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Ricognizione e classificazione di qualità dei corpi idrici superficiali delle Regioni Ob.1. Regione Basilicata.

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PROGRAMMA OPERATIVO MULTIREGIONALE Ampliamento e adeguamento della disponibilità e dei sistemi di adduzione e distribuzione delle risorse idriche nelle

Regioni Obiettivo 1 QCS 1994/99

SOTTOPROGRAMMA III MISURA 3

Studio sull'uso irriguo della risorsa idrica,

sulle produzioni agricole irrigate e sulla loro redditività

Ministero dei Lavori Pubblici

Ministero delle Politiche Agricole

e Forestali

Istituto Nazionale di Economia Agraria Unione Europea

Fondo Europeo di Sviluppo Regionale

Ricognizione e

classificazione di qualità

dei corpi idrici superficiali

delle Regioni Ob.1

R

(2)

Reg. 2081/93 - QCS 1994-99 PROGRAMMA OPERATIVO

"Ampliamento e adeguamento della disponibilità e dei sistemi di adduzione e distribuzione delle risorse idriche nelle

Regioni Obiettivo 1" Reg. CEE 2081/93 - QCS

1994/99

MISURA 3

"Studio sull'uso della risorsa idrica, sulle produzioni agricole irrigate e sulla loro redditività"

AZIONE 3

Valutazione delle risorse idriche per uso irriguo

Ricognizione e

classificazione di qualità

dei corpi idrici superficiali

delle Regioni Ob.1

R

(3)

Il documento è il risultato dell’attività svolta dal Gruppo di Lavoro INEA sulla Qualità delle Acque, coordi-nato da Vincenzo Sequino (INEA) e composto da Romano Pagnotta (CNR-IRSA), Francesco Pirozzi (Università Federico II di Napoli – Dip. Ingegneria Idraulica ed Ambientale), Claudio Fabiani (ANPA), Carlo Zaghi (Ministero dell’Ambiente), Andrea Fais (INEA), Claudio Liberati (INEA) e Antonella Pontrandolfi (INEA).

Il documento è stato curato da Antonella Pontrandolfi e Vincenzo Sequino.

La stesura dell’Introduzione, dei Capitoli 1 e 2 e delle Conclusioni si deve a V. Sequino; A. Pontrandolfi ha redatto il Capitolo 3; R. Pagnotta ha redatto il Capitolo 4.

L’allegato 1 è a cura di Pasquale Nino. A. Pontrandolfi ha redatto gli allegati 2, 3 e 4. Collaborazione tecnica di Mauro Bianchi.

Progetto grafico e impaginazione: Sofia Mannozzi. Progetto copertina: Benedetto Venuto.

Il logo utilizzato è stato ideato dal Ministero dei Lavori Pubblici per la promozione delle attività del POM e lo stesso ne ha autorizzato l’uso per questa produzione editoriale.

(4)

Presentazione

L’agricoltura irrigua sta assumendo sempre più rilevanza negli scenari di sviluppo del

Mezzogiorno. Gli ordinamenti colturali irrigui rappresentano infatti un punto di forza in termini

di reddito e di occupazione, per cui diventa strategico garantire una gestione dell’acqua più

efficiente, recependo i vincoli e le opportunità della nuova Politica Agricola Comunitaria. Al

tempo stesso, l’agricoltura irrigua deve sapersi relazionare alle necessità ormai imprescindibili

di uso razionale e di tutela di una risorsa naturale limitata. Il settore irriguo, infatti, più di altri

utilizza l’acqua quindi deve concorrere al risparmio della risorsa idrica, anche mediante il

riu-tilizzo delle acque reflue.

Altrettanto importante è il ruolo che l’agricoltura può svolgere rispetto alle esigenze di

tutela ambientale, soprattutto in relazione ai fenomeni di inquinamento delle acque e di degrado

del territorio. Una buona pratica agricola, infatti, può concorrere in maniera determinante alla

tutela dell’assetto idrogeologico e alla riduzione dei fenomeni di desertificazione in atto in

ampie fasce del territorio meridionale dell’Italia.

Nella fase di programmazione del Quadro Comunitario di Sostegno 1994-1999 per le

Regioni obiettivo 1, lo Stato Italiano e la Commissione Europea hanno assegnato un ruolo

prio-ritario alle problematiche relative alle risorse idriche. E’ stato, infatti, previsto uno specifico

asse d’intervento, che ha dato origine al Programma Operativo Multiregionale (POM)

“Ampliamento e adeguamento della disponibilità e dei sistemi di adduzione e distribuzione delle

risorse idriche”, di competenza del Ministero dei Lavori Pubblici e, per la parte finalizzata

all’utilizzo a fini irrigui, del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali. Nell’ambito del

Programma Operativo Multiregionale, d’intesa con i servizi della Commissione Europea, i due

Ministeri hanno affidato all’INEA l’incarico di realizzare uno studio sull’uso irriguo della

risorsa idrica nel Mezzogiorno, volto a predisporre un quadro di conoscenze aggiornato del

comparto irriguo nelle Regioni Obiettivo 1, che risulti di supporto all’attività di

programmazio-ne degli interventi per il periodo 2000-2006.

Le finalità del programma affidato all’INEA dai Ministeri competenti sono

principalmen-te:

• riorganizzare e implementare il sistema delle conoscenze sull’irrigazione del

Mezzogiorno, che è risultato da subito polverizzato, contraddittorio e con scarsi

collega-menti fra le varie fonti informative disponibili;

• mettere a punto metodologie per la valutazione della redditività degli investimenti irrigui

a livello comprensoriale e aziendale alla luce della Politica Agricola Comunitaria e delle

opportunità di sviluppo locale;

• approfondire, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente, le problematiche sul ruolo

dell’a-gricoltura in termini di tutela qualitativa della risorsa.

(5)

L’obiettivo primario è fornire supporti informativi e metodologici alle Amministrazioni

Centrali e Regionali, Consorzi di Bonifica e Enti gestori della risorsa idrica, alle unità

produtti-ve agricole, al fine di contribuire a una più efficace attività di programmazione e di gestione

delle azioni di tutela e di valorizzazione economica della risorsa idrica in agricoltura.

L’INEA, fin dalle fasi di avvio dello studio, ha impostato l’attività per la costruzione di un

sistema con cui rendere possibile in futuro l’aggiornamento periodico delle conoscenze in

mate-ria di utilizzo della risorsa a fini irrigui, lo stato di manutenzione delle reti di captazione,

addu-zione e distribuaddu-zione, i fabbisogni idrici colturali in relaaddu-zione agli ordinamenti produttivi,

all’andamento meteorico e alle caratteristiche del suolo. I primi risultati dello studio potranno

essere utilizzati, a livello nazionale e regionale, per la programmazione, progettazione e

gestio-ne dell’intervento pubblico previsto dal Piano di Sviluppo per il Mezzogiorno 2000-2006 e che,

per la risorsa idrica, risulta profondamente innovativo.

Le numerose fonti informative utilizzate per lo studio, l’aggiornamento e la gestione delle

stesse, l’impostazione di metodologie, non devono apparire avulse dal contesto organizzativo

esistente a livello locale, in quanto l’esigenza di garantire processi di sviluppo sostenibili

impongono ormai l’adeguamento delle competenze e degli strumenti operativi presso gli

organi-smi preposti alla gestione della risorsa idrica a livello locale.

La produzione editoriale, di cui questo testo fa parte, affianca le attività del progetto e ha

lo scopo di fornire a tutti gli attori coinvolti spunti per la riflessione, il dibattito,

l’approfondi-mento. Gli argomenti trattati, tecnici e metodologici, riguardano i risultati delle attività in

corso.

Prof. Francesco Adornato

Commissario Straordinario INEA

(6)

V

INDICE

INTRODUZIONE pag. VII

CAPITOLO 1

I

CORPI IDRICI SUPERFICIALI DELLA

B

ASILICATA

1.1 Il sistema idrografico pag. 1

1.1.1 Caratteristiche generali pag. 1

1.1.2 Fonti di approvvigionamento irriguo pag. 2

1.2 Tipologia dei dati reperiti pag. 3

1.2.1 Analisi chimico-fisiche e batteriologiche pag. 3 1.2.2 Analisi sulla qualità biologica delle acque pag. 4

CAPITOLO 2

A

NALISI DEI DATI

2.1 Procedure per l’elaborazione dei dati pag. 7

2.1.1 Metodologia di classificazione del D.lgs. 152/99 pag. 7 2.1.2 Distribuzione percentuale nei livelli di qualità e andamenti temporali pag. 10

2.2 Rappresentazione dei dati pag. 11

2.2.1 Classificazione del D.lgs. 152/99 pag. 11

2.2.2 Elaborazioni grafiche pag. 12

2.3 Commenti pag. 12

2.3.1 Risultati della classificazione del D.lgs. 152/99 pag. 12

2.3.2 Dati IBE pag. 13

2.3.3 Analisi della distribuzione percentuale e degli andamenti temporali pag. 15

CONCLUSIONI pag. 17

BIBLIOGRAFIA pag. 19

ALLEGATI

Allegato 1: Reticolo idrografico con le stazioni di prelievo del monitoraggio della Regione Basilicata – livelli di qualità per singola stazione di prelievo

