• Non ci sono risultati.

Un'esperienza di project work multidisciplinare in cloud

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Un'esperienza di project work multidisciplinare in cloud"

Copied!
87
0
0

Testo completo

(1)

DIPARTIMENTO DI

FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN

INFORMATICA UMANISTICA

TESI DI LAUREA

Un’esperienza di project work multidisciplinare in cloud

RELATORE

CANDIDATA

Chiar.mo Prof. Giuseppe Fiorentino

Daniela Rotelli

CONTRORELATORE

Chiar.ma Prof.ssa Francesca Gallina

(2)

Indice generale

1.​ ​Introduzione 4

2. ​Il progetto di traduzione 6

2.1 ​Avvio del progetto 6

2.1.1 ​Organizzazione dei lavori 7

2.2 ​La fase di traduzione 8

2.2.1 ​La documentazione generale e le priorità di traduzione 8

2.2.2 ​Il Traduttòmetro 11

2.2.3 ​Contabilizzazione della traduzione 12

2.2.4 ​Standardizzazione dei link e le formule di controllo 14

2.2.5 ​Le linee guida 15

2.2.6 ​Il lavoro collaborativo e condiviso 17

2.3 ​La fase di revisione 18

2.3.1 ​Dalla revisione autorevole alla revisione gerarchica 18

2.3.2. ​Contabilizzazione della revisione 19

2.4 ​Verso una traduzione più comunicativa 21

2.5 ​Migrazione alla versione 3.5 22

2.5.1 ​Il titolo obbligato 25

2.5.2 ​Aggiornamento delle linee guida 26

2.6 ​I nuovi tirocinanti e il ruolo di Senior translator 27

2.6.1 ​Il nuovo Traduttòmetro 28

3. ​Le stringhe dell’interfaccia utente 33

3.1 ​AMOS - Automated Manipulation Of Strings 33

3.2 ​Il Tool per la traduzione 35

3.3 ​Le stringhe con identificatore “privacy:metadata” 39

4. ​Oltre la documentazione 44

4.1 ​I video tutorial di Moodle HQ 44

4.1.1 ​I sottotitoli nel Traduttòmetro 44

4.1.2 ​Download dei sottotitoli e traduzione 47

4.1.3 ​Caricamento dei sottotitoli 49

5. ​Implementazione sul Wiki ufficiale 51

5.1 ​L’inter-wiki italiano 51

5.2 ​Inserimento delle pagine 52

5.2.1 ​Le linee guida 52

5.2.2 ​L’interfaccia di modifica 53

5.2.3 ​I collegamenti tra le pagine 56

(3)

5.2.5 ​Le categorie 59

5.2.6 ​Le pagine di reindirizzamento 61

5.2.7 ​Caricamento delle immagini 62

5.3 ​Gli strumenti del MediaWiki 67

5.3.1 ​Le pagine speciali 67

5.3.2 ​Gli osservati speciali e la cronologia 69

5.4 ​Correzione delle pagine della documentazione in inglese 71

5.5 ​La terza revisione 73

6. ​Considerazioni a valle del progetto 74

7. ​Stato dell’arte della traduzione 77

7.1​ ​Questionario di gradimento 78

8. ​Conclusioni 80

9. ​Sviluppi futuri 81

10. ​Riferimenti bibliografici 83

Sitografia (link attivi al 21 giugno 2019) 83

(4)

Ringrazio il mio fidanzato Alessandro perché mi fa sentire ogni giorno una persona speciale, i suoi genitori che mi hanno accolta nella loro famiglia

e mi hanno supportata in ogni mia scelta, mia madre, gli amici e i colleghi che mi hanno incoraggiata a proseguire nonostante le difficoltà

(5)

1. Introduzione

Moodle è una piattaforma online che fornisce un sistema integrato, sicuro e affidabile per creare ambienti di apprendimento personalizzabili. Con oltre 160 milioni di utenti di 226 paesi , Moodle è la piattaforma e-learning più diffusa e utilizzata al 1 mondo.

L’interfaccia utente in lingua italiana è ufficialmente supportata e costantemente aggiornata nelle stringhe e nella documentazione contestuale. Per contro, la documentazione generale [5], a supporto delle varie funzionalità e consultabile esclusivamente online, è disponibile solo in poche lingue [6] e in modo disomogeneo nel susseguirsi delle versioni . Con oltre 2000 pagine web, costituite in2 media da 3 cartelle e 4500 caratteri , è completa solo in inglese e questo rappresenta 3 un ostacolo ancora significativo per molti.

Il proliferare delle guide in italiano ne è una diretta conseguenza. Nate specialmente per i principianti, spesso illustrano solo marginalmente le funzionalità di Moodle, impedendo il pieno sfruttamento di tutte potenzialità che la piattaforma mette a disposizione di educatori, amministratori di sistema e studenti.

Le richieste di aiuto sul sito della comunità italiana [7], da parte degli utenti che utilizzano Moodle (Moodler nel seguito), e i tentativi più volte iniziati e mai conclusi di traduzioni in italiano di vecchie versioni della documentazione, come testimoniato nel “Forum traduzione di Moodle” [8], hanno alimentato il desiderio di dar vita a un progetto di traduzione sicuramente ambizioso, ma sentito come ormai necessario di fronte all’utilizzo sempre più massivo di Moodle in Italia . 4

Partito nell’ottobre 2016 e durato quasi tre anni, il progetto è stato reso possibile grazie al lavoro congiunto di 12 tirocinanti (studenti magistrali del CdL in 1​Dati disponibili nelle statitistiche di Moodle.org [9] e aggiornati al 21/06/19.

2 ​La documentazione è stata tradotta nelle varie lingue non per tutte le versioni, ad esempio in

giapponese e catalano è presente la traduzione della versione 1.9 e un’unica traduzione per tutte le release 2.x, ma è assente quella delle versioni 3.x; in francese e finlandese è presente un’unica traduzione per le versioni 2.x e 3.x, ma nessuna traduzione precedente; in spagnolo, in lingua basca, in croato, in islandese, in portoghese e in cinese è presente un’unica traduzione per tutte le versioni di Moodle fino all’attuale 3.7.

3 I dati sono stati estratti dalla traduzioni effettuate (v. 2.6.1).

4 Le statistiche su Moodle.org [9] inseriscono l’Italia all’8° posto mondiale per numero di siti registrati

(dati aggiornati al 21/06/19). La registrazione di un sito Moodle non è obbligatoria, ma fortemente consigliata per non perdere importanti comunicazioni su problemi di sicurezza o aggiornamenti che

(6)

Linguistica e Traduzione - LingTra nel seguito), coordinati dal relatore e supportati dalla scrivente che, già laureata in lingue e forte dell’esperienza tecnologica maturata sul campo, ha supervisionato i lavori consentendo di affrontare la natura poli-specialistica della documentazione da tradurre.

Il progetto si è fin dal principio scontrato con difficoltà di natura linguistica,

poiché i contenuti della documentazione spaziano dalla pedagogia

all’amministrazione di sistema, e l’interfaccia utente impone il rispetto dei termini già tradotti, la cui ricerca è stata resa più difficile da un layout in continuo mutamento per il susseguirsi delle versioni . 5

Le complessità organizzative non sono mancate. Coordinare 12 tirocinanti, impegnati in corsi ed esami, in sedi diverse o in Erasmus, ha rappresentato una vera sfida. Inoltre, la vastità dei documenti da tradurre ha reso necessario il passaggio in corso d'opera dalla documentazione della versione 3.1 alla 3.5 aggiungendo ulteriori difficoltà.

Nel tentativo di guidare e controllare i lavori, garantendo altresì libertà di azione e di tempi, è stata predisposta una struttura tecnologica e organizzativa, affinata col tempo e adeguata al crescere del numero dei tirocinanti coinvolti (inizialmente quattro) che ha agevolato la creazione di un gruppo di lavoro solido e collaborativo, in cui le differenti conoscenze e competenze pregresse si sono integrate trasversalmente, realizzando finalmente ciò che in tanti avevano iniziato, ma mai nessuno era riuscito a portare a termine.

La presente trattazione illustra le fasi di realizzazione, le difficoltà incontrate, le soluzioni adottate e le riflessioni critiche relative alla traduzione in italiano della documentazione ufficiale di Moodle 3.5.

(7)

2. Il progetto di traduzione

Il progetto, dalla progettazione dei lavori al risultato finale, si è rivelato decisamente complesso. Le fasi, descritte in questo capitolo, illustrano le difficoltà di processo incontrate e le soluzioni messe in atto per migliorarle e superarle.

2.1. Avvio del progetto

L’esperienza è stata promossa dal Professor Fiorentino, relatore della presente trattazione e docente del corso di Tecnologie per la Formazione a Distanza (TecFAD nel seguito), mutuato dal CdL di Informatica Umanistica (InfoUma nel seguito) e di LingTra.

Il corso di TecFAD, erogato con Moodle e focalizzato su Moodle, illustra le potenzialità teoriche offerte dalle tecnologie per la didattica attraverso il loro utilizzo concreto e la realizzazione di materiali didattici. Inoltre, sfruttando le risorse messe a disposizione dal cloud computing, il corso punta a far acquisire le competenze necessarie per utilizzare appieno le principali piattaforme di condivisione e collaborazione online per rendere più efficace e immediata la comunicazione.

La frequenza al corso di TecFAD da parte di studenti di InfoUma e LingTra, portatori di conoscenze e competenze pregresse differenti, ha alimentato nel Professor Fiorentino la consapevolezza di come il progetto di traduzione della documentazione di Moodle richiedesse certamente capacità traduttive prettamente umanistiche, ma, vista la natura del soggetto, non potesse prescindere dalla dimestichezza con la terminologia informatica e dalla necessaria sinergia informatica umanistica. Diretta conseguenza è stata la richiesta di collaborazione ai due CdL con l’offerta di un tirocinio formativo ad ampio raggio.

Quattro studentesse di LingTra che stavano frequentando il corso di TecFAD hanno subito accolto l’iniziativa. Sono quindi seguiti colloqui individuali atti a verificare i prerequisiti fondamentali per prendere parte al progetto (conoscenza dell’inglese, competenze traduttive, capacità di lavorare in squadra, voglia di sperimentare, desiderio di apprendere) e a illustrare le attività da svolgere così come le modalità da seguire per affrontare quello che inizialmente era partito come un lavoro complesso e non ancora ben chiaro nella struttura.

(8)

Il disegno iniziale prevedeva di affidare agli studenti di LingTra la traduzione dei testi della documentazione generale [5] e a quelli di InfoUma l’inserimento delle traduzioni nel sistema documentale online, un wiki fortemente strutturato (v. 5). Tuttavia, nessuno studente di InfoUma si è fatto avanti. Da qui la richiesta di intervento del Professor Fiorentino alla scrivente, già sua studentessa al corso di TecFAD, che, con una laurea in lingue e competenze informatico umanistiche, avrebbe potuto affiancare le tirocinanti per supervisionare i lavori di traduzione.

2.1.1. Organizzazione dei lavori

Costituito il gruppo di lavoro, i cui membri erano dislocati in sedi diverse, per impostare le attività, discutere delle criticità incontrate, proporre soluzioni e pianificare le fasi successive, sono stati fondamentali frequenti contatti virtuali alternati a saltuari incontri collegiali in presenza.

Si è deciso fin da subito di orientarsi verso strumenti di collaborazione e condivisione online, efficaci sia nel superamento delle distanze sia nella gestione del flusso traduttivo. Il principale strumento utilizzato è stato ​Google Drive​, adottato per la versatilità, la facilità d’uso e la possibilità di archiviazione e condivisione su cloud. Qui sono state organizzate le cartelle condivise, una per ogni tirocinante, e quelle comuni, in cui raccogliere documentazione, materiale utile e le traduzioni predisposte su ​Documenti Google per trarre vantaggio dall’editing collaborativo, anche in ​real time​, corredato di suggerimenti e commenti e dagli strumenti integrati di comunicazione sincrona e asincrona uno-a-uno e uno-a-molti. Si è inoltre scelto di impostare la traduzione come testo a fronte organizzando ciascuna pagina su 2 colonne: a sinistra la versione inglese, preservandone formattazioni e link per facilitare la fase di implementazione sul wiki ufficiale, a destra la versione tradotta in italiano.

Questa prima fase si è poi articolata in un’analisi dei metodi di traduzione 6 per trovare quello più adatto ad affrontare i testi di una documentazione indiscutibilmente varia nei suoi contenuti. Constatata la scarsa dimestichezza delle tirocinanti con la terminologia informatica e trattandosi di una traduzione perlopiù di

6Tra i metodi di traduzione si annoverano la traduzione parola per parola, letterale, fedele, semantica,

(9)

linguaggio tecnico in un contesto agevolato dalla presenza di termini espliciti (quelli delle stringhe dell’interfaccia utente e della documentazione contestuale), si è inizialmente optato per una traduzione ​fedele​. L’obiettivo era di ritrovare il senso delle parole e dei modi di dire del testo originale rispettandone il contenuto con frasi coerenti e chiare che risultassero di facile interpretazione.

2.2. La fase di traduzione

Dopo aver organizzato le attività e le procedure da seguire, si è potuto dare avvio ai lavori di traduzione che sono cominciati nel gennaio 2017.

2.2.1. La documentazione generale e le priorità di traduzione

L’interfaccia utente in lingua italiana è ufficialmente supportata e costantemente aggiornata (v. 3) nelle stringhe e nella documentazione contestuale (v. fig. 1), raggiungibile dalle opzioni di configurazione delle funzionalità della piattaforma cliccando sulle icone a forma di punto di domanda.

Figura 1. La documentazione contestuale e le stringhe

La documentazione generale [5] è consultabile esclusivamente online e, oltre che direttamente da un browser, è raggiungibile dai collegamenti di “Documentazione di Moodle per questa pagina”, posti in fondo a ogni pagina dell’interfaccia, e di “Aiuto ulteriore”, presenti nelle opzioni di configurazione di attività e risorse (v. fig. 2).

(10)

Figura 2. ‘Documentazione di Moodle per questa pagina’(sx) e ‘Aiuto ulteriore’ (dx)

Non conoscendo le tempistiche di realizzazione dell’intera traduzione, ma stimando di poter finire in un anno e mezzo circa, si è scelto di lavorare sulla documentazione di una versione a supporto prolungato, la 3.1 LTS [13], supportata fino a maggio 2019. Si è quindi cercato di capire, a fronte della vastità dei testi da tradurre, quali pagine fosse più utile o importante tradurre.

Secondo le linee guida di Moodle HQ [14], molti utenti cominciano la lettura dalla ​Pagina principale [15]; altri con più esperienza sono interessati alle ​Nuove

funzionalità [16], per conoscere quali novità sono state introdotte con la nuova versione; altri sfogliano la ​Table of Contents ​(ToC nel seguito) [17], che fornisce un elenco organizzato degli argomenti di Moodle; altri potrebbero voler consultare in italiano le pagine contrassegnate come ‘utili’ sul sito della comunità italiana [7]; altri ancora scelgono di partire dalle ​Guide rapide​, pagine consultabili rapidamente per comprendere il funzionamento di Moodle senza dover leggere le pagine di documentazione dettagliate e complete. Esiste inoltre una pagina speciale di

(11)

documentazione,​Most linked-to page , che elenca le pagine in inglese con il maggior7 numero di collegamenti ad altre pagine (come “Gestire un sito Moodle” [19] e “Gestire un corso Moodle” [20]) che varrebbe la pena tradurre.

Desiderosi di dare un ordine gerarchico di priorità, si è deciso di cominciare dalle quattro Guide rapide8 rivolte a Docenti, Utenti, Amministratori e all’Installazione di Moodle, assegnandone una a ogni tirocinante che aveva inizialmente aderito al progetto.

Nel frattempo, un’analisi approfondita della ToC ha permesso di inquadrare la portata della documentazione suddivisa per menù di navigazione. Tuttavia, poiché un wiki, per sua natura, consente a chiunque di aggiungere pagine e contenuti senza che chi ha già contribuito ne sia avvisato (v. 5.3.1), ben presto ci si è resi conto che pagine collegate all’interno di altre non erano menzionate nella ToC, altre ancora non erano nemmeno presenti nei menù.

Questo ha inizialmente creato un po’ di confusione perché non era ben chiaro quante fossero effettivamente le pagine di documentazione, né come raggiungerle, se non da collegamenti interni ad altre pagine. La diretta conseguenza è stata quella di cercare di mettere ordine in ciò che era apparso come un insieme decisamente ampio di pagine di documentazione, ma ben poco organizzato. Una scansione minuziosa delle pagine della documentazione in inglese si è resa necessaria.

