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Finanziamenti Europei alle PMI Agricole. Un' analisi sull'OCM Vino Paesi Terzi.

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Academic year: 2021

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Università degli Studi di Pisa

Dipartimento di Economia e Management

Corso di Laurea magistrale in

Strategia, Management e Controllo

TESI DI LAUREA MAGISTRALE

Finanziamenti Europei alle PMI agricole. Un’analisi dell’OCM

Vino Promozione Paesi Terzi

Candidato:

Chiara Pollari

Relatore:

Ch.ma Prof.ssa Elena Bruno

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Ringraziamenti

“A Te, Mamma, che mi

accompagni per mano verso questo tanto atteso traguardo.”

Si dice che il bello di un viaggio sia ciò che al suo termine ci ha resi migliori, diversi, curiosi e pronti ad affrontarne uno nuovo.

Generalmente è proprio ciò che, indelebile, permane nella memoria di ciascuno.

Alla fine di questo mio “Viaggio” ringrazio Voi, Famiglia, che con sacrifici e determinazione mi avete sempre agevolata e sostenuta in tutto, per far sì che io potessi crescere, formarmi ed essere appagata delle mie esperienze e delle mie scelte.

Ringrazio Colui che ogni giorno riempie il mio cuore, dà colore alle tele sbiadite e dipinge, con me, quelle bianche. Riccardo sei la parte migliore di me e di tutto ciò che ho vissuto e fatto in questi due anni.

Ringrazio le mie Coinquiline, i miei Colleghi e Rosalba. Siete stati i miei compagni di viaggio, il divertimento, la famiglia, la pazzia ed un incessante sostegno.

Grazie a tutti gli Amici che mi hanno aspettata, cercata e supportata, anche da lontano.

Infine, e non per importanza, ringrazio coloro che hanno collaborato con me ed hanno permesso la stesura di questa Tesi. Il Dott. Lauria, il Dott. Longo, il Dott.

Cusumano, l’Avv. Pugliesi e, soprattutto, la mia Relatrice: la Prof.ssa Elena Bruno.

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ABSTRACT

La Nuova Programmazione 2014-2015 si propone il superamento dei limiti che, la Programmazione precedente (2007-2013) ha presentato al suo termine. Coincidente ad un periodo di crisi economica che ha interessato l’Europa, e non solo, l’UE si impegna al raggiungimento di Obiettivi ben chiari ed attorno ad essi lega delle misure che, in modo coerente, partecipano al loro perseguimento. Gli Obiettivi principali sono lo Sviluppo delle aree più povere dell’Europa, l’Integrazione e la Crescita della competitività e dell’economia. L’Europa, consapevole delle difficoltà affrontate dalle PMI, forze motrici alla base dell’economia, propone a quest’ultime delle politiche d’investimento mirate e conformate alle loro caratteristiche. Nell’elaborato viene presentata la Nuova Programmazione dunque, con l’organizzazione e la struttura che vi sta alle spalle. Con il sussidio delle normative e di grafici illustrativi si punta ad una rappresentazione realistica e chiara dei Fondi Strutturali e non (FEARS, FEAMP, FSE, FESR ecc...) e degli strumenti da questi utilizzati per il perseguimento della tanto attesa ripresa economica. Nella Tesi sono riportati i diversi Progetti di Finanziamento distinti in base agli obiettivi ed ai settori ai quali sono destinati e, con occhio analitico, vengono approfonditi i Finanziamenti del Settore Agricolo. Si dà maggior rilievo a tale settore poiché la società e la stessa Ue ne riconoscono l’elevata importanza che merita, data la grande capacità di influenzare gli altri settori e viste le percentuali d’impiego che permetterebbe, se pienamente sfruttata, alti livelli occupazionali e di resa economica. Si presentano, quindi, i numeri relativi alla realtà agricola; dapprima a livello nazionale, poi regionale e per finire provinciale. Si tratta dell’autonomia delle Regioni nella gestione di determinate somme e nell’erogazione di quest’ultime alle PMI, della compartecipazione di Regione ed Ue ai Progetti di Sviluppo previsti dalla PAC nella gestione ad esempio del PSR (Progetto di Sviluppo Rurale) che rappresenta appieno l’eterogeneità che contraddistingue il Paese italiano. Viene presentato in maniera sintetica il PSR della Regione Sicilia, coadiuvato da altre forme di finanziamento europeo che si distinguono per modalità di erogazione, agevolazione, soggetti beneficiari, controlli e scadenze; tutti rappresentati in modo sintetico e schematizzato al fine di ottenere una visione chiara, che resti nella mente di chi legge, scongiurando eventuali informazioni erronee dettate dalla confusione e dalla poca chiarezza spesso venuta fuori affrontando tali temi. Con la collaborazione di dipendenti della Regione Siciliana, vengono raccolti e rappresentati dati importanti sull’andamento del settore agricolo nella Regione e sull’incidenza di politiche europee che puntano alla crescita della competitività. Ad esempio, da quelli aventi ad oggetto la Certificazione di qualità e di Provenienza, si evince come le tendenze siano cambiate grazie alla sensibilizzazione, portata avanti dall’Ue, alla qualità ed all’identificazione della provenienza del prodotto. I dati riportati sono prodotti ed elaborati da ISMEA, poi diffusi dall’IRVOS (Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia), appendice importante della stessa Amministrazione Regionale che si pone l’obiettivo di gestire tali settori fondamentali per l’economia sicula. Con la collaborazione del Direttore, il Dott. Vincenzo Cusumano, e dei suoi collaboratori si riportano nella Tesi i numeri relativi alla certificazione che rendono i prodotti siciliani, e non solo, più competitivi. Cresce d’importanza il comparto dell’export con le vendite in aumento. Questo Trend positivo è retto anche dalle altre politiche europee volte all’agevolazione delle PMI agricole nella produzione, commercializzazione e promozione. Per tali motivi, è interessante mettere in risalto la poca conoscenza dei finanziamenti europei e regionali dedicati in modo specifico ai settori vitivinicolo ed oliviticolo. Nella provincia di Trapani, è molto diffuso l’OCM Vino, ed è il regolamento unico dell’Unione Europea che detta alcune norme riguardanti il settore vitivinicolo, sia per quanto riguarda le norme di produzione che i contributi a Fondo perduto assegnati alle aziende. L’OCM Vino