Allegato 2: Risultati del monitoraggio della Regione Basilicata – Anno 1997 e Classificazione Allegato 3: Elaborazioni grafiche – Distribuzione dei valori rilevati nei livelli di qualità – Totale e

per parametri

(7)
(8)

Introduzione

L’analisi sull’uso della risorsa idrica a fini irrigui mira a individuare, attraverso la ricognizione delle caratteristiche degli schemi idrici e dei territori comprensorili, i fattori naturali e strutturali che determinano stati di deficit idrico. In effetti, in molte regioni meridionali, la scarsità di risorsa rappresen-ta un vero e proprio fattore limirappresen-tante dello sviluppo agricolo, con gravi ripercussioni sulla realtà socio-economica di questi territori. Tra i fattori critici non vanno trascurati i fenomeni di degrado qualitativo delle acque, che, in alcuni casi, possono avere impatti negativi a breve e a lungo termine sulle produzioni agricole e sulle caratteristiche pedologiche del terreno coltivato. Appare dunque opportuno non limitare l’indagine alle sole opere idrauliche, ma ampliare il contesto agli aspetti qualitativi dell’acqua captata e distribuita dalle fonti di approvvigionamento tradizionali (corsi d’acqua e invasi).

Per queste ragioni, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente, è stato avviato uno specifico filone di indagine sulla qualità delle acque delle fonti ad uso irriguo con la costituzione di un Gruppo di Lavoro, nel quale sono stati coinvolti esperti del settore e rappresentanti istituzionali.

Si è ritenuto necessario focalizzare l’attenzione sugli aspetti ecologici oltre che funzionali alla destinazione d’uso delle acque, seguendo in questo l’evoluzione in atto nel mondo scientifico e istituzio-nale. Altrettanto importante rispetto ai problemi di carenza della risorsa risulta l’analisi e la ricerca di fonti di approvvigionamento irriguo alternative. In particolare, il riutilizzo delle acque reflue depurate come risorsa alternativa per l’irrigazione rappresenta il settore potenzialmente più interessante, in quanto permetterebbe di coprire una parte dei fabbisogni irrigui in aree che presentano deficit, soprattutto nei mesi estivi e, come effetto indotto ma non meno importante, ridurrebbe l’inquinamento dei corpi di sver-samento dei reflui.

Al fine di inquadrare l’indagine nel contesto istituzionale, nazionale e mondiale, e di individuare le metodologie più adatte in relazione agli obiettivi prefissati, si è partiti da una prima fase di ricerca, cioè di indagine bibliografica sulle normative, gli studi e le proposte formulati, nel corso degli ultimi anni, a livello nazionale e internazionale, in materia di qualità delle acque. I risultati di tale ricerca costituiscono il documento Indagine bibliografica sui criteri di classificazione dei corpi idrici superficiali e delle

acque utilizzate in ambito agricolo(pubblicato nell’ambito della stessa collana), in cui sono illustrate le

principali normative e proposte sulla qualità dei corpi idrici superficiali, sull’utilizzo agricolo della risor-sa idrica e sugli standard qualitativi per il riutilizzo agricolo dei reflui.

Nell’ambito dell’indagine sulla qualità delle acque, un primo lavoro ha interessato la classificazione dei corpi idrici superficiali le cui acque sono usate per l’irrigazione, utilizzando i dati rilevati dalle Amministrazioni regionali e provinciali. Nel presente documento è riportato un primo rapporto conosciti-vo sulla qualità delle acque delle fonti relative alla Basilicata.

Nella fase di ricognizione sono state reperite le misure dei parametri di qualità biologica delle acque presso il Ministero dell’Ambiente e i dati chimico-fisici e microbiologici, gentilmente forniti dal Dipartimento Sicurezza Sociale e Politiche Ambientali della Regione Basilicata*. Sono state effettuate elaborazioni statistiche e grafiche, in particolare sulla distribuzione e le fluttuazioni stagionali dei valori rilevati, in modo da rendere più ampia la gamma di informazioni estraibili dai dati reperiti.

Tra le metodologie studiate per la classificazione dei corpi idrici superficiali, è stata scelta quella indicata dal Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152**Disposizioni sulla tutela delle acque

dall’in-quinamento e recepimento della Direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della Direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato

VII

* Nella persona dell’Ing. Michele Vita.

(9)

dai nitrati provenienti da fonti agricole, in quanto riassume in un unico testo, ma anche completa e

aggiorna il quadro legislativo in tema di risorse idriche e stabilisce criteri univoci per la formulazione dei giudizi di qualità attraverso indicatori di stato chimico ed ecologico delle acque. Inoltre, costituisce il nuovo riferimento normativo a cui bisognerà adeguarsi per la valutazione qualitativa delle acque, per cui risulta opportuno applicarlo già a partire da questa indagine.

L’indagine INEA sulla qualità delle acque ha il duplice obiettivo di:

- integrare le informazioni relative alle infrastrutture e all’uso della risorsa con la definizione di quadri conoscitivi regionali dello stato di salute generale delle fonti attualmente usate per l’irrigazione; - individuare dei criteri qualitativi per valutare l’idoneità dei reflui all’utilizzo agricolo, in relazione alla

possibilità di considerare delle fonti irrigue alternative nell’ambito della definizione dei piani di emer-genza idrica.

In relazione al primo obiettivo dell’indagine, è stata condotta una ricognizione dei monitoraggi effettuati dalle amministrazioni locali ed i dati sono elaborati e classificati ai sensi del D.lgs. 152/99.

I risultati dell’analisi andranno a costituire Rapporti Regionali sulla qualità delle acque ad uso irri-guo, da integrare successivamente con le analisi da effettuare ad hoc sulle fonti che non risulteranno monitorate. In tal modo, al termine dello Studio, si avrà un quadro complessivo ed omogeneo della situa-zione qualitativa delle acque dolci superficiali nelle Reg. Ob.1 relativamente al triennio ‘97-2000. Come detto, nel presente documento sono riportati i risultati dell’indagine effettuata in Basilicata.

In relazione al secondo obiettivo, l’indagine vuole fornire un supporto metodologico per la indivi-duazione dei parametri qualitativi delle acque reflue da utilizzare in agricoltura per gli Enti che gestisco-no la risorsa e volessero valutarne la qualità rispetto ai diversi fattori agro-ambientali. In effetti, l’unico riferimento normativo sul riutilizzo agricolo è costituito dalle Norme Tecniche della Legge 319/76 (C.I.T.A.I., 1977), che risultano troppo restrittive, soprattutto rispetto ai parametri microbiologici, e di fatto disincentivano il riutilizzo per gli alti costi dei trattamenti necessari. Il D.lgs. 152/99 prevede la revisione di tali norme al fine di incentivare il riutilizzo dove risulti possibile, salvaguardando la salute pubblica e l’ambiente.

Per fornire ai Ministeri competenti ulteriori strumenti per pianificare un eventuale riutilizzo dei reflui a scopo irriguo, è stata avviata una ricognizione degli impianti di depurazione che presentano, per ubicazione e caratteristiche, potenzialità di riutilizzo agricolo dei reflui. In particolare, sono presi in con-siderazione gli impianti che ricadono o sono limitrofi al territorio gestito dai Consorzi di Bonifica, le loro caratteristiche strutturali e funzionali, il ciclo di trattamento e la qualità degli effluenti.

(10)

CAPITOLO 1

I

CORPI IDRICI SUPERFICIALI DELLA

B

ASILICATA

1.1 Il sistema idrografico

1.1.1 Caratteristiche generali

La Basilicata è una delle regioni dell’Italia meridionale che presenta maggiori disponibilità idriche, con una complessa rete idrografica e con sistemi di adduzione interregionali.

Il sistema idrografico (Allegato 1), determinato dalla presenza della catena appenninica che attraversa il territorio occidentale della regione, è incentrato sui cinque fiumi con foce nel Mare Jonio (da est verso ovest Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni), i cui bacini nel complesso si estendono su circa il 70% del territorio regionale. La restante porzione è invece interessata dal bacino in Destra del fiume Ofanto, che sfocia nel Mare Adriatico, e dai bacini dei fiumi Sele e Noce con foce nel Mare Tirreno. Si individuano 8 bacini idrografici con un’estensione territoriale di 11.171,18 km2 in totale.

In Tabella 1 sono indicati i corsi d’acqua principali con le relative caratteristiche. Tabella 1: Corsi d’acqua principali della Basilicata

Fiume Estensione Affluenti Lunghezza Foce

Bacino principali Asta principale

Idrografico(1)

(Km2) (Km)

Bradano 3034 T. Basentello 170

~ 843 in Puglia Mare Jonio

Basento 1535 T. Camastra 155 Mare Jonio

Agri 1724 T. Sauro, T. 70 Mare Jonio

Sciaura, T. Cavolo, T. Maglia

Sinni 1344 45 Mare Jonio

~ 47 in Calabria

Noce 413 - - Mare Tirreno

~107 in Calabria -

-Sele 865 T. Melandro e - Mare Tirreno

in Basilicata T. Platano

-Ofanto 1308: T. Rendina 166 Mare Adriatico

~1292 in Basilicata

Cavone 684 70 Mare Jonio

(1) I dati sono stati reperiti presso le Autorità di Bacino regionali e interregionali. L’estensione della porzione lucana dei bacini inter-regionali rappresenta una stima, non essendo disponibili dati più precisi.

