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Voltaire, Dizionario filosofico. Tutte le voci del Dizionario filosofico e delle Domande sull’Enciclopedia. Testo francese a fronte, a cura di Domenico Felice e Riccardo Campi, Bompiani, Milano, 2013, 3084 pp.

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Voltaire, Dizionario filosofico. Tutte le voci del Dizionario filosofico e delle Domande sull’Enciclopedia. Testo francese a fronte, a cura di Domenico Felice e Riccardo Campi, Bompiani, Milano, 2013, 3084 pp.

La riflessione di Voltaire è talmente debordante e multiforme da essere difficilmente riconducibile a qualsiasi tentativo di sintesi organica. Questo «caos di idee chiare» – per riprendere una celebre formula di Émile Faguet – trova una trasposizione particolarmente calzante nel Dizionario filosofico e nelle Domande sull’Enciclopedia, opere che il presente volume offre per la prima volta in versione integrale al lettore italiano, corredando la traduzione (come consuetudine nella collana «Il pensiero occidentale») con il testo originale a fronte. Il valore culturale di una simile operazione, in sé già evidente, è ulteriormente accentuato dal fatto che si tratta a ben vedere della prima edizione moderna completa di questi scritti, in quanto l’edizione critica delle Questions sur l’Encyclopédie, pubblicata in otto tomi sotto la direzione di Christiane Mervaud e Nicholas Cronk per i Complete Works of Voltaire (Oxford, Voltaire Foundation), è ancora in corso di stampa.

Il titolo del volume, curato da Domenico Felice e Riccardo Campi, potrebbe tuttavia trarre in inganno il lettore non specialista, favorendo l’insorgere di alcuni fraintendimenti legati in realtà alle tormentate vicende editoriali degli scritti in questione. Sotto il titolo di Dizionario filosofico si fa generalmente riferimento a quello che lo stesso Voltaire aveva presentato nel 1760 come Dictionnaire philosophique portatif, ossia, per riprendere le sue stesse parole, un «resoconto che rendo a me stesso, seguendo l’ordine alfabetico, di tutto ciò che devo pensare su questo mondo e sull’altro». Quest’opera, che contava 118 voci nella sua edizione definitiva (quella del 1769) e che fu più volte ristampata nel corso della vita del patriarca di Ferney, è da lungo tempo oggetto di svariate traduzioni italiane. Alla morte di Voltaire, i curatori della prima edizione postuma dei suoi scritti – Condorcet e Decroix – riunirono tuttavia sotto il titolo di Dictionnaire philosophique numerosi altri testi, che comprendevano le Questions sur l’Encyclopédie, apparse tra il 1770 e il 1772 in nove volumi in ottavo, le voci redatte per l’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert, le voci destinate al Dictionnaire de l’Académie française, nonché alcuni componimenti comparsi precedentemente in raccolte di Mélanges e una quarantina di manoscritti inediti. Oltre a tutti questi testi l’edizione curata da Condorcet e Decroix – indicata convenzionalmente come «edizione di Kehl», dal nome del suo stampatore – fondeva come singole voci del Dictionnaire philosophique anche alcune epistole tratte dalle Lettres philosoquiques, date alle stampe nel 1734 e mai ripubblicate come opera autonoma.

A parte queste ultime voci, i due principali editori ottocenteschi delle opere complete di Voltaire – Beuchot e Moland – adottarono il titolo e il criterio di selezione seguito dagli editori di Kehl. Solo i già menzionati Complete Works of Voltaire, monumentale lavoro di erudizione destinato a rimanere l’edizione critica di riferimento per molte generazioni a venire, hanno ripristinato la storia intellettuale di ogni singola opera, smembrando il «mostro editoriale» (la definizione è di Christiane Mervaud) creato nel corso dell’Ottocento.

Alla luce di queste considerazioni, appare lecito domandarsi che senso abbia riproporre – nonostante una Tavola delle voci (pp. 3051-3081) che fornisce l’originaria disposizione delle singole entrées – un corpus di testi che non rispecchia appieno gli attuali criteri filologici di scientificità. Una risposta convincente a questo interrogativo è offerta da Riccardo Campi nella densa Introduzione (pp. IX-LXIV) che apre il poderoso volume. Al di là della tormentata vicenda editoriale degli scritti in questione, che viene ricostruita in queste pagine introduttive con una chiarezza e una dovizia di particolari che riescono tuttavia a non sconfinare in una sterile erudizione, il Dizionario filosofico – inteso nella sua versione filologicamente spuria – si può considerare «quanto di più prossimo a un compendio del pensiero voltairiano il lettore disponga» (p. IX). Le oltre quattrocento voci che lo costituiscono, di lunghezza e consistenza estremamente eterogenea, hanno l’indubbio merito di far intraprendere al lettore un vero e proprio viaggio all’interno delle idee che Voltaire meditò, non senza ripensamenti e contraddizioni, per più di cinquant’anni, servendosi del suo impareggiabile ed eclettico stile letterario. Tali idee spaziano dalla teologia alla politica, dalla critica biblica alla medicina, dalla metafisica alla geografia, sino a toccare tutte le principali dottrine e teorie che alimentarono il dibattito intellettuale settecentesco.

Il volume pubblicato per i tipi della Bompiani ha in conclusione l’indubbio merito di presentare – in un’edizione economica alla portata del grande pubblico – quello che si può probabilmente considerare l’essenza dalla filosofia di Voltaire, intesa naturalmente nella peculiare accezione, pratica e asistematica, che il suo autore le attribuiva. L’auspicio è che esso possa contribuire a un approfondimento del dibattito – in

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parte ancora assente o superficiale nel nostro Paese – sull’effettivo statuto di Voltaire philosophe e sul posto che la sua riflessione debba occupare nella storia della filosofia e delle idee. [M. Me.]

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