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LA GESTIONE DEL MAGAZZINO

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Academic year: 2022

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LAVORO DI DIPLOMA DI FRAGAPANE SIMONE LUIGI

DIPLOMA DI INSEGNAMENTO PER LE SCUOLE DI MATURITÀ ANNO ACCADEMICO 2020/2021

LA GESTIONE DEL MAGAZZINO

UNA PROPOSTA DIDATTICA PER LA 1

a

SCC

RELATORE

PROF. BERLA LUCA

(2)

Abstract

Simone Luigi Fragapane

Diploma di insegnamento per le scuole di maturità

La gestione del magazzino – Una proposta didattica per la 1a SCC Luca Berla

Questo lavoro di diploma si pone l’obiettivo di proporre un percorso didattico efficace per la trasmissione dei saperi disciplinari previsti dal Piano degli studi della Scuola cantonale di commercio (SCC) di Bellinzona riguardanti la gestione efficiente del magazzino. Da un paradigma disciplinare che circoscrive i concetti rilevanti di questo tema, si costruisce un percorso suddiviso in diverse tappe d’apprendimento, che hanno lo scopo di portare l’allievo a raggiungere i diversi obiettivi disciplinari previsti, ossia: comprendere la necessità di avere una certa quantità ottimale di merce in magazzino e di identificarne i limiti entro i quali questa quantità ottimale si situa, valorizzare correttamente la merce in magazzino, identificare la scheda di magazzino come lo strumento che consente all’azienda di assicurarsi la quantità ottimale di scorte e di valorizzarla, redigere correttamente delle schede di magazzino con i tre diversi metodi di valorizzazione (FIFO, LIFO e prezzo medio ponderato) e di calcolare l’utile lordo utilizzando le informazioni riassunte nelle schede di magazzino e di comprenderne il significato. Le lezioni che compongono questo percorso didattico sono state costruite a partire dagli obiettivi appena evidenziati, cosicché esse potessero essere quanto più efficaci possibile per la trasmissione dei diversi saperi disciplinari. Il percorso ideato è stato proposto a tre classi del primo anno della SCC e i risultati ottenuti dagli studenti sono buoni.

Parole chiave: gestione del magazzino, quantità ottimale, valorizzazione delle scorte, metodi di valorizzazione, FIFO, LIFO, prezzo medio ponderato, utile lordo, fornitori, percorso didattico, SCC.

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Sommario

1. Introduzione ... 1

2. Presupposti ... 3

Il tema ... 3

Le classi ... 3

Metodologia adottata ... 4

3. Paradigma disciplinare ... 6

4. Tappe di apprendimento ... 10

5. Piani di lezione ... 12

Lezione 1: La quantità ottimale di scorte in magazzino – costi per rottura di stock ... 12

Obiettivi didattici della lezione ... 13

Strutturazione procedurale della lezione ... 13

Scelte didattiche di fondo ... 14

Aspetti critici e possibili alternative ... 15

Lezione 2: La quantità ottimale di scorte in magazzino – costi per eccesso di merce ... 16

Obiettivi didattici della lezione ... 17

Strutturazione procedurale della lezione ... 17

Scelte didattiche di fondo ... 19

Aspetti critici e possibili alternative ... 20

Lezione 3: La valorizzazione della merce ... 21

Obiettivi didattici della lezione ... 21

Strutturazione procedurale della lezione ... 22

Scelte didattiche di fondo ... 23

Aspetti critici e possibili alternative ... 25

Lezione 4: La scheda di magazzino ... 25

(4)

Obiettivi didattici della lezione ... 26

Strutturazione procedurale della lezione ... 26

Scelte didattiche di fondo ... 27

Aspetti critici e possibili alternative ... 28

Lezione 5: La variazione del costo unitario della merce e le sue conseguenze ... 29

Obiettivi didattici della lezione ... 29

Strutturazione procedurale della lezione ... 30

Scelte didattiche di fondo ... 31

Aspetti critici e possibili alternative ... 32

Lezioni 6/7/8: I metodi di valorizzazione – FIFO/LIFO/PMP ... 33

Obiettivi didattici delle lezioni ... 34

Strutturazione procedurale delle lezioni ... 34

Scelte didattiche di fondo ... 36

Aspetti critici e possibili alternative ... 36

Lezione 9: L’utile lordo ... 37

Obiettivi didattici della lezione ... 38

Strutturazione procedurale della lezione ... 38

Scelte didattiche di fondo ... 39

Aspetti critici e possibili alternative ... 40

Fase conclusiva di interiorizzazione delle capacità pratiche ... 41

6. Verifica dell’apprendimento ... 43

7. Conclusioni ... 50

Bibliografia ... a Allegati ... i

Allegato 1: Esercizio – La gestione degli ordini ... i

(5)

Allegato 2: Diapositiva – I costi legati a un’eventuale rottura di stock ... iii

Allegato 3: Esercizio – Mercatino SAGL ... iv

Allegato 4: Diapositiva – I costi legati al possesso della merce... vi

Allegato 5: Esercizio – Easy Communications SAGL ... vii

Allegato 6: Diapositiva – Il costo della merce ... viii

Allegato 7: Esercizio – La scheda di magazzino ... ix

Allegato 8: Soluzione esercizio – La scheda di magazzino ... x

Allegato 9: Esercizio – La pompa di benzina... xi

Allegato 10: Diapositiva – Metodi per risalire al valore della merce in uscita ... xii

Allegato 11: Esercizio - FIFO ... xiii

Allegato 12: Diapositiva – Metodi per risalire al valore della merce in uscita - FIFO ... xv

Allegato 13: Esercizio – LIFO ... xvi

Allegato 14: Diapositiva – Metodi per risalire al valore della merce in uscita - LIFO ... xviii

Allegato 15: Esercizio – Prezzo Medio Ponderato ... xix

Allegato 16: Diapositiva – Metodi per risalire al valore della merce in uscita - PMP ... xxi

Allegato 17: Esercizio – L’utile lordo ... xxii

Allegato 18: Diapositiva – L’utile lordo ... xxiv

Allegato 19: Esercizio – Bambole nel magazzino. Tratto da SCC – Integrazioni (ver. 1.5) ... xxv

Allegato 20: Esercizio – Angeli e la valorizzazione del magazzino. Tratto da SCC – Integrazioni (ver. 1.5) ... xxvi

Allegato 21: Esercizio – G. Borsetti e la problematica delle scorte ... xxvii

Indice delle tabelle 4.1 Tappe di apprendimento... 10

5.1 Strutturazione lezione 1 ... 13

5.2 Strutturazione lezione 2 ... 17

(6)

5.3 Strutturazione lezione 3 ... 22

5.4 Strutturazione lezione 4 ... 26

5.5 Strutturazione lezione 5 ... 30

5.6 Strutturazione lezioni 6/7/8 ... 34

5.7 Strutturazione lezione 9 ... 38

6.1 Risultati medi ottenuti dalle tre classi ... 43

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(8)

1. Introduzione

Questo lavoro di diploma rappresenta il culmine di un percorso affrontato presso il Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), che mi ha permesso di acquisire le conoscenze, le capacità e gli atteggiamenti necessari per svolgere con efficacia il mestiere del docente di Scuola media superiore (SMS).