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prevede diversi finanziamenti erogati a seguito dell’approvazione dei progetti presentati dalle Aziende Agricole partecipanti ai diversi Bandi. Tra questi, l’OCM Vino Promozione Paesi Terzi che permette e facilita l’export dei prodotti attraverso la copertura fino all’80% del progetto. È stato interessante scoprire come, questo regolamento utilizzato a pieno ritmo dal 2014, segua un iter ben preciso e, per la maggiore rispettato, grazie all’intervento puntuale di AGEA, Organo di Controllo che si occupa dell’erogazione delle somme e dell’eventuale riscossione dei capitali se non utilizzati o se utilizzati in modo non conforme alle Spese Ammesse (specificate nel Bando). La durata di questi progetti va da uno ad un massimo di tre anni e possono riguardare solo le attività conferenti la Promozione nei Paesi Terzi, dove ovviamente le PMI riscontrerebbero maggiori barriere all’entrata e dove, ultimamente, viene riscosso un sempre più alto consenso; per cui sono previste forme di agevolazione alle PMI come ad esempio la possibilità di costituire Associazioni Temporanee o Consorzi fino al termine dei progetti. Per poter approfondire l’argomento, avendo piena consapevolezza della realtà delle PMI vitivinicole, vengono svolte interviste a soggetti scelti con accurata attenzione. Per poter comprendere le dinamiche della norma dell’OCM Vino vengono prese le testimonianze della Assovini e dell’azienda individuale alcamese “Vino Lauria”. La Assovini in forma di RTI ha per anni presentato e gestito i progetti con i finanziamenti richiesti ed accordati più elevati, l’intervista ed i documenti concessi dal Dott. Longo e dalla sua collaboratrice portano alla luce i numeri della promozione del vino siciliano all’estero con le percentuali di avanzamento dei progetti ed il trend delle vendite per ogni Paese Extra Europeo in cui è riuscita ad affermarsi. Si contrappone a tale realtà la giovane azienda Vino Lauria, che si è contraddistinta nella compagine della provincia trapanese per i risultati raggiunti nelle vendite e nell’export in breve tempo. L’imprenditore Vito Lauria, con una visione diversa ed innovativa della gestione della PMI vitivinicola, porta avanti progetti che coinvolgono altre piccole aziende del territorio alcamese presentandosi come Capo Fila di Ats negli anni precedenti ed Amministratore di un Consorzio quest’anno. Ha fornito gli allegati alla domanda OCM presentati per l’anno 2018 ed ha raccontato delle difficoltà riscontrate ponendo così l’attenzione sulle criticità della norma che, dall’analisi condotta, può dirsi per la gran parte funzionante ed efficiente nella sua conduzione e gestione. Non è possibile fornire risposte assolute ad un’analisi che dovrebbe essere costante negli anni a venire per permettere un miglioramento della norma e per permettere alle nuove aziende vitivinicole di conoscere le possibilità che l’Europa predispone. Se ne parla spesso di aiuti finanziari dall’Europa ma con una certa superficialità; con un’accezione facilista che sottintende assunti erronei del tipo: “i finanziamenti dall’Europa sono soldi facili, senza rischi, senza obblighi”. Restano nella memoria di chi li pone come oggetto di conversazione solo le parole che seguono le percentuali coperte dai finanziamenti, ovvero: 80% - 70% - 50% “a fondo perduto”. Il dubbio che permane è: Chi ne parla in giro, a meno che non sia un professionista del settore, ha davvero letto il Bando del Finanziamento in questione? Con finanziamento a fondo perduto non s’intende certo un pozzo di denaro senza fondo a cui attingere per il finanziamento dei propri progetti. Dietro all’ottenimento di tali finanziamenti vi è un lavoro di programmazione attraverso l’attività di budgeting ed attraverso uno studio attento delle norme. È necessaria la formazione delle nuove generazioni e delle vecchie, per un’omogeneità nella corretta gestione di tali finanziamenti poiché solo in questo modo si possono raggiungere risultati competitivi importanti. Sfruttare sì i capitali erogati dall’Ue ma in modo Intelligente. Si potrebbero redigere altri elaborati sul concetto di Crescita Intelligente tanto perseguito dalla Nuova Programmazione, potrebbero essere riportati molti altri progetti Europei finalizzati a questo, ma perché non cominciare dal settore primario che, volente o dolente, si pone alla base dell’economia italiana e che potrebbe

