecnologie di rete”.
È importante sottolineare che, con questa manovra, il governo non intende sostituirsi alle imprese; l’intenzione infatti è quella di creare un terreno fertile sul quale sviluppare un sistema industriale moderno ed efficiente. Il successo del Piano Industria 4.0 dipenderà dalla valutazione delle singole imprese e dalla misura con cui faranno ricorso agli strumenti messi a disposizione.
La Legge di Bilancio 2018, a seguito della proroga del 2017, prevede una serie di agevolazioni per sostenere gli investimenti legati all’Industria 4.0. Tra le misure più importanti messe in campo possiamo evidenziare l’iper e il super ammortamento, la nuova Sabatini e il credito d’imposta in R&S.
Con l’iper e super ammortamento si vuole supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, in beni materiali e immateriali (software e sistemi IT) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. Con l’iper-ammortamento del 250% degli investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie abilitanti la trasformazione in chiave 4.0, acquistati o in leasing, consente una maggiorazione del 150% del costo di taluni beni digitali o ad alto valore tecnologico. Saranno agevolabili investimenti effettuati nel 2018 per i beni consegnati entro il 30 Giugno 2019, per i quali sussista l’accettazione dell’ordine da parte del fornitore ed un pagamento di un anticipo superiore al 20% entro il 31 dicembre 2018. Il Superammortamento del 130% (rispetto al 140% della Legge di Bilancio del 2017) degli investimenti in beni strumentali nuovi, acquistati o in leasing, da la possibilità alle imprese
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di maggiorare del 30% il costo di acquisizione di tali beni. Gli acquisti dovranno essere effettuati entro il 2018 con proroga entro e non oltre il 30 giugno 2019, per i quali, anche qui, sussista l’accettazione dell’ordine da parte del fornitore ed un pagamento di un anticipo superiore al 20% entro il 31 dicembre 2018.
Con la Nuova Sabatini si vuole sostenere le imprese che richiedono finanziamenti bancari per investimenti in nuovi beni strumentali, macchinari, impianti, attrezzature di fabbrica a uso produttivo e tecnologie digitali (hardware e software). Prevede un contributo a parziale copertura degli interessi pagati dall’impresa su finanziamenti bancari di importo compreso tra 20.000 e 2.000.000 di euro, concessi da istituti bancari convenzionati con il MISE, che attingono sia a un apposito plafond di Cassa Depositi e Prestiti, sia alla provvista ordinaria. Il contributo è calcolato sulla base di un piano di ammortamento convenzionale di 5 anni con un tasso d’interesse del 2,75% annuo ed è maggiorato del 30% per investimenti in tecnologie Industria 4.0.
Con il credito d’imposta in R&S si vuole incentivare gli investimenti in Ricerca e Sviluppo per innovare processi e prodotti e garantire la competitività futura dell’impresa. Le agevolazioni riguardano tutte le spese relative a ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale: assunzione di personale altamente qualificato e tecnico, contratti di ricerca con università, enti di ricerca, imprese, start up e PMI innovative, quote di ammortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio, competenze tecniche e privative industriali. Il credito d’imposta è del 50% riconosciuto fino a un massimo annuale di 20 milioni di €/anno e possono accedervi tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui operano.
Sono inoltre degni di nota: gli incentivi che il Piano garantisce alle Start Up e alle PMI innovative per sostenerle in tutte le fasi del loro ciclo di vita e favorirne lo sviluppo
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nell’ecosistema dell’imprenditoria innovativa nazionale, diffondendo una cultura imprenditoriale volta alla collaborazione, all’innovazione e all’internazionalizzazione; il Fondo di Garanzia istituito per sostenere le imprese e i professionisti che hanno difficoltà ad accedere al credito bancario perché non dispongono di sufficienti garanzie.
Ad un anno dall’introduzione del Piano Impresa 4.0, il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato un’analisi di monitoraggio sull’andamento delle imprese che hanno intrapreso la strada del 4.0, in cui si evidenziano, da una parte, gli obiettivi raggiunti nel 2017 rispetto al 2016 e, dall’altra, la previsione sui futuri andamenti del 2018. I risultati sono positivi ed incoraggianti e sono stati ottenuti grazie alla capacità degli imprenditori di investire, di innovare ed internazionalizzare, anche sfruttando gli strumenti e gli incentivi previsti dal Piano.