Nello specifico, questo scritto si pone l’obiettivo di proporre un percorso didattico, per la materia Economia aziendale, indirizzato agli studenti del primo anno della Scuola cantonale di commercio (SCC).

Il percorso progettato è studiato per raggiungere gli obiettivi definiti dal Piano degli studi della SCC, meglio definiti nella sezione successiva. Di conseguenza, le lezioni sono strutturate di modo che possano conseguire tale fine. In questo modo, il risultato dovrebbe essere una proposta didattica efficace per l’insegnamento dei diversi saperi disciplinari previsti e utili per gli studenti.

Il tema di riferimento di questo progetto, ossia la gestione del magazzino, è caratterizzato da aspetti tecnici fondati su conoscenze di tipo teorico. Quindi, il percorso dev’essere in grado di fornire agli allievi le diverse conoscenze necessarie per applicare le tecniche utili per gestire efficientemente il magazzino. Allo stesso modo, gli aspetti più pratici, per il tramite della loro applicazione, diventano fondamentali per aiutare gli studenti ad apprendere le diverse nozioni di teoria.

Dunque, la struttura di questo percorso didattico è pensata per essere il più lineare possibile, di modo che gli allievi possano progredire continuamente, assieme al percorso stesso. Ciò significa che ogni lezione, oltre a permettere il raggiungimento di obiettivi specifici utili all’apprendimento degli studenti del tema nel suo insieme, sarà un tassello fondamentale per affrontare la lezione successiva.

Per facilitare la comprensione del percorso didattico proposto, in un primo momento sarà circoscritto brevemente il tema della gestione efficiente del magazzino e saranno evidenziate le caratteristiche delle classi a cui è stato proposto questo percorso. Dopodiché, saranno riassunte le diverse tappe d’apprendimento previste, attraverso le quali gli studenti acquisiranno i diversi saperi disciplinari previsti per raggiungere con successo gli obiettivi previsti dal Piano degli studi della SCC. Di seguito, ogni lezione sarà descritta evidenziandone gli obiettivi, le motivazioni della scelta didattica adottata e i punti deboli della lezione progettata, proponendo delle possibili alternative per contrastare gli aspetti critici evidenziati. Infine, al termine del percorso, saranno riportati gli esercizi atti a verificare

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l’apprendimento dei saperi disciplinari previsti, che gli studenti hanno dovuto affrontare nel corso di un lavoro scritto.

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2. Presupposti

Il tema

Questo lavoro di diploma si pone l’obiettivo di progettare un percorso didattico riguardante il tema della gestione del magazzino, di modo che sia efficace per gli allievi al primo anno della Scuola cantonale di commercio (SCC).

Nello specifico, il Piano degli studi della SCC (2017) prevede che gli studenti che terminano il primo anno debbano essere in grado di controllare i movimenti delle scorte aziendali in magazzino.

Di conseguenza, questo progetto cercherà di costruire un percorso graduale che permetta agli allievi di raggiungere tale obiettivo. Quindi, ancor prima di conoscere lo strumento e i metodi utilizzati per tenere traccia dei movimenti delle scorte di merce, sarà necessario evidenziare la necessità di tale operazione e definire correttamente i diversi concetti strettamente legati, appunto, alla gestione del magazzino.

In aggiunta, questo percorso didattico si focalizzerà anche sull’utilità di controllare i movimenti delle scorte di merce in magazzino, insegnando, quindi, agli allievi non solo a effettuare questa operazione, ma anche a leggere e a utilizzare in maniera efficace le informazioni che emergono da tale attività.

Infatti, questi sono dati utili per la gestione efficiente del magazzino e per la comprensione della qualità dell’operato di una determinata azienda.

Le classi

Come anticipato, il percorso didattico in analisi è indirizzato agli allievi del primo anno della SCC.

In generale, questi studenti hanno la particolarità di non aver mai affrontato la materia economia aziendale in precedenza, dato che questa non è affrontata nel corso delle scuole medie ticinesi. Ciò significa che, salvo alcune eccezioni, difficilmente gli allievi possono affidarsi a determinate preconoscenze per affrontare i diversi argomenti di questa materia disciplinare.

Mi sento di dire che il tema della gestione del magazzino rientri in questa casistica e quindi diventa necessario chiarire quanto più precisamente possibile i molteplici concetti che gli studenti dovranno affrontare. Per soddisfare tale esigenza, possono essere utilizzate diverse strategie didattiche che sono esplicitate nelle sezioni dedicate ai piani di lezione di questo percorso. Ad esempio, il Piano degli

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studi (2017) indica che per il primo biennio della SCC si debba prediligere un approccio induttivo, ma al tempo stesso, credo che altri metodi possano essere più efficaci in determinate circostanze.

Trovandoci ora nel secondo semestre, posso fare una sorta di bilancio per quanto riguarda le capacità e gli atteggiamenti degli allievi delle tre classi del primo anno a cui sarà proposto questo percorso didattico.

In tutte e tre le classi prevale un atteggiamento positivo, che favorisce l’apprendimento delle nozioni trasmesse nel corso delle lezioni, infatti i risultati medi ottenuti sono più che soddisfacenti.

Chiaramente, ci sono studenti particolarmente portati per la materia e altri che, invece, hanno qualche difficoltà in più. Ma nel complesso i diversi elementi sono equamente suddivisi nelle tre classi, quindi le tre diverse classi rappresentano comunque un contesto piuttosto omogeneo in questo senso.

Al contrario, in questi tre gruppi si possono riscontrare differenze piuttosto nette per quanto riguarda l’atteggiamento. Fortunatamente, sono tutti ambienti in cui si lavora bene, ma sussistono alcune dinamiche da tenere in considerazione che differenziano il modo di interagire con gli studenti.

Sintetizzando, si potrebbe dire che una classe è tendenzialmente silenziosa e quindi va stimolata con domande puntuali per vivacizzare la lezione; mentre in un’altra classe la lezione scorre agevolmente, in quanto gli studenti sono generalmente interessati e partecipi; e, infine, nell’ultimo caso, l’interesse e l’energia degli allievi li porta ogni tanto a perdere il punto su cui ci si sta focalizzando e quindi devono essere indirizzati maggiormente nelle diverse discussioni.

Di conseguenza, lo svolgimento delle lezioni cambia leggermente a causa di queste differenze in termini di comportamento delle tre classi. Ad ogni modo, i risultati ottenuti nei tre diversi contesti sono fortemente paragonabili nonostante non fossero state prese strategie significativamente diverse tra loro per affrontare i diversi concetti disciplinari previsti.

