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Immaginazione Motoria nei bambini: evidenze e proposte progettuali

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Academic year: 2021

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1 Scuola di Medicina

Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale

Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell'Area Critica

Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia

____________________________________________________________

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE E

TECNICHE DELLE ATTIVITA’ MOTORIE PREVENTIVE E

ADATTATE

“Immaginazione Motoria nei bambini:

evidenze e proposte progettuali”

RELATRICE

PROF.SSA Enrica Laura Santarcangelo

CANDIDATO

SIG. Stefano Rossi

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2

INDICE

RIASSUNTO

CAPITOLO 1 – EVIDENZE

Maturazione del Sistema Nervoso Centrale………..5

Immaginazione Motoria……….………..….10

-

Fattori che influenzano l’Immaginazione Motoria…………...12

-

Modello PETTLEP…...………..…12

Immaginazione Motoria nel bambino

………..…….13

- Studi Clinici

……….……….…..…….15

- Studi Fisiologici

……….…….…………..…..16

-

Altri Studi……….………...……….17

Training di Immaginazione Motoria

- Modalità di Immaginazione Motoria

……….……….…..18

CAPITOLO 2 – PROPOSTA PROGETTUALE

-

Obiettivi………...………..19

-

Materiali e Metodi………..………..…..20

- Test Efficienza Motoria

………...…...….21

-

Risultati attesi……….………27

BIBLIOGRAFIA

APPENDICI

- Vividness of Movement Imagery Questionnaire-2

- Tabella esercizi

(3)

3

A me stesso,

a chi ha sempre creduto in me,

a chi non ci ha mai creduto

e a chi non c’è più, so che siete fieri di me.

(4)

4

RIASSUNTO

L’immaginazione Motoria (o Motor Imagery) indica la capacità di un soggetto di rappresentare mentalmente un’azione senza effettuare il movimento.

Numerosi sono gli studi sulla sua applicazione in ambito clinico, mentre si riscontrano pochi studi in ambito fisiologico, soprattutto in bambini di età compresa tra 8 e 10 anni. Infatti, incrociando le ricerche condotte su banche dati come PubMed, Cochrane Library e ClinicalTrials.gov, con parole chiave “Motor Imagery in Children”, sono stati selezionati 95 studi totali di cui la maggior parte risultano essere studi applicati in ambito clinico e solo una piccola parte in ambito fisiologico.

L’obiettivo di questo elaborato è stato quello di indagare dal punto di vista bibliografico gli effetti dell’Immaginazione Motoria sul miglioramento e conservazione delle abilità tecniche e motorie nei bambini.

L’emergenza Covid-19 ha impedito di condurre la parte sperimentale, che era prevista, e di cui si riporta il protocollo.

Sono state considerate le evidenze scientifiche che riguardano lo sviluppo del sistema nervoso nei bambini, l’età di sviluppo dell’immaginazione motoria e gli effetti del training dell’Immaginazione Motoria.

Per la parte sperimentale, era stato previsto l’impiego del Vividness of Movement Imagery Questionnaire-2, seguendo la prospettiva del modello PETTLEP, e la valutazione della performance di bambini sani di età compresa tra 8 e 10 anni che avrebbero dovuto eseguire esercizi di training immaginativi ed essere confrontati con coetanei che non li avrebbero eseguiti. Per la valutazione della performance, era previsto l’impiego del “Test Efficienza Motoria” del Centro CONI “Orientamento e Avviamento allo Sport”.

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5

CAPITOLO 1

Lo sviluppo del Sistema Nervoso Centrale è un processo che inizia dalla vita embrionale, continua dopo la nascita e si completa intorno ai 20/25 anni.

La maturazione richiede l’interazione con l’ambiente esterno che è importante per il fenomeno che prende il nome di plasticità neuronale. Questa plasticità è molto attiva nei bambini, e la sua efficacia diminuisce man mano che si entra in età adulta, senza tuttavia scomparire del tutto.

Le aree corticali prevalentemente coinvolte nei comportamenti motori reali e immaginati sono l’ Area Motoria Primaria (M1), Area Motoria Supplementare (SMA), Area Motoria Presupplementare (pre-SMA), le porzioni ventrali e dorsali della Corteccia premotoria (PMC) e l’Area Somatosensoriale Primaria (S1), oltre alla regione parietale coinvolta nella formazione e nel mantenimento del modello interno di movimento insieme con il cervelletto e i nuclei della base (Munzert, Loreya & Zentgrafa, 2009). Queste Aree manifestano una plasticità neuronale relativa alle esperienze vissute dai bambini a cominciare dalla prima infanzia fino al completo sviluppo puberale, quindi sono quelle che formeranno anche il nostro bagaglio motorio. Questa fascia d’età, che possiamo identificare come “evolutiva” (0-18/19 anni), è la più significativa in termini di cambiamenti che coinvolgono tutte le aree della personalità: motorie, affettive, cognitive, sociali, morali. Quindi, parallelamente alla maturazione del Sistema Nervoso Centrale possiamo apprezzare uno sviluppo strutturale e morfologico che però non avviene in modo lineare, ma a fasi alterne (fasi sensibili), infatti si riscontrano dei periodi di grande crescita staturale detti “proceritas” e dei periodi di stasi e compensazione ponderale detti “turgor” (Tabella 1). Solitamente, nelle fasi di proceritas si riscontrano squilibri tra altezza e peso corporeo, e quindi il bambino/ragazzo risulterà più impacciato proprio a causa di questa struttura ossea lunga e pesante che non viene adeguatamente supportata dall’apparato muscolare e cardiocircolatorio, e che causerà una momentanea perdita di coordinazione motoria che sarà poi compensata nelle fasi di turgor. Le fasi di turgor risultano quindi favorevoli per l’apprendimento e per l’arricchimento del proprio bagaglio motorio. Queste fasi caratterizzano anche quel processo importantissimo che prende il nome di Sviluppo Motorio.