Nel 2017 le imprese che hanno investito in ricerca e sviluppo sono più che raddoppiate: + 104% rispetto al 2016. Su 68.000 imprese intervistate emerge che 24.000 di esse spendono in Ricerca e Sviluppo, 11.300 in aumento rispetto al 2016 e l’80% di queste ultime ritiene che la spesa sostenuta in Ricerca e Sviluppo sia molto utile/utile. La crescita media della spesa tra il 10% e il 15%.
Gli incentivi derivanti dall’iper ammortamento, dal super ammortamento e dalla nuova Sabatini hanno spinto le imprese ad acquistare beni 4.0 con un incremento pari all’11%. Con l’istituzione di Fondi di Garanzia sono stati garantiti 17,5 miliardi di crediti aggiuntivi per le PMI. I Contratti di Sviluppo hanno attivato 4 miliardi di investimenti creando e salvaguardando 58mila posti di lavoro e infine l’export cresce dell’8%, più di Francia e Germania.
Nel 2018 il Piano Impresa 4.0 prevede il rifinanziamento di 7,8 miliardi e la proroga dei termini dell’iper ammortamento del 250% fino al 31 dicembre 2019 (previo ordine e acconto entro il 31 dicembre 2018) e dei termini del super ammortamento del
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130% al 30 giugno 2019 (previo ordine e acconto entro il 31 dicembre 2018); la Nuova Sabatini per 330 milioni; lo stanziamento di 823 milioni del Fondo di Garanzia che consentirà l’accesso delle PMI a circa 20 miliardi di credito aggiuntivo; l’istituzione del Fondo per il Capitale Immateriale con una dotazione di 255 milioni per finanziare progetti di ricerca e innovazione; le azioni per il capitale umano e le competenze: credito di imposta al 40% per le aziende che investono in formazione dei lavoratori sulle tecnologie 4.0 con una stima di 250 milioni di incentivi.
Il Piano Impresa 4.0 del 2018 ammonta, in totale, a 9,8 miliardi di risorse, senza comprendere le misure pluriennali come Credito di Imposta in Ricerca e Sviluppo valido fino al 2020 e le agevolazioni strutturali per le Start Up.
L’Industria 4.0 investe tutti gli aspetti del ciclo di vita delle imprese che vogliono acquisire competitività, offrendo un supporto negli investimenti, nella digitalizzazione dei processi produttivi, nella valorizzazione della produttività dei lavoratori, nella formazione di competenze adeguate e nello sviluppo di nuovi prodotti e processi.
Gli obiettivi del Piano Industria 4.0 sono precisi: sensibilizzare sull’importanza del nuovo sistema produttivo, incentivare investimenti innovativi, sviluppare la formazione ed incentivare la ricerca.
Pare proprio che oggi l’Industria 4.0 sia la sfida che l’Italia deve saper vincere domani: l’intelligenza digitale potrà aumentare la competitività a livello internazionale e la produttività fino a un +3050%.
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1.4. Non esiste Industria 4.0 senza una Logistica 4.0
Insieme all’industria, anche la logistica deve adottare la tecnologia capace di farle fare un salto di qualità.
Le aziende sono sottoposte, oggi più che mai, a grandi sfide: i consumatori sono sempre più attenti ed informati e la concorrenza sempre più agguerrita. Sono richiesti nuovi aggiornamenti, tecnologici e di design, che annullano i principali vantaggi della produzione in serie con un aumento della richiesta di personalizzazione da parte del cliente finale. Le aziende devono dunque avvalersi di personale in grado di gestire i cambiamenti che stanno portando ad un nuovo modo di organizzare le attività di produzione.
Diviene fondamentale condividere informazioni e processi tra le diverse funzioni aziendali in modo tale che i vari reparti possano reperire in tempo reale tutte le informazioni disponibili in azienda. Ma la condivisione delle informazioni è solo il punto di partenza! Affinché questa possa creare un vantaggio strategico per l’azienda è necessario rendere il prodotto più rapidamente disponibile al consumatore.