Può essere interessante valutare un’eventuale differenza tra le tre classi in termini di risultati ottenuti per quanto riguarda il tema della gestione del magazzino, così da capire se effettivamente queste dinamiche diverse possono influenzare l’apprendimento (e l’insegnamento) di un determinato sapere disciplinare.

Metodologia adottata

Per strutturare questo percorso didattico, sarà posta particolare attenzione ai diversi obiettivi da raggiungere per ogni unità didattica.

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Ciò significa che le lezioni saranno progettate solamente dopo aver definito correttamente gli obiettivi disciplinari, di modo che esse siano effettivamente in grado di raggiungere tali obiettivi.

Ciò significa che le strategie adottate si differenzieranno di lezione in lezione, proprio per questa progettazione fortemente orientata al raggiungimento degli obiettivi.

Le tappe di apprendimento sono riassunte nella sezione 4, così da avere una visione d’insieme riassuntiva del percorso progettato. Mentre gli obiettivi specifici di ogni unità didattica sono evidenziati nella sezione dedicata ai piani di lezione.

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3. Paradigma disciplinare

Un’azienda, per poter continuare a svolgere la sua attività, dev’essere in grado di mantenere un certo grado di autonomia e di autofinanziamento. Ciò significa che l’azienda dev’essere in grado, tramite il suo operato, di conseguire degli utili e cioè ottenere dei ricavi che eccedano i costi che deve sostenere nel corso di un determinato periodo contabile.

Le scorte di merce, siano esse materie prime, prodotti semilavorati o prodotti finiti, sono necessarie per permettere all’azienda di produrre e/o commercializzare beni. Chiaramente la merce dev’essere contenuta all’interno di un magazzino.

La gestione del magazzino rappresenta un costo per l’azienda, che essa deve tenere in considerazione per svolgere correttamente e con successo il suo operato. Infatti, dalla gestione delle scorte e del magazzino derivano costi di diversa natura, che possono essere riassunti nelle due seguenti categorie (SCC, Teoria e casi, ver. 1.5):

• il costo dell’approvvigionamento: il costo stesso della merce, che dipende dalla quantità acquistata e dal suo prezzo; i costi generati dalle attività di approvvigionamento, come la richiesta e la valutazione delle offerte, la ricezione della merce o la sua movimentazione in magazzino;

• il costo legato al possesso della merce: definito sostanzialmente dalla quantità e dal valore della merce, nonché dalla sua durata in giacenza. Si evidenziano i seguenti costi: spese immobiliari per il magazzino (affitto, ammortamento, illuminazione, riscaldamento, manutenzione, …), costi generati dalle scorte immobilizzate, premi assicurativi e perdita di valore della merce.

Dato il presupposto iniziale, l’azienda cerca di ridurre questi costi per riuscire a conseguire degli utili per il tramite delle sue attività.

Ad esempio, una soluzione adottata dalle aziende, per ridurre i costi del magazzino, riguarda la gestione del magazzino con la tecnica del Just-in-Time, la quale prevede che l’azienda si procuri o produca la merce necessaria per evadere gli ordini dei clienti “appena in tempo” (Cheng & Podolsky, 1996; Shabtay & Steiner, 2011). Di conseguenza, con questa tecnica si limita la quantità di merce posseduta, riducendo il costo, per quanto possibile, al solo costo causato dalla produzione o dall’acquisto della merce necessaria.

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Purtroppo, la tecnica del Just-in-Time ha mostrato le sue debolezze in maniera marcata in questo periodo di pandemia, poiché la produzione mondiale ha subito, forzatamente, dei rallentamenti, facendo sì che alcuni ordini non potessero essere evasi nei tempi prestabiliti.

La rottura di stock, ossia l’insufficienza di scorte a sufficienza per soddisfare gli ordini dei clienti, causa un’ulteriore serie di costi, che l’azienda deve considerare: costi legati al nuovo ordine da effettuare, mancati incassi causati da vendite non concretizzate, costi fissi mediamente più cari perché da ripartire su meno scorte di merce di quante sarebbero necessarie e, in aggiunta, perdita di reputazione da parte dei clienti (SCC, Teoria e casi, ver. 1.5).

Di conseguenza, l’azienda dev’essere in grado mantenere un certo livello ottimale di quantità di scorte in magazzino. Ciò significa che l’azienda deve fissare un limite superiore, di modo che non abbia un’eccessiva quantità di merce, e un limite inferiore, che le permetta di avere un certo margine di sicurezza per garantirle la capacità di soddisfare tutti gli ordini dei clienti (Absi, Dauzère-Pérès &

Kedad-Sidhoum, 2011).

La gestione efficiente del magazzino si concretizza, quindi, nella capacità dell’azienda di mantenere un certo livello ottimale di merce, che le permetta di bilanciare i costi e i benefici legati del magazzino (Davis & Whybark, 1980).

Uno degli strumenti utili per tenere traccia delle quantità di merce all’interno del magazzino, così da assicurarsene la quantità ottimale, è la scheda di magazzino. In essa vengono riportate le informazioni riguardanti la movimentazione delle scorte di ogni singolo prodotto dell’azienda, così da tenerne sotto controllo la quantità di modo che sia poi possibile effettuare gli ordini di scorte di merce nel momento migliore.

La scheda di magazzino non si limita a tracciare i movimenti della merce in quantità, infatti essa riporta anche la valorizzazione della merce. In questo modo, la scheda di magazzino rappresenta in ogni momento la situazione presente in magazzino: quanta merce è ancora disponibile e a quanto ammonta il suo valore.

Occorre sottolineare che la valorizzazione della merce avviene al suo prezzo di costo, ovvero il prezzo pagato per l’acquisto di quella merce con l’aggiunta di tutti i costi accessori legati all’approvvigionamento di quella merce (costi di trasporto, sdoganamento, premi assicurativi, …).

Ciò significa che si ha sempre l’informazione riguardante il costo della merce che entra e che esce dal magazzino. Nel caso di un commerciante, la merce che lascia al magazzino corrisponde,

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verosimilmente, alla merce venduta e, dunque, la scheda di magazzino aggiorna continuamente il costo della merce venduta, che è un elemento fondamentale per determinare l’utile lordo dell’azienda.

La scheda di magazzino, quindi, non solo permette di tenere traccia della quantità di merce in magazzino, ma consente anche all’azienda di verificare se sta effettivamente conseguendo un utile o una perdita per il tramite delle sue attività.

La valorizzazione della merce al prezzo di costo, però, pone un problema. Generalmente, il prezzo di costo unitario della merce varia a ogni nuova ordinazione e questo può essere anche causato, banalmente, dalla quantità di merce acquistata. Mantenendo un prezzo di costo unitario della merce e il costo di spedizione da sostenere fissi, si evince come al variare della quantità acquistata, varierà anche il prezzo di costo unitario della merce. Oppure, ancora più semplicemente, all’aumentare della merce acquistata, il fornitore potrebbe applicare un prezzo di costo unitario più basso, così da sfruttare una sua possibile economia di volume.