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6 Tabella 1

1/2) Prima infanzia – infanzia, è un periodo in cui la funzione centrale è quella di imparare a camminare, poiché ha un’importanza vitale nello sviluppo motorio, cognitivo e dell’integrazione sociale.

3) Età prescolare, è un periodo di grande impulso al gioco. In tale periodo si sviluppano enormemente la fantasia e l’apprendimento; prevale la scarsa capacità di concentrazione e si ha forte prevalenza dell’eccitazione sull’inibizione. È un periodo fortemente emotivo e si ha uno sviluppo dell’emotività ma non in maniera razionale. A questa età si formano i primi Fasi

Prima infanzia 0 - 1 anni

Infanzia 1 – 3 anni

Età prescolare 3 – 6/7 anni Turgor

Primus

Prima età scolare 6/7 – 10 anni Proceritas

Prima

Seconda età scolare 10 – 12/13 anni Turgor

Secundus

Pubertà 11/12 – 13/14 anni (femmine) Proceritas

12/13 – 14/15 anni (maschi) Secunda

Adolescenza 13/14 – 17/18 anni (femmine) Turgor

14/15 – 18/19 anni (maschi) Tertius

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7 approcci sociali e quindi il movimento diventa un mezzo fondamentale nei rapporti che si instaurano. È anche un periodo particolarmente favorevole all’acquisizione delle abilità. L’attività sportiva deve essere di tipo prettamente ludico.

4) Prima età scolare, è un periodo di grande irruenza, che progressivamente si normalizza. Si sviluppa un grande interesse allo sport e l’età è ottima per l’apprendimento delle abilità, ma non c’è una grande capacità di fissare i movimenti già appresi per il prevalere ancora dei processi di eccitazione su quelli d’inibizione. In questo periodo si può avere un grande miglioramento delle capacità coordinative e delle tecniche di base, ma per fare questo è necessaria una formazione polisportiva. È possibile apprendere la precisione della tecnica per certe particolari discipline come il pattinaggio e la ginnastica artistica.

5) Seconda età scolare, è un periodo di grande importanza dal punto di vista sportivo, in cui l’apprendimento si sviluppa per intuito. Si ha incremento notevole di forza che permette un maggior controllo del proprio corpo. Si ha inoltre una grande maturazione degli analizzatori. Tutti questi fattori comportano un ottimo apprendimento e un maggior controllo dei movimenti difficili, costituendo una fase chiave per il raggiungimento della maestria motoria.

È un periodo nel quale non va ricercata la grande varietà di movimenti appresi approssimativamente, ma le abilità motorie vanno perseguite in maniera precisa; vanno cioè appresi i movimenti con precisione, evitando l’automatizzazione di movimenti errati. È anche un periodo di forte sviluppo delle capacità coordinative.

6) Pubertà, fisiologicamente è un periodo in cui si sviluppa in maniera esplosiva la sessualità, e il soggetto presenta in genere l’abilità psichica e ormonale. Si ha un processo di rielaborazione dello schema corporeo. C’è nel soggetto una forte ricerca di autonomia specie nei confronti dell’autorità parentale, quindi ha conflittualità con gli adulti e ricerca del rapporto con i coetanei. L’interesse verso lo sport decade in favore di altri interessi, particolarmente importanti per un soddisfacente rapporto sociale. Si ha riduzione delle capacità coordinative che devono approdare ad una stabilizzazione. C’è un forte miglioramento delle capacità condizionali e conseguentemente una loro maggior allenabilità. L’allenamento deve avere un ampio ventaglio di possibilità, soprattutto

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8 attraverso il gioco. È un periodo i cui necessita una grande comprensione per mantenere e stabilizzare la motivazione allo sport.

7) Adolescenza, è un secondo periodo molto importante dal punto di vista sportivo, essendo la seconda età aurea per l’apprendimento sportivo. È la fine dello sviluppo biologico, caratterizzato da un’ultima fase di turgor che tende a riarmonizzare le proporzioni. È un periodo di grande sviluppo delle capacità coordinative e della forza che comporta notevoli progressi nella prestazione. Il soggetto raggiunge un maggior equilibrio psichico e una stabilizzazione ormonale, grazie al feed-back ormonale che permette la regolazione delle reazioni. Si sviluppa la formazione della personalità ed una crescente integrazione sociale. L’allenamento si sviluppa con una sempre maggior quantità di volume ed intensità. In alcuni sport si ottengono i massimi risultati attraverso il perfezionamento delle tecniche e l’acquisizione della condizione fisica. Metodi e contenuti utilizzati sono simili a quelli dell’adulto.