Dunque, se da un lato alle industrie e alle imprese viene chiesto di fare un salto di qualità, altrettanto si richiede a quelle che si occupano di logistica: in una realtà produttiva, composta da vari reparti che eseguono lavorazioni diverse di uno stesso prodotto, si rende necessario interconnettere fisicamente i vari reparti aziendali e questo porta inevitabilmente a parlare di movimentazione delle merci e quindi di logistica.
La logistica oggi si sta evolvendo e per riuscire a rispondere alle esigenze della nuova industria ed essere competitiva sul mercato deve necessariamente essere informatizzata e puntare all’automatizzazione. All’interno di un’Industria 4.0 emerge una Logistica 4.0: un’Industria 4.0 efficiente ed innovativa non potrà fare a meno di una Logistica 4.0 che le permetterà di compiere un vero e proprio salto di qualità nelle diverse funzioni.
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La tecnologia e la digitalizzazione possono essere il giusto alleato per committenti, operatori logistici, trasportatori e consumatori per gestire efficacemente le informazioni e condividerle rapidamente al fin di incrementare la competitività e la soddisfazione del cliente finale.
La logistica del futuro beneficerà di una ristrutturazione del magazzino e dei processi di riordino: approvvigionare il magazzino e avere una corretta disposizione dei prodotti al suo interno risulta fondamentale per garantire la sicurezza di un livello di scorte tale da far fronte ai repentini cambiamenti della domanda da parte del mercato ed il processo di riapprovvigionamento deve diventare sempre più efficiente ed in grado di anticipare le situazioni critiche.
Ci troviamo oggi in un contesto in cui gli assortimenti, il livello di domanda, la complessità e la numerosità delle promozioni variano velocemente e individuare la corretta disposizione dei prodotti in magazzino, tenendo conto della produttività e dell’efficienza al suo interno e delle esigenze di allestimento dei diversi punti vendita, risulta sempre più complessa.
La rapidità con cui variano oggi le richieste da parte dei consumatori, genera inevitabilmente incertezza negli scenari futuri e impone l’utilizzo di sistemi in grado di adeguarsi rapidamente ai cambiamenti ed il magazzino distributivo rappresenta l’area con maggiori disponibilità di soluzioni: principale caratteristica del nuovo magazzino, data una richiesta di personalizzazione da parte del consumatore sempre più spinta, è la flessibilità a livello di stoccaggio, di prelievo e trasporto in modo tale da riuscire ad evadere l’ordine nel minor tempo possibile.
Come già detto, il governo sostiene un programma di finanziamenti per spingere l’evoluzione delle imprese verso l’Industria 4.0 per ottenere, attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie, l’ottimizzazione dei processi sia produttivi che logistici: significa
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dunque dare la possibilità di investire in innovazione e i magazzini automatici rientrano a pieno titolo tra le tecnologie ammesse nelle agevolazioni del Piano Nazionale Industria 4.0. Il ritorno sugli investimenti in questi nuovi progetti di automazione – come un magazzino automatico verticale, un magazzino automatico orizzontale o un magazzino automatico autoportante – è molto rapido perché introduce immediate ottimizzazioni e benefici che si ripercuotono in tutto il processo con una razionalizzazione degli spazi, eliminazione delle inefficienze, aumento della sicurezza e taglio dei costi operativi che ripagano l’investimento nel breve - medio periodo.
In alcuni casi, però, l’investimento iniziale rappresenta uno scoglio e l’azienda si frena temendo di non avere la capacità economica per concretizzare un progetto di automazione ma, grazie al Piano Nazionale Industria 4.0, le aziende italiane potranno avvalersi di maggiori risorse per migliorare i processi intralogistici ed andare verso una Logistica 4.0.
L’Industria 4.0 investe tutti gli aspetti del ciclo di vita delle imprese e la logistica gioca in questo processo di innovazione un ruolo chiave per acquisire maggior competitività su un mercato in rapida e continua trasformazione grazie all’applicazione delle nuove tecnologie digitali e le dotazioni infrastrutturali.
