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L'agricoltura nella Campania in cifre. 2009

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L’agricoltura

L’agricoltura

nella Campania in cifre

nella Campania in cifre

2009

2009

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L’agricoltura

nella Campania in cifre

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La stesura delle singole parti si deve a:

Clima e disponibilità idriche: Rossana Spatuzzi, Superficie e popolazione: Rossella Ugati,

Economia e agricoltura: Rossella Ugati, Settore primario: Rossella Ugati, Filiera agroindustriale: Rossella Ugati, Agroenergie: Roberta Ciaravino, La spesa agricola regionale: Paolo Piatto.

Elaborazione dati

Roberta Ciaravino, Rossana Spatuzzi, Paolo Piatto, Rossella Ugati

Progetto grafico Sofia Mannozzi Impaginazione Sofia Mannozzi Edizione Internet Massimo Perinotto Stampa

Compagnia della stampa

Via Tiburtina km. 18,7 - 00012 Guidonia Roma Il rapporto è stato completato nel marzo 2010

È possibile consultare la pubblicazione su Internet, al sito http://www.inea.it/pubbl/

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L’agricoltura va sempre più configu-randosi come un sistema complesso in termini di relazioni con i settori ad essa collegati e di molteplicità di funzioni assolte, a cui la società guarda con sempre maggiore inte-resse. A tale ampliamento di attivi-tà, non esclusivamente produttive, ma anche sociali ambientali e cultu-rali sta portando ad un processo di ristrutturazione del settore agricolo. Per questa ragione al fine di dispor-re di un quadro completo delle dina-miche in atto nell’economia agricola regionale, vengono citati gli anda-menti del mercato fondiario e del-l’occupazione, alcune considerazioni

sugli effetti meteorologici sul terri-torio e le produzioni agricole A questo processo di riorientamento non è certamente estraneo il potere di indirizzo esercitato dalla politica agricola regionale e da questo ne discende la necessità di un’attenta analisi e valutazione delle linee di spesa pubblica per il settore. al fine di individuare l’effettiva ricaduta del sostegno pubblico.

L’opuscolo l’’Agricoltura nella Cam-pania in cifre’ vuole rappresentare un punto di riferimento per tutti coloro che, per ragioni di studio o di interesse professionale, si accostano alla conoscenza del sistema agricolo

regionale.

In questa ottica il lavoro di organiz-zazione e analisi dei dati sull’agri-coltura in Campania, presentato in questa pubblicazione, vuole offrire un contributo conoscitivo di imme-diata e facile lettura del sistema agricolo regionale. Esso infatti, in sinergia con l’opuscolo “L’agricoltu-ra italiana conta” sul sistema agroa-limentare italiano, rende agevol-mente disponibile un’ampia serie di informazioni, di regola disseminate in fonti diverse o sinora difficilmen-te reperibili perché aggregadifficilmen-te all’in-terno del complessivo dato naziona-le.

On.le Lino Carlo Rava Presidente INEA

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TERRITORIO E POPOLAzIONE

Clima e disponibilità idriche pag. 10

Superficie e popolazione pag. 13 Mercato fondiarioRisultati produttivi pag. 26pag. 29 Consumi intermedi pag. 33 Credito all’agricoltura pag. 34 Investimenti pag. 36

Imprese in Campania pag. 38 Distribuzione pag. 41 La grande distribuzione pag. 44 Consumi alimentari pag. 45 Commercio estero pag. 47 Agro-energie pag. 50

FILIERA AGROINDUSTRIALE

ECONOMIA E AGRICOLTURA

Prodotto interno lordo pag. 16 Valore aggiunto pag. 18 Occupazione pag. 20 Produttività pag. 22 Impiego Immigrati in Agricoltura pag. 23

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LA SPESA AGRICOLA REGIONALE

Il quadro della finanza

agricola regionale pag. 56 Il bilancio regionale:

uno strumento di analisi del settore pag. 64 La distribuzione del sostegno

al settore pag. 83 Politica agricola: la PAC in Campania pag. 89

APPENDICE

Revisione dei conti economici pag. 94 Glossario pag. 95 Glossario spesa agricola pag. 99

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L’INEA, sede per la Campania, a partire dal mese di aprile 2009 ha intrapreso una nuova attività di monitoraggio sull’anda-mento della stagione irrigua. L’attività di monitoraggio analizza sia i dati relativi all’andamento meteorologico sia i dati relativi allo stato idrologico. In Campania si utilizzano diverse fonti informative: per l’andamento meteorologico si fa riferimen-to ai dati del Centro Agrometeorologico Regionale (C.A.R.), struttura del Se.S.I.R.C.A., a cui è affidata la gestione della Rete Agrometeorologica Regionale; per l’evapotraspirazione si fa riferimento ai dati UCEA. I dati reperibili con cadenza giornaliera sono elaborati per fornire una sintesi dell’intero trimestre. Per quanto riguarda le informazioni relative all’anda-mento idrologico l’INEA si avvale della col-laborazione dei Consorzi di bonifica rica-denti nei territori di competenza della regione.

Il trimestre aprile-giugno è stato caratte-rizzato da un andamento meteorologico generale entro i canoni medi del periodo,

intervallato però da numerosi eventi di carattere eccezionale. Nel mese di aprile, per esempio, le forti piogge hanno causato, specie nel salernitano, l’allagamento dei campi, mentre tra fine maggio e inizio giu-gno si sono registrati fenomeni piovosi intensi, spesso accompagnati da grandina-te.

Anche nella prima parte del trimestre luglio settembre la Campania è stata inte-ressata da instabilità meteorologica, con fenomeni pluviometrici non rappresentati-vi della stagione estiva. Infatti, il mese di luglio pur presentando temperature medie tipiche della stagione, si è differenziato per fenomeni piovosi anche di forte inten-sità registrati in particolare nel bacino del Sele (SA). Inoltre, in provincia di Avellino, si sono verificati temporali accompagnati da grandinate che hanno prodotto danni di media entità per l’agricoltura. In alcune aree la pioggia ha causato problemi di ristagno idrico che hanno reso difficoltoso l’accesso ai campi specie nei terreni argil-losi con più elevata capacità di campo. Ciò

ha causato, in queste aree, un ritardo nel-la raccolta delle colture estive con conse-guenze che si sono protratte sulle opera-zioni colturali successive.

L’autunno 2009 ha presentato una piovo-sità complessiva inferiore rispetto all’anno precedente. Non sono mancati però momenti di forti concentrazioni piovose, spesso alternati a periodi asciutti piutto-sto prolungati. Due i periodi a maggiore intensità piovosa, la terza decade di otto-bre e la prima di novemotto-bre. Nel mese di ottobre si sono avute temperature piutto-sto miti, ma quepiutto-sto fenomeno si è verifica-to anche nel bimestre novembre-dicembre nel quale si sono registrate episodi atipici con temperature di 22 °C. La concomitan-za dei due fenomeni, periodi asciutti e tem-perature miti, ha fatto diminuire repenti-namente il contenuto di acqua nel suolo, portandolo a valori anomali rispetto alla norma del periodo. Quest’andamento atipi-co ha caratterizzato tutto il territorio regionale com’è possibile osservare dal grafico che segue.

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-100 -50 0 50 100 150 200 I l ug lio II lu gl io III lu gl io I a go sto II ag os to III a go sto I s et te m br e II se tte m br e III se tte m br e I o tto br e II ot to br e III o tto br e I n ov em br e II no ve m br e III n ov em br e I d ice m br e II d ice m br e III d ice m br e

S. Angelo Lomb. (AV) S. Marco C. (BN) Vitulazio (CE) Napoli (NA) Battipaglia (SA)

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Andamento delle disponibilità dei principali invasi campani

Invaso Volumi disponibili Volumi disponibili Volumi disponibili Volumi disponibili Volumi disponibili Volumi disponibili

al 01/07/09 al 01/08/09 al 01/09/09 al 01/10/09 al 01/11/09 al 01/12/09

migliaia m3 migliaia m3 migliaia m3 migliaia m3 migliaia m3 migliaia m3

Totale Invasi (*) - Bacino Alento 25.567 23.133 20.092 17.572 14.795 13.840

Diga Macchione - Bacino Ufita 480 445 375 350 370 380

Trav.Persano - Bacino Sele 1.500 1.500 1.450 1.500 1.500 1.500

* Gli invasi del Bacino Alento comprendono: Diga Alento, Diga S.Giovanni, Diga Le Fosse, Diga Fabbrica e Diga Carmine. Fonte: elaborazioni su dati dei Consorzi di Bonifica.

Il grafico evidenzia l’andamento del deficit idrico potenziale nel terreno nelle cinque stazioni rappresentative delle rispettive province espresso in BIC: indice di Bilan-cio idro–climatico. Il BIC non è altro che l’andamento teorico del contenuto idrico nel suolo ottenuto sottraendo dalle preci-pitazioni cumulate l’evapotraspirazione potenziale (Fonte UCEA). Nel grafico è riportato con cadenza decadale da luglio a dicembre 2009.

