INDICE
1 INTRODUZIONE E SCOPO DELLA TESI ... 6
2 PARTE GENERALE ... 8
2.1. LE PROVE ECCITATORIE DELLA FILA DIGITALE NELLA VISITA ORTOPEDICA DEL CAVALLO... 8
2.1.1. Introduzione... 8
2.1.1.1. La zoppia indotta e la zoppia basale ... 9
2.1.1.2. I test di flessione ... 9
2.1.1.3. La prova del cuneo di Lungwitz ... 15
2.1.2. L’utilizzo del test di estensione digitale nella pratica equina... 16
2.1.2.1. Il Digital Extension Device... 17
2.1.2.2. L’utilità del Digital Extension Device ... 21
3 PARTE SPECIALE... 30
3.1. MOTIVAZIONI E OBIETTIVI DELLO STUDIO ... 30
3.2. MATERIALI E METODI... 31
3.2.1. Animali ... 31
3.2.2. Esecuzione del test ... 31
3.2.3. Registrazione dei dati ... 32
3.3. RISULTATI ... 33
3.3.1. Risultati ottenuti ... 34
3.3.1.1. Cavalli sani ... 34
3.3.1.2. Cavalli patologici ... 54
3.3.2. Analisi dei risultati ... 59
3.3.2.1. Cavalli sani ... 59
3.3.3. Discussione dei risultati... 85 3.3.3.1. Cavalli sani ... 85 3.3.3.2. Cavalli patologici ... 100 4 CONCLUSIONI ... 114 5 BIBLIOGRAFIA ... 121 6 RINGRAZIAMENTI ... 124
RIASSUNTO
Parole chiavi: cavallo, fila digitale, test estensione, angolo muraglia, diagnosi ortopedica.
La scarsità di dati in letteratura sulla pratica del test di estensione digitale nella diagnostica ortopedica del cavallo ha rappresentato la motivazione principale della ricerca. Il test di estensione digitale consente di identificare condizioni algiche a livello della fila digitale, in presenza di zoppia conclamata o in condizioni subcliniche. L’estensione forzata della fila digitale induce un aumento della tensione sul tendine flessore profondo delle falangi, sull’apparato podotrocleare e sulla briglia carpica; inoltre viene provocata una compressione delle strutture dorsali della fila digitale che pure può provocare una risposta positiva al test in presenza di situazioni patologiche. Una variante del test di estensione è il sollevamento mediale o laterale che mette in tensione legamenti collaterali e capsule articolari delle articolazioni interfalangee. Scopo del presente lavoro è quello di standardizzare la risposta al test in una popolazione di cavalli esenti da patologie ortopediche ed inoltre valutare la risposta in un gruppo più ristretto di soggetti affetti da patologia. Di ogni soggetto sono stati valutati razza, sesso, età, attitudine e anamnesi ortopedica. Per ogni cavallo è stata effettuata la misurazione dell’angolo della muraglia del bipede anteriore, sono stati presi in considerazione i gradi raggiunti all’estensione o al sollevamento dello zoccolo e le reazioni manifestate dall’animale in relazione all’angolo raggiunto. E’ stato stabilito un range di risposta normale al test in soggetti sani. Nella casistica clinica il test di estensione non è risultato essere particolarmente specifico per individuare esattamente la localizzazione del dolore, ma ha consentito di individuare con una buona sensibilità la localizzazione di una zoppia a livello della fila digitale, ed inoltre di mettere in evidenza condizioni subcliniche di difficile individuazione.
ABSTRACT
Key words: horse, digital line, extension test, corner wall, orthopedic diagnosis
The paucity of scientific data on the digital extension test in equine orthopaedics was the main motivation for conducting the present work. The digital extension test can identify painful responses localized to the digit, both in overtly lame horses and in subclinical conditions. The hyperextension produced during the test causes extra strain on the deep digital flexor tendon, its accessory ligament and the navicular apparatus. A compression of the dorsal digital structures is also achieved, and this can induce a positive response in the presence of pathological status. Additional information can also be obtained by a lateral or medial elevation of the digit, which strains particularly the joint capsule and the collateral ligaments of the interphalangeal joints. Aim of the present work was to standardize the response to the text in a population of clinically normal horses, and to evaluate the reaction in a smaller group of lame horse. For every horse, breed, age, sex, use and clinical history were recorded. The dorsal hoof angle of both front feet, the degree of maximal elevation achieved and the reactions of the horse in relation to the increase in elevation to the different degrees were recorded. A range of response to the test in normal horses was established. In lame horses the digital extension test was not highly specific for accurate localization of the source of pain, but it had a good sensibility for the determination of lameness localized to the digit and for the identification of some subclinical conditions.
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INTRODUZIONE E SCOPO DELLA TESI
La motivazione principale che ci ha spinto a svolgere questo studio è stata la consapevolezza della scarsità di studi scientifici sulla pratica del test di estensione nella diagnostica ortopedica del cavallo.
Questa tecnica permette di sottoporre la fila digitale del bipede anteriore sia ad un’estensione dorsale che ad un sollevamento laterale o mediale permettendo, così, la sollecitazione di diverse strutture anatomiche e determinando una risposta positiva in presenza di situazioni patologiche. Attraverso l’estensione dorsale si ottiene un aumento della tensione sul tendine flessore profondo delle falangi, sulla briglia carpica, sui legamenti dell’osso navicolare e sulle strutture dorsali della fila digitale. I sollevamenti, invece, risultano utili al fine di valutare il grado di tolleranza del soggetto ad uno stress laterale e mediale delle strutture interne dello zoccolo. Ciò potrebbe risultare vantaggioso nella diagnosi di eventuali patologie dei legamenti collaterali delle articolazioni interfalangee e dei legamenti sesamoidei collaterali; per rilevare, inoltre, l’eventuale presenza di reazioni algiche subcondrali a livello delle articolazioni digitali con localizzazione laterale o mediale e probabilmente anche lesioni della porzione distale del tendine flessore profondo delle falangi.
I 50 cavalli oggetto di studio erano tutti regolarmente ferrati; per ciascuno di essi è stata compilata una scheda contenente, oltre ai dati segnaletici (razza, sesso, età, attitudine), l’anamnesi ortopedica remota e recente, la misurazione dell’angolo della muraglia del bipede anteriore, i gradi raggiunti all’estensione o al sollevamento dello zoccolo, la positività o meno ottenuta a seguito della sollecitazione applicata e le eventuali reazioni manifestate dall’animale in relazione all’angolo raggiunto.
Il test di estensione è stato eseguito su tutti i soggetti del campione, mentre i sollevamenti solo su 29 di essi. Ogni cavallo è stato sottoposto all’esame una sola volta, nel periodo compreso tra giugno 2009 e ottobre 2010. Tutti i cavalli oggetto dello studio, inoltre, sono stati suddivisi in “soggetti sani” e “soggetti patologici” in base alla risposta manifestata al test dinamico svolto prima di ogni procedura. Inoltre, alla fine di ogni test, ogni soggetto è stato rivalutato clinicamente sia al passo che al trotto per evidenziare eventuali zoppie insorte in seguito alla sollecitazione applicata.
Tra gli obbiettivi che ci siamo prefissati di raggiungere, abbiamo cercato di valutare la reale utilità di questo test nel diagnosticare zoppie asintomatiche o paucisintomatiche e se lo strumento utilizzato risultasse semplice da utilizzare. Abbiamo, inoltre, paragonato i risultati ottenuti con quelli presenti in bibliografia e cercato di standardizzare le risposte ai test eseguiti sulla popolazione di soggetti sani analizzando, infine, quelle rilevate nel gruppo più ristretto di soggetti affetti da patologie al bipede anteriore.
Fig. 1-1 Foto del posizionamento dello zoccolo sulla superficie di appoggio dello
2
PARTE GENERALE
2.1. LE PROVE ECCITATORIE DELLA FILA
DIGITALE NELLA VISITA ORTOPEDICA DEL
CAVALLO
2.1.1. Introduzione
Oggigiorno nel mondo occidentale i cavalli sono allevati principalmente con finalità sportive e ludiche: ne consegue che spesso viene attuata una forte selezione a favore di maggiori prestazioni in termini di velocità e di resistenza, esponendo in tal modo l’apparato locomotore ad uno sforzo continuo e a un ripetuto rischio di lesioni. Anche un minimo impedimento può rendere il cavallo inadatto a queste attività e l’importanza di un corretto stato di salute dell’arto viene sottolineata dal vecchio detto “niente piede, niente cavallo” (Dyce, 2002).
