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Gestione della cefalea post puntura durale (PDPH): dai trattamenti conservativi all'esecuzione dell'epidural blood patch come trattamento definitivo.

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Academic year: 2021

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Nonostante i progressi nelle apparecchiature e nelle tecniche di anestesia locoregionale, la cefalea post-puntura durale (PDPH) rimane un problema persistente. In molti casi la cefalea è di media intensità e di breve durata, senza sequele significative, comunque non è sempre così. PDPH è occasionalmente severa abbastanza da lasciare i pazienti coricati a letto e spesso ritarda la dimissione dall’ospedale. PDPH può prolungarsi nel tempo con sintomi riportati che durano mesi o anche anni. Inoltre c’è evidenza che la puntura non intenzionale della dura con ago di Tuohy può portare allo sviluppo di cefalea cronica. PDPH non trattato può portare allo sviluppo di persistente paralisi dei nervi craniali e anche ematoma subdurale.

In letteratura è stato descritto un vasto range sia di trattamenti conservativi che invasivi per PDPH, qualche volta con scarso supporto scientifico. Oltre ai trattamenti conservativi come rimanere coricati, l’idratazione, l’utilizzo di caffeina (orale o parenterale) esistono trattamenti invasivi come l’epidural blood patch, come trattamento riservato ai casi in cui i trattamenti conservativi non hanno avuto successo e in quei casi in cui i sintomi sono severi. Oltre ai vari trattamenti possibili per PDPH con particolare attenzione all’EBP, si focalizza l’attenzione sulla controversia se proprio l’EBP dovesse essere proposto a tutti i pazienti con una cefalea post-puntura durale e l’efficacia di questo trattamento nella gestione di PDPH. Inoltre si segnalano le complicazioni legate all’EBP: ematoma subdurale e aracnoidite (causa iniziale o effetto finale?). Per finire viene studiato un caso di trombosi del seno venoso cerebrale dopo una tentata epidurale, eseguita per analgesia per travaglio di parto, complicata da una puntura accidentale della dura e la conseguente cefalea trattata con EBP. Oltre al case report riportato da Ghatge e coll. nel Regno Unito, abbiamo trattato un caso analogo anche nell’ospedale di Lucca, pertanto viene focalizzata l’attenzione sulla gestione di questo caso trattato con successo con l’epidural blood patch.  

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