• Non ci sono risultati.

Guarda Recensione di: Daniele Brigadoi Cologna, Aspettando la fine della guerra, lettere dei prigionieri cinesi nei campi di concentramento fascisti, Carocci, Roma 2019, Isbn 8843-0962-81. | Materialismo Storico

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Guarda Recensione di: Daniele Brigadoi Cologna, Aspettando la fine della guerra, lettere dei prigionieri cinesi nei campi di concentramento fascisti, Carocci, Roma 2019, Isbn 8843-0962-81. | Materialismo Storico"

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

Materialismo Storico, n° 1/2020 (vol. VIII)

371 Daniele Brigadoi Cologna, Aspettando la fine della guerra, lettere dei prigionieri cinesi nei campi

di concentramento fascisti, Carocci, Roma 2019, Isbn 8843-0962-81.

Si ritiene di solito che la storia della comunità cinese in Italia abbia avuto inizio negli anni Settanta-Ottanta del secolo scorso, con la nascita di alcuni distretti industriali come nella zona di Prato o di grandi assembramenti urbani come la “Chinatown” di Milano. In realtà, come spiega Daniele Brigadoi Cologna, la comunità cinese era pre-sente in Italia già all’inizio degli anni Venti, per via soprattutto dei flussi migratori provenienti dalla regione dello Zhejiang (Cina meridionale). Da quell’area, caratteriz-zata dalla presenza di modesti villaggi dediti all’agricoltura, partirono i primi lavoratori cinesi, i quali si specializzarono in particolare nel commercio delle perle a basso costo. Attraverso la documentazione delle prefetture di polizia (in particolare dei centri di Torino e Milano), Brigadoi Cologna racconta l’attenzione del governo fascista verso questa nuova comunità che andava formandosi in quegli anni e che, sebbene poco numerosa (alcune centinaia di persone agli inizi degli anni Trenta), era particolarmente attiva nel settore del commercio.

Fino al 1937 fu consentito agli emigranti dallo Zhejiang di giungere e vivere nel terri-torio italiano senza particolari impedimenti, soprattutto per via della politica di buoni rapporti intessuta con la Cina nel 1928 (con il Trattato di amicizia e commercio italo-cinese) e ulteriormente incentivata da Galeazzo Ciano, console a Shangai nel 1930. Le relazioni tra i due Paesi iniziarono a deteriorarsi nell’ottobre 1935, con l’applica-zione da parte della Cina di sanzioni contro l’Italia per l’aggressione imperialista dell’Etiopia, a cui seguì il successivo rifiuto di riconoscere l’annessione nel 1936. La vera frattura avvenne però con l’instaurazione di relazioni diplomatiche da parte dell’Italia con il governo filogiapponese di Manzhouguo, creato in Manciuria dallo stesso Giappone nel 1937.

Visto il cambiamento della situazione diplomatica, le prefetture di polizia delle mag-giori città italiane incrementarono il monitoraggio della comunità cinese in Italia e a partire dal giugno del 1940 si diede avvio all’internamento nei campi di concentra-mento di tutti i cinesi emigrati privi di documenti e di un lavoro stabile. I primi inter-nati (una trentina nell’agosto del 1940, divenuti 133 nel dicembre 1941) vennero di-retti verso i campi di prigionia di Pereto, Tossicia, Civitella del Tronto, Gran Sasso e Boiano. In questi plessi adibiti alla reclusione, le condizioni igienico-sanitarie erano considerate deplorevoli dagli stessi amministratori, come dimostrato dalla documen-tazione d’archivio riportata nel libro. Nonostante le continue segnalazioni, il governo italiano fece ben poco per migliorare la situazione; e soltanto la Chiesa Cattolica si interessò maggiormente delle condizioni della comunità cinese reclusa, con un inter-vento umanitario che si intrecciava a un’incessante opera di evangelizzazione nei campi.

(2)

Materialismo Storico, n° 1/2020 (vol. VIII)

372 Alla fine del 1941, dopo la definitiva rottura dell’Italia con il governo nazionalista di Chiang Kai-shek, i rastrellamenti dei cinesi residenti in Italia ma privi di documenti si moltiplicarono ulteriormente (si arrivò ad un numero complessivo di 214), per conti-nuare fino alla caduta del fascismo. Soltanto nel 1944 il nuovo governo Badoglio si occupò attivamente, grazie ai canali diplomatici del Vaticano, della definitiva libera-zione dei cittadini cinesi.

Di questo periodo, i membri della comunità cinese internati nei campi di concentra-mento fascisti hanno lasciato un ricordo indelebile, soprattutto attraverso le lettere scritte durante il periodo di detenzione. È questa la memoria delle prime generazioni di cinesi giunti in Italia: una testimonianza che oltre ad essere particolarmente inte-ressante da un punto di vista sociologico mantiene vivo il ricordo della prigionia, am-monendoci a non dimenticare i crimini del governo fascista.

Riferimenti

Documenti correlati

Considering an hinged rotor of b blades mounted on a flexible support, it is possible to obtain the basic Ground Resonance system of equations by applying to the rotating parts

Although the overall effect of BRAF inhibition was consistent in the two cell types, treatment of SK-MEL-28 reduced the vas- cularized area whereas the opposite occurred when

On the other hand, CCQE ν μ– and ν ¯ μ– 12 C cross section mea- surements from the NOMAD Collaboration [16] for higher beam energies, going from 3 to 100 GeV, do not call for

Shock nella produttività totale dei fattori 2.7.. Capitolo 3: le abitudini nei consumi

I renderings presentati in questa e nelle tavole precedenti sono stati realizzati da

L’area della Cittadella si presenta oggi come un ampio parco urbano, in parte circondato dalle mura, che si affaccia sull’Arno. Quest’area, il cui recinto

• learning and executing complex everyday tasks from one single human demonstration, the learning phase is entirely based of perception from the objects position to the

Analysis of expression showed that Otx1 is transcribed also in undifferentiated primary murine mesenchymal cells, although at lower levels as compared to MC3T3-E1