L’attività motoria, svolta nelle fasi che abbiamo appena descritto, è di fondamentale importanza per far si che si sviluppino, nei primi 12/13 anni, l’organizzazione dello Schema Corporeo e dell’Immagine Corporea. Essendo questi un insieme di diverse esperienze (cognitive, psicologiche, motorie, sociali), numerosi autori si sono espressi in merito alla loro consistenza e importanza. Secondo Galimberti (1983), l’immagine del corpo è rappresentazione mentale visiva, che per la sua complessità non può costituirsi attraverso la sola esperienza delle sensazioni. Essa è il risultato di dati esperienziali raccolti con varia modalità sensitivo-sensoriale, ricomposti attraverso il filtro dell’affettività. L’immagine Corporea ha allora una tripla origine: fisica, perché connessa sempre al corpo e alle sue funzioni; psicologica e sociale, perché risultato dello sviluppo psicologico dell’individuo e delle sue interazioni sociali. J. Le Boulch (1983) definisce lo schema corporeo come “Una intuizione di insieme o una conoscenza immediata del nostro corpo allo stato statico o in movimento, nel rapporto delle sue diverse parti tra loro e nei suoi rapporti con lo spazio circostante degli oggetti e delle persone”. Per Le Boulch è importante quindi che l’apprendimento passi attraverso tentativi sperimentali, prove ed errori. Pertanto lo schema corporeo non è solo una percezione del proprio corpo, ma una rappresentazione costante che si costruisce attraverso

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9 esperienze, passate o presenti, di tipo posturale, visivo, cinestesico e che è perennemente condizionata da esperienze affettive e da necessità biologiche. Lo schema corporeo permette di sviluppare un’immagine spaziale tridimensionale, relativa al proprio corpo, che guida l’attività motoria fornendo le informazioni fondamentali per attivare, modificare e correggere l’atto motorio. Oltre a questo, mette in relazione le sensazioni propriocettive ed esterocettive, le quali rendono il bambino capace di percepire ciò che avviene nel proprio corpo mentre sta compiendo un’attività dinamica. Queste affermazioni devono aprirci la mente ad un fatto molto importante, ovvero che quasi ogni atto motorio è strettamente legato ad una rappresentazione mentale dello stesso; quindi, se eseguire un’azione senza prima averla immaginata, anche in maniera inconscia, risulta molto difficile, è invece più facile immaginare alcuni movimenti senza eseguirli (Immaginazione Motoria). L’Immaginazione Motoria, come vedremo successivamente, è una capacità che si sviluppa in età scolare, dipende da numerosi fattori e migliora con l’aumentare dell’età (Guilbert, et al., 2018), ma alcuni studi indicano che la capacità di generare e manipolare immagini mentali diminuisce nei soggetti anziani (Craik & Dirkx, 1992; Dror & Kosslyn, 1994).

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10 1.1 IMMAGINAZIONE MOTORIA

L’immaginazione Motoria (o Motor Imagery) indica la capacità di un soggetto di rappresentare mentalmente un’azione senza effettuare il movimento. Diversi autori neurofisiologi hanno definito questa capacità:

“uno stato dinamico durante il quale un soggetto simula mentalmente una determinata azione. Ciò implica che egli senta sé stesso che esegue un determinato compito” (Decety, 1996).

“è un processo cognitivo durante il quale il soggetto immagina un movimento senza eseguirlo” (Jeannerod, 2001) “è funzionalmente equivalente alla pianificazione del movimento a cui però non fa seguito l’esecuzione” (Jeannerod, 1995).

Attualmente, l’Immaginazione Motoria viene molto utilizzata in ambito sportivo, riabilitativo e psicoterapico, perché gode di numerose evidenze scientifiche a favore della sua efficacia (Mulder, 2007; Mulder et al., 2007).

Una delle principali corrispondenze tra le caratteristiche del movimento eseguito e del movimento immaginato è l’Isocronia, ovvero “la durata del movimento eseguito corrisponde a quella del movimento immaginato” (Gentili et al., 2004). Oltre a questo, un’altra corrispondenza importante è quella tra le aree cerebrali attive durante l’immaginazione e l’esecuzione del movimento, come dimostrato dai seguenti studi:

“Cortical activity during motor execution, motor imagery, and imagery-based online feedback.” (Miller et al., 2010).

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11 “Motor Planning, Imagery, and Execution in the Distributed Motor Network: A Time-Course Study with Functional MRI.” (Hanakawa et al., 2008).

-In questo studio invece è stata utilizzata una Risonanza Magnetica Funzionale-

Possiamo quindi concludere che, grazie a questi esami strumentali, si possono rilevare delle significative sovrapposizioni delle aree cerebrali attive durante l’esecuzione del gesto motorio e la sua immaginazione, anche se in uno studio più recente è stato osservato che queste regioni sono si sovrapposte ma non in modo perfettamente identico (Ridderinkhof & Brass, 2015). Al fine di mettere in pratica queste evidenze scientifiche, è stato fatto uno studio per capire se immaginare un movimento porta a miglioramenti comportamentali della performance motoria ed a modifiche a livello cerebrale:

Alvaro Pascual-Leone et al. (1995) confermano che “La pratica mentale da sola sembra essere sufficiente per promuovere la modulazione dei circuiti neurali coinvolti nelle prime fasi motorie di apprendimento delle abilità. Questa modulazione non si traduce solo in prestazioni di marcato miglioramento, ma sembra anche mettere i soggetti in un vantaggio per l'ulteriore apprendimento delle competenze con una pratica fisica minima.” Allenarsi mediante Immaginazione Motoria porta a modifiche a livello cerebrale che sono alla base dell’apprendimento motorio. Possiamo affermare che sia possibile imparare immaginando.