La fisiologica diminuzione della disponibi-lità potenziale di risorsa idrica nel periodo estivo, visibile dal grafico, è compensata con la pratica irrigua. Per garantire la più intensa richiesta idrica che si verifica nel-la stagione estiva sono disponibili in Cam-pania numerosi invasi e traverse a servi-zio delle aree ad irrigaservi-zione collettiva. A fine giugno i principali invasi regionali raggiungevano livelli di riempimento sod-disfacenti. Infatti, grazie all’andamento

meteorologico autunno-invernale e parte della stagione primaverile che ha determi-nato condizioni ottimali di riempimento degli invasi, in nessun bacino della regio-ne si sono verificati problemi di approvvi-gionamento irriguo.

A conferma di ciò si riportano in tabella i dati relativi all’andamento delle disponibi-lità dei principali invasi campani forniti dai Consorzi di Bonifica relativi al periodo luglio-dicembre.

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Il territorio campano è geologicamente gio-vane e morfologicamente molto vario: circa la metà della superficie totale è costituita da colline (50,8%), mentre soltanto il 14,6% è occupato da aree pianeggianti, per gran parte situate lungo la fascia costiera, talora interrotte da gruppi montuosi (34,6% della superficie regionale) e colli-nari che si spingono fino al mare. Nel 2008 la popolazione residente in Regio-ne ammonta a 5.812.962 abitanti; rispetto

al 2007 si è registrato un incremento dello 0,02%. La crescita è stata più intensa sul territorio nazionale (+0,7%), determinan-do così lo storico superamento della soglia dei 60 milioni di abitanti; mentre nella cir-coscrizione del Mezzogiorno la popolazione è aumentata dello 0,1%, assumendo però segno negativo in Molise e Basilicata. Le dinamiche della popolazione conferma-no la Campania la regione con la densità abitativa più alta (501 ab/km2), ma gli

squilibri della distribuzione degli abitanti sul territorio sono altissimi: le province di Avellino e Benevento hanno 156 e 139 ab/km2, quella di Caserta ne ha il doppio

(333 ab/km2), mentre quella di Napoli ne

ha 2.632 ab/km2, ed è la provincia più

den-samente popolata d’Italia.

La SAU rappresenta il 41,4% del territorio regionale, valore inferiore rispetto al dato nazionale (42,3%) e a quello del Sud e del-le Isodel-le (46,9%).

Superficie e popolazione

Rapporto popolazione/superficie agricola, 2008 (abitanti/100 ha di SAu)

Italia Mezzogiorno Campania 471 361 1.033

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La crisi finanziaria internazionale ha con-dizionato anche le prospettive di crescita dell’economia campana. Secondo gli ultimi dati disponibili il PIL regionale, espresso in valori concatenati con anno di riferi-mento 2000, ha registrato nel 2008 una contrazione del 2,6% rispetto al 2007. La flessione del PIL campano ha segnato una brusca inversione di tendenza rispetto alla seppur modesta espansione evidenzia-ta nel biennio precedente (+1,2% nel 2006 e +0,9% nel 2007). In Campania si evi-denzia una caduta del PIL più accentuata rispetto al valore registrato nel resto del Paese (- 1%) e nel Mezzogiorno (- 1,4%). Il PIL ai valori concatenati per abitante, è pari a 13.495 euro a fronte di 21.260 del valore nazionale e di 14.370 euro del Mez-zogiorno. L’indicatore, rispetto al 2007, mostra una variazione particolarmente negativa pari a - 2,8%; mentre in Italia e nel Mezzogiorno il calo è più contenuto (rispettivamente -2,1% e -1,7%). L’andamento del PIL per unità di lavoro è decrescente con valore particolarmente

negativo per il dato nazionale (-0,7%), mentre in Campania (-0,2%) e nel

Mezzo-giorno (-0,1%) si registra una flessione più contenuta.

Prodotto interno lordo

Andamento del Pil (mio euro), 2002-2008

Valori ai prezzi correnti Valori ai prezzi concatenati

2006 2002 2003 2004 2005 2007 2008 0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 98.031,54 78.447,31

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PIL/ABITANTE

Campania Mezzogiorno Italia

Anni prezzi valori prezzi valori prezzi valori

correnti concatenati correnti concatenati correnti concatenati

2002 14.764 13.865 15.260 14.374 22.661 21.313 2003 15.026 13.717 15.621 14.282 23.181 21.144 2004 15.532 13.696 16.092 14.290 23.919 21.258 2005 15.843 13.625 16.500 14.318 24.391 21.239 2006 16.374 13.789 17.168 14.546 25.201 21.549 2007 16.866 13.893 17.645 14.618 26.019 21.726 2008 16.864 13.495 17.853 14.370 26.184 21.260

Fonte: elaborazioni su dati Istat.

Andamento del Pil per abitante (euro), 2002-2008

Andamento del Pil per unità lavorativa (euro), 2002-2008

PIL/UNITÀ LAVORATIVA

Campania Mezzogiorno Italia

Anni prezzi valori prezzi valori prezzi valori

correnti concatenati correnti concatenati correnti concatenati

2002 46.148 43.337 46.121 43.443 53.672 50.481 2003 47.006 42.911 47.488 43.415 54.992 50.159 2004 49.292 43.466 49.423 43.889 57.093 50.739 2005 50.837 43.720 50.805 44.085 58.557 50.991 2006 52.426 44.147 52.224 44.248 59.832 51.162 2007 54.187 44.636 53.715 44.499 61.623 51.454 2008 55.640 44.524 55.194 44.426 62.899 51.071

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La flessione dell’economia campana nel 2008, è spiegata principalmente dall’anda-mento negativo del valore aggiunto che nel complesso si riduce del 2,4%. La per-formance negativa si registra in tutti i set-tori: agricolo -2,8%, industriale -4,3% e terziario -1,9%. Il consistente decremento del valore aggiunto industriale interrompe l’andamento positivo che aveva registrato negli ultimi tre anni e incide pesantemen-te sulla riduzione del valore aggiunto nazionale.

Tuttavia per l’anno 2008, il contributo del settore agricoltura, inclusa silvicoltura e pesca, alla formazione del valore aggiunto dell’economia regionale è stato del 2,8%; valore leggermente in crescita (+0,2%) rispetto al 2007. Il peso del valore aggiun-to agricolo sul aggiun-totale, in Campania, è mag-giore rispetto a quello nazionale (2%), ma inferiore rispetto a quello che il settore primario ha nel Mezzogiorno (4,2%). L’incidenza del settore agricolo campano sul totale dell’economia è pari al 2,5%,

risultato simile al dato nazionale (2,3%). Tuttavia, una dinamica differenziata si riscontra tra le ripartizioni geografiche; l’agricoltura, infatti, pesa al Nord l’1,9%, al Centro l’1,7% e nel Mezzogiorno il 3,7%; quest’ultimo dato è da imputare al peso che il settore agricolo ha sull’econo-mia regionale in Basilicata, Calabria e Puglia.

In Campania la produttività del lavoro, misurata dal rapporto tra valore aggiunto e unità di lavoro, ha registrato, rispetto al 2007, un andamento particolarmente negativo (-0,8%, come il dato nazionale) da ricondurre alla dinamica negativa del valore aggiunto. Nel confronto con i dati nazionali, la produttività del lavoro mostra un andamento negativo in quasi tutte le regioni italiane, ad eccezione della Valle d’Aosta, Puglia, Basilicata e Calabria; difatti la circoscrizione del Mezzogiorno presenta una dinamica meno negativa (-0,4%) di quella del Centro (-0,7%) e del Nord (-1,0%).

Valore aggiunto

19,6%

77,5%

2,8%

Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria Servizi 19,6% 5% 2,8% 1.942,43 13.563,22 53.536,03

Valore aggiunto ai prezzi di base per settori di attività economica (mio euro), 2008

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Regione e ripartizione VA agricolo/PIL

Piemonte 1,8%

Valle d'Aosta 1,3%

Lombardia 1,3%

Provincia Autonoma di Bolzano 4,3%

Provincia Autonoma di Trento 3,0%

Veneto 2,1%

Friuli Venezia Giulia 2,4%

Liguria 1,5% Emilia Romagna 2,7% Toscana 2,2% Umbria 3,1% Marche 2,2% Lazio 1,1% Campania 2,5% Abruzzo 3,0% Molise 5,1% Puglia 4,4% Basilicata 6,8% Calabria 6,0% Sicilia 3,6% Sardegna 3,1% Mezzogiorno 3,7% Centro 1,7% Nord 1,9%

Valore aggiunto ai prezzi di base per unità di lavoro*

Regioni e ripartizioni Var. % 2008/2007

Piemonte -0,1

Valle d'Aosta 0,6

Lombardia -0,9

Provincia Autonoma di Bolzano -1,2

Provincia Autonoma di Trento -0,9

Veneto -1,0

Friuli Venezia Giulia -0,4

Liguria -0,8 Emilia Romagna -1,3 Toscana -1,4 Umbria -0,6 Marche -1,2 Lazio -0,2 Campania -0,8 Abruzzo -1,4 Molise -0,2 Puglia 0,2 Basilicata 0,4 Calabria 0,1 Sicilia -0,3 Sardegna -0,7 Mezzogiorno -0,4 Centro -0,7 Nord -1,0

Incidenza % del valore aggiunto dell’agri-coltura sul PIL, 2008

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In Campania nel 2008 l’input di lavoro, espresso in termini di unità di lavoro, diminuisce dell’1,6% rispetto al 2007; a fronte del 0,1% registrato in Italia, e del -0,7% del Mezzogiorno. L’input di lavoro, in Regione, è decrescente anche nei settori dell’industria (-2,8%) e dei servizi (-1,8%). Rispetto al totale dell’economia, il peso del-l’occupazione campana in agricoltura è pari al 5,7%, mentre circa i due terzi degli occupati (72,5%) sono impegnati nei ser-vizi e il 21,7% nell’industria. Questi valori variano però considerevolmente tra le diverse circoscrizioni e, in particolare, nel Mezzogiorno il peso dell’agricoltura è pari al 6,7%, mentre a livello nazionale è il 3,8%.

Gli occupati agricoli in Campania sono aumentati di 4.000 unità, attestandosi su 76.000 addetti, con un incremento del 5,5% rispetto al 2007, in controtendenza sia con l’andamento osservato nel Mezzo-giorno 4.8%) che nel resto d’Italia (-3,1%). La componente femminile rappre-senta il 40,8% degli occupati agricoli

Occupazione

Occupati in agricoltura dipendenti e indipendenti per sesso e ripartizione geografica, 2008

Occupati indipendenti Occupati dipendenti Totale di cui

000 unità % donne 000 unità % donne occupati donne

agricoltura %

Campania 39 35,9 37 43,2 76 40,8

Mezzogiorno 172 26,7 262 31,7 434 30,4

ITALIA 470 29,6 425 30,6 895 30,0

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT.

Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria Servizi 101,3 382,7 1.277,9 21,7% 72,5% 5,7%

unità di lavoro per settori di attività economica (000 unità), 2008

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Dotazione di lavoro agricolo (uL/100 ha di SAu), 2008 Campania Mezzogiorno Italia 20,12 10,06 10,15 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT.

regionali, valore superiore al dato nazio-nale (30% di donne) e del Mezzogiorno (30,4% di donne). Nel 2008 l’aumento ha riguardato, in ugual misura, sia la compo-nente indipendente che quella dipendente (+5,4%). A livello territoriale, invece, la riduzione della componente dipendente (-5,1% nel Mezzogiorno e -3,8% in Italia) fa registrare un saggio di riduzione superio-re alla componente indipendente (-4,4% nel Mezzogiorno e -2,3% in Italia).

Il rapporto tra occupati agricoli e totali, in Campania, è pari al 4,8%, valore con-tenuto rispetto alle altre regioni del Mez-zogiorno. Difatti, l’incidenza degli occupa-ti nel settore primario sul totale dell’eco-nomia è fortemente sbilanciata a livello territoriale, con un rapporto molto eleva-to nel Mezzogiorno (7,3%) rispeteleva-to al valore nazionale (3,9%) e alle circoscri-zioni del Centro e del Nord (2,4% e 2,8% rispettivamente).

Incidenza % degli occupati in

agricol-tura* sul totale dell'economia, 2008

Regioni e ripartizioni Occupati

Piemonte 3,6%

Valle d'Aosta 4,2%

Lombardia 1,7%

Trentino Alto Adige 5,4%

Veneto 3,0%

Friuli Venezia Giulia 3,3%

Liguria 2,7% Emilia Romagna 3,5% Toscana 2,4% Umbria 3,1% Marche 3,7% Lazio 1,9% Abruzzo 6,9% Molise 9,9% Campania 4,8% Puglia 8,1% Basilicata 8,8% Calabria 12,6% Sicilia 7,2% Sardegna 7,1% Mezzogiorno 7,3% Centro 2,4% Nord 2,8%

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Valore aggiunto ai prezzi di base per uL per settore (euro)* 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria Servizi 0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000 40.000 45.000

* Valori concatenati - anno di riferimento 2000- esprimono la dinamica reale (in quantità) dell’aggregato economico. Fonte: elaborazioni su dati ISTAT.

Produttività

Nel 2008, il valore aggiunto agricolo ai prezzi di base, per unità di lavoro, è pari al 54,1% di quello dell’industria (incluse le costruzioni) e al 45,8% dei servizi (inclusa pubblica amministrazione, istru-zione, sanità e altri servizi pubblici e sociali). Rispetto al 2007, in agricoltura si registra un aumento della produttività del 4,6%; mentre nell’industria e nei servizi la crescita è stata più contenuta (+1% e + 0,9 rispettivamente).

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Il crescente ricorso all’utilizzo di forza lavoro extracomunitaria nel settore agri-colo ha spinto l’INEA, sul finire degli anni ottanta, ad avviare una indagine sulle relazioni tra lavoratori extracomunitari e agricoltura italiana su tutto il territorio nazionale grazie al supporto offerto dalle sedi regionali dell’Istituto. Le principali fonti informative utilizzate nell’indagine, per definire l’impiego degli extracomuni-tari in agricoltura, sono diverse. In parti-colare si rileva una sostanziale differenza tra i dati Inps e quelli raccolti attraverso i centri per l’impiego, le questure, la Cari-tas. I dati ufficiali forniti dall’Inps non comprendono i rapporti di lavoro non regolarizzati, il che si traduce in una generale sottostima dell’occupazione rego-lare. Il settore dell’agricoltura, infatti, è senza ombra di dubbio il comparto in cui si annida il grosso del lavoro sommerso. Nel 2008 in Campania, secondo le stime della Caritas, si contano 129.700 persone di origine immigrata soggiornanti sul

ter-ni percentuali il 3,3% del totale nazionale e il 39% degli immigrati insediati nel Mez-zogiorno d’Italia, il che consolida la Cam-pania come prima tra le regioni meridio-nali quanto a presenza di migranti; men-tre si colloca al settimo posto tra le regio-ni italiane seguendo nell’ordine, Lombar-dia, Veneto, Lazio, Emilia Romagna, Pie-monte e Toscana.

La ripartizione per provincia conferma il primato partenopeo, Napoli annovera infatti il 48% delle presenze stimate a livello regionale. Interessante, invece, notare che dopo anni di puntuale e costan-te ascesa, la provincia di Salerno (20,6% dei soggiornanti in regione), per la prima volta, scalza la provincia di Caserta (20,4%) dalla seconda posizione regiona-le, sebbene si tratti di una sostanziale parità. In terza posizione tra le province campane vi è appunto quella di Caserta, con circa 26.400 presenze di migranti; tuttavia, la provincia si distingue per la più alta percentuale di incidenza dei

sog-dente (2,9%). A seguire, tra le province campane, quelle di Avellino con circa 9.800 presenze pari al 7,6% regionale, e Benevento che conta 4.400 immigrati sog-giornanti pari al 3,4% regionale. La disaggregazione per provenienze ci for-nisce un elemento di grande rilevanza: l’immigrazione, in Campania, è soprattut-to europea. Un ruolo di primo piano è quel-lo giocato dai migranti originari della Romania; alla base della crescita delle pre-senze di cittadini neocomunitari concor-rono, però, anche migranti provenienti da Polonia e Bulgaria. In ogni caso, non si può dimenticare la rilevanza degli immi-grati originari dell’Ucraina, dell’Albania e della Russia. Fino alla fine degli anni ’80 l’immigrazione era marcatamente “africa-na”, oggigiorno i migranti originari del cosiddetto “continente nero” rappresenta-no poco più del 20% delle presenze com-plessive. Tra questi prevalgono gli origina-ri del Maghreb (Marocco, Algeorigina-ria, Tuni-sia), ma anche Nigeria, Senegal e Ghana

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i residenti stranieri in regione. L’Asia mantiene saldamente il terzo posto tra le provenienze continentali, grazie in parti-colare a sei nazioni: Cina, Sri Lanka, Filip-pine, India, Bangladesh e Pakistan. Con riferimento ai dati forniti dall’INPS, nel 2007 il numero di lavoratori

extracomuni-tari assunti a tempo determinato e indeter-minato risulta pari a 1.659 unità, valore in ulteriore diminuzione rispetto agli anni pre-cedenti; in particolare rispetto al 2006 si registra un decremento del 7,8%. I lavora-tori con contratti a tempo determinato rap-presentano ben l’87% dei contratti totali

stipulati. Sempre con riferimento al totale dei lavoratori assunti al 2007 è opportuno precisare che di questi 1.065, circa il 64%, è costituito da individui di sesso maschile, mentre la parte rimanente, 594 unità, da forza lavoro femminile.

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(27)

Il mercato fondiario della regione Campa-nia per il 2008 si presenta, in generale, invariato rispetto all’anno precedente. Chiaramente la situazione non è uniforme su tutto il territorio regionale; le differen-ze sono dovute sia al complesso assetto geologico-strutturale della Regione, sia a fattori più generali che riguardano la situazione congiunturale del settore agri-colo. La crisi dell’intero settore, con rica-dute negative sul mercato fondiario, è principalmente dovuta al degrado ambien-tale in cui versa la Regione (rifiuti, diossi-na). Tuttavia, il volume della domanda ha prevalso sull’offerta di terreni. Le tipologie maggiormente richieste sono i vigneti nel-le zone collinari, i seminativi irrigui e asciutti, i terreni dove è possibile realizza-re impianti serricoli per la coltivazione di ortive, frutta e fiori.

In media sono aumentati dell’1-2% i prezzi dei seminativi irrigui, dei vigneti e degli oli-veti ricadenti in aree tutelate da marchi (DOC e DOP); mentre sono diminuite le quo-tazioni dei terreni utilizzati

tradizional-mente per colture non rientranti nei regimi di aiuto. Permangono gli effetti speculativi e le quotazioni maggiori si registrano per i terreni localizzati in prossimità dei grossi centri abitati densamente popolati. A livello territoriale, in provincia di Napoli i prezzi medi dei terreni, rispetto al 2007, sono rimasti essenzialmente invariati per tutti i tipi di coltura; ciò è confermato anche dall’immutato livello degli scambi del mercato. Una nota positiva, però, si regi-stra sulle Colline litoranee della Penisola Sorrentina dove si ha un incremento di valore del 2-3% per i terreni destinati alla coltivazione di vite e limone. Nel Piano Campano sud-orientale l’emergenza rifiuti e l’entrata in funzione del termovalorizza-tore di Acerra hanno influenzato negativa-mente il mercato fondiario della zona, si registra infatti un decremento del 2% per le ortive e i frutteti, che rappresentano le colture più rappresentative in quest’area. Nella provincia di Caserta si registra un aumento dei prezzi dell’1-2% per i semina-tivi, sia irrigui che in asciutto, crescita

inferiore rispetto agli ultimi anni a causa dei problemi d’inquinamento dell’area. Il valore dei vigneti e degli oliveti, per la pro-duzione di vini DOC e oli DOP, sono cre-sciuti del 2-3%; mentre i castagneti anche quest’anno hanno mostrato un buon incre-mento (circa il 3%) grazie al riconosci-mento dell’IGP per la castagna di Rocca-monfina.

In provincia di Salerno, per i terreni ad agricoltura intensiva quali i seminativi irrigui e non irrigui si sono registrate variazioni negative dei valori fondiari dell’1% circa; mentre sono ancora in rialzo i valori dei terreni con oliveti e vigneti gra-zie ai finanziamenti comunitari e alla pre-senza di produzioni tipiche in alcune zone della provincia. L’unica tipologia di terreno che ha conosciuto un incremento del valo-re degno di nota è rappvalo-resentato dalle col-ture orticole irrigue della Piana del Sele, l’incremento di valore è pari al 3% circa. La provincia di Benevento registra nel 2008 un andamento differenziato dei valo-ri fondiavalo-ri a seconda delle zone. In

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colare, nelle aree del Taburno e delle Colli-ne del Calore i prezzi medi dei terreni risultano invariati rispetto all’anno prece-dente; mentre nelle altre zone si rileva un discreto aumento, 2-3%, nelle aree coltiva-te a vicoltiva-te e a olivo.

Le quotazioni dei terreni in provincia di Avellino sono state stabili rispetto al 2007 per quasi tutte le tipologie di coltura. Fan-no eccezione i terreni destinati alla colti-vazione di nocciole e castagne ricadenti in

area DOP. Il crollo del prezzo dei cereali e l’aumento ingiustificato delle materie pri-me (gasolio, mangimi, concimi) hanno avu-to una ricaduta negativa sullo scambio dei terreni.

Il mercato degli affitti, per l’anno 2008, evidenzia una sostenuta domanda di terre-ni. Tale tendenza, secondo, l’indagine effet-tuate in Campania, è da imputare all’appli-cazione della riforma della PAC con il mec-canismo previsto dal pagamento unico ed

il rispetto degli obblighi ambientali. Si evi-denzia una maggiore tendenza alla regola-rizzazione dei contratti di affitto da parte degli affittuari, che da stagionali e “verba-li” si stanno trasformando sempre di più in pluriennali e scritti. La spinta a tale fenomeno è dovuta alla circostanza che per accedere ai finanziamenti previsti nel-l’ambito del PSR Campania 2007-2013 occorre o la proprietà, o un regolare con-tratto di fitto.

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Avellino 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Noccioleto nelle colline di Avella e del Vallo di Lauro 41,0 46,5 45,0 45,0 47,5 47,5 −

Noccioleto nelle colline di Avella e del Vallo di Lauro 46,5 45,0 45,0 47,5 47,5 − −

Oliveti nell’Irpinia Centrale e nel Sabato 12,5 17,0 18,0 19,0 19,0 20,0 20,0

Vigneti DOC nelle colline dell’Irpinia centrale 31,0 31,0 31,5 33,0 33,0 34,5 34,5

Oliveti nelle colline dell'Irpinia Centrale 13,5 13,5 13,5 14,5 14,5 16,0 15,5

Benevento

Seminativi collinari nella zona del Taburno 16,0 16,0 17,0 18,0 19,5 19,5 19,0

Vigneti DOC nelle colline del Calore − − 34,5 34,5 34,5 34,5 35,0

Vigneti DOC nelle colline del Taburno 22,0 23,0 25,0 25,0 27,5 28,5 29,5

Frutteti nel fondovalle dei Monti del Taburno e del Camposauro − − − 37,5 39,0 40,0 39,0

Seminativi arborati nelle colline del Calore Irpinio Inferiore − − − 25,0 28,5 29,5 29,0

Caserta

Frutteti specializzati irrigui nell’Agro Aversano 46,5 45,0 46,0 46,0 43,0 43,5 43,5

Vigneti della zona di Galluccio − − − 21,5 22,0 22,5 22,5

Seminativi irrigui nell’Agro Aversano 40,0 35,0 37,0 38,0 33,5 33,5 34,5

Oliveti collinari nel Matese 16,5 15,0 16,5 17,5 15,5 16,0 16,5

Napoli

Azienda ortofloricola nella zona litoranea della provincia di Napoli 91,5 91,5 96,0 96,0 100,0 100,0 105,0

Frutteti specializzati irrigui nell’Agro giuglianese 51,5 50,0 53,5 53,5 51,5 51,5 51,5

Azienda con colture ortive sottoserra nel Piano Campano sud-occidentale 92,5 92,5 95,0 95,0 101,0 103,5 103,5

Salerno

Frutteti specializzati irrigui nella Piana del Sele 50,0 56,0 59,0 59,0 59,0 60,0 60,0

Seminativi irrigui nella Piana del Sele 51,5 51,5 53,0 54,5 56,0 56,0 56,0

Oliveti nelle colline del Vallo di Diano 25,5 25,5 25,5 27,5 30,0 32,0 31,0

Valori fondiari medi per qualità di coltura e per province (migliaia di euro/ha)

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Nel 2008 la produzione agricola ai prezzi di base, inclusa la silvicoltura e la pesca, è aumentata dell’1,8% rispetto all’anno pre-cedente, come risultato di una contrazione delle quantità prodotte (-1,8%) e di un aumento dei prezzi di base (+1,2%). Prose-gue, dunque, il trend positivo della produ-zione agricola già registrata nel 2007, sulla scia di un rialzo dei prezzi dei prodotti agri-coli che è proseguito nel 2008.

Il principale contributo alla produzione agricola in Campania è dato dal comparto delle colture erbacee (42,1%), seguito dalla zootecnia (20,5%) e dalle coltivazioni arbo-ree (19,7%).

La produzione proveniente dall’attività dei servizi connessi si è attestata nel 2008 a 297.044 migliaia di euro correnti, con un aumento del 6,2% rispetto all’anno prece-dente. Continua, così, il trend di crescita di questa componente strettamente legata all’attività agricola, giunta a rappresentare l’8,9% del valore complessivo della produ-zione. Per le attività secondarie delle

azien-etc.), si evidenzia una significativa ripresa (+15%), accompagnata da un aumento dei prezzi (+5%). Di segno ampiamente negati-vo sono state, viceversa, le variazioni della produzione per la pesca (-20,1%) e per la silvicoltura (-8,8%).

tali evidenziano che il settore cerealicolo è stato caratterizzato da una forte ripresa delle quantità prodotte; in particolare, si segnala la crescita del frumento duro (+32%), del frumento tenero (+15,8%) e dell’avena (+18,6%). Tale crescita è dovuta

Risultati produttivi

Produzione e servizi ai prezzi di base per principali comparti, 2008

CAMPANIA VAR. % 2008/07

000 euro % quantità prezzi

Erbacee 1.399.454 42,1 0,5 -3,1 Arboree 656.260 19,7 -7,1 2,7 Foraggere 97.267 2,9 -15,9 8,6 Zootecnia 682.899 20,5 -0,4 5,4 Sevizi connessi1 297.044 8,9 0,2 5,0 Attività secondarie2 53.898 1,6 3,0 5,0 Silvicoltura 37.050 1,1 Pesca 103.961 3,1 TOTALE3 3.327.833 100,0 -1,8 1,2

1Comprende contoterzismo attivo e passivo, confezionamento prodotti agricoli, manutenzione parchi e giardini, servizi annessi all'allevamento,

fecondazione artificiale, nuovi impianti produttivi.

2Agriturismo, trasformazione latte, frutta, carne e altre attività esercitate dalla banca agricola. 3Al lordo delle attività secondarie esercitate da altre branche di attività economica.