Dunque, ne consegue che la valorizzazione della merce deve tenere traccia dei diversi prezzi di costo unitari di ogni corrispettiva quantità di merce. Purtroppo, al momento dell’uscita della merce dal magazzino, diventa impossibile per l’azienda risalire al prezzo di costo unitario originale di quell’esatta quantità di merce che sta lasciando il magazzino, poiché all’interno del magazzino, in realtà, la merce si mischia e quindi si perde la distinzione tra le diverse singole scorte di merce. Si può immaginare il magazzino come una sorta di contenitore di olio, che viene riempito più volte in diversi momenti e ogni litro di olio aggiunto successivamente ha un costo unitario diverso dai litri precedenti; ovviamente, all’interno del contenitore, l’olio si mischia e diventa quindi impossibile scindere i diversi litri di olio per poter risalire al loro costo unitario d’origine.

Di conseguenza, diventa indispensabile studiare e formalizzare degli algoritmi in grado di tracciare il costo della merce in uscita, tenendo conto delle diverse quantità acquistate a costi unitari diversi. La soluzione possibile sta nell’adottare uno dei tre metodi di valorizzazione: FIFO (First In, First Out), LIFO (Last In, First Out) e PMP (Prezzo Medio Ponderato).

Il metodo FIFO prevede che la prima merce a essere considerata per la valorizzazione della merce in uscita sia la prima merce in entrata, mentre il metodo LIFO prevede che la prima merce a essere considerata per la valorizzazione della merce in uscita sia l’ultima entrata e, infine, con il metodo del PMP si ricalcola continuamente un costo medio ponderato della merce presente in magazzino (Toomey, 2000).

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Questi metodi, quindi, permettono di valorizzare la merce in uscita, così da imputare correttamente il costo della merce venduta e, allo stesso tempo, di calcolare costantemente il valore della merce ancora presente in magazzino.

È importante notare che, ovviamente, i metodi di valorizzazione non sono in grado di rappresentare correttamente la movimentazione fisica delle scorte di merce in magazzino e, quindi, nasce l’inconveniente che valorizzando la stessa identica merce in uscita con due metodi di valorizzazione diversi si otterranno due risultati diversi sia per quanto riguarda il costo della merce venduta e sia per quanto concerne il valore delle scorte di merce che rimangono in giacenza all’interno del magazzino.

Dunque, l’eventuale ammontare dell’utile lordo conseguito da un’azienda è influenzato dal metodo di valorizzazione scelto.

In sintesi, la gestione efficiente del magazzino permette di bilanciarne i costi e i benefici, permettendo all’azienda di operare con successo. La scheda di magazzino è lo strumento che ne permette la gestione efficiente, poiché essa riporta le informazioni riguardanti la movimentazione della merce sia in quantità che in valore. La valorizzazione della merce avviene al suo prezzo di costo, che è la somma del suo prezzo di acquisto e i dei costi accessori legati all’approvvigionamento di quelle scorte. Il fatto che il prezzo di costo unitario vari continuamente unitamente al fatto che la merce in magazzino si mischia, rende necessaria l’adozione di un metodo di valorizzazione tra FIFO, LIFO e PMP per imputare con un certo criterio il costo unitario di ogni scorta di merce che esce dal magazzino.

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4. Tappe di apprendimento

Alla fine di questo percorso didattico, gli allievi dovrebbero essere in grado di elaborare, in situazioni aziendali concrete ma non troppo complesse, delle schede di magazzino atte alla gestione ottimale della quantità di scorte in magazzino con i diversi metodi di calcolo: FIFO, LIFO e prezzo medio ponderato (PMP). Inoltre, gli studenti dovrebbero essere in grado di capire che la scheda, che permette di conoscere permanentemente la quantità di ogni tipo di merce in magazzino, è utile per gestire correttamente gli ordini, evitare rotture di stock e, più in generale, mantenere un livello di quantità ottimale di scorte.

In aggiunta, gli allievi dovrebbero essere in grado di leggere le informazioni generate dalle schede di magazzino per esprimere una prima valutazione sull’operato dell’azienda, calcolando e tenendo sotto controllo l’utile lordo conseguito che è fondamentale per capire se l’azienda sta ottenendo effettivamente un profitto o meno, infatti l’utile lordo è necessario per coprire tutti gli altri costi d’esercizio dell’azienda, quali, ad esempio, gli stipendi, gli affitti, gli interessi, gli ammortamenti, ecc.

Per raggiungere questi risultati, è necessario passare attraverso le seguenti tappe di apprendimento:

4.1 Tappe di apprendimento

Qual è la quantità ottimale di scorte in magazzino.

La

valorizzazione della merce.

Cos’è e perché redigere una scheda di

magazzino.

Perché utilizzare un metodo di

valorizzazione (FIFO, LIFO, PMP).

Come redigere una scheda di magazzino con i tre metodi di valorizzazione.

Utile Lordo.

Il concetto di quantità.

Il concetto di costo generato da una quantità eccessiva o insufficiente di merce.

La

valorizzazione della merce in magazzino avviene al suo prezzo di costo.

Il concetto di prezzo di costo:

prezzo di acquisto + costi accessori.

Le informazioni contenute: data, consistenza iniziale, entrate, uscite, rimanenze; sia in quantità che in valore.

Visione completa della movimentazione della merce in magazzino che consente di assicurarsi la quantità ottimale di scorte, di effettuare gli ordini nel momento migliore e di valorizzare

Il costo della merce acquistata varia in continuazione.

Nel magazzino, scorte valorizzate a costi diversi si mischiano.

Fisicamente, al momento dell’uscita della merce non si può risalire al prezzo di costo di ogni singola scorta.

Tecniche e applicazione pratica dei metodi di valorizzazione per la redazione di schede di magazzino.

Significato, cosa rappresenta.

Utilizzare le informazioni generate dalle schede di magazzino per calcolare l’utile lordo

conseguito.

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la merce rimanente in giacenza.

Necessità di sviluppare degli algoritmi per valorizzare la merce in uscita: FIFO (First In, First Out), LIFO (Last In, First Out) e PMP (Prezzo Medio Ponderato).

2 Lezioni 1 Lezione 1 Lezione 1 Lezione 3 Lezioni 1 Lezione

Queste tappe di apprendimento forniscono una traccia del percorso didattico, poiché sono presentate in ordine cronologico.

L’idea di fondo è che gli studenti potranno essere in grado di redigere e interpretare correttamente e in maniera consapevole delle schede di magazzino solamente dopo aver assimilato i saperi intermedi indicati per ogni tappa di apprendimento.

