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Salvare il legame del vino con la terra d’origine

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Academic year: 2021

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SPECIALE Cambia il clima, cambiamo anche noi

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LA RICERCA EUROPEA FA RETE CON IL PROGETTO MEDCLIV

Salvare il legame del vino

con la terra d’origine

di EMANUELE ECCEL - Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione E. Mach

“Climate KIC” è un’agenzia, presente nella gran parte dei paesi europei e non solo, che ha la finalità di sviluppare una comuni-tà internazionale, in direzione di un’economia a basso utilizzo di carbonio e una società resiliente al cambiamento climatico. Si tratta di una delle KIC – Knowledge & Innovation Commu-nities, finanziate dall’Istituto Europeo di Tecnologia (EIT), dove ricerca e industria mettono in comune i propri sforzi a favore dell’innovazione. La Fondazione Mach è uno dei 30 membri italiani di Climate KIC ed ha all’attivo, dal 2017, già 15 progetti finanziati.

L’ultimo a prendere vita, lo scorso ottobre, è MEDCLIV: “Medi-terranean Climate Vine & Wine Ecosystem”.

Il progetto, che coinvolge sei paesi europei, dal Portogallo a Cipro, con capofila la Fondazione Mach, risponde all’esigenza di far fronte alla problematica sempre più sentita del cambia-mento delle condizioni climatiche in cui opera la filiera della

produzione di uva e di vino, dal campo alla cantina, senza tra-scurare gli aspetti del forte legame che il vino esprime con la sua terra d’origine, oggi messo alla prova dalle modifiche del contesto climatico proprio di ogni zona d’origine.

Il progetto ha lo scopo di istituire delle piattaforme nazionali, che si occupino di enucleare i problemi specifici, farli conoscere più in dettaglio, individuare le soluzioni, promuoverne la circo-lazione nella filiera produttiva. L’approccio sarà interdisciplina-re, innovativo, e sarà impostato sull’organizzazione di “Living Labs”, laboratori “viventi” interattivi, su base nazionale o anche – come nel caso dell’Italia – sub-nazionale, dove contribui-ranno al raggiungimento degli obiettivi i vari attori della filiera: non solo la sezione agro-enologica, ma anche, come si è detto, la ricerca (nel consorzio la gran parte degli enti sono istituti di ricerca, universitari e non), l’amministrazione, i portatori di in-teresse dei consumatori del prodotto finale, o anche di utenti, se – in senso più allargato – si considera la rilevanza della viti-coltura nel paesaggio e il suo indotto. Durante i tre anni di du-rata del progetto sono previsti momenti di confronto in cui tutti gli interessati saranno chiamati, con ruoli diversi, a partecipare; questi eventi formativi avranno lo scopo di costituire le singole comunità, favorendo lo scambio di conoscenza. Naturalmente anche le aziende trentine, che esprimono un modello avanzato nell’ecosistema vitivinicolo nazionale, saranno invitate a parte-cipare con il loro contributo conoscitivo.

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