(2) Il complesso del Pollino, però, contribuisce in misura determinante alle caratteristiche idrologiche del fiume.

In seguito alle disposizioni della Legge 319/76, la Regione Basilicata ha approntato il Piano di Risanamento delle Acque, pubblicato nel 1989, e le Province di Matera e Potenza il Catasto degli Scarichi, studi sulla base dei quali è stata redatta e approvata la Legge Regionale 17 gennaio 1994

(11)

2

n° 3 Piano di Risanamento delle acque – Tutela, Uso e Risanamento delle Risorse Idriche, che, riprendendo i punti essenziali della Legge Merli, regolamenta l’uso della risorsa idrica, disciplina gli scarichi e stabilisce gli standard di qualità da rispettare e a cui adeguarsi nei due anni successivi all’e-manazione.

Nella relazione di sintesi del lavoro svolto per il Piano di Risanamento delle Acque del 1989, la situazione dei corpi idrici superficiali del territorio regionale era definita “seria, sebbene ancora non del tutto grave”. Le analisi svolte per la stesura del Piano interessarono circa 30 stazioni di pre-lievo su laghi, serbatoi e corsi d’acqua naturali e artificiali. In particolare, per quanto riguarda gli invasi, le situazioni più allarmanti riguardavano i valori dell’ammoniaca nell’invaso di Camastra e del fosforo nel Basentello. Pericoli di eutrofizzazione erano stati riscontrati anche nel Pertusillo e nel Rendina. Si ritenevano, invece, accettabili le condizioni di Gannano e di Monte Cotugno e buone quelle dei laghi di Monticchio.

Per quanto riguarda i corsi d’acqua, le analisi avevano messo in evidenza un livello elevato di BOD e di inquinamento microbiologico in tutti i fiumi, valori legati agli scarichi depurati e non presenti lungo i corsi d’acqua, anche se i rilievi erano stati effettuati in un periodo (1988) partico-larmente secco rispetto alle medie storiche, quindi con ridotta capacità di diluizione degli inquinan-ti da parte dei corpi ricettori. Inoltre, erano stainquinan-ti riscontrainquinan-ti livelli elevainquinan-ti di inquinaninquinan-ti azotainquinan-ti, in par-ticolare ammoniaca e azoto nitroso, sui fiumi Basento, Bradano e Agri.

1.1.2 Le fonti di approvvigionamento irriguo

Le fonti di approvvigionamento irriguo utilizzate dai 3 Consorzi di Bonifica e Irrigazione della regione, sono costituite essenzialmente da corpi idrici superficiali di acque dolci, come fiumi, torrenti e invasi artificiali (Tabella 2).

Tabella 2: Fonti di approvvigionamento irriguo

Fonte di approvvigionamento irriguo Destinazione della risorsa Consorzio di Bonifica F. Sinni - Invaso di Monte Cotugno Uso plurimo Bradano e Metaponto T. Sarmento * (affluente del Sinni) Uso irriguo Bradano e Metaponto F. Agri – Diga del Pertusillo Uso plurimo Bradano e Metaponto

F. Agri – Diga di Marsiconuovo Uso irriguo Alta Val d’Agri

T. Cavolo * (affluente dell’Agri) Uso plurimo Alta Val d’Agri T. Molinara * (affluente dell’Agri) Uso plurimo Alta Val d’Agri T. Alli * (affluente dell’Agri) Uso plurimo Alta Val d’Agri T. Maglia * (affluente dell’Agri) Uso agricolo Alta Val d’Agri Sciaura * (affluente dell’Agri) Uso agricolo Alta Val d’Agri

Fiume Ofanto Uso plurimo Vulture Alto Bradano

T. Rendina * - Diga di Abate Alonia

(affluente dell’Ofanto) Uso plurimo Vulture Alto Bradano

Fiume Bradano - Invaso di San Giuliano Uso agricolo Bradano e Metaponto T. Basentello * - Invaso Serra del Corvo

(affluente del Bradano) Uso agricolo Bradano e Metaponto

F. Basento Uso agricolo Bradano e Metaponto

(12)

Le acque dei principali corsi d’acqua sono intercettate mediante dighe o traverse, in partico-lare nel corso degli ultimi decenni sono stati creati importanti invasi artificiali: S. Giuliano sul Bradano, Pertusillo e Marsico Nuovo sull’Agri, Monte Cotugno sul Sinni, Acerenza sul Basento, Rendina sull’Ofanto. Gli schemi idrici maggiori hanno carattere interregionale, interessando anche le regioni limitrofe alla Basilicata, soprattutto la Puglia.

I fabbisogni lucani e pugliesi sono legati ai 3 fiumi della Basilicata, Sinni, Agri e Bradano, che sfociano nello Jonio e i cui apporti d’acqua, anche per i bacini del Bradano e del Sinni ricadenti par-zialmente in Puglia e in Calabria, provengono quasi esclusivamente dal territorio lucano1.

Come si può notare, i corsi d’acqua principali costituiscono una risorsa condivisa da più set-tori, in particolare il potabile, l’idroelettrico e in minima parte l’industriale, ad eccezione del Bradano e del Basento, le cui acque sono captate solo a fini irrigui.

1.2 Tipologia dei dati reperiti

1.2.1 Analisi chimico-fisiche e batteriologiche

Nel corso dell’attività di ricognizione, sono stati reperiti i dati relativi al monitoraggio quali-tativo svolto dalla Regione Basilicata, nell’ambito del Sistema Informativo Nazionale dell’Ambiente (SINA), sulle acque dei principali corsi d’acqua del territorio regionale. Il Dipartimento Sicurezza Sociale e Politiche Ambientali ha stipulato nel 1996 una Convenzione con le Aziende Ospedaliere ASL n° 4 di Matera e n° 2 di Potenza per le analisi delle acque, che, precisamente, riguardano i parametri in Tabella 3.

Tabella 3: Parametri analizzati - monitoraggio Regione Basilicata

Parametri U.M. Frequenza dei prelievi

Temperatura °C mensile

pH U.pH mensile

Materiali sedimentabili ml/l mensile

Materiali in Sospensione mg/l mensile

Ossigeno disciolto mg/l mensile

BOD5 mg/l mensile

COD mg/l mensile

Fosforo totale mg/l P mensile

Azoto ammoniacale mg/l mensile

Azoto nitroso mg/l N mensile

Azoto nitrico mg/l N mensile

Fenoli mg/l mensile

Tensioattivi mg/l mensile

Grassi, oli minerali e vegetali mg/l mensile

Antiparassitari Clorurati ug/l mensile

Antiparassitari Fosforati ug/l mensile

Coliformi totali MPN x 100 mensile

Coliformi fecali MPN x 100 mensile

Streptococchi Fecali MPN x 100 mensile

Salmonelle *l Cromo mg/l trimestrale Mercurio mg/l trimestrale Rame mg/l trimestrale Zinco mg/l trimestrale Nikel mg/l trimestrale 3

1 Le informazioni relative alle fonti di approvvigionamento irriguo sono prese dal Quadro di Riferimento per lo Studio e il Monitoraggio

(13)

Per quanto riguarda i siti di prelievo, i campionamenti vengono effettuati presso le stazioni riportate in Tabella 4 (in Allegato 1 è riportata una cartina con l’indicazione dei siti).

Tabella 4: Stazioni di prelievo del monitoraggio della Regione Basilicata

Corpo idrico Codice stazione Comune Punto di prelievo Prov.

F. Bradano BR01 Irsina Punta Colonna S.S. 96 MT

BR02 Matera C. da Lagarone MT

BR03 Matera Invaso di San Giuliano MT

BR04 Bernalda Tavole Palatine MT

F. Basento BS01 Albano Ponte del Principe PZ

BS02 Bernalda Ponte S.S. 106 Ionica MT

BS03 Trivigno A monte della Diga del Camastra PZ

BSRR01 Pignola Ponte Mallardo PZ

F. Agri AG01 Montemurro A monte della PZ

Diga del Pertusillo

AG02 Sant’Arcangelo A monte confluenza PZ

Torrente Sauro

AG03 Policoro Ponte S.S. 106 Ionica MT

F. Cavone CVRR01 Pisticci Ponte S.S. 106 Ionica MT

F. Ofanto OFRR01 Melfi A valle Scarico Acque MT

Zona Industriale

OFRR02 Melfi A monte Traversa di MT

Santa Venere

F. Olivento OF04 Lavello Ponte strada Lavello-Candela MT

F. Noce N001 Maratea Ponte Ferrovia Litoranea PZ

F. Sinni SI01 Lauria Masseria Nicodemo PZ

SI02 Rotondella Ponte S.S. 106 Ionica MT

Rispetto al monitoraggio della Regione, risultano non monitorate alcune fonti di approvvigio-namento irriguo, indicate con un asterisco in Tabella 2. In particolare, riguardo agli invasi si hanno dati solo sulla diga di San Giuliano sul fiume Bradano (sito BS03). Per gli invasi del Pertusillo sull’Agri e del Camastra sul Basento, è presente una stazione di prelievo a monte della diga. Infine, il monitoraggio della Regione non effettua prelievi a monte o a valle della diga di Monte Cotugno sul Sinni.