Ogni tappa sarà affrontata in una o più lezioni da 45 minuti, le quali prevederanno degli obiettivi specifici che forniranno le basi per affrontare adeguatamente tutto il percorso didattico.

La progressione delle lezioni, quindi, favorirà l’apprendimento dell’allievo. Il posizionamento corretto e nel giusto ordine dei diversi mattoni necessari alla costruzione dell’“edificio” condurrà al risultato finale auspicato: l’assimilazione e la comprensione dell’argomento da parte dei diversi allievi, nonché lo sviluppo delle loro capacità pratiche circa la redazione e la lettura di una scheda di magazzino.

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5. Piani di lezione

Lezione 1: La quantità ottimale di scorte in magazzino – costi per rottura di stock

In precedenza, gli allievi hanno affrontato il problema della selezione dei fornitori e quindi si sono già confrontati con il tema dei diversi criteri di selezione da tenere in considerazione per la scelta del fornitore ideale. Una delle caratteristiche principali che un fornitore adatto deve avere è quella legata alla sua possibilità di produzione, ovvero quel fornitore dev’essere in grado di produrre e di vendere all’azienda la quantità di merce necessaria affinché essa possa svolgere la sua attività con successo.

Ciò significa che gli studenti hanno già percepito che l’azienda deve comandare almeno la quantità necessaria di merce per soddisfare le richieste dei clienti, sia in termini di produzione che di vendita.

Ma quest’unica informazione potrebbe far pensare loro che la quantità di merce da ordinare dal fornitore sia da limitare unicamente alla domanda dei clienti.

Siccome l’azienda è in grado di conseguire un profitto quando i suoi ricavi eccedono i costi sostenuti per svolgere la sua attività, una gestione adeguata del magazzino è necessaria per poter ridurre i costi legati ad essa. Di conseguenza, la quantità ottimale di scorte in magazzino sarà il risultato della riduzione di questi costi.

Oltre ai costi legati alla merce stessa, esistono anche dei costi legati all’eccesso o alla mancanza di scorte in magazzino. Visto che gli allievi potrebbero supporre che la quantità ottimale di scorte in magazzino corrisponda alla quantità richiesta dai clienti, una soluzione sarebbe quella di mettere gli studenti di fronte a una situazione ove un problema o un imprevisto ha causato una rottura di stock1. Dunque, la prima lezione cercherà di mettere in luce la questione relativa alla corretta gestione della merce in termini di quantità e permetterà di riflettere sugli eventuali problemi e costi causati da una quantità insufficiente di scorte in magazzino, cosicché gli studenti possano percepire come la quantità ottimale differisca dalla quantità minima sufficiente a soddisfare unicamente le richieste dei clienti.

1 Con rottura di stock si intende l’esaurimento di scorte di merce in magazzino.

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Obiettivi didattici della lezione

Ovviamente, non sarà richiesto agli allievi di calcolare la quantità ottimale di merce per una data azienda, né tantomeno verrà chiesto loro di quantificare i costi causati da una mala gestione del magazzino.

Questa prima lezione si pone, quindi, i seguenti obiettivi didattici:

• gli studenti dovranno rendersi conto che la quantità di scorte in magazzino corrispondente unicamente alla richiesta dei clienti potrebbe non essere sufficiente per fronteggiare eventuali problemi o imprevisti;

• gli studenti dovranno saper identificare alcuni possibili costi legati a un’eventuale rottura di stock.

Strutturazione procedurale della lezione

5.1 Strutturazione lezione 1

Fasi Tempi

min.

Sapere

disciplinare Motivazione Modalità di svolgimento

Materiali e supporti didattici

Contenuto della lezione

Perché si mobilitano determinati saperi in

quel momento determinato

Attività del docente

Attività dell’allievo

Materiali e supporti didattici Riaggancio. 2 La selezione

del fornitore dipende anche dalla sua capacità produttiva.

Questo criterio di selezione del fornitore pone l’accento sulla quantità di merce da ordinare.

Spiega e risponde a eventuali domande.

Ascolta, prende appunti e pone domande se necessario.

Lavagna.

Introduzione. 3 La quantità di merce da ordinare deve soddisfare la domanda dei clienti.

L’introduzione porrà l’attenzione degli allievi sulla quantità minima di merce da ordinare per soddisfare le esigenze dei suoi clienti.

Spiega e risponde a eventuali domande.

Ascolta, prende appunti e pone domande se necessario.

Lavagna.

Esercizio. 10 Esercizio – La gestione degli ordini2.

L’esercizio proporrà una situazione in cui un’ipotetica azienda acquista unicamente la merce necessaria a evadere gli ordini ricevuti dai suoi clienti. Purtroppo, un imprevisto farà sì che l’azienda non riesca a soddisfare adeguatamente

Consegna e dà direttive circa il compito da svolgere, discute con gli allievi per dare eventuali spunti di riflessione.

Svolge il compito a coppie.

Esercizio in forma cartacea e proiettato con l’utilizzo del beamer.

2 V. Allegato 1

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tutti i clienti. Questo esercizio farà riflettere sulle ripercussioni e sugli eventuali costi da sostenere a seguito di una rottura di stock.

Correzione. 15 Raccolta e correzione delle soluzioni proposte dagli allievi.

La correzione

dell’esercizio consentirà di evidenziare come un certo margine aggiuntivo di scorte di merci sia necessario per fronteggiare eventuali imprevisti. Inoltre, permetterà di ragionare sulle ripercussioni sull’azienda in termini di reputazione e di costi.

Dirige la discussione e annota le risposte degli allievi (correggendole, se necessario)

Comunica le sue risposte e partecipa alla discussione.

Lavagna.

Generalizzazione. 13 Costi legati alla rottura di stock.

Un margine aggiuntivo di merce è necessario per soddisfare le richieste dei clienti anche a seguito di eventuali imprevisti. Ora bisogna rinforzare questo concetto, evidenziando i costi da sostenere in caso di rottura di stock. Questo passaggio permetterà agli allievi di generalizzare questo concetto oltre l’esercizio svolto in precedenza.

Spiega e risponde a eventuali domande.

Ascolta, prende appunti, pone domande se necessario.

Lavagna, diapositiva3 proiettata con l’utilizzo del beamer.

Conclusione. 2 Messa in

evidenza degli obiettivi della lezione.

Evidenziare che la rottura di stock comporta dei costi, i quali devono essere presi in considerazione per la gestione ottimale del magazzino, permetterà di affrontare adeguatamente le lezioni successive.

Spiega e risponde a eventuali domande.

Ascolta, prende appunti, pone domande se necessario.

Lavagna.

Scelte didattiche di fondo

In maniera istintiva, gli studenti potrebbero immaginare che la merce da acquistare dal fornitore debba essere appena sufficiente per soddisfare il fabbisogno dei clienti. Di conseguenza, reputo opportuno mettere gli allievi direttamente di fronte al problema, cosicché essi siano in grado di intravedere dei limiti in questo modo di agire. Inoltre, la simulazione di una situazione in cui vi è un imprevisto che accade piuttosto frequentemente dovrebbe condurre gli studenti a sviluppare un certo atteggiamento

3 V. Allegato 2

(22)

critico, che permetta loro di immaginare possibili soluzioni preventive per evitare il verificarsi di una rottura di stock.