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rappresentare, al termine del periodo di programmazione in corso, la spinta propulsiva e decisiva per la crescita.

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Sommario

INTRODUZIONE ... 10

CAPITOLO I - I Finanziamenti Europei alle PMI ... 13

1.1 La Nuova Programmazione 2014-2020. ... 13

1.2 Struttura della politica di coesione europea 2014-2020 ... 14

1.2.1 Funzionamento... 14

1.2.2 Precedenti periodi di programmazione per lo sviluppo rurale. ... 17

1.2.3 Canalizzazione dei fondi ... 18

1.2.4 Gli Obiettivi tematici. ... 18

1.2.5 Le novità del periodo 2014-2020 ... 19

1.2.6 I Beneficiari ... 19

1.3 Strategia Europa 2020 ... 22

1.4 I Fondi SIE nelle Regioni Italiane ... 25

1.3.1 I programmi sostenuti dai Fondi strutturali in Italia. ... 26

1.3.2 Finanziamenti Strutturali, e non, in Sicilia. ... 29

CAPITOLO II Finanziamenti ed Agevolazioni Comunitarie nel Settore Agricolo ... 36

2.1 La Politica Agricola Comune (PAC) ... 36

2.1.2 Il Primo Pilastro della PAC. ... 38

2.1.3 IL Secondo Pilastro della PAC. ... 40

2.1.4 Il percorso della qualità ... 42

2.1.5 Le Condizioni del Settore Agricolo Nazionale ... 44

2.2 I finanziamenti e le agevolazioni nel settore Agricolo siciliano. ... 44

2.2.1 L’economia agricola siciliana. ... 45

2.2.2 Il settore vitivinicolo in Sicilia ... 46

2.3 Il Progetto di Sviluppo Rurale (PSR) Sicilia. ... 49

2.3.1 Le Priorità e le Misure del PSR Sicilia. ... 50

CAPITOLO III -Il settore vitivinicolo trapanese e l’OCM Vino ... 70

3.1 Il Settore Agricolo del trapanese. ... 70

3.1.2 I dati del settore Vitivinicolo. ... 71

3.1.3 Le strade del Vino. ... 77

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3.2. l’OCM VINO... 81

3.2.1 L’evoluzione e gli effetti della riforma dell’OCM Vino ... 84

3.2.2 Le caratteristiche della filiera... 88

3.3 La strategia del settore vitivinicolo trapanese. ... 91

3.3.1 le aziende del trapanese che hanno preso i finanziamenti “OCM Vino” finalizzati all’export. ... 93