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12 Fattori che influenzano l’Immaginazione Motoria

Alcuni studi hanno cercato di capire quali potrebbero essere i fattori che influenzano il training di Immaginazione Motoria. Bisio et al. (2014) hanno testato se e come l’esperienza maturata nel compiere il gesto sportivo con uno specifico attrezzo influenzi la rappresentazione motoria di quel gesto. È stato concluso che, in sport dove si richiede l’utilizzo di attrezzi (tennis, golf, tennis-tavolo, ecc), l’oggetto venga incorporato nei piani motori dell’atleta, e quindi per ottenere un risultato ottimale durante l’Immaginazione Motoria bisogna ricreare input sensoriali il più simili possibile a quelli che si hanno durante l’esecuzione del movimento.

Guillot et al. (2005) invece volevano testare se e come il contesto ambientale, in cui il soggetto immagina, influenzi la risposta del sistema nervoso autonomo. Hanno concluso che l’immaginazione eseguita in un contesto coerente a quello del movimento è più efficace nell’indurre quelle risposte del corpo tipiche della reale esecuzione, e che svolgere il training di Immaginazione Motoria in un contesto simile a quello reale facilita il soggetto nella costruzione del programma motorio. Quindi, l’Immaginazione Motoria è modulata da diversi fattori che troviamo riassunti nel Modello PETTLEP.

Modello PETTLEP

È un protocollo di Immaginazione Motoria utilizzato in ambito sportivo (Holmes e Collins, 2001). Gli studi che abbiamo osservato precedentemente si sono rifatti sicuramente a questo modello. Vediamo in cosa consiste:

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13 Si basa sul concetto di equivalenza funzionale, e definisce 7 aspetti fondamentali per l’efficacia della sua applicazione.

1) Physical, l’immaginazione deve essere di tipo fisico.

2) Environment, il contesto immaginato deve essere simile a quello reale. Sottolinea la necessità di stimolare, con script opportuni o filmati, la percezione dell’atleta di trovarsi in contesti familiari (di allenamento o competizione) tali da permettergli di vivere l’esecuzione della prestazione come se realmente stesse accadendo.

3) Task, il compito immaginato deve essere adattato alle abilità del soggetto. Definisce la necessità di una «coerenza fisiologica» fra l’attività immaginativa e competenza reale dell’atleta.

4) Timing, i tempi di esecuzione devono essere simili a quelli reali.

5) Learning, il compito deve mirare all’incremento delle capacità del soggetto. Sottolinea la necessità di mantenere un’equivalenza funzionale fra l’effettivo apprendimento fisico/tecnico/tattico dell’atleta e il suo processo di immaginazione.

6) Emotion, l’esperienza di immaginazione deve evocare le stesse emozioni emergenti nella realtà. Evidenzia la rilevanza della componente emozionale dell’immaginazione, in grado di migliorare le risposte emozionali che l’atleta vive in setting competitivi.

7) Perspective, prospettiva visiva in prima persona e/o terza persona.

Il modello PETTLEP è ad oggi il più utilizzato nella pianificazione di un training di Immaginazione Motoria, ed è il modello a cui ho fatto riferimento per l’elaborazione della proposta progettuale che riporterò successivamente in questo elaborato. Per una buona riuscita del training, è opportuno attenersi a questi 7 punti fondamentali.

1.2 IMMAGINAZIONE MOTORIA NEL BAMBINO

a) Per quanto riguarda l’età di sviluppo dell’immaginazione motoria, Spruijt et al. (2015)c dichiarano che le prestazioni nelle attività di imaging si sviluppano tra i 5 e i 12 anni e che dai 10 anni è possibile utilizzare in modo efficace forme più esplicite di immagini motorie.

(14)

14 b) Altri studi hanno indagato la differenza di capacità di Immaginazione Motoria tra bambini e adulti: Souto et al., (2020)a sostengono che i bambini sono in grado di eseguire le immagini motorie in modo simile agli adulti a partire dai 10 anni.”

c) Ci sono inoltre studi che indicano che la capacità di Immaginazione Motoria può essere modificata con l’allenamento e l’esperienza (Hall, 2001) e infatti gli atleti di élite riportano immagini motorie più vivide (Roberts et al., 2008).

Ricercando gli studi riscontrabili sui siti di pubblicazioni scientifiche in merito all’utilizzo dell’Immaginazione Motoria nei bambini, troviamo una maggiore applicazione in ambito Clinico/Riabilitativo, piuttosto che in ambito Fisiologico, quindi la maggior parte di questi indagano sulla possibilità di correggere alcuni disturbi. Sarà interessante capire se anche i bambini posso trarre vantaggio dai training di Immaginazione Motoria, così come avviene per gli adulti, non solo nei programmi di riabilitazione del paziente, ma anche per migliorare le proprie prestazioni nello sport (Mizuguchi et al., 2012).

60% 27% 13%

Ambito di applicazione IM

Cliniche Fisiologiche Altro

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15 1. Studi Clinici

La maggior parte di questi studi hanno avuto come soggetti bambini con disturbo nello sviluppo della coordinazione, confermandone la loro efficacia come metodo autonomo, o integrante di una terapia, per migliorare la loro pianificazione motoria, e confermano anche che i bambini con disturbi della coordinazione mostrano ridotta capacità di Immaginazione Motoria. Alcuni studi più recenti lo dimostrano: Bhoyroo et al., (2019); Scott et al., (2019); Adams et al., (2018); Barhoun et al., (2019).