Grazie allo sviluppo tecnologico di gran lunga superiore a quelli avvenuti negli ultimi cinquant’anni, la Logistica 4.0 rappresenta un vero e proprio stravolgimento delle modalità di trasferimento degli ordini nel minor tempo possibile. Così come cambiano i metodi di produzione, si trasformano anche i processi logistici in un’azienda: gli ordini devono viaggiare alla velocità della luce, devono essere costantemente monitorati in real time e devono raggiungere le destinazioni predefinite in tempi brevissimi. Per far questo risulta necessario applicare dei sistemi di inter-connessione che vengono sviluppati in campo informatico, tecnologico ed ingegneristico. Tra magazzino e trasporto è necessaria
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una solida integrazione affinché il mercato possa ricevere il prodotto richiesto nel tempo più breve possibile e al costo minore: un magazzino eccellente ed un trasporto non efficace, o viceversa, rendono inefficiente il sistema perché per avere una corretta evasione degli ordini è necessario pianificare il trasporto in base al servizio che si vuole ottenere.
I flussi vengono ottimizzati e l’innovazione, che non è solo tecnologica ma anche strutturale e sistemica, riguarda i percorsi, i processi produttivi, le destinazioni della merce. I dispositivi elettronici messi a disposizione dal nuovo sistema di Industria, i nuovi software per l’immagazzinamento dei dati nei database, l’impiantistica innovativa che permette la connessione tra l’ambiente fisico e quello informatico e i nuovi metodi di comunicazione sono alla base di questo nuovo cambiamento che attraversa trasversalmente il nuovo concetto di industria e di logistica.
Una Smart Factory, una fabbrica intelligente, ha bisogno di un magazzino altrettanto smart ed i magazzini automatici orizzontali e automatici verticali garantiscono un aumento di produttività ed efficienza con un significativo miglioramento delle condizioni di lavoro e la sicurezza degli operatori. La tecnologia contribuisce a rendere l’ambiente di lavoro più sicuro e potenzialmente più produttivo: i sensori e le telecamere poste sui carrelli elevatori possono percepire l’ambiente ed eventuali ostacoli imprevisti o zone soggette a restrizioni o vincoli, reagendo di conseguenza ed evitando possibili incidenti o infortuni.
I benefici derivanti dall’adozione di tecnologie in ambito logistico, sono notevoli. Beneficio chiave che l’area può trarre dall’implementazione delle nuove tecnologie è l’automazione dei processi: va concretizzandosi sempre più l’introduzione di robot, oggi più leggeri, flessibili e più facili da programmare, a supporto, o in alcuni casi in sostituzione, degli operatori per svolgere le attività di movimentazione, stoccaggio e picking.
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L’automazione dei processi avrà un ruolo chiave nella nuova Supply Chain e sarà dunque necessaria un’integrazione ottimale tra hardware e software in modo da garantire la miglior comunicazione possibile tra i sistemi gestionali e le soluzioni automatizzate. In questo modo la logistica potrà ottenere importanti benefici e un incremento assicurato di efficienza fino al 30%.
È possibile inoltre far uso di sistemi di movimentazione “intelligenti” e in grado di adattarsi alle mutevoli esigenze dell’ambiente riuscendo così ad aumentare la produttività. Si parla molto di Atonomous Logistics che prevede l’utilizzo di veicoli a guida autonoma: dai carrelli elevatori ai droni.
Le tecnologie migliorano la collaborazione e l’interazione tra clienti e fornitori, requisito fondamentale per la gestione del business: le tecnologie permettono la raccolta e l’analisi dei dati, la tracciabilità dei movimenti, l’analisi degli scenari e possono contribuire a migliorare le attività di processi logistico – distributivi delle aziende che operano nei diversi settori.
Grazie dunque all’integrazione di queste tecnologie, la logistica può arrivare al livello 4.0 e ottenere un miglioramento dei processi logistico-produttivi, un’ottimizzazione dell’interazione uomo-macchina, una miglior efficienza energetica, una diminuzione dei costi e valorizzazione delle risorse umane.
Le persone rappresentano, senza dubbio, la chiave di svolta per questa evoluzione: gli operatori logistici devono cercare di incrementare la loro conoscenza tecnologica di pari passo con la diffusione delle innovazioni, ma questo può essere raggiunto solo accrescendo le competenze anche, se necessario, attraverso l’aggregazione di piccole realtà imprenditoriali in modo tale da generare e gestire conoscenze e competenze differenti e innovare sia nella produzione che nei servizi. I risultati migliori potrebbero essere ottenuti sviluppando una logistica collaborativa dove non solo si ha la condivisione delle
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informazioni lungo la Supply Chain, ma anche la condivisione dei transit point, ovvero nodi della rete logistica nel quale le merci vengono ricevute in grossi carichi e ricollocate in lotti più piccoli per essere poi pronte ad essere trasportate per consegne locali di entità inferiore. Questa è l’unica vera strada per garantire il futuro e per realizzare assetti organizzativi in grado di gestire questo livello di complessità.
Stiamo oggi attraversando una fase di cambiamento epocale: dal boom del digitale, circa 10 anni fa, abbiamo iniziato a conoscere le potenzialità dell’Internet of Things ma oggi il cambiamento continua a farsi strada arrivando a parlare di Internet of Industry. Non si parla più solo di automazione, integrazione tra hardware e software, si parla di dematerializzazione, ideazione e creazione di nuovi beni on demand (su richiesta), di intelligenza artificiale: si parla di Industria 4.0.
La smart supply chain rappresenta il nuovo capitolo della Logistica 4.0 e uno dei principali motivi di cambiamento è l’aspettativa sempre più alta dei clienti, i quali si aspettano consegne in giornata e la possibilità di scegliere diversi metodi o destinazioni di consegna.
L’organizzazione non potrà più essere gestire per reparti, ma basata sui flussi, integrando i processi, i materiali e le informazioni e in questi termini la logistica ne rappresenta l’elemento di congiunzione.
30 1.5 Le potenzialità della digitalizzazione
L’era del digitale è oggi nel pieno della sua evoluzione e i cambiamenti che la tecnologia sta generando permettono una vera e propria rivoluzione della supply chain. Il mondo del lavoro sta cambiando completamente: cambiano i ruoli, le funzioni e c’è l’esigenza sempre maggiore di una completa interconnettività e fare sistema è diventato indispensabile. Non basta investire in centri di lavoro di ultima generazione, in Collaborative Robot o stampanti 3D ma nel modello organizzativo e nella capacità di gestire gli ordini in tempo reale attraverso simulazioni di modelli in modo da prendere decisioni rapide e consapevoli.
La digitalizzazione, usata anche nelle attività logistiche, porta ad una serie di benefici in termini di risparmio di tempo e di ammortamento dei costi delle materie prime, garantendo una consegna più tempestiva e sviluppando un controllo sull’intero flusso di lavoro e sulla comunicazione in modo tale da essere in grado di misurare la soddisfazione del cliente e gestire in maniera più efficace i tempi di fatturazione.
Molte aziende hanno già compreso le potenzialità della digitalizzazione nella supply chain in quanto, in questo ambito, con la tecnologia si può raggiungere una semplificazione ed una velocizzazione dei processi rendendo visibili i dati in tempo reale, come il peso della merce, le informazioni sui fornitori e i valori di carico, riuscendo a mettere in comunicazione tutti i diversi attori del flusso di lavoro, rispettando le regole interne e salvaguardando la sicurezza nello scambio di dati sensibili.
La condivisione dei dati e delle informazioni può portare ad una più facile scelta dei fornitori attraverso un’analisi dello storico delle operazioni che sono già state fatte garantendo così una riduzione dei costi per ritardi e perdite di merci e documenti ed un conseguente aumento del fatturato.
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Cambia dunque la catena logistico-produttiva: entro il 2020 tutti i settori dovranno prendere consapevolezza delle nuove tecnologie (robot, stampa 3D, droni, veicoli autonomi) che cambieranno completamente il modo di realizzazione e distribuzione dei prodotti. Riuscire ad integrare queste nuove dimensioni tecnologiche con la catena logistica significherà riuscire a pianificare e realizzare delle piattaforme di consegna in grado di personalizzare il servizio intorno a ciascun cliente.
Sono molti fattori che hanno aumentato la complessità del settore logistica e trasporti, come l’ampliamento delle gamme di prodotto, la frammanetazione degli ordini, le richieste sempre più personalizzate da parte dei clienti, la crescita dell’e-commerce e, di fronte a queste complessità, il supporto del digitale risulta prezioso: la logistica deve essere adattata alle esigenze della fabbrica 4.0 i cui cardini sono la flessibilità e la personalizzazione dei prodotti ed è solo attraverso le nuove tecnologie quali automazione, realtà aumentata, cloud computing e analytics che si può arrivare a migliorare processi e risultati.
L’attenzione delle imprese 4.0 si orienta quindi verso una strategia di innovazione e servizio: la digitalizzazione consente alle aziende di soddisfare le nuove e sempre più esigenti aspettative dei clienti sul servizio, sulle richieste di ordini sempre più dettagliati fino ad una personalizzazione e individualizzazione ulteriore riuscendo anche a migliorare l’efficienza interna.
La Ricerca evidenzia proprio una crescente consapevolezza sui reali benefici che la digitalizzazione offre nei processi di trasporto merci e, più in generale, nella logistica.
La digitalizzazione porta ad una Supply Chain 4.0 che diventa:
 Più veloce: attraverso analisi predittive di dati interni ed esterni, combinati con i dati sullo stato della macchina per l’attività di manutenzione e la richiesta di pezzi di ricambio, forniscono una previsione più precisa della domanda dei clienti. Le
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previsioni, che una volta erano mensili, oggi diventano settimanali e per quei prodotti che ruotano più velocemente, anche giornaliere. In futuro parleremo di “spedizione predittiva”: i prodotti verranno spediti prima che il cliente effettui l’ordine in quanto questo verrà abbinato ad una spedizione già esistente nella rete logistica e la spedizione verrà reindirizzata all’esatta destinazione del cliente.  Più flessibile: la pianificazione della Supply Chain 4.0 avviene in tempo reale e
consente alle aziende di rispondere in maniera flessibile ai cambiamenti della domanda e dell’offerta. La pianificazione inoltre diventa un processo continuo in grado di reagire velocemente alle mutevoli esigenze e vincoli; i nuovi sistemi di gestione permetteranno di identificare automaticamente i rischi e saranno in grado di modificare aspetti della Supply Chain per ridurre i danni. Questo controllo automatico non sarà gestito dall’uomo ma da macchine, con l’eventuale coinvolgimento umano solo in caso di eventi improvvisi e non pianificati.
 Più efficiente: i robot gestiscono il materiale (pallet, scatole, pezzi singoli) rendendo il magazzino automatizzato nelle fasi di ricezione, scaricamento, messa via, raccolta, imballaggio e spedizione.
La nuova Supply Chain deve essere, da una parte capace di migliorare e gestire in maniera ancora più redditizia le attività già consolidate nei diversi processi e dall’altra parte deve introdurre nuove tecnologie e strategie che portano a vantaggi competitivi. Infatti, oltre il 70% dei responsabili della Supply Chain ritiene che dotare i propri dipendenti di dispositivi tecnologici, inserire dispositivi mobili, l’analisi dei big data e l’uso di internet, sia una delle prime priorità dei piani di investimento, in quanto queste cose permettono loro una semplificazione dei processi ed una maggior efficienza.
Tra le nuove tecnologie emergenti, il mercato dell’Internet of Things (IOT) non solo è riuscito a trasformare i sistemi di programmazione e controllo dei trasporti e della
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logistica ma ha portato anche a sensibili risparmi economici: la digitalizzazione IOT è in grado di gestire una grande varietà di oggetti, interazioni, modalità di comunicazione, attraverso l’analisi di una vastissima quantità di dati. Grazie all’IOT vengono fornite velocemente le diverse informazioni all’operatore, con benefici in termini di efficienza, efficacia, qualità del pallet e riduzione degli errori e l’applicazione di sensori sia sui mezzi di movimentazione che sulle scaffalature garantisce obiettivi di mappatura (per la posizione e le condizioni della merce), gestione dei veicoli e sicurezza delle operazioni di prelievo e stoccaggio.
Le soluzioni tecnologiche disponibili possono sicuramente supportare le aziende nel gestire la complessità che caratterizza i sistemi logistico-produttivi attuali ma la loro introduzione può comportare la nascita di nuove complessità in altre parti del sistema (basti pensare al fatto che queste tecnologie si basano in gran parte su altre tecnologie, Internet prima di tutto, richiedendo una connessione sempre attiva e affidabile).
Nella scelta del livello di automazione da adottare in un settore si cerca il giusto compromesso per conservare la flessibilità da un lato e per aumentare la produttività dall’altro. Scegliere il livello di automazione è condizione necessaria, ma non sufficiente per ottenere il miglior risultato in termini di produttività poiché è fondamentale anche il livello di integrazione del software di magazzino con le macchine, i flussi operativi, i sistemi gestionali: avere software non perfettamente integrati potrebbe generare un’inefficienza anche del 30%. Altro elemento, spesso dimenticato, salvo quando manca il prodotto, è il livello delle scorte in magazzino poiché tener sotto controllo sia gli overstock che gli undestock in base agli effettivi movimenti, può significare risparmi importanti e un monitoraggio continuo dei livelli di obsolescenza.
Dunque, la digitalizzazione sta modificando sempre di più l’organizzazione e la gestione della Supply Chain e sta aprendo nuovi orizzonti al ciclo di vita dei prodotti con la
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personalizzazione, il ritiro e il re packaging, il remanufacturing, cioè la messa a nuovo dei prodotti e il demanufactoring, ovvero il recupero dei materiali, introducendo nella logistica modelli strategici per la sostenibilità e la competitività dei prodotti.
L’evoluzione del digitale necessità però, allo stesso tempo, di strutture e competenze in grado di gestire e comprendere la nuova tecnologia e, ancora di più, di definire e realizzare modelli organizzativi necessari. Dunque la tecnologia abilita il raggiungimento degli obiettivi, ma non è il motore principale del cambiamento: elemento indispensabile sono le strategie aziendali, i modelli di business. Una fabbrica 4.0 non può essere ottenuta semplicemente decidendo di investire in un’infrastruttura, ma attraverso un processo che parta dall’analisi delle esigenze prospettiche di mercato ed arrivando, step by step, ad una struttura in grado di rispondere in maniera coordinata e consapevole alle esigenze dei clienti, come prodotti personalizzati, consegnati rapidamente, a prezzi molto competitivi tenendo conto di tutto il ciclo di vita del prodotto.
In un mondo totalmente interconnesso, il tema della logistica 4.0 è cruciale: riduzione dei magazzini al minimo e integrati con l’avanzamento della produzione, personalizzazione di massa, sistemi di prelievo dei singoli pezzi, pianificazione dei mezzi di consegna sono tutte fasi che devono necessariamente essere integrate per rispondere meglio e più velocemente alle esigenze di mercato e per evadere gli ordini in tempo reale e monitorarli continuamente. Tutto ciò comporta una totale ristrutturazione dei magazzini oggi esistenti e dei sistemi di trasporto.
35 1.6 I nuovi sistemi di trasporto
La trasformazione digitale è un fenomeno ampio e trasversale che investe, accanto al mondo della logistica, anche il mondo dei trasporti. Le nuove tecnologie pongono oggi le basi per uno sviluppo di soluzioni innovative anche in questo settore.
L’introduzione di veicoli intelligenti, l’autoguida in base all’IoT porterà completamente a nuove dimensioni e a soluzioni più automatizzate e flessibili.
Per integrare i fornitori dei servizi di trasporto nei processi digitali, gli autisti vengono connessi elettronicamente attraverso terminali mobili, dunque la Supply Chain arriva fino alla cabina di guida. Gli strumenti utilizzati non solo altro che smartphone e tablet reperibili in commercio e risulta necessario un collegamento, tramite apposite app, con le piattaforme web per la logistica adottate in azienda e compatibili con la gestione degli ordini dal terminale mobile. Attraverso tali app gli autisti ricevono i documenti di trasporto digitali, che successivamente il cliente firmerà. Dopo la firma i documenti verranno direttamente archiviati sul sistema aziendale.
Tra i temi che oggi le aziende ricercano di più troviamo la dematerializzazione dei documenti, l’ottimizzazione dei percorsi, il controllo delle merci in transito e il monitoraggio dei veicoli grazie ai sistemi IoT (Internet of Things). Tali strumenti sono in grado di portare all’attività di logistica e trasporti notevoli benefici, di cui non tutte le aziende purtroppo sono a conoscenza, quali: l’archiviazione digitale di tutta la documentazione fiscale che, a differenza della documentazione cartacea, comporta una diminuzione di costi di stampa e un risparmio di spazio; la possibilità di comunicare attraverso strumenti digitali che consente a tutti gli attori del processo logistico (fornitore/distributore/cliente) di conoscere lo stato delle spedizioni in ogni fase ed in tempo reale in modo tale da avere maggiore controllo e permettendo la tracciabilità di un prodotto per il cliente; la possibilità di accedere alle informazioni sullo stato degli ordini in
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ogni luogo e momento e di ricevere notifiche in tempo reale tramite apposite App; avere lo stato della merce in magazzino sempre aggiornato e software in grado di gestire le attività di inventariato facilitando il lavoro e migliorando il servizio per il cliente finale.
Dunque, tanto più le informazioni sulla capacità, il tempo, il traffico dei veicoli vengono condivise, tanto meglio i flussi logistici potranno essere gestiti e, soprattutto in un epoca in cui è in crescita la produzione e vengono trasportati lotti sempre più piccoli, produzione e distribuzione dipendono dall’efficienza e dalla flessibilità della logistica dei trasporti.
Esempio emblematico per quanto riguarda la digitalizzazione dei sistemi di trasporto logistico, sono i Documenti di Trasporto (DDT).
Tradizionalmente, nell’ambito del trasporto e consegna merci, la documentazione fiscale riguardante l’attestazione di presa in carico della merce, la prova di avvenuta consegna, il documento di trasporto ecc.. è in formato cartaceo. Gli attori coinvolti nel processo, ovvero fornitori, trasportatore e clienti, ne conservano una copia siglata con firma autografata. Questo rappresenta uno scenario che può beneficiare notevolmente della digitalizzazione in quanto la documentazione fiscale a supporto dell’attività di consegna e trasporto può essere completante digitalizzata.
I modelli per la digitalizzazione di tali documenti sono vari e presentano diversi livelli di automazione:
 Nei modelli di dematerializzazione unilaterale degli archivi il fornitore che attiva la spedizione decide di portare in Conservazione Digitale i Documenti di Trasporto attivi (DDT), ovvero prodotti da lui stesso, stampando unicamente la copia di DDT da consegnare al cliente rinunciando all’eventuale “prova di avvenuta consegna della merce”, rappresentata dalla firma del cliente sul DDT che rientra al fornitore.
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Il cliente può a sua volta scegliere di portare il Conservazione Digitale il DDT ricevuto.
 Con i modelli di digitalizzazione informativa fornitore e cliente attivano un dialogo elettronico che procede parallelamente al trasporto della merce, inviando messaggi strutturati (avviso di spedizione, di consegna, notifica ricezione merci), mantenendo presso i diversi attori gli archivi cartacei per i DDT. Questo garantisce maggior efficienza ed efficacia del processo ed un maggior controllo dello stesso.
 Con i modelli di completa dematerializzazione e digitalizzazione dei processi i flussi informativi sostituiscono completamente la documentazione cartacea: gli archivi cartacei sono sostituiti dalla Conservazione Digitale dei messaggi che vengono scambiati nel “dialogo” elettronico durante il flusso fisico della merce. Questo modello comporta l’uso di tablet per le firme autografe come attestazione di avvenuta consegna e presa in carico della merce.
Non sono molte le aziende che oggi hanno adottato totalmente i sistemi digitali logistici sfruttandone i vantaggi in termini di tempi e costi: solo un’azienda su 4 ha infatti completamente digitalizzato il processo logistico di trasporto.
La trasformazione digitale delle attività di spedizione e consegna, sul fronte normativo, è però ancora poco regolamentata, anche se le opportunità per la gestione dematerializzata e totalmente digitale delle informazioni in questo ambito sono molteplici e per gli stessi attori della Supply Chain, committenti, trasportatori e operatori logistici, emerge una chiara consapevolezza sul reale effetto di questi cambiamenti, come la maggior efficacia delle informazioni, la disponibilità tempestiva delle stesse e dunque una loro più rapida condivisione.