CAPITOLO IV Le realtà della “Assovini” e dell’Azienda “Vino Lauria” ... 110

4.1 Metodologia della ricerca: Intervista Pilot ... 110

4.1.1 La Assovini ... 111

4.1.2 Progetti, luci ed ombre dell’OCM Vino ... 111

4.1.3 L’attività di monitoraggio del progetto della Assovini ... 116

4.2 I controlli sui progetti OCM ... 120

4.2.1 Agea ... 121

4.2.2 il ruolo delle Banche e delle Assicurazioni nell’OCM ... 123

4.3 La realtà dell’Azienda “Vino Lauria” ... 124

4.3.1 Le difficoltà dell’Azienda nell’OCM Vino ... 125

4.3.2 Il contesto competitivo dell’azienda e prospettive future ... 126

4.3.3 I dati sul fatturato dell’imbottigliato esportato e trend aziendale ... 126

4.3.4 La nuova domanda OCM Vino ... 128

CONCLUSIONI ... 136

Bibliografia ... 138

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10 INTRODUZIONE

Con il seguente lavoro è mia intenzione offrire un quadro generico dei finanziamenti europei con i quali, se non grazie al perseguimento di interessi mirati, abbiamo in genere poca confidenza. Ponendo l’attenzione sulle caratteristiche della Nuova Programmazione 2014-2020, con i principali progetti e le normative vigenti, penso sia utile dare un’immagine realistica delle condizioni di tali politiche di sostegno europee alle PMI in Italia. Per poter parlare specificatamente dell’OCM Vino Promozione Paesi Terzi, credo sia doverosa una presentazione, seppur sintetica, delle politiche mirate al settore Agricolo e delle condizioni dello stesso in un territorio la cui economia è fortemente legata al settore primario quale la Regione Sicilia. Contestualizzando, quindi, le politiche di sostegno all’agricoltura rispetto alle caratteristiche della provincia nella quale vivo ovvero la provincia di Trapani ho identificato l’OCM Vino quale aiuto europeo ancora poco conosciuto e studiato, perché è mia intenzione farne affiorare le luci e le ombre tramite interviste da me condotte presso: l’IRVOS (Istituto Regionale per la Vite e l’Olivo ); la Assovini che da anni cura la promozione delle Aziende vinicole ad essa associate, offrendovi anche servizi di consulenza; ed infine presso una giovane azienda vitivinicola alcamese “Vino Lauria” nella quale l’imprenditore in pochi anni è riuscito ad accrescere il fatturato totale, dove la componente “export dell’imbottigliato” risulta avere un’importante percentuale. Le testimonianze mettono alla luce criticità comuni e nel contempo pareri discordanti relativamente alle rigidità manifestatisi con il passare degli anni a causa di diversi interventi da parte del Ministero all’Agricoltura, come la remota possibilità di apportare varianti sui progetti rispetto alla destinazione dei capitali. Nel primo capitolo parlerò della Nuova Programmazione 2014-2020, dell’organizzazione che sta dietro ai finanziamenti stanziati, dei diversi Fondi, dell’Organizzazione burocratica, dei Regolamenti e degli Obiettivi perseguiti. Nel secondo capitolo riporterò i finanziamenti europei nel contesto italiano relativi al Settore Agricolo, spiegando i punti base della Pac e del PSR Sicilia. Nel terzo capitolo introdurrò la realtà del settore agricolo in Sicilia, prevalentemente nel territorio del Trapanese, caratterizzato da colture vitivinicole ed oliviticole per la maggioranza; proprio per tal motivo, parlerò dell’OCM Vino, specificatamente della Promozione Paesi Terzi, che si pone l’obiettivo principale di migliorare la competitività delle PMI Agricole all’Estero. Nel quarto capitolo riporterò le testimonianze del Dott. Longo per la Assovini e del Dott. Lauria per la ditta individuale “Vino Lauria”. Infine, trarrò le mie conclusioni a seguito delle interviste e dello studio da me condotto per la stesura di questa Tesi Magistrale, con l’auspicio di aver colto e di aver rappresentato con veridicità i punti cardini dei Finanziamenti Europei alle PMI nel settore

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Agricolo e con un occhio analitico per l’OCM Vino, tanto utilizzato ma ancora poco conosciuto dalla collettività se non da chi professionalmente ne è strettamente a contatto.