A seguito di una breve introduzione iniziale, la quale ha lo scopo di circoscrivere la lezione al concetto di quantità minima da ordinare dal fornitore, gli allievi affrontano un problema applicato a una situazione specifica, da cui, però, dovranno trarre alcune conclusioni che possano essere generalizzate in più contesti diversi. Questo sistema si appoggia a quanto suggerito nel Piano degli studi della SCC (2017), il quale, per quanto concerne economia aziendale, prevede che nel primo biennio si prediliga un approccio induttivo.

Ritengo che, in questa specifica situazione, l’approccio induttivo possa essere particolarmente efficace, perché solamente affrontando direttamente il problema gli studenti saranno in grado di percepire che una gestione ottimale delle scorte non può limitarsi alla sola osservazione degli ordini ricevuti dai clienti.

In un secondo momento, invece, la lezione è caratterizzata dalla più classica lezione frontale, dove il docente elenca e spiega nel dettaglio quali sono effettivamente le conseguenze di una rottura di stock, sia in termini di costi che di reputazione. In questo caso, un discorso unilaterale dal docente agli allievi si rende necessario in quanto difficilmente gli studenti da soli sarebbero in grado di identificare effettivamente le diverse categorie di costo possibili.

Ciononostante, l’esercizio affrontato in precedenza ha lo scopo di iniziare a far ragionare gli studenti in questi termini, di modo che siano pronti per ricevere tali nozioni e iniziare a prendere confidenza con essi.

Nel complesso, questa lezione si focalizza sui costi derivanti da una mancanza di scorte sufficienti in magazzino, di modo che gli studenti capiscano che la quantità di scorte da acquistare dal fornitore dev’essere superiore alla quantità minima necessaria per evadere gli ordini ricevuti dai clienti. Ora, gli studenti potrebbero essere convinti che avere ingenti quantità di scorte aggiuntive possa essere la soluzione. Questo sarà il punto di partenza per la prossima lezione, la quale porrà l’accento, invece, sui costi legati al possesso della merce, in particolare nel caso di merce in avanzo.

Aspetti critici e possibili alternative

Il principale aspetto critico di questa lezione riguarda l’effettiva connessione tra la mancanza di scorte in magazzino e il costo derivante da questa situazione. Gli allievi potrebbero essere fortemente

(23)

influenzati dalla situazione proposta, nella quale l’unico problema effettivo che emerge è l’incapacità dell’azienda di evadere con successo l’ultimo ordine.

Di conseguenza, la generalizzazione finale dei concetti riguardanti i costi derivanti da una rottura di stock potrebbe non essere così efficace per i diversi allievi. A questo proposito si aggiunge il fatto che quest’attività viene svolta nella parte finale della lezione e quindi il tempo previsto potrebbe non essere sufficiente affinché il messaggio venga interiorizzato con successo dalla classe.

Una possibile alternativa potrebbe essere quella di adottare un approccio totalmente opposto, ovvero prediligere un approccio deduttivo in cui il docente spiega i diversi concetti a priori e consecutivamente gli allievi dovrebbero essere in grado di applicare queste nuove conoscenze a diverse situazioni specifiche.

Il rischio, in questo caso, è che lo studente si ritroverebbe a ripetere ciò che si ricorda da quanto è stato detto in precedenza, cercando di adattare queste nozioni alle diverse situazioni con cui si trova confrontato. Forse quest’impostazione gli permetterebbe di rafforzare il concetto di costi da rottura di stock, ma difficilmente si renderebbe effettivamente conto del concreto rischio di incorrere in questa problematica acquistando solamente la minima quantità necessaria per soddisfare il cliente finale ed è su questo aspetto che preferisco insistere, cosicché alla fine del percorso didattico gli studenti capiscano l’effettiva utilità di redigere delle schede di magazzino.

Lezione 2: La quantità ottimale di scorte in magazzino – costi per eccesso di merce

Nella lezione precedente, gli studenti hanno affrontato il problema della rottura di stock studiandone anche i costi derivanti. Di conseguenza, gli allievi dovrebbero aver capito che un certo margine di merce aggiuntiva è necessario per poter sopperire a imprevisti come quello presentato in precedenza.

Ora, posto questo limite inferiore di merce da acquistare dal fornitore, diventa necessario evidenziare che anche una quantità eccessiva di merce è nociva per l’azienda, poiché anch’essa genera dei costi aggiuntivi che minano la gestione ottimale del magazzino.

In questa seconda lezione, gli allievi si troveranno confrontati con una situazione in cui l’azienda deve eliminare della merce invenduta, perdendo quindi la possibilità di ottenere dei ricavi che sarebbero risultati dalla vendita di quella merce.

(24)

Ciò dovrebbe condurre gli studenti a ragionare sul fatto che la quantità ottimale di merce da avere in magazzino si ritrova tra i due estremi evidenziati: troppo poca merce che non permette di soddisfare le esigenze dei clienti e troppa merce che rimane invenduta.

Obiettivi didattici della lezione

La lezione si pone i seguenti obiettivi didattici:

• gli studenti dovranno essere in grado di capire che un’eccessiva quantità aggiuntiva oltre quella richiesta dai clienti diventa nociva per l’azienda, poiché le impedirebbe di vendere tutta la merce che ha acquistato in precedenza dal fornitore;

• in questo modo, gli studenti dovranno essere in grado di percepire che la quantità ottimale di merce da acquistare è quella che ti permette sia di evitare una possibile rottura di stock, sia di soddisfare le esigenze dei clienti senza avere delle unità aggiuntive invendute;

• gli allievi dovranno saper identificare alcuni costi legati a un’eccessiva quantità di merce presente in magazzino.

Strutturazione procedurale della lezione

5.2 Strutturazione lezione 2

Fasi Tempi

min.

Sapere

disciplinare Motivazione Modalità di svolgimento

Materiali e supporti didattici

Contenuto della lezione

Perché si mobilitano determinati saperi in

quel momento determinato

Attività del docente

Attività dell’allievo

Materiali e supporti didattici

Riaggancio. 2 La mancanza

di merce in magazzino causa dei costi aggiuntivi per l’azienda.

Evidenziare quest’aspetto fa sì che gli allievi si focalizzino sulla quantità aggiuntiva di merce da acquistare eccedente la domanda dei clienti.

Inoltre, si pone

nuovamente l’accento sui costi derivanti dalla gestione della merce in magazzino.

Spiega e risponde a eventuali domande.

Ascolta, prende appunti, pone domande se necessario.

Lavagna.