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condizioni climatiche propizie, che da un innalzamento dei prezzi dei cereali. Il settore orticolo, patate incluse, ha subito, nel complesso, una lieve flessione dello 0,9%, sintesi di dinamiche alquanto diffe-renziate tra le varie produzioni: in diminu-zione risultano finocchi 6,3%), melone (-2,4%), fragole (-19,9%), peperoni (-12,5%), indivia (-7,8%) e lattuga (-3%); in aumento figurano patate (+34,4%), pomodori (+2,7%), cavoli (+48,5), cavolfiori (+19%), cocomeri (+2,3%), carciofi (+40,7%), melanzane (+1,5).

Nel settore floricolo si è registrato un mode-sto recupero delle coltivazioni di fiori e piante da vaso, +4,3% rispetto al 2007, associato anche ad un incremento dei prez-zi del 3,3%.

Le produzioni industriali, come conseguen-za della riforma della OCM, hanno continua-to a registrare una contrazione delle quan-tità prodotte; è diminuita la produzione di tabacco del 7,1%, ma soprattutto, quelle di barbabietola da zucchero (-47,7%). Nelle colture arboree si è avuto un recupero

produttivo dell’olio d’oliva (+2,8%), accom-pagnato, però, da una diminuzione del valo-re (-1%). Per la frutta è proseguito il calo della produzione di mele (-16,6%) e nocciole (-11,5); in flessione anche le produzioni di

pesche (-23,1%), nettarine (-15%) e albicoc-che (-17,9%). Incrementi si segnalano, inve-ce, per l’actinidia (+9,1%) e gli agrumi (+14% le arance, +7,6% i limoni). Nel setto-re vitivinicolo si è setto-registrata una ripsetto-resa

Produzione agricola ai prezzi di base per principali settori (000 euro), 2008

Cereali e legumi secchi Patate e ortaggi Colture Industriali Fiori e piante da vaso Coltivazioni foraggere Prodotti vitivinicoli Prodotti dell'olivicoltura Frutta e agrumi Carni Latte Uova e miele Servizi connessi 125.032 954.338 96.337 223.747 97.267 83.791 111.623 438.525 410.755 204.608 67.283 297.044 6,5% 4,0% Colture Industriali Patate e or Cereali e legumi secchi

96.337 954.338 125.032 Colture Industriali taggi Patate e or Cereali e legumi secchi

13,2% 6,5% 13,2% 30,7% Prodotti dell'olivicoltura Prodotti vitivinicoli Coltivazioni foraggere Fiori e piante da vaso

297.044 67.283 204.608 410.755 438.525 111.623 83.791 97.267 223.747 i vizi conness Ser Uova e miele Latte ni Car umi utta e agr Fr Prodotti dell'olivicoltura Prodotti vitivinicoli Coltivazioni foraggere Fiori e piante da vaso

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Principali produzioni vegetali, 2008*

QUANTITÀ VALORE2

Prodotti 000 ton var. % 000 euro var. %

2008/07 2008/07 Frumento tenero 57,2 15,8 10.903 12,3 Frumento duro 201,1 32,0 61.624 31,4 Orzo 47,9 10,4 8.132 8,1 Avena 31,2 18,6 6.269 27,9 Granoturco ibrido 126,8 13,8 22.340 10,8 Patate 324,9 34,4 121.749 28,5 Pomodori 442,0 2,7 158.723 -14,5 Finocchi 93,6 -6,3 46.500 -1,1 Cavoli 51,1 48,5 26.126 50,7 Cavolfiori 68,8 19,0 26.942 15,3 Melone 52,6 -2,4 23.077 1,4 Cocomero 72,6 2,3 13.359 4,9 Carciofi 34,2 40,7 27.500 51,0 Fragole 44,7 -19,9 91.723 -16,4 Melanzane 85,4 1,5 41.283 -7,3 Peperoni 59,6 -12,5 48.148 -21,0 QUANTITÀ VALORE2

Prodotti 000 ton var. % 000 euro var. %

2008/07 2008/07

Indivia 29,7 -7,8 15.728 0,9

Lattuga 86,5 -3,0 93.916 -2,1

Barbabietola da zucchero 10,1 -47,7 447 -51,4

Tabacco 36,5 -7,1 95.441 -9,5

Uva da vino venduta 84,5 18,2 16.520 12,4

Vino (000 hl)1 1.208,2 -0,1 65.541 5,7 Olio1 37,1 2,8 106.279 -1,0 Mele 60,4 -16,6 23.790 -7,1 Pesche 238,7 -23,1 99.760 -22,4 Nettarine 66,7 -15,0 32.814 -10,5 Albicocche 55,4 -17,9 38.309 -11,1 Nocciole 38,5 -11,5 43.613 -20,5 Actinidia 26,4 9,1 20.823 37,0 Arance 24,5 14,0 6.276 17,8 Limoni 24,2 7,6 15.809 47,2

* I dati 2008 sono provvisori.

1Secondo la metodologia SEC95, rientrano nel settore "agricoltura" il vino e l'olio prodotto da uve e olive proprie dell'azienda, a esclusione di quello prodotto dalle cooperative e industria alimentare. 2Ai prezzi di base.

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Principali produzioni zootecniche, 2008*

QUANTITÀ1 VALORE2

Prodotti 000 ton var. % 000 ton var. %

2008/07 2008/07

Carni bovine 82,2 -2,7 192.271 0,3

Carni suine 46,1 1,1 70.157 8,6

Carni ovi-caprine 2,3 4,5 7.023 -2,4

Pollame 38,6 9,7 80.599 5,2

Conigli, selvaggina e allevamenti minori 22,2 -6,7 57.406 -1,3

Latte di vacca e bufala (000 hl) 4.538,0 -0,8 195.757 10,8

Latte di pecora e capra (000 hl) 92,0 1,1 8.851 19,2

Uova (milioni di pezzi) 789,0 0,0 66.435 5,3

Miele 0,3 -40,0 848 -24,4

* I dati 2008 sono provvisori

1Peso vivo per la carne 2Ai prezzi di base

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT.

dell’uva da vino venduta (+18,2%) e una invarianza della produzione di vino (-0,1%), realizzando buoni risultati sotto il profilo qualitativo.

Il settore zootecnico è stato caratterizzato da andamenti diversificati, si registra infat-ti un buon recupero dei livelli produtinfat-tivi del pollame (+9,7%), delle carni ovi-caprine (+4,5%), e un leggero aumento delle carni suine e di latte ovicaprino (ambedue +1,1%). È diminuita, invece, la produzione di carni bovine (-2,7%) e di conigli, selvag-gina e allevamenti minori (-6,7%). La pro-duzione di latte di vacca e bufala ha subito una leggera flessione (-0,8%), che ha potu-to però contare su livelli di prezzo alla stal-la più elevati di quelli fatti registrare nel 2007. Il miele è diminuito sensibilmente (-40%), in conseguenza della forte crisi pro-duttiva causata da un diffuso fenomeno di spopolamento degli alveari.

(34)

Nel 2008 la spesa per i consumi intermedi in agricoltura si è attestata a 1.088 milioni di euro correnti, evidenziando una forte accelerazione della dinamica di crescita già rilevata l’anno precedente (+7,6%, a fronte di +4,7% nel 2007). L’aumento mostrato negli ultimi anni, è sicuramente dovuto al notevole rialzo dei prezzi fatto registrare dai mezzi meccanici, considerato come il più elevato degli ultimi venti anni. La spesa per i consumi intermedi dell’agri-coltura campana ripartita tra le diverse categorie indica che il 36,3% viene impie-gato per i mangimi, il 22,6 per sementi e piantine, il 12,2% per i prodotti fitosanita-ri, e il 7,1% per le spese di stalla. Le quantità utilizzate sono diminuite per quasi tutti i mezzi tecnici, -1,9% rispetto al

2007. Si registrano contrazioni soprattutto per i prodotti fitosanitari (-5,6%), per le sementi e le piantine (-3,6%), per i concimi (-2,9%). Sono cresciuti, invece, le quantità di mangimi (+0,9%), mentre sono rimaste sostanzialmente invariate le spese di stalla (-0,2%).

Nel confronto con i valori nazionali si osserva che la flessione delle quantità uti-lizzate, nel totale, è più lieve (-0,4%, rispet-to al -1,9% della Campania). La diminuzio-ne ha riguardato soprattutto concimi (-2,6%) e mangimi (-1,5%); mentre a valori negativi per la Campania, corrisponde una crescita delle quantità impiegate di sementi e piansementine (+1,5% Italia, a fronte del -3,6% della Campania) e spese di stalla (+0,6%).