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13 CAPITOLO I - I Finanziamenti Europei alle PMI

1.1 La Nuova Programmazione 2014-2020.

La Nuova Programmazione finanziaria Europea 2014-2020, in vigore dal 1° gennaio 2014, ispirata al modello di strategia Europa 2020, si pone l’obiettivo di raggiungere una crescita “Intelligente e Sostenibile” attraverso lo sviluppo di conoscenze e dell’innovazione che porti ad un’economia più verde, più efficiente nella gestione delle risorse e più competitiva. Il fine ultimo è la Coesione sociale e territoriale, con una speciale attenzione alle PMI e alle loro necessità, per offrire migliori opportunità di crescita rispetto al passato e per accrescere la competitività, con una visione dualistica di protezione e nel contempo di sviluppo. 1

La nuova programmazione nasce a seguito di risultati scoraggianti soprattutto nel settore delle PMI, ottenuti nel 2013, anno nel quale terminava la prima programmazione finanziaria europea (2007-2013). I dati peggiorativi si sono espressi in termini di:

 costi di accesso al credito più elevati;

 saldo negativo tra nuove iscrizioni e cessazioni di aziende;

 scarsa capacità di fare interagire in maniera armonica le diverse economie dei Paesi dell’unione Europea, che ha portato ad acuire la discrepanza tra i vari territori.

Potrebbero individuarsi svariate concause, ma si evincerebbe in egual modo un’unica chiave di lettura: l’Assenza di una programmazione adeguata e strategicamente valida in Europa, ed a maggior ragione in Italia.

Da questo calo anomalo si sono susseguiti, per come è logico che sia, una serie di eventi a catena che hanno portato il tessuto economico più vasto in Europa, quello delle Piccole e Medie Imprese, in una profonda crisi. In Europa le PMI contano almeno il 99.8% delle imprese non finanziarie, costituite nella stragrande maggioranza da meno di dieci addetti, in cui trova impiego circa il 66% dell’occupazione totale che produce il 58,4% del valore aggiunto dell’Unione Europea2.

In Italia le micro imprese rappresentano un vero caposaldo per l’economia del Paese ma rappresentano tutt’oggi il settore che continua a soffrire per il protrarsi della crisi. Molte di esse, vocate alla gestione prevalentemente familiare, mancano di esperienza e di formazione

1A. Bonifazi e A. Giannetti. Finanziare l’impresa con i fondi europei. Strumenti ed opportunità 2014-2020.

IPSOA Gruppo Wolters Kluwer -2014

2 Relazione al Presidente del Consiglio: “Norme per la tutela della libertà d’impresa. Statuto delle imprese”

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gestionale, hanno scarso accesso alle opzioni reali offerte dal mercato e, trovandosi in condizione deficitaria nella compagine sociale, subiscono forti riduzioni dell’utile d’impresa, data anche la forte dipendenza dagli istituti creditizi. Questi sono tutti elementi che non fanno essere le PMI competitive nel mercato sia europeo che nazionale; si veda il diverso sviluppo economico tra le regioni italiane.

1.2 Struttura della politica di coesione europea 2014-2020

La politica di coesione è la principale politica di investimento dell’Unione europea.

Sostiene la creazione di posti di lavoro, la competitività tra imprese, la crescita economica, lo sviluppo sostenibile ed il miglioramento della qualità della vita dei cittadini in tutte le regioni e le città dell’UE. La Commissione europea collabora con gli Stati membri e le Regioni per elaborare accordi di partenariato e programmi operativi che delineino le priorità di investimento e le esigenze di sviluppo. Le autorità di gestione degli Stati membri gestiscono i programmi e selezionano i singoli progetti.

1.2.1 Funzionamento

Tavola 1. Schema della Politica di Coesione

Fonte: Ministero Coesione.