Il termine “zoppia”, o claudicazione, indica un disordine strutturale o funzionale di uno o più arti che si manifesta durante il movimento o la stazione. Una zoppia può essere causata da traumi, da anomalie congenite o acquisite, da infezioni, da disturbi metabolici, da disordini circolatori o nervosi, o da qualsiasi combinazione di questi fattori. La diagnosi di zoppia richiede una dettagliata conoscenza dell’anatomia, della fisiologia dei movimenti degli arti e la percezione dei disegni geometrici e delle forze da essi risultanti. Chi esamina un cavallo deve anche essere in grado di differenziare zoppie causate da alterazioni non dolorose dell’andatura, spesso definite “zoppie meccaniche” (Stashak, 1990).
Per ottenere informazioni diagnostiche aggiuntive, nel corso della visita ortopedica vengono eseguite di routine le prove di manipolazione (o eccitatorie) che hanno il preciso scopo di evidenziare o accentuare l’eventuale presenza di dolore a livello di un arto o parte di esso. Queste prove consistono nel mantenere l’articolazione in esame in uno stato di flessione od estensione “obbligato” per un periodo variabile, in genere intorno al minuto. Subito dopo detto periodo l’animale viene fatto trottare e, in caso di una patologia, i primi movimenti porranno in evidenza un aumento della zoppia (Cinotti, 1949; Micheletto & Fedrigo, 1983).
A questo punto sarà stato identificato con certezza l’arto sede della zoppia, il passo successivo verrà rivolto alla localizzazione della regione che provoca il dolore per mezzo delle cosiddette “anestesie diagnostiche”. Infine si dovranno effettuare quelle indagini strumentali (studi radiografici, ecografici e di laboratorio) che permetteranno di valutare la consistenza del problema, adottare l’opportuna terapia ed emettere una prognosi.
2.1.1.1. La zoppia indotta e la zoppia basale
E’ importante comprendere il concetto di “zoppia indotta” e la possibile differenza tra questa e la zoppia di base. Durante l’esame iniziale la zoppia basale viene stabilita prima che venga eseguita ogni forma di manipolazione. Ciò può risultare difficile se più di un arto è coinvolto dalla patologia, se la zoppia è subclinica oppure se si presenta simmetrica bilateralmente; questo porta ad un’andatura anormale senza un’evidente zoppia. La provocazione della zoppia viene effettuata per esasperare quella basale oppure per suscitare l’eventuale anormalità nascosta dell’andatura e cercare di localizzare la fonte del dolore (Ross, 2003).
Le prove di manipolazione hanno lo scopo di indurre la zoppia che non avrebbe avuto nessuna rilevanza clinica all’osservazione di quella basale durante il movimento iniziale. Questi test non sono né sensibili né specifici e l’esito dei risultati può risultare in falsi-positivi o falsi-negativi. Per esempio, molti cavalli con dolore ai talloni rispondono positivamente al test di flessione del nodello e ciò potrebbe erroneamente far pensare ad una zoppia localizzata all’articolazione metacarpofalangea. L’analgesia diagnostica risulta quindi essenziale per localizzare l’origine o le origini del dolore (Ross, 2003).
2.1.1.2. I test di flessione
I test di flessione furono inizialmente descritti nel ventesimo secolo, ma le informazioni riguardanti il grado da raggiungere nella flessione, la forza da applicare e la durata erano insufficienti (Nilsson et al., 1973; Ross, 2003). Persistono tutt’oggi variazioni nella tecnica che generano risposte variabili potenzialmente ingannevoli (Ross, 2003).
I soggetti in esame spesso vengono presentati per problemi subclinici e i test di flessione si rilevano utili a scoprire le sedi di dolore non evidenti e nell’esasperare la zoppia di base, in particolar modo quando essa è localizzata nella regione sottoposta a flessione; comunque la sensibilità risulta dubbia. I cavalli vengono considerati clinicamente sani solo dopo essere
stati sottoposti ad un test di flessione “normale” e, successivamente, ad uno di maggiore intensità (Ramey, 1997; Ross, 2003).
Fig. 2-1 L’esecuzione del test di flessione (Fatone, 2010)
Sono stati effettuati diversi lavori allo scopo di oggettivare il test di flessione attraverso l’utilizzo di un dinamometro in grado di misurare la forza applicata. Uno studio ha ottenuto come risultato che la forza media esercitata da un gruppo di clinici competenti è stato di 150 N. Il coefficiente di variazione della forza applicata da un solo clinico fu solo del 12 per cento, ma il coefficiente di variazione tra più clinici fu considerevolmente più alto (20 per cento), a prescindere che si trattasse di clinici esperti oppure no. Inoltre, la forza media applicata da un gruppo di esaminatrici donne fu significativamente più basso (114 N) rispetto quella provocata da parte di un gruppo di uomini (Keg et al., 1997).
Un altro studio, utilizzando sempre un dinamometro, ha cercato di individuare la forza e la durata ottimali per rendere il test di flessione efficace nel diagnosticare eventuali patologie della parte distale degli arti anteriori. La forza ottimale fu calcolata essere di 100 N per la durata di un minuto. L’applicazione di una forza maggiore (150 N) non fu considerata dannosa, mentre una lieve risposta positiva (100 N/un minuto) in cavalli che non presentavano alcun segno clinico o radiografico non è risultata essere significativa ai fini diagnostici (Verschooten F. & Verbeeck J., 1997).
Altri studi hanno calcolato che la massima intensità di forza che dovrebbe essere applicata senza ottenere una risposta di retrazione dell’arto da parte di animali sani sia di 150 N (Nilsson, 1973; Ross, 2003).
La mancanza di specificità dei test di flessione è da ricondurre al fatto che sia quasi impossibile flettere una singola articolazione senza flettere anche le altre o i tessuti molli limitrofi, in particolar modo durante la flessione dell’estremità distale degli arti anteriori. I test di flessione degli arti posteriori sono ancor meno specifici dei test eseguiti a quelli anteriori, infatti la flessione di ciascuna singola articolazione ne comporta sempre la flessione di altre. I test di flessione effettuati agli arti posteriori sono utili per esasperare una zoppia primaria di base, ma risposte positive localizzano una zoppia all’intero arto e non ad una sede ben precisa (Ross, 2003).
Generalmente, se non è presente una risposta evidente e diversa da quella ottenuta da altre manipolazioni, la zoppia non può essere localizzata basandosi solo sulla risposta al test di flessione (Ross, 2003).
L’ORDINE, LA DURATA, LA FORZA E LA SEDE DEL TEST DI FLESSIONE
La coerenza nell’applicazione della tecnica risulta essere una prerogativa essenziale. Sebbene la forza esercitata da parte degli individui cambi, la tecnica di flessione eseguita risulta sufficiente per valutare obiettivamente il risultato (Keg et al., 1997; Ross, 2003). Il test di flessione deve essere eseguito inizialmente all’arto sano opposto a quello sede di zoppia; solo successivamente va sottoposto al test anche quello patologico. In questo modo risulta possibile determinare la reale risposta del soggetto, comparandola con quella suscitata a livello dell’arto controlaterale. L’accurata valutazione della risposta alla flessione dell’arto sano infatti potrebbe non essere possibile se il cavallo risultasse gravemente zoppo dopo la flessione dell’arto sede del dolore (Ross, 2003).
La scelta della durata della flessione è piuttosto controversa e può essere individuale. Uno studio recente ha considerato ideale la durata di un minuto; infatti un gruppo di cavalli sani è stato sottoposto al test per un minuto e con un’ugual forza applicata ottenendo poche risposte false-positive (Verschooten & Verbeeck, 1997; Ross, 2003). Secondo Ross una durata della flessione che va dai 45 secondi ad un minuto è sufficiente per suscitare una risposta accurata nella maggior parte dei soggetti (Ross, 2003).