Consumi intermedi

TOTALE Concimi Fitosanitari Sementi e piantine Mangimi Spese di stalla 1.087.882 88.077 47.574 85.461 141.596 27.615 22,6% 12,2% 21,9% 36,3% 7,1%

Consumi intermedi dell’agricoltura, per categoria di beni e servizi acquistati*, 2008

Consumi intermedi dell’agricoltura, variazione % di quantità 2008/2007

Regione Concimi Fitosanitari Sementi e piantine1 Mangimi Spese di stalla Totale

Campania -2,9 -5,6 -3,6 0,9 -0,2 -1,9

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Credito all’agricoltura

Nel 2008 i finanziamenti al settore prima-rio, incluso foresta e pesca, sono stati pari a 41 milioni di euro, valore che diminuisce del 16,3% rispetto all’anno precedente e che conferma l’andamento negativo degli ultimi anni. La riduzione del credito all’a-gricoltura, in Campania, è in linea con la variazione nazionale (-16,2%); mentre nel-la circoscrizione del mezzogiorno si regi-stra una flessione più marcata rispetto al 2007 (-37,3%). Anche per il 2008 si evi-denzia la preferenza verso forme di finan-ziamento oltre il breve termine, come manifestazione del processo di

ricomposi-zione della struttura finanziaria che si è avviato da anni.

I finanziamenti oltre il breve termine, segnano una crescita del 16,3% in

Campa-nia, a fronte dell’andamento negativo regi-strato in Italia (-17,7% rispetto al 2007) e, seppur in maniera più contenuta, nel Mez-zogiorno (-2,3%). Analizzando le diverse

Finanziamenti oltre il breve termine agli investimenti in agricoltura, 2008 (mio euro)

Costruzione Macchine, mezzi di trasporto Acquisto di TOTALE

fabbricati rurali attrezzature varie immobili rurali

Regione 2007 2008 var. % 2007 2008 var. % 2007 2008 var. % 2007 2008 var. %

2008/07 2008/07 2008/07 2008/07

Campania 82 100 21,9 45 44 -2,2 8 13 62,5 135 157 16,3

Mezzogiorno 309 325 5,2 353 293 -17,0 126 152 20,6 788 770 -2,3

ITALIA 2.836 1.791 -36,8 1.621 1.638 1,0 576 712 23,6 5.033 4.141 -17,7

Fonte: Bollettino statistico Banca d’Italia.

Finanziamenti agevolati ad agricoltura, foreste e pesca (mio euro), 2008

Oltre il breve Entro il breve TOTALE

termine termine Var. %

Regione 2007 2008 2007 2008 2007 2008 2008/07

Campania 47 39 2 2 49 41 -16,3

Mezzogiorno 387 217 <55 60 442 277 -37,3

ITALIA 796 679 127 94 923 773 -16,2

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destinazioni dei finanziamenti, si segnala-no variazioni positive delle erogazioni per le costruzioni dei fabbricati rurali in Cam-pania (+21,9%) e per l’acquisto di immobi-li ruraimmobi-li (+62,5%), mentre si riducono i finanziamenti per macchine, mezzi di tra-sporto e attrezzature varie (-2,2%). La cir-coscrizione del Mezzogiorno mostra una

dinamica più contenuta, infatti i sussidi per le costruzioni dei fabbricati rurali aumentano del 5,2%, quelli per l’acquisto di immobili rurali del 20,6%, mentre dimi-nuiscono i finanziamenti per macchine, mezzi di trasporto e attrezzature varie del 17%. In Italia l’andamento delle erogazioni è differente rispetto alla Campania e al

Mezzogiorno, difatti risultano diminuiti i finanziamenti per le costruzioni dei fab-bricati rurali (-36,8%), mentre quelli per l’acquisto di immobili rurali sono rimasti pressoché stazionari (+1%), mentre aumentano le erogazioni per macchine, mezzi di trasporto e attrezzature varie (+23,6%).

(37)

Investimenti

Nel 2007 gli investimenti fissi lordi in agri-coltura, espressi in valori concatenati, han-no fatto registrare un’ulteriore flessione del 2,5%, a conferma dell’andamento nega-tivo degli ultimi due anni (-4,8% nel 2005 e -0,2% nel 2006). L’incidenza degli inve-stimenti agricoli sul totale regionale ha subito una debole contrazione, passando al 2,7% rispetto al 2,8% del 2006. Anche l’in-cidenza degli investimenti fissi sul valore aggiunto agricolo è diminuito, passando dal 25,6% del 2006 al 24,8% del 2007. L’analisi degli investimenti fissi lordi per unità di lavoro, rispetto al 2006, mostra valori positivi per tutti i principali settori: agricoltura +0,08%, industria +0,05% e servizi +0,01%.

Andamento degli investimenti fissi lordi agricoli

Valori Valori % su valori concatenati

correnti concatenati Tot. investimenti VA agricolo

Anni (mio euro) (mio euro)

2002 437 413 2,7 19,2 2003 539 501 3,0 26,6 2004 593 537 3,2 24,8 2005 581 511 3,0 25,2 2006 596 510 2,8 25,6 2007 598 497 2,7 24,8

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT.

Investimenti fissi lordi: rapporti caratteristici per principali settori, 2007*

Agricoltura Industria Servizi TOTALE

Investimenti per Unità di lavoro

EURO 4.825 9.776 10.845 10.262

% 47,0 95,2 105,7 100,0

VAR. % 2007/06 0,08 0,05 0,01 0,02

* Valori concatenati, anno di riferimento 2000 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT.

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ER

A

A

G

R

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IN

D

U

ST

R

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LE

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Alla fine del 2008 in Campania risultano attive 473.117 imprese, pari all’8,9% delle imprese attive in Italia (che ammontano a 5.316.1004) ed al 34,62% di quelle delle regioni del Mezzogiorno (1.366.457). Il 48,1% sono attive in provincia di Napoli, il 21,3% in quella di Salerno, il 15,6% in quella di Caserta, l’8,4% in quella di Avel-lino ed il 6,7% nella provincia di Beneven-to. Rispetto al 2007 le imprese attive cam-pane si sono incrementate del 2,8%, 12.872 imprese in più, incremento di mol-to superiore a quello registramol-to nell’ultimo quinquennio, in particolare superiore del 2,6% rispetto all’incremento 2007 (+0,2%) rispetto al 2006.

Nell’area dei Servizi le imprese attive sono 279.795, e rappresentano anche per il 2008 il 59,1% del totale delle imprese atti-ve campane, rispetto al 2007 risultano incrementate del 2,8%. Anche quelle ope-ranti nell’area Industria sono aumentate (+3,2%) rispetto al 2007, e ricoprono il 22,3% (22,2% nel 2007), pari a 105.539 imprese, del totale delle imprese attive

operanti in Campania. Diminuite del 2%, che in termini assoluti vuol dire 1.535 imprese in meno rispetto al 2007, le imprese operanti in Agricoltura, infatti risultano essere 75.167, il 15,9% delle imprese campane (22,2% nel 2007). Aumentate le imprese non classificate, infatti da 8.791 nel 2007 passano a 12.296 nel 2008 (+39,8%) e rappresenta-no il 2,6% del totale delle imprese attive in

Campania.

Pur facendo registrare valore negativo (-2,5%), il saldo nati-mortalità nel settore Agricoltura, Caccia e Pesca, nel 2008, interrompe la discesa (3,5% nel 2007, -1,3% nel 2006, -0,8% nel 2005), continua invece a scendere nel settore Attività Manifatturiere (-3,4% nel 2008, -3% nel 2007, -2,8% nel 2006, -1,2% nel 2005); tra le queste il 23,2%, pari a 11.121

impre-Imprese in Campania

Napoli Avellino Benevento Caserta Salerno 48,1% 8,4% 6,7% 15,6% 21,3%

Composizione percentuale delle imprese attive in Campania, 2008

(40)

se attive, operano nel settore degli Ali-menti e Bevande.

Analizzando gli andamenti settoriali rela-tivi alle cinque province campane si osser-va che in provincia di Benevento il decre-mento, rispetto al 2007, risulta contenuto per effetto dell’aumento delle imprese atti-ve in alcuni settori, quali, ad esempio, Alberghi e Ristoranti (+68 imprese), Atti-vità Immobiliari (+22 imprese), che com-pensano il forte calo numerico registrato in Agricoltura, Caccia e Silvicoltura (-383 imprese), nel Commercio (-34 imprese), nel Trasporti (-34 imprese).

In provincia di Napoli, ove, come già detto, si è verificato il maggior incremento per-centuale (+3,8%) rispetto al 2007 delle imprese attive, i settori in cui si registra decremento sono quello della Pesca, Pisci-coltura e Servizi Connessi (-3,6%) e quello dell’Agricoltura, Caccia e Silvicoltura (-2,8%).

In provincia di Caserta l’unico settore in cui le imprese attive risultano diminuite

è quello dell’Agricoltura, Caccia e Silvicol-tura.

imprese in meno rispetto al 2007, pari a – 1,9%, in

Agricol-Agricoltura, caccia e silvicoltura Pesca, piscicoltura e servizi connessi Estrazione di minerali Attività manifatturiere Prod. e distrib.energia elettrica, gas e acqua Costruzioni Comm. ingr. e dett.; rip. beni pers. e per la casa Alberghi e ristoranti Trasporti, magazzinaggio e comunicaz. Intermediaz. monetaria e finanziaria Attiv. immobiliari, noleggio, informatica,ricerca Istruzione Sanità e altri servizi sociali Altri servizi pubblici, sociali e personali Imprese non classificate

0 50.000 100.000 150.000 200.000 173.596 20.525 12.296 2.388 3.458 31.745 8.649 15.514 23.918 57.041 322 47.918 320 258 75.167

Imprese attive in Campania per settore di attività, 2008

(41)

tano decrementate anche quelle del setto-re Pesca, settosetto-re in cui le 5 impsetto-rese in meno comportano un decremento percen-tuale del 5,5%.

In provincia di Avellino al decremento, rispetto al 2007, del 1,3% in Agricoltura e del 2,5% nel settore Trasporti, Magazzi-naggio e Comunicazioni, si affianca,

inve-ce, un notevole aumento (+34,8%) delle imprese attive del settore della Produzione e Distribuzione di Energia Elettrica, Gas e Acqua.

(42)

Distribuzione

La rete commerciale al dettaglio in sede fissa, con specializzazione prevalente nel settore alimentare, rileva al 30 giugno 2009 la presenza in Campania di 28.026 esercizi commerciali, con una riduzione dell’1,5% rispetto all’anno precedente. In riferimento alle specializzazioni degli esercizi alimentari si osserva che la

dimi-nuzione ha riguardato soprattutto gli “altri esercizi specializzati alimentari”, -59,5% rispetto al 2008; lo spostamento sempre più ampio degli acquisti dai piccoli esercizi a quelli della distribuzione orga-nizzata, oltre che a fattori socio-culturali in crescente espansione, è riconducibile in parte all’azione di contenimento della

dinamica dei prezzi che gli esercizi in que-stione hanno in qualche misura realizzato. In misura inferiore la riduzione ha riguar-dato anche gli esercizi di vendita delle car-ni (-2,4%), di frutta e verdura (-1%), di pane e pasticceria (-2,5%). Aumentano, invece, i negozi non specializzati a preva-lenza alimentare (+20%), le rivendite di

Esercizi commerciali alimentari al dettaglio in sede fissa, 2009

Specializzazione AV BN CE NA SA Totale

% % % % % %

Frutta e verdura 184 9,6 80 7,0 423 10,0 1.688 11,3 672 11,5 3.047 10,8

Carne e prodotti a base di carne 454 23,7 284 25,0 968 22,7 3.177 21,3 1.250 21,3 6.133 21,9

Pesci, crostacei, molluschi 91 4,7 56 5,0 186 4,3 978 6,5 335 6,0 1.646 5,8

Pane, pasticceria, dolciumi 48 2,6 25 2,2 165 3,8 692 4,6 213 3,6 1.143 4,1

Bevande (vini, olii, birra ed altre) 26 1,4 16 1,4 124 2,9 475 3,2 85 1,4 726 2,7

Altri esercizi specializzati alimentari 97 5,0 50 4,4 225 6,0 1.104 7,4 249 4,2 1.725 6,1

Non specializzati prevalenza alimentare 1.015 53,0 622 55,0 2.124 50,3 6.790 45,7 3.055 52,0 13.606 48,6

In complesso 1.915 100,0 1.133 100,0 4.215 100,0 14.904 100,0 5.859 100,0 28.026 100,0

% su totale esercizi 28,6 26,2 28,8 27,7 28,6 28

(43)

oli,vini e bevande (+1,9%) e quelli di pesci, crostacei e molluschi (+0,6%).

A livello provinciale, la consistenza degli esercizi alimentari in sede fissa presenta una diminuzione più accentuata nella pro-vincia di Benevento (-3,4%), seguono le province di Avellino (-1,3%), di Napoli (-1%) e Caserta (-0,8%); mentre, in pro-vincia di Salerno aumenta leggermente il numero complessivo di esercizi commer-ciali alimentari (+0,4%). Riguardo la spe-cializzazione delle rivendite, si osserva che diminuiscono gli esercizi specializzati

alimentari, mentre aumentano i negozi non specializzati a prevalenza alimentare, così come registrato a livello regionale. La rete commerciale ambulante conteggia, al 30 giugno 2009, 20.523 esercizi, di que-sti il 19,4% è rappresentato da esercizi ambulanti alimentari, con una contrazione di 79 unità (-1,9% rispetto al 2008). A livello provinciale, il maggior numero di esercizi alimentari ambulanti si localizza in provincia di Napoli (50,2%), segue la provincia di Salerno (24%), quella di Caserta (15%) e infine Avellino e

Bene-vento (7% e 3,8% rispettivamente). Gli esercizi commerciali all’ingrosso in Campania sono 33.010, l’1,8% in più rispetto all’anno precedente; tale aumento ha interessato la maggior parte delle cate-gorie merceologiche. Una lieve diminuzio-ne si registra per gli esercizi commerciali all’ingrosso di prodotti alimentari, bevan-de e tabacco (-0,3%), mentre più accentua-ta è la riduzione degli esercizi destinati alla vendita all’ingrosso di altri prodotti (-43,6%).

Esercizi commerciali ambulanti, 2009

AV BN CE NA SA Totale

Altri articoli 187 117 1.585 2.401 1.401 5.691

Abbigliamento, Tessuti e Calzature 222 210 1.431 1.385 1.083 3.695

Alimentare 278 152 600 2.002 955 3.987

Calzature e Pelletterie 31 27 143 302 109 612

Mobili e Articoli di uso domestico 16 6 41 192 83 338

Non specificata 169 58 503 1.247 331 2.308

Abbigliamento, Tessuti e Calzature 63 51 1.272 1.226 924 3.536

TOTALE 903 498 4.833 9.604 4.685 20.523

(44)

Distribuzione degli esercizi commerciali all’ingrosso per specializzazione merceologica, 2009

Provincia Altri Macchinari e Altri Materie Prodotti Prodotti Totale

prodotti attrezzature prodotti prime alimentari, intermedi

di consumo agricole e bevande, non agricoli,

finale animali vivi tabacco rottami e cascami

AV 12 172 382 209 341 372 1.488 BN 17 131 219 77 194 232 870 CE 29 398 1633 187 920 823 3.990 NA 365 1.770 11.186 1.058 4.016 2.923 21.318 SA 45 623 1536 270 1.809 1.061 5.344 TOTALE 468 3.094 14.956 1.801 7.280 5.411 33.010

(45)

La grande distribuzione

Al 31 dicembre 2008 in Campania si rile-vano 446 supermercati, lo 0,7% in meno rispetto all’anno precedente. La diminuzio-ne ha riguardato anche la superficie com-plessiva di vendita, che si è ridotta dello 0,2% , e l’occupazione (-1,3%).

Il numero degli ipermercati è rimasto invariato rispetto al 2008 a 18 unità con una superficie di vendita di 151.886 mila

mq (-1,8% rispetto al 2008), in particolare di questa superficie il 46% è destinata ai generi alimentari. In controtendenza alla diminuzione del numero e della superficie di vendita degli ipermercati si registra la crescita del numero di addetti, si contano infatti 2.715 addetti, il 2,9% in più rispet-to all’anno precedente.

In crescita invece il numero dei

minimer-cati, che raggiungono le 386 unità (+4,9%), con una superficie di vendita di 109.342 mq (+4,2%) e 2.274 addetti (+7%).

Riguardo la ripartizione provinciale gli esercizi della grande distribuzione alimen-tare, si localizzano per la maggior parte in provincia di Napoli e Salerno, seguono le provincie di Avellino, Caserta e Benevento.

Grande distribuzione alimentare per ripartizione provinciale, 2009

Supermercati Ipermercati Minimercati

Numero Sup. di Addetti Numero Sup. di Addetti Numero Sup. di Addetti

vendita vendita vendita

AV 62 47.417 693 4 12.096 178 53 15.877 253 BN 16 13.059 280 1 2.500 18 15 5.188 94 CE 30 25.004 445 1 5.500 165 6 2.086 34 NA 224 152.595 2.798 11 123.790 2.224 220 59.117 1.379 SA 114 94.743 1.756 1 8.000 130 92 27.074 514 CAMPANIA 446 334.616 5.972 18 151.886 2.715 386 109.342 2.274

(46)

La spesa complessiva, ai prezzi correnti, delle famiglie campane è aumentata del 3,5% rispetto al 2006; tale crescita è imputabile quasi esclusivamente all’au-mento generalizzato dei prezzi al

consu-mo. L’analisi dei dati mostra che, non-ostante le famiglie abbiano dovuto fronteg-giare i consistenti aumenti dei prezzi dei prodotti agricoli, ci sono altre tipologie che hanno risentito ancor più dei rincari,

pri-ma fra tutte i trasporti (+6%), seguono la ricreazione e cultura, l’istruzione (+5,3%) e quindi le altre tipologie. La spesa per generi alimentari (incluse le bevande non alcoliche) rappresenta il 19% della spesa complessiva sul territorio economico, con-tro il 18,9% del 2006.

Le categorie che incidono maggiormente, in termini di spesa, sono la carne (22,6%), gli ortofrutticoli (17,2%), il pane e i cerea-li (16,1%), i lattiero-caseari e le uova (13,9%), il pesce (11,1%). Nella spesa del-le famiglie campane il 2007 ha fatto regi-strare un andamento positivo per zucche-ro, caffè e drogheria (+8%), pane e cereali (+7,3%), bevande (+5,4%) e ortofrutta (+4%), dovuto più che altro all’andamento dei prezzi; una diminuzione si registra solamente per i lattiero-caseari e le uova (-1,1%).

In un confronto con i dati nazionali si osserva che il valore medio dei consumi alimentari delle famiglie si colloca a livello nazionale a 466 euro mensili, contro i 522

Consumi alimentari

Spesa delle famiglie campane per grandi tipologie di consumi (mio euro correnti), 2007

2007 Var %

2007/2006

Generi alimentari e bevande non alcoliche 12.843 4,8

Bevande alcoliche, tabacco, narcotici 2.514 4,3

Vestiario e calzature 5.994 -0,8

Spese per l'abitazione, elettricità, gas ed altri combustibili 12.732 3,0 Mobili, elettrodomestici, articoli vari e servizi per la casa 4.834 -2,2

Spese sanitarie 2.131 4,3 Trasporti 8.612 6,0 Comunicazioni 1.856 2,9 Ricreazione e cultura 3.937 5,3 Istruzione 615 5,3 Alberghi e ristoranti 4.573 5,0

Beni e servizi vari 6.468 4,7

Totale sul territorio economico1 67.109 3,5

(47)

2006 la spesa delle famiglie italiane è rimasta piuttosto stabile per molti prodot-ti, si evidenzia tuttavia una riduzione di spesa per oli e grassi (-3,5%), pesce (-1,4%), bevande (-1%), mentre cresce la spesa per zucchero, caffè e drogheria (+2,1%).

Spesa media mensile familiare dei consumi alimentari (euro), 2007

Prodotti Campania Incidenza % Var. % Italia Incidenza % Var. %

2007/2006 2007/2006

Pane e cereali 84,42 16,1 7,3 79,3 17,0 0,5

Carne 118,06 22,6 0,4 105,5 22,6 0,0

Pesce 58,14 11,1 2,1 41,7 8,9 -1,4

Latte, formaggi e uova 72,77 13,9 -1,1 62,9 13,5 -0,3

Oli e grassi 22,16 4,2 1,8 17,6 3,8 -3,5

Patate, frutta e ortaggi 89,66 17,2 4,0 83,5 17,9 0,2

Zucchero, caffè e drogheria 37,61 7,3 8,0 33,1 7,1 2,1

Bevande 39,67 7,6 5,4 42,6 9,2 -1,0

Alimentari e bevande 522,50 100,0 3,0 466,3 100,0 -0,1

(48)

Nel 2008 in Campania si registra un importante miglioramento della posizione regionale sia dal lato della produzione agroindustriale che dal lato degli scambi commerciali. La produzione agroindustria-le registra un incremento pari al 16%; agroindustria-le importazioni aumentano dell’1,5%, men-tre le esportazioni riportano un aumento del 30%, di conseguenza l’effetto sul saldo della bilancia è positivo.

I principali indicatori sul commercio forni-scono un quadro positivo dei rapporti tra i vari aggregati in quanto cresce del 10% il grado di approvvigionamento, la propen-sione ad esportare aumenta del 12%, così come il grado di apertura (+5%); mentre la propensione all’import diminuisce del 3,8%.

L’84,5% delle esportazioni agroalimentari è rappresentato dai prodotti dell’industria: oltre la metà delle vendite della regione riguarda conserve di pomodoro e pelati e pasta alimentare non all’uovo. Al terzo posto nella lista dei prodotti più esportati

(6,9%), seguiti dalla frutta secca (4,4%). I principali clienti sono Regno Unito (20,7%), Germania (13,1%) e Stati Uniti d’America (8%).

Le importazioni sono costituite per l’8,3%

da altra frutta secca, seguita da conserve di pomodori e pelati (7,5%), frumento tenero e spelta (7,1%) e pesci lavorati (6,5%). I fornitori di maggior rilievo sono Germania (13,4%), Francia (8,8%),

Spa-Commercio estero

Bilancia agroindustriale e sistema agroindustriale (valori in milioni di euro), 2008

AGGREGATI MACROECONOMICI 2007 2008

Totale produzione agroindustriale (P) 4.582,23 5.316,80

- Prod. Agricola (a prezzi di base) 3.125,30 3.226,30

- Valore aggiunto Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 1.456,93 2.090,50

Importazioni (I) 1.552,90 1.575,60

Esportazioni (E) 1.716,10 2.230,00

Saldo (E-I) 163,20 654,40

Volume di commercio (E+I) 3.269,00 3.805,60

Consumo apparente (C= P+I-E) 4.419,03 4.662,40

INDICATORI (%)

Grado di approvviginamento (P/C) 103,69 114,04

Propensione a importare (I/C) 35,14 33,79

Propensione a esportare (E/P) 37,45 41,94

Grado medio di apertura (I+E)/(C+P) 36,32 38,14

(49)

gna (7,7%) e Paesi Bassi (6,4%) tra gli stati comunitari; mentre al di fuori del-l’Europa, va segnalato il ruolo significativo del Canada (6,3%), Stati Uniti d’America (6,1%) e Cina (6%).

Nella graduatoria delle esportazioni del settore agroalimentare la Campania è rimasta, rispetto agli anni precedenti, al quinto posto per quanto riguarda i prodot-ti trasformaprodot-ti ed è scesa al setprodot-timo posto per quelli del settore primario; dal lato del-le importazioni la situazione è immutata rispetto al 2007 per entrambi i comparti: settima posizione per l’industria e sesta per il primario.

Principali dati sugli scambi con l’estero, 2008

PRIMI 4 PRODOTTI O AGGREGATI

Esportazioni % Importazioni %

Conserve di pomodori e pelati 39,3 Altra frutta secca 8,3

Paste alimentari non all'uovo, né farcita 14,8 Conserve di pomodori e pelati 7,5

Legumi e ortaggi freschi, conserv. o prep. 6,9 Frumento tenero e spelta 7,1

Altra frutta secca 4,4 Pesci lavorati 6,5

PRIMI 6 PAESI O AREE PARTNER

Esportazioni % Importazioni %

Regno Unito 20,7 Germania 13,4

Germania 13,1 Francia 8,8

Stati Uniti d’America 8,0 Spagna 7,7

Francia 7,1 Paesi Bassi 6,4

Giappone 5,0 Canada 6,3

Resto Africa 3,3 Stati Uniti d’America 6,1

(50)

Commercio estero per principali comparti agroalimentari (mio euro), 2008

Import % su AA % su Italia Export % su AA % su Italia Variazione % 2008/07

Import Export

Cereali 158,7 10,1 6,9 5,0 0,2 2,2 3,1 10,0

Legumi e ortaggi freschi 41,0 2,6 6,3 74,4 3,3 8,0 -15,7 -3,1

Legumi e ortaggi secchi 79,8 5,1 44,2 5,7 0,3 16,5 31,7 32,1

Altra frutta fresca 26,2 1,7 2,5 26,3 1,2 1,1 -60,6 9,8

Frutta secca 139,9 8,9 28,4 130,0 5,8 54,6 -9,5 -3,4

Fiori e piante ornamentali 27,1 1,7 12,5 13,7 0,6 8,3 -8,0 10,2

Animali vivi 9,6 0,6 0,8 0,0 0,0 0,0 -64,1 107,0

Prodotti della silvicoltura 12,4 0,8 1,6 0,5 0,0 0,7 -53,4 32,1

Prodotti della pesca 51,3 3,3 8,4 19,3 0,9 12,0 -8,8 -19,0

SETTORE PRIMARIO 649,4 42,9 6,9 345,4 15,5 6,6 -9,3 1,1

Derivati dei cereali 15,9 1,0 1,5 386,1 17,3 10,0 -14,1 33,9

Zucchero e prodotti dolciari 22,2 1,4 1,9 15,6 0,7 1,4 -37,2 -0,8

Carni fresche e congelate 92,4 5,9 2,3 4,3 0,2 0,5 -22,4 20,3

Pesce lavorato e conservato 178,1 11,3 5,8 4,0 0,2 1,1 -11,2 -14,1

Ortaggi trasformati 156,9 10,0 18,4 1.045,8 46,9 58,7 27,7 19,4

Frutta trasformata 34,6 2,2 6,9 75,6 3,4 8,4 2,0 -4,6

Prodotti lattiero-caseari e gelati 183,7 11,7 5,6 114,1 5,1 6,5 -9,4 -15,7

Oli e grassi animali e vegetali 67,0 4,3 2,4 69,6 3,1 4,4 -14,6 -10,9

Altri prodotti alimentari trasformati 53,7 3,4 3,6 118,7 5,3 5,9 -25,0 -2,3

Bevande 11,8 0,7 0,9 38,8 1,7 0,8 -50,2 15,1

INDUSTRIA ALIMENTARE 914,4 58,0 4,3 1.845,8 82,8 11,6 -9,6 13,9

TOTALE AGROALIMENTARE 1.575,6 100,0 4,6 2.230,0 100,0 8,4 -10,0 11,7

Figura

Tabella 1 - Manovra Finanziaria Nazionale  2010: le novità per l’agricoltura
Tabella 3 - Trasferimenti di politica agraria per origine dei fondi
Tabella 4 - Consolidamento del  sostegno del settore agricolo in Campania
Tabella 5 - Manovra Finanziaria Regionale 2010: la tabella delle novità per l’agricoltura
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