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Progettazione di un sistema di collettamento e depurazione per le frazioni di S.Gennaro e Petrognano nel comune di Capannori (LU)

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Academic year: 2021

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(1)UNIVERSITA ’ DEGLI STUDI DI PISA FACOLTA’ DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE. TESI DI LAUREA TITOLO: Progettazione di un sistema di collettamento e depurazione per le frazioni di S.Gennaro e Petrognano nel comune di Capannori (LU) A. A. 2005/2006. Relatori: Prof. Ing. Renato Iannelli Prof. Ing. Valerio Milano Ing. Rocco Sturchio Laureando: Giacomo Biancalana. 1.

(2) INDICE: PREMESSA. 4. INTRODUZIONE. 6. - Inquadramento territoriale. CAPITOLO I: ORIGINE DELL'INTERVENTO CAPITOLO II: IL QUADRO NORMATIVO. 7. - 2.1 Il D.Lgs. 152/99- I principali aspetti normativi. 17 18. - 2.2 Il D.Lgs. 258/00 – Le principali modifiche apportate. 25. al D.Lgs. 152/99 - 2.3 La direttiva 2000/60/CE. 30. - 2.4 Leggi Regionali - Il DPGR 28/05/03. 31. CAPITOLO III: IL COLLETTAMENTO - 3.1 Inquadramento generale. 37 37. - 3.2 Descrizione della zona d’intervento. 44. - 3.3 Indagine demoscopica - 3.4 Dimensionamento idraulico delle condotte. 45. a agravità gravità. 46. CAPITOLO IV: ANALISI ECONOMICA - 4.1. Introduzione' all’analisi economica. 65 65. - 4.2. Descrizione dei 4 scenari. 71. - 4.3 Valutazione economica dei 4 scenari - 4.3.1 Valutazione dei costi scenario 1. 73 73. - 4.3.2 Valutazione dei costi scenario 2. 77. - 4.3.3 Valutazione dei costi scenario 3 - 4.3.4 Valutazione dei costi scenario 4. 80 83. - 4.4. 86. Quadro riassuntivo e scelta. 2.

(3) CAPITOLO V: L’IMPIANTO - 5.1 Introduzione - 5.1.1 Dati sull’inquinamento. 88 88 88. - 5.1.2 Fitodepurazione o depurazione convenzionale? - 5.2 Gli impianti di fitodepurazione - 5.2.1 La fitodepurazione. 90 93 93. - 5.2.2 - 5.2.3 - 5.2.4 - 5.2.5. Tipologie d’impianti Sistemi a flusso sommerso Campi d’applicazione Tipologia d'idrofite. 96 97 102 108. - 5.3. Progettazione degli impianti. 114. CAPITOLO VI: REPORTAGE FOTOGRAFICO. 122. - 6.1 Zona 1: Petrognano - 6.2 Zona 2: S.Gennaro Ovest - 6.3 S.Gennaro Est. 122 125 135. CONCLUSIONI DELLO STUDIO. 138. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI. 139. APPENDICE. 141. ELABORATI GRAFICI ALLEGATI - Planimetrie - Profili dei collettori - Profilo del terreno delle vasche. Tav. 1-2 Tav. 3-4-5 Tav. 6-7. - Particolari costruttivi delle vasche SFS-h - Particolari costruttivi delle vasche SFS-v - Particolare sistema di distribuzione vasche SFS-v. 3. Tav. 8 Tav. 9 Tav. 10.

(4) PREMESSA Alla luce delle scadenze imposte dall’attuale regime normativo che intende tutelare l’integrità dell’ambiente e delle risorse idriche del nostro territorio, la maggior parte dei comuni italiani si sono trovati nella effettiva impossibilità di intervenire direttamente sulle deficienze infrastrutturali che caratterizzano numerosi centri abitati di modesta entità, dislocati in modo particolare nelle zone collinari e montane. La presenza di un’Autorità di Ambito, che pianifica gli investimenti e ne dispone. la. collegate. realizzazione. alle. secondo. esigenze. dei. logiche. singoli. a. volte. territori. non. direttamente. comunali,. finisce. per. trascurare realtà anche importanti che possono essere percepite solo a livello locale dell’amministrazione comunale. A ciò va indubbiamente aggiunto. che. interventi. se. da. necessari. impianti. di. dall’altro. un per. lato. enti. l’adeguamento. depurazione. tutta. molti. secondo. l’analisi. fatta. delle. quanto. risulta. hanno. ben. reti. disposto. totalmente. analizzato. fognarie dalla non. e. gli degli. normativa, coperta. da. adeguate risorse finanziarie; questo stato di fatto finisce per vanificare gli sforzi di pianificazione e immobilizza anche le eventuali azioni dirette. delle. singole. amministrazioni. che,. con. risorse. proprie,. potrebbero intervenire autonomamente sul territorio. Del resto quanto previsto dal D.Lgs. 152/99, secondo il quale entro il 31 dicembre 2005 tutti gli scarichi derivanti da centri abitati con popolazione inferiore a 2000 abitanti dovevano essere sottoposti a trattamento. appropriato. secondo. quanto. disposto. dai. regolamenti. regionali, prescrizione rimasta del tutto disattesa per l’intero territorio nazionale,. espone. gli. enti. locali. a. onerose. sanzioni. che. possono. derivare direttamente dagli organi di controllo ma che, più in generale, possono derivare dal continuo inquinamento ambientale che la attuale situazione rappresenta. In tale ottica si inquadra lo studio da me effettuato il quale ha lo scopo: -. In primo luogo di rispondere all’esigenza del Comune di Capannori di dotare di un idoneo trattamento depurativo i reflui urbani delle frazioni. di. S.Gennaro. e. Petrognano, 4. che. sversano. nella. rete.

(5) idrografica i loro reflui, i quali, assieme a quelli provenienti da altre decine di piccole frazioni, mettono a rischio la salvaguardia qualitativa del bacino idrico presente nel sottosuolo e fondamentale alla vita e all’economia, non solo della Lucchesia ma anche di molti comuni delle province di Pistoia, Pisa, Livorno. Per questa ragione prioritario. il. Comune. di. privilegiare. il. Capannori. ha. completamento. ritenuto del. assolutamente. sistema. fognario,. a. tutela di tale risorsa. -. In secondo luogo, vista la presenza di numerose altre frazioni con le stesse caratteristiche, di fornire un modello d’intervento, che sia un valido strumento per un approccio sistematico a realtà di questo tipo, presenti in gran numero nel territorio.. Lo studio si basa sull’individuazione di diversi scenari risolutivi che, a parità. d’impatto. ambientale,. di. capacità. depurativa. e. di. durata. dell’investimento si confrontano su di una base di costi di costruzione e di gestione dando origine alla scelta che economicamente è più vantaggiosa.. 5.

(6) INTRODUZIONE Inquadramento territoriale Il comune di Capannori, con i suoi 45000 abitanti, è uno dei comuni più. popolosi. ed. estesi. dell’A.T.O.. n°2. Basso. Valdarno;. ha. un'estensione di circa 160 Kmq e occupa quasi completamente la pianura di Lucca confinando a nord con l’Altopiano delle Pizzorne e a sud con il Monte Pisano. Nel territorio comunale di Capannori è presente la più grossa riserva idrica della Toscana, un enorme lago sotterraneo stimato in circa 700 milioni. di. metri. cubi. d'acqua.. Si. tratta. di. un'eccezionale. risorsa. naturale che storicamente ha caratterizzato e qualificato la vita e l’economia del territorio comunale di Capannori. In questi ultimi anni tale. risorsa. esigenze. idrica. civili,. è. stata. industriali. utilizzata ed. agricole. per. far. della. fronte Lucchesia,. alle. crescenti. nonché. per. rifornire gli acquedotti di molti comuni delle provincie di Pistoia, Pisa, Livorno. In sostanza, oltre 800000 cittadini di ben quattro province toscane e fondamentali comparti industriali ed agricoli, come quello cartario e florovivaistico, dipendono da questa risorsa. La sua tutela qualitativa e quantitativa deve pertanto diventare assolutamente prioritaria, per tale motivo il Comune di Capannori ha ritenuto fondamentale privilegiare il completamento della rete fognaria a tutela di tale risorsa.. 6.

(7) CAP.I : ORIGINE DELL’INTERVENTO In. conformità. Dicembre. a. 2005. quanto tutti. previsto. gli. dal. scarichi. D.Lgs.. derivanti. 152/99, da. entro. centri. il. abitati. 31 con. popolazione inferiore a 2000 abitanti dovevano essere sottoposti a trattamento. appropriato. secondo. quanto. disposto. dai. regolamenti. regionali. Tuttavia questa prescrizione non è stata pienamente attuata sull’intero. territorio. completati. i. nazionale. censimenti. di. in. quanto. tutti. i. ad. punti. oggi di. non. scarico. sono dei. stati piccoli. agglomerati da assoggettare ad appropriato trattamento. Per capire i motivi e le circostanze che stanno alla base di questa situazione, è necessario illustrare le problematiche di pianificazione ed i problemi che posso emergere in fase di gestione. Con la Legge Galli del 1994 le Regioni hanno dovuto frazionare il territorio. in. Ambiti. Territoriali. Ottimali. ed. organizzare. il. Servizio. Idrico Integrato secondo i criteri riportati all’art.1 capo II: -. a) rispetto dell’unità del bacino idrografico……. -. b) superamento della frammentazione delle gestioni.. -. c) conseguimento di adeguate dimensioni gestionali….. Il 1 gennaio 2002 c’è stata l’assegnazione del Servizio Idrico Integrato al Gestore Unico, il quale si è impegnato per 20 anni a gestire il territorio rispettando il Piano d’Ambito con le modalità, gli obblighi e le retribuzioni sottoscritte nella “Convenzione di gestione del servizio idrico integrato”; Di. seguito. riporto. i. punti. salienti. della. Convenzione. e. rimando. all’appendice per un estratto con alcuni articoli fondamentali: -. L’Autorità. affida. in. via. esclusiva. la. Gestione. del. servizio. al. Gestore, dal 1° Gennaio 2002 e per la durata di 20 (venti) anni. Il Gestore. espleterà. il. Servizio. conformemente. alla. presente. Convenzione. La gestione è a rischio del Gestore che entra in possesso dei beni e delle opere pubbliche ed è autorizzato a percepire dagli Utenti, come corrispettivo di tutti gli oneri ed 7.