Un’altra buona parte riguarda bambini colpiti da paralisi cerebrale, ed anche qui l’utilizzo dell’Immaginazione Motoria si rivela essere uno strumento molto importante per la riabilitazione, dal momento che la paralisi cerebrale compromette sia l'esecuzione che la pianificazione motoria. I risultati di Souto et al., (2020)b suggeriscono che l'allenamento di Immaginazione Motoria, combinato con il programma di pratica fisica utilizzato in questo studio, è stato efficace nel migliorare la funzione dell'arto superiore nei bambini con paralisi cerebrale. Altri studi dove si possono riscontrare risultati positivi sono:

Errante et al., (2019); Lust et al., (2016); Steenbergen et al., (2013); Chinier et al., (2014); Steenbergen et al., (2009); Ferrari et al., (2019).

58% 23% 2% 5% 3% 3% 2% 2% 2% Dist. Coord. Paralisi Cererebrale Lesione Cererebrale Emplegia Autismo

ADHD e Dist. Coord.

Emiplegia e Dist. Coor.

Sclerosi Multipla

Dolore neuropatico in bambini con cancro

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16 2. Studi Fisiologici

Visto e considerato che la capacità motoria dei bambini e la capacità di rappresentare mentalmente l'azione sono associate (Gabbard et al. 2012), gli studi in ambito fisiologico si prefissano di indagare quali sono gli effetti dell’Immaginazione Motoria su soggetti sani, quindi non è uno strumento utilizzato per correggere alcune difficoltà motorie nei bambini, ma bensì per

15% 4% 11% 4% 8% 4% 4% 8% 4% 15% 11% 12%

Lateralità della mano

IM e sviluppo abilità motorie 7-12 anni

Pianificazione e controllo motorio

IM e bi-manualità

IM e abilità motorie fini

Osservazione video motorio e replicazione

Sportivi e musicisti hanno una migliore IM?

IM e modello interno di locomozione

Performance nel movimento immaginato ed eseguito

IM e pianificazione dell'azione

IM e abilità motoria in generale

IM e miglioramento e conservazione delle abilità tecniche e motorie

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17 capire se si ottengono dei miglioramenti dal punto di vista delle abilità motorie, della pianificazione dell’azione e della lateralità. Anche in questo campo i risultati sono molto positivi. Taktek et al., (2008) e Di Corrado et al., (2020) sembrano confermare i potenziali benefici derivanti dall’utilizzo delle immagini mentali come strategia di conservazione per le capacità motorie e il miglioramento delle prestazioni, ma ci sono ad oggi pochi studi simili per poter esprimere un giudizio sicuro in merito.

3. Altri Studi

Questi lavori, anche se non rientrano nelle precedenti categorie, possono esservi però collegati perché sono stati svolti per studiare i rapporti tra l’Immaginazione Motoria e il suo sviluppo in base all’età, come ad esempio Spruijt et al., 2017; Spruijt et al., 2015c; Caeyenberghs et al., 2009a; Souto et al., 2020a; Frick et al., 2009a. Oppure valutare la capacità di Immaginazione Motoria (Butson et al., 2014; Kawasaki & Matsuda, 2017; Crognier et al., 2013). Ma anche la relazione tra Immaginazione Motoria e legge di Fitts (Yoxon & Welsh, 2018) e anche Immaginazione Motoria e pensiero creativo (Shaw, 1985). 59% 25% 8% 8% Età di sviluppo IM Valutazione capacità IM IM e legge di Fitts IM e pensiero creativo

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18 TRAINING DI IMMAGINAZIONE MOTORIA

Per pianificare un training mediante l’Immaginazione Motoria è importante conoscere le modalità con le quali è possibile immaginare azioni o gesti motori.

Modalità di Immaginazione Motoria

È il modo in cui un soggetto riesce ad immaginare se stesso nel compiere un certo movimento o una certa azione, cercando anche di percepirne le sensazioni a livello muscolare, tendineo, ecc. Le modalità di Immaginazione Motoria sono principalmente due:

 Visiva (VI), durante la quale il soggetto immagina di vedere se stesso durante l’esecuzione del movimento (coinvolgimento aree associative). Se il soggetto immagina di vedere attraverso i suoi occhi, quindi in prima persona, si parla di Immaginazione Motoria Visiva Interna. Se invece il soggetto immagina di vedere se stesso in terza persona, come se fosse un osservatore, allora si parla di Immaginazione Motoria Visiva Esterna.  Cinestesica (KI), durante la quale il soggetto deve anche immaginare le sensazioni, a livello muscolare, che proverebbe nell’eseguire il movimento (coinvolgimento delle aree sensomotorie).

Viste queste differenze sostanziali, possiamo affermare che questi due tipi di Immaginazione Motoria possono essere usati in ambiti e scopi diversi, così come riportato in uno studio:

“Questi risultati suggeriscono che VI e KI sono mediati attraverso sistemi neurali separati e che contribuiscono in modo diverso durante i processi di apprendimento motorio e riabilitazione neurologica.” (Guillot et al., 2009).

Ma anche che KI sembra condividere un grado superiore di somiglianza con l'esecuzione motoria rispetto a VI (Guillot et al. 2009; Stinear et al. 2006).

Uno studio di Piaget e Inhelder (1971) suggerisce che KI emerga tra 7 e 8 anni circa d’età, mentre i risultati di uno studio poco più recente (Marmor,1975) indicano che i bambini di 5 anni, come i bambini di 8 anni, possono essere in grado di utilizzare KI.

(19)

19

CAPITOLO 2

La seguente proposta sperimentale è rimasta incompiuta a causa dell’emergenza Covid-19, dal momento che tutte le attività sportive sono cessate a partire dal 7 marzo 2020, mese in cui il progetto doveva avere inizio.

Protocollo sperimentale

TITOLO: Effetti dell’Immaginazione Motoria sulle performance di bambini in età

scolare.

OBIETTIVI: La scelta di questa particolare fascia d’età dei soggetti è dovuta a

diverse ragioni. Come primo motivo, sono ben note ricerche di questo tipo riguardanti fasce d’età maggiori e/o su atleti d’élite (Battaglia et al., 2014), ma poco si sa in merito agli effetti sulle performance dei bambini derivanti dal training di Immaginazione Motoria. In secondo luogo, ma non di minore importanza, ci troviamo di fronte ad un periodo dell’età evolutiva in cui l’Immaginazione Motoria è stata molto dibattuta attraverso numerosi studi; Piaget e Inhelder (1971) affermano che i bambini non sono in grado di utilizzare KI prima dei 7 anni, mentre studi più recenti smentiscono questa ipotesi (Black e Schwartz, 1996; Estes, 1998; Frick et al., 2009a; Funk et al., 2005; Kosslyn et al., 1990; Marmor, 1975; Marmor, 1977; Rieser et al., 1994). Se è vero che l’Immaginazione Motoria si sviluppa tra i 5 e i 12 anni, lavorando con bambini di 8,9 e 10 anni dovremmo ritrovarci nel pieno della sua maturazione, in cui non è ancora chiaro se oltre alla VI sono già in grado di padroneggiare anche la KI, in quanto alcuni studi hanno dimostrato che la VI si sviluppa prima ed è più facile da evocare rispetto alla KI, o addirittura che esercizi di KI necessitano inevitabilmente anche dell’attivazione della VI (Mizuguchi et al., 2016), e quindi è interesse di questo studio cercare di indagare anche questo aspetto. L’obiettivo dello studio era quello di verificare l’esistenza di differenze significative (p ≤ 0.05) nella performance di bambini che non svolgevano un training specifico (Controllo), che facevano allenamento fisico(AF) e che facevano allenamento immaginativo (AI) per 4 settimane.

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20 MATERIALI E METODI

Soggetti

Per questo studio erano stati selezionati 30 bambini, di età compresa tra 8 e 10 anni, divisi tra maschi e femmine che praticano regolarmente sport almeno due volte a settimana (altezza: 1,35 ± 0,078 metri; peso: 31,98 ± 6,67 chili). Prima della raccolta dei dati, sono stati raccolti i consensi firmati dai genitori. Tutti i bambini hanno anche completato il Vividness of Movement Imagery Questionnaire-2 (Questionario di chiarezza dell’immaginazione motoria) per valutare la capacità di Immaginazione Visiva Esterna (49,11 ± 7,72 punti) e per la capacità di Immaginazione Visiva Interna Cinestesica (50,58 ± 6,71 punti).

Procedura sperimentale

I bambini sarebbero stati poi suddivisi in tre gruppi: un gruppo di controllo e due gruppi sperimentali. Tutti i gruppi avrebbero dovuto eseguire un circuito motorio standardizzato dal CONI, in presenza di un tecnico specializzato, e ripetere lo stesso test dopo 4 settimane.

Tale circuito è conosciuto con il nome di “Test Efficienza Motoria”.

Una volta eseguito il circuito TEM, i tre gruppi avrebbero dovuto comportarsi nel seguente modo:

1) Il gruppo di controllo, nelle 4 settimane, non doveva esercitarsi né con la pratica né con l’Immaginazione Motoria.

2) Un gruppo sperimentale, nelle 4 settimane, doveva esercitarsi con la pratica 3 volte a settimana, a casa insieme ad un genitore.

3) L’altro gruppo sperimentale, nelle 4 settimane, doveva esercitarsi con

l’Immaginazione Motoria 3 volte a settimana, a casa insieme ad un genitore.

Tutto il materiale necessario per le esercitazioni pratiche a casa sarebbe stato fornito dal tecnico del CONI in collaborazione con un’Associazione Sportiva Dilettantistica di Atletica Leggera. È stato deciso che i 2 gruppi sperimentali non dovevano esercitarsi su tutto il circuito, ma solo su 2 stazioni, in particolare la numero 2 e la numero 3. Per il training di Immaginazione Motoria sono state realizzate delle tabelle per le 4 settimane da consegnare ai genitori, sia per la stazione 1 (che prenderà il nome di Esercizio 1) sia per la stazione 3 (che

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21 prenderà il nome di Esercizio 2) (vedi allegati). Oltre a queste, è stato consegnato ai genitori anche un foglio con riportati i dettagli per praticare l’Immaginazione Motoria (vedi allegati).

Test Efficienza Motoria (TEM) (Cirami-Bonavolontà)

Prevede 4 stazioni e 4 andature e valuta capacità ed abilità diverse in funzione dell’esercizio eseguito. Il risultato della prova deriva dalla somma della velocità e dalla precisione (abilità) nell’eseguire le stazioni del circuito. In altri termini, il più veloce potrà ottenere un punteggio alto raggiungendo più stazioni, mentre il più lento potrebbe raggiungere il medesimo punteggio raggiungendo meno stazioni ma essendo più preciso nell’esecuzione dell’esercizio richiesto. Essendo una prova a tempo, l’intensità è in ogni caso abbastanza alta da poter essere valutata la percezione dello sforzo attraverso la scala di Borg (RPE scale for KIDS).

