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Attività fisica preventiva e adattata nel dorso curvo: studio di un soggetto in età evolutiva

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Academic year: 2021

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1 Scuola di Medicina

Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale

Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell'Area Critica

Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia

____________________________________________________________

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE E TECNICHE DELL’ATTIVITA’ MOTORIE PREVENTIVE E ADATTATE

Presidente: Prof. Fabio Galetta

" Attività fisica preventiva e adattata nel dorso curvo:

studio di un soggetto in età evolutiva”

RELATORE

CHIAR.MO PROF. ALBERTO

FRANCHI

CANDIDATO

DOTT. ILARIA TADDEI

ANNO ACCADEMICO 2017/2018

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"Attività fisica preventiva e adattata nel dorso curvo:

studio di un soggetto in età evolutiva”

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3 INDICE

INTRODUZIONE ABSTRACT

CAP 1 – Attività fisica e Ginnastica

1.1 Attività fisica Preventiva e Adattata: Definizione e concetti generali

………..pag 6

1.2 Attività fisica Preventiva in età evolutiva………...pag.7

1.3 Il ruolo e il significato della Ginnastica e dell’Esercizio fisico….pag. 11

1.4 La Ginnastica Correttiva: Paramorfismi e Dismorfismi………....pag. 14

CAP 2 – Il dorso curvo

2.1 Classificazione e definizione………. pag. 17

2.2 Il Dorso Curvo nell’età adolescenziale……….. pag 20

2.3 Gli obiettivi della Ginnastica nel Dorso Curvo ………..pag. 23

2.4 Mezzi e strumenti per il trattamento del Dorso Curvo……... pag. 24

2.5 I contenuti: gli esercizi generali e specifici per il dorso curvo...……pag. 26

2.6 Valutazione e verifica………...pag. 30

CAP 3 – Studio di un soggetto in età evolutiva

3.1 Come si riconosce un Dorso Curvo: l’esame morfologico e funzionale

………...pag. 31

3.2 Il soggetto osservato: Anamnesi e valutazione iniziale…………..pag 35

3.3 L’evoluzione e il confronto: il protocollo di lavoro svolto……….pag 39

CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ALLEGATO A ALLEGATO B ALLEGATO C ALLEGATO D

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4 INTRODUZIONE

L’elaborato ha come obiettivo principale quello di classificare e definire il Dorso Curvo nel quadro di uno studio riferito ad un adolescente che ho seguito in palestra. Lo scopo è di analizzare il suo andamento, i possibili interventi per la correzione e le problematiche legate alla postura, alla salute e allo stato psico-fisico nei soggetti portatori. Legato a quanto sopraesposto, l’attività fisica preventiva, la ginnastica correttiva e gli esercizi specifici rappresentano una componente fondamentale e efficace per la sua risoluzione e proprio in questo elaborato si evidenzierà, tramite un adolescente osservato, l’efficienza e i benefici che essa determina se eseguita con costanza e in modo controllato. Il presente testo, descrive e illustra nell’ultima parte della stesura il protocollo di intervento, le metodologie applicate, i mezzi, gli strumenti e le tecniche I. D. (Istituto Duchenne1) specifiche per trattamento del dorso curvo, questo mettendo in confronto e valutando, tramite documentazione, l’evoluzione del soggetto osservato.

1 'ISTITUTO DUCHENNE è un istituto privato italiano di Educazione Fisica. E' stato fondato il 18 maggio

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5 ABSTRACT

Il Dorso Curvo rappresenta una deformità molto diffusa, dalle forme ai limiti della normalità alle forme più gravi, la cui causa spesso viene riconosciuta con un origine posturale. Nella valutazione e nella gestione di un soggetto ipercifotico, la prevenzione, l’attività fisica e la ginnastica specifica diviene importante per il suo trattamento, che se non adeguatamente svolta, nel tempo, può aggravare lo stato iniziale fino all’irreversibilità. Al livello pratico, tramite la ginnastica, esistono tecniche e esercizi generali e specifici da applicare per prevenire, per correggere e per non peggiorare l’andamento di un dorso curvo.

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CAP 1 –L’ ATTIVITA’ FISICA E LA GINNASTICA

1.1 L’attività fisica preventiva e adattata: definizione e concetti generali.

Attività Fisica Preventiva è una branca dell’Attività Motoria, è una disciplina che ha come obiettivi fondamentali la prevenzione delle alterazioni morfologiche, sia in soggetti normodotati che in soggetti portatori di disarmonie morfo-funzionali, delle malattie e delle problematiche relative alla sedentarietà in diverse fasce di età, ed è per tale motivo finalizzata al miglioramento della qualità di vita e al miglioramento dello stato di benessere. L’attività motoria è preventiva nel momento in cui si pone come obiettivo la continuità del soggetto, ottenibile attraverso un intervento, didattico e organizzativo, a essere disponibile e ad assumere atteggiamenti che conducono ad una modifica, e ad una stabilizzazione di comportamenti tesi verso stili di vita attivi. Nell’Educazione al movimento, nelle età della vita e nell’attività motoria preventiva diviene così prioritario l’apprendimento di comportamenti (stili di vita, posture, atteggiamenti, gesti, disponibilità, competenze, prestazioni relative) piuttosto che l’apprendimento di abilità (movimenti, prestazioni assolute). Nel complesso l’attività motoria preventiva si occupa quindi dell’educazione e della rieducazione delle funzioni, del movimento, della corporeità nella sua globalità, della postura e del ripristino dell’armonia e dell’efficienza motoria e psico-fisica.

Con il termine prevenire si indica una serie di azioni finalizzate a eliminare o a ridurre al minimo il verificarsi di situazioni dannose, o comunque pericolose sia per le persone, che per gli animali e le cose. In campo sanitario, con prevenzione si intende l'insieme delle azioni volte al mantenimento o al miglioramento dello stato di salute, quindi volte ad anticipare l'insorgere di un determinato tipo di patologia, o a curarne gli effetti, o a limitarne i danni.

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Esistono infatti tre livelli di prevenzione:

Primaria: evita o contrasta l'insorgere di una patologia

Secondaria: è legata alla diagnosi precoce di una patologia nascente

Terziaria: cura e riduce i "danni" prodotti da una patologia, limitando

le complicazioni.

L’Attività Fisica Adattata è un ramo delle Scienze Motorie- Educazione Fisica che studia gli esercizi ed i programmi motori rivolti a soggetti diversamente abili, adulti e anziani con patologie stabilizzate. Il programma di attività fisica adattata si rivolge anche a specifiche condizioni di salute che presentano condizioni dolorose ricorrenti, quali sindrome algica da ipomobilità o da osteoporosi, rachialgia cronica e/o riduzione delle capacità funzionali da malattie pregresse che hanno causato esiti invalidanti quali malattia di Parkinson, esiti da ictus, malattie reumatiche. È un intervento non sanitario che ha come obiettivo di accompagnare e rendere attiva la persona per il corso della vita modificandone lo stile di vita. Questo tipo di intervento, tramite semplici esercizi fisici alla portata di tutti, permettono al corpo di rimanere in movimento e permettono alla persona di rimanere socialmente attiva riducendo, inoltre, la spesa sanitaria. Infatti, una consolidata evidenza scientifica indica che numerose condizioni di morbosità, disabilità e mortalità prematura possono essere prevenute attraverso comportamenti e stili di vita sani, dove l’attività fisica viene riconosciuta come un fattore determinante. Se questo è vero per il soggetto sano, lo è ancora di più per quello malato.

1.2 L’attività fisica preventiva in età evolutiva

L’età evolutiva è il tempo in cui l’organismo si accresce e l’identità individuale si sviluppa. Il periodo di crescita post-natale, che dalla nascita si

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protrae fino a circa 17-18 anni di età, è il lasso di tempo disponibile per cui i processi biologici possono maturare e raggiungere la condizione adulta. L’età evolutiva viene abitualmente ripartita in tre fasi: infanzia, pubertà e adolescenza.

Infanzia: prima infanzia 0-3anni, seconda infanzia 3-6 anni, terza infanzia dal compimento del sesto anno all’inizio dello sviluppo puberale.

Pubertà (11-15 anni) periodo di cambiamenti fisici attraverso il quali il corpo diventa adulto e capace di riproduzione: inizia la comparsa di caratteri sessuali secondari.

Adolescenza: periodo che comprende la fine della pubertà all’età in cui termina l’accrescimento staturale (18-20 anni nelle femmine; 20-21 anni nei maschi).

Comprendere il processo di crescita è fondamentale per cogliere l’importanza dei cambiamenti dello sviluppo e per capire l’influenza che l’attività fisica può avere sul processo di crescita. L’attività fisica è un aspetto essenziale in età evolutiva, il regolare movimento è importante ai fini del corretto sviluppo psico-fisico, garantisce un fisiologico accrescimento e dona ai bambini molti

benefici che conserveranno anche in età adulta.

Dalla prima infanzia all’adolescenza, una corretta attività fisica garantisce il mantenimento di un peso corporeo adeguato, il corretto sviluppo di organi e apparati, promuove una crescita armonica del corpo, previene importanti patologie, sviluppa forza, agilità, resistenza e molto altro ancora. Oltre alla sfera puramente fisica, l’attività motoria ha un ruolo determinante in termini psicologici, educativi e sociali. I benefici dell’attività fisica sono molteplici, eppure il tempo che viene dedicato al movimento è spesso scarso e ridotto tanto da non ottenere i vantaggi sopracitati.La crescente diffusione del benessere economico e della meccanizzazione sono le cause storiche e sociali,

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ormai universalmente riconosciute, di quella sindrome da mancato o insufficiente esercizio, che Kraus e Raab, già negli anni sessanta, affidarono alla cultura mondiale col termine di «malattia ipocinetica». Questa sindrome è caratterizzata dell’interessamento di più organi e apparati che prendono il nome di “paramorfismi dell’età evolutiva”, è caratterizzata principalmente da ipotrofia, ipotono e dal “non uso” dei muscoli scheletrici, con conseguenti alterazioni a carico dell’apparato locomotore, di quello cardio-respiratorio e del sistema metabolico. La ridotta attività fisica crea infatti, i presupposti per la comparsa, nell’età giovanile, di paramorfismi, quali: atteggiamento scoliotico, dismetria degli arti, scoliosi, cifosi cervico-dorsale, cifosi dorsali, iperlordosi, varismo e valgismo delle ginocchia, piattismo del piede ecc… Il paramorfismo che si mette in evidenza nel corso dell’età evolutiva non è soltanto quello relativo a difetti di portamento o atteggiamenti posturali viziati. L’incapacità da parte dell’apparato cardiocircolatorio di rispondere in maniera adeguata ad uno sforzo, anche di lieve intensità e limitato nel tempo, unita a una minore efficienza ventilatoria è un quadro paramorfico di facile riscontro nei giovani. Ma non si possono escludere, fra i paramorfismi dell’età evolutiva, tutte quelle situazioni psicologiche che caratterizzano il «bambino difficile», quello la cui socialità risente di fattori ambientali negativi, quello che ha un apprendimento motorio meno vivace della media, quel bambino che, inserito in un gruppo di coetanei praticanti attività fisica organizzata, risentirebbe del beneficio di ricevere un infinità di stimoli educativi sia dal punto di vista motorio che comportamentale. Al concetto di paramorfismo indotto dalla mancanza di esercizio fisico si contrappone quello della «salute dinamica», rappresentato dal benessere psico-fisico derivante non soltanto dalla mancanza di malattie o malformazioni, ma altresì caratterizzato da una buona capacità di adattamento al lavoro fisico. Tale condizione può essere ottenuta attraverso l’allenamento sportivo, l’attività fisica e l’educazione motoria, che anche nei soggetti in età evolutiva, richiede continuità, ritmo e

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intensità adeguati, tali da promuovere gli opportuni adattamenti a carico dei vari organi e apparati.

Il 13 ottobre 2010, nella sua recente pubblicazione “Global recommendations on Physical activity for Health”, l’OMS fa il punto sulle attuali conoscenze degli effetti dell’attività fisica sulla salute. Ribadita l’importanza per la salute pubblica dell’attività fisica e di politiche che la sostengano, il documento definisce i livelli di attività fisica raccomandati per tre gruppi di età: giovani (5-17 anni), adulti (18-64) e anziani (dai 65 anni in poi).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea come una giusta dose di attività fisica nell’età della crescita contribuisca allo sviluppo di tessuti muscoloscheletrici (ossa, muscoli, legamenti), del sistema cardiovascolare (cuore, polmoni) ed endocrino-metabolico. Inoltre, favorisce la coordinazione e la capacità di controllo dei movimenti e facilita il mantenimento del peso ideale.

I bambini che svolgono una regolare attività fisica (sport di gruppo o individuali, giochi all’aria aperta, ginnastica), infatti, dimostrano una maggior fiducia nelle proprie possibilità, sono portati a una maggior autostima, alla facilità nei rapporti sociali, a una maggior sopportazione dello stress, e sono in un certo senso più "al riparo" dall’eventuale propensione a disturbi come ansia e depressione. Inoltre, l’esercizio fisico comporta migliore mobilità articolare, tonicità muscolare e corretta postura.

Secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, al fine di migliorare le condizioni cardiorespiratorie, scheletriche e muscolari dei bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e i 17 anni e i loro indicatori di salute metabolici e cardiovascolari:

 occorre accumulare almeno 60 minuti di attività fisica al giorno, di intensità da moderata a elevata

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 se si supera l’ora giornaliera di esercizio fisico, l’organismo ne trarrà

vantaggi in termini di benessere e salute

 la maggior parte dell’esercizio fisico è bene sia di tipo aerobico e che

attività di elevata intensità siano praticate almeno 3 volte a settimana, incluse quelle che rafforzano muscoli e ossa

Nasce così l’esigenza di avvicinare i bambini e i ragazzi all’attività fisica, che diviene una necessità assoluta in età evolutiva per crescere in uno stato di buona salute e preventiva per quelli che un domani potranno essere degli adulti sani e attivi.

1.3 Il ruolo e il significato della Ginnastica e dell’esercizio fisico

La Ginnastica è la scienza che studia l’esercizio fisico, gli effetti che con esso si possono produrre sull’organismo umano e che ha per fine il conseguimento ed il mantenimento della buona salute ( da Girolamo Mercuriale2, modificata.). La Ginnastica è una branca dell’Educazione Fisica.

Emilio Baumann3 definisce l’esercizio fisico come atto motorio voluto e precisato, l’esercizio fisico nella Ginnastica è sempre finalizzato all’acquisizione e/o al perfezionamento ed al mantenimento di una determinata abilità motoria.

La Ginnastica comprende:

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Girolamo Mercuriale:(Forlì, 30 settembre 1530 – Forlì, 8 novembre 1606) è stato

un medico e filosofo italiano, celebre per avere per primo teorizzato l'uso della ginnastica su base medica. Fu autore di De arte gymnastica (1569), la prima opera moderna che consideri scientificamente il rapporto tra l'educazione fisica e la salute.

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Emilio Baumann (Canonica d'Adda, 9 aprile 1843 – Roma, 29 luglio 1917) è stato un medico e insegnante italiano.

È considerato il fondatore della ginnastica italiana.

Ha contribuito in modo decisivo all'inserimento dell'educazione fisica nell'ambito della medicina preventiva e del processo educativa della persona e definiva l’educazione fisica “il miglior sistema dei ginnastica”

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1. Esercizi di tipo applicativo: quelli necessari per l’apprendimento ed il mantenimento di specifiche abilità motorie, che si rifanno in particolare agli schemi motori di base come camminare, correre, saltare, lanciare, arrampicarsi, nuotare, lottare, equilibri, quadrupedia etc…

Queste famiglie di esercizi dovrebbero essere insegnate ad ogni persona fin da piccoli, per facilitare l’apprendimento. Qualora ciò non fosse stato fatto, sarebbe opportuno realizzare il loro apprendimento a qualsiasi età, naturalmente con le ovvie limitazioni dovute alle esigenze delle diverse età. Esse rappresentano la base della motricità umana .

2. Esercizi di tipo specificamente salutistico: come quelli di controllo posturale , di controllo della ventilazione polmonare (G.R.I. Ginnastica Respiratoria Intrinseca) di rilassamento, di scioltezza articolare, di allungamento muscolotendineo, di schema corporeo, ecc.

3. I giochi di movimento (pallavolo, tennis, pallacanestro, calcio, altalena, salto con la funicella , tiro alla corda , tiro con l’arco, arrampicata, giochi di equilibrio di ogni genere ecc.)

Molti di questi giochi sono Sport e gare sportive, ma in ginnastica essi mantengono la loro semplicità e non hanno le finalità che si riscontrano nello Sport (agonismo, vittoria, premi ecc.), nella Ginnastica infatti, il gioco rimane tale ed è fatto per soddisfare il desiderio di eseguire quella gestualità motoria. L’Educazione Fisica e lo Sport condividono i mezzi e le tecniche, ma il fine è ben diverso.

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Il nostro corpo ha le caratteristiche, secondo il Medico, Ortopedico e Direttore dell’Istituto Duchenne Marco Pecchioli4

, di una “macchina biologica”. Tale caratteristica implica il fatto che il corpo è in grado di costruirsi e di ripararsi da sé, questo avviene per meccanismi biochimici e per la conformazione del DNA specifica per ogni individuo. Oltre a ciò il corpo è in grado di rafforzarsi da sé, di divenire agile e di acquisire abilità come forza, resistenza e efficienza: per il benessere, per la sopravvivenza, per la difesa e per la prevenzione della macchina biologica. Queste capacità si acquisiscono e le modificazione del nostro corpo avvengono soltanto se vengono esercitate, ecco il motivo per cui, nel mondo civilizzato, si capisce l’utilità ma anche la necessita di fare Ginnastica.

Il corpo, in altre parole, senza l’esercizio fisico non potrebbe godere di tutti quei benefici derivanti come conseguenza diretta dall’esercizio fisico stesso, cioè quella di conseguire contemporaneamente una buona efficienza fisica e una buona e bella forma del suo corpo.

Il ruolo della Ginnastica è fondamentale per l’aspetto puramente motorio e per finalità educative insite nell’insegnamento e nella pratica di essa.

A livello motorio assume il ruolo di:

1. insegnare fin da piccoli a muoversi e ad apprendere la motricità naturale dell’uomo.

2. insegnare il controllo dell’assesto del corpo (educazione posturale).

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Il Dott. Pecchioli si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1979 presso l'Università degli Studi di Firenze, e si è specializzato in Ortopedia col massimo dei voti nel 1989. Esercita tuttora in tale settore della medicina come libero professionista. E’ stato titolare della cattedra per l’insegnamento della Ginnastica Correttiva presso l'ISEF di Firenze dal 1978 al 1997. Ha fondato nel 1988 l’Istituto Duchenne (Scuola Nazionale di Educazione Fisica), di cui è Direttore.

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dare al corpo una preparazione di base utile per tutte le attività di svago e lavorative tali da poter essere affrontate senza limitazioni.

Nei fini educativi ci insegna a:

1. capire le situazioni di pericolo ed imparare le modalità per affrontarle. 2. capire i propri limiti di efficienza fisica ed agire per migliorarli.

3. capire il rispetto degli altri e il valore dall’autodisciplina .

Gli obiettivi specifici della Ginnastica hanno lo scopo, oltre a quello già elencato, di migliorare l’aspetto di tutto il metabolismo e della funzionalità articolare, di irrobustimento della muscolatura e dello scheletro , di migliorare le funzioni cardiorespiratorie e neurologiche , di prevenire infortuni e obesità e infine mirano al miglioramento della socializzazione, dello sviluppo della capacità decisionali, dello scarico di tensioni emotive ecc.

La pratica della Ginnastica determina nella crescita la formazione e l’accumulo di “riserve di efficienza fisica” che saranno utilizzate successivamente in età adulta e durante l’invecchiamento.

2.3 La Ginnastica Correttiva : Paramorfismi e Dismorfismi

La Ginnastica Correttiva è la disciplina che studia “l'esercizio fisico in funzione della sua efficacia nella correzione dei Paramorfismi" (M. Pecchioli) Deve, pertanto, spaziare sulle conoscenze di tutta l’Educazione Fisica, degli Sport e di tutte le attività motorie in genere (compresa ad esempio: le tecniche di rilassamento, le varie danze, lo hatha yoga, ecc. ) avendo come base la conoscenza del corpo umano e le problematiche del suo divenire durante la vita adulta.

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La Ginnastica Correttiva sviluppa nei minimi dettagli la possibilità di intervenire sulla forma del corpo quando questo è in fase di accrescimento, attraverso degli “esercizi fisici”.

Oggetto della Ginnastica Correttiva sono i Paramorfismi, per questo non è necessario che gli esercizi di ginnastica correttiva scaturiscono modificazioni anatomiche dell’organismo perché i paramorfismi sono tali in quanto non strutturati. La scelta degli esercizi verte sulla conoscenza dell’anatomia funzionale. La conoscenza della ginnastica correttiva è fondamentale e utile per tutti coloro che svolgono un lavoro nell’ambito delle attività motorie poiché, in genere, si troveranno di fronte a soggetti portatori di paramorfismi. La ginnastica correttiva fa proprie tutte le tecniche di tutte le attività motorie che vengono utilizzato a vantaggio di qualche paramorfismo. Proprio in merito a ciò, certi esercizi e certe tecniche sono sia in comune alla ginnastica correttiva che in altre discipline come la ginnastica artistica, la danza, lo hatha yoga, cosi come le tecniche di potenziamento della forza muscolare, o di sviluppo della motilità articolare ecc., essendo tecniche comunemente usate e applicate nella stessa maniera, in qualsiasi disciplina.

La Ginnastica Correttiva non si occupa dei Dismorfismi, cioè di un alterazione morfologica con danno strutturale delle componenti scheletriche, che, invece, è compito della Ginnastica Medica5.

I dismorfismi più comuni sono:

1. CIFOSI DORSALE (congenita, senile, osteocondrosi) 2. SCOLIOSI

5 La ginnastica medica è un tipo di ginnastica altamente personalizzata che mira al ripristino di situazioni

critiche dell’apparato locomotore dovute a condizioni croniche o traumatiche.

Con la ginnastica medica si possono migliorare o risolvere le situazione dolorose e mediante essa tornare a rifare le attività motorie quotidiane sportive.

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3. DISMETRIE DEGLI ARTI INFERIORI

La Ginnastica Correttiva si occupa dei Paramorfismi; la cui definizione è la seguente: “Alterazione della forma e/o della motilità o funzionamento di una parte del corpo che, per motivi diversi, si discosta in senso peggiorativo dalla normalità, ma in modo potenzialmente non irreversibile, in soggetto in età evolutiva.” (M. Pecchioli)

In altre parole il paramorfismo è tale quando, se trattato in età opportuna e per un periodo sufficiente con la ginnastica adeguata, risolve verso la normalità. Importante nei soggetti paramorfici è la capacità di autocorrezione, poichè senza quest’ultima, il paramorfismo resta sostanzialmente immodificato. La ginnastica per raggiungere il suo obiettivo, deve per questo agire sulla volontà del soggetto. Per esempio, un dorso curvo potrà essere considerato un paramorfismo se, dicendo al soggetto di mettersi dritto, questo sarà capace di realizzare quanto richiesto, oppure se qualora non ne fosse capace, possa essere raddrizzato passivamente con un azione esterna capace di far capire al soggetto quello che è stato richiesto, e fatto ciò sia poi in grado di mantenere volontariamente tale posizione.

Nei Paramorfismi rientrano principalmente: 1. il PIEDE PIATTO LASSO INFANTILE

2. il DORSO CURVO ASTENICO (da distinguere dal Dorso Curvo Rigido)

3. l'ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO (da distinguere dalla vera e propria Scoliosi)

4. il PORTAMENTO RILASSATO 5. le SCAPOLE ALATE

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6. rigidità SCAPOLO-OMERALE E COXO-FEMORALE

PARAMORFICA

Tutti questi, che possono essere intesi come "vizi posturali", devono essere trattati con la ginnastica correttiva, poiché si basa:

1) sulla esatta collocazione dell'effetto motorio di ogni singolo esercizio

2) sulla ricerca della buona postura non solo in ogni momento della sua esecuzione, ma anche come abitudine di vita.

CAP. 2 IL DORSO CURVO 2.1 Classificazione e definizione

La colonna vertebrale formata da 33/34 vertebre, può essere suddivisa in quattro regioni che, partendo dall’alto sono denominate: cervicale, dorsale,

lombare e sacrale.

Nell’adulto è rettilinea sul piano frontale e divide esattamente il corpo in due parti simmetriche, mentre sul piano sagittale presenta quattro curve: due a convessità anteriore e due a convessità posteriore.

Le curve anteriori sono nelle regioni cervicale e lombare e sono dette lordosi mentre quelle posteriori sono nelle regioni dorsale e sacrale e sono denominate cifosi.

Le alterazioni delle curve fisiologiche possono presentarsi accentuate (iperlordosi e ipercifosi), diminuite (ipolordosi e ipocifosi), o scomparire (dorso piatto).

Il dorso è curvo quando la normale cifosi è accentuata. La fisiologica cifosi toracica in età evolutiva è compresa tra i 25° e i 40-45°. Al di sotto dei

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25° Cobb6 si definisce "dorso piatto", mentre al di sopra dei 45°-50° Cobb si definisce come ipercifosi toracica. Il limite fra “fisiologico” e “patologico” non è determinante in assoluto con la misurazione delle curve. Nel classificare “normale” o “patologica” una cifosi occorre valutare tutti i fattori tipizzanti (struttura vertebre).

Il dorso curvo consiste in un aumento della cifosi dorsale generalmente accompagnato da un'accentuata lordosi lombare. Talvolta la cifosi può essere anche molto marcata, ma rimane comunque discretamente mobile, facilmente e volontariamente correggibile.

Gli atteggiamenti cifotici dell'età giovanile sarebbero da attribuirsi in prevalenza ad una ipostenia dei muscoli erettori del tronco cui consegue un'accentuazione della curva fisiologica. Alla componente muscolare si sovrappone una importante difficoltà neuromotoria di controllo posturale e, molto spesso, un atteggiamento psicologico di introversione, di "chiusura" (termine non a caso utilizzato nel parlare comune).

Sono generalmente curve ben correggibili ma potenzialmente possono andare incontro a strutturazione con conseguente rigidità (Dorso Curvo Rigido). La cifosi possono essere classificata nel modo seguente:

Forme inizialmente NON strutturate (paramorfiche)  ASTENICO

 MUSCOLARE  POSTURALE  PSICOGENO  FAMILIARE

 SECONDARIO (ad esempio per rigidità delle anche, ecc.)

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Metodo Cobb: misura l’angolo formato dalle perpendicolari alle rette tangenti le vertebre limitanti, superiormente ed inferiormente, la curva.

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Forme strutturate (dismorfiche)

 CONGENITO ( cause: asoma, emisoma, disturbi sviluppo dischi, ecc.)  OSTEOCONDROSICO (m. di Scheuermann)  IDIOPATICO  SENILE (degenerativa)  OSTEOPOROTICO  TRAUMATICO  INFETTIVO ( acquisita )  TUMORALE  IATROGENO

 DA M. SISTEMICHE (disturbi dello sviluppo osseo, distrofia muscolare, ecc.)

 DA M.BRONCOPOLMONARI  ALTRE CAUSE

L’aspetto di un soggetto ipercifotico si presenta con le seguenti caratteristiche:

1. cifosi dorsale;

2. postura incurvata in avanti, scapole in anteriore e testa bassa che protrae in avanti;

3. iperlordosi lombare

Il Dorso Curvo è la curva esposta più delle altre all’ azione deformante della forza di gravità ed in molte persone essa rimane permanentemente accentuata, per questo è importante che i bambini crescano forti e dritti e gli adulti mantenessero il più possibile tale atteggiamento corretto per prevenire in età senile l’incurvamento.

Il dorso curvo si manifesta con segni particolari, che devono essere valutati con attenzione dallo specialista, per poter fare una diagnosi corretta.

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Per distinguere un dorso curvo da un atteggiamento cifotico (un semplice difetto posturale) è sufficiente far eseguire un’estensione (raddrizzare) della colonna verso l’alto: se la colonna dorsale è rigida e non si rettilineizza completamente è presente un dorso curvo, se invece si raddrizza è un atteggiamento viziato correggibile con una presa di coscienza.

2.2 Il Dorso Curvo nell’età adolescenziale

Il dorso curvo giovanile o ipercifosi rappresenta l’accentuazione della normale curva cifotica della colonna dorsale ed è la deviazione del rachide sul piano sagittale più frequente in età adolescenziale. Si apprezza molto bene valutando il giovane soggetto di lato, di profilo, e soprattutto facendogli flettere in avanti il tronco. Oltre al danno estetico, nelle forme più gravi determina dolori vertebrali e può provocare difficoltà respiratoria.

In età evolutiva compare e si aggrava soprattutto nel periodo dello sviluppo. Il periodo caratteristico di insorgenza ed evoluzione corrisponde alla fase di crescita puberale (10-13 anni nelle femmine, 12-15 anni nei maschi), fino al termine della maturazione ossea (1-2 anni dopo il termine della crescita staturale).

Molto spesso (8 casi su 10) il dorso curvo si aggrava nel sesso maschile.

Le forme più frequenti nell’età adolescenziale sono il Dorso Curvo Astenico e il Dorso Curvo Osteocondrosico, noto come Osteocondrosi vertebrale o

Malattia di Scheuermann.

Il dorso curvo astenico è più frequente in soggetti di età compresa tra gli 8 e i 12 anni. La cifosi astenica non è una condizione patologica ed è attribuita a fattori predisponenti quali debolezza muscolare (ipotonia soprattutto a carico dei muscoli erettori della colonna e paravertebrali), impaccio neuromotorio,

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lassità legamentosa e alta statura che combinati con fattori psicologici determinano una postura scorretta del ragazzo. La causa di questa forma è infatti attribuita all’associazione di una costituzione gracile del soggetto e di un’introversione caratteriale, che porta tali individui a chiudersi in sé stessi con la tipica postura incurvata in avanti e la testa bassa. Il dorso curvo astenico è infatti, almeno nella sua fase iniziale, considerata un paramorfismo. Non sono presenti deformità a carico delle vertebre e dei dischi. Essendo un paramorfismo, tale forma è reversibile se viene corretta la postura; se invece l’atteggiamento persiste la curva può andare incontro a strutturazione. La Malattia di Scheuermann, invece, insorge maggiormente in soggetti di sesso maschile tra i 9 ed i 15 anni, con apparente familiarità, e colpisce elettivamente il tratto dorsale del rachide. L’incidenza stimata è dell’1-8%. Nel morbo di Scheuermann invece si riscontrano, tipicamente a carico delle vertebre del distretto toracico, alterazione della matrice cartilaginea, ispessimento del legamento longitudinale anteriore, ossificazione del legamento giallo e del legamento longitudinale posteriore, assottigliamento dischi intervertebrali, cuneizzazione anteriore superiore a 5° di almeno 3 vertebre adiacenti all’apice della curva cifotica, prolasso del nucleo polposo sulla vertebra sottostante e talvolta ernie di Schmorl.

Nel caso di atteggiamento ipercifotico da alterato controllo posturale, in assenza di rigidità, sarà sufficiente un corretto programma di rieducazione motoria e rinforzo muscolare da svolgere sotto sorveglianza specialistica. Se ciò non avviene la curva diventa rigida e non più correggibile volontariamente.

Di fronte, invece, a ipercifosi strutturata con rigidità e deformità dei corpi vertebrali, è necessario ricorrere, in aggiunta alla attività motoria adattata, ad esercizi specifici e alla ginnastica, ad ulteriori terapie utilizzanti sistemi di sostegno e di correzione della colonna, come i corsetti e i busti (es:

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Milwaukee), per questo quella percentuale di soggetti che, mostrando curve patologiche strutturate, più accentuate ed a maggior rischio evolutivo, sarà necessario predisporre un puntuale ed efficace trattamento con corsetti da far portare alla persona.

In alcuni soggetti in età evolutiva esistono delle condizioni in cui il Dorso Curvo si presenta rigido come nella malattia di Scheuermann, nella spondilioartrite anchilosante, nelle fratture vertebrali, nelle malformazioni congenite e infine per esiti di infezioni vertebrale. Queste sono forme di dorso curvo dismorfico.

In qualsiasi caso sopracitato, è importante rendere consapevole l’adolescente del proprio atteggiamento posturale e di inserirlo in programma di attività motoria e di Ginnastica poiché quest’ultima è efficace ed indispensabile sia nel caso di Dorso Curvo Rigido (come complemento al corsetto) sia nel caso di semplice Dorso Curvo paramorfico, ben risolvibile con la sola Ginnastica Correttiva..

L'aspetto psicologico ha infatti un ruolo fondamentale nel caso del Dorso Curvo Paramorfico, che può essere affrontato e risolto in palestra proprio per il grande impatto che possono avere gli attrezzi della Ginnastica sullo sviluppo e sulla formazione di un soggetto in crescita, unitamente a tutti gli insegnamenti e gli esercizi che possono influire sul suo corretto portamento. Nel caso di un trattamento con corsetto (Dorso Curvo Rigido), la Ginnastica è ancora più necessaria, in quanto occorre:

 compensare la limitazione nei movimenti imposta dal corsetto

 fare in modo che il soggetto acquisisca lo schema corporeo necessario per mantenere nel tempo la correzione ottenuta con il corsetto

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 dare al soggetto, soprattutto nel delicato momento dell'età evolutiva, tutto ciò di cui abbisogna per crescere forte, agile e sicuro, in un'ottica che, guardando ben oltre al difficile periodo del corsetto, mira a formare una persona consapevole del suo corpo e delle proprie problematiche.

2.3 Gli obiettivi della Ginnastica nel Dorso Curvo

La capacità dell’esercizio fisico di cambiare il corpo è ancora più evidente durante il periodo della crescita. Perciò, sfruttando questa prerogativa dell’esercizio, la ginnastica nel Dorso Curvo e nei paramorfismi in generale mira a migliorare la morfologia e la postura dei bambini e dei ragazzi che con il crescere possono andare incontro a paramorfismi.

Quindi, nello specifico la ginnastica nel Dorso Curvo, si prefigge l’obiettivo di correggere e arrestare l’evoluzione della curva e di modificare gli atteggiamenti scorretti.

In sintesi, la ginnastica e l’esercizio hanno l’obiettivo di:  contenimento dell’evolutività delle curve.

 miglioramento biomeccanico delle strutture di sostegno del rachide.  irrobustimento e potenziamento muscolare.

 sbloccaggio del dorso.  ridurre la rigidità.

 allungamento muscolare

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 miglioramento estetico.

 contenimento dei danni psicologici.  riduzione della sintomatologia dolorosa.

 sbloccaggio emotivo e psicologico per l’esercitazioni con i grandi attrezzi.

 mantenimento della buona salute.

 sviluppo, miglioramento e consolidamento delle capacità motorie.

2.4 Mezzi e Strumenti per il trattamento del Dorso Curvo

La finalità del trattamento del dorso curvo mira a rinforzare la muscolatura dorsale ed addominale, utilizzando esercizi di sbloccaggio del rachide dorsale per ottenere il riallineamento della colonna e correggere l’errata postura. Il trattamento deve comprendere la ginnastica respiratoria, giochi di gruppo e attività di nuoto e vita all’aria aperta.

Per contenuti si intende un piano di lavoro generico che comprende un insieme di tecniche che si applicano per il trattamento del dorso curvo, che possono essere così sintetizzate :

 esercizi di presa di coscienza  esercizi di schema corporeo  esercizi di sbloccaggio

 esercizi di irrobustimento muscolare  esercizi per l’equilibrio

 esercizi con forte impegno emotivo ( trapezio, anelli, palco di salita, studio delle verticali)

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La realizzazione di ciò avviene tramite la Ginnastica e tramite una palestra ben attrezzata, dove si utilizza tutti i grandi e piccoli attrezzi della ginnastica. Attraverso lo studio e l’uso degli attrezzi si impara a esercitarsi in modo sicuro e ad affrontare le situazioni di pericolo per diventare capaci di superarle e evitare i rischi qualora nella pratica quotidiana si verifichino situazioni analoghe, ma anche per capire che cosa può essere pericoloso e che

cosa no.

Nella Ginnastica sono previste le esercitazioni ai grandi attrezzi. Nei grandi attrezzi si praticano esercizi; nei quali il corpo viene impegnato in modo globale e completo. Consentono il maggior numero possibile di esperienze motorie, simili a quelle svolte in ambiente naturale: non solo quindi camminare e correre, ma anche saltare, lanciare, arrampicarsi e derampicare, rotolare, sospendersi, spostarsi in quadrupedia, esercitare gli equilibri, le varie forme di lotta…favorendo così lo sviluppo di tutte le capacità motorie dei bambini. I grandi attrezzi sono: la spalliera, gli anelli, il quadro svedese, il palco di salita con le sue pertiche, funi e scale di vario tipo, le parallele, l’asse d’equilibrio Baumann, la trave di equilibrio, il trapezio, ecc…Sono stati ideati o proposti da studiosi e esperti del passato per riprodurre in ambiente artificiale (la palestra) ciò che era già presente in natura, e potersi così esercitare senza correre rischi ed in modo ripetitivo.

Foto 1: Esempio di palestra fornita dei grandi e piccoli attrezzi della Ginnastica

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Sono previsti in contemporanea anche le esercitazioni con piccoli attrezzi quali bastoni, funicelle,

tavolette e appoggi.

Per il trattamento del dorso curvo ci si avvale quando vi è necessità di ortesi di sostegno come i corsetti “Milwaukee” al fine di ottenere un ulteriore meccanismo di spinta e

correzione. In questo caso è tuttavia fondamentale la rieducazione motoria attiva, allo scopo di associare ad un meccanismo correttivo passivo (uso del corsetto) uno attivo muscolare tramite esercitazione specifiche da fare in corsetto.

2.5 I contenuti: Gli esercizi generali e specifici per il Dorso Curvo

Tale paragrafo mette in evidenza le tecniche e gli esercizi utili al trattamento del Dorso Curvo. Le tecniche illustrate sono le “Tecniche I.D”, che stanno a indicare quell'insieme di esercizi elaborati presso Istituto Duchenne, Scuola Italiana di Educazione Fisica, diretto dal Prof. M. Pecchioli.

La Ginnastica per il Dorso Curvo comprende, secondo le tecniche I.D di: 1. esercizi Specifici

2. esercizi di Svincolo 3. esercizi Generali 4. esercizi in Corsetto

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ESERCIZI SPECIFICI:

 Di presa di coscienza - Autocorrezione allo specchio

- Studio dell’autoallungamento all’autortopede

associato alla respirazione

 Di sbloccaggio - Postura alla scala curva - Modellaggi passivi manuali - MO-DO

- Esercizi Indicati - Posizione del cigno

Foto 3: Studio dell'autoallungamento

all'Autoortopede

Foto 5 MO-DO modellatore dorsale Foto 4: Scala Curva

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 Di potenziamento

- Mm. Addominali eseguiti da semi-sospensione, dalla sospensione, dalle sospensioni-appoggio e da decubito supino

- Mm. Dorsali, uscite dalla spalliera - Esercizi scelti con bastone

ESERCIZI DI SVINCOLO - Sbloccaggio delle caviglie - Sbloccaggio delle ginocchia - Sbloccaggio delle spalle - Sbloccaggio delle anche

- Sbloccaggio del bacino allungamento ischio-crurali - Studio delle inclinazioni

Foto 8: Potenziamento addominale dalla sospensione-appoggio

Foto 9: Sbloccaggio caviglie e ginocchia. Posizione del Diamante

Foto 10: Sbloccaggio anche

Foto 11: Allungamenti I.C

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ESERCIZI GENERALI

- G. R. I ginnastica respiratoria intrinseca

- Studio del soffio, della respirazione addominale,

toracica combinata, a tempi controllati, a narici alternate, ecc.

- Studio dell’equilibrio del bacino

-Da decubito supino (gambe piegate e gambe dritte), da inginocchio carponi, da in piedi, dalla sospensione appoggio e dalla sospensione

-Esercizi di schema corporeo per i vari segmenti in

particolare per le spalle: eseguite da inginocchio seduto sui talloni (posizione del “diamante”) o da in piedi.

- Studio delle sospensioni- Studio di esercizi con forte impegno emotivo (grandi attrezzi)

- Esercizi all’asse d’equilibrio, eseguiti con controllo della postura corretta - Studio delle verticali

- Esercizi con piccoli attrezzi

Foto 13: schema corporeo con bastone

Foto 14:Schema corporeo con bastone

Foto 16: Studio oscillazioni alla scala orizzontale

Foto 15: Studio della verticale alle pertiche

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ESERCIZI IN CORSETTO

- Autoallungamento con le maniglie all’autortopede

- Addominali con le maniglie in decubito supino -Studio dell’asse d’equilibrio

Tutti gli esercizi devono essere eseguiti sotto la guida di un insegnate, importante è dare la precedenza agli esercizi specifici e il programma viene impostato con pochi esercizi alla volta. Gli esercizi con forte impegno emotivo devono essere impostati con la giusta gradualità incoraggiando il soggetto; essi sono fondamentale per rendere più viva la lezione e per far crescere l’autostima nell’allievo.

2.6 Valutazione e verifica

Di fondamentale importanza è una valutazione globale del paziente: è raccomandabile una valutazione complessiva del paziente comprendente gli aspetti patologico, estetico, psicologico, funzionale e familiare Si raccomanda che la valutazione del paziente affetto da deformità vertebrali sul piano sagittale sia complessiva, clinica e radiografica. Da questa prima valutazione si determina un protocollo di intervento specifico e adattato al soggetto. La verifica, l’osservazione in itinere insieme a un follow-up clinico semestrale permette un monitoraggio del soggetto, necessario per verificare

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l’andamento e l’entità della curva e se il protocollo di intervento è efficace e porta a dei risultati .

CAP 3 STUDIO D UN SOGGETTO IN ETA’ EVOLUTIVA

3.1 Come si riconosce un Dorso Curvo: l’esame morfologico e funzionale.

Per la diagnosi di Dorso Curvo e per la diagnosi differenziale è importante avvalersi dell’esame morfologico e funzionale. Tramite l’esame è possibile stabilire il protocollo motorio, capire l’entità della curva, se la curva si presenta rigida e se il soggetto è capace di autocorreggerla.

L’esame funzionale valuta:

- Mobilità articolare

- Paramorfismi- Dismorfismi - Test di correggibilità

- Armonie delle curve

La prima prova da fare per valutare un dorso curvo e chiedere al soggetto di mettersi in piedi davanti all’operatore, piedi uniti o leggermente discosti ma ben allineati sul piano frontale, successivamente dopo aver unito le mani tenendo le braccia tese davanti a sé lo si invita a flettere il busto in avanti cercando di toccare il terreno, con le mani sempre unite, mantenendo ben dritti gli arti inferiori senza il minimo piegamento delle ginocchia. Posto il soggetto in questa posizione l’operatore lo osserva di lato e valuta il modo in cui la colonna vertebrale nel suo insieme e nei singoli tratti (cervicale, dorsale, lombare) si flette in avanti. Fatta questa valutazione, l’operatore di lato alla persona pone la mano destra sull’apice della cifosi dorsale e la mano sinistra sotto al mento del soggetto, e con la prima spinge verso il basso

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mentre con la seconda estende il collo; si chiede così al soggetto di raddrizzare il tratto dorsale del rachide con il collo in massima estensione mantenendo l’inclinazione del tronco in avanti.

Foto 18-19: I due

momenti della prova da eseguire nella ricerca del dorso curvo

Con questa verifica è possibile valutare la capacità e la mobilità in estensione del rachide dorsale (mobile, ipermobile, rigido). Gli elementi che si potrà valutare sono dunque i seguenti: l’armoniosità del movimento in flessione in avanti della colonna vertebrale e la capacità o meno del tratto dorsale di estendersi.

Oltre a ciò questa prova evidenzia e valuta se l’angolazione flessoria è più concentrata sul tratto dorsale, o sul tratto lombare, permette anche di vedere il comportamento del bacino e in relazione a quest’ultimo se i muscoli ischio-crurali sono accorciati ( tanto più sono retratti i muscoli ischio-ischio-crurali tanto più il bacino resterà verticalizzato).

Gli elementi che permettono di determinare la normalità o meno della cifosi sono i seguenti:

1- eziologia 2- sede

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33 3- strutturazione 4- età 5- entità 6- presenza di dolore 7- evoluzione 8- riducibilità

Eziologia Nel caso di cifosi idiopatiche o conseguenti a patologie

generali, l’eziologia non è sufficiente a definire una curva patologica. Il contrario quando ci si trova di fronte a cifosi congenite, di altra patologia o osteocondritiche.

La sede È importante soprattutto se è atipica e non conserva il livello in

cui dovrebbe essere.

La strutturazione È il fattore tipizzante per eccellenza. Essa permette

di dare il giudizio di cifosi patologica quando nella curva è presente una sola vertebra cuneizzata con un angolo superiore a 10° oppure se la cuneizzazione è superiore a 5°in almeno tre vertebre.

L’età Soggetti sotto i 10 anni con cifosi astenica, sono destinati nella

maggior parte dei casi alla risoluzione spontanea. Da considerare coloro che presentano rigidità: essi possono essere considerati patologici. Sopra i 10 anni il fattore età non è più determinante nel giudizio di normalità o di patologia ma occorrono altri fattori di tipizzazione.

L’entità Una curva di entità anche superiore ai 35/40° può non essere

patologica specialmente se la persona riesce ad autocorreggersi o a diminuire l’entità della curva. Invece se la persona in età evolutiva con curva di 35°mostra una cifosi rigida, questa si può ritenere strutturata e quindi patologica.

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Presenza di dolore Il dolore è chiaramente attribuibile alla deformità

cifotica che può e non può essere presente.

Evoluzione Evento temporale che premette un controllo periodico in

epoche successive.

Riducibilità Capacità di modificare la curva.

La valutazione dell’entità angolare della curva cifotica dorsale si ha tramite l’esame radiografico che permette di calcolare in gradi Cobb l’angolo delle vertebre del tratto dorsale su una radiografia eseguita in proiezione latero-laterale in ortostatismo del rachide in toto. Tale calcolo avviene prendendo in

considerazione la vertebra limite superiore più inclinata e quella inferiore. Da considerare che la vertebra limite inferiore più inclinata non è sempre la T 12. A volte per alcune curve toraco -lombari può essere anche L1 - L2 -L3. La vertebra limite inferiore per la lordosi è sempre L5. In caso di lordosi estesa la vertebra limite superiore può essere anche la T11 o la T 12. La radiografia da una risposta completa della colonna in ortostatismo. In linea generale il primo elemento da prendere in considerazione di fronte ad un soggetto che sta curvo, è quello di valutare la rigidità o meno della curva stessa, ossia di comprenderne la correggibilità per poter successivamente stabilire un protocollo di lavoro o consigliare di rivolgersi ad un ortopedico per effettuare una radiografia.

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3.2 Il soggetto osservato: anamnesi e valutazione iniziale

Lorenzo G. di età 12 anni si presenta nel centro di ginnastica e fitness in cui lavoro nell’Ottobre 2016 dopo aver effettuato una visita ortopedica dallo Specialista Marco Pecchioli in data 11/10/2016 con le seguenti indicazioni prescritte:

 Ginnastica per Dorso Curvo ( si valuterà con la radiografia l’esatta diagnosi)

 Ginnastica Correttiva eseguita secondo le tecniche I.D. studiare in particolar modo gli esercizi di controllo posturale, di sospensione, il MO-DO, la scala curva e fare uno studio sistematico volto alla ricerca della fisiologica flessibilità delle anche, perchè sono anormalmente rigide (nota: si valuterà dalla RX eseguita, ma non ancora disponibile, se esistono delle controindicazioni specifiche)

 Evitare di assumere posizioni viziate.

 Può fare attività motoria di suo gradimento, ma non deve mai fare esercizi che incurvino la schiena. Questo vale a maggior ragioni anche per educazione fisica scolastica

A seguito della richiesta ortopedica, in data 08/10/2016, effettua la radiografia alla colonna vertebrale completa e al bacino sotto carico

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Dalla radiografia emerge:

 deviazione scoliotica dorso-lombare ad “s italica” con curva primaria sinistra-convessa lombare.

 accentuate le fisiologiche curvature cifotica dorsale e lordotica lombare  dismetria del bacino pe sollevamento della cresta

iliaca destra rispetto alla controlaterale di circa 4mm.

Osservando Lorenzo, è evidente l’accentuazione della cifosi dorsale e l’insellatura lombare, oltre a ciò permane un atteggiamento posturale viziato, in cui il collo protrude in avanti e le spalle si portano in anteriore in un atteggiamento di “chiusura”.

Lorenzo si presenta ipotonico, di magra costituzione, con rigidità legamentosa, risulta non avere capacità nel controllo posturale e di non avere buone capacità coordinative (“goffaggine motoria”).

Proseguendo con l’osservazione e facendo eseguire a

Lorenzo semplici movimenti emerge la rigidità legamentosa sopracitata, soprattutto, nei distretti di spalla e bacino e accorciamento muscolare nei muscoli pettorali, ischio-crurali, quadricipite e ileopsos.

Foto 21: Profilo Lorenzo

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Nella valutazione della flessione del busto in avanti e dell’estensione del rachide dorsale emerge scarsa mobilità e la curvatura dorsale si accentua nel movimento di flessione. Si conferma l’accorciamento dei muscoli ischio-crurali e della rigidità del bacino che non flette bene in avanti e resta verticalizzato, ma soprattutto, emerge

la rigidità della curva.

Lorenzo non risponde al “test di correggibilità”, in quanto incapace di correggere la curva, estendendo il collo e raddrizzando il tratto dorsale mantenendo l’inclinazione del tronco in avanti.

Dopo aver verificato che non si tratti di un difetto dello schema corporeo o di una mancata comprensione di ciò che è stato richiesto a Lorenzo, solo la radiografia del rachide in toto in

proiezione latero-laterale può dare conferma con esattezza se si tratti di un Dorso Curvo Astenico già irrigidito o se si tratti di un Dorso Curvo Osteocondrosico, o di altre forme.

Alla lettura approfondita della radiografia da parte dell’Ortopedico, il rachide dorsale presenta un’angolazione della curva pari a 76 gradi Cobb.

Con questa prima valutazione, Lorenzo inizia il suo protocollo di lavoro secondo la Ginnastica per il Dorso Curvo tramite le tecniche I.D. La frequenza in palestra e di tre volte alla settimana e quotidianamente Lorenzo effettua gli esercizi di sbloccaggio e di allungamento muscolare anche a casa. Un esercizio su cui si è insistito molto è l’esercizio dell’ “autoallungamento”

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da posizione in piedi, dorso al muro, piedi uniti, talloni e nuca aderenti alla parete, tutto il corpo ben allineato e il collo in linea. Questo è stato il primo esercizio di presa di coscienza e di schema corporeo effettuato per apprendere la postura corretta da assumere (o almeno dovrebbe essere assunta) durante tutta l’arco della giornata. Nei primi mesi, Lorenzo ha eseguito esercizi specifici per il trattamento del dorso curvo, esercizi di svincolo, esercizi di sbloccaggio e di potenziamento ed ha studiato le prime esercitazioni ai grandi e piccoli attrezzi della Ginnastica.

A inizio Gennaio 2017 viene prescritto il corsetto Milwaukee per Dorso Curvo Rigido (m. di Scheuermann) di 76 gradi Cobb. Il corsetto è composto da un collare, da anelli ascellari con i relativi attacchi per il corsetto e corsetto Milwaukee con presa di bacino. Lorenzo si è adattato un poco alla volta e con gradualità all’uso e al portare il corsetto, questo per realizzare

un adattamento

progressivo alle pressioni esercitate da questo.

Premesso ciò, Lorenzo fin da subito non ha avuto grossi problemi o dolori nel portare il corsetto durante la notte e nell’eseguirci gli esercizi dentro.

Il Milwaukee viene indossato sopra la maglietta, principalmente nelle ore notturne e in palestra o a casa quando si eseguono gli esercizi di ginnastica dentro al corsetto.

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Il corsetto cura la deformità e la ginnastica con il corsetto è indispensabile perché evita l’indebolimento dei muscoli conseguente all’immobilità del corsetto, rafforza i muscoli deboli, condiziona l’assesto posturale del soggetto, velocizza la correzione della deformità e migliora l’autocontrollo per quando lo stesso non viene usato.

Tramite la radiografia l’ortopedico può valutare l’efficacia del corsetto. Lorenzo nel Febbraio 2017 ha eseguito una radiografia (qui riportata) dalla posizione in piedi in proiezione latero-laterale con corsetto indosso. Il Dorso Curvo di Lorenzo non è stato di facile classificazione e diagnosi, dalle radiografie non emergono evidenti segni in cui si riconosce la malattia di Scheuermann ma l’entità della curva e la forte rigidità ci permette di ipotizzare che si tratti di questa malattia.

3.3 L’evoluzione e il confronto: il protocollo di ginnastica

Il protocollo di Ginnastica da Gennaio/Febbraio 2017 viene impostato secondo le tecniche I.D. con esercitazioni generali, con esercizi di svincolo, di potenziamento e di sbloccaggio per il Dorso Curvo. Parte della lezione di Ginnastica Correttiva viene svolta con il corsetto e la restante parte con esercizi specifici insieme allo studio dei grandi attrezzi.

Con il passare dei mesi, Lorenzo, che inizialmente si mostrava impacciato e privo di coordinazione motoria, mostra avere buone attitudini e buone capacità di apprendimento, inoltre appare più fiducioso in sé stesso e riesce a svolgere ciò che gli viene richiesto con un buoni risultati e con motivazione.

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Impara a saltare la corda, con gradualità riesce a fare diverse tipologie di traslocazioni alla scala orizzontale e riesce a salire le pertiche e le funi.

L’impegno costante e continuo di Lorenzo e il forte sostegno da parte dei genitori permette al ragazzo di non abbandonare la Ginnastica e di continuare il programma nonostante avvolte risulta essere faticosa, dolorosa e ripetitiva.

Gli esercizi che con il tempo ha perfezionato sono sottoelencati:

-Esercizi di presa di coscienza: osservarsi di profilo allo specchio con autocorrezione. Di estrema importanza è “autoallungamento” all’autortopede (foto riportata); dalla pozione in piedi, dorso al muro, piedi uniti, talloni e nuca aderenti alla parete, collo in linea con il corpo ben allineato si esegue un ispirazione, una retroversione del bacino cercando di spianare la lordosi lombare e effettuando un autoallungamento si contarae tutta la muscolatura del tronco espirando forte, mantenendo la posizione assunta.

Un altro esercizio di presa di coscienza e di miglioramento dello schema corporeo è la posizione del “cigno”; dalla posizione in ginocchio, sedersi sui talloni tenendo i piedi in massima flessione plantare, piedi uniti, quindi flettere il busto in avanti fino a toccare il suolo con la fronte, mantenendo le braccia distese lungo i fianchi con il palmo delle mani a terra. Da questa posizione si chiede al soggetto di iperestendere il collo e in successione il tratto dorsale, mantenendo l’orizzontalità della parte lombare. La foto qui riportata mostra una posizione adattata della posizione

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del cigno, poichè Lorenzo con l’anormale rigidità delle anche non riesce ad eseguire l’esercizio dalla posizione in ginocchio.

-Esercizi di sbloccaggio: postura alla scala curva; da posizione supina, gambe semi-piegate con i piedi in presa istmica ad un grado interno, il bacino è tenuto volontariamente in retroversione e le braccia sono poste in fuori-alto

con le mani in presa digitale ai pioli esterni corrispondenti alla presa della mani, la testa deve essere posata nell’asse centrale mantenendo il collo retratto.

Questa postura va mantenuta per un tempo adeguato, può provocare dolore perciò è importante la gradualità e la progressività di questa esercitazione. La scala, per le prime volte sarà posta in basso quindi con un’inclinazione vicina all’orizzonte. Oltre ad agire e sbloccare il dorso, la scala curva crea un grande tensione dei muscoli pettorali che nei soggetti con Dorso Curvo sono normalmente accorciati.

La posizione dello scivolamento è una postura indicata per lo sbloccaggio di un Dorso Curvo, si chiede al soggetto di pensar di voler portare il torace a terra ed il petto contro il pavimento. Lorenzo trova delle difficoltà nell’eseguire questi tipi di esercizi a causa della sua ridotta mobilità e ridotta scioltezza pertanto l’esercizio non viene svolto nella maniera più corretta.

Foto 31: Postura alla scala curva

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Lorenzo lavora con continuità su tutti gli esercizi di svincolo soprattutto di sbloccaggio delle caviglie attraverso lo studio della posizione del diamante, sbloccaggio della anche da decubito supino, delle spalle tramite esercizi in sospensione e in semi-sospensione, con l’utilizzo di bastoni. Per lo sbloccaggio del bacino lavora con la cintura per l’allungamento dei muscoli

ischio-crurali e ileo-psoas.

-Esercizi di potenziamento: in un Dorso Curvo i primi muscoli da irrobustire sono i muscoli dell’addominali e in

particolar modo il muscolo Trasverso dell’addome. Il motivo dell’importanza che hanno i muscoli addominali è da ricercare dal notevole sostegno esercitato dalla pressione positiva intra addominale nei confronti di tutta la colonna vertebrale. Gli altri muscoli da potenziare sono i muscoli del dorso (romboidi e fasci del trapezio), i muscoli che muovono il cingolo scapolo-omerale e la gabbia toracica. Lorenzo si presenta con una muscolatura addominale abbastanza carente, lo studio per potenziare i muscoli dell’addome è stato graduale, iniziando con esercizi piuttosto leggeri per poi con il passare del tempo arrivare a fare esercizi più complessi. Durante le esercitazioni è stato richiesto a Lorenzo un’attenta e esatta esecuzione, e sono state

Foto 33: pos. diamante

Foto 34: allungamento m. ischio-crurali

Foto 35: studio delle inclinazioni

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dettate le regole generali per gli esercizi di potenziamento dell’addome per i soggetti con il Dorso Curvo; per evitare movimenti parassiti delle altre parti del corpo e atteggiamenti viziati del collo e delle spalle per ovviare ad un’ulteriore cifotizzazione del rachide dorsale che avviene ogni qualvolta che si sposta il tronco verso le gambe. Per questa ragione, l’esercizio per il potenziamento addominale migliore si ottiene dalla posizione di sospensione. Difatti in tale posizione la colonna vertebrale è in

allungamento/trazione e la cifosi dorsale tende a essere distesa. Esempi di esercizi per curare fin dall’inizio la corretta impostazione del tronco sono i seguenti: da posizione supino, gambe semipiegate o gambe dritte (foto 38)con le braccia lungo i fianchi e palmi a terra si retroverte il bacino e retraendo bene l’addome di effettua un ispirazione con il naso per poi con un espirazione si torna alla posizione di partenza (il collo non deve creare nessuna insellatura lombare e non devono essere tollerati i movimenti con le spalle). Lo studio della sospensione (Foto 37) oltre a potenziare l’addome, migliora il controllo posturale e l’assesto del bacino, questo esercizio va eseguito

in sospensione alla spalliera tenendo il bacino retroverso e l’addome ben retratto.

-Studio di esercizi con forte impegno emotivo: al trapezio, agli anelli, alla scala orizzontale. In specifica Lorenzo ha lavorato sulle sospensioni e sulle traslocazioni sia ai pioli che ai montati della scala orizzontale, tale esercitazioni sbloccano emotivamente e psicologicamente la persona e sono fondamentali per imparare a controllare la coordinazione dinamica degli arti superiori con gli arti

Foto 37: studio addominali in sospensione

Foto 38: studio oscillazioni scala orizzontale

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inferiori. L’effetto motorio che si ottiene è dovuto alla sospensione che mette in massimo allungamento la colonna vertebrale e la cifosi si distende.

Altro grande attrezzo con il quale Lorenzo trova difficoltà nel fare gli esercizi è l’asse di equilibrio Baumann usata per il controllo della postura corretta. Difatti non riesce a tenere la corretta postura e l’equilibrio e non e capace di distendere gli arti superiori mentre cammina sull’asse.

Nei primi sei mesi di lavoro impostato e sopradescritto, l’obiettivo è stato quello di combattere il più possibile la

rigidità di Lorenzo. Parte del programma prevedeva l’allungamento dei vari distretti muscolari sia passivi che attivi, di mobilità articolare e di sospensioni e semi-sospensioni alla spalliera. Il motivo di questo è legato al fatto che prima di potenziare i muscoli dorsali è necessario rimuovere la rigidità del dorso.

Al controllo di giugno 2017 Lorenzo mostra un buon andamento. In particolare il controllo posturale è buono, la funzionalità generale è buona. Si mantiene la rigidità delle anche in flessione, ma essa è dovuta a una

Foto 39: studio asse equilibrio

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condizione di coxa valga congenita e non è possibile agire oltre i limiti consentiti da tale conformazione; sotto il consiglio dell’ortopedico deve aumentare, per quanto possibile, il tempo del corsetto.

Le foto a confronto mostrano il movimento della flessione del busto in avanti eseguita da Lorenzo rispettivamente nell’ottobre 2016, nel quale il movimento flessorio passava prevalentemente dalla colonna vertebrale, e nel luglio 2017. Si nota un miglioramento dell’angolazione della curva e un allungamento dei muscoli ischio crurali ben percepibile per la ridotta distanza delle mani dal suolo.

Le foto a sinistra mettono a confronto il profilo di Lorenzo ed, anche in questo caso, è evidente il miglioramento ottenuto. Nella foto del luglio 2017 appare chiaro la capacità da parte di Lorenzo di autocorreggersi: riesce a portare retro le spalle, a retrarre il mento e ad allineare il corpo. Persiste la ridotta capacità di distendere gli arti superiori. Il lavoro eseguito con gli esercizi di presa di coscienza hanno determinato dei miglioramenti, oltre a ciò con l’eseguire dei semplici

Foto 42-43: confronto profilo ottobre 2016 (sx) luglio 2017 (dx)

Foto 44-45: profilo con elevazione degli arti superiori, confronto ottobre 2016 (sx) luglio 2017 (dx)

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movimenti si evidenzia un incremento in termini di forza e il corpo appare più tonico. Le foto a destra riportate dimostrano i progressi di Lorenzo, il quale riesce a portare verso l’alto, con maggior escursione, gli arti superiori non gravando e non accentuando troppo la lordosi lombare.

I progressi tra ottobre e giugno/luglio si ottengono anche in termini di allungamento muscolare e di mobilità articolare negli arti inferiori. I muscoli ischio-crurali sono meno retratti raggiungono quasi i 90°. Tale risultato è stato ottenuto tramite lo stretching attivo e passivo del distretto muscolare, mantenuto in modo continuativo in posizione di stiramento per 2-3minuti, grazie l’ausilio di una cintura bloccata al tallone del piede e passata dietro a un piolo della spalliera. (foto 46-47-48-49)

Con lo studio sistemico della scala curva e del MO-DO (modellatore dorsale), Lorenzo inizia a saper controllare la sua postura, a correggere la curva e a spianare la zona lombare. In modo particolare lo

studio del MO-DO

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consente di creare una spinta sul rachide dorsale e uno stiramento dei muscoli pettorali, a Ottobre per la rigidità della curva, per la poca mobilità del bacino e per le retrazioni muscolari la zona lombare si cifotizzava, solo con il tempo e con il continuo lavoro tale caratteristica è stata persa.

Al controllo di fine dicembre 2017 (foto da sinistra verso destra di ottobre 2016, luglio 2017 e novembre 2017), Lorenzo mostra

un andamento positivo,

compatibile con la rigidità in flessione delle anche. Deve pertanto continuare la ginnastica correttiva secondo il programma già impostato, perfezionando sempre di più gli esercizi e valorizzando lo sbloccaggio del dorso, l’allungamento dei muscoli ischio-crurali e gli esercizi in sospensione. Il corsetto deve essere indossato ancora la notte e qualche ora di giorno per condizionare ulteriormente il portamento.

Da novembre 2017 a giugno 2018 e in seguito al controllo di dicembre, il ragazzo intensifica il lavoro ai grandi attrezzi, aumenta la difficoltà degli esercizi addominali e progressivamente introduce lo studio delle verticali ed esercizi nuovi per lo sbloccaggio e il potenziamento del dorso. Persiste le esercitazioni di schema corporeo soprattutto a carico del distretto

scopolo-Foto di confronto da sx verso dx: ott.2016- lug 2017-giu 2018

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