(8) obblighi. posti. a. suo. carico,. la. Tariffa.. Il. Gestore. è. inoltre. responsabile del buon funzionamento del Servizio ed è tenuto ad adempiere a tutti gli obblighi previsti dalla Convenzione. Il Gestore accetta. il. Piano. classificati. sotto. d’Ambito forma. di. ed. il. Programma. obiettivi. strutturali,. degli che. Interventi,. è. tenuto. a. raggiungere nei tempi e modi stabiliti. Gli obiettivi strutturali sono descritti. dal. Disciplinare. Tecnico. come. Standard. Tecnici.. Il. raggiungimento dei suddetti obiettivi sarà verificato mediante tre diverse. modalità. controllo. per. di. controllo:. progetti;. 3). 1). controllo. controllo. per. per. importo.. obiettivo; Il. 2). Gestore. riconosce che la tariffa reale media e le relative articolazioni sono determinate dall’Autorità in base al Metodo Normalizzato, come di volta in volta modificato e/o integrato. Il Gestore prende, altresì, atto. che. i. corrispettivo compenso. ricavi totale. potrà. provenienti. dalla. del. Servizio. e. essere. richiesto. per. Tariffa. costituiscono. che,. dunque,. nessun. la. fornitura. del. il. altro. Servizio. medesimo, salvo le modifiche tariffarie conseguenti alla Revisione della Tariffa e del Piano d’Ambito. Per gli anni successivi al primo, la tariffa reale media varia con l'applicazione di una maggiorazione pari al limite di prezzo K stabilito nella tabella seguente:. -. - per il 2° anno. K=2,1%. - per il 12° anno. K=4 %. - per il 3° anno. K=4,7%. - per il 13° anno. K=3,2%. - per il 4° anno. K=4,6%. - per il 14° anno. K=1,9%. - per il 5° anno. K=4,4%. - per il 15° anno. K=1,2%. - per il 6° anno. K=4,1%. - per il 16° anno. K=0,6%. - per il 7° anno. K=4,4%. - per il 17° anno. K=0,4%. - per il 8° anno. K=4,4%. - per il 18°anno. K=-0,1%. - per il 9°anno. K=4 %. - per il 19°anno. K=-0,9%. - per il 10°anno. K=3,9%. - per il 20°anno. K=-1,3%. - per il 11°anno. K=4,1%. I limiti di prezzo k stabiliti nella tabella potranno subire variazioni a seguito delle Revisioni della Tariffa e/o della Revisioni del Piano d'Ambito. L'Autorità controlla il Servizio e l’attività del Gestore al 8.

(9) fine di: a) assicurare la corretta applicazione della Tariffa; b) verificare il raggiungimento degli obiettivi e Livelli del Servizio previsti dal Piano d'Ambito; c) valutare l’andamento economicofinanziario del Servizio; d) definire nel complesso tutte le attività necessarie a verificare la corretta e puntuale attuazione del Piano d'Ambito. Il gestore durante i primi anni di gestione si è adoperato per segnalare gli interventi necessari per il rispetto del D.Lgs 152/99. Attraverso un accurato monitoraggio delle realtà locali, ha redatto una dettagliata mappa del territorio, nella quale ha inserito tutti i punti (centri al di sotto dei 2000 abitanti equivalenti), che necessitano di un trattamento. appropriato,. (così. come. previsto. dalla. legge. Regionale. 28/03 all’art.18), ha poi codificato un sistema per determinare il tipo di trattamento da adottare in funzione dei vari parametri identificativi e caratteristiche dei siti. (Schema pagina seguente). 9.

(10) 10.

(11) Entrando nel diagramma di flusso lo si percorre facendo via via delle scelte in base al tipo di recettore di scarico, al tipo di suolo o di acque, alla. potenzialità. dell’impianto. e. al. tipo. di. fognatura,. fino. al. raggiungimento di una scheda, nella quale è schematizzato il tipo di impianto che economicamente è più conveniente ed è riportata anche la stima dei costi per la realizzazione (come da esempio sotto).. 11.

(12) Da questa meticolosa indagine è emerso che i centri sprovvisti di un trattamento appropriato sono ben 462 e, facendo una somma dei costi necessari per metterli a norma, si è appurato che ci vogliono 28.920.000 €, di cui 21.539.900 € per le fognature e 7.380.108 € per gli impianti.( come evidenziato dalla parte finale della tabella seguente).. Punto. comune. località /via. Tipol. rete fognaria. Prov.. di scarico. ab/eq. Nera. Tipologia recettore. Mista. suolo normale. falda vulner.. acque interne normale. 444. VICOPINO. Via Colmatella 8 - Caprona. PI. 200. X. X. 445. VICOPINO. Via Crespignano - Caprona. PI. 400. X. X. 446. VICOPINO. N° 2 -Via Mascagni/Via Guido Rossa - S.G.Vena. PI. 800. X. X. 447. VICOPINO. Via deledda/Via Prov. - Lugnano. PI. 400. X. X. 448. VICOPINO. Via Magellano 208 - Cevoli S. PI. 600. X. X. 449. VICOPINO. Via Piave 55 - Cucigliana. S. PI. 800. X. X. 450. VICOPINO. Via Macchiavelli 7 - VicoPIno. PI. 500. X. X. 451. VICOPINO. Via V.Veneto/Via Baroni - VicoPIno. PI. 500. X. X. 452. VICOPINO. Via Lante 99 - VicoPIno S. PI. 600. X. X. 453. VICOPINO. Via delle Vigne 24 - VicoPIno. PI. 400. X. X. 454. VICOPINO. Via Butese 40 - VicoPIno. PI. 400. X. X. 455. VICOPINO. Via Fermi/Via Giotto - VicoPIno. PI. 500. X. X. 456. VICOPINO. Via Guerrazzi/Via Prov. - Loc. Guerrazzi. PI. 200. X. X. 457. VICOPINO. Via dei Madici/Via Prov. - Loc. Guerrazzi. PI. 200. X. X. 458. VICOPINO. Via Pian di Vico/Via milano - Loc. La Barsiliana. PI. 300. X. X. 459. VILLA BASILICA. Via Delle Cartiere Loc. Boveglio. LU. 460. VINCI. loc. Vitolini via della Libertà. FI. 100. X. 461. VINCI. loc. Madonna dell'erta Rio dei Morticini. FI. 50. X. 462. VINCI. loc. Sant'Amato Via Sant’Amato 126. FI. 100. X. acque marino costiere normale. di qualità. no. Si ml. n° sollev.. Costo impianto. € tot *. potenziamento trat.biologico (?) X X. 100. 1. € 31.000,00. 400. 1. € 64.000,00. X. x. IMPORTI TOTALI PER TIPOLOGIA DI INTERVENTO. €. IMPORTO TOTALE. Fossa Imhoff + subirrigazione. 21.539.900,00. Informazioni da inserire a cura del gruppo Depurazione Il costo unitario preso a base di calcolo è 190 € / ml per condotte a gravit à e 110 €/ml per condotte a pressione oltre a 25000 € per ogni sollevamento fognario previsto scarichi già canalizzati. Scarichi da canalizzare da obbiettivo 10a od altri progetti già individuati. 12. SCHEDA 1B. € 55.164. €. € 28.920.000. Informazioni da inserire a cura del gruppo Fognature *. di qualità. Tipo Impianto. Possibilità colleg. fogn. esistente. 7.380.108,00.

(13) In sede di stesura del Piano d’Ambito 2001, per tali adeguamenti, era stata prevista la cifra di 1.800.000 €, somma che è notevolmente aumentata, con l’entrata in vigore del nuovo Piano. Attraverso la delibera del 28 luglio 2005 è stato stilato un nuovo Piano d’Ambito. (2005). dove. si. è. prevista. una. ridistribuzione. dei. fondi. all’interno dei vari settori e una modifica del coefficiente K, come illustrato nei grafici allegati. Confronto tra investimenti previsti nel Piano d’Ambito 2001 e nuovo Piano 2005. Confronto interventi fognatura e depurazione. 35.000. 30.000. 20.000. Fog+dep Piano 2001. 15.000. Fog+dep nuovo Piano 2005. 10.000. 5.000. [Anni]. 13. 20 21. 20 19. 20 17. 20 15. 20 13. 20 11. 20 09. 20 07. 20 05. [Migliaia di €]. 25.000.

(14) Confronto investimenti totali 60.000. [Migliaia di €]. 50.000. 40.000 totale Piano. 30.000. totale nuovo Piano 2005 20.000. 10.000. 20 21. 20 19. 20 17. 20 15. 20 13. 20 11. 20 09. 20 07. 20 05. -. [Anni]. Confronto tra “K” e tariffa nel Piano d’Ambito 2001 e nuovo Piano 2005. Variazione dei K 7% 6%. 4% 3%. K Piano 2001. 2%. K Piano 2005. 1% 0% -1% -2% An no 20 05 An no 20 07 An no 20 09 An no 20 11 An no 20 13 An no 20 15 An no 20 17 An no 20 19 An no 20 21. [Aumento "k"]. 5%. [Anni]. 14.

(15) Confronto in termini di Tariffa 2,8 2,6 2,4. [€/mc]. 2,2 2,0. TRM Piano 2001. 1,8. TRM Piano 2005. 1,6 1,4 1,2. An no 20 06 An no 20 08 An no 20 10 An no 20 12 An no 20 14 An no 20 16 An no 20 18 An no 20 20. 1,0. [Anni]. Con. il. nuovo. Piano. d’Ambito. 2005. la. cifra. a. disposizione. per. “Adeguamento impianti per prescrizione, autorizzazioni allo scarico e piccoli. impianti. di. depurazione”. si. è. elevata. da. 1.800.000. €. a. 4.247.000 €, (come evidenziato nella tabella riportata sotto). Con questa somma l’Autorità di Ambito Territoriale ha fissato, nei futuri POT, degli obbiettivi in termini di % di scarichi trattati su gli scarichi totali non trattati censiti (<2000 a.e.), così come definito nel disciplinare tecnico Parte IV- Sezione I visto precedentemente. Esiste però la possibilità che, in maniera autonoma, il Comune decida di intervenire con fondi propri per sanare problematiche che reputa di primaria necessità. In virtù di queste necessità, apprezzabili a fondo solo a livello locale, si inquadra lo studio per la progettazione di un impianto che possa porre rimedio ad un problema specifico ma che vuole anche essere un modello per tutti i casi, analoghi a questo, presenti a decine nel comprensorio comunale.. 15.

(16) PIANO DI INVESTIMENTO A VALORI COSTANTI 2005 (migliaia di euro). II POT. Tipologia interventi. 2005. 2006. III POT. 2007. 2.008. 2009. IV POT. 2010. 2011. 2012. V POT. 2013. 2014. 2015. VI POT. 2016. 2017. 2018. TOTALE TOTALE fino al 2013 GENERALE. VII POT. 2019. 2020. 2021. Interventi Generali Cambio Contatori. 395. 605. 400. 300. 550. 900. 500. 600. 1.200. 1.600. 1.000. 300. 300. 300. 200. 200. 200. 5.450. Aggiornamento Cartografia e censimenti. 450. 310. 210. 180. 180. 180. 70. 70. 70. 820. 820. 300. 300. 70. 70. 70. 70. 1.720. 4.240. 2.459. 3.542. 2.012. 1.742. 1.652. 1.862. 1.583. 1.638. 1.864. 3.178. 2.321. 2.216. 1.254. 340. 140. 140. 140. 18.354. 28.084. 5.242. 11.642. 1.854. 710. 410. 410. 410. 30.766. 53.516. Generali Telecontrollo Sommano generali. 642. 550. 450. 450. 500. 450. 500. 800. 900. 2.400. 2.000. 2.000. 3.946. 5.007. 3.072. 2.672. 2.882. 3.392. 2.653. 3.108. 4.034. 7.998. 6.141. 4.816. 9.550. Servizio Acquedotto Studi acquedotto MS RS reti impianti (non programmabile) Progetto monitoraggio perdite Sostituzione programmata condotte Sicurezza 626 ed altri interventi normativi impianti Completamento interventi avviati nel I POT Emergenza idrica 2005 ed altri interventi di integrazione della risorsa a breve-medio termine e Interventi strategici manutenzione straordinaria e realizzazione nuovi pozzi Sommano acquedotto. 410. 440. 350. 200. 200. 200. -. -. -. 150. 150. -. -. -. -. -. -. 1.800. 2.100. 3.920. 3.700. 3.800. 3.830. 3.980. 4.830. 4.730. 3.630. 4.730. 11.700. 14.000. 14.100. 15.900. 17.050. 18.100. 14.750. 6.900. 37.150. 149.650. 600. 500. 450. 550. 400. 450. 450. 450. 450. 450. 450. 450. 450. 450. 450. 450. 400. 4.300. 7.850. 1.839. 2.500. 3.100. 2.650. 2.650. 2.750. 6.300. 6.300. 4.200. 1.050. 1.050. 1.050. 500. -. -. -. -. 32.289. 35.939. 757. 420. 540. 440. 950. 1.100. 850. 1.000. 1.100. 1.200. 900. 950. 8.490. 10.207. 2.969. 100. -. -. -. -. -. -. -. 3.069. 3.069. 603. 2.250. 5.590. 5.500. 3.500. 10.000. 12.500. 7.500. 8.700. 56.143. 56.143. 775. 630. 630. 630. 630. 630. 630. 630. 630. 630. 630. 630. 630. 630. 630. 630. 11.556. 11.070. 15.020. 14.210. 12.360. 19.960. 25.810. 19.410. 19.660. 14.737. 16.700. 16.770. 17.480. 18.130. 19.180. 15.830. 7.300. 1.600. 1.900. 2.000. 1.800. 1.850. 1.900. 5.100. 4.100. 5.320. 7.320. 5.700. 4.650. 3.500. 2.750. 62. -. -. -. -. 5.815. 10.225. 149.056. 275.183. Servizio Fognatura MS RS reti impianti Estensioni rete fognaria agglomerati >2000 abitanti (var. 10a) Adeguamento stazioni di sollevamento. 2.299. 1.870. 1.880. 5.387. 5.161. 12.054. 151. 473. 601. 150. 150. 150. 150. 150. 150. 160. 168. 150. 152. 104. 168. Sommano fognatura. 7.837. 7.505. 14.536. 4.722. 1.988. 2.150. 1.950. 2.000. 2.050. 5.260. 4.268. 5.470. 7.472. 5.804. 4.818. 2.972 -. 3.500. 17.100. 55.540. 25.512. 25.512. 2.125. 3.027. 2.750. 44.738. 84.080. Servizio Depurazione Studi depurazione. 155. 365. 230. 190. 190. 190. -. -. -. -. -. -. -. -. -. -. -. 1.320. 1.320. MS impianti non programmata. 1.223. 1.048. 1.048. 550. 550. 550. 550. 800. 850. 5.600. 4.200. 4.300. 6.200. 6.200. 5.100. 3.150. 3.000. 7.169. 44.919. Adeguamento impianti per adempimenti di legge (RS). 2.361. 2.874. 2.689. 2.449. 2.449. 2.449. 15.272. 15.272. 525. 740. 405. 200. 398. 617. 4.530. 10.322. 15.240. 7.527. 67. 6.316. 10.567. 14.627. 24.945. 21.681. 23.583. Adeguamenti impianti per prescrizioni autorizzazioni allo scarico e piccoli impianti di depurazione Schemi depurativi strategici. 2.899. Accordo di programma Cuoio Sommano depurazione. 7.163. 1.146 8.411. 666. 104. 592. -. -. -. -. -. -. -. -. 4.247. 4.247. 5.877. 2.746. 13.900. 11.400. 3.903. 740. -. -. -. -. -. -. -. -. 53.783. 53.783. 6.800. 5.500. 15.362. 11.607. 7.682. 5.600. 4.200. 6.200. 6.200. 5.100. 3.150. 3.000. 135.061. -. -. -. -. -. 3.498. 3.498. 8.948. 11.948. 372.067. 601.036. Elenco speciale. 105. 1.396. 1.997. -. -. -. -. -. -. -. -. -. 578. 1.090. 1.280. 1.000. 1.000. 1.000. 750. 750. 1.500. 1.000. 1.000. 1.000. 31.185. 34.479. 50.532. 47.549. 39.911. 50.085. 46.525. 36.875. 34.926. 34.595. 32.309. 32.356. 33.006. 30.844. 29.508. 22.890. 13.460. Anno 2005Anno 2006Anno 2007Anno 2008Anno 2009Anno 2010Anno 2011Anno 2012Anno 2013Anno 2014Anno 2015Anno 2016Anno 2017Anno 2018Anno 2019Anno 2020Anno 2021 TRM Piano 2001. 1,385. 1,447. 1,508. 1,574. 1,641. 1,706. 1,775. 1,850. 1,925. 1,987. 2,024. 2,049. 2,064. 2,074. 2,073. 2,052. 2,020. TRM Piano 2005. 1,390. 1,459. 1,532. 1,608. 1,688. 1,762. 1,841. 1,903. 1,945. 2,020. 2,086. 2,154. 2,243. 2,320. 2,423. 2,522. 2,619. Anno 2005Anno 2006Anno 2007Anno 2008Anno 2009Anno 2010Anno 2011Anno 2012Anno 2013Anno 2014Anno 2015Anno 2016Anno 2017Anno 2018Anno 2019Anno 2020Anno 2021 K Piano 2001. 4,4%. 4,5%. 4,2%. 4,4%. 4,3%. 4,0%. 4,0%. 4,2%. 4,1%. 3,2%. 1,9%. 1,3%. 0,7%. 0,5%. 0,0%. -1,0%. -1,6%. K Piano 2005. 6,42%. 5,00%. 4,99%. 4,98%. 4,93%. 4,39%. 4,52%. 3,38%. 2,18%. 3,86%. 3,26%. 3,28%. 4,13%. 3,45%. 4,41%. 4,12%. 3,85%. 16. 53.270 172.811. 4.300. Estensioni in tariffa. TOTALE INVESTIMENTI IN. 53.270.

(17) CAPITOLO II: IL QUADRO NORMATIVO Il primo documento normativo sulle acque pubblicato in Italia è stato la Carta Europea dell’Acqua del 1968. In questo scritto sono descritti alcuni principi basilari, validi ancora oggi, quali: l’acqua è un bene prezioso, indispensabile a tutte le attività umane. Le disponibilità di acqua non sono inesauribili…… per cui alterare la qualità dell’acqua significa nuocere alla vita dell’uomo e degli esseri viventi che da essa dipendono. Ma ancora….Quando l’acqua, dopo essere stata utilizzata, è restituita al suo ambiente, deve essere tale da non comprometterne i suoi possibili usi. E poi...l’acqua non ha frontiere. Essa è una risposta comune, la cui tutela richiede la cooperazione internazionale. Queste frasi risultano avere ancora un significato attuale e condivisibile. Nei primi anni’70 il mondo scientifico e tecnico si è impegnato nella stesura della legge Merli, n.391/76 che tanto ha contribuito a far crescere la coscienza ambientale in Italia. La legge nasce dal lavoro della commissione per i limiti di accettabilità degli affluenti liquidi che. la. regione. Lombardia. aveva. istituito,. inizialmente. al. fine. di. redigere un regolamento regionale, e che il governo di allora fece propria per una normativa poi di carattere nazionale. I lavori della commissione evidenziavano sin da allora la possibilità di due. differenti. approcci. al. problema:. quelli. dei. limiti. agli. scarichi. uguali per tutte le tipologie di corpo idrico e quelli relativi a limiti differenziati basati sulla classificazione delle acque in funzione degli usi. Dopo anni di dibattito ed alterne vicende la legge Merli sposò la prima ipotesi e furono stabiliti limiti non differenziati in funzione del corpo recettore. Questa scelta segnò una piccola sconfitta nel mondo scientifico che senz’altro avrebbe preferito un’impostazione modulata in funzione delle caratteristiche del corpo idrico recettore. La legge Merli subì poi alcune importanti modifiche ed integrazioni di parametri (la Legge n.650/79 e il D.P.R n.271/88), alcune delle quali dovute. al. recepimento. di. direttive. dell’unione. Europea. (il. D.L.. n.133/92 in materia di scarichi industriali di sostanze pericolose nelle. - 17 -.

