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Micropropagazione e risanamento di cultivar di carciofo tipiche della Val di Cornia(Livorno)

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Academic year: 2021

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Riassunto

La propagazione del carciofo in Italia è realizzata normalmente ricorrendo ai carducci e agli ovoli. Questa tecnia, pur apparendo economicamente vantaggiosa, presenta notevoli svantaggi di ordine fitosanitario e di uniformità della coltura. Infatti, se il materiale di propagazione per l’impianto di una nuova carciofaia viene prelevato da piante madri infette da virosi o malattie simili, anche nel nuovo impianto si osserverà la stessa problematica fitosanitaria. Tutto ciò è anche aggravato dal fatto che alcuni dei virus più dannosi sono trasmessi da vettori animali, come afidi, tripidi e nematodi, che incrementano la diffusione in campo di queste malattie. In Italia sono stati segnalati fino ad oggi una quindicina di virus responsabili di danni alla coltura. Tra questi si ricordano il Virus Latente del Carciofo (ArLV), presente in tutte le aree di coltivazione, e il Virus Latente Italiano del Carciofo (AILV), non ugualmente diffusi in tutte le aree cinaricole ma assai dannosi. Il controllo delle malattie virali è notoriamente di tipo preventivo e si basa sull’impiego di materiale di propagazione sano (o risanato). Gli effetti negativi delle infezioni virali sulla quantità e la qualità della resa hanno messo in evidenza l’importanza di creare nuovi impianti di carciofo con materiale di propagazione virus-esente. Al momento non esistono fonti di carciofo cv Terom e Tema 2000 con le caratteristiche fitosanitarie richieste dal D.M del 14.4.1997, che appunto definisce definiscono i requisiti di identità varietale e fitosanitari del materiale di propagazione commercializzato nel nostro Paese.

Pertanto, in questo studio è stato messo a punto un protocollo di propagazione e risanamento in vitro per queste due cultivar. La coltura d’apice meristematico ha consentito di ottenere circa il 50% di piante risanate per il virus ArLV. Usando la tecnica di diagnosi molecolare nota come ‘double step RT-PCR’ ha consentito di selezionare materiale vegetale (plantule) esenti da virus già durante il loro allevamento in vitro. Con questo materiale è stata costituita una collezione delle cultivar Terom e Tema, entrambe allevate in vitro e in vivo (in vaso). Dopo opportuna verifica delle caratteristiche agronomiche, questo materiale potrebbe essere utilizzato come piante-madri per l’ottenimento di materiale di propagazione (carducci o ovuli) sanitariamente controllato.

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