Sabina Gallina
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internet
MIOCARDIO
Il miocardio è un tessuto muscolare del tutto particolare; si differenzia dal
muscolo scheletrico, in condizioni di riposo, principalmente per le seguenti
caratteristiche:
•
rete capillare
: 3-4 volte superiore rispetto al m. scheletrico. Nel miocardio
ogni fibra muscolare ha almeno un vaso capillare
•
flusso ematico
: 20 volte superiore rispetto al m. scheletrico (60-80 ml/min.
ogni 100 gr di tessuto)
Il miocardio pur rappresentando solo il 0.4% del peso corporeo riceve il 5%
della gittata cardiaca
•
consumo di ossigeno
: molto elevato rispetto al m. scheletrico
Miocardio = 7-9 ml/min. ogni 100 gr di tessuto
M. Scheletrico = 0.15 ml /min. ogni 100 gr di tessuto
•
estrazione di ossigeno
: circa doppia rispetto al m. scheletrico
Miocardio = differenza artero-venosa 10 ml/100 ml
M. Scheletrico = differenza artero-venosa 5 ml/100 ml
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Resistenza vascolare coronarica
La
resistenza vascolare
è distribuita in
serie attraverso il letto coronarico ma
varia anche nei segmenti vascolari
paralleli nei diversi strati della parete
ventricolare
I vasi coronarici non solo sono
distensibili e sottoposti a variazioni attive
e passive di calibro, ma subiscono anche
la compressione extravascolare della
parete ventricolare che causa variazioni
fasiche del calibro di differenti sezioni del
letto vascolare coronarico
Regolazione del flusso coronarico
Quando il fabbisogno metabolico non varia, il cuore tende a
mantenere il flusso ematico costante nonostante le variazioni della
pressione di perfusione arteriosa.
Il livello al quale il flusso resta costante è determinato dal consumo
Autoregolazione del flusso coronarico
A = normale MVO2, B = elevato MVO2, C = basso MVO2.
Quando il lavoro cardiaco rimane costante, anche il flusso rimane costante in un ampio range
di valori di pressione di perfusione coronarica. Il livello di plateau dipende dall’MVO2 e dal
contenuto di O2 arterioso.
La possibilità di aumento del flusso coronarico al di sopra dei livelli di riposo in relazione all’aumento del consumo di O2, senza variazioni dell’estrazione miocardica di O2, è definita
•
Aumenta il flusso di sangue attraverso le coronarie
per:
• VASODILATAZIONE CORONARICA dovuta a:
• Ipossia locale
• Attivazione del sistema nervoso simpatico
• AUMENTO DELLA PRESSIONE AORTICA: favorisce un aumento del flusso alle
coronarie.
• RECLUTAMENTO DI TUTTI I CAPILLARI DEL TESSUTO CARDIACO: il
miocardio è il tessuto con la maggiore densità capillare di tutto l’organismo. • 1 FIBRA MUSCOLARE = ALMENO UN CAPILLARE
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•
Aumenta il flusso di sangue attraverso le
coronarie per:
•
VASODILATAZIONE CORONARICA dovuta a:
•
Ipossia locale
•
Attivazione del sistema nervoso simpatico
•
AUMENTO DELLA PRESSIONE AORTICA: favorisce un aumento del
flusso alle coronarie.
•
RECLUTAMENTO DI TUTTI I CAPILLARI DEL TESSUTO CARDIACO: il
miocardio è il tessuto con la maggiore densità capillare di tutto
l
’
organismo.
• 1 FIBRA MUSCOLARE = ALMENO UN CAPILLARE
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Stenosi coronarica
Stenosi fisse
: iniziano ad interferire in maniera apprezzabile con la
riserva del flusso coronarico solo quando il d dell’arteria si riduce >
50% (75% di riduzione dell’area), ma un’ulteriore riduzione del d
aumenta la resistenza tras-stenotica in maniera progressiva e
drammatica
Stenosi dinamiche
: alterazioni transitorie del calibro delle coronarie che
hanno un effetto maggiore sul flusso quando si verificano al livello di
stenosi critiche
Costrizione dei piccoli vasi
: può alterare il flusso in assenza di stenosi
Trombosi coronarica acuta
: può causare stenosi improvvisa o
occlusione persistente
Ischemia
•
L’ischemia è una condizione fisiopatologica derivante dall’insufficiente apporto di
sangue (flusso ema=co) ad un organo/tessuto al fine di assicurare una adeguata
ossigenazione
•
Per ipossia, invece, si intende la riduzione di apporto di ossigeno ad un organo/
tessuto
•
E per anossia l’assente apporto di ossigeno ad un organo/tessuto
•
Si può pertanto ritenere che in caso di ischemia si associ sempre una condizione di
ipossia e/o anossia. Mentre ci sono casi nei quali il flusso ema=co distreHuale è
normale o anche aumentato, ma l’apporto di ossigeno è insufficiente (ad es. per
carenza di emoglobina, oppure per riduzione della pressione parziale di ossigeno nel
sangue arterioso, oppure nei casi di intossicazione da monossido di carbonio con
ridoHa saturazione in O
2della emglobina)
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Cara$eri generali
•
Ipossia: condizione nella quale l
’
apporto di O
2è ridoHo nonostante
un
’
adeguata perfusione (asfissia, avvelenamento da monossido di
carbonio, malaNe cardiache congenite cianogene, cuore polmonare);
•
Anossia: assenza di apporto di O
2nonostante un
’
adeguata perfusione;
•
Ischemia: privazione di O
2accompagnata da inadeguata rimozione di
metaboli= a seguito di ridoHa perfusione;
•
Cardiopa=a ischemica: condizione patologica dovuta a discrepanza tra
disponibilità di ossigeno e domanda metabolica miocardica.
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Riserva di flusso miocardico
75%
75% di stenosi in area
50% di stenosi in diametro
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CARDIOPATIA ISCHEMICA
Insieme di quadri clinici ad etiologia diversa ma
sempre sostenuto da uno squilibrio tra le necessità
metaboliche del miocardio (richieste di Ossigeno) e
l’apporto di Ossigeno e substrati mediante la
circolazione coronarica
Manifestazioni cliniche della
cardiopatia ischemica
Cardiopatia ischemica stabile
Angina da sforzo
Ischemia silente
Sindromi coronariche acute
Angina instabile
SINDROMI CORONARICHE CRONICHE
ANGINA STABILE o DA SFORZO:
e’ la forma
più frequente, viene denominata anche angina
pectoris tipica.
Angina cronica stabile
• Causata prevalentemente da uno sforzo
• Di breve durata
• Si risolve rapidamente con il riposo e con i nitrati s.l.
• Pattern costante di comparsa per almeno 2 mesi
• Non tende all’evoluzione a breve termine verso l’infarto o la
morte improvvisa
Si parla di
angina primaria
e
angina secondaria
:
Primaria
: una riduzione del flusso di sangue verso il cuore per lo
spasmo di un grosso vaso epicardio oppure, in condizioni meno
drammatiche ma più frequenti, per la variazione dell
’
elasticità coronarica
nei punti in cui sono presenti placche aterosclerotiche, per la presenza di
microembolizzazioni dei vasi più piccoli in fine per la variazione delle
dimensioni dei vasi epicardici legate a trombosi transitorie sovrapposte a
placche aterosclerotiche ulcerate.
Secondaria
:un
’
aumentata richiesta di sangue da parte del cuore
che è superiore alla possibilità di un aumento del flusso coronario, limitato
dalla presenza di importanti occlusioni.
angina spontanea
: è un angina primaria pura in cui gli episodi
anginosi compaiono a riposo o comunque ad insorgenza imprevedibile
angina
mista
: è il quadro più comune in cui sono presenti episodi a
riposo ed episodi da sforzo; ciò succede perché i molteplici e variabili
meccanismi che alterano il flusso coronario (componente primaria),
modificano costantemente la soglia di ischemia.
angina
da
sforzo
: è un angina secondaria pura in cui la
Caratteristiche del dolore cardiaco
Senso di peso retrosternale
Oppressivo
Simile ad una stretta
Trafittivo
Precordiale
Epigastrico
Raramente posteriore
Irradiato all’arto sinistro
o al giugulo o alla mandibola
Durante uno sforzo
Durante un’emozione
Post-prandiale
A frigore
A riposo
5-30 minuti
a regressione spontanea
regredisce dopo nitrati s.l.
refrattario ai nitrati
Angina
come
quanto
dove
quando
SINDROMI
CORONARICHE ACUTE
l
Angina instabile
l
Infarto Miocardico non Q
l
Infarto miocardico Q
"
Sono caratterizzate dalla comune
SINDROME CORONARICHE
ACUTE
ANGINA INSTABILE: Caratterizzata da attacchi di
dolore, più frequenti e precipitati da sforzi di
intensità sempre minore, fino a comparire anche a
riposo e tendono ad avere durata sempre maggiore.
Placca aterosclerotica stabile
Placca complicata
•
Paziente asintomatico
Infarto Acuto del Miocardio
v
La conseguenza di uno sbilanciamento critico tra le necessità
del muscolo cardiaco e l’apporto di ossigeno che vi giunge
attraverso il flusso sanguigno
delle arterie coronariche é
l’infarto miocardio acuto.
v
L’infarto miocardico é quindi la conseguenza di una occlusione
di un’arteria coronarica.
v
La conseguenza di questa occlusione é lo sviluppo di
alterazioni irreversibili (
necrosi
) del tessuto miocardico, che
diventa elettricamente e meccanicamente inerte e viene
sostituito da tessuto di cicatrizzazione fibroso.
Infarto Acuto del Miocardio
v
L'infarto miocardico si verifica per lo più in condizioni di
riposo o durante il sonno e solo in un piccolo numero di casi
durante sforzi pesanti e si manifesta più frequentemente nelle
ore mattutine.
v
Può essere presente storia di angina pectoris, ma l’infarto è
spesso la prima manifestazione della cardiopatia ischemica.
v
Il quadro iniziale dell’infarto miocardico è dominato dal dolore
toracico. Questo è simile al dolore anginoso, sia per
caratteristiche che per irradiazioni, se pure di intensità
maggiore, di più lunga durata e che non si risolve
completamente con il riposo.
Caratteristiche attività
sportiva
• Modo
• Intensità
• Durata
• Frequenza
• Progressione
Esercizio Fisico
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