Introduzione. 3 Il margine aggiuntivo di merce da acquistare non dev’essere

In questa fase introduttiva, l’allievo è messo di fronte al seguente quesito:

l’azienda deve acquistare più merce di quanto richiesto, ma quanta merce

Spiega e risponde a eventuali domande.

Ascolta, prende appunti, pone domande se necessario.

Lavagna.

(25)

troppo elevato.

in più? In questo modo, lo studente si interroga sull’esistenza di un limite superiore di merce da acquistare.

Esercizio. 10 Esercizio – Mercatino SAGL4.

L’esercizio proporrà una situazione in cui un’ipotetica azienda acquisterà una quantità di merce giornaliera che risulterà superiore alla richiesta dei clienti, quindi essa si ritroverà costretta a gettare la merce in eccesso.

Quest’esercizio farà riflettere lo studente sulle conseguenze derivanti da una cattiva gestione del magazzino di questo tipo.

Consegna e dà direttive circa il compito da svolgere, discute con gli allievi per dare eventuali spunti di riflessione.

Svolge il compito a coppie.

Esercizio in forma cartacea e proiettato con l’utilizzo del beamer.

Correzione. 15 Raccolta e correzione delle soluzioni proposte dagli allievi.

La correzione

dell’esercizio consentirà di evidenziare come una quantità eccessiva di scorte di merci sia dannosa per l’attività aziendale. Inoltre, permetterà di ragionare sulle ripercussioni sull’azienda in termini di costi.

Dirige la discussione e annota le risposte degli allievi (correggendole, se necessario)

Comunica le sue risposte e partecipa alla discussione.

Lavagna.

Generalizzazione. 13 Costi legati a un eccesso di merce in magazzino.

Un’eccessiva quantità di merce aggiuntiva compromette la qualità dell’attività aziendale in maniera paragonabile alla rottura di stock. Ora bisogna rinforzare questo concetto, evidenziando i costi derivanti dal possesso della merce,

particolarmente gravosi per quella merce rimasta invenduta. Questo passaggio permetterà agli allievi di generalizzare questo concetto oltre l’esercizio svolto in precedenza.

Spiega e risponde a eventuali domande.

Ascolta, prende appunti, pone eventuali domande.

Lavagna, diapositiva5 proiettata con l’utilizzo del beamer.

Conclusione. 2 Messa in

evidenza degli obiettivi della lezione

Evidenziare che anche quantità eccessive di merce causano dei costi

aggiuntivi per l’azienda permette di rafforzare l’idea che l’azienda debba trovare un sistema per riuscire ad avere sempre una quantità ottimale di merce in magazzino.

Spiega e risponde a eventuali domande.

Ascolta, prende appunti, pone eventuali domande.

Lavagna.

4 V. Allegato 3

5 V. Allegato 4

(26)

Scelte didattiche di fondo

Dato che in questa lezione si cerca di evidenziare il problema opposto a quello emerso dalla lezione precedente, l’impostazione è molto simile poiché, dopotutto, la tematica è la medesima: ragionare sulla quantità ottimale di merce da avere in magazzino di modo che questa non sia né insufficiente e né troppo abbondante, visto che entrambi gli estremi causerebbero dei costi che l’azienda cerca di evitare.

Ancora una volta, l’introduzione ha lo scopo di spingere gli allievi a ragionare sulla questione specifica che essi si troveranno ad affrontare nel corso della lezione, ossia si interrogheranno sulle conseguenze derivanti da una quantità eccessiva di merce acquistata dal fornitore.

Come anticipato, il Piano degli studi della SCC (2017) suggerisce di adottare un approccio induttivo per l’insegnamento dell’economia aziendale nel corso del primo biennio. Ritengo che, anche per la prima parte di questa lezione, tale metodologia didattica possa risultare efficace per raggiungere gli obiettivi disciplinari previsti ed elencati precedentemente.

Di conseguenza, gli studenti sono messi di fronte al problema concreto con l’utilizzo di un esercizio che ha, ancora una volta, lo scopo di simulare una realtà aziendale. In questo modo, gli allievi si metteranno nei panni dell’azienda che deve confrontarsi con il problema in questione e così questa problematica dovrebbe diventare una realtà più vicina a loro, di modo che essi possano comprendere meglio la motivazione che spinge le aziende a trovare soluzioni efficaci per evitare di insorgere nel problema di una cattiva gestione del magazzino.

L’esercizio ha anche lo scopo di permettere agli allievi di provare a definire alcuni costi dovuti da un’eccessiva quantità di merce, così da riuscire ad applicare questo concetto ad altre realtà aziendali.

Ciononostante, alcuni dei costi legati all’eccesso di merce in magazzino (e banalmente legati al suo possesso) potrebbero non emergere dalle soluzioni proposte dagli studenti, sia perché gli allievi non hanno le preconoscenze necessarie per derivare alcune conclusioni, sia perché la situazione presentata nell’esercizio è particolarmente semplicistica e quindi alcuni costi non possono emergere con le poche informazioni a disposizione.

Dunque, anche nella seconda lezione di questo percorso didattico, la lezione frontale diventa particolarmente rilevante a seguito dello svolgimento dell’esercizio, poiché in questo momento gli

(27)

allievi non hanno ancora gli strumenti necessari per identificare le diverse categorie di costo riconducibili a una situazione in cui la quantità di merce risulta essere eccessiva.

Grazie all’esercizio, gli studenti avranno messo a fuoco il problema e quindi sono, ora, pronti a ricevere informazioni aggiuntive riguardanti i diversi tipi di costo che hanno particolarmente impatto in una situazione come quella affrontata nel corso della lezione.

Al termine di questa lezione, gli allievi dovrebbero essere in grado di comprendere la complessità che riguarda la gestione efficiente del magazzino. Questo sarà il concetto di partenza che farà sì che gli allievi comprendano la necessità di avere a disposizione uno strumento che permetta all’azienda di avere una gestione ottimale delle scorte di merce in magazzino.

Aspetti critici e possibili alternative

Nuovamente, il principale aspetto critico di questa lezione è strettamente legato all’approccio didattico scelto.

Dato che gli studenti sono fortemente guidati dall’esercizio da svolgere, essi potrebbero focalizzarsi eccessivamente sul caso specifico e quindi non essere in grado, in un secondo momento, di generalizzare le nozioni apprese in realtà aziendali diverse.

La lezione frontale, che caratterizza la seconda parte della lezione, potrebbe essere particolarmente dispendiosa per alcuni allievi, perché a seguito di un esercizio svolto potrebbe essere più complicato seguire e interiorizzare dei concetti espressi in maniera quasi unilaterale da parte del docente.

Di conseguenza, si potrebbe pensare di svolgere questa lezione in senso opposto, prediligendo un approccio deduttivo a quello induttivo. In questo caso, gli studenti apprenderebbero in una fase iniziale i diversi costi legati al possesso della merce e solamente in un secondo momento si troverebbero ad applicare queste nozioni a un caso specifico, il quale permetterebbe di evidenziare come questi costi siano particolarmente gravosi nel caso di merce eccessiva che rimane invenduta.

Ricordo, però, che il punto debole di questa soluzione potrebbe essere il fatto che gli studenti potrebbero banalmente riportare quanto è stato detto inizialmente all’interno dell’esercizio, senza essere davvero in grado di applicare i concetti a situazioni specifiche diverse.

Inoltre, quest’alternativa, forse, non consentirebbe agli allievi di avvicinarsi davvero alla situazione aziendale simulata e quindi il rischio è che questa potrebbe rimanere una realtà distante da loro,

(28)

impedendo loro di interiorizzare i diversi saperi disciplinari previsti in questa lezione, fondamentali per comprendere la necessità di redigere delle schede di magazzino.

Lezione 3: La valorizzazione della merce

Le due lezioni precedenti dovrebbero aver permesso gli studenti di affrontare la prima tappa di apprendimento di questo percorso didattico. Infatti, gli allievi dovrebbero, ora, aver percepito che è necessario avere in magazzino una determinata quantità ottimale di merce, che è il primo obiettivo che la scheda di magazzino permette di raggiungere.

In aggiunta, però, la scheda di magazzino permette di tenere traccia del valore della merce in giacenza, risultante dalle attività di acquisto e di scarico delle scorte dal magazzino. La valorizzazione della merce è un altro aspetto fondamentale, poiché permette a chi gestisce l’azienda di capire quale risultato sta conseguendo, ad esempio, dalla sua attività di commercializzazione della merce.

Di conseguenza, questa terza lezione metterà gli studenti nella condizione di confrontarsi con una situazione in cui un commerciante desidera capire se sta conseguendo un utile lordo o meno dall’acquisto e la rivendita di merce.

Quindi, gli studenti dovranno ragionare sul fatto che è necessario valorizzare la merce utilizzando il suo costo d’acquisto, per poter effettivamente determinare il risultato conseguito dalle attività del commerciante.

Obiettivi didattici della lezione

La lezione si pone i seguenti obiettivi didattici:

• gli studenti dovranno essere in grado di riconoscere la necessità di tenere traccia del costo della merce per poter capire se l’azienda, tramite la commercializzazione di essa, sta conseguendo un utile o meno;

• gli allievi dovranno rendersi conto che per quantificare il costo della merce acquistata è necessario tenere conto dei costi accessori oltre che il prezzo d’acquisto della merce.

(29)

Strutturazione procedurale della lezione

5.3 Strutturazione lezione 3

Fasi Tempi

min.

Sapere

disciplinare Motivazione Modalità di svolgimento

Materiali e supporti didattici Contenuto

della lezione

Perché si mobilitano determinati saperi in quel

momento determinato

Attività del docente

Attività dell’allievo

Materiali e supporti didattici Riaggancio. 2 La gestione

efficiente del magazzino prevede che ci sia una determinata quantità ottimale di merce in giacenza.

Evidenziare l’aspetto della gestione efficiente del magazzino dovrebbe ricordare agli studenti la motivazione per cui nelle scorse lezioni ci si è focalizzati sulla

determinazione di una certa quantità ottimale di merce da avere in magazzino.

Spiega e risponde a eventuali domande.

Ascolta, prende appunti, pone domande se necessario.

Lavagna.

Introduzione. 3 La gestione efficiente del magazzino permette all’azienda di conseguire un utile (lordo).

In questa fase introduttiva, è necessario spostare l’attenzione degli allievi dalla quantità della merce al fatto che le aziende acquistano e rivendono merce per conseguire un risultato positivo. In questa fase non è esplicitato come si calcola l’utile lordo, né tanto meno saranno evidenziate le differenze dall’utile netto. Ci si concentra, invece,

semplicemente sul fatto che l’azienda debba

“guadagnare” dalle sue attività di

commercializzazione della merce.

Spiega e risponde a eventuali domande.

Ascolta, prende appunti, pone eventuali domande.

Lavagna.

Esercizio. 10 Esercizio – Easy Communicaton SAGL6.

L’esercizio proporrà una situazione in cui un commerciante di smartphone decide di vendere un modello a un prezzo scontato, poiché nel mese successivo uscirà il modello aggiornato. Il commerciante, però, vuole assicurarsi che, nonostante lo sconto applicato, la sua attività stia comunque ottenendo un utile lordo positivo. Quest’esercizio farà in modo di mettere gli studenti nella condizione di percepire che il solo prezzo

Consegna e dà direttive circa il compito da svolgere, discute con gli allievi per dare eventuali spunti di riflessione.

Svolge il compito a coppie.

Esercizio in forma cartacea e proiettato con l’utilizzo del beamer.

6 V. Allegato 5.

(30)

di vendita non è sufficiente per capire se il risultato dell’attività aziendale è positivo o meno.

Correzione. 15 Raccolta e correzione delle soluzioni proposte dagli allievi.

La correzione dell’esercizio consentirà di evidenziare come l’andamento dell’attività aziendale non possa essere valutato con la sola informazione relativa agli incassi dalle vendite.

Ciò consente di evidenziare la necessità di tenere traccia del costo della merce per poter fare una prima analisi di questo tipo.

Inoltre, l’esercizio farà ragionare sulla necessità di tenere conto dei costi accessori della merce per poter valutare la qualità dell’attività aziendale.

Dirige la discussione e annota le risposte degli allievi

(correggendole, se necessario).

Comunica le sue risposte e partecipa alla discussione.

Lavagna.

Generalizzazione. 13 La merce in magazzino è valorizzata al suo prezzo di costo, che è composto dal prezzo di vendita e dai costi accessori.

È importante che gli studenti si rendano conto che la gestione efficiente del magazzino non risulta unicamente dalla quantità ottimale della merce in giacenza, ma anche dall’osservazione continua del suo costo poiché è un elemento fondamentale per valutare l’andamento aziendale.

Spiega e risponde a eventuali domande.

Ascolta, prende appunti e pone eventuali domande.

Lavagna, diapositiva7 proiettata con l’utilizzo del beamer.

Conclusione. 2 Messa in

evidenza degli obiettivi della lezione.

Evidenziare che per l’azienda è fondamentale tenere traccia dei costi della merce per poter valutare il suo operato, fornirà un’ulteriore base per mostrare agli studenti la necessità di redigere una scheda di magazzino che contenga tutte le informazioni necessarie e inerenti alla

movimentazione delle scorte.

Spiega e risponde a eventuali domande.

Ascolta, prende appunti e pone eventuali domande.

Lavagna.

Scelte didattiche di fondo

Ancora una volta, dato che anche questa lezione si prefigge l’obiettivo di mettere gli studenti direttamente di fronte a un problema, la lezione è strutturata privilegiando un approccio induttivo.

7 V. Allegato 6.

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