(18) acque, il D.L. n.130/92 sulla qualità delle acque per l’idoneità alla vita dei pesci e il D.L. n.131/92 per quella dei molluschi). Una svolta venne apportata nel 1994 con la Legge n.36, meglio nota come. Legge. Galli,. che. proponeva. una. riorganizzazione. dei. servizi. idrici, che dovevano essere integrati ed estesi nel territorio, oltre che essere. gestiti. diseconomie.. in La. modo legge. industriale prevedeva. per. che. le. evitare. le. Regioni. ormai. evidenti. suddividessero. il. territorio in A.T.O. (Ambiti Territoriale Ottimale) che dovevano tener conto. dell’andamento. dei. bacini. idrografici.. Questa. suddivisione. è. stata effettuata solo da pochissime regioni (tra cui la Toscana), ed attualmente questa legge non ha ancora trovato piena applicazione. L’approccio relativo ai limiti agli scarichi venne finalmente superato soltanto quando venne pubblicato il Decreto 23 Aprile. 1998 che. definisce I requisiti di qualità delle acque e le caratteristiche degli impianti di depurazione per la tutela della Laguna di Venezia. Nel 1999 il nostro Paese si è dotato di una normativa sulla qualità delle. acque. superficiali. e. profonde.. Si. tratta. del. D.Lgs. 152/99,. emanato dal Governo su delega del Parlamento, già revisionato al termine del primo anno di attuazione tramite il D.Lgs 258 del 18 Agosto 2000. Il D.lgs. 152 anticipa l’impostazione che darà alla tutela delle acque la direttiva quadro 2000/60/CE, approvata dalla Comunità Europea ed in vigore dal 22 dicembre 2000. Uno degli aspetti qualificanti del D.Lgs 152/99 è quello di dare completezza. al. tema. del. razionale. utilizzo. delle. risorse. idriche,. integrandosi con le normative preesistenti, quali la legge 183/89 sulla difesa del suolo e la 36/94 sui servizi idrici integrati.. 1.1. Il D.Lgs. 152/99- I principali aspetti normativi. Gli. obiettivi. principali. del. D.Lgs. 152/99. possono. essere. così. sintetizzati: -. dare. pieno. recepimento. a. due. direttive. comunitarie. di. grande. rilevanza per il nostro Paese: la 91/271 sulle acque reflue urbane e. - 18 -.

(19) la. 91/676. sull’inquinamento. provocato. dai. nitrati. di. origine. agricola; -. avviare una politica di tutela delle acque che integri gli aspetti qualitativi con quelli quantitativi;. -. impostare una politica di risanamento basata non solo sui limiti allo scarico, ma sugli aspetti di qualità dei corpi ricettori.. Recepimento della direttiva comunitaria n.91/271 Il. recepimento. importanti. della. conseguenze. direttiva sul. comunitaria. sistema. depurativo. n.91/271 delle. comporta. acque. reflue. urbane, in quanto stabilisce nuovi limiti allo scarico, fissa i tempi entro i quali gli agglomerati urbani devono adottare sistemi efficienti di collettamento e depurazione delle acque nere, impone agli Stati membri l’individuazione di aree che richiedono particolari misure di protezione, le cosiddette aree sensibili. La definizione di aree sensibili riguarda quelle zone, più in specifico i corpi idrici, che sono soggetti a fenomeni di eutrofizzazione o lo possono diventare in mancanza di provvedimenti. Rientrano in tale definizione di aree sensibili anche le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile che potrebbero contenere, in assenza di interventi, una concentrazione di nitrati superiore a 50 mg/l. E’ importante sottolineare come non si trattai di zone o aree di territorio, ma di corpi idrici o meglio di “sistemi idrici”. Il. principale. strumento. di. prevenzione. adottato. dalla. direttiva. comunitaria riguarda la riduzione della emissione di fosforo e/o azoto dagli impianti di depurazione delle acque reflue urbane. E’. utile. ricordare. che. già. la. normativa. previgente. (319/76). dava. indicazioni sulla necessità di trattamenti più spinti per la rimozione di fosforo e azoto per gli scarichi compresi entro una fascia di 10 Km dai laghi. In particolare, per quanto riguarda il fosforo, era più restrittiva del D.Lgs. 152/99 prevedendo una concentrazione in uscita di 0.5 mg/l di fosforo rispetto a quella di 1 mg/l prevista dal D.Lgs. 152/99 per gli impianti più grandi.. - 19 -.

(20) Sulla base dei criteri generali per l’individuazione delle aree sensibili riportati. nell’allegato. dall’entrata. in. 6,. vigore. le. del. regioni decreto,. procederanno, alla. revisione. entro di. un. tale. anno elenco,. integrandolo con le altre aree, o modificandolo individuando quei corpi idrici che non vanno più considerati facenti parte di “aree sensibili”. In sostanza le aree sensibili già individuate direttamente nel decreto sono : -. tutti i laghi situati ad una altitudine inferiore ai 1000 m s.l.m. e i fiumi ad esse afferenti per un tratto di 10 Km dalla linea di costa;. -. tutti i laghi salmastri, nonché le principali aree lagunari e il delta del Po;. -. tutte le zone umide individuate dalla convenzione di Ramsar;. -. le aree costiere dell’Adriatico dalla foce dell’Adige sino a Pesaro e i fiumi ad essi afferenti per un tratto di 10 Km dalla linea di costa;. -. i corpi idrici dove si svolgono attività tradizionali di produzione ittica.. Gli scarichi recapitati in tali corpi idrici dovranno essere sottoposti a trattamenti particolari (i cosiddetti trattamenti terziari) atti a ridurre le emissioni di nutrienti (articolo 32 e allegato 5). Per quanto riguarda gli scarichi di acque reflue urbane provenienti da agglomerati. con. popolazione. Equivalente:. esprime. il. carico. superiore organico,. a in. 10.000 genere. A.E.. (Abitante. espresso. come. BOD5, di una particolare utenza civile o industriale dell’impianto di depurazione, in termini omogenei e confrontabili con le utenze civili) dovranno essere garantiti i limiti di emissione o le percentuali di abbattimento indicate in tabella 2 dell’allegato 5. L’integrazione della tutela qualitativa con quella quantitativa Il tema della tutela integrata quali- quantitativa si basa su un articolo che detta i principi cardine. Si tratta dell’articolo 22 relativo alla pianificazione del bilancio idrico. I punti qualificanti di tale articolo sono: -. la tutela quantitativa della risorse concorre al raggiungimento degli obiettivi di qualità; - 20 -.

(21) -. i piani d tutela devono contenere le misure volte ad assicurare l’equilibrio del bilancio idrico nel rispetto delle priorità per l’uso idropotabile e agricole tenendo conto delle disponibilità, del minimo deflusso vitale, della capacità di ravvenamento della falda e delle destinazioni d’uso della risorsa compatibili con le relative caratteristiche qualitative e quantitative;. -. tutte le derivazioni di acqua sono regolate in modo da garantire il minimo deflusso vitale e il raggiungimento degli obiettivi di qualità, senza che ciò possa dar luogo alla corresponsione di indennizzi da parte della pubblica amministrazione.. A questo articolo fanno seguito alcune modifiche al R.D. 1775/33 che sostanzialmente riguardano: -. l’introduzione di ulteriori criteri per la concessione di derivazioni (la garanzia che la concessione non pregiudica il raggiungimento dell’obiettivo di qualità; la quantità e la qualità dell’acqua restituita rispetto a quella prelevata, la preferenza tra utenze industriali,. a. parità. di. altre. condizioni,. data. a. quelle. che. possiedono un sistema di certif icazione di qualità ambientale, in particolare ISO 14001 e EMAS); -. l’obbligo di non usare risorse pregiate per utilizzi che non le richiedono; in caso di mancanza di risorse alternative l’uso di risorse pregiate è consentito ma comporta il triplicamento del canone;. -. l’introduzione di una sanzione significativa per le derivazioni non autorizzate con l’eventuale possibilità di sanatoria con pagamento di una sanzione ridotta in caso di autodenuncia;. -. la riduzione generalizzata della durata delle concessioni, anche per quelle in atto.. Vi sono inoltre altri 2 articoli del decreto che appare opportuno ricordare: quello sul risparmio idrico e quello sul riutilizzo. Il primo riguarda una serie di indicazioni di cui devono tenere conto le regioni e gli enti locali nella pianificazione territoriale ed urbanistica riguardanti le misure per il risparmio idrico.. - 21 -.

(22) Il. secondo. riguarda. l’incentivazione. al. riutilizzo. delle. acque. reflue. depurate. Quest’ultimo articolo (articolo 26) prevede l’emanazione di un. Decreto. Ministeriale. del. Ministero. dell’Ambiente. contenete. le. norme tecniche per il riutilizzo di tali acque reflue. Prevede inoltre che per incentivare tale utilizzo sia prevista una riduzione della tariffa per le utenze industriali. Attraverso le norme già introdotte nell’articolo e con il DM previsto si devono. creare. le. condizioni. opportunamente. depurate. per. poter. che. in. riutilizzare alcune. le. acque. situazioni. reflue possono. rappresentare una importante risorsa alternativa. Queste condizioni sono di due tipi: -. di ordine qualit ativo: si tratta di definire con sicurezza le condizioni qualitative per poter utilizzare una determinata risorsa per un uso specifico;. -. di ordine economico: rendere tale uso possibile e concorrenziale rispetto all’utilizzo di risorse tradizionali.. La. definizione. degli. obiettivi. di. qualità. e. il. sistema. di. classificazione Le indicazioni specifiche per la definizione degli obiettivi di qualità e le modalità di controllo e classificazione delle acque al fine del loro raggiungimento nell’allegato. o 1. per. per. il. loro. quanto. mantenimento,. riguarda. gli. sono. obiettivi. contenute. ambientali. e. nell’allegato 2 per gli obiettivi di qualità dei corpi idrici soggetti a specifica destinazione. Con. il. combinato. D.Lgs. (limiti. 152/99, agli. anche. scarichi. se +. viene obiettivo. mantenuto di. qualità),. un i. approccio limiti. di. emissione indicati sono di carattere transitorio. Tali limiti dovranno essere modificati dalle regioni (art.28, comma 2) per ogni corpo idrico al fine del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale entro ben definiti traguardi temporali. In sostanza dopo aver classificato i corpi idrici e preso atto dei carichi inquinanti che possono essere recapitati nell’ambiente, nel piano di tutela previsto dall’articolo 44, dovranno essere definite le misure da - 22 -.

(23) mettere in atto per assicurare il mantenimento o il raggiungimento degli obiettivi di qualità. Tali misure possono articolarsi in: -. indicazioni e norma di carattere pianificatorio sull’utilizzo del suolo in relazione all’edilizia, all’industria e all’agricoltura;. -. programmazione di interventi ed opere per la raccolta e la depurazione delle acque reflue;. -. definizione di nuovi limiti allo scarico di acque reflue;. -. revisioni. delle. autorizzazioni. allo. scarico. e. revisione. delle. concessioni alla derivazione di risorse idriche; -. indicazioni e norma sull’uso delle risorse idriche atte a favorire il risparmio e l’utilizzo corretto e razionale delle stesse.. Gli obiettivi di qualità Si tratta di un doppio sistema di obiettivi di qualità. -. L’obiettivo di qualità ambientale relativo a tutti i corpi idrici ritenuti significativi (articolo 4 e 5).. -. Un obiettivo, riguardante particolari funzioni o destinazioni d’uso, a cui sono destinati specifici corpi idrici (articolo 6-17).. L’obiettivo d’uso è riassunto nell’articolo 6 (obiettivo di qualità per la specifica destinazione) in cui sono elencate quattro tipi di destinazione delle acque: a.. le. acque. dolci. superficiali. destinate. alla. produzione. di. acqua. potabile; b. le acque destinate alla balneazione; c. le acque dolci che richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci; d. le acque destinate alla vita dei molluschi: L’obiettivo d’uso risponde ad alcune direttive comunitarie ed assume sostanzialmente una funzione transitoria, limitata a quei corpi idrici “designati”. già. oggi. o. nell’immediato. futuro. a. garantire. alcune. funzioni, siano esse usi umani come la produzione di acqua potabile e la. balneazione,. o. caratteristiche. di. qualità. tali. da. garantire. la. possibilità di vita di alcuni gruppi di animali (ciprinidi, salmonoidi, - 23 -.

(24) molluschi).. Tali. funzioni. dovrebbero. via. essere. garantite. dal. raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale.. Inoltre la direttiva 2000/60/CE prevede, entro un periodo compreso tra 7 e 13 anni, l’abrogazione tra le altre, delle direttive 75/740/CEE (riguardante la produzione di acqua potabile), 78/659/CEE (inerente alle acque ciprinicole e salmonicole) e 79/923/CEE (che prende in considerazione la vita dei molluschi). Tuttavia. nel. caso. di. parametri. di. qualità. di. maggiore. importanza. relativi alla balneazione, quali ad esempio quelli microbiologici che spesso sono causa di divieti di balneazione, bisogna riconoscere che si tratta di problemi sanitari circoscritti e molto particolari, relativi alla possibilità. di. trasmissione. di. infezioni. causate. da. microrganismi. patogeni che possono avvenire per una particolare attività umana (la balneazione appunto) e non di problemi più generali di qualità del corpo idrico che possono determinare disfunzioni ambientali di grande rilevanza. L’obiettivo di qualità ambientale esprime un concetto più ampio di quello funzionale. Riguarda, infatti, non solo la qualità idrochimica ma l’intero ecosistema acquatico (acque, sedimenti, sponde e biota) sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo. In particolare per le acque superficiali, esprime come richiamato al comma 2 dell’articolo 4, e definito nell’allegato 1: “lo stato dei corpi idrici in funzione della loro capacità di mantenere e di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate, il più possibile vicino. alla. condizione. modificazioni. naturale. dell’ecosistema. in. cui. prodotte. non. appaiono. dall’attività. umana. significative in. cui. il. sistema mantiene intatte le sue capacità di risposta e auto difesa dalle perturbazioni prodotte da tali attività grazie ai processi naturali di autodepurazione”. Per. le. acque. modificazioni. sotterranee sui. corpi. esprime indotte. più. in. dall’impatto. generale. il. antropico,. livello e. di. la. loro. entro. cui. sostenibilità sul lungo periodo (Allegato 1). L’articolo. 4. individua. nel. 31. dicembre. 2016. la. data. raggiungere per tutti i corpi idrici significatici l’obiettivo di qualità - 24 -.

(25) ambientale relativo allo stato “buono” così come definito nell’Allegato 1. Al fine di assicurare tale risultato, è definito, per le acque superficiali anche un obiettivo intermedio. Se il corpo idrico in questione rientra tra quelli per i quali deve essere garantito anche l’obiettivo d’uso, resta inteso, che tale obiettivo deve essere garantito entro i tempi che vengono determinati sulle specifiche norme.. 1.2. Il D.Lgs. 258/00 – Le principali modifiche apportate al. D.Lgs.152/99 Il D.Lgs. 258 del 18 agosto 2000 modifica ed integra il D.Lgs. 152/99 tenendo. conto. dell’esperienza. conseguita. nel. primo. periodo. di. applicazione di tale decreto. Si tratta di: -. modifiche. sostanziali. di. singoli. articoli,. necessarie. per. rendere. coerente il testo con altre normative nazionali e comunitarie, sia per. correggere. situazioni. che. si. sono. dimostrate,. all’attuazione. pratica, non correttamente gestibili; -. modifiche per lo più formali intese principalmente a migliorare il testo del decreto per una sua più corretta applicazione.. Modifiche sostanziali -. Articolo 36: autorizzazione al trattamento di rifiuti costituiti da acque reflue. Più correttamente l’articolo è stato rubricato “Trattamento di rifiuti presso impianti di trattamento delle acque reflue urbane” modifica necessaria per renderlo conforme al contenuto del nuovo testo. Questo è stato modificato strutturandolo più razionalmente e introducendo la possibilità. di. smaltire,. previa. comunicazione. all’autorità. competente,. rifiuti costituiti oltre che da acque reflue, anche da materiale derivante dalla manutenzione ordinaria di sistemi di trattamento di acque reflue domestiche. provenienti. da. sistemi. individuali,. pubblici. o. privati. identificati dalle regioni (in riferimento alle tipologie di trattamento riportate al comma 4 dell’articolo 27, in assenza dell’immissione delle - 25 -.

(26) acque reflue in reti fognarie). Con il medesimo meccanismo è stata prevista. la. derivante. possibilità. da. impianti. di di. proseguire. il. depurazione. di. trattamento acque. di. reflue. materiale. presso. altri. impianti che dispongono di adeguate linee di trattamento del materiale in questione. Tale modalità di gestione è consentita purché i materiali da trattare siano prodotti e smaltiti all’interno del medesimo ambito ottimale (A.T.O.) di cui alla legge 36/94, ciò in ottemperanza alla possibilità di autosmaltimento di rifiuti previa comunicazione, prevista dalla normativa comunitaria e nazionale in materia. Sempre in materia di smaltimento dei rifiuti, all’articolo 33 relativo agli scarichi in reti fognarie, è stato aggiunto il divieto di smaltimento di rifiuti, anche se triturati, in fognatura (comma 3). Questa previsione vuole evitare una pratica non corretta sia dal punto di vista della gestione dei rifiuti che da quello della gestione degli scarichi. Si tratta, di fatto, di uno smaltimento improprio e non controllabile, che sottrae rifiuti organici al riutilizzo tramite recupero di materia; dal punto di vista della gestione degli scarichi la pratica andrebbe a modificare pesantemente il. carico. organico. dei. reflui. con. conseguente. necessaria. e. non. opportuna ristrutturazione degli impianti di depurazione. -. Articolo 38: utilizzazione agronomica. Le modifiche si sono rese necessarie per l’introduzione di ulteriori criteri finalizzati a circostanziare l’utilizzo agronomico unicamente a reflui. che. non. costituiscono. rifiuti. liquidi.. In. tal. senso,. tenendo. presente i criteri di esclusione dal campo di applicazione del D.Lgs. 22/97. sui. rifiuti,. si. è. limitato. l’utilizzo. agronomico. per. i. reflui. provenienti da aziende agricole e agroalimentari di cui al comma 7, lettere. a),. b),. agricole(lettera allevati/terreno. c),. dell’articolo. a)),. aziende. corrispondente. 28,. cioè:. aziende. zootecniche a. 340. Kg. con da. esclusivamente rapporto. deiezioni. per. capi ettaro. coltivato (lettera b)), aziende agricole che esercitano anche attività di trasformazione. o. di. valorizzazione. della. produzione. agricola. funzionalmente connessa con la coltivazione del fondo che lavorino. - 26 -.