La forza esercitata durante la flessione varia considerevolmente, ma un’eccessiva forza induce zoppia in molti cavalli sani. Una forza compresa tra i 100 e i 150 N viene considerata ottimale (Nilsson, 1973; Ross, 2003). L’intensità della forza dipende anche dalla stazza dell’individuo esaminato e dalle articolazioni sottoposte alla flessione. Infatti la forza usata in un cavallo adulto non deve essere usata in un puledro, inoltre soggetti che manifestano evidenti patologie non tollerano la stessa forza di flessione rispetto a quei soggetti in condizioni cliniche migliori. E’ quindi consigliabile flettere un’articolazione quanto più possibile con una forza appena inferiore a quella che determina una risposta di retrazione dell’arto da parte dell’animale (Ross, 2003).
Una corretta valutazione dei risultati ai test di flessione richiede che il soggetto in esame sia osservato durante il trotto in linea retta e su una superficie antiscivolo per un minimo di 12-15 metri. I cavalli dovrebbero essere fatti trottare immediatamente dopo l’appoggio dell’arto a terra (Ross, 2003).
LE CAUSE DI DOLORE E I RISULTATI POSITIVI AL TEST DI FLESSIONE
La flessione forzata di un’articolazione può indurre dolore in molti siti potenziali. La forza viene applicata sia alle strutture articolari che ai tessuti molli circostanti. I tessuti localizzati sul lato di flessione dell’articolazione vengono compressi, mentre quelli che si trovano sul lato di estensione risultano sottoposti tensione. Durante la flessione la pressione intraarticolare e intraossea nell’osso subcondrale aumentano (Verschooten & Verbeeck, 1997; Strand et al., 1995; Ross, 2003) e può anche verificarsi lo stiramento o la compressione della capsula articolare, lo schiacciamento dei vasi e l’attivazione dei recettori del dolore localizzati a livello delle articolazioni e dei tessuti molli circostanti (Verschooten & Verbeeck, 1997; Ross, 2003). E’ raramente possibile stimolare la reazione algica ad una singola superficie articolare. Il “test di flessione del nodello” è una definizione non appropriata poiché durante la sua esecuzione si ha un coinvolgimento delle articolazioni interfalangee e l’induzione di stress ai tessuti molli circostanti. Perciò i termini “test di flessione della regione distale dell’arto” e “test di flessione della regione del nodello” risultano più appropriati (Ross, 2003).
RISPOSTE POSITIVE ALLA FLESSIONE
Risposte positive alla flessione possono essere osservate quando viene seguita da un movimento. Il risultato positivo al test di flessione è presente quando viene osservata una zoppia manifesta o un aumento d’intensità della zoppia di base per più di tre o cinque passi mentre il cavallo trotta in linea retta. Una blanda risposta, anche in cavalli sani, spesso viene osservata durante i primi passi; una constatazione che dovrebbe essere comparata con l’arto controlaterale. Cavalli sani non manifestano più questa blanda risposta dopo pochi metri. Un aumento persistente di uno o due gradi oltre alla zoppia basale per diversi passi, rappresenta una risposta positiva (Ross, 2003).
IL TEST DI FLESSIONE DELLA REGIONE DISTALE DELL’ARTO
Il test di flessione della regione distale dell’arto è stata spesso equiparata erroneamente con il test di flessione del nodello. La regione del nodello può essere flessa indipendentemente dalle articolazioni interfalangee. Il test di flessione della parte distale dell’arto è il test più comune eseguito a livello degli arti anteriori e implica il posizionamento di una mano a livello della punta dello zoccolo e di forzare il nodello ed entrambe le articolazioni interfalangee in una flessione decisa. Una risposta positiva a questa flessione può essere osservata in caso di patologie a carico di tutte le articolazioni interfalangee, dell’osso navicolare e della borsa navicolare, in caso di altre cause di dolore a livello della porzione palmare dei talloni, in caso di tenosinovite dei tendini flessori, di qualsiasi problema dei tessuti molli palmari della regione pastorale, e in caso di zoppia associata a patologie a livello delle branche del legamento sospensore o delle ossa sesamoidee prossimali. Cavalli con lesioni a quest’ultime strutture di solito presentano risposte marcatamente positive. E’ importante ricordare che questo test non è specifico per diagnosticare zoppie a carico dell’articolazione metacarpogalangea. Sono possibili risposte marcate in cavalli con patologie all’osso navicolare o affetti da osteoartrite delle articolazioni interfalangee (Ross, 2003). Comunque, soggetti affetti da osteoartrite, da fratture dell’articolazione metacarpofalangea o da tenosinoviti di solito mostrano anche una risposta marcatamente positiva. In uno studio recente su animali clinicamente sani a cui è stata indotta una zoppia tramite una marcata flessione, la zoppia fu alleviata grazie ad un’analgesia intraarticolare dell’articolazione metacarpofalangea, ma non per mezzo di un’analgesia intraarticolare
dell’articolazione interfalangea prossimale o distale o intratecale della borsa navicolare (Meijer et al., 2001; Ross, 2003).
L’arto dovrebbe essere impugnato il più possibile in prossimità del suolo e dovrebbe essere evitata una flessione forzata del carpo. Tutti i tessuti molli e le strutture ossee nella faccia palmare della parte distale dell’arto vengono notevolmente compressi, da ciò risulta una bassa specificità per la diagnosi di patologie a carico dell’articolazione metacarpofalangea. Qualcuno usa una mano come fulcro oppure afferra la punta dello zoccolo con entrambe le mani; questa tecnica potrebbe determinare l’applicazione di un’eccessiva forza sebbene produca comunque risultati simili (Ross, 2003).
IL TEST DI FLESSIONE DEL NODELLO
La specificità del test di flessione della regione distale può essere migliorata applicando una forza all’articolazione metacarpofalangea evitando la flessione delle articolazioni interfalangee. Il test di flessione del nodello viene effettuato ponendo una mano lungo la faccia dorsale della regione pastorale ed una mano sul dorso della regione metacarpale, evitando la flessione del carpo. Questo test è più difficile da effettuare poiché richiede più forza ed un maggiore sforzo da parte del clinico per mantenere un simile angolo di flessione. Il test non è specifico per le zoppie articolari dell’articolazione metacarpofalangea e cavalli con patologie ai tessuti molli rispondono positivamente (Ross, 2003).
FLESSIONE DELL’ARTICOLAZIONE INTERFALANGEA
La flessione solo dell’articolazione intefalangea prossimale o solo di quella distale senza la concomitante flessione dell’altra o dell’articolazione metacarpofalangea, è impossibile. Lo stress valgo e quello varo possono essere applicati alle articolazioni interfalangee e, se vengono seguiti da un trotto, possono rappresentare delle prove eccitatorie idonee in cavalli affetti da osteoartriti e da patologie ai tessuti molli limitrofi a queste articolazioni (Ross, 2003).
2.1.1.3. La prova del cuneo di Lungwitz
In questo test un cuneo di legno provvisto di una superficie superiore inclinata di 20° viene posto sotto lo zoccolo dell’arto in esame; successivamente il clinico provvederà a deviare la testa verso lo stesso lato in modo da sovraccaricare il piede e, per ottenere una maggiore evidenza dell’eventuale zoppia, dovrà ricorrere al sollevamento dell’arto controlaterale. Se la base del cuneo viene posizionata rivolta all’indietro, si otterrà una flessione della fila digitale risultando sottoposti a prevalente tensione il tendine flessore superficiale e l’estensore delle falangi, la briglia radiale, il sospensore del navicolare e i legamenti sesamoidei, prossimali e distali. Per ottenere, invece, un’estensione della parte distale dell’arto la base del cuneo dovrà essere disposta sotto la punta dello zoccolo, in questo caso si eserciterà una tensione predominante sul tendine flessore profondo delle falangi e sulla briglia carpica (Cinotti, 1949; Micheletto & Fedrigo, 1983). Per contiguità anatomica si otterrà anche una compressione da parte del tendine flessore profondo sulla borsa navicolare e sul piccolo sesamoide (Fatone, 2010).
Fig. 2-2 Estensione della fila digitale per mezzo del cuneo di Lungwitz (Fatone, 2010)
Posizionando il cuneo con l’apice rivolto verso il quarto interno od esterno dello zoccolo si otterrà la tensione sui legamenti collaterali dell’articolazione interfalangea distale e dell’apparato sospensore del navicolare (Fatone, 2010).
Se l’ipertensione così artificialmente prodotta con il cuneo viene esercitata su un tendine o un legamento interessato da un processo infiammatorio, l’animale non riuscirà a tollerare tale posizione obbligata ed effettuerà manovre di divincolamento al fine di riprendere la stazione libera normale; inoltre, movimenti alternati di prudenti e limitate flessioni ed estensioni, indicheranno una reazione positiva (Cinotti, 1949; Micheletto & Fedrigo, 1983).
2.1.2. L’utilizzo del test di estensione digitale nella pratica
equina
Il test di estensione digitale è entrato da diversi anni nella pratica ippiatrica nel corso della visita ortopedica del cavallo. Analogamente, ma in modo più dinamico rispetto al test di Lungwitz, l’arto in esame viene posizionato all’estremità di una tavola di legno artigianale lunga circa 120 cm (Castelijns, 2008a) che presenta un’estremità provvista di un materiale antiscivolo dove viene appoggiato l’arto del cavallo in esame; sull’altra estremità è presente, invece, una corda-maniglia per consentire la presa durante il sollevamento.
Mentre un assistente solleva l’arto controlaterale, l’estremità opposta dell’asse viene lentamente alzata in modo da estendere le articolazioni digitali. All’approssimarsi del raggiungimento del grado di estensione massimo tollerato, i cavalli manifestano disagio attraverso il tremito dei muscoli estensori del carpo, lo spostamento del loro peso sugli arti posteriori o con movimenti nervosi della testa. Pertanto la massima tolleranza è determinata sollevando gradualmente l’asse finché il cavallo mostri uno di questi segni, soprattutto lo spostamento del peso del corpo sul treno posteriore, facilmente percepibile dal clinico (Castelijns, 2008a). Per misurare con precisione l’angolo di estensione basterà essere a conoscenza della lunghezza della tavola e dell’altezza raggiunta durante l’estensione. In alternativa, per semplificare le operazioni, è possibile applicare un goniometro a bolla all’estremità di presa della tavola.
A parte eventuali problemi pratici, come la flessione o la rottura dell’asse e lo scivolamento del piede sottoposto all’esame, la valutazione delle risposte positive o negative viene standardizzata per mezzo di un protocollo personalizzato usando, per esempio, la stessa tavola e posizionando con attenzione il piede sempre nella stessa posizione sull’estremità della stessa (Debrosse F., 2002; Castelijns, 2008a).
Di recente è stato sviluppato uno strumento che consente di oggettivare ulteriormente il test di estensione digitale, il Digital Extension Device (DED), valida alternativa alla tavola di legno (Castelijns, 2008a).
2.1.2.1. Il Digital Extension Device
Per aumentare la semplicità di utilizzo, l’oggettività e la sensibilità del test di estensione digitale, rendendolo in questo modo quantificabile, è stato sviluppato uno strumento noto con il nome di Digital Extension Device (Castelijns, 2008a).
Questo strumento consiste in tre dischi di alluminio, di cui quello mediano è unito ad un braccio di leva lungo 120 cm, spesso 4 cm e alto altrettanti 4 cm. Il disco superiore, con un diametro di 21 cm, presenta la superficie su cui bisognerà appoggiare lo zoccolo dell’animale; quest’ultima è rivestita di un particolare materiale plastico antiscivolo allo scopo di prevenire eventuali incidenti, per la sicurezza, quindi, sia dell’animale che degli operatori (Castelijns, 2008a).
Fig. 2-4 Foto del Digital Extension Device
All’estremità opposta dello strumento è presente un’impugnatura di gomma per permettere una presa migliore e più sicura del braccio di leva, particolare non da sottovalutare dato lo sforzo che bisogna impiegare nel sollevare il considerevole peso degli animali sottoposti ad osservazione. Sempre a questo livello è presente un goniometro con una scala graduata da zero a 60° ed una lancetta provvista di una livella a bolla d’aria (Castelijns, 2008a).
Fig. 2-5 Foto dell’estremità dello strumento provvista di goniometro a bolla
Una serie di cuscinetti a sfera interni permette al disco centrale, e al braccio di leva a cui è collegato, di ruotare di 360° rispetto al disco superiore e a quello inferiore. Questa accortezza rende possibile l’esecuzione dell’estensione dorsale e del sollevamento laterale e mediale dello stesso arto in un’unica soluzione, senza dover quindi riposizionare lo zoccolo sullo strumento ogniqualvolta si voglia cambiare proiezione. E’ possibile, quindi, eseguire tre tipi di operazioni differenti senza particolari difficoltà, semplicemente ruotando il manico nella direzione desiderata (Castelijns, 2008a).
I lati dei tre dischi sono smussati con un’angolazione di 45° in modo da ridurre il diametro della superficie inferiore dell’ultimo disco, rendendo in questo modo più semplice il sollevamento del braccio di leva da parte del clinico (Castelijns, 2008a).
Fig. 2-6 Foto della piattaforma su cui viene
appoggiato l’arto anteriore in esame
Una volta raggiunto il massimo grado di estensione che il cavallo riesce a tollerare (soprattutto quando si effettua l’estensione dorsale) oppure quando il lato opposto del piede sta incominciando a scivolare fuori dalla superficie di appoggio, nell’estensione mediale e laterale, la lancetta del goniometro deve essere posizionata in modo tale che la bolla d’aria sia perfettamente all’interno delle linee di limitazione della livella. Ciò permette al clinico di leggere con tranquillità e precisione la misurazione appena effettuata sull’apposito goniometro, anche dopo che il braccio di leva dello strumento è stato riabbassato (Castelijns, 2008a).
Per un trasporto agevolato, dato che lo strumento è lungo in totale 1.40 m, il Digital Extension Device può essere facilmente smontato in due parti di uguale lunghezza (Castelijns, 2008a).
2.1.2.2. L’utilità del Digital Extension Device
Possono essere effettuati un’estensione dorsale ed un sollevamento laterale o mediale della fila digitale. Attraverso l’estensione forzata della fila digitale si riesce ad ottenere un aumento della tensione sulle seguenti strutture (Castelijns, 2008a):
• tendine flessore profondo delle falangi, • briglia carpica,
• legamenti del sesamoide distale, provocando così uno stress a livello della zona navicolare.
Inoltre viene provocata una compressione delle strutture dorsali della fila digitale che pure può provocare una risposta positiva al test in presenza di situazioni patologiche.
Con questa tecnica si determinerà anche un incremento dell’angolo palmare del tendine flessore profondo delle falangi attorno alla borsa navicolare e al piccolo sesamoide (Castelijns, 2008a).
Fig. 2-9 Esecuzione del test di estensione dorsale in campo
Il sollevamento laterale o mediale, invece, viene effettuato al fine di valutare la tolleranza del paziente ad uno stress laterale o mediale dell’asse digitale. Ciò potrebbe rilevarsi utile (Dyson et al., 2003; Castelijns, 2008a):
• nella diagnosi di eventuali patologie dei legamenti collaterali delle articolazioni interfalangee e dei legamenti sesamoidei collaterali, specialmente quelli appartenenti all’osso navicolare,
• per individuare sedi di dolore subcondrale a livello delle articolazioni interfalangee con localizzazione laterale o mediale,
• per rilevare lesioni della porzione distale del tendine flessore profondo delle falangi.