Il circuito è multilaterale e multidisciplinare e consente di fornire una valutazione di tipo globale dello stato motorio. Questo può essere indicato con un indice generale di “efficienza motoria”, il cui calcolo si basa sui seguenti presupposti:

- La scala di Borg è stata correlata più volte sia con la frequenza cardiaca che con il Vo2 max, possiamo quindi pensare che il risultato esplicitato dai ragazzi sia indicativo della loro capacità di resistenza allo sforzo; viene quindi preso come parametro negativo in quanto l’impegno richiesto è soltanto di 2 minuti e non massimale;

- Un punteggio alto può essere raggiunto utilizzando diverse abilità/capacità (di seguito l’elenco delle prove e relative capacità);

- Ha un valore longitudinale perché un miglioramento di una qualsiasi capacità/abilità darà necessariamente un risultato migliore;

- Si adatta alle finalità degli EduCamp CONI che prevedono attività multilaterali e multidisciplinari somministrate a gruppi eterogenei per età, esperienza, provenienza, etnia.

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22 Di seguito l’illustrazione di come deve essere impostato il circuito TEM:

ESECUZIONE: l’operatore da il via e fa partire il cronometro o il conto alla

rovescia; da quel momento il ragazzo avrà 2 minuti per effettuare quanti più giri possibili. Al raggiungimento di ogni stazione, prima di proseguire, deve affrontare la prova. Negli spostamenti tra una stazione e l’altra deve effettuare l’andatura richiesta. Al termine del test (allo scadere dei 2 minuti) deve dare la propria percezione dello sforzo utilizzando la scala di Borg.

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23 PROVE IN ORDINE SEQUENZIALE PARTENDO DALLO START:

Andatura “A”: corsa frontale girando sempre per lo stesso verso intorno ai birilli;

Stazione 1: 10 secondi in equilibrio monopodalico su rialzo (il test è superato se non poggia mai l’arto in sospensione a terra; nel caso venga poggiato, dovrà comunque continuare la prova fino allo scadere dei 10 secondi);

Andatura “B”: balzi bipodalici e monopodalici nei cerchi (il test è superato se svolto bene ovvero senza sbagliarsi con i piedi); la disposizione dei cerchi deve essere quella in figura;

Stazione 2: 10 balzi laterali bipodalici tra ostacoli con saltello di controllo tra un balzo e l’altro. Il test è superato se non vengono fatti cadere o spostati gli ostacoli alti al massimo 20-25 cm.

Andatura “C”: andatura quadrupedica fino alla stazione successiva;

Stazione 3: lanciare le 3 palle a disposizione cercando di fare centro nel cerchio posto a metà tra la stazione 4 e la stazione 1. Un lancio per ogni palla, e ogni centro vale 1 punto. Le palle devono essere 3 diverse per dimensione e peso.

Andatura “D”: corsa all’indietro fino alla stazione successiva;

Stazione 4: lanciare la palla a disposizione cercando di fare centro nell’obiettivo

(quadrato) facendo però prima rimbalzare la palla nel cerchio (un lancio: se fa centro vale 1 punto);

PUNTEGGIO:

 +1 punto per ogni stazione raggiunta

 +1 punto se eseguito bene esercizio stazione 1 (Fenicottero)  +1 punto se eseguita bene l’andatura 2 (Campana)

 +1 punto se eseguito bene esercizio stazione 2 (Balzi bipodalici)  +1 punto per ogni canestro nella stazione 3

 +1 punto se viene fatto canestro con rimbalzo nella stazione 4

Se si sbagliano le andature o non si superano le prove nelle stazioni, non si cumulerà nessun punto e non viene detratto alcun punto.

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24 INDICAZIONI PER LA PREPARAZIONE DEL PERCORSO:

 Il percorso è un quadrato di 9 metri x 9 metri.  Le stazioni si trovano agli angoli del quadrato.

 I birilli dell’andatura 1 vanno disposti ad una distanza di 1 metro uno dall’altro partendo da 1 metro dalla stazione 1.

 Nella stazione 2 la prova di equilibrio deve essere fatta su un rialzo di 5-10 cm.

 Nell’andatura 2, la campana va riprodotta esattamente come in figura, i cerchi vanno bene della misura che si ha a disposizione e se non si dovessero avere si può utilizzare un gessetto o del nastro adesivo. Posizionare i cerchi, quindi comporre la campana partendo dalla stazione 2.

 Gli ostacoli nella stazione 3 devono essere bassi tipo over, max 20-25 cm.

 L’andatura 3 va percorsa interamente in quadrupedia appoggiando solo mani e piedi, non vanno appoggiate le ginocchia.

 I palloni della stazione 4 devono essere quelli in figura (1 pallina da tennis, 1 pallone da basket e 1 pallone da volley). Il cerchio in cui fare “canestro” va posto a terra a metà dell’andatura successiva (4,5 metri dalla stazione 4).

 L’andatura 4 va percorsa interamente all’indietro.

 Nella stazione 1 deve essere presente il pallone in figura (1 pallone da volley) e gli obiettivi posizionati a terra si trovano a 2 metri uno dall’altro e il primo (cerchio) va posizionato a 2 metri dalla stazione 1. Due metri più avanti va posizionato il quadrato.

Il test può essere svolto su qualsiasi superficie, all’interno e/o all’esterno ma non sui campi in erba o erba sintetica.

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25 ISTRUZIONI VERBALI PRE-TEST DA DARE AL RAGAZZO:

il percorso che vedete è composto da 4 andature e 4 stazioni, ed è una prova in cui vi misurerete con voi stessi. Avrete 2 minuti totali per effettuare quanto più giri possibili del circuito e i punti vi verranno assegnati in questo modo:

al raggiungimento di ogni stazione vi verrà automaticamente assegnato un punto. Le stazioni poste ai quattro angoli prevedono ciascuna una prova di abilità che se superata correttamente vi consentirà di prendere uno o più punti, così come l’andatura della campana, mentre se terminata non correttamente non vi verrà tolto nessun punto. Al mio via partirete dalla stazione 1 affrontando la prima andatura. L’andatura 1 è una corsa in avanti con giro completo sempre per avanti intorno a ciascun birillo sempre nello stesso verso (es. sempre orario) fino al raggiungimento della stazione 1. Nella stazione 2 posizionarsi sopra il rialzo con la gamba preferita e sollevare l’altra cercando di rimanere in equilibrio per 10 secondi che vi conterò io ad alta voce; anche se si perde l’equilibrio bisogna comunque rimanere 10 secondi all’interno della stazione, aspettate quindi il mio via prima di ripartire e continuare la prova. L’andatura 2 va eseguita facendo dei saltelli con entrambi i piedi o con un piede solo, all’interno dei cerchi, tipo il gioco della campana, fino al raggiungimento della stazione 3. Nella stazione 3 bisognerà effettuare 10 salti degli ostacoli con entrambi i piedi, con un saltello di controllo tra un salto dell’ostacolo e l’altro, senza toccare gli ostacoli. Appena terminati i dieci salti potete ripartire. Nell’andatura 3 bisogna avanzare in quadrupedia, ovvero a quattro zampe fino alla stazione successiva camminando su mani e piedi, non sulle ginocchia. Nella stazione 4 troverete tre palle di diversa grandezza e peso, una da pallavolo, una da basket e una da tennis. Rimanendo nella stazione dovete lanciare una palla per volta, cercando di fare canestro. Potete lanciare come volete, dall’alto, dal basso, ad una mano, a due mani…ecc. Ogni canestro effettuato vi farà guadagnare 1 punto. Terminato il terzo lancio potete subito ripartire. Nell’andatura 4 dovete correre all’indietro fino alla stazione 1.

Nella stazione 1 dovete provare a far canestro nell’obiettivo facendo prima

rimbalzare la palla nel cerchio posto a metà tra voi e il canestro/obiettivo.

Ricominciate il giro delle andature e delle stazioni fino al mio stop, ovvero allo scadere dei 2 minuti. Appena vi fermate mi dovrete dire quanto vi sentite

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26 affaticati in una scala da 0 a 10, dove 0 indica che non siete assolutamente stanchi mentre 10 significa che siete stanchissimi.

CALCOLO RISULTATO:

Esempio: +9 pt. (per le stazioni raggiunte); +5 pt. (canestri stazione 3); +1 pt. (test fenicottero eseguito bene solo una volta); +1 pt. (balzi eseguiti bene); -6 scala di Borg. EFFICIENZA MOTORIA = 10 (9+5+1+1-6).

ELENCO PROVE E RELATIVE CAPACITA’-ABILITA’:

PUNTI DI FORZA DEL TEST TEM:

1) divertente; 2) di rapida esecuzione; 3) multilaterale; 4) test uguale nonostante gruppo eterogeneo; 5) pratico; 6) eseguibile da un solo operatore; 7) poco materiale indispensabile e di facile reperibilità; 8) risultato individuale;

9) possibile formula di gioco a squadre; 10) risultato immediato; 11) informazione finale con indice di efficienza motoria;

Tutto il materiale utilizzato per questo test è sempre stato messo a disposizione dal tecnico che si occupava di eseguire il test, quindi ogni volta avremmo avuto a disposizione lo stesso materiale e lo stesso tecnico.

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27 I dati possono essere rilevati o in modo cartaceo o direttamente sull’App scaricabile con tutti gli smartphone.

Variabili

I parametri che considereremo sono i seguenti:

- Precisione e velocità di esecuzione dei 2 esercizi in oggetto, salvo per l’esercizio 1 perché il tempo è 10 secondi a prescindere dalla buona riuscita o meno.

- Tempo totale per compiere un giro completo del circuito.

Analisi statistica: I dati saranno analizzati con ANOVA per misure ripetute applicata alla performance precedente e seguente l’allenamento fisico o immaginativo o nessun allenamento (within subjects factor) dei tre gruppi (between subjects factor). L’età dei bambini sarà usata come covariata.

Risultati attesi

I risultati attesi per questa particolare fascia d’età non potranno essere paragonati con altri risultati di soggetti adulti, come già dimostrato in un lavoro svolto da Crognier et al., (2013). Non possiamo dire con certezza se a questa età i bambini hanno già sviluppato un’ ottimale abilità di Immaginazione Motoria Cinestesica piuttosto che quella Visiva. Potremmo aspettarci che i bambini di 10 anni presentino miglioramenti maggiori di quelli di 8 anni.

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CONCLUSIONI

Trattandosi di bambini, non sarebbe stato possibile rispettare il fattore ambientale per i training, sia fisici che immaginativi, per motivi organizzativi delle famiglie. Quindi avevamo previso di affidarci ai genitori per far praticare i training a casa propria. Comprendiamo anche che i possibili limiti di questo studio sarebbero rappresentati da:

- Mancata oggettività di raccolta dati, in quanto gli esercizi pratici e di Immaginazione Motoria dovrebbero essere somministrati dal sottoscritto e non dai genitori.

- Possibile incongruenza di distribuzione dei giorni di training. - Numero di partecipanti non adeguato.

Sicuramente in futuro lo studio sarà svolto cercando di superare questi possibili limiti.

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