(27) materia. prima. proveniente. per. almeno. 2/3. dalla. coltivazione. del. proprio fondo (lettera c)). -. Allegato 5: limiti di emissione degli scarichi idrici. E’ stata introdotta una nuova tabella per l’individuazione del carico zootecnico medio annuo, per diverse specie allevate, corrispondente a una produzione di 340 Kg di azoto, al netto delle perdite di stoccaggio e. distribuzione.. Questa. tabella. è. necessaria. per. l’attuazione. dell’articolo 28, comma 7, lettera b) in cui si assimilano ad acque reflue. domestiche. quelle. provenienti. da. “imprese. dedite. all’allevamento di bestiame che dispongono di almeno un ettaro di terreno. agricolo. funzionalmente. connesso. con. le. attività. di. allevamento e di coltivazione del fondo per ogni 340 Kg di azoto presente negli effluenti di allevamento prodotti in un anno...”; questo in analogia alla previsione della direttiva 91/676/CE sulla protezione delle acque dall’inquinamento da nitrati provenienti da fonti agricole che parametra il quantitativo di reflui zootecnici distribuibili su suoli agricoli in zone vulnerabili, a un quantitativo massimo di azoto per ettaro.. La. normativa. precedentemente. individuava. unicamente. un. quantitativo. in. vigore. massimo. di. (Legge peso. 319/76) vivo. non. differenziato per specie allevata. -. Articolo 39: acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia. Si ritiene importante disciplinare in maniera più puntuale le acque meteoriche, in quanto la mancanza di una specifica disciplina nella normativa vigente ha creato non pochi problemi per le amministrazioni territoriali. riguardo. le. modalità. di. gestione. di. questa. tipologia. di. acque. Pertanto, sulla base della versione approvata dal Consiglio dei Ministri, è stato così riformato: 1. ai fini della prevenzione di rischi idraulici e ambientali, le Regioni disciplinano:. - 27 -.

(28) -. gli. scarichi. tramite. delle. rete. acque. fognarie. meteoriche. separate. di. dilavamento. prevedendo. effettuate. apposita. disciplina. autorizzatoria e opportune forme di controllo; -. le. acque. di. prevedendo. prima. che. pioggia. siano. e. di. convogliate. lavaggio e. delle. aree. opportunamente. esterne,. trattate. in. impianti di depurazione per particolari casi nei quali, in relazione alle attività svolte, vi sia il rischio di dilavamento di sostanze indesiderate sulle superfici impermeabili scoperte. 2. Gli scarichi di sole acque meteoriche non sono assoggettate ai limiti di cui all’Allegato 5, ma solo a specifiche indicazioni tecniche e progettuali.. Nel. caso. di. recapito. in. acque. superficiali,. deve. comunque essere garantito il rispetto dell’obiettivo di qualità del corpo idrico recettore; nel caso di recapito sul suolo, ai sensi della lettera b), comma 1 dell’articolo 29 lo scarico deve avvenire nel rispetto delle indicazioni di cui alla Delibera del Comitato dei Ministri per la tutela della acque dall’inquinamento del 4 febbraio 1987, in modo da evitare inquinamenti delle acque sotterranee. E’ comunque vietato lo scarico delle acque meteoriche nelle acque sotterranee. Modifiche formali Per. quanto. riguarda. le. modifiche. formali,. si. riportano. quelle. di. maggior rilievo: -. Articolo 2: definizioni. Le maggiori integrazioni riguardano la definizione di “agglomerato” di cui alla lettera m). Questo viene riferito unicamente alla popolazione e alle attività economiche i cui reflui vengono raccolti da sistemi di collettamento, ove tecnicamente ed economicamente realizzabili; ciò al fine di escludere dalla definizione di agglomerato gli insediamenti, le installazioni e gli edifici isolati. La definizione di “scarichi esistenti” di. cui. alla. lettera. cc. bis),. vista. l’importanza. di. tale. definizione. nell’ambito dell’applicazione del testo, è stata portata dall’allegato 5 all’articolato. E’ stata inoltre modificata la definizione o bis) “gestore - 28 -.

(29) idrico integrato” al fine di chiarire che ove non esista l’operatività del servizio idrico integrato, il gestore è da intendersi come colui che gestisce il servizio pubblico di fognatura e/o depurazione. -. Articolo. 5:. individuazione. e. perseguimento. dell’obiettivo. di. qualità ambientale E’ stata modificata la data entro la quale le regioni devono identificare per. ciascun. corpo. idrico. la. classe. di. qualità. corrispondente,. spostandola dal 31 Dicembre 2001 al 30 Aprile 2003. Ciò per la necessità di disporre di un congruo lasso di tempo per espletare le attività propedeutiche alla classificazione. -. Articolo 18: aree sens ibili. Il. vigente. testo. normativo,. alla. lettera. d),. individua. fra. le. aree. sensibili le zone costiere dell’Adriatico dalla foce dell’Adige a Pesaro. a fronte di numerosi quesiti da parte degli amministratori dell’area interessata,. è. stato. puntualizzato. che. l’area sensibile è riferita ai. confini meridionali del Comune di Pesaro. E’. Articolo 33: scarichi in rete fognarie stato. puntualizzato. recapitati. in. acque. che. gli. fognarie. scarichi. devono. di. acque. essere. reflue. sottoposti. industriali. alle. norme. tecniche, prescrizioni, valori limite adottati dal gestore del servizio idrico. integrato. e. approvati. dall’amministrazione. pubblica. responsabile. -. Articolo 45: criteri generali. Al comma 4, è stata eliminata la parte che si riferisce agli insediamenti le cui acque reflue non recapitano in reti fognarie, peri quali, il rilascio. della. l’autorizzazione. concessione allo. scarico.. edilizia, Questo. avrebbe in. dovuto. quanto. la. comprendere disposizione. abrogata è stata ritenuta superflua e oggettivamente inapplicabile in quanto. lo. scarico. da. autorizzare. edilizia è ovviamente inesistente. - 29 -. al. momento. di. una. concessione.

(30) 1.3 La. La direttiva 2000/60/CE filosofia. della. direttiva. 200/60/CE. sulla. tutela. delle. acque. superficiali e sotterranee, in vigore dal 22 dicembre 2000 (giorno della sua. pubblicazione. sulla. GUCE),. è. dare. un. quadro. legislativo. trasparente, efficace e coerente. Il provvedimento, che dovrà essere trasposto. sul. piano. nazionale. dagli. Stati. membri. entro. il. 2003,. promette di innovare lo scenario normativo in materia mediante un sofisticato. meccanismo. di. interventi,. che. culminerà. nel. 2013. con. l’abrogazione di ben 7 delle direttive comunitarie attualmente vigenti. Fine. della. direttiva. è. il. mantenimento. e. il. miglioramento. quali-. quantitativo dell’ambiente idrico, tra le azioni prioritarie viene posto l’arresto. (o,. ove. non. possibile,. la. graduale. limitazione). degli. inquinamenti causati dallo scarico, dalle emissioni e dalle perdite di sostanze pericolose. Agli Stati membri è innanzitutto richiesto, per il raggiungimento. dei. nuovi. standard. ambientali. stabili. dalla. direttiva,. una riorganizzazione “amministrativa” del patrimonio idrico, mediante l’adozione di provvedimenti che suddividano il territorio nazionale in bacini. e. distretti. idrografici. che. tengano. conto. della. dimensione. europea di alcuni corsi d’acqua. E’ questo, infatti, il punto di partenza per il raggiungimento dei numerosi “obiettivi ambientali” imposti dall’articolo 4 della direttiva (e specificati negli allegati al provvedimento), obiettivi di cui gli Stati comunitari dovranno rispondere entro il 2015. Immediati gli effetti economici sugli utenti delle risorse idriche: il successivo articolo 10 della direttiva prevede, infatti, espressamente, che per il recupero dei costi ambientali relativi alle risorse gli Stati dovranno rifarsi sui “vari settori d’impiego dell’acqua”, individuati (in linea generale) nelle industrie, nelle famiglie e nell’agricoltura. Tale. rivisitazione. delle. politiche. dei. prezzi,. ispirata. al. principio. europeo del “chi inquina paga”, dovrà essere operativa dal 2010. Intenso, infine, il programma di controlli che l’Unione Europea chiede sugli. scarichi. nelle. acque,. programma. “approccio combinato”.. - 30 -. della. direttiva. definito.

(31) Entro il 2012 gli Stati membri dovranno garantire il pieno regime dei meccanismi di controlli previsti.. 1.4. Leggi Regionali. Dal Dlgs 152/99 art.31 comma 2: Gli. scarichi. fognarie,. di. acque. provenienti. reflue. da. urbane. agglomerati. che con. confluiscono meno. di. nelle. 2.000. reti. abitanti. equivalenti e recapitanti in acque dolci ed in acque di transizione e gli scarichi. provenienti. da. agglomerati. con. meno. di. 10.000. abitanti. equivalenti, recapitanti in acque marino- costiere, sono sottoposti ad un trattamento appropriato, in conformità con le indicazioni dell'allegato 5, entro il 31 dicembre 2005. Per. capire. cosa. si. intende. per. trattamento. appropriato. bisogna. introdurre il DPGR 28/03 attuaz. LR 64/01 CAPO VI “TRATTAMENTI APPROPRIATI” -. Art. 18. Campo di applicazione 1.. I. trattamenti. depurativi. disciplinati. al. presente. capo,. ai. sensi. dell’articolo 31, comma 2, del decreto legislativo, possono essere adottati. per. la. depurazione. di. acque. reflue. urbane. o. domestiche. provenienti da: a) agglomerati o insediamenti fino a duemila AE se recapitanti i propri scarichi in acque dolci ed in acque di transizione; b) agglomerati o insediamenti fino a diecimila AE se recapitanti i propri scarichi in acque marino costiere. -. Art. 19. Disposizioni generali 1. La scelta dei trattamenti appropriati deve garantire la tutela dei corpi idrici recettori e la tutela delle acque sotterranee ove sia stata stabilita la conformità ai relativi obiettivi di qualità ambientale, o per specifica destinazione nel caso di scarico sul suolo. - 31 -.