Le strutture appena elencate sono frequente sede di lesione e la maggiore reale incidenza di queste patologie è oggi dimostrata dallo sviluppo di tecniche di diagnostica per immagini sempre più accurate, in particolare la risonanza magnetica (Dyson et al., 2003; Castelijns, 2008a). E’ anche interessante notare che il sollevamento laterale o mediale non determina solo il movimento, lo schiacciamento e la tensione dei componenti dell’articolazione interfalangea prossimale e, soprattutto, dell’articolazione interfalangea distale sul loro piano frontale, ma li coinvolge anche sul piano orizzontale provocando un energico movimento di rotazione della III falange nei confronti di quella intermedia e del sesamoide distale; questo movimento è stato studiato in vitro e descritto con il nome di “moto collaterale” (“colateromotion”) (Denoix J.M., 1993; Castelijns, 2008a).
Da quanto sopra esposto si può concludere affermando che il test di estensione non è molto specifico per individuare esattamente la localizzazione del dolore, sebbene ciò vari con l’esperienza del clinico. Tuttavia si tratta di un test che consente di localizzare con una certa sicurezza la zoppia a livello della fila digitale, escludendo quasi completamente situazioni algiche dell’articolazione metacarpo-falangea (a differenza del test di flessione). Inoltre consente di evidenziare stati di sofferenza o situazioni subcliniche e non conclamate. Infine è un test che può essere di valido ausilio per quanto riguarda alcune scelte di trattamento della mascalcia terapeutica; è infatti molto probabile che un cavallo, con percepita intolleranza all’estensione dorsale delle articolazioni interfalangee, possa beneficiare di specifiche tecniche di mascalcia, come quelle che facilitano il breakover dorsale (Castelijns, 2008a; Castelijns, 2008b).
Castelijns ha sviluppato un protocollo di valido aiuto nell’utilizzazione dello strumento ed ha anche individuato le aree che egli ritiene essere sensitive a specifici sollevamenti (Jurga, 2008).
La tabella A sintetizza le tecniche di ferratura terapeutica in caso di artrosi dell’articolazione interfalangea prossimale (AIFP) e distale (AIFD) o di podotrocleosi, in relazione ai risultati diagnostici e clinici rilevati (inclusi quelli ricavati dai test eseguiti tramite l’utilizzo del DED) (Castelijns, 2007; Castelijns, 2008a).
Tabella A Riepilogo delle tecniche di ferratura terapeutica (Castelijns, 2007; Castelijns,
2008a)
Stato: artrosi AIFP e AIFD e/o podotrocleosi
Intolleranza a Lavoro su superficie
Tecniche di ferratura e pareggio
Lesioni al singolo legamento collaterale,
al singolo lobo distale del legamento
flessore profondo delle falangi e al singolo legamento collaterale del sesamoide distale sollevamento laterale o mediale poco compatta
1) ferro di cavallo stretto, superficie di appoggio smussato sul lato di manifestata intolleranza, più ampia quella sul lato opposto, zoccoli corti, corti intervalli di ferratura
compatta 1) ferri flessibili (es. flaps, easy walker)
2) superficie di appoggio
(bordo esterno) sul lato dell’intolleranza
3) punta ondeggiata alla francese “French rockered toe”, ferri “full rolling motion”, leggermente spostati verso il lato opposto dell’intolleranza 4) nota: intervalli brevi; non lasciare i talloni troppo lunghi o alti
Artrosi AIFD sollevamento
laterale e mediale
poco compatta
1) bordi ben arrotondati senza eccessivi talloni 2) ferri flessibili, brevi intervalli di ferratura
compatta 1) “French rockered toe” 2) ferri “full rolling motion” (es. “rock and roll”, ferri PG). Nota: considerare l’assorbimento dello shock (alluminio), mantenere intervalli di ferratura brevi
Bursite navicolare, tendinite distale del TFP, desmite del legamento impari Estensione dorsale poco compatto 1) ferri “ rolled-rockered-set back toe”
2) come sopra più
utilizzare ferri “egg bar” 3) ferratura reversa compatto 1) ferri
“rolled-rockered-set back toe”
2) “blunt-set back toe” (es. NBS o sagittale, punta squadrata di alluminio, il consumo è più veloce in punta tra gli intervalli di ferratura)
3) cuscinetti assorbenti lo shock, cuscinetto leggero supportante il fettone (test per la sensibilità dell’area del fettone)
4) ferri “full rolling motion” con l’area di contatto con il terreno alla punta fortemente smussata; l’alto spessore totale del ferro permette una punta estremamente laminata Artrosi AIFD e podotrocleosi estensione
dorsale e sollevamento laterale e mediale poco compatto
1) ferri “set back” (punta smussata) con bordi a contatto con il terreno livellati ed “egg bar” 2) supporto del fettone palmare e della suola (minore penetrazione dei talloni)
3) ferri “full rolling motion” con barra ai talloni compatto 1) ferri “full rolling
motion”, con piccola base centrale, ben impostata indietro
2) cuscinetto per assorbire lo shock se sensibile ai colpi di Martello alla punta, brevi intervalli di ferratura
Si può quindi inoltre affermare che, la capacità di estensione dorsale della fila digitale in cavalli sani è connessa alla conformazione della parte distale dell’arto e presenta valori più variabili rispetto a quelli ottenuti dal sollevamento laterale e mediale. Cavalli con metacarpi lunghi ed obliqui, con zoccoli caratterizzati dalla presenza di talloni bassi (angoli palmari della III falange poco sviluppati), come i Purosangue, hanno una maggiore capacità per l’estensione dorsale rispetto ai cavalli con metacarpi brevi, verticali e con angoli palmari ampi (es. Quarter Horses) (Castelijns, 2008a).
Nei cavalli sani con zoccoli anteriori ben pareggiati, un’ineguaglianza di più di alcuni gradi nella tolleranza all’estensione dorsale è un dato significativo e, quando presente, il valore inferiore si correla bene con l’arto zoppo. In cavalli con zoccoli anteriori non
corrispondenti (uno eccessivo ed uno piatto), lo zoccolo più sviluppato possiede una minor capacità di estensione dorsale (essendo il tendine flessore profondo più teso). Differenti risultati non sono necessariamente anormali, comunque tutti i valori inferiori a 30° dovrebbero essere considerati sospetti, anche nel piede verticale/diritto (Castelijns, 2008a). I risultati ottenuti al sollevamento laterale si aggira su una media di quasi un grado meno rispetto i valori del sollevamento mediale. Ciò può essere probabilmente spiegato dal fatto che il test viene effettuato sull’arto che sorregge il peso dell’animale e che il cavallo tende a posizionare sotto la linea centrale del suo corpo; questo può chiudere leggermente gli spazi laterali delle articolazioni (Castelijns, 2008a).
Tutti i valori inferiori ai 17°, per quanto riguarda l’elevazione laterale, e quelli inferiori ai 18°, per l’elevazione mediale, sono considerati sospetti dall’Autore. Un’eccezione va fatta quando questo basso risultato va di pari passo con un aumentato valore di sollevamento sul lato opposto dello stesso piede, per esempio, se un piede ha un valore di sollevamento laterale corrispondente a 16° ma un’elevazione mediale di 23°-24°. In questo caso si tratta probabilmente di un caso di errato pareggio su quel particolare piede. Per dirla in un altro modo, se la somma dei valori del sollevamento laterale e mediale risulta ≥ 35° e se uno di essi è decisamente inferiore rispetto all’altro, il movimento lateromediale dell’articolazione può essere migliorato pareggiando sul lato del valore inferiore. Comunque se la somma è più bassa di 35°, la capacità del movimento lateromediale dell’articolazione è considerata essere compromessa (Castelijns, 2008a).
3
PARTE SPECIALE
3.1. MOTIVAZIONI E OBIETTIVI DELLO STUDIO
La scarsità di studi scientifici in Italia sulla pratica del test di estensione digitale nella diagnostica ortopedica del cavallo ha rappresentato la motivazione principale della ricerca. Pertanto gli obbiettivi del presente studio sono stati:
• La valutazione della reale funzionalità ed utilità scientifica del test di estensione digitale nel diagnosticare quadri patologici paucisintomatici o asintomatici.
• Valutare se lo strumento utilizzato per effettuare questa tecnica fosse dotato di quelle particolari ed importanti caratteristiche, come la praticità e la semplicità di utilizzo, che rendono lo svolgimento del test agevole in campo.
• Confermare i dati bibliografici presenti sull’utilizzo di questa nuova tecnica ed analizzare i risultati tendendo conto di altre variabili.
• Cercare di standardizzare la risposta ai test in una popolazione di cavalli sani e, inoltre, analizzare la risposta in un gruppo più ristretto di soggetti affetti da una patologia ortopedica al bipede anteriore.
3.2. MATERIALI E METODI
3.2.1. Animali
Le scuderie visitate sono tutte situate nella provincia di Pisa (Coltano, Viareggio e Salviati) e di Grosseto (Massa marittima e Montieri).
I cavalli oggetto di studio erano tutti regolarmente ferrati e la loro gestione poteva essere definita come di tipo usuale. Le norme igieniche, per quanto riguarda sia la gestione dei box che la pulizia dei cavalli, risultavano di buon livello soprattutto dal punto di vista della cura dei piedi, regolarmente mantenuti in un ottimo stato di pareggio.
Tutte le operazioni si sono svolte grazie alla collaborazione dei proprietari degli animali e al personale delle scuderie visitate. Ogni soggetto è stato sottoposto all’esame una sola volta, nel periodo compreso tra giugno 2009 e ottobre 2010.
Per tutti i soggetti esaminati sono state raccolte informazioni relativamente a: • Razza
• Sesso • Età • Attitudine
• Anamnesi ortopedica remota e recente
3.2.2. Esecuzione del test
Per prima cosa è stato eseguito un esame ortopedico statico e dinamico per valutare l’eventuale presenza di zoppie.
E’ stata quindi condotta una pulizia accurata della suola, della muraglia e dei ferri degli arti anteriori in modo da poter rendere le nostre misurazioni le più precise possibile e da minimizzare al massimo lo scivolamento degli zoccoli dalla superficie d’appoggio del Digital Extension Device.
Il passo successivo ha compreso la misurazione dell’angolo della muraglia del bipede anteriore per mezzo di un podogoniometro.
Fig. 3-1 Misurazione dell’angolo della muraglia per mezzo dell’uso del podogoniometro
Conclusa questa operazione ciascun soggetto è stato legato “ai due venti” e quindi piazzato con gli arti anteriori ben allineati. Per standardizzare il più possibile le operazioni abbiamo sempre iniziato le misurazioni a partire dall’arto anteriore sinistro, posizionandolo sulla superficie di appoggio del Digital Extension Device ed effettuando prima l’estensione dorsale, successivamente il sollevamento laterale e, per ultimo, quello mediale dello zoccolo. Le stesse operazioni sono state eseguite anche per l’arto anteriore destro.
Alla fine di ciascun test eseguito su entrambi gli arti, ogni soggetto è stato valutato clinicamente sia al passo che al trotto per evidenziare eventuali zoppie sorte in seguito alla sollecitazione applicata alle varie strutture dello zoccolo.
Per ciascun soggetto è stata compilata una scheda contenente, oltre ai dati segnaletici precedentemente citati:
• i gradi ottenuti dalla misurazione dell’angolo della muraglia del bipede anteriore; • i gradi raggiunti all’estensione o al sollevamento dello zoccolo;
• la positività o meno ottenuta a seguito della sollecitazione applicata. E’ importante sottolineare che la valutazione di un test come positivo o negativo si è basata, oltre che sulla considerazione dell’angolazione raggiunta nelle varie proiezioni, anche sull’osservazione degli atteggiamenti di fastidio manifestati dell’animale al raggiungimento di una determinata graduazione;
• le reazioni manifestate dall’animale in relazione all’angolo raggiunto (abbassamento delle orecchie, sottrazione al carico, vocalizzazioni, spostamento dell’arto in estensione dalla base di appoggio, movimenti nervosi della testa, segni di aggressività come tentativi di calciamenti o di morsicature).
3.3.1. Risultati ottenuti
Riportiamo qui la nostra casistica clinica riferibile ai 50 cavalli esaminati, costituenti un campione rappresentativo delle tipologie presenti nell’area di studio. Durante lo svolgimento di questo studio è stata rilevata la presenza di 45 soggetti considerati sani, la cui un’anamnesi ortopedica risultava essere negativa o rilevante patologie in passato ma che, comunque sia, al momento del test non presentavano alcuna sintomatologia. Cinque cavalli, invece, presentavano un’anamnesi ortopedica positiva e recente; inoltre, all’esame clinico al passo e al trotto effettuato prima dei test, si sono dimostrati zoppi al bipede anteriore e per questi motivi sono stati considerati soggetti patologici.
Tutti i 50 soggetti sono stati sottoposti al test di estensione dorsale mentre 29 animali sono stati sottoposti anche al sollevamento laterale e mediale dello zoccolo.
3.3.1.1. Cavalli sani
Nello specifico, il gruppo di soggetti considerati esenti da patologie al momento del test era costituito da 30 maschi castrati e 15 femmine, con un’età compresa tra i 4 e i 20 anni. Per quanto concerne la razza, il gruppo era costituito da:
• 2 Ponies tedeschi • 11 Sella italiani • 1 Sella ungherese • 1 Purosangue • 1 Mezzosangue • 1 Pony europeo
• 3 cavalli di razza olandese • 1 cavallo di razza belga • 1 Selle français
• 1 meticcio • 1 Doppio Pony
• 2 cavalli di razza Tolfetana • 15 Maremmani
• 1 Sella tedesco
• 1 soggetto di razza Frisona La loro attitudine era molto variabile:
• 17 cavalli erano impiegati nel salto ad ostacoli • 4 nell’attività di Dressage
• 10 per scuola di equitazione • 2 per lavori in piano
• 1 utilizzato a scopo didattico
• 13 erano adibiti ad attività di rappresentanza La tabella 1 riporta uno schema dei soggetti analizzati.
Tabella 1 Caratteri identificativi dei cavalli sani sottoposti allo studio
Caso clinico Razza Sesso Età (anni) Utilizzo
1 Pony tedesco F 14 Dressage
2 Sella italiano MC 15 Salto ostacoli e scuola di equitazione
3 Sella tedesco MC 14 Dressage
4 Pony tedesco MC 19 Dressage
5 Sella
ungherese
6 Purosangue MC 19-20 Salto ostacoli e lavori in piano
7 Mezzosangue MC 13 Lavori in piano
8 Pony europeo F 20 Scuola di equitazione
9 Selle français MC 7 Salto ostacoli
10 Sella olandese F 12-13 Salto ostacoli
11 Razza dell’Est Europa
F 8 Salto ostacoli
12 Sella italiano F 15 Salto ostacoli
13 Sella italiano MC 6 Salto ostacoli
14 Sella italiano MC 8 Salto ostacoli
15 Sella italiano MC 18 Salto ostacoli
16 Sella italiano MC 6 Salto ostacoli
17 Sella italiano MC 7 Salto ostacoli
18 Sella italiano F 7 Salto ostacoli
19 Sella svedese F 16 Salto ostacoli
20 Sella olandese F 14 Salto ostacoli
21 Sella italiano MC 6 Salto ostacoli
22 Sella olandese F 16 Salto ostacoli
23 Sella belga MC 14 Salto ostacoli
24 Doppio Pony MC 18 Scuola equitazione
25 Tolfetano MC 15 Scuola equitazione
26 Meticcio F 20 Scuola equitazione
27 Maremmano F 6 Scuola equitazione
29
Sella italiano F 15
Utilizzo a scopo didattico
30 Razza frisona MC 5 Scuola equitazione
31 Maremmano MC 4 Scuola equitazione
32 Maremmano MC 10 Attività di rappresentanza del C.F.S. 33 Maremmano MC 15 Attività di rappresentanza del C.F.S. 34 Maremmano MC 4 Attività di rappresentanza del C.F.S. 35 Maremmano MC 4 Attività di rappresentanza del C.F.S. 36 Maremmano MC 12 Attività di rappresentanza del C.F.S. 37 Maremmano F 10 Attività di rappresentanza del C.F.S. 38 Maremmano MC 7 Attività di rappresentanza del C.F.S. 39 Maremmano MC 5 Attività di rappresentanza del C.F.S. 40 Maremmano MC 4 Attività di rappresentanza del C.F.S. 41 Maremmano MC 7 Attività di rappresentanza del C.F.S. 42 Maremmano MC 5 Attività di rappresentanza del C.F.S.
43 Maremmano MC 15 Attività di rappresentanza del C.F.S. 44 Maremmano F 7 Attività di rappresentanza del C.F.S.
45 Tolfetano F 10 Scuola equitazione
Grazie all’utilizzo del podogoniometro è stato possibile misurare l’angolo della muraglia del bipede anteriore; la media totale è risultata essere di 53,5°, quella dell’arto sinistro di 53,2° mentre quella dell’arto destro di 53,7° (Tabella 2).
Tabella 2 Dati relativi agli angoli della muraglia misurati nel gruppo di soggetti sani
Caso clinico Arto in esame Angolo della muraglia
Arto sinistro 60° 1 Arto destro 55° Arto sinistro 50° 2 Arto destro 53° Arto sinistro 55° 3 Arto destro 50° Arto sinistro 60° 4 Arto destro 55° Arto sinistro 58° 5 Arto destro 55° Arto sinistro 48° 6 Arto destro 50°
7 Arto sinistro 64° Arto destro 60° 8 Arto sinistro 56° Arto destro 55° 9 Arto sinistro 50° Arto destro 51° 10 Arto sinistro 55° Arto destro 55° 11 Arto sinistro 52° Arto destro 54° 12 Arto sinistro 51° Arto destro 51° 13 Arto sinistro 51° Arto destro 48° 14 Arto sinistro 50° Arto destro 51° 15 Arto sinistro 52° Arto destro 52° 16 Arto sinistro 53° Arto destro 48° 17 Arto sinistro 50° Arto destro 50° 18 Arto sinistro 48°
Arto destro 48° 19 Arto sinistro 54° Arto destro 54° 20 Arto sinistro 60° Arto destro 60° 21 Arto sinistro 60° Arto destro 55° 22 Arto sinistro 55° Arto destro 55° 23 Arto sinistro 53° Arto destro 51° 24 Arto sinistro 53° Arto destro 55° 25 Arto sinistro 56° Arto destro 56° 26 Arto sinistro 50° Arto destro 50° 27 Arto sinistro 56° Arto destro 56° 28 Arto sinistro 52° Arto destro 52° 29 Arto sinistro 47° Arto destro 52° 30 Arto sinistro 55°
Arto destro 43° 31 Arto sinistro 54° Arto destro 50° 32 Arto sinistro 51° Arto destro 52° 33 Arto sinistro 54° Arto destro 50° 34 Arto sinistro 50° Arto destro 50° 35 Arto sinistro 56° Arto destro 56° 36 Arto sinistro 50° Arto destro 51° 37 Arto sinistro 50° Arto destro 53° 38 Arto sinistro 52° Arto destro 50° 39 Arto sinistro 50° Arto destro 55° 40 Arto sinistro 48° Arto destro 50° 41 Arto sinistro 56° Arto destro 56° 42 Arto sinistro 54°
Arto destro 56° 43 Arto sinistro 55° Arto destro 52° 44 Arto sinistro 48° Arto destro 50° 45 Arto sinistro 55° Arto destro 56°
Tutti i soggetti sono stati sottoposti al test di estensione dorsale, riscontrando un totale di 36 risposte positive, di cui 19 all’arto anteriore sinistro e 17 risposte all’arto destro. Le risposte negative sono invece state 54, di cui 26 all’arto sinistro e 28 a quello destro. Il grado massimo raggiunto è stato > 40° mentre quello minimo è stato di 21°. L’abbassamento delle orecchie e la sottrazione al carico si sono rilevati gli atteggiamenti più frequenti (Tabella 3).
Tabella 3 Dati riguardanti l’attività pratica svolta durante questo studio – cavalli sani
sottoposti all’estensione dorsale dello zoccolo
Caso clinico Arto in esam e Gradi raggiunti Risposta al test Atteggiamento dell’animale Arto sinistro 35° Negativa 1 Arto destro 30° Negativa Abbassamento delle orecchie 2 Arto sinistro 30° Negativa Abbassamento delle orecchie Arto destro 40° Negativa 3 Arto sinistro 25° Positiva Abbassamento delle orecchie
Sottrazione al carico Movimenti nervosi della testa Arto destro 23° Positiva Arto sinistro 27° Positiva Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Arto destro 32° Positiva Arto sinistro 34° Positiva 4 5 Arto destro 34° Positiva Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Movimenti nervosi della testa Arto sinistro 24° Positiva Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico 6 Arto destro 24° Positiva 7* Arto sinistro 24° Positiva Arto destro 29° Positiva Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Movimenti nervosi della testa 8 Arto sinistro 26° Positiva Arto destro 28° Positiva Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Spostamento dell’arto in esame dalla base di appoggio
Movimenti nervosi della testa
9 Arto
sinistro 37° Negativa
Sottrazione al carico Movimenti nervosi della testa di lieve entità Arto
Arto
sinistro 40° Negativa
10 Sottrazione al carico
Spostamento dell’arto in esame dalla base di appoggio Arto destro 40° Negativa Arto sinistro 34° Positiva 11* Sottrazione al carico Spostamento dell’arto in esame dalla base di appoggio
Movimenti nervosi della testa Arto destro 35° Positiva Arto sinistro 37° (35°-40°) Negativa 12 Sottrazione al carico Spostamento dell’arto in esame dalla base di appoggio Arto destro 40° Negativa Arto sinistro 40° Negativa 13* Arto destro 37° (35°-40°) Negativa Sottrazione al carico Spostamento dell’arto in esame dalla base di appoggio
Movimenti nervosi della testa 14 Arto sinistro 40° Negativa Sottrazione al carico Arto destro > 40° Negativa 15 Arto sinistro > 40° Negativa Sottrazione al carico Arto destro 40° Negativa 16 Arto sinistro 35° Positiva Sottrazione al carico Arto destro > 40° Negativa
17 Arto sinistro 37° (35°-40°) Negativa Sottrazione al carico Arto destro 37° (35°-40°) Negativa Arto sinistro 32° (30°-35°) Positiva 18 Arto destro 40° Negativa Sottrazione al carico Spostamento dell’arto in esame dalla base di appoggio
Movimenti nervosi della testa di lieve entità
19 Arto sinistro 40° Negativa Arto destro 40° Negativa 20 Arto sinistro 36° Positiva Sottrazione al carico Vocalizzazioni (gemito) Arto destro 41° (40°-42°) Positiva Arto sinistro 28° Positiva 21 Arto destro 30° Positiva Sottrazione al carico Vocalizzazioni Spostamento dell’arto in esame dalla base di appoggio
Movimenti nervosi della testa 22 Arto sinistro 40° Positiva Arto destro 38° Positiva Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Spostamento dell’arto in esame dalla base di appoggio
Movimenti nervosi della testa 23 Arto sinistro 32° Positiva Arto Sottrazione al carico Spostamento dell’arto in esame dalla base di
appoggio destro 40° Positiva 24 Arto sinistro 30° Positiva Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Arto destro 21° Positiva Arto sinistro 35° Negativa 25 Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Arto destro 36° Negativa Arto sinistro 37° Negativa 26 Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Arto destro 40° Negativa Arto sinistro 33° Positiva 27 Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Movimenti nervosi della testa Arto destro 34° Positiva Arto sinistro 40° Negativa 28 * Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Spostamento dell’arto in esame dalla base di appoggio Arto destro 37° Negativa 29 Arto sinistro 32° Positiva Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Movimenti nervosi della testa
Arto destro 37° Positiva Arto sinistro 38° Negativa Arto destro 35° Positiva Sottrazione al carico Spostamento dell’arto in esame dalla base di appoggio 30 31 Arto sinistro 37° Negativa Arto destro 37° Negativa 32 Arto sinistro 37° Negativa Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Arto destro 38° Negativa 33 Arto sinistro 34° Positiva Abbassamento delle orecchie Spostamento dell’arto in esame dalla base di appoggio Arto destro 37° Negativa Arto sinistro 34° Positiva 34 Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Spostamento dell’arto in esame dalla base di appoggio Arto destro 40° Negativa Arto sinistro 35° Positiva 35 Sottrazione al carico Spostamento dell’arto in esame dalla base di appoggio
Arto
Arto sinistro 40° Negativa 36 Arto destro 40° Negativa 37 Arto sinistro 40° Negativa Arto destro 40° Negativa 38 Arto sinistro 40° Negativa Abbassamento delle orecchie Arto destro 40° Negativa 39 Arto sinistro 39° Negativa Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Movimenti nervosi della testa Arto destro 35° Positiva Arto sinistro 40° Negativa 40 * Arto destro 30° Positiva Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Spostamento dell’arto in esame dalla base di appoggio
Movimenti nervosi della testa 41 Arto sinistro 40° Negativa Abbassamento delle orecchie Sottrazione al carico Arto destro 38° Negativa
42 Arto sinistro 40° Negativa Sottrazione al carico Arto destro 40° Negativa 43 Arto sinistro 40° Negativa Sottrazione al carico Arto destro > 40° Negativa 44 Arto sinistro 40° Negativa Abbassamento delle orecchie Arto destro 38° Negativa 45 Arto sinistro 38° Negativa Sottrazione al carico Arto destro 40° Negativa NOTE:
* è da considerare la possibilità che i gradi raggiunti o la positività del test siano da ricondurre allo stato di agitazione che presentava l’animale al momento dell’esecuzione del test.
I numeri sottolineati rappresentano i soggetti sottoposti anche al sollevamento laterale e mediale dello zoccolo.
Venticinque cavalli sono stati sottoposti, oltre all’estensione dorsale, anche al sollevamento laterale e mediale dello zoccolo. Per quanto riguarda il sollevamento laterale, sono state riscontrate 2 risposte positive per l’arto anteriore sinistro e altrettante per quello destro. Il massimo grado raggiunto è stato di 28°, mentre 13° è stato quello minimo rilevato. Al sollevamento mediale le risposte positive sono state 3 per l’arto sinistro e 3 per quello destro; 26° è risultato il massimo grado raggiunto e 8° quello minimo (Tabella 4).
Tabella 4 Dati riguardanti l’attività pratica svolta durante questo studio – cavalli sani
sottoposti al sollevamento laterale e mediale dello zoccolo
Caso clinico Arto in esam e Gradi raggiunti al sollev. laterale Risposta al test di sollev. laterale Gradi raggiunti al sollev. mediale Risposta al test di sollev. mediale Arto
sinistro 19° Negativa 20° Negativa
6
Arto
destro 14° Positiva 16° Positiva
Arto
sinistro 14° Positiva 18° Positiva
7 *
Arto
destro 21° Negativa 21° Negativa
8 Arto
sinistro 13° Positiva 20° Positiva
Arto
destro 15° Positiva 19° Positiva
24 Arto
sinistro 17° Negativa 20° Negativa
Arto
destro 17° Negativa 21° Negativa
25 Arto
sinistro 26° Negativa 22° Negativa
Arto
destro 20° Negativa 26° Negativa
26 Arto
Arto
destro 23° Negativa 26° Negativa
27 Arto
sinistro 26° Negativa 22° Negativa
Arto
destro 25° Negativa 20° Negativa
28 * + **
Arto
sinistro 20° Negativa 8° Positiva
Arto
destro 20° Negativa 20° Negativa
29 Arto
sinistro 23° Negativa 22° Negativa
Arto
destro 20° Negativa 24° Negativa
30 Arto
sinistro 20° Negativa 26° Negativa
Arto
destro 18° Negativa 26° Negativa
31 Arto
sinistro 23° Negativa 24° Negativa
Arto
destro 20° Negativa 26° Negativa
32 Arto
sinistro 15° Negativa 20° Negativa
Arto
destro 17° Negativa 18° Negativa
33 Arto
Arto
destro 24° Negativa 13° Positiva
34 Arto
sinistro 26° Negativa 20° Negativa
Arto
destro 21° Negativa 20° Negativa
35 Arto
sinistro 19° Negativa 20° Negativa
Arto
destro 20° Negativa 25° Negativa
36 Arto
sinistro 24° Negativa 26° Negativa
Arto
destro 24° Negativa 20° Negativa
37 Arto
sinistro 25° Negativa 25° Negativa
Arto
destro 24° Negativa 25° Negativa
38 Arto
sinistro 20° Negativa 19° Negativa
Arto
destro 20° Negativa 21° Negativa
39 Arto
sinistro 22° Negativa 23° Negativa
Arto
destro 22° Negativa 22° Negativa
40 * Arto
Arto
destro 24° Negativa 21° Negativa
41 Arto
sinistro 25° Negativa 25° Negativa
Arto
destro 25° Negativa 20° Negativa
42 Arto
sinistro 20° Negativa 18° Negativa
Arto
destro 20° Negativa 20° Negativa
43 Arto
sinistro 20° Negativa 23° Negativa
Arto
destro 19° Negativa 20° Negativa
44 Arto
sinistro 20° Negativa 26° Negativa
Arto
destro 20° Negativa 22° Negativa
45 Arto
sinistro 18° Negativa 21° Negativa
Arto
destro 22° Negativa 26° Negativa
NOTE:
* è da considerare la possibilità che i gradi raggiunti o la positività del test siano da ricondurre allo stato di agitazione che presentava l’animale al momento dell’esecuzione del test.
** il soggetto ha mostrato evidente dolorabilità al sollevamento mediale dell’arto sinistro e zoppia temporanea subito dopo aver effettuato il test.
3.3.1.2. Cavalli patologici
Durante lo svolgimento della ricerca sono stati individuati 5 animali affetti da una patologia al bipede anteriore al momento dell’esecuzione del test. Possiamo delineare il nostro campione costituito da 4 maschi castrati e 1 femmina, di età compresa tra i 6 e i 13 anni.
Per quanto riguarda la razza, un soggetto era un Sella tedesco, un altro era un Sella italiano, 2 appartenevano alla razza Maremmana ed 1 era un Appaloosa.
In relazione all’attitudine dei soggetti, 2 soggetti erano utilizzati nell’attività agonistica del Dressage, altrettanti soggetti nell’attività di rappresentanza del Corpo Forestale dello Stato, mentre solo 1 soggetto era utilizzato per la scuola di equitazione.
La tabella 5 riporta uno schema dei soggetti patologici esaminati.
Tabella 5 Caratteri identificativi dei cavalli patologici sottoposti allo studio
Caso clinico Razza Sesso Età (anni) Utilizzo
1 Sella tedesco MC 6-7 Dressage
2 Sella italiano MC 13 Dressage
3 Appaloosa F 8 Scuola equitazione
4 Maremmano MC 7 Attività di rappresentanza del C.F.S. 5 Maremmano MC 7 Attività di rappresentanza del C.F.S.
Per quanto riguarda le patologie recenti riscontrate a carico della fila digitale anteriore, il gruppo di studio era così composto:
b) 2 solo all’arto anteriore destro c) 2 a quello sinistro
Delle patologie riscontrate:
• 1 cavallo soffriva di Sindrome navicolare,
• 1 era affetto da artrosi avanzata dell’articolazione metacarpofalangea • 1 da tendinite del tendine flessore profondo delle falangi
• 1 soggetto presentava un processo osteoartrosico a carico dell’articolazione interfalangea prossimale
• 1 manifestava una ferita della faccia dorsale del nodello Tutti i risultati sono stati registrati e riportati in tabella 6.
Tabella 6 Risultati anamnestici e clinici dei soggetti patologici oggetto di studio
Caso clinico
Anamnesi ortopedica
Tipologia delle lesioni Localizzazione delle lesioni (arti anteriori) 1 Positiva al momento del test Sindrome navicolare di grado 3 Bilaterale 2 Positiva al momento del test Artrosi avanzata metacarpofalangea
che limita molto la flessione del nodello
Arto destro
3 Positiva al momento del
test
Tendinite del flessore profondo Arto sinistro 4 Positiva al momento del test Osteoartrosi interfalangea prossimale Arto destro 5 Positiva al momento del test
Presenza di una ferita sulla faccia dorsale del
nodello