1.2.2 Analisi sulla qualità biologica delle acque

Sono stati reperiti i risultati di alcuni studi compiuti sugli aspetti ecologici dei corsi d’acqua attraverso il calcolo dell’IBE (Indice Biotico Esteso, Ghetti 1986), che permette una valutazione più completa dello stato di salute, in quanto fornisce informazioni sulle interazioni tra le varie componenti biotiche e abiotiche dell’ecosistema acquatico.

I dati reperiti sulla Basilicata riguardano precisamente:

a) la campagna di rilevamento svolta sui fiumi Basento e Agri nell’autunno ’87 e nella primavera ‘88 dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito del Progetto Lontra Italia2;

4

(14)

le stazioni di prelievo indviduate sui due fiumi lucani sono riportate in Tabella 5. Tabella 5: Stazioni di prelievo IBE (Min.Amb. Progetto Lontra, 1989)

Fiume Stazione di prelievo Località

Basento Stazione 1 Brindisi di Montagna

Staz. 2 Campomaggiore

Staz. 3 Grassano

Staz. 4 Ferrandina

Staz. 5 Metaponto - foce

Agri Staz. 1 Grumento ‘87 S. Martino ‘88

Staz. 2 S. Martino d’Agri S. Arcangelo

Staz. 3 S. Arcangelo Loc. Caputo

Staz. 4 Loc. Caputo Loc. Caprarico

Staz. 5 Loc. Gannano

Staz. 6 Loc. Recoleta

Staz. 7 Policoro - foce

Nel rapporto, sono indicate per singola stazione le unità sistematiche con l’indicazione del-l’elenco dei gruppi tassonomici e il rispettivo numero di individui trovati nel campione d’acqua, non-ché la classe di qualità in cui ricade il corrispondente valore dell’IBE.

b) la campagna svolta sul Basento nel 1992 da Legambiente nell’ambito dell’Operazione Fiumi3; nel rapporto scientifico sono indicati i valori dell’IBE e la classe di qualità dei campioni prelevati presso le stazioni indicate in Tabella 6.

• lo studio di Mancini et al. (1995) sulla qualità biologica di 16 fiumi dell’Italia centro-meridiona-le, tra cui il Basento e l’Ofanto4.

Le campagne di rilevamento sono state eseguite dall’aprile al giugno ’92 e nello stesso periodo nel ’93. I siti di campionamento riguardano le località5riportate in Tabella 6.

Tabella 6: Siti di campionamento IBE (Legambiente, 1992; Mancini et al., 1995)

Fiume Basento ‘92-‘93 Fiume Ofanto ‘92 Fiume Ofanto ‘93

1. Sorgente 1. Sorgente Torrella dei Lombardi 1. Sorgente Torrella dei Lombardi

2. Potenza 2. Lioni 2. Cairano

3. Brindisi di Montagna 3. Cairano 3. Calitri

4. Grassano scalo 4. Melfi 4. Mass. Parasacco

5. Pisticci scalo 5. Laconia 5. Laconia

6. Metaponto 6. Canosa 6. Canosa – Ponte Romano

7. S. Ferdinando

5

3 Legambiente Operazione Fiumi 1992 – Relazione Scientifica.

4 L. Mancini et al. La qualità biologica delle acque di sedici fiumi del centro-sud d’Italia, 1995.

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(16)

CAPITOLO 2

A

NALISI DEI DATI

2.1 Procedure per l’elaborazione dei dati

I risultati delle analisi chimico-fisiche e batteriologiche e i dati IBE sono stati inseriti ed ela-borati attraverso uno specifico supporto informatico. I dati raccolti sono stati usati per definire un primo giudizio sullo stato di salute delle fonti, attraverso tre tipi di elaborazioni:

1) schema classificatorio del D.lgs. 152/99;

2) distribuzione percentuale dei valori dei parametri nei livelli di qualità; 3) andamenti temporali dei parametri.

2.1.1 Metodologia di classificazione del D.lgs. 152/99

Come detto, l’obiettivo è fornire un primo giudizio sulla qualità delle fonti attraverso lo stu-dio di parametri buoni indicatori dello stato di salute generale delle acque, riservando approfondi-menti successivi sulle possibili ed eventuali fonti di inquinamento nei punti risultati di qualità sca-dente.

La classificazione scelta, quella indicata dal D.lgs. 152/99, prevede criteri di valutazione dif-ferenti, in particolare rispetto alla qualità biologica delle acque (Alleg. 1 del Decreto), a seconda dei corpi idrici: corsi d’acqua, laghi naturali e artificiali, acque sotterranee, acque costiere e acque di transizione. Precisamente, sono indicati per ogni tipologia di corpo idrico:

i criteri per l’individuazione dei corpi idrici “significativi” su cui effettuare le analisi, nonchè per la scelta del numero e dell’ubicazione delle stazioni di prelievo.

Per quanto riguarda tali criteri, l’individuazione dei corpi idrici “significativi” su cui effet-tuare i controlli di qualità e del numero di stazioni di prelievo da individuare, si basa sulle dimen-sioni del bacino idrografico e degli eventuali periodi di secca (Allegato 1 – punto 1 del D.lgs.).

Nel caso specifico della Basilicata, i fiumi rientrano tra i corpi significativi, mentre maggiori problemi si riscontrano per i torrenti affluenti, di cui non si hanno dati precisi per quanto riguarda l’estensione dei sottobacini e tra i quali, inoltre, alcuni presentano in media più di 120 giorni di secca all'anno.

In considerazione del fatto che comunque rappresentano fonti di approvvigionamento non tra-scurabili e che quindi è importante conoscerne lo stato di salute, questi corsi d’acqua andrebbero considerati come punti di campionamento del bacino del corso d’acqua principale.

gli obiettivi di qualità ambientale, i parametri da rilevare, le classi di valori e la metodologia di classificazione da seguire per la definizione dello stato ambientale, definito sulla base dello

stato ecologicoe dello stato chimico.

La valutazione dello stato chimico viene effettuata in base alla presenza di “microinquinanti e sostanze chimiche pericolose”, i cui limiti di accettabilità sono riportati nella Direttiva 76/464/CEE e successive, e comprendono metalli pesanti e fitofarmaci (Tabella 1 dell’Alleg. 1 del D.lgs.).

(17)

Lo stato ecologico è “l’espressione della complessità degli ecosistemi acquatici e della natu-ra fisica e chimica delle acque e dei sedimenti”, si differenzia, dunque, per i vari tipi di corpo idri-co, essendo ecosistemi con problematiche ambientali differenti.

A questo proposito, va subito specificato che le fonti di approvvigionamento irriguo della regione sono costituite in gran parte da corsi d’acqua e invasi artificiali, ma i dati reperiti fanno esclusivo riferimento ai primi e non comprendono gli elementi richiesti per i laghi (trasparenza, clo-rofilla “a”, ossigeno ipolimnico), per cui nel presente studio si farà riferimento alle indicazioni riguardanti i soli corsi d’acqua.

Nel caso dei corsi d’acqua, il D.lgs. prevede, per la valutazione dello stato ecologico, il cal-colo dell’IBE (più eventuali elementi morfologici e biologici messi a punto dall’ANPA) e la rileva-zione dei parametri chimici e fisici relativi al bilancio dell’ossigeno e dello stato trofico (parametri di base). In particolare, tra questi, per la classificazione, sono presi in considerazione i cosiddetti parametri macrodescrittori (Tabella 7).

La classificazione prevede il calcolo, per ogni parametro, del valore del 75° percentile della dis-tribuzione dei dati (almeno 12 in un anno, se la frequenza delle analisi è mensile) su ognuno dei siti di campionamento6. Si controlla in quale livello ricade il valore calcolato e si assegna il “punteggio” indicato per il rispettivo livello di qualità. La somma dei punteggi ottenuti per i singoli parametri macrodescrittori individua il livello di qualità a cui il sito sul corpo idrico appartiene (Tabella 7). Tabella 7: Livello di inquinamento espresso dai macrodescrittori nei corsi d’acqua

Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5

(elevato) (buono) (sufficiente) (scadente) (pessimo)

100 - OD (% di sat.) ≤ 10,0 ≤ 20 ≤ 30 ≤ 50 > 50 BOD5 < 2,5 ≤ 4 ≤ 8 ≤ 15 > 15 COD < 5,0 ≤ 10 ≤ 15 ≤ 25 > 25 NH4 < 0,03 ≤ 0,1 ≤ 0,5 ≤ 1,5 > 1,5 NO3 < 0,3 ≤ 1,5 ≤ 5 ≤ 10 > 10 Fosforo tot < 0,07 ≤ 0,15 ≤ 0,3 ≤ 0,6 > 0,6 Escherichia coli < 100 ≤ 1000 ≤ 5000 ≤ 20000 > 20000

Punteggio da attribuire per ogni

parametro analizzato (75° percentile

del periodo di rilevamento) 80 40 20 10 5

LIVELLO di Inquinamento descritto dai macrodescrittori

TOTALE 480 – 560 240 – 475 120 - 235 60 - 115 < 60

In sintesi, la definizione dello stato ecologico viene effettuata in base alla classificazione riportata in Tabella 8.