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L’erogazione dei finanziamenti della politica di coesione passa attraverso tre Fondi principali.

‣ Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR):

mira a consolidare la coesione economica e sociale regionale investendo nei settori che favoriscono la crescita, al fine di migliorare la competitività e creare posti di lavoro. Il FESR finanzia, inoltre, progetti di cooperazione transfrontaliera.

‣ Fondo Sociale Europeo (FSE): investe nelle persone, riservando speciale attenzione al miglioramento delle opportunità di formazione e occupazione. Si propone inoltre di aiutare le persone svantaggiate a rischio di povertà o esclusione sociale.

‣ Fondo di Coesione: investe nella crescita verde e nello sviluppo sostenibile, migliora la connettività negli Stati membri con un PIL inferiore al 90 % della media UE a 27.

Con il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP), i fondi appena descritti costituiscono i Fondi Strutturali di Investimento Europei (fondi SIE)3.

Il FES (Fondo Europeo di Sviluppo) è fuori budget UE, in quanto finanziato dai Paesi Membri, con una dotazione di 34,27 miliardi di euro. E’il maggiore e più antico strumento di sviluppo dell'UE.

Il Fondo opera nelle seguenti aree di intervento:

 sviluppo economico;

 sviluppo umano e sociale;

 integrazione regionale;

attraverso misure di sostegno al bilancio, sovvenzioni, forniture di beni e servizi e lavori, azioni di “blending”. Il FES offre finanziamenti supplementari, denominati incentivi, ai Paesi che registrano progressi sul fronte della governance. I fondi sono assegnati sulla base di un sistema di “programmazione evolutiva” che vede i paesi partner partecipare alla definizione delle priorità e dei progetti di cooperazione. Il DPCM del 5.12.2013 assegna alla D.G. per la Politica Commerciale Internazionale il compito di “partecipare all’elaborazione e alla gestione dei Programmi dell’Unione Europea a sostegno dello sviluppo economico dei Paesi delle aree geografiche di propria competenza (IPA II, ENI, DCI)4.”

Altri fondi sono gestiti direttamente dall’Unione Europea. I finanziamenti sono erogati sotto forma di:

3http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/informat/basic/basic_2014.

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Sovvenzioni: destinate a progetti specifici collegati alle politiche dell'UE, di solito a seguito di un "invito a presentare proposte". Una parte dei finanziamenti proviene dall'UE, un'altra da fonti diverse.

Appalti: conclusi dalle istituzioni europee per acquistare servizi, beni o opere necessari per le loro attività; per es. studi, corsi di formazione, organizzazione di conferenze o attrezzature informatiche. Gli appalti sono aggiudicati mediante bandi di gara.

I vincitori degli appalti e i beneficiari di sovvenzioni o di aiuti allo sviluppo stanziati per i paesi extra UE sono pubblicati online.5

Altri finanziamenti indiretti fanno parte del così detto Gruppo BEI, composto dalla BEI (Banca Europea per gli Investimenti) e dal FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti). Deve la sua creazione all’esigenza di riunire gli strumenti di investimenti dell’UE in seno ad una unica istituzione. La Banca Europea per gli Investimenti, tramite intermediari bancari su tutto il territorio europeo, mette a disposizione dei finanziamenti destinati a progetti di sostegno alla crescita e all’occupazione delle PMI. Offre un’ampia gamma di prodotti finanziari a tassi agevolati e servizi di consulenza. I prestiti della BEI possono inoltre aiutare a fornire una base stabile di capitale operativo alle PMI: cioè anche i prestiti erogati per finanziare le passività associate al ciclo economico delle PMI, che rispecchiano le esigenze finanziarie a lungo termine di tale tipologia d’imprese, possono essere idonei al finanziamento della BEI. La durata dei prestiti è compresa tra i 2 e i 12 anni, con un tetto massimo pari a 12,5 milioni di euro per prestito6.

5https://europa.eu/european-union/about-eu/funding-grants_it

6 -A. Bonifazi e A. Giannetti. Finanziare l’impresa con i fondi europei. Strumenti ed opportunità 2014-2020.

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1.2.2 Precedenti periodi di programmazione per lo sviluppo rurale.

Le regole essenziali che disciplinano la politica di sviluppo rurale per il periodo 2007-2013, nonché le misure politiche disponibili per gli Stati membri e le regioni, sