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Academic year: 2021

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(1)

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LICEO SCIENTIFICO SUPPLETIVA 2019 -

PROBLEMA 1

Al variare di π‘Ž ∈ ℝ, si consideri la famiglia di funzioni:

π‘“π‘Ž(π‘₯) = { 9 2(1 + π‘₯ 𝑒 π‘Žβˆ’π‘₯) π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ β‰₯ 0 9π‘Ž 4(π‘₯ βˆ’ 1)4 π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ < 0

a)

Discutere segno e continuitΓ  della funzione π‘“π‘Ž al variare del parametro π‘Ž. Dimostrare che,

qualunque sia π‘Ž ∈ ℝ, la funzione π‘“π‘Ž ammette un punto di massimo assoluto di ascissa 1.

Studiamo il segno della funzione al variare del parametro 𝐚. Per π‘₯ β‰₯ 0 𝑠𝑖 β„Žπ‘Ž 𝑓(π‘₯) = 9

2(1 + π‘₯ 𝑒

π‘Žβˆ’π‘₯) > 0 π‘π‘’π‘Ÿ π‘œπ‘”π‘›π‘– π‘₯ .

Per π‘₯ < 0 𝑠𝑖 β„Žπ‘Ž 𝑓(π‘₯) = 9π‘Ž

4(π‘₯βˆ’1)4 . Essendo il denominatore sempre positivo, in questo caso si ha

𝑓(π‘₯) > 0 𝑠𝑒 π‘Ž > 0 𝑒𝑑 𝑓(π‘₯) < 0 𝑠𝑒 π‘Ž < 0 . Quindi:

Se π‘Ž > 0: 𝑓(π‘₯) > 0 π‘π‘’π‘Ÿ π‘œπ‘”π‘›π‘– π‘₯ .

Se π‘Ž < 0: 𝑓(π‘₯) > 0 π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ ≀ 0 𝑒𝑑 𝑓(π‘₯) < 0 π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ < 0 . Se π‘Ž = 0: 𝑓(π‘₯) > 0 π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ β‰₯ 0 𝑒𝑑 𝑓(π‘₯) = 0 π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ < 0 .

Studiamo la continuitΓ  della funzione al variare del parametro 𝒂.

La funzione Γ¨ chiaramente continua per π‘₯ β‰  0, per ogni valore di π‘Ž . Analizziamo la continuitΓ  in π‘₯ = 0 . 𝑓(0) =9 2= limπ‘₯β†’0+ 9 2(1 + π‘₯ 𝑒 π‘Žβˆ’π‘₯) lim π‘₯β†’0βˆ’ 9π‘Ž 4(π‘₯ βˆ’ 1)4= 9π‘Ž 4

Quindi la funzione Γ¨ continua anche in π‘₯ = 0 se 9π‘Ž 4 =

9

2∢ π‘Ž = 2.

(2)

Dimostriamo che la funzione ammette un punto di massimo assoluto in 𝒙 = 𝟏 per ogni 𝒂. Se 𝒙 β‰₯ 𝟎 , essendo 1 + π‘₯ π‘’π‘Žβˆ’π‘₯ β‰₯ 1 , si ha: 𝑓(π‘₯) β‰₯ 9 2. Per π‘₯ β†’ +∞ 𝑓(π‘₯) β†’9 2 Risulta poi: 𝑓′(π‘₯) =9 2[𝑒 π‘Žβˆ’π‘₯+ π‘₯ π‘’π‘Žβˆ’π‘₯(βˆ’1)] =9 2𝑒 π‘Žβˆ’π‘₯(1 βˆ’ π‘₯) β‰₯ 0 𝑠𝑒 π‘₯ ≀ 1.

La funzione Γ¨ quindi crescente per 0 ≀ π‘₯ < 1 e decrescente per π‘₯ > 1: π‘₯ = 1 Γ¨ punto di massimo relativo, e anche assoluto π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ β‰₯ 0, con ordinata 𝑓(1) =9

2(1 + 𝑒

π‘Žβˆ’1) >9 2

Quindi per π‘₯ β‰₯ 0 il grafico della funzione Γ¨ del tipo:

Se 𝒙 < 𝟎 𝑓(π‘₯) = 9π‘Ž 4(π‘₯ βˆ’ 1)4 Per π‘₯ β†’ βˆ’βˆž 𝑓(π‘₯) β†’ 0+ 𝑠𝑒 π‘Ž > 0 𝑒𝑑 𝑓(π‘₯) β†’ 0βˆ’ 𝑠𝑒 π‘Ž < 0 Per π‘₯ β†’ 0βˆ’ 𝑓(π‘₯) β†’ 9 4π‘Ž .

(Osserviamo che se π‘Ž = 0 per π‘₯ < 0 π‘Ÿπ‘–π‘ π‘’π‘™π‘‘π‘Ž 𝑓(π‘₯) = 0: quindi in tal caso Γ¨ dimostrato che x=1 Γ¨ punto di massimo assoluto).

Studiamo la monotonia della funzione per π‘₯ < 0:

𝑓(π‘₯) = 9π‘Ž 4(π‘₯ βˆ’ 1)4 = 9 4π‘Ž(π‘₯ βˆ’ 1) βˆ’4 , 𝑓′(π‘₯) = βˆ’9π‘Ž(π‘₯ βˆ’ 1)βˆ’5= βˆ’ 9π‘Ž (π‘₯ βˆ’ 1)5

Ed essendo il denominatore negativo risulta: 𝑓′> 0 𝑠𝑒 π‘Ž > 0 𝑒𝑑 𝑓′< 0 𝑠𝑒 π‘Ž < 0 . Pertanto:

(3)

Il grafico della funzione per π‘₯ < 0 Γ¨ del tipo:

Chiaramente se π‘Ž < 0 , π‘₯ = 1 Γ¨ punto di massimo assoluto. Se π‘Ž > 0 dobbiamo confrontare 𝑓(1) =9 2(1 + 𝑒 π‘Žβˆ’1) con 9 4π‘Ž . 9 2(1 + 𝑒 π‘Žβˆ’1) >9 4π‘Ž 𝑠𝑒 𝑒 π‘Žβˆ’1> 1 2π‘Ž βˆ’ 1

Confrontiamo graficamente le funzioni 𝑦1 = π‘’π‘Žβˆ’1 𝑒𝑑 𝑦 2 =

1

2π‘Ž βˆ’ 1, che sono facilmente

rappresentabili (la prima, blu, si ottiene da 𝑦 = π‘’π‘Ž con una traslazione verso destra di 1 e la

seconda, in rosso, Γ¨ una retta):

Si osserva chiaramente che Γ¨ sempre 𝑦1 > 𝑦2: quindi anche per π‘Ž > 0 π‘₯ = 1 Γ¨ punto di massimo assoluto.

(4)

b)

Indicata con 𝑓 la funzione ottenuta da π‘“π‘Ž per π‘Ž = 2, stabilire se 𝑓 Γ¨ derivabile in π‘₯ = 0. Studiare

l’andamento della funzione 𝑓 specificandone gli asintoti, i punti di flesso e l’ampiezza in gradi dell’angolo formato dalle tangenti sinistra e destra nel punto di non derivabilitΓ . Determinare i valori delle costanti positive h e k tali che, considerata la funzione

𝑔(π‘₯) = β„Ž[1 + (3 βˆ’ π‘˜π‘₯)π‘’π‘˜π‘₯βˆ’1] si abbia 𝑔(3 βˆ’ π‘₯) = 𝑓(π‘₯) per π‘₯ β‰₯ 0. Se π‘Ž = 2 la funzione f ha equazione: 𝑓(π‘₯) = { 9 2(1 + π‘₯ 𝑒 2βˆ’π‘₯) π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ β‰₯ 0 9 2(π‘₯ βˆ’ 1)4 π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ < 0

Utilizzando i calcoli giΓ  fatti con π‘Ž generico nel punto a), abbiamo che: Per π‘₯ > 0: 𝑓′(π‘₯) =9 2𝑒 2βˆ’π‘₯(1 βˆ’ π‘₯); lim π‘₯β†’0+ 𝑓 β€²(π‘₯) =9 2𝑒 2 = 𝑓 +β€²(0) Per π‘₯ < 0: 𝑓′(π‘₯) = βˆ’ 18 (π‘₯βˆ’1)5; limπ‘₯β†’0βˆ’ 𝑓 β€²(π‘₯) =18 = 𝑓 βˆ’β€²(0)

Quindi la funzione non Γ¨ derivabile in π‘₯ = 0, dove c’è un punto angoloso.

Studiamo l’andamento della funzione.

Sfruttando quanto giΓ  fatto con π‘Ž generico possiamo dire che: 𝑓(π‘₯) > 0 π‘π‘’π‘Ÿ π‘œπ‘”π‘›π‘– π‘₯ 𝑒 π‘Ÿπ‘–π‘ π‘’π‘™π‘‘π‘Ž 𝑓(0) =9

2, π‘šπ‘Žπ‘ π‘ π‘–π‘šπ‘œ π‘Žπ‘ π‘ π‘œπ‘™π‘’π‘‘π‘œ 𝑖𝑛 𝑀 = (1; 9

2(1 + 𝑒) Il grafico della funzione ha 𝑦 = 0 come asintoto orizzontale per π‘₯ β†’ βˆ’βˆž e 𝑦 =9

2 come asintoto

orizzontale per π‘₯ β†’ +∞ .

La funzione Γ¨ crescente per π‘₯ < 1 e decrescente per π‘₯ > 1. Cerchiamo i flessi.

Per π‘₯ < 0: 𝑓′(π‘₯) = βˆ’ 18

(π‘₯βˆ’1)5 = βˆ’18(π‘₯ βˆ’ 1)βˆ’5; 𝑓′′(π‘₯) =

90

(π‘₯βˆ’1)6 > 0 π‘ π‘’π‘šπ‘π‘Ÿπ‘’ 𝑠𝑒 π‘₯ < 0: per π‘₯ < 0 concavitΓ  sempre verso l’alto, nessun flesso.

Per π‘₯ > 0: 𝑓′(π‘₯) =9

2𝑒

2βˆ’π‘₯(1 βˆ’ π‘₯); 𝑓′′(π‘₯) = β‹― =9 2 𝑒

2βˆ’π‘₯(π‘₯ βˆ’ 2) β‰₯ 0 𝑠𝑒 π‘₯ β‰₯ 2:

per π‘₯ > 0 abbiamo: concavitΓ  verso il basso se π‘₯ < 2 e verso l’alto se π‘₯ > 2; flesso per π‘₯ = 2: 𝐹1 = (2;27

(5)

Osserviamo che in x=0, pur essendoci un cambio di concavitΓ , non c’è un punto di flesso perchΓ© la funzione non presenta una (unica) tangente. Ricordiamo che un punto di flesso Γ¨ un punto in cui la curva attraversa la tangente.

Il grafico della funzione Γ¨ quindi il seguente:

Calcoliamo l’angolo formato dalle due semitangenti nel punto angoloso, dopo aver notato che si tratta di un angolo ottuso; il coefficiente angolare della semitangente sinistra Γ¨ π‘š1 = 18 = π‘“βˆ’β€²(0)

e quello della semitangente destra Γ¨ π‘š2 = 9 2𝑒

2 = 𝑓

+β€²(0) > π‘š1 . Detto 𝛼 l’angolo ottuso fra le due semitangenti si ha:

𝑑𝑔𝛼 = π‘š1βˆ’ π‘š2 1 + π‘š1π‘š2 = 18 βˆ’92 𝑒2 1 + (92 𝑒2) (18) β‰… βˆ’0.0254 , 𝛼 = π‘‘π‘”βˆ’1(βˆ’0.0254) = 180Β° βˆ’ π‘‘π‘”βˆ’1(0.02544) = 178.54Β° .

Determiniamo ora i valori delle costanti positive h e k tali che, considerata la funzione

𝑔(π‘₯) = β„Ž[1 + (3 βˆ’ π‘˜π‘₯)π‘’π‘˜π‘₯βˆ’1] si abbia 𝑔(3 βˆ’ π‘₯) = 𝑓(π‘₯) per π‘₯ β‰₯ 0. 𝑔(3 βˆ’ π‘₯) = β„Ž[1 + (3 βˆ’ π‘˜(3 βˆ’ π‘₯))π‘’π‘˜(3βˆ’π‘₯)βˆ’1] =

9

2

(

1 + π‘₯ 𝑒

2βˆ’π‘₯)

𝑠𝑒 ∢

{ β„Ž = 9 2 π‘˜ = 1 (π‘‘π‘œπ‘£π‘’π‘›π‘‘π‘œ π‘’π‘ π‘ π‘’π‘Ÿπ‘’ π‘˜(3 βˆ’ π‘₯)βˆ’ 1 =2 βˆ’ π‘₯)

I valori richiesti sono quindi: β„Ž =9

(6)

c)

Con un acceleratore di particelle si prepara un fascio di protoni aventi energia cinetica pari a 42 𝑀𝑒𝑉. Per indirizzare tale fascio verso un bersaglio desiderato, si utilizza un campo

magnetico uniforme, ortogonale alla traiettoria dei protoni, di intensitΓ  0,24 𝑇. Trascurando gli effetti relativistici, descrivere il moto di ciascun protone all’interno del campo e calcolare il raggio di curvatura della traiettoria.

Per la legge di Lorentz il fascio di protoni si muove su una traiettoria circolare nel piano passante per il punto P in cui i protoni entrano nel campo magnetico e perpendicolare alla direzione del campo magnetico. Dalla relazione: π‘žπ‘£π΅ = π‘šπ‘Ž =π‘šπ‘£ 2 𝑅 , 𝑠𝑖 π‘œπ‘‘π‘‘π‘–π‘’π‘›π‘’ 𝑖𝑙 π‘Ÿπ‘Žπ‘”π‘”π‘–π‘œ 𝑑𝑖 π‘π‘’π‘Ÿπ‘£π‘Žπ‘‘π‘’π‘Ÿπ‘Ž: 𝑅 = π‘šπ‘£ π‘žπ΅

Conoscendo l’energia cinetica 𝐸𝑐 del fascio di protoni, possiamo calcolare la velocitΓ  con cui un protone entra nel campo magnetico:

𝐸𝑐 = 1 2π‘šπ‘£ 2 , 𝑣 = √2𝐸𝐢 π‘š , 𝑅 = π‘š (√2πΈπ‘š ) 𝐢 π‘žπ΅ = √2π‘šπΈπΆ π‘žπ΅ = 𝑅 𝐸𝐢 = 42 𝑀𝑒𝑉 = 42 βˆ™ 106βˆ™ 1.602 βˆ™ 10βˆ’19 𝐽 = 6.728 βˆ™ 10βˆ’12𝐽 π‘š = 1.673 βˆ™ 10βˆ’27π‘˜π‘” , π‘ž = 1.602 βˆ™ 10βˆ’19 𝐢 , 𝐡 = 0.24 𝑇 Quindi: 𝑅 =√2π‘šπΈπΆ π‘žπ΅ = √2 βˆ™ (1.673 βˆ™ 10βˆ’27π‘˜π‘”)(6.728 βˆ™ 10βˆ’12𝐽) (1.602 βˆ™ 10βˆ’19 𝐢)(0.24 𝑇) = 3.902 π‘š

(7)

d)

Il fascio di protoni, all’uscita della zona in cui Γ¨ presente 𝐡⃗ , viene fatto penetrare in acqua. Si indichi con ℇ(π‘₯) l’energia del protone, espressa in megaelettronvolt (MeV), dopo x centimetri (cm) di cammino in acqua e sia 𝑑ℇ l’energia ceduta all’acqua dal protone nel tratto 𝑑π‘₯. Supponendo che la funzione 𝑦 = βˆ’π‘‘β„‡

𝑑π‘₯ possa essere approssimata con la funzione 𝑦 = 𝑔(π‘₯),

ponendo β„Ž =9

2 𝑒 π‘˜ = 1 , calcolare l’energia ℇ assorbita dall’acqua nei primi 3 centimetri di

cammino del protone.

La funzione 𝑔(π‘₯) ha equazione: 𝑔(π‘₯) = β„Ž[1 + (3 βˆ’ π‘˜π‘₯)π‘’π‘˜π‘₯βˆ’1] =9 2[1 + (3 βˆ’ π‘₯)𝑒 π‘₯βˆ’1] Da 𝑦 = βˆ’π‘‘β„‡ 𝑑π‘₯ otteniamo quindi: βˆ’π‘‘β„‡(π‘₯) = 𝑔(π‘₯) 𝑑π‘₯.

PerciΓ² l’energia assorbita dall’acqua nei primi 3 cm di cammino del protone Γ¨: βˆ’β„‡ = ∫ 𝑔(π‘₯) 3 0 𝑑π‘₯ = ∫ 9 2[1 + (3 βˆ’ π‘₯)𝑒 π‘₯βˆ’1] 3 0 𝑑π‘₯ =9 2 ∫ 𝑑π‘₯ 3 0 +9 2∫ (3 βˆ’ π‘₯)𝑒 π‘₯βˆ’1𝑑π‘₯ 3 0

Cerchiamo una primitiva di (3 βˆ’ π‘₯)𝑒π‘₯βˆ’1 integrando per parti:

∫(3 βˆ’ π‘₯)𝑒π‘₯βˆ’1𝑑π‘₯ = ∫(3 βˆ’ π‘₯)(𝑒π‘₯βˆ’1)′𝑑π‘₯ = (3 βˆ’ π‘₯)𝑒π‘₯βˆ’1βˆ’ ∫(βˆ’1)𝑒π‘₯βˆ’1𝑑π‘₯ = = (3 βˆ’ π‘₯)𝑒π‘₯βˆ’1+ 𝑒π‘₯βˆ’1+ 𝐢 βˆ’β„‡ =9 2 ∫ 𝑑π‘₯ 3 0 +9 2∫ (3 βˆ’ π‘₯)𝑒 π‘₯βˆ’1𝑑π‘₯ 3 0 = 9 2[π‘₯]0 3+9 2[(3 βˆ’ π‘₯)𝑒 π‘₯βˆ’1+ 𝑒π‘₯βˆ’1] 0 3 = =27 2 + 9 2[𝑒 2βˆ’ (3 π‘’βˆ’1+ π‘’βˆ’1)] =27 2 + 9 2(𝑒 2βˆ’ 4 π‘’βˆ’1) β‰… 40.129 𝑀𝑒𝑉

Quindi l’energia assorbita dall’acqua nei primi 3 cm di cammino del protone Γ¨ 40.129 𝑀𝑒𝑉 .

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