Tabella 8: Stato ecologico dei corsi d’acqua*

Classe di qualità Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5

IBE ≥ 10 8-9 6-7 4-5 1,2,3

Livello Macrodescrittori 480-560 240-475 120-235 60-115 < 60

*Va considerato il risultato peggiore tra IBE e macrodescrittori.

8

6 Il calcolo del percentile si effettua suddividendo la distribuzione dei valori rilevati in 100 distribuzioni parziali, aventi ognuna la centesi-ma parte della quantità o la numerosità della distribuzione totale. Si prende il valore corrispondente alla 75° suddivisione e si utilizza per l’attribuzione al livello di qualità.

(18)

L’ultimo passaggio, infine, prevede l’incrocio dei risultati dello stato chimico ed ecologico per la valutazione finale dello stato ambientale.

Tabella 9: Stato ambientale dei corsi d’acqua

Stato ecologico Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5

Stato chimico Concentrazione Inquinanti di Tab. 1 del D.lgs. ➪

≤ Valore soglia Elevato Buono Sufficiente Scadente Pessimo

> Valore soglia Scadente Scadente Scadente Scadente Pessimo

In Tabella 10 sono riportati i giudizi di qualità relativi ad ogni classe. Tabella 10: Definizione dello stato ambientale per i corpi idrici superficiali

ELEVATO Non si rilevano alterazioni dei valori di qualità degli elementi fisico-chimici ed idro-morfologici per quel

dato tipo di corpo idrico in dipendenza degli impatti antropici, o sono minime rispetto ai valori normalmen-te associati allo snormalmen-tesso ecotipo in condizioni indisturbanormalmen-te. La qualità biologica sarà caratnormalmen-terizzata da una com-posizione e un’abbondanza di specie corrispondente totalmente o quasi alle condizioni normalmente asso-ciate allo stesso ecotipo.

La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è paragonabile alle concentrazioni di fondo rile-vabili nei corpi idrici non influenzati da alcuna pressione antropica.

BUONO I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico mostrano bassi livelli di altera-zione derivanti dall’attività umana e si discostano solo leggermente da quelli normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate.

La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.

SUFFICIENTE I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico si discostano moderatamente da quelli di norma associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate I valori mostrano segni di altera-zione derivanti dall’attività umana e sono sensibilmente più disturbati che nella condialtera-zione di buono stato. La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.

SCADENTE Si rilevano alterazioni considerevoli dei valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale, e le comunità biologiche interessate si discostano sostanzialmente da quelle di norma associa-te al tipo di corpo idrico superficiale inalassocia-terato.

La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da comportare effetti a medio e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.

PESSIMO I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale presentano alterazioni gravi e mancano ampie porzioni delle comunità biologiche di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato.

La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da gravi effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.

Rispetto al metodo classificatorio descritto, i dati reperiti presentano i seguenti limiti infor-mativi:

• tra i parametri del monitoraggio della Regione, sono compresi i principali metalli (Tabella 3), che risultano nella gran parte dei casi in concentrazione non rilevabile dalla strumentazione e, comun-que, non destano preoccupazioni, mentre non si hanno informazioni dettagliate sulle sostanze di sintesi usate come fitofarmaci, per cui non sarà possibile effettuare una precisa valutazione dello stato chimico;

• per lo stato ecologico, anche se è stato possibile reperire alcuni dati IBE, questi non sono suffi-cienti all’applicazione del metodo del 75° percentile e si riferiscono a rilevazioni temporalmente e geograficamente differenti rispetto ai dati chimico fisici (Tabelle 4, 5 e 6).

(19)

Tali dati, pur se non utilizzabili per la classificazione, possono essere utili a completare il qua-dro conoscitivo sullo stato di salute del corpo idrico, per cui si è ritenuto comunque opportuno ana-lizzarli nel rispetto delle indicazioni del D.lgs.

Il metodo IBE consiste nello studio delle comunità animali di macroinvertebrati (dimensioni superiori al mm) presenti nei vari tratti del corso d’acqua. In particolare, si considerano gli inverte-brati bentonici, che cioè vivono almeno una fase del ciclo vitale sul fondo, tra la vegetazione acqua-tica o le sponde7. L’identificazione sistematica degli organismi trovati nel campione d’acqua porta al calcolo dell’IBE, che può assumere valori dall’1 al 14, divisi in 5 classi di qualità, riportate in Tabella 11.

Tabella 11: Classi di qualità dell’IBE (Ghetti, 1986)

Classe di qualità Classe 1(1) Classe 2(2) Classe 3(3) Classe 4(4) Classe 5(5)

Valori IBE ≥ 10 8-9 6-7 4-5 1,2,3

(1) classe 1 (valori dell’IBE compresi tra 10 e 14) –non inquinato o non caratterizzato da evidenti effetti di inquinamento; (2) classe 2 (IBE tra 8 e 9) – caratterizzato da manifestazioni evidenti dell’inquinamento;

(3) classe 3 (IBE tra 6 e 7) – inquinato; (4) classe 4 (IBE tra 4 e 5) – molto inquinato; (5) classe 5 (IBE tra 1 e 3) – fortemente inquinato.

L’IBE, seppur introdotto nella legislazione italiana nel DPR 130/92 (come EBI modificato da Ghetti, 1986) per le acque idonee al mantenimento della vita dei pesci, risulta un indice di scarsa dif-fusione nei monitoraggi sulle acque rispetto ai classici parametri chimico-fisici. In Italia, sono pochi gli studi con l’IBE sui fiumi e riguardano in gran parte i bacini settentrionali e centrali.

Concludendo, l’analisi effettuata nel presente studio, in base alla tipologia dei dati reperiti rispetto alle informazioni puntuali richieste dal D.lgs., si riferisce all’individuazione del livello di qualità dei soli parametri chimico-fisici macrodescrittori dei corsi d’acqua, nell’ambito della defi-nizione dello stato ecologico.

2.1.2 Distribuzione percentuale nei livelli di qualità e andamenti temporali

Il procedimento statistico usato per la classificazione risulta particolarmente utile in quanto permette di classificare in modo omogeneo e univoco, quindi confrontare realtà tra loro anche molto diverse. D’altro canto, però, lo schema risulta rigido, in quanto si perdono le informazioni riguardo al “peso” relativo dei parametri sullo stato di salute del corpo idrico, alla distribuzione dei valori nello spazio e nel tempo. Si è ritenuto quindi opportuno effettuare, oltre alla classificazione indica-ta dal D.lgs., anche altri tipi di elaborazioni, che, pur non avendo un valore sindica-tatistico “risolutivo” ai fini della classificazione, forniscono informazioni più approfondite sui fattori che incidono mag-giormente sullo stato ambientale dei corpi idrici.

Va specificato, a questo proposito, che, al fine di mantenere omogeneità di giudizio, i livelli di qualità considerati sono sempre quelli riportati nel D.lgs. Le elaborazioni grafiche effettuate sono di seguito illustrate:

• Distribuzione percentuale nei 5 livelli di qualità dei valori dei parametri del singolo sito di campionamento:

10

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precisamente per ogni parametro:

1) i valori rilevati nel tempo sono stati inseriti singolarmente nel corrispondente livello di quali-tà;

2) sono stati “contati” quanti valori ricadono in ciascun livello;

3) è stata calcolata la percentuale di distribuzione per ogni livello di qualità sul totale delle rile-vazioni.

In questo modo, si può evidenziare quali parametri incidono maggiormente sull’abbassamento del livello di qualità del tratto specifico del corso d’acqua e in quale misura.

• Distribuzione percentuale totale del sito di prelievo:

una volta distribuiti nei livelli e “contati” i valori dei singoli parametri che vi ricadono, si sono sommati i risultati della conta di tutti i parametri per ognuno dei 5 livelli, in modo da avere la dis-tribuzione totale del sito.

In tal modo, si possono mettere in evidenza, lungo l’asse dei corsi d’acqua, quali sono le diffe-renze di qualità tra i vari tratti e, se ci sono, rispetto a quali parametri.

• Distribuzione percentuale totale dei valori per l’intero fiume:

seguendo lo stesso tipo di elaborazione e con lo stesso procedimento fatto per il sito, si è ulte-riormente aggregato il dato considerando l’insieme dei siti come un’unica serie di valori. Si è così calcolata la distribuzione nei 5 livelli per l’intero corso d’acqua in totale e per i 7 parametri, in modo da poter confrontare la situazione generale dei fiumi.

