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Academic year: 2021

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Un biografo d'eccezione:

Harry Graf Kessler

di Aldo Venturelli

La recente edizione italiana della biografia di W alther Ra-thenau, preceduta da una attenta prefazione di Maurizio Serra 1,

ha fornito al lettore italiano la prima occasione di accostarsi alla poliedrica figura, affascinante quanto inafferrabile, di Harry Graf Kessler. Tale biografia rappresenta indubbiamente il testo più noto e diffuso di Kessler; esso apparve nel sesto anniversario della morte dello statista, trovò una grande risonanza nella stampa non solo tedesca di quegli anni, fu tradotto immediata-mente in francese, inglese e olandese, contribuì a ridiscutere non solo la figura di Rathenau, ma la stessa politica europea scaturita dal trattato di Versailles. Anche in seguito, quest'opera di Kessler ha costituito una fonte storica di primaria impor-tanza: insieme alle memorie di Lord d'Abernon, allora ambascia-tore inglese a Berlino, esso ha rappresentato una delle rare te-stimonianze dirette su alcuni momenti cruciali della politica di Rathenau, in particolare della discussa e tormentata firma del trattato di Rapallo. Nello stesso tempo Kessler aveva avuto modo di consultare e pubblicare materiale conservato nell'archivio personale di Rathenau custodito nella sua villa a Griinewald: l'archivio, come è noto, è considerato smarrito dal 1939, salvo alcuni parziali ritrovamenti in questi ultimi anni. Un'altra fonte di non secondaria importanza, che ci è giunta solo attraverso la biografia di Kessler, è l'epistolario di Rathenau e Lili Deutsch, e

* Presentato dall'Istituto di Lingue.

1 Cfr. H. Kessler, Walther Rathenau, trad. di E. Morandi e E. Jankovski,

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in genere la testimonianza diretta della Deutsch sulla contrastata e difficile personalità dell'amico; la ricchezza psicologica, la ca-pacità di rifrazione tra eventi storici e riflessione interiore, pro-pria della ricostruzione di Kessler, deve molto a questa fonte se-greta.

Ma accanto a questa possibilità di accedere a fonti dirette -comuni amicizie, funzionari dell'Auswiirtiges Amt, ricordi perso-nali-, uno dei segreti dell'indubbia vivacità che ancor oggi con-serva la biografia di Kessler consiste nel fatto che l'autore proiettò se stesso e la propria avventura intellettuale e politica nella sua ricostruzione della personalità e dell'opera di Ra-thenau. Quelle di Kessler e di Rathenau furono per molti versi delle vite parallele: si erano conosciuti fin dal 1895 grazie a Maximilian Harden, erano stati entrambi, seppure a titolo di-verso, figure di primo piano di quell'opposizione estetica al gu-glielminismo, che aveva caratterizzato le forze più vive della cul-tura tedesca di fine secolo, avevano tentato con esiti differenti di collegare a una finalità intellettuale le ingenti risorse finanziarie di cui disponevano, avevano partecipato a titolo diverso alla conferenza di Genova, i cui lavori Kessler aveva avuto modo di seguire come distaccato osservatore.

Dopo l'assassinio di Rathenau nel 1922, e forse anche in se-guito alla grave malattia che lo aveva colpito nel 1926, Kessler fu indotto a ripensare con grande attenzione la figura dello statista e industriale, a smussare in parte le posizioni pacifiste più radicali alle quali si era convertito alla fine della guerra, a sintonizzarsi con più convinzione sulla linea politica di Strese-mann, il quale d'altronde avrebbe desiderato per lui un ruolo di-plomatico di primo piano. Attraverso questo impercettibile slitta-mento di idee, l'autore riuscì a ritrarre nella personalità osser-vata non certo semplicemente se stesso, quanto una generazione, o meglio un'élite forse ristretta ma non per questo meno decisiva della storia politica e culturale tedesca. Kessler riuscì così a deli-neare con distaccata ammirazione in Rathenau una figura certo ricca di contrasti, ma unitaria, nella quale la vastità e le am-bizioni culturali non nascondevano un desiderio di fuga e di su-blimazione, ma erano in un rapporto, certo difficile ma non per questo meno produttivo, con le attività economiche e con i ruoli politici che, in una solitudine ormai angosciosa e senza ritorno, egli si era trovato contro voglia a ricoprire.