(32) 2. Gli impianti di depurazione di acque reflue urbane o domestiche di cui alla tabella 1 dell’allegato 2 al presente regolamento sono conformi alle disposizioni di cui all’allegato 5 del decreto legislativo relative allo scarico di acque reflue, qualora rispettino le prescrizioni di cui al comma 4, nonché al punto 1 e 2 dell’allegato 2 al presente regolamento (Trattamenti appropriati). 3. Gli impianti di depurazione di acque reflue urbane o domestiche esistenti alla data di entrata in vigore del presente regolamento, a servizio di insediamenti o agglomerati con carico inquinante minore od uguale a cento AE sono conformi alle disposizioni di cui all’allegato 5 del decreto legislativo relative allo scarico di acque reflue, qualora rispettino le seguenti condizioni: a). essere. progettati. determinazioni. della. ed. eseguiti. delibera. a del. regola. d’arte. 4/2/1977,. secondo. del. le. Comitato. interministeriale per la tutela delle acque dall’inquinamento di cui alla legge 10 maggio 1976, n. 319 (Norme per la tutela delle acque dall’inquinamento); b) il titolare dimostra e garantisce nel tempo il corretto stato di conservazione,. manutenzione. e. funzionamento,. ed. il. rispetto. delle. condizioni di autorizzazione. 4. L’ente che autorizza lo scarico, individuato ai sensi degli articoli 2 e 3 della l.r. 64/2001, definisce nel provvedimento di autorizzazione: a). le. condizioni. di. esercizio,. manutenzione,. autocontrollo. dell’impianto; b). la. conservazione,. documentazione. che. se attesta. possibile. presso. l’effettuazione. l’impianto,. delle. operazioni. della di. periodica manutenzione ed autocontrollo e, se richiesta dalla tipologia d’impianto, di estrazione dei fanghi, e che consente l’identificazione della ditta esecutrice. 5. Per gli impianti di depurazione di acque reflue urbane con oltre cento AE, dalla documentazione di cui al comma 4, lettera b) deve risultare. la. qualificato,. verifica, delle. almeno. condizioni. semestrale, di. corretto. da. parte. di. funzionamento.. personale Per. gli. impianti scaricanti in acque destinate alla balneazione un controllo - 32 -.

(33) deve. essere. effettuato. prima. dell’inizio. della. stagione. balneare. e. utenza. se. l’altro nel corso della stessa. 6.. Gli. impianti,. o. parti. di. essi,. esistenti. a. piede. di. rispondenti alla buona norma ed in buono stato di efficienza possono essere. considerati. utili. alla. realizzazione. delle. tipologie. descritte. all’art. 20, comma 2. -. Art. 20. Caratteristiche degli impianti per i trattamenti appropriati 1. I trattamenti appropriati sono individuati e strutturati in vista dei seguenti obiettivi: a) semplificare, in relazione alle dimensioni dell’impianto, la gestione e la manutenzione, minimizzando i costi d’investimento e gestione, adottando. la. minore. intensità. tecnologica. ed. il. minor. utilizzo. di. energia possibile; b) assicurare che l’impianto sopporti variazioni orarie o stagionali del carico idraulico ed organico; c) permettere la realizzazione di una depurazione efficace anche delle utenze minori e diffuse evitando il collettamento di bassi carichi per lunghe distanze; d) definire soluzioni impiantistiche che permettano il recupero ed il riutilizzo degli impianti a piede di utenza già esistenti, se rispondenti alla buona norma ed in buono stato di efficienza; e) minimizzare l’impatto paesaggistico e le condizioni di disturbo del vicinato,. anche. garantendo. le. distanze. di. sicurezza. previste. dalla. normativa vigente; f). tutelare. le. acque. sotterranee. specialmente. in. zone. vulnerabili. all’inquinamento da nitrati. 2. Sono ritenuti appropriati i trattamenti depurativi elencati alla tabella 1 dell’allegato 2 al presente regolamento.. - 33 -.

(34) NOTE ALLE CONDIZIONI VINCOLANTI DI ASSIMILAZIONE DI CUI A L L E C O L O N N E C e D D E L L A T AB E L L A 1 . 1. Il rispetto delle presenti condizioni è condizione necessaria per l’assimilazione delle acque reflue e devono essere riportate come prescrizioni nell’autorizzazione allo scarico: 10 28.5.2003 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 23 a) limite sul livello dei solidi sospesi da determinare a cura dell’autorità competente in relazione alle caratteristiche del corpo recettore finale; b). presenza. tipologia. di. di. un. opportuno. specifico. pre-trattamento. delle. acque. reflue. in. relazione. alla. i mpianto di trattamento depurativo adottato ed alle caratteristiche del corpo recettore. finale; c) reattivi, reagenti, prodotti analizzati, smaltiti non come acque reflue, - sostanze utilizzate nei laboratori (reattivi, reagenti, prodotti analizzati, ecc. ) smaltiti non come acque reflue; d) senza lo scarico di sostanze solventi; e). limite. sul. livello. delle. sostanze. ad. azione. disinfettante. o. dell’autorità competente in relazione alle caratteristiche del recettore;. - 34 -. conservante. da. determinare. a. cura.

(35) f) prescri zione che lo scarico di svuotamento della piscina avvenga almeno quindici giorni dopo l’ultima disinfezione; g). in. caso. di. dall’autorizzazione. scarico o. in. dall’autorità. corpi. idrici. sanitaria,. di. superficiali un. impianto. predisposizione, di. disinfezione. quando da. previsto. utilizzarsi. nei. termini dell’autorizzazione o su richiesta dell’autorità sanitarie; h) deve essere attuata la totale separazione del siero o della scotta. 2. L’utilizzo nelle attività di trattamenti per la riduzione della durezza delle acque non pregiudica l’assimilazione per gli scarichi in pubblica fognatura (colonna c).. - 35 -.

(36) - 36 -.

(37) CAPITOLO 2: IL COLLETTAMENTO La zona oggetto dell’intervento è ubicata interamente all’interno del territorio comunale di Capannori che attualmente non risulta servita da fognatura. nera,. con. provenienti. dalle. S.Gennaro. e. conseguente. civili. abitazioni.. Petrognano. l’attenzione. alla. raccogliere. in. scarico Non. scarichi. natura. e. risultano. industriali. soprattutto. fognatura. fino. nell’ambiente. alla. all’area. e. nelle. reflui. frazioni. produttivi,. quantità. di. dei. dei. trattamento. di. per. cui. reflui. da. è. rivolta. soprattutto al calcolo degli abitanti residenti e dall’incremento fornito dal turismo vista la presenza di tre elementi recettivi, nella fattispecie due agriturismo e un bed&breakfast, che ne fanno lievitare il numero soprattutto nel periodo estivo.. 2.1 Inquadramento generale Il progetto di seguito illustrato riguarda 2 frazioni della parte nord del comune. di. Capannori. facente. parte. di. un. più. ampio. progetto. d'estensione e risanamento della rete fognaria di quest’ultimo. Più specificatamente,. con. la. presente. progettazione. s'intende. rispondere. alle esigenze di raccolta e trattamento del refluo delle frazioni di S.Gennaro. e. Petrognano,. sprovviste. di. recapito. dove. per. le. le. abitazioni. acque. nere.. si Il. trovano territorio. tuttora oggetto. dell’intervento è, di fatto, servito da piccoli tratti di fognatura mista che sversano nei canali e rii che insistono nella trama esistente senza un servizio di depurazione. Saranno descritti nel seguito i dettagli relativi all’intervento specifico.. Definizioni generali La. rete. di. canalizzazioni. fognatura sotterranee. in atte. oggetto, a. prevede. raccogliere. un ed. complesso allontanare,. di dai. complessi urbani descritti in premessa, le acque reflue provenienti dalle attività presenti sul territorio. La rete è articolata in tronchi tra loro connessi, nei quali il percorso che le acque devono compiere, è definito per quello che riguarda la direzione ed il verso. - 37 -.

(38) La canalizzazione funziona per la maggior parte a pelo libero; in alcuni tratti particolari, e per quanto possibile per brevi lunghezze, il funzionamento. è. in. pressione. (condotte. di. mandata. in. stazioni. di. sollevamento, attraversamenti particolari, ecc.…). Le opere che sono interessate dal presente progetto si distinguono secondo la seguente terminologia: -. fogne: per esse s’intendono quelle canalizzazioni elementari che raccolgono le acque provenienti da allacciamenti e/o da caditoie, convogliandole ai collettori;. -. collettori: sono quelle canalizzazioni che costituiscono l’ossatura principale della rete, che raccolgono le acque provenienti dalle fogne e, allorché conveniente, quelle ad essi direttamente addotte da. fognoli. maggiori. e/o. di. caditoie.. quelle. delle. Le. loro. fogne. dimensioni. servite;. la. sono. loro. ovviamente. giacitura. deve. risultare tale da consentire che le acque convogliate dalle fogne possano immettersi in essi agevolmente. I collettori a loro volta confluiscono in un emissario; -. emissario: il canale che, partendo dal termine della rete vera e propria, adduce le acque raccolte al recapito finale. Quest’ultimo è il recipiente (fiume, torrente, alvo, inghiottitoio, lago, mare, ecc.… dove. le. acque. addotte. dall’emissario. vengono. definitivamente. versate previo adeguato trattamento. Nel caso si tratti di emissario consortile,. questo. può. ricevere. in. punti. definiti. le. acque. provenienti da altre reti; -. impianto di depurazione: l’insieme delle unità operatrici destinate a trattare le acque, tenuto conto dei loro caratteri secondo le modalità e nella misura richieste dalle condizioni del recipiente e/o di un eventuale reimpiego ed in osservanza delle disposizioni emanate dalle competenti Autorità.. - 38 -.

(39) Caratteristiche dell’intervento -. Tubazioni. La scelta del materiale da adottare per la realizzazione del collettore fognario viene usualmente condizionata da tutta una serie d'esigenze specifiche le più importanti fra le quali possono essere: -. la capacità di mantenere nel tempo una tenuta idraulica sia fra un tubo e quello adiacente sia all’immissione nel pozzetto;. -. la necessità di controllare le deformazioni proprie del materiale e quelle. prodotte. dalle. sollecitazioni. introdotte. dai. materiali. che. circondano il tubo; tutto questo allo scopo di evitare sfilamenti e variazione delle pendenze; -. la capacità di sostenere nel tempo eventuali aggressioni chimiche ed abrasioni meccaniche;. Il collettore fognario sarà realizzato con tubazioni in PVC e ghisa sferoidale, (a seconda della pendenza del tratto) per quanto riguarda la parte funzionante a gravità, del diametro di DN 200. Per quanto riguarda il tratto di fognatura premente, il materiale scelto è la ghisa sferoidale;. entrambi. i. materiali. presentano. un. ottimo. grado. di. resistenza all’usura e quindi garantiscono una buona durata nel tempo. Le. tubazioni. saranno. poste. su. un. letto. di. graniglia. o. sabbione. opportunamente costipato, dello spessore minimo di 10 cm con la quale si livellerà il fondo dello scavo realizzando il piano inclinato per la posa delle tubazioni alle pendenze di progetto. Il rinfianco e la copertura della tubazione sarà realizzato con graniglia di cava, che verrà distribuita a strati, prima sui lati della tubazione, compattata e quindi sopra la tubazione fino a raggiungere la quota nello scavo di 10 cm sopra la generatrice del tubo. La resistenza delle tubazioni in dipendenza dal tipo di posa e rinfianco adottato e delle altezze di ricoprimento previste in progetto è ovunque assicurata. Per. quanto. riguarda. l’installazione. dei. collettori. funzionanti. in. pressione è stato scelto come materiale la ghisa sferoidale, poiché materiale ormai da qualche tempo comprovato di notevole durata, di notevole resistenza meccanica e di rapida installazione. La posa delle tubazioni avverrà come per quelle a gravità, su letto di posa realizzato - 39 -.

(40) in. graniglia. e. successivo. rinfianco. e. ricoprimento. con. lo. stesso. materiale. -. Scavi e ripristini. La quota di scavo risulta generalmente, tranne alcuni punti particolari, maggiore di 130 cm, (100 rinterro minimo richiesto + 20 diametro della tubazione + 10 spessore del letto di posa) tale valore consentirà il passaggio della condotta fognaria a quota inferiore rispetto agli altri servizi, già esistenti o futuri (rete di distribuzione del gas metano, acquedotto,. elettrodotto. ENEL,. elettrodotto. per. pubblica. verticali. provviste. illuminazione, rete telefonica e condutture acque bianche). Lo. scavo. dovrà. avvenire. di. regola. con. pareti. d'armatura continua con la posa di pannelli anti- frana. Potrà essere evitata unicamente l’armatura di fosse poco profonde purché scavati in terreni compatti, e su strade chiuse al transito di veicoli o a senso unico alternato con rallentamento del traffico, o su terreno di campagna in scavi con pareti inclinate. La rimozione delle acque dagli scavi avverrà con drenaggi, posti sotto il letto di posa della tubazione, mediante pompe, e nei casi più difficili mediante Well Point o pozzi drenanti. Il riempimento dello scavo al di sopra del rinfianco della tubazione in graniglia o sabbione verrà effettuato con materiale arido di cava o in riciclato o, dove richiesto, con misto cementato (fill- crete), a seconda di quanto disposto dalle amministrazioni locali e provinciali. Per ciò che. riguarda. il. riempimento. dei. tratti. di. scavo. su. terreno,. si. riutilizzerà il materiale di risulta dello scavo, o la dove non fosse ritenuto più adatto, altro terreno di migliore qualità. A scavo ultimato si procederà al costipamento del rinterro con mezzi idonei a raggiungere un grado di addensamento sufficiente (effettuando il costipamento degli strati ogni 30 cm) per scongiurare la possibilità di cedimenti differiti nel tempo.. - 40 -.

(41) -. Pozzetti. I pozzetti saranno distribuiti oltre che ad ogni importante cambio di direzione, lungo la condotta ad una distanza variabile in funzione del tracciato. planimetrico,. dell’esigenza. o. meno. di. effettuare. allacciamenti, generalmente compresa tra i 20 e i 50 metri. Essi. permettono. le. ispezioni. alle. condotte,. agli. allacciamenti. che. dovranno essere effettuati tramite sifoni tipo Milano, e gli interventi di manutenzione classica. I pozzetti saranno di regola del tipo prefabbricato con elemento di fondo in monoblocco di conglomerato cementizio, sul quale verranno disposti uno o più elementi di prolunga fino a raggiungere la quota d’imposta della soletta. Per i pozzetti di semplice ispezione, o dove confluisce. un. allacciamento,. sono. state. previste. le. misure. minime. interne come da schemi allegati al progetto. Il chiusino in ghisa posto su anello di muratura in mattoni pieni, dovrà risultare a perfetto livello con la pavimentazione stradale. Al. fine. l’impiego. di di. evitare. fastidiosi. chiusini. speciali. fenomeni di basculamento si prevede di. forma. circolare. con. battuta. di. appoggio rettificata al tornio, o con guarnizione. -. La pavimentazione. Effettuato il riempimento dello scavo con materiale arido di cava, verrà steso, ed adeguatamente compattato con mezzi appositi, uno strato di pietrisco di livellamento. Una volta effettuato il riempimento, e assestatosi lo scavo, verrà steso uno strato di conglomerato bituminoso (binder) e, scarificata la parte di riempimento in eccesso, si procederà alla pavimentazione con un manto bituminoso di usura per le strade già asfaltate. Lo strato di conglomerato bituminoso di completamento sarà posto in opera sul cassonetto dello scavo ed avrà uno spessore compatto di 10 cm. Si procederà in seguito al ripristino della pavimentazione stradale con il manto di usura dello spessore minimo di 3 cm. Per ciò che riguarda gli scavi attraverso il borgo, dove è presente una pavimentazione in pietra, l’intervento sarà di salvaguardia e ripristino. - 41 -.

(42) La pavimentazione verrà accuratamente smontata ed i pezzi numerati e catalogati in un'apposita mappa, per. poter poi essere rimontati al loro. posto come prevede un lavoro eseguito a regola d’arte. -. Gli allacci. Lungo. i. collettori. di. convogliamento. dei. reflui. all’impianto. di. depurazione non è in genere possibile eseguire allacciamenti diretti alla singole utenze anche se tramite pozzetti di ispezione o pezzi speciali.. L’uni. tramite. tratti. possibilità fognari. di. che. eseguire. raccolgano. collegamenti più. utenze. sarà e. che. individuata comunque. dovranno essere in numero limitato ed eseguite solo se strettamente necessarie. Gli allacciamenti alla fognatura pubblica saranno progettati nelle fasi più. avanzate. di. progettazione. esecutiva,. tramite. opportuno. “piano. degli allacciamenti” ma non vengono inseriti nell’attuale progetto e non risulteranno essere una spesa poiché questa è a carico delle utenze. Ove. possibile. lavori,. i. eseguirsi. dovranno. punti tramite. di. essere. immissione. previsti, sulla. predisposizione. di. durante. base rami. dei o. l’esecuzione. piani. pozzetti. strutturali di. dei da. ispezione,. facendo sempre particolare attenzione alla scelta dei materiali che dovranno risultare gli stessi che sono stati usati per il progetto dei collettori principali in modo da avere omogeneità sull’intera condotta. Saranno previsti un numero limitato di allacciamenti in modo da avere una più agevole gestione della condotta principale e limitare il numero di. interventi. principali. in. dovranno. caso. di. rivelarsi. ostruzioni.. I. collegamenti. alle. condotte. dello stesso materiale e realizzati con. braca di allacciamento e con derivazione a Y nel senso di scorrimento dei reflui. Sono previste, all’interno della zona di Petrognano, le predisposizioni per il completamento dei rami secondari della rete da realizzarsi con un tratto di fognatura e l’installazione di un pozzetto di testa.. - 42 -.

(43) Inserimento dell’opera e impatto ambientale La progettazione di una rete fognaria implica la necessità di valutare ogni sorta di effetto prodotto dalla realizzazione stessa in termini di impatto ambientale, di interrelazioni con la rete fognaria a cui ci si appoggia e con l’impianto di depurazione, in qualità di recapito finale dei reflui. S'intendono valutare brevemente i benefici introdotti dall’opera anche se. questo. tipo. di. infrastruttura. non. necessita. di. autorizzazione. paesaggistica come disposto dall’ordinanza n°230 del 9 marzo 2005 del T.A.R. della Puglia che riporta quanto segue: “considerato questione. sembra. che. la. non. realizzazione richiedere. dell’impianto. l’autorizzazione. fognario. in. paesaggistica,. trattandosi di opere che non hanno alcun impatto sui valori del sito, a motivo della loro collocazione sotterranea oltreché per la modesta entità del manufatto destinato ad ospitare l’impianto di sollevamento della rete fognaria […]”.. Benefici di carattere ambientale I benefici introdotti dalle opere in progetto sono senza dubbio di rilevante entità. La realizzazione del tratto fognario consente, infatti, di eliminare ogni sorta di scarico incontrollato (scarichi diretti in alveo, pozzi a disperdere, sversamenti), salvando di fatto rii, torrenti e falde idriche da un sicuro inquinamento. Ogni sorta di intervento è stato concepito in modo tale da non interessare in alcun modo le sezioni di deflusso dei corsi d’acqua intercettati. Gli interventi proposti, infatti, non prevedono passaggi in sub- alveo, ma attraversamenti in condotta premente con staffaggi ai ponti. Le uniche opere previste fuori terra risultano essere i quadri elettrici a servizio posizionati. dell’impianto al. margine. di. sollevamento,. dell’area. occupata. che. verranno. in. apposite. comunque casette. di. alloggiamento di piccole dimensioni. Per quanto riguarda la fase di esercizio è previsto il ripristino dei luoghi occupati temporaneamente dalle aree di cantiere. - 43 -.

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