Infine, sono stati disegnati gli andamenti temporali dei parametri per sito di prelievo al fine di evidenziare in modo più puntuale in quali periodi dell’anno e con quali fluttuazioni il corpo idrico è interessato da fenomeni di stress ambientale e per quali indicatori. Ci si aspetta, ad esempio, che i picchi di valori per alcuni inquinanti si abbiano nei periodi più caldi, ad esempio in corrispondenza di aumenti degli scarichi nelle zone con alto afflusso turistico, ma anche per la ridotta capacità di diluizione degli inquinanti per la riduzione delle portate.

2.2 Rappresentazione dei dati

In questa prima fase di elaborazione sono stati elaborati, per quanto riguarda i parametri chi-mico-fisici, i dati della Regione del 1997. Per quanto riguarda, invece, i dati relativi al 1998 e del 1999, verrà effettuato lo stesso tipo di analisi dei dati quando sarà possibile reperire la serie annua-le compannua-leta.

2.2.1 Classificazione del D.lgs 152/99

Il procedimento indicato dal D.lgs. è stato effettuato sui singoli siti di campionamento (come indica il D.lgs.), ma anche per il corso d’acqua in totale, considerando come una serie unica tutte le rilevazioni delle stazioni presenti sul fiume e prendendo il 75° percentile. In questo modo, pur con delle notevoli approssimazioni dovute alle diverse situazioni che possono riscontrarsi nei vari tratti di un corso d’acqua, si può tracciare un giudizio generale sul corpo idrico nel suo insieme. Il quadro riassuntivo è riportato in Tabella 12.

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In Allegato 2 sono riportati per ogni corso d’acqua i risultati delle analisi, il valore del 75° percentile dei parametri, il punteggio relativo e il livello corrispondente. La classificazione di quali-tà effettuata è riportata in Allegato 2, nell’ordine:

- per i corsi d’acqua in totale; - per i singoli siti di campionamento.

I risultati sono poi stati riportati sul reticolo idrografico della regione con l’indicazione, in scala colorimetrica, dei livelli di qualità in cui ricade ogni singolo sito (Allegato 1).

Sui dati IBE, invece, non è stata effettuata alcune elaborazione, per i motivi detti in prece-denza, e sono riportati, come esposti nei rapporti tecnici e gli studi da cui sono presi, nel paragrafo 2.3.2, precisamente nelle Tabelle 13 e 14.

2.2.2 Elaborazioni grafiche

La distribuzione percentuale dei valori è riportata graficamente attraverso grafici a torta, in cui i cinque livelli sono associati a una scala colorimetrica (la stessa del reticolo idrografico in Allegato 1). I grafici delle distribuzioni totali di ognuno dei 5 fiumi con le distribuzioni dei 7 parametri sono riportati in Allegato 3, seguiti dai grafici relativi alla distribuzione totale del singolo sito con le distribuzioni dei 7 parametri.

In Allegato 4, infine, sono riportati, per ogni fiume, i grafici a linea spezzata degli andamenti temporali dei valori dei macrodescrittori per ciascun sito di prelievo.

2.3 Commenti

Attraverso i parametri analizzati, si possono fare prime valutazioni sui possibili fattori di stress ambientale che interessano i corsi d’acqua, ma non va dimenticato che, proprio in virtù del fatto che sono buoni macrodescrittori dello stato di salute generale, tale associazione va approfondita e verificata. Per valutazioni più puntuali sulle possibili fonti di inquinamento sia puntuale che diffuso, infatti, è necessa-ria la specifica conoscenza del territorio, dalle caratteristiche idrologiche e pedologiche, la presenza di scarichi civili e industriali lungo il corso del fiume, all’uso del suolo agricolo.

Va specificato, infine, che possono riscontrarsi lievi differenze tra i risultati della classificazione e quelli della distribuzione percentuale dei valori, in quanto, essendo diverse la logica e la base statisti-ca dei due tipi di elaborazioni (statisti-calcolo del percentile e distribuzione percentuale), leggermente diverso è il tipo di informazioni che forniscono.

2.3.1 Risultati della classificazione del D.lgs. 152/99

In base alle elaborazioni effettuate sui dati del 1997, le fonti di approvvigionamento della regione risultano, in generale, di qualità sufficiente (Tabella 12), con situazioni differenti nei vari tratti del corso d’acqua.

Il fiume Bradano presenta le peggiori condizioni, in particolare nel tratto del sito BR03, in cor-rispondenza della Diga di San Giuliano, dove risulta di livello scadente, ma anche gli altri tratti mostrano una qualità solo sufficiente. A questo proposito, va detto che questo sito andrebbe in real-tà considerato come lago artificiale, quindi la classificazione effettuata con i parametri indicati dal D.lgs. per i laghi naturali e artificiali. Però, tali parametri, che comprendono ad esempio trasparen-za, clorofilla e altri indicatori dello stato trofico, non sono disponibili.

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13

Per quanto riguarda i fiumi Agri e Sinni, di livello sufficiente, la qualità peggiora alla foce, mentre nel tratto più alto risulta buona. L’Ofanto presenta su entrambi i siti lucani, che coprono la parte centrale dell’asse del fiume, un livello sufficiente.

Infine, del tutto particolare e da approfondire è la situazione del Basento (livello complessivo sufficiente), che nel secondo tratto (BS02) presenta qualità scadente, mentre nel successivo (BS03) la qualità risulta buona.

Tabella 12: Livelli di qualità dei corsi d’acqua (D.lgs. 152/99)

Corso d’acqua Stazioni di Livello Livello

prelievo di qualità di qualità sul totale

codici del sito del fiume

AGRI AG01 L. 2 buono

AG02 L. 2 buono L. 3 sufficiente

AG03 L. 3 sufficiente BASENTO BSRR01 L. 3 sufficiente BS01 L. 4 sufficiente L. 3 sufficiente BS02 L. 2 scadente BS03 L. 3 buono BRADANO BR01 L. 3 sufficiente BR02 L. 3 sufficiente L. 4 scadente BR03 L. 4 scadente BR04 L. 3 sufficiente

SINNI SI01 L. 2 buono L. 3 sufficiente

SI02 L. 3 sufficiente

OFANTO OFRR01 L. 3 sufficiente L. 3 sufficiente

OFRR02 L. 3 sufficiente

Se si va a vedere quali sono i parametri il cui 75° percentile presenta il punteggio più basso (Allegato 2), si vede che nella maggior parte dei casi la qualità è peggiorata dai valori dei coli-formi fecali, la cui presenza va messa in relazione agli scarichi civili depurati e non, sversati nel fiume.

In non pochi casi anche il livello dell’azoto ammoniacale e nitrico e del fosforo è tra il suf-ficiente e lo scadente. Nel caso dell’azoto ammoniacale, come per la colimetria fecale, tali valori sono generalmente attribuibili alla presenza di scarichi civili, mentre per i nitrati e il fosforo le interpretazioni possono essere diverse. Infatti, un loro aumento potrebbe essere legato ad avvenu-ti processi naturali di mineralizzazione della sostanza organica, ma anche a fonavvenu-ti diffuse di origi-ne antropica difficilmente quantificabili e localizzabili, tra cui i fertilizzanti agricoli. Sono, inve-ce, generalmente buoni i livelli di BOD, COD e l’indice 100-OD di saturazione dell’ossigeno, il che indica comunque una discreta capacità del corpo idrico di mantenere i processi di autodepu-razione e di ricarica dell’ossigeno disciolto.

2.3.2 Dati IBE

Per quanto riguarda i fiumi Basento e Agri, le prime analisi, che risalgono al 1987-‘88 nel-l’ambito del Progetto Lontra del Ministero dell’Ambiente8, sono riportate in Tabella 13:

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Tabella 13: Stazioni e valori IBE su Basento e Agri – MinAmb, 1989

Fiume Località IBE Classe di qualità

BASENTO* Brindisi di Montagna 12 I

Val.medio 12 Campomaggiore 11 I

classe I Grassano 17 I

Ferrandina 15 I

Metaponto - foce 6 III

AGRI* Grumento ‘87 S. Martino ‘88 18 21 I I

Val. medio 11 S. Martino d’Agri S. Arcangelo 18 2 I V

Classe I S. Arcangelo Loc. Caputo 4 6 IV III

Loc. Caputo Loc. Caprarico 11 7 I III

Loc. Gannano* 12 I

Loc. Recoleta* 17 I

Policoro – foce* 9 II

* Medie dei valori del 1987 e 1988.

I dati del 1989 mostrano una buona qualità biologica per il Basento, ad eccezione della foce, mentre preoccupanti risultano le condizioni dell’Agri, in particolare nei siti della provincia di Potenza.

I risultati delle analisi effettuate per l’Operazione Fiumi su Basento e Ofanto, ripresi nel 1995 da Mancini et al., sono riportati in Tabella 14.

Tabella 14: Stazioni sul Basento e sull’Ofanto e valori IBE – Operazione Fiumi (1992)

Località IBE Classe di qualità

(Ghetti, 1986 e D.lgs. 152/99)

BASENTO

Sorgente 11 I

Potenza 3 V

Brindisi di Montagna 9 II

Grassano scalo 7 III

Pisticci scalo 6 III

Metaponto 4 IV

Valore Medio 6 III

OFANTO

Sorgente Torrella dei Lombardi 8 II

Lioni 7 III Cairano 8 II Melfi 7 III Laconia 5 IV Canosa 3 V S. Ferdinando 4 I Valore Medio 6 I

Per quanto riguarda il Basento, che risulta nettamente peggiorato rispetto alle analisi del 1989, Mancini et al. associano il repentino peggioramento alla classe V del sito subito a valle della sorgente ai numerosi apporti inquinanti di Potenza. Il miglioramento successivo dipende dalla capacità auto-depurativa del fiume, che invece non riesce a sopportare il carico inquinante che aumenta nel tratto finale fino alla foce, dove l’IBE ricade in IV classe.

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15

L’Ofanto presenta una situazione di degrado preoccupante fin dai tratti più alti con ulteriori peggioramenti verso la foce. Mancini et al. associano tale degrado alle 7 aree industriali che scari-cano lungo tutto il corso del fiume, nonché alle acque di dilavamento dei terreni agricoli ad agricol-tura intensiva, concentrate in particolare nella parte bassa del bacino, in Puglia.

2.3.3 Analisi delle distribuzioni percentuali e degli andamenti temporali

Per quanto riguarda le distribuzioni dei valori dei parametri nei 5 livelli di qualità (Allegato 3), si possono fare le seguenti considerazioni:

Totale fiumi

- Nella maggior parte dei fiumi, considerati nel totale, il livello prevalente è il buono con una per-centuale del 30-40%, ad eccezione del Bradano (sufficiente 28%).

- Gli altri livelli mostrano percentuali variabili: il livello elevato si attesta sul 20%, con un valore massimo del 34% sul Sinni e minimo del 13% sul Bradano e il livello sufficiente intorno al 20%. - Il livello meno rappresentato è il pessimo, ad eccezione del Bradano, con ben il 17% dei valori. Fiumi – totale parametri

- Rispetto alla distribuzione dei valori dei parametri nei rispettivi 5 livelli, il BOD, il COD e il 100-OD rientrano con percentuali intorno al 20% nel livello elevato e buono (sul Sinni elevato 80%), ad eccezione del Bradano, su cui invece prevalgono i livelli più bassi (sufficiente-scadente per il BOD e scadente–pessimo per il COD), mentre rimane buono il livello del 100-OD.

- Le sostanze trofiche (Ptot e NO3) presentano una distribuzione simile, come ci si aspetterebbe, ma i nitrati mostrano percentuali più alte in livelli più bassi, in particolare nel l. sufficiente. Anche in questo caso, il Bradano spicca per le percentuali dei l. scadente e pessimo. L’Ofanto, pur avendo il 62% dei valori di Ptot nel l. buono, presenta una percentuale del 21% nei l. scadente e pessimo.

- I valori dell’azoto ammoniacale si collocano prevalentemente nel l. buono, con percentuali non trascurabili però nel l. sufficiente. Il Bradano presenta il 30% dei valori nel l. pessimo, il Basento il 30% tra lo scadente e il pessimo.

- Infine, per i valori dei Coli fecali prevale il l. sufficiente o scadente, ad eccezione del Sinni (buono). Sul Basento prevale il l. scadente (29%), con il 23% dei valori nel l. pessimo. Una situa-zione simile si riscontra su Bradano e sull’Ofanto.

Singoli siti di prelievo

- Agri: la qualità si presenta peggiorata alla foce (AG03) per i parametri BOD e COD, mentre i coli fecali presentano i livelli più bassi nel tratto centrale del corso d’acqua (AG02).

- Basento: la qualità è peggiore nel tratto alto del fiume, nei pressi dell’area urbana e industriale di Potenza, in particolare per il fosforo e i coli fecali (BSRR01) e l’azoto ammoniacale (BS01 e BS02), mentre sembra migliorare nel tratto finale (BS03).

- Bradano: le condizioni peggiorano nettamente a livello della diga di San Giuliano (BR03), dove prevale il livello pessimo, e alla foce (BR04), in cui il livello medio è salvato solo dai parametri fosforo (l. elevato) e 100-OD.

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- Ofanto: sui due siti lucani il fiume mostra distribuzioni totali e dei parametri simili, ad eccezio-ne dei nitrati, che peggiorano eccezio-nel secondo tratto (OFRR02).

- Sinni: il fiume presenta indubbiamente condizioni di salute generale migliori rispetto agli altri, anche se nel tratto finale (SI02) la qualità peggiora in relazione ai parametri BOD, COD e nitra-ti, che dal l. elevato-buono (SI01) passano al l. sufficiente-scadente.

Per quanto riguarda, infine, le fluttuazioni dei valori nel tempo riportati nei grafici (Allegato 4), gli andamenti mettono in evidenza come in genere i fenomeni di stress ambientale siano concen-trati nelle stagioni primaverile ed estiva.

Gli andamenti dei parametri BOD, COD e coliformi fecali subiscono incrementi in corrispon-denza dell’aumento di temperatura e dei periodi di fioritura algale, nonchè di ridotta capacità di dilui-zione di corpi idrici. I nitrati, invece, generalmente mostrano un incremento tra i mesi di settembre-novembre.

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17

Conclusioni

Con questo rapporto regionale sulla Basilicata, prima fra le Regioni Ob. 1 per la quale è stata completata l’indagine, l’obiettivo è fornire un quadro generale sulla qualità delle fonti di approvvi-gionamento irriguo superficiali il più aggiornato e completo possibile, attraverso le indicazioni del D.lgs. 152/99.

La scelta metodologica fatta è finalizzata ad un approccio di tipo “ecologico” anziché “fun-zionale” che concentrasse l’attenzione sullo stato ambientale dei corpi idrici, il che rappresenta una delle novità più importanti e significative del D.lgs. 152/99. Si è cioè voluto evidenziare l’impor-tanza di valutazioni qualitative indipendenti dalla destinazione d’uso, abbandonando una logica che il mondo scientifico e istituzionale ritiene ormai superata e limitata e affrontando le problematiche legate all’irrigazione nell’ottica di una pianificazione e gestione integrata ed eco-compatibile degli usi delle risorse naturali. Le ulteriori ed eventuali valutazioni che potranno essere fatte sull’uso agri-colo della risorsa idrica vanno dunque intese come “integrazioni” e “approfondimenti” rispetto allo stato ambientale dei corpi idrici.

Per la stesura di questo primo rapporto relativo alla Basilicata, sono state reperite e analizza-te le misure IBE effettuaanalizza-te nell’ambito di alcuni progetti del Minisanalizza-tero dell’Ambienanalizza-te e le misure dei parametri chimico-fisici del monitoraggio effettuato sui cinque corsi d’acqua principali dal Dipartimento Sicurezza Sociale e Politiche Ambientali della Regione Basilicata nell’ambito del S.I.N.A. a partire dal 1996.

L’analisi effettuata si riferisce all’individuazione del livello di qualità dei soli parametri chi-mico-fisici macrodescrittori dei corsi d’acqua, nell’ambito della definizione dello stato ecologico. I dati I.B.E., invece, per la loro frammentarietà, hanno consentito di esprimere solo giudizi molto generali sullo stato di salute degli ecosistemi dei corsi d’acqua.

In generale, valutando nel complesso i risultati di tutte le elaborazioni svolte, si può dire che i corsi d’acqua della regione mostrano un livello di qualità mediamente sufficiente.

Dei 15 siti di prelievo disposti sui cinque fiumi, solo 4 rientrano nel livello di qualità buono, ben 9 nel livello sufficiente, infine 2 nel livello scadente. Se si va a vedere quali sono i parametri il cui 75° percentile presenta il punteggio più basso, si vede che nella maggior parte dei casi la quali-tà è peggiorata dai valori dei coliformi fecali. In non pochi casi anche il livello dell’azoto ammonia-cale e nitrico e del fosforo è tra il sufficiente e lo scadente. Sono, invece, generalmente sul livello

buonoil BOD, COD e l’indice 100-OD di saturazione dell’ossigeno, il che indica comunque una

dis-creta capacità dei corsi d’acqua di mantenere i processi di autodepurazione.

Le situazioni più preoccupanti riguardano il fiume Bradano, che, come visto, presenta in asso-luto le condizioni di salute peggiori, ma anche il Basento non sembra godere di buona salute. Per quanto riguarda l’Ofanto, l’analisi fatta sul tratto lucano del fiume desta preoccupazioni in partico-lare per i valori dei coli fecali e dei nitrati, anche se, per un quadro più preciso, bisognerà attendere i risultati dell’indagine sul tratto campano a monte e su quello pugliese a valle.