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Una recente monografia dedicata all'opera di Kessler e do-vuta a un giovane ricercatore della Stiftung Weimarer Klassik, Burkhard Stenzel 2

, aiuta oggi a comprendere con più precisione l'indubbio spessore di questa biografia di Rathenau. Stenzel ne ha ricostruito con attenzione la genesi, le diverse fonti utilizzate, i contatti assidui con conoscenti e familiari dello statista, le vi-site alla villa di Griinewald, il ricordo di Mathilde Rathenau, la madre dello statista scomparsa nel 1926. Il quadro che ne risulta offre una visione particolarmente dinamica del testo di Kessler e lo arricchisce di nuove prospettive; in particolare Stenzel ricol-lega tale libro al genere della biografia psicologica allora molto in voga, stabilendo interessanti paralleli con la biografia di Na-poleone scritta da Emil Ludwig. A suo avviso fu proprio Lud-wing a fornire sul piano strutturale l'idea--guida, che permise a Kessler di articolare e riorganizzare a livello letterario il vasto ma spesso disorganico materiale documentario che aveva rac-colto fino ad allora. Certo l'autore arricchì di nuove tensioni spirituali e intellettuali questo schema letterario di riferimento; la lettura del Nachlafi nietzscheano, dei frammenti del

1877-1888, offrì ad esempio a Kessler spunti di riflessione e possibi-lità di confronto continue, dalle quali mostrare da nuove angola-zioni la personalità di Rathenau.

Per il lettore italiano che si accosta per la prima volta a Kess-ler attraverso questa biografia apparirà forse difficile cogliere questo insieme di riferimenti e indovinare qualche tratto caratte-ristico della molteplice e sfuggente personalità del suo autore. Forse più' di ogni altra considerazione, un'idea di tale figura, al di là delle sue indubbie contraddizioni e dei suoi possibili limiti, può restituircela ancor oggi, in un'immagine di grande sugge-stione visiva e di palpitante immediatezza, il famoso ritratto di-pinto da Edvard Munch nel 1906 a Berlino, nel quale la esile silhouette del giovane conte emerge quasi improvvisa dal vivace

2 Cfr. B. Stenzel, Harry Graf Kessler. Ein Leben zwischen Kultur und

Po-litik, Bohlau, Weimar-Koln-Wien 1995; si confronti anche l'importante

contri-buto di P. Grupp, Harry Graf Kessler 1868-1937. Bine Biographie, C.H. Beck,

Mi.inchen 1995, in particolar modo per l'analisi accurata delle trasformazioni intervenute nel pensiero di Kessler durante la prima guerra mondiale. Sui due

volumi ci permettiamo rinviare alla nostra recensione in «La Comunità

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giallo dello sfondo. Nonostante fosse dipinto in un momento di grande difficoltà per Kes~ler, allora in procinto di dimettersi dal suo incarico di direttore del Gro/Jherzagliches Museum fur Kunst und Kunstgewerbe di Weimar in seguito allo scandalo suscitato dalla mostra di Rodin, questo ritratto trasfigura la persona del giovane conte in un'immagine esemplare del dandy di inizio se-colo; il denso insieme di relazioni culturali, che trovarono in Kessler il loro principale punto di riferimento, sembra così riac-quistare di fronte a noi una sua plastica evidenza ed uscire dal-1' ambito delle semplici testimonianze letterarie. Il rapporto con Van de Velde o quello con Hofmannsthal, le numerose amicizie a Parigi o a Londra con ambienti vicini a Proust o a Blomsbury, l'incontro con Gordon Craig o quello con Maillol, le simpatie per i neo-impressionisti francesi o quelle successive per Becher e i giovani espressionisti tedeschi, semb~ano quasi prefigurati nella loro affascinante magmaticità dal quadro di Munch, in modo tale da essere sottratti a ogni effimera contingenza.