Su un ​Foglio Google è stato pertanto stilato un elenco delle pagine di documentazione presenti nella ToC, con il relativo titolo in inglese e il collegamento ipertestuale, a cui via via sono state aggiunte le pagine trovate “qua e là” scorrendone altre. Inizialmente poco più di 500, a giugno 2019 hanno raggiunto quasi quota 900, a cui se ne sommeranno sicuramente altre, altre ancora rimarranno orfane, altre sono eliminate, modificate o completamente riscritte con l'evolversi delle versioni, a documentare il continuo movimento di una piattaforma di formazione a distanza quale è Moodle.

7 ​Le pagine più richieste sono quelle relative all’installazione, alla gestione dei corsi e alla

configurazione delle attività seguite da quelle relative a funzionalità più specialistiche, fino ai plugin di terze pa​rti [18].

(12)

2.2.2. Il Traduttòmetro

Terminate le quattro Guide rapide, man mano che ci si inoltrava nella documentazione da tradurre, è stato evidente che occorreva organizzare in modo sistematico il workflow traduttivo e coordinare le tirocinanti in modo efficace onde evitare sovrapposizioni nelle traduzioni.

All’elenco delle pagine in inglese già predisposto nel Foglio Google sono state aggiunte altre due colonne per rispondere alle necessità emerse al procedere dei lavori:

● in carico - affinché una tirocinante potesse comunicare agli altri membri della squadra che si era incaricata di tradurla;

● priorità di traduzione (Alta, Media, Bassa) - assegnata in base alla frequenza dei collegamenti delle pagine di documentazione in inglese (v. nota 7) - scegliendo di evadere prima tutte le pagine a priorità Alta, quindi Media e Bassa.

La scheda del Foglio Google che conteneva l’elenco è stata propriamente chiamata ‘Tutte le pagine’. A questa ne sono state aggiunte altre, una per ogni tirocinante, per contabilizzare il lavoro svolto. Le schede personali (v. fig. 3) erano costituite dalle seguenti colonne:

● Pagina originale - il nome della pagina della documentazione in inglese e il relativo collegamento prelevati dall’elenco di tutte le pagine;

● Pagina tradotta - il nome della pagina tradotta con il collegamento al Documento Google (v. 2.1.1) della traduzione in italiano;

● Finita (sì, no)? - per i calcoli automatici del monte ore di tirocinio e quelli relativi dell’andamento dei lavori (v. 2.2.3);

● Battute - numero di caratteri dell'intera pagina tradotta, come riportato dal conteggio automatico ‘Numero di parole’ dal menù ‘Strumenti’ della pagina, spazi inclusi;

● Conteggio cartelle e ore - dati creati automaticamente convertendo il numero di battute inserite in ore di tirocinio effettivo (v. 2.2.3).

(13)

Figura 3. Dettaglio della scheda personale

Nato come un semplice elenco, il Foglio Google si stava rivelando uno strumento in grado di registrare lo stato di avanzamento dei lavori e sempre più necessario per l’organizzazione e la gestione del processo traduttivo. Da qui la decisione di chiamarlo ​Traduttòmetro​.

2.2.3. Contabilizzazione della traduzione

Per contabilizzare il lavoro svolto, sono stati interpellati i docenti dei corsi di traduzione di LingTra. In accordo alle loro indicazioni, come parametro sono state utilizzate le cartelle e si è deciso di assegnare un’ora di lavoro ogni due cartelle di 1500 caratteri tradotte. Poiché lo standard è di 2000 caratteri, nell’intento di riprodurre una situazione lavorativa reale pur concedendo un piccolo ‘sconto’ in considerazione dell’inesperienza dei traduttori, la quantità assegnata è stata ritenuta un avvicinamento alla traduzione professionale.

Terminata la traduzione di una pagina presa in carico, le tirocinanti si occupavano di marcarla come finita nella casella corrispondente del Traduttòmetro (v. fig. 1), quindi di inserire il numero di caratteri, inclusi gli spazi, come riportato dalla voce ‘Numero di parole’ del menù ‘Strumenti’ del Documento Google contenente la traduzione.

(14)

Al foglio di calcolo era lasciato il calcolo automatico per la contabilizzazione di quanto fatto convertendo dapprima i caratteri in cartelle (una cartella corrisponde a 1500 caratteri, ma vista la presenza di due lingue, di cui una frutto di copia e incolla, il numero di caratteri era diviso per 3000 ), quindi riconvertendo le cartelle in ore 9 (un’ora di lavoro è assegnata ogni due cartelle di 1500 caratteri, pertanto il numero delle cartelle era diviso per 2).

Se il numero di caratteri era inserito senza che la pagina fosse marcata come conclusa, la contabilizzazione non veniva effettuata. Questo perché i dati immessi andavano a incrementare non solo il monte ore personale del tirocinante (v. fig. 4), bensì si sommavano ad altri conteggi generali quali il numero di battute totali tradotte dallo studente e dal gruppo, il numero di pagine totali tradotte dal gruppo, il totale delle ore impiegate per la traduzione e il numero di battute presenti in media in una pagina web. Per tenere sotto controllo l’andamento dei lavori era dunque fondamentale che le tirocinanti fossero precise nell’inserire correttamente tutti i dati richiesti, da qui la scelta obbligata di mettere un blocco alla contabilizzazione del monte ore.

Figura 4. Dettaglio del conteggio di cartelle e ore di tirocinio

9 ​La stima di 1500 caratteri anche per l’inglese è frutto di una scelta di uniformazione poiché l’italiano

(15)

2.2.4. Standardizzazione dei link e le formule di controllo

In un wiki, il nome di un collegamento corrisponde al nome di una pagina e il collegamento a una pagina che presenti un titolo provvisto di spazi può essere effettuato sia riportando gli spazi, sia sostituendo gli spazi con il trattino basso,

underscore​.

Col procedere dei lavori, ogni qualvolta si trovava una nuova pagina (v. 2.2.1) se ne verificava la presenza nell’elenco di tutte le pagine tramite una semplice funzione di ricerca. Tuttavia, i collegamenti non standardizzati potevano rivelare una falsa assenza e portare all’inserimento di una stessa pagina due volte, producendo come effetto una doppia traduzione.

Questo problema, messo in evidenza per un caso fortuito durante la ricerca di una pagina, ha reso necessario un ulteriore miglioramento del Traduttòmetro: la standardizzazione dei link. Poiché copiando e incollando un collegamento dalla barra del browser il trattino basso è sempre presente, tutti i collegamenti sono stati uniformati col trattino. La ricerca è stata effettuata grazie a una colonna di supporto, poi nascosta, la cui formula, una semplice condizione che restituiva “NO” in

presenza di almeno uno spazio vuoto, altrimenti “OK”​[=IF(A1=

" ";"NO";"OK")]​, ha permesso di evidenziare la richiesta di intervento per la modifica.

Uniformati i link, sono stati effettuati vari controlli incrociati per trovare ed evidenziare i doppioni, sia tra le pagine ancora da tradurre sia nelle traduzioni già completate. L’uso della formattazione condizionale, con una formula personalizzata, ha contrassegnato automaticamente le pagine presenti più volte.

Inoltre, pian piano è emerso che con il susseguirsi delle versioni le pagine avevano in più di un’occasione cambiato nome creando una gran quantità di reindirizzamenti e alias di pagina (v. 5.2.6). Controlli aggiuntivi con formule e formattazione condizionale hanno permesso di segnalare i collegamenti che puntavano alla stessa pagina.

Purtroppo, altri doppioni, che in più di un caso erano già stati tradotti, sono stati messi in evidenza ed è stato presto chiaro che non sempre le tirocinanti cliccavano sul collegamento per verificare la destinazione della pagina, bensì si limitavano a cercarlo nell’elenco di tutte le pagine e se mancante lo inserivano. In

(16)

virtù del lavoro svolto, si è deciso comunque di contabilizzare quanto fatto, ma è stata chiesta maggiore precisione nella ricerca dei collegamenti nell’elenco di tutte le pagine.

2.2.5. Le linee guida

Preso atto degli errori commessi e messo a punto il Traduttòmetro, il passo successivo ha visto la redazione di precise linee guida che ricalcavano quanto già stabilito durante le riunioni di feedback, ma mettevano nero su bianco i passaggi da seguire nel processo traduttivo, dalla presa in carico alla contabilizzazione di una pagina, per fornire maggior accompagnamento e supporto alle tirocinanti.

Per prenotare una pagina comunicandolo al resto del gruppo, nella scheda “Tutte le pagine” del Traduttòmetro (v. fig. 5) le tirocinanti dovevano selezionare in ordine decrescente di priorità (v. 2.2.1) una pagina da tradurre quindi, attraverso un menù a tendina, associarle il proprio nome nella casella corrispondente e creare il Documento Google in cui impostare la traduzione, assegnandogli il nome della pagina tradotta in italiano. Il file, inserito nella propria cartella di Google Drive, doveva ereditare tutti i diritti di condivisione.

Figura 5. Dettaglio della scheda “Tutte le pagine” del Traduttòmetro.

Nel documento, impostato in doppia colonna, occorreva inserire a sinistra la pagina della documentazione in inglese, selezionando il testo e incollandolo con tutte

(17)

le formattazioni; a destra la traduzione in italiano. Per ereditare la formattazione originale anche nella traduzione, le traduttrici dovevano incollare il testo inglese anche nella colonna di destra procedendo alla traduzione in linea. In questo modo, i collegamenti potevano puntare alle pagine originali in inglese affinché si potesse intervenire, in una fase successiva, per aggiornarli correttamente collegando le pagine della documentazione in italiano (v. 5.2.3).

Per attenersi pedissequamente alle stringhe dell’interfaccia utente e ripercorrere i percorsi descritti nell’illustrazione delle funzionalità, le tirocinanti dovevano effettuare un controllo sistematico grazie agli strumenti che Moodle mette a disposizione:

● Moodle Sandbox - sito demo con l’installazione dell’ultima versione stabile di Moodle; il sito, completamente vuoto e ripristinato allo stato originale ogni ora, può essere modificato in base alle proprie esigenze per fare prove e tentativi [22].

● Mount Orange school - sito demo che consente di esplorare Moodle in azione assumendo il ruolo di Manager, Docente, Studente, Genitore o Responsabile delle privacy. Sono disponibili esempi di attività e risorse con contenuti realistici che tengono traccia dell’avanzamento dei corsi e delle fasi di apprendimento [23].

● MoodleCloud - servizio gratuito di hosting, gestito Moodle HQ, che consente di avere il proprio sito Moodle in pochi minuti senza nessuna installazione. Questa soluzione è sempre aggiornata con tutti i miglioramenti, le correzioni e le nuove funzionalità [24].

● Installazioni locali di Moodle - dopo aver scaricato la versione corretta dalla pagina di download [25] e selezionato il Language Pack italiano.

● AMOS - il repository di traduzione di Moodle (v. 3.1) che contiene tutte le stringhe di tutte le versioni di tutte le lingue in cui Moodle è stato tradotto [26].

Conclusa la traduzione, nel Traduttòmetro le tirocinanti dovevano marcare la pagina come finita, riportare il numero di battute per l’aggiornamento automatico del monte ore (v. 2.2.3) e prendere in carico una nuova pagina da tradurre.

(18)

2.2.6. Il lavoro collaborativo e condiviso

Le potenzialità comunicative sincrone e asincrone dei Documenti Google hanno consentito di creare un ambiente di lavoro in cui sviluppare sia una concreta collaborazione in tempo reale e offline, sia un momento di formazione quale un tirocinio deve essere.

I documenti, editabili dall’intero gruppo di lavoro, non si sono infatti limitati a contenere le traduzioni, bensì sono stati utilizzati per veicolare suggerimenti e commenti (v. fig. 6), elaborare richieste di aiuto rivolte a tutta la squadra e trovare soluzioni comuni.

Affinché le notifiche di questi interventi fossero direttamente inviate nella casella di posta dell’autore del documento, la proprietà ne è stata inizialmente lasciata alle traduttrici . 10

Figura 6. Esempi di commenti alla traduzione

10 A lavoro concluso, la proprietà di tutti i documenti è stata passata al Professor Fiorentino onde

(19)

Inoltre, in un glossario condiviso sono confluiti dubbi, osservazioni, errori da evitare, ovvero le difficoltà trasversali alla natura dei testi in questione e non tipiche di un lavoro di traduzione. Le soluzioni trovate e le traduzioni di parole ed espressioni perlopiù di natura tecnica o di difficile interpretazione sono state così messe a disposizione di tutto il gruppo.

2.3. La fase di revisione

Un passaggio fondamentale, parte integrante della traduzione stessa, è stata la revisione del testo tradotto affinché fosse riletto e corretto per ridurre al minimo le sviste prima di essere reso disponibile per l’implementazione sul wiki.

Con l’avanzare del progetto, il processo di revisione è stato modificato per adattarsi alle esigenze e alle problematiche incontrate nel tentativo di trovare soluzioni più efficaci a livello sia di rendimento, sia di apprendimento delle corrette modalità da seguire e arrivare così a un risultato adeguato a una traduzione di questo tipo.

2.3.1. Dalla revisione autorevole alla revisione gerarchica

L’approccio iniziale alla revisione, incentrato sul ​learning by doing ​(v. 6), ha visto nella revisione autorevole, ovvero quella dei supervisori, la sua base fondante.

Il testo tradotto, marcato come finito, informava i supervisori che era disponibile per la revisione. La scrivente prelevava un testo e lo corredava di suggerimenti, commenti, correzioni nel tentativo non solo di migliorare la traduzione, bensì anche di condividere saperi consentendo così alle tirocinanti di appropriarsi della terminologia più adatta e delle tournure stilistiche più propriamente tecniche. Solo in caso di dubbi o difficoltà veniva contattato il relatore per un ulteriore supporto.

Tuttavia, questo approccio si è scontrato con una scarsa propensione delle tirocinanti (e in generale degli studenti) al lavoro collaborativo, nonostante la continua sollecitazione da parte dei supervisori a farsi avanti con le richieste di aiuto. Le correzioni venivano accettate in modo incondizionato con un semplice click, gli errori si propagavano e rimanevano senza seguito cognitivo e il tempo

(20)

speso nel tentativo di portare avanti gli obiettivi formativi si è rivelato finanche sprecato se raffrontato ai limitati risultati ottenuti.

Di fronte a questo scenario, si è optato per cambiare rotta decidendo di far subentrare a un’unica revisione autorevole una modalità di revisione più articolata e gerarchica in cui la prima fase di revisione era effettuata tra pari.

Quando una pagina era marcata come terminata, veniva resa disponibile per la revisione da parte di tutti i membri del gruppo traduttivo. Chi prendeva in carico la pagina da revisionare, apponeva il proprio nome nella casella corrispondente del Traduttòmetro e procedeva alla presa in esame del testo. Dovevano essere controllati i percorsi, il rispetto dei termini dell’interfaccia utente, si correggevano i refusi e si cercava di dare uniformità alle espressioni tecniche sovente ripetute e fluidità al testo.

Seguiva quindi la revisione della scrivente (con supporto del Professor Fiorentino in caso di questioni particolarmente tecniche) per individuare ulteriori sviste o termini non propriamente corretti.

2.3.2. Contabilizzazione della revisione

Sulla base delle indicazioni dei docenti di LingTra, è stata assegnata un’ora di lavoro ogni quattro cartelle revisionate che andava a sommarsi al monte ore totale per il raggiungimento delle 150 ore di tirocinio previste.

Inizialmente, poiché la scrivente non poteva fronteggiare da sola una tale quantità di traduzioni prodotte, le revisioni di prima mandata venivano accettate incondizionatamente e le ore di lavoro assegnate automaticamente non appena il nome del revisore, selezionato dal menù a tendina, veniva apposto sul Traduttòmetro.

Tuttavia, al procedere delle revisioni di seconda mandata, è stato presto evidente che molto spesso, purtroppo, il nome del revisore veniva inserito sul Traduttòmetro senza che il testo fosse effettivamente revisionato e solo allo scopo di incrementare il monte ore, tradendo così i fini formativi del tirocinio.

Un’evoluzione del Traduttòmetro ha posto fine a questa spiacevole situazione grazie a un’ulteriore casella di controllo. Solo se la seconda revisione convalidava la prima (quella tra pari), il monte ore era aggiornato. In caso contrario, il testo era respinto per essere corretto, quindi sottoposto a una nuova supervisione (v. fig. 7).

(21)
(22)

Sicuramente un processo di revisione così articolato e gerarchico ha notevolmente rallentato la prosecuzione dei lavori, tuttavia si è agito nel tentativo di non abbandonare lo scopo principale del tirocinio, quello di una fondamentale funzione formativa.

2.4. Una traduzione più comunicativa

La fase di revisione di seconda mandata (v. 2.3.1) ha fatto emergere un non completo rispetto del senso dei testi in inglese. Espressioni come ‘access controlled links’ (tradotta con ‘link controllati di accesso’) o ‘navigation drawer’ (tradotta con ‘cassetto di navigazione’) rimanevano inalterate nella revisione tra pari, senza che né chi traduceva, né chi revisionava trovasse la giusta corrispondenza in italiano.

Ben presto è stato evidente che la traduzione di documentazione tecnica, che necessita di competenze multidisciplinari, non poteva che portare a traduzioni inesatte se effettuata da parte di tirocinanti con una formazione di base unicamente umanistica. Il significato del testo, là dove non compreso fino in fondo, veniva reso con una traduzione meramente letterale (v. 2.1.1); di conseguenza il processo di revisione, effettuato nello stesso modo, si rivelava del tutto inefficace.

Tuttavia, occorre anche sottolineare che i testi in inglese, spesso scritti da utenti non madrelingua o frutto di semplici copia e incolla tra una versione e l’altra, rimaneggiamenti successivi, modifiche contestuali e non globali e piedi di refusi (v. 5.4), non sempre sono risultati di facile interpretazione. Tutto ciò ha aggiunto ulteriori difficoltà alla traduzione, come i testi che seguono vogliono mostrare:

➔ Check that the web server user has ​written ​permissions to the moodledata folder

◆ Controllare che l’utente del web server abbia scritto dei permessi alla cartella moodledata

To change this (​virgola mancante​) login as admin and enter

http://yoursite.com/admin/tool/replace/index.php in your browser address bar. ◆ Per cambiare il login da amministratore ed entrare http://…. nella

(23)

➔ You can set this ​lower if you wish for Moodle itself but don't set it lower than the largest possible file you will be uploading

◆ Si può impostarlo più in basso se lo desidera per Moodle ma non impostarlo in basso di un possibile file di grandi dimensioni se lo si vuole caricare.

A fronte di queste constatazioni, la revisione dei supervisori è passata da un semplice controllo di sviste o refusi, a un vero e proprio tentativo di rendere la traduzione più fluida e di facile interpretazione anche per un lettore alle prime armi con Moodle o con le piattaforme di apprendimento online.

Questo aspetto, apparentemente di poco conto, ha richiesto un grande sforzo comunicativo: per rispettare il testo in inglese e riprodurne il significato originale si è utilizzato un linguaggio, là dove non necessariamente tecnico, che risultasse comprensibile dai lettori. Tuttavia, non è stato sempre facile o rapido trovare i corrispondenti in italiano di termini solitamente utilizzati in inglese dagli addetti ai lavori e il confronto con le altre lingue [6] è stato fondamentale per trovare soluzioni pratiche e valide.

2.5. Migrazione alla versione 3.5

Quanto finora esposto mette in evidenza come numerosi fattori siano intervenuti nella dilatazione dei tempi prefissati per il termine dei lavori (v. 2.2.1).

Primo tra tutti è stato il rispetto delle stringhe già tradotte in italiano nell’interfaccia utente, per il quale si è reso necessario un minuzioso controllo incrociato grazie agli strumenti messi a disposizione da Moodle (v. 2.2.5).

Anche il controllo di tutti i percorsi della documentazione in inglese, purtroppo non sempre precisi o aggiornati perchè frutto di semplici copia e incolla tra una versione e l’altra (v. 5.4), ha richiesto un notevole dispendio di tempo.

A questi si aggiungono le ridotte conoscenze delle tirocinanti degli strumenti di condivisione e collaborazione a distanza, che hanno reso necessaria una propedeutica formazione iniziale e un supporto costante, e le problematiche intervenute, durante tutta la prima fase di revisione, che hanno tuttavia avuto il grande merito di migliorare notevolmente il prodotto finale (v. 2.3.1).

(24)

Inoltre, l’approccio a una traduzione più comunicativa ha talvolta richiesto la semplificazione di alcune parti di testo o l’aggiunta di note di spiegazione per agevolarne la comprensione, con notevole dispendio di tempo.

Non va nemmeno dimenticata la costante scoperta di nuove pagine non collegate ai menù né presenti nella ToC (v. 2.2.1), che hanno obbligato a rivalutare frequentemente la stima dei tempi necessari al completamento della traduzione.

In ultima analisi, il passaparola tra gli studenti di LingTra e la prosecuzione dell’offerta di tirocinio, hanno avuto come effetto l’arrivo di nuovi tirocinanti da formare e affiancare. Tuttavia, pur rallentandosi inizialmente i lavori, è anche grazie al loro grandissimo contributo che è stato possibile portare avanti un’impresa altrimenti difficilmente realizzabile (v. 2.6).

Da qui la decisione di migrare dalla versione 3.1 LTS, apparsa all’esordio come un buon investimento perché supportata fino a maggio 2019, alla versione 3.5 LTS, supportata fino a maggio 2021, che si auspica possa garantire maggiore valore al lavoro realizzato.

Decisione sicuramente sofferta perché, avendo ormai dimestichezza con la documentazione, è apparso subito evidente che sarebbe stato necessario effettuare un controllo minuzioso delle modifiche intervenute tra una versione e l’altra.

La scansione manuale è stata eseguita dalla scrivente, con l’ausilio della risorsa online QuickDiff [27], per le 436 pagine già tradotte fino a quel momento e per la quale è occorso quasi un mese di lavoro.

Purtroppo però questo lavoro ha rivelato che 26 pagine erano completamente da rifare , 186 da aggiornare, altre ancora fortunatamente solo da ridurre. 11

Il Traduttòmetro, ampliato ulteriormente con l’aggiunta di nuove colonne (v. fig. 8), ha supportato e coadiuvato il passaggio:

11 ​Tra le pagine rifatte completamente si annoverano: Nuove funzionalità, Novità per Docenti, Novità

per Amministratori, Novità per Docenti, Novità per dispositivi mobili, le pagine al cui interno è richiamato il numero di versione (v. 5.2.4), le pagine che si riferiscono alla App Moodle (che è stata aggiornata e ulteriormente ampliata) e le pagine relative ai file multimediali.

(25)
(26)

● Pagina nuova (ver. 3.5) - titolo della pagina nella versione 3.5 con il relativo collegamento, che in più di un'occasione aveva cambiato nome, con conseguenti reindirizzamenti, rendendo necessari nuovi controlli per evitare doppioni (v. 2.2.4);

● Versione - della pagina tradotta in cui indicare ‘3.1’ se la pagina era stata modificata e necessitava di un aggiornamento; ‘3.5’ in caso contrario;

● Da aggiornare - ‘Sì’ per la versione 3.1; ‘No’ per la 3.5; ● Titolo obbligato - per i corretti collegamenti tra le pagine.

2.5.1. Il titolo obbligato

I titoli delle pagine della documentazione riprendono molto spesso i nomi delle varie funzionalità della piattaforma. Pertanto, ogni volta che un tirocinante si approcciava alla traduzione di una pagina, il titolo era desunto dalle stringhe già tradotte nell’interfaccia utente. Tuttavia, là dove non imposti dall’interfaccia, i titoli delle pagine venivano tradotti in modo del tutto arbitrario.

Quando all’interno di una pagina, ad esempio “Attività” [28], si trovava un rimando a un’altra pagina di documentazione non ancora tradotta, quindi senza poter controllare nell’elenco di tutte le pagine chi l’aveva presa in carico per dare lo stesso titolo al collegamento, ad esempio “Managing activities” [29], il titolo della pagina veniva tradotto in quel frangente, ad esempio “Gestione attività”, senza però poterlo comunicare agli altri membri del gruppo. Chi successivamente si incaricava di tradurla, poteva assegnare un titolo diverso, ad esempio “Gestire le attività”, andando così a creare, una volta implementata nel wiki (v. 5.2) un collegamento visualizzato in rosso, a indicare una pagina mancante.

Via via che si procedeva con l’inserimento, si è sentita la necessità di dare maggiore uniformità ai nomi delle pagine, anche a quelli delle pagine già tradotte. Ad esempio, si è deciso di utilizzare l’infinito in italiano per tutte le pagine il cui nome in inglese riportava la forma in -ing, di mettere le maiuscole ai nomi delle funzionalità, di anteporre ai nomi delle attività la parola “Attività” e delle risorse “Risorsa”, di lasciare in inglese i nomi di plugin di terze parti non inclusi nelle stringhe standard del Language Pack (v. 3.2), di far seguire la parola FAQ solo dal nome della funzionalità senza la preposizione e via dicendo.

(27)

L’inserimento dei titoli obbligati all’interno del Traduttòmetro ha pertanto permesso non solo di condividere col gruppo di lavoro il nome della pagina, evitando così collegamenti errati, ma di fissare degli schemi di riferimento per i Moodler italiani, magari alle prime armi, affinché possano districarsi nella vastità della documentazione.

2.5.2. Aggiornamento delle linee guida

La migrazione alla versione 3.5 ha reso necessario un aggiornamento delle linee guida per accompagnare il passaggio senza rivoluzionare le indicazioni fino a quel momento utilizzate.

Nel Traduttòmetro, nella scheda “Tutte le pagine”, la colonna “Versione” riportava 3.1 o 3.5. Per le pagine non ancora tradotte, si procedeva direttamente alla traduzione della nuova versione. Se, al contrario, una pagina era già stata tradotta nella versione 3.1, nel caso fosse stata esattamente uguale alla versione della 3.5, la colonna “Versione” indicava 3.5 e la colonna “Da aggiornare” veniva impostata su “No”. Se erano presenti diversità rispetto alla 3.5, la colonna “Versione” indicava 3.1 e la colonna “Da aggiornare” era impostata su “Sì”.

Entrando nelle pagine già tradotte da aggiornare erano presenti due formattazioni aggiuntive nel testo in inglese:

● rosso - indicava che del testo era stato aggiunto nella 3.5 e andava quindi tradotto in italiano.

● barrato - indicava che del testo era stato eliminato dalla 3.5 e andava quindi eliminato anche in italiano.

Una volta effettuate le modifiche, occorreva contabilizzare quanto fatto utilizzando un qualsiasi tutorial di conteggio caratteri il cui risultato andava sommato nella rispettiva cella già contenente il numero di battute inserite prima dell’aggiornamento. La colonna “Versione” andava poi modificata in 3.5 e la colonna “Da aggiornare” doveva essere impostata su “No”.

I file rinominati anteponendo al nome della pagina il prefisso “Old” indicavano che la pagina, nella versione 3.5 era completamente cambiata e quindi da rifare. Tuttavia, per non invalidare il lavoro svolto, nella pagina personale del

(28)

tirocinante è rimasta traccia della traduzione effettuata nella versione 3.1 e la relativa contabilizzazione confermata. La pagina da rifare veniva invece resa disponibile per essere prenotata per la nuova traduzione e la successiva revisione.

2.6. I nuovi tirocinanti e il ruolo di Senior translator

Grazie al passaparola tra gli studenti di LingTra e alla prosecuzione dell’offerta di tirocinio, gli studenti che hanno preso parte al progetto sono via via aumentati fino a raggiungere quota 12.

Dopo il colloquio conoscitivo col Professor Fiorentino e un contatto con la scrivente affinché fosse illustrato loro il progetto, ai nuovi arrivati venivano concessi i permessi in lettura e di commento ai Documenti e Fogli Google. In questo modo potevano rendersi conto della portata del progetto e decidere autonomamente se procedere oppure prendere altre strade, come è successo in più di un’occasione.

A chi decideva di restare veniva assegnata una cartella di Google Drive, ma non affidata subito la traduzione di una pagina. Al contrario, doveva prima prendere confidenza col processo, imparando a impostare correttamente un foglio di lavoro, con gli strumenti di supporto alla traduzione (v. 2.2.5), quindi con la corretta procedura da seguire dalla presa in carico di una pagina alla successiva revisione.

Il primo compito assegnato consisteva nella revisione di pagine già tradotte. Solo successivamente, quando loro stessi si sentivano pronti, cominciavano il vero e proprio lavoro di traduzione.

Al crescere del numero dei tirocinanti, per alleggerire il lavoro della scrivente, amplificato ulteriormente dalla presenza di più traduttori in parallelo, per le attività di accompagnamento e supervisione si è deciso di istituire il ruolo di

Senior Translator​.

Questo ruolo, affidato di volta in volta a chi aveva già accumulato un consistente numero di ore di traduzione e si era dimostrato particolarmente motivato, aveva altresì lo scopo di valorizzare ulteriormente l’esperienza maturata nel corso del tirocinio.

Tra i suoi compiti, ricompensati con un bonus quantificabile in ore di traduzione, si annoveravano infatti non solo il supporto online di primo livello, in

(29)

risposta a dubbi di traduzione o a domande relative alle corrette procedure da seguire, bensì anche la traduzione delle pagine di descrizione delle Capabilites [30], un elenco di oltre 600 brevi testi sui privilegi dei ruoli di Moodle e l’ampliamento 12 della documentazione del processo traduttivo, dalla creazione di un Documento Google all’evoluzione dell’utilizzo del Traduttòmetro, per introdurre i principianti al lavoro da svolgere.

In questo modo è stato realizzato un video tutorial [31] per illustrare passo passo il procedimento da seguire nelle fasi di traduzione e revisione, successivamente completato dalla redazione di linee guida aggiornate alle novità introdotte di volta in volta nel Traduttòmetro [32].

Affiancati dal Senior Translator in carica, coloro che per la prima volta si approcciavano alla traduzione, ma anche chi aveva un po’ più di esperienza, si sentivano più tranquilli e non giudicati in caso di errore.

È stato proprio grazie a questo tipo di supporto tra pari che ha cominciato ad affiorare quello spirito di squadra tanto desiderato che fino a quel momento ancora non si era percepito.

Grazie alla collaborazione di tutti i membri, che si è rivelata essere un vero e proprio strumento produttivo, sono state individuate le strategie e le tecniche da adottare, volte a creare una consapevolezza metodologica per affrontare il testo non più in modo approssimativo, bensì con un approccio sistematico orientato al raggiungimento di uno standard chiaro e condiviso da tutti.

2.6.1. Il nuovo Traduttòmetro

Per gestire al meglio l’incremento dei tirocinanti, oltre che il passaggio di versione, il Traduttòmetro è stato nuovamente modificato.

Le schede dei tirocinanti, che prima tenevano traccia singolarmente delle pagine tradotte, ma che per la revisione obbligavano gli altri tirocinanti e i supervisori a visitarle una a una, sono state unificate in schede generali complessive:

12 ​Nel Traduttòmetro è stata predisposta una specifica scheda per agevolare la traduzione delle

Capabilities contenente le seguenti colonne: nome della pagina di descrizione della Capability e relativo collegamento; contenuto del testo della pagina in inglese, traduzione, indicazione della presa

(30)
(31)

● Istruzioni generali - con collegamenti alle pagine di documentazione di supporto alla traduzione, ivi comprese quelle create dai Senior Translator; ● Pagine - elenco di tutte le pagine tradotte, da tradurre o da aggiornare dalla

versione 3.1 alla 3.5, suddivise per priorità e corredate del titolo obbligato in italiano;

● Traduzioni - in atto, concluse o da revisionare con indicazione delle battute, del collegamento alla pagina tradotta e dello stato di avanzamento delle revisioni (v. fig. 9).

Terminata la revisione delle pagine da aggiornare dalla versione 3.1 alla 3.5, poiché le nuove pagine da tradurre erano tutte quelle della versione 3.5, nella scheda “Pagine” (v. fig. 10) si è deciso di eliminare le colonne ‘Versione’ e ‘Da aggiornare’, ormai inutili, così come la colonna ‘Ok’ controllo sulla standardizzazione dei link (v. 2.2.4). È stata inoltre eliminata la colonna ‘Finita’, inserita nella scheda “Traduzioni”. La consultazione ne è risultata più snella e immediata. Un ulteriore vezzo è stato quello di colorare le priorità per attirare l’attenzione prima sulle pagine con priorità Alta (in rosso), poi su quelle con priorità Media (in arancione) quindi Bassa (in verde).

Figura 10. Dettaglio della scheda “Pagine” del Traduttòmetro

Inoltre, poiché le schede personali dei tirocinanti tenevano anche traccia dei conteggi relativi allo stato di avanzamento dei lavori (v. 2.2.3), eliminate le prime si è passati a un conteggio complessivo, racchiuso nella scheda “Conteggi” (v. fig.11), che riportava lo stato di avanzamento dei lavori suddiviso per tirocinante (pagine tradotte o riviste, cartelle, battute, ore e percentuale di raggiungimento del monte ore previsto).

(32)
(33)

Nella scheda “Conteggi” sono state poi incluse le statistiche sia generali che suddivise per priorità, delle pagine tradotte, prenotate e prenotabili, delle pagine prenotate e non finite, della lunghezza media delle battute e delle cartelle di una pagina web, per avere un quadro completo dell’avanzamento dei lavori (v. 7).

(34)

3. Le stringhe dell’interfaccia

Le stringhe dell’interfaccia utente, gestite dal maintainer del Language Pack, che per l’Italia è Andrea Bicciolo , hanno costituito fin dal principio un ostacolo, ma anche 13 un supporto alla realizzazione del progetto.

Già tradotte in italiano, hanno imposto il rispetto dei termini utilizzati, da controllare minuziosamente (v. 2.2.5) ogniqualvolta si approcciava la traduzione di una pagina di documentazione che li menzionava, garantendo in questo modo uniformità e precisione difficilmente raggiungibili con 12 tirocinanti che operavano sulle pagine da tradurre.

Chiunque può contribuire al mantenimento delle stringhe, correggendo gli errori e i refusi o inserendo i termini non ancora tradotti, attraverso uno speciale strumento di traduzione chiamato AMOS (Automated Manipulation Of Strings), che Moodle mette a disposizione nella sezione “Translation” di Moodle.org [33].

3.1. AMOS - Automated Manipulation Of Strings

AMOS ha il compito di tener traccia dell'immissione delle stringhe in lingua inglese nel codice Moodle e di gestire l’attività di traduzione raccogliendo le traduzioni per generare Language Pack da distribuire sui server Moodle [34]. È composto da diversi strumenti disponibili nel menù di navigazione laterale:

● Tool per la traduzione - permette di filtrare le stringhe ancora da tradurre o su cui si desidera lavorare;

● Stage - è un'area di lavoro temporanea che contiene le stringhe tradotte durante una sessione (dal momento del login fino al logout); ● Stash - sono file in cui salvare il lavoro su cui tornare prima di

inviarlo al maintainer del Language Pack;

● Contributi - è un database che tiene traccia di tutti i contributi inviati da un utente e il loro stato corrente (Accettato, Non accettato, Nuovo); ● Log​ - visualizza i log di tutte le modifiche delle stringhe di Moodle;

13 ​Andrea Bicciolo (​https://lang.moodle.org/user/profile.php?id=20​) è ​Director of Technology della

(35)

● Credits - contiene l’elenco di tutti gli utenti che hanno contribuito all’inserimento di nuove stringhe o alla correzione di quelle già esistenti.

Il seguente diagramma di flusso (v. fig. 12) illustra come vengono utilizzati gli strumenti di AMOS durante il processo di traduzione:

Figura 12. Il processo di traduzione su AMOS 14

Il componente chiave di AMOS è l'area Stage che mantiene temporaneamente le stringhe tradotte nella schermata Tool per la traduzione durante la sessione corrente. Quando si effettua il logout, lo Stage viene cancellato, ma è possibile effettuare un salvataggio esplicito nello Stash in modo da poter interrompere il lavoro e continuare al prossimo accesso al sito.

Durante il processo di traduzione, le traduzioni delle stringhe possono essere immesse nello Stage in vari modi:

● utilizzando il Tool per la traduzione ● importando le stringhe da un file

● richiamando un lavoro​ ​precedentemente salvato nello Stash ● richiamando un contributo già inviato al maintainer

(36)

Una volta gestite, le stringhe vengono archiviate nel ​Repository . Ogni ora,15

AMOS genera pacchetti compressi del contenuto più recente del Repository e li pubblica nelle pagine di download del Language Pack [36] , rendendoli disponibili 16 per l'aggiornamento automatico dei siti Moodle.

Solo il maintainer del Language Pack ha accesso in scrittura al Repository. Chiunque voglia contribuire alla correzione o alla traduzione delle stringhe può inviare il proprio contributo (dopo aver creato un account nella sezione “Translation” e aver eseguito l’accesso) e il maintainer viene avvisato tramite un messaggio automatico di posta elettronica della creazione di un nuovo record da gestire.

3.2. Il Tool per la traduzione

Per poter inviare un contributo occorre per prima cosa filtrare le stringhe sulle quali si vuole andare a lavorare nel Tool per la traduzione (v. fig. 13). Nella parte superiore della schermata è possibile selezionare la lingua desiderata nella casella ‘Lingue’, spuntare i ‘Componenti’ (che possono essere singoli, solo quelli della versione ‘standard’ senza plugin di terze parti o tutti) quindi la ‘Versione’ di Moodle all’interno della quale cercare.

15 Un repository è un ambiente in cui vengono gestiti i metadati, ovvero le informazioni che

descrivono un insieme di dati, attraverso tabelle relazionali per la rappresentazione delle informazioni. Presenta vantaggi e svantaggi: consente di condividere grandi quantità di dati, con sottosistemi indipendendenti, gestendo in modo centralizzato i backup e i data recovery in caso di errori; tuttavia la centralizzazione non permette di gestire eventuali requisiti specifici dei sottosistemi e rende difficile distribuire efficientemente il repository su più macchine separate se non incappando in problemi legati alla ridondanza e alla consistenza dei dati [35].

16 I Language Pack possono essere installati direttamente su un sito Moodle dalle impostazioni

(37)
(38)

Dopo aver salvato le impostazioni del filtro, nella parte sottostante della schermata viene visualizzata una tabella in doppia colonna con le stringhe filtrate (v. fig. 14). Per ogni riga della colonna di sinistra, sopra ogni casella, è indicata la versione in cui la stringa viene utilizzata, il suo identificatore e il suo componente, ad esempio [3.5|completiondate|coursereport_completion] indica che questa stringa è utilizzata in Moodle 3.5, il suo identificatore è 'completiondate' e appartiene al componente 'coursereport_completion'. All’interno della casella viene riportata la stringa nella sua versione originale inglese.

Nella colonna di destra, sopra ogni casella, si trova il codice della lingua in cui è tradotta la stringa ("it" per l’italiano). Se la casella è vuota e contornata di rosa, la stringa non è stata ancora tradotta, altrimenti è visualizzata la traduzione disponibile e la casella è colorata di verde. Cliccando nella casella per attivare l’editor di input, questa diventerà azzurra e è possibile inserire il testo se non presente o effettuare modifiche. Il testo è salvato automaticamente e inserito nello

Stage immediatamente dopo che il cursore avrà lasciato il campo dell'editor senza bisogno di premere alcun pulsante di invio.

Figura 14. Dettaglio dell’estrazione di stringhe

Il ‘filtro’ stringhe può essere utilizzato in vari modi. Ad esempio, è possibile lavorare su un singolo componente o su tutte le stringhe già tradotte o mancanti oppure cercare stringhe contenenti un determinato testo. Il collegamento

(39)

"permalink", accanto al pulsante di invio del filtro, consente di mantenere le impostazioni correnti di ricerca.

Durante la traduzione, occorre fare molta attenzione ai segnaposto (spazi di codice racchiusi tra parentesi graffe), come ad esempio {$a} o {$a->...}, perché sono rimpiazzati da un valore dinamico al momento dell'uso della stringa. Le informazioni in essi contenute sono visualizzate nell’interfaccia utente a seconda delle scelte precedentemente effettuate. È importante copiare i segnaposto esattamente come nella stringa originale, non tradurli né cambiarne la posizione. Una modifica, seppur involontaria, condurrebbe a messaggi di errore o visualizzazioni parziali o errate.

Terminata la traduzione, occorrerà cliccare sul pulsante “Go to the stage” affinché le stringhe tradotte o modificate siano inviate al maintainer, eventualmente inserendo un messaggio che possa spiegare cosa è stato fatto. Il maintainer riceverà una notifica del contributo, esaminerà le stringhe e deciderà se accettarle, rifiutarle o rivederle (v. fig. 15).

Figura 15. La sezione ‘Contributi’ di AMOS

Allo stesso modo, dopo l’esame da parte del maintainer, il collaboratore riceve una mail di ritorno a indicare lo stato del contributo gestito e il suo nome viene inserito nei “Credits” di traduzione (v. 3.1). La comunicazione con il maintainer, attraverso commenti sul contributo, avviene sempre all’interno della piattaforma.

Il contributo va effettuato solo per una versione poiché le traduzioni vengono aggiunte automaticamente alle altre versioni quando il contributo è accettato.

(40)

3.3. Le stringhe con identificatore “privacy:metadata”

Durante la traduzione, il controllo costante delle stringhe dall’interfaccia utente ha messo in evidenza, oltre ai semplici refusi, una mancanza di uniformità che si è cercato di colmare anche a fronte della continua uscita di nuove release che aggiungono nuovi termini da tradurre. Ne è seguito un lavoro certosino di uniformazione delle voci, correzione dei refusi, proposta di migliorie e suggerimenti. Accanto a questo, un grande contributo che qui si vuole documentare, è stato svolto su richiesta del maintainer17 sulle stringhe dei metadata della privacy. Introdotte con la versione 3.6 di Moodle, sono utilizzate per annunciare alle API di privacy cosa fare con i dati, anche nel caso in cui i dati non vengano utilizzati. La quasi totalità delle stringhe da tradurre si riferiva al “Registro privacy dei plugin” dove sono elencati tutti i campi con le relative descrizioni di tutti i componenti di Moodle.

Per la traduzione è stata individuata una studentessa che aveva dedicato molto tempo a lavorare sulle pagine di documentazione relative alla privacy [37] e si era distinta per l’impegno e la precisione.

La ricerca di tutte le stringhe dei metadata della privacy è stata effettuata su AMOS: dopo aver impostato la lingua italiana nel riquadro “Lingue”, la versione 3.6 tramite l’apposita casella di spunta, selezionato “Standard” nel riquadro “Componenti” per eseguire la ricerca esclusivamente sui componenti standard, nel campo “Identificatore stringa” è stata inserita come parola chiave dell’array delle stringhe la voce ‘privacy:metadata’. Una volta salvate le impostazioni del filtro, sono comparse le 1666 stringhe con identificatore “privacy:metadata”.

Preso atto della cospicuità delle stringhe da tradurre, si è subito palesata l’impossibilità di gestire un così ampio numero di input, ottenendo al contempo una traduzione precisa e uniforme. Fortunatamente, alcune di queste stringhe erano già state tradotte, quindi potevano essere utilizzate come modello per quelle mancanti. Tuttavia, risultava impossibile richiamarle nel Tool per la traduzione e contemporaneamente lavorare su quelle nuove, perché in una schermata di AMOS 17La versione di Moodle Cloud, Moodle Sandbox e Mount Orange School (v.) è sempre la più recente

e le stringhe dell’interfaccia devono essere sempre aggiornate alle modifiche tra le versioni. Consci dell’importanza di colmare i buchi di traduzione all’interno della piattaforma, si è deciso di accogliere positivamente la richiesta del maintainer e dedicare una risorsa alla traduzione delle stringhe.

(41)

sono visualizzate solo 100 stringhe, mostrate in ordine alfabetico per componente, quindi identificatore.

Da qui l’idea di estrarre le stringhe e copiarle in un foglio di calcolo affinché fossero tutte disponibili in un unico file. Questo non solo avrebbe permesso di evitare errori, bensì anche di facilitare, velocizzare e uniformare la traduzione.

Dopo un primo tentativo infruttuoso di filtrare le stringhe dal Tool per la traduzione e di copiarle direttamente sul foglio di calcolo , la consultazione della 18 documentazione su come contribuire alla traduzione delle stringhe [38] ha permesso di intraprendere una strada differente.

In Moodle le stringhe sono suddivise in tanti pacchetti a seconda degli argomenti, ognuno dei quali contiene vari file PHP all’interno dei quali le stringhe sono definite in un array associativo globale, chiamato $string, nel modo seguente:

<?php

$string['access'] = 'Accessibility';

$string['accesskey'] = 'Access key, {$a}'; $string['breadcrumb'] = 'Navigation bar'; $string['hideblocka'] = 'Hide {$a} block'; $string['showblocka'] = 'Show {$a} block'; $string['sitemap'] = 'Site map';

$string['skipto'] = 'Skip to {$a}';

$string['tonavigation'] = 'Go to navigation'; ?>

Ciascun componente (ad esempio modulo, report, condizioni di accesso, ecc.) ha il relativo file PHP che contiene le proprie stringhe di lingua; tra queste solo in alcune l’identificatore include “privacy:metadata”.

18 ​Per riprodurre la tabella a due colonne con i testi in inglese a sinistra e quelli italiani (già presenti o

spazio vuoto se da inserire) a destra, sarebbe stato necessario copiare le voci riga per riga tralasciando le informazioni relative alla release e ai componenti. Le stringhe selezionate venivano infatti incollate in sequenza sul foglio di calcolo, rendendo necessaria una scrematura manuale successiva. Questo perché i dati inseriti nella tabella visualizzata su AMOS sono creati dinamicamente in JavaScript e il

(42)

Purtroppo AMOS non consente di generare un unico file PHP contenente tutte le stringhe con identificatore “privacy:metadata”. Si è quindi pensato di farlo da riga di comando attraversando l’intero albero del codice di Moodle ed estraendo le stringhe da tradurre dai singoli file PHP con comando:

find . -type f -name "*.php"| xargs grep -l "privacy:metadata"

Questo, a partire dalla directory corrente (' . '), cerca in modo ricorsivo, tutti i file con estensione .php, filtrando quelli che contengono la stringa "privacy:metadata".

Dopo l’estrazione, le stringhe sono state riportate in una scheda del Traduttòmetro (v. fig. 16) le cui colonne contenevano il nome del file PHP da cui erano state estratte, il nome dell’identificatore della stringa, l’indicazione della presenza, o meno, della traduzione su AMOS , il testo in inglese e gli spazi per la 19 traduzione in italiano. A queste è stata successivamente aggiunta la colonna che racchiudeva il numero di caratteri per la contabilizzazione.

Figura 16. Raccolta delle stringhe “privacy:metadata” mancanti

Prima di cominciare la traduzione, si è tuttavia posto il problema inverso. Una volta estratte, raccolte e tradotte, le stringhe dovevano essere ricaricate su AMOS. Per farlo, occorreva utilizzare lo Stage, cliccare sul collegamento “Importa

19 Il file avrebbe a ragion veduta dovuto contenere solo le stringhe da tradurre. Tuttavia le stringhe già

Riferimenti

Documenti correlati

Uno studio prospettico di coorte che ha seguito 1.037 nati nel 1972-73 in Florida fino a 38 anni e che ha effettuato una valutazione neu- ropsicologica a 13 anni, prima

Gli esi- ti presentati derivano quindi da due osservazioni (la prima e la terza) in gran parte indipendenti. Il numero di persi al follow-up è elevato: dei 149 partecipanti

Sono stati individuati 38 studi RCT o quasi RCT; sebbene la variabilità della qualità degli studi e la mancanza di standardiz- zazione degli interventi non renda possibile

Gli autori hanno quindi ipotizzato che l’ esposizione al PM du- rante la gravidanza possa influire sulla lunghezza telomerica alla nascita; infatti oggi sempre più autori credono

Questo studio è il primo che ha valutato l’ efficacia sul campo e l’ impatto di questo vaccino nella riduzione dei casi di meningite invasiva da MenB; questo vaccino è stato

Al contrario, in cifre assolute (non percentuali) ce ne è qualcuno di più nel Nord che nel Mezzogiorno, stante la maggiore ampiezza demografica della popolazione settentrio- nale

Come ri- portano Sheehan e colleghi nell’ introduzione dello studio AVI- CA, numerosi studi osservazionali hanno in seguito dimostrato che il rischio di asma può essere

Più di un terzo erano bambini di età inferiore all’ anno (37.8%) e più della metà erano bambini di età inferiore a 4 anni (61.7%), il numero di episodi rispetto all’ età