Rispetto invece ai dati IBE reperiti, va sottolineata la cattiva qualità biologica dei fiumi Basento, Agri e Ofanto. Queste informazioni non sono suscettibili di un confronto diretto con i dati chimico-fisici, risalendo alla fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, né si può, in mancanza di rilevazioni più recenti, ipotizzare la qualità biologica attuale dei corsi d’acqua. In ogni caso, vanno considerati come un importante campanello di allarme sui pericoli o le realtà di degrado degli eco-sistemi acquatici dei fiumi della regione.

(27)

18

approfondito al termine dell’indagine, quando saranno disponibili anche i dati relativi alle fonti non monitorate, per le quali è previsto un monitoraggio ad hoc.

Il presente rapporto rappresenta un primo esempio di applicazione della metodologia di clas-sificazione indicata nel D.lgs. 152/99, mettendo in luce quelle che sono le maggiori problematiche in relazione all’attuazione del decreto stesso. In particolare:

- la scarsità dei dati esistenti e la loro disomogeneità rende difficile l’applicazione del sistema di classificazione sui dati storici, così come prevede il decreto;

- la rilevazione dei parametri ecologici, su cui tra l’altro si attendono ulteriori specifiche metodo-logiche dall’A.N.P.A., è poco diffusa.

Tali problematiche confermano e ripropongono la necessità, ormai non più rinviabile, di dare attuazione a principi e strumenti tecnico-operativi sulla tutela e la gestione della risorsa idrica, raf-forzati dal D.lgs. 152/99, ma già indicati nelle leggi precedenti (L. 319/76, L. 183/89 e L. 36/94). Solo così si potrà perseguire una politica di prevenzione dell’inquinamento e non di interventi di emergenza per il risanamento dei corpi idrici.

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BIBLIOGRAFIA

Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152 Disposizioni sulla Tutela delle acque

dall’inquinamen-to e recepimendall’inquinamen-to della Direttiva 91/271/CEE concernente il trattamendall’inquinamen-to delle acque reflue urbane e della Direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole - Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29

maggio 1999

Ghetti P. F., Manuale di applicazione – I macroinvertebrati nell’analisi di qualità dei corsi d’acqua.

Indice biotico EBI modificato Provincia autonoma di Trento – Servizio Protezione Ambiente –

Trento 1986

Leti G. Statistica descrittiva, il Mulino 1983

Istituto Nazionale di Economia Agraria Quadro di Riferimento per lo Studio e il Monitoraggio dello

Stato dell’Irrigazione in Basilicata, 1999

Mancini L. et al. La qualità biologica di sedici fiumi del Centro-Sud Italia Biologi Italiani, 1995, n.25 (3)

Lega per L’Ambiente Operazione Fiumi – Relazione Tecnica, 1992

Legge 10 maggio 1976 n. 319 Norme per la tutela delle acque dall’inquinamento G.U. 29 maggio 1976 n. 141

Ministero dell’Ambiente Progetto Lontra Italia - Relazione Tecnica, 1989 Ministero dell’Ambiente Relazione sullo stato dell’Ambiente, 1997

Regione Basilicata Legge Regionale 17 gennaio 1994 n° 3 Piano di Risanamento delle acque

-Tutela Uso e Risanamento delle Risorse Idriche

(29)
(30)

ALLEGATO 1

R

ETICOLO IDROGRAFICO

CON LE STAZIONI DI PRELIEVO

DEL MONITORAGGIO QUALITATIVO

DELLA REGIONE BASILICATA

LIVELLI DI QUALITÀ

PER SINGOLA STAZIONE DI PRELIEVO

(31)
(32)
(33)
(34)

ALLEGATO 2

R

ISULTATI DEL MONITORAGGIO DELLA

R

EGIONE

B

ASILICATA

A

NNO

1997

E CLASSIFICAZIONE

(35)

F

IUME

A

GRI

- 1997

CLASSIFICAZIONE TOTALE RILEVAZIONI DEI 3 SITI DI PRELIEVO

Parametro 75° percentile Punteggio Livello di Qualità

100- OD 15,81 40 2 BOD5 3,60 40 2 COD 13,80 20 3 P tot 0,10 40 2 NH4 0,18 20 3 NO3 2,28 20 3 Coli Fecali 3.850 20 3 TOTALE 200 LIVELLO 3 SUFFICIENTE 31 100- OD BOD5 COD P tot NH4 NO3 Coli Fecali

(36)

33

F

IUME

A

GRI

- 1997

PARAMETRI - SITO AG01 unità gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre di misura BOD5 mg/l 2,80 2,08 3,50 0,91 0,98 4,20 2,32 2,83 0,53 0,40 0,88 1,20 COD mg/l 4,35 3,96 15,04 3,68 2,79 3,20 4,22 6,40 2,08 0,93 3,58 4,93 P tot mg/l 0,73 0,10 0,60 0,10 0,10 0,10 0,13 0,10 0,10 0,10 0,10 0,60 NH4 N mg/l 0,15 0,71 0,20 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,40 0,10 NO3 N mg/l 2,60 0,81 2,70 1,20 0,70 0,05 3,60 2,30 1,80 2,00 1,50 2,00 Coli Fecali MPN X100 109 490 790 1410 390 348 9180 17400 490 790 542 1300 100 - OD val. ass. 2,08 14,19 10,43 14,86 24,29 20,69 13,41 6,52 61,49 5,29 9,83 13,67 CLASSIFICAZIONE

Parametro 75° percentile Punteggio Livello di Qualità

BOD5 2,81 40 2 COD 4,49 80 1 P tot 0,23 20 3 NH4 0,16 20 3 NO3 2,38 20 3 Coli Fecali 1327 20 3 100 - OD 16,32 40 2 TOTALE 240 LIVELLO 2 BUONO BOD5 COD P tot NH4 NO3 Coli Fecali 100 - OD val. ass. BOD5 COD P tot NH4 NO3 Coli Fecali 100 - OD val. ass.

(37)

34

F

IUME

A

GRI

- 1997

PARAMETRI - SITO AG02 unità gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre di misura BOD5 mg/l 2,90 1,82 2,20 0,90 5,20 1,18 1,11 2,10 0,71 0,60 1,00 1,20 COD mg/l 4,70 2,38 7,52 3,64 7,67 3,20 3,52 4,20 2,12 0,94 3,96 4,93 P tot mg/l 0,97 0,10 0,45 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,60 NH4 N mg/l 0,42 0,67 0,10 0,10 0,14 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 NO3 N mg/l 2,68 0,98 0,98 1,27 1,50 0,05 3,70 2,50 1,90 2,25 1,50 2,00 Coli Fecali MPN X100 10900 1090 3480 2780 83400 54200 19360 271000 1700 1090 79 1300 100-OD 0,50 1,86 2,25 19,38 12,04 20,69 2,69 3,32 50,86 6,69 17,23 15,13 CLASSIFICAZIONE

Parametro 75° percentile Punteggio Livello di Qualità

2,12 80 1 4,76 80 1 0,19 20 3 0,11 40 2 2,31 20 3 28070 5 5 17,77 40 2 TOTALE 285 LIVELLO 2 BUONO BOD5 COD P tot NH4 NO3 Coli Fecali 100 - OD val. ass. BOD5 COD P tot NH4 NO3 Coli Fecali 100- OD

(38)

35

F

IUME

A

GRI

- 1997

PARAMETRI - SITO AG03 unità gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre di misura BOD5 mg/l 2,80 1,40 6,60 5,10 3,40 5,20 3,70 5,60 4,80 2,40 8,10 COD mg/l 5,00 4,50 20,30 14,80 15,10 18,60 15,00 22,40 20,60 12,80 35,00 P tot mg/l 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 0,10 NH4 N mg/l 0,10 0,40 0,10 0,20 0,40 0,10 0,20 0,10 0,10 0,10 0,10 NO3 N mg/l 1,20 1,80 1,70 1,20 1,10 2,20 2,20 4,70 2,10 4,20 2,00 Coli Fecali MPN X100 1400 93 700 300 240 2000 3900 24000 700 2000 3800 100 - OD valore assoluto 4,34 4,84 13,85 6,99 14,47 13,04 16,48 18,10 5,33 8,81 12,80 CLASSIFICAZIONE

Parametro 75° percentile Punteggio Livello di Qualità

BOD5 5,4 20 3 COD 20,45 10 4 P tot 0,1 40 2 NH4 0,2 20 3 NO3 2,2 20 3 Coli Fecali 2900 20 3 100 - OD 14,16 40 2 TOTALE 170 LIVELLO 3 SUFFICIENTE BOD5 COD P tot NH4 NO3 Coli Fecali 100 - OD val. ass. BOD5 COD P tot NH4 NO3 Coli Fecali 100 - OD val. ass.

Figura

Tabella 2: Fonti di approvvigionamento irriguo
Tabella 3: Parametri analizzati  - monitoraggio Regione Basilicata
Tabella 4: Stazioni di prelievo del monitoraggio della Regione Basilicata
Tabella 6: Siti di campionamento IBE (Legambiente, 1992; Mancini et al., 1995)
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