L'intensità di queste relazioni induce talvolta a ridurre la fi-gura di Kessier a un dinamico e sempre mobile punto di in-contro di tendenze diverse, che spesso rischia però di smarrire una sua propria identità, un suo proprio centro di gravità. La sua molteplice attività sembra di frequente dissolversi in una sterile ripetizione di progetti rimasti in sospeso, mai giunti a compimento: l'immenso patrimonio ereditato, tra i maggiori della Germania del tempo, interamente consumato in un mece-natismo generoso ma non sempre oculato, una carriera diploma-tica troncata ancor prima di essere intrapresa per meglio inse-guire le proprie utopie culturali, lo sforzo di trasformare la nuova Weimar nel centro europeo di una rinascita estetica d' a-vanguardia, fallito di fronte all'ottuso provincialismo della corte e dei suoi dignitari. L'elenco di questi progetti senza esito po-trebbe continuare a lungo: si pensi allo stadio-monumento in memoria di Nietzsche, ideato in collaborazione con Henry Van de Velde e mai uscito dallo stadio di un confuso abbozzo, o ai vaghi programmi politici e pacifisti di un nuovo ordine interna-zionale elaborati alla conclusione del primo conflitto mondiale, che mai riusciranno a superare l'ambito di una personalissima attività diplomatica tanto intensa quanto infruttuosa.

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l'impressione di un contrasto insuperabile tra la magica atmo-sfera spirituale, nella quale essi venivano concepiti, e un fragile dilettantismo narcisistico, che si affaticava invano a concretiz-zarli. Questa sensazione di dispersione intellettuale, suscitata da Kessler, riuscì però a essere mirabilmente superata proprio nella sua biografia di Rathenau: la necessità di confrontarsi con un destino tragico, che pur vicino negli anni era assurto a simbolo di una più generale costellazione epocale, la spinta a rivivere i momenti più significativi della vita raffigurata sulla base delle proprie personali esperienze, offrirono all'autore un'occasione unica per dare solidità alle proprie aspirazioni, per oggettivare e rispecchiare nella vicenda esemplare dell'amico scomparso le motivazioni più profonde di una intera generazione ormai sul punto di ritirarsi definitivamente dalla scena.

Proprio per questo ogni indagine di quest'opera di Kessler, che rimane senz'altro la sua più nota e riuscita, costituisce un osservatorio privilegiato per rispondere a una questione di fondo, che ogni considerazione della vita del suo autore pone con forza in primo piano: riuscì l'intensa attività di Kessler a superare l'ambito di un fatuo decadentismo estetizzante, di un dilettantismo tanto geniale quanto infruttuoso? Al di là dell'in-dubbio valore documentario, che non solo la sua biografia di Rathenau ma soprattutto l'immensa mole dei suoi Tagebilcher3 conserva per ogni ricostruzione del clima intellettuale e politico di circa quarant'anni di storia europea, fu Kessler capace di de-finire nelle sue opere con più precisione i contorni di un pos-sibile significato spirituale delle sue molteplici aspirazioni, tro-varne in qualche modo un tratto unificante, un minimo comune multiplo a cui ricondurle, da contrapporre a quel pericolo su di lui sempre incombente di una frustrante dispersione?

Per cercare di rispondere a tale questione di fondo, può

es-3 Del Tagebuch di Kessler è stata finora pubblicata solo una ristretta scelta,

a cura di Wolfgang Pfeiffer-Belli, nel 1961 dall'editore Insel. Ora, presso il Deutsches Literaturarchiv di Marbach, che conserva il Nachlafi di Kessler e ha

organizzato nel 1988 una importante mostra (Harry Graf Kessler. Tagebuch

eines Weltmannes, a cura di G. Schuster e M. Pehle, Marbacher Kataloge 43), è

in corso il difficile lavoro di trascrizione delle 15.000 pagine densamente riem-pite a matita dell'intero Tagebuch; il lavoro dovrebbe concludersi nel 1998.

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sere interessante individuare i caratteri strutturali impliciti nella ricostruzione biografica della personalità di Rathenau. Scritta, come già ricordato, poco dopo la grave malattia che

1o

aveva colpito nel 1926 e lo aveva costretto ad abbandonare la sua in-tensa attività politico-diplomatica, pubblicata nel sesto anniver-sario dell'assassinio di Rathenau e un anno prima della morte di Gustav Stresemann, la biografia di Kessler diviene quasi un' apo-logia delle più profonde motivazioni ideali sottese alla politica estera e interna realizzata da Rathenau e poi proseguita da Stre-semann, in un momento in cui il difficile equilibrio da loro rea-lizzato era ormai prossimo a spezzarsi. Accantonata ogni diver-genza, Kessler riuscì così a raffigurare in Rathenau con partico-lare pregnanza quel processo di autosuperamento, che dal vec-chio prussianesimo conduce al mondo della 'socialità europea' e giunge fino al disvelamento di «nuovi mondi post-borghesi

del-1' avvenire, ancora innominati»

4,

che Thomas Mann individuò poi come filo conduttore della politica di Stresemann negli anni della crisi weimariana.

Le tappe principali di questo processo - il grande sviluppo industriale della fine Ottocento, la fragilità politico-istituzionale della Germania guglielmina, i nuovi fermenti intellettuali che animano la Berlino pre-bellica, la crisi decisiva della guerra mondiale e il forte processo di riorientamento politico-ideale av-viatosi nei primi tormentati anni della Repubblica di Weimar -scandiscono con vigore la complessa indagine del 'personaggio' Rathenau condotta da Kessler. La sua biografia fornisce in tal modo una riflessione illuminante non solo sul destino di una fi-gura di primo piano della scena weimariana, ma anche su una più generale.costellazione storico-culturale, che l'avvento del na-zionalsocialismo cancellò tanto bruscamente quanto rozzamente.

All'origine di questa costellazione, anche Kessler pone, con argomentazioni non dissimili da quelle seguite da Musil all'i-nizio dell'Uomo senza qualità, il passaggio dal piatto sviluppo economico-industriale del secondo Ottocento alla 'rivoluzione intellettuale' del principio del secolo. Questo passaggio l'autore

4 Per una analisi di questa idea di Thomas Mann, ci permettiamo rinviare

al nostro saggio Gli intellettuali e la crisi della Repubblica di Weimar, «Studi Urbinati B» 55, 1981/82, pp. 187-209.

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lo ricostruisce in particolare attraverso l'analisi delle fondamen-tali trasformazioni introdotte da Emil Rathenau nel sistema in-dustriale, che riuscirono a fare dell'estensione sempre più rami-ficata dell'elettrificazione il centro propulsivo dell'intero appa-rato produttivo, con conseguenze enormi anche sul piano della riorganizzazione finanziaria, del rinnovamento tecnologico, della localizzazione degli impianti e delle modifiche del tessuto urbano e delle stesse abitudini di vita. Trasfondendo nella bio-grafia di Rathenau le proprie esperienze personali nella società guglielmina, Kessler riuscì a evidenziare con forza la grave sfasatura tra questo nuovo livello dello sviluppo economico e l'antiquata struttura politica e istituzionale della Germania pre-bellica; anzi, proprio in questa sfasatura, egli individua una delle ragioni principali che dovevano condurre allo scoppio del con-flitto mondiale. Nonostante il suo potere economico e nono-stante i suoi personali successi nei più esclusivi salotti dell'ari-stocrazia berlinese, Walter Rathenau sperimentò su di sé questo anacronismo: come ebreo e come borghese gli era infatti pre-clusa ogni possibilità di accedere alla carriera militare o diplo-matica o di ricoprire una carica politica.

Per molti verso il dramma, che Kessler mette sapientemente in scena attraverso la biografia del personaggio raffigurato, ma-turò proprio da questo sempre più accentuato contrasto tra la complessità non solo psicologica, ma degli stessi problemi indi-viduati con grande capacità di anticipazione da Rathenau, e il bisogno di semplificazione demagogica che muoveva le 'nature primitive' dei suoi oppositori, estranei alle sue contraddizioni e lacerazioni interiori. La biografia di Kessler diviene così una lu-cida analisi della somma dei più disparati pregiudizi e incom-prensioni, che si attanaglia come una rete inafferrabile verso chiunque, come Rathenau, tenti di operare sulle tendenze più profonde della sua epoca, intuendo la possibile soluzione dei problemi prima che essi generino contrasti insolubili. Questo contrasto tra anticipazione intellettuale e pregiudizi oscurantisti

è il filo rosso, che unisce i momenti salienti della biografia inda-gata, dalla difficile collocazione di Rathenau all'interno della so-cietà guglielmina agli odi suscitati con la sua funzione nella or-ganizzazione dell'economia bellica, fino alla fatale avversione cui doveva andare incontro la sua politica estera nella tormen-tata scena politica della giovane Repubblica di Weimar.

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Al di là di una indubbia stilizzazione apologetica, v1 e m questa rappresentazione del contrasto tra la lungimiranza dei progetti politici e teorici di Rathenau e l'isolamento e il pregiu-dizio che lo circondarono in modo crescente, fino a determi-narne la tragedia finale, un carattere di fondo della biografia di Kessler. L'autore, ricostruendo l'opera di Rathenau alla luce delle sue personali convinzioni, riesce a trasfondere all'attività e alle idee dell'industriale e uomo politico tedesco un carattere so-stanzialmente unitario, fin quasi a delineare in essa la possibilità di un complessivo progetto del 'moderno', nel quale economia, politica e cultura sviluppano tra loro una fitta rete di relazioni dinamiche. E forse il fascino della biografia di Kessler consiste appunto nell'invitare discretamente a riflettere nuovamente sulle modalità, attraverso le quali quel difficile progetto avrebbe po-tuto generare opzioni politiche, concretamente realizzabili nel contesto storico del tempo.

L'idea segreta di Kessler, che egli individuava come la ra-gione di fondo della stessa politica seguita da Rathenau e poi ripresa da Stresemann, mirava a preparare, nella concreta situa-zione europea del dopoguerra, un pieno dispiegamento di forze economiche e intellettuali in un mondo, che doveva essere final-mente inteso come un unico meccanismo, complesso ma soli-dale. Sotto questo aspetto il contrasto tra la lungimiranza dei progetti di Rathenau e la rete di pregiudizi che lo aveva circon-dato si colloca in una nuova luce: per meglio caratterizzare la personalità indagata, Kessler ricorreva a Nietzsche, e più in par-ticolare alla Gaia Scienza, laddove i precursori venivano de-scritti come «uomini della conoscenza», che in tutte le cose cer-cano «quello che in esse deve essere superato» 5

• Questo inces-sante autosuperamento intellettuale culminava secondo Kessler -e qui -egli giung-eva a corr-egg-er-e lo st-esso Ni-etzsch-e -e la sua ri-costruzione del conflitto tra ebraismo e romanità proposta nella Genealogia della morale - in una ideale 'delusione del potere', allorquando i dominatori avevano sperimentato la più grossa concentrazione di potere della storia, creata appunto dall'Im-pero romano, e l'avevano trovata infruttuosa, preparando così il

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terreno più propizio all'avvento dei nuovi orizzonti spirituali di-schiusi dall'avvento del cristianesimo 6•

Questa 'delusione del potere' costituiva ad avviso di Kessler il pensiero segreto, che era sullo sfondo di ogni attività di Ra-thenau; in particolare nella stesura di un capitolo decisivo della sua biografia, Das Reich der Seele, egli riutilizzava a fondo le sue letture e le sue riflessioni su Nietzsche 7

• In tal modo Rathenau

appariva come il rappresentante più significativo di una classe dirigente e intellettuale, della quale Kessler si sentiva parte, la quale nella delusione e nella distaccata contemplazione del po-tere sarebbe riuscita nello stesso tempo a sviluppare il progetto di razionalizzazione del moderno e a dilatarlo verso le potenzia-lità spirituali di una nuova determinazione del significato dell' e-sistenza. Qualunque possa essere oggi il giudizio su queste idee di Kessler, resta indubbio che egli riuscì egregiamente nel non facile compito di delineare in Rathenau l'esemplare percorso di un 'buon europeo', fedele erede di una lunga tradizione intellet-tuale e insieme audace sperimentatore di nuove possibilità: sotto questo aspetto entrambi possono a giusto titolo essere conside-rati uomini, che in modo diverso hanno lasciato un segno nella tormentata storia di questo secolo.

6 Cfr. F. Nietzs~he, La gaia scienza, Idilli di Messina e Frammenti postumi

1881-1882, a cura di M. Carpitella, trad. di F. Masini e M. Montinari, Milano, Adelphi 1991, pp. 191-192.

7 Per un'analisi di queste idee di Kessler e di questo capitolo della sua

bio-grafia, ci permettiamo rinviare al nostro saggio Die Enttiiuschung der Macht.

Zu Kesslers Nietzsche-Bild, in Harry Graf Kessler: ein Wegbereiter der Moderne, a cura di G. Neumann e G. Schnitzler, Freiburg i.Br., Rombach 1997. Per

un'a-nalisi più generale del rapporto Kessler-Rathenau rinviamo inoltre al nostro

saggio La storia come possibilità. Musi!, Rathenau, Kessler, in Miscellanea in

ricordo di Ferruccio Masini, a cura di P. Chiarini, Roma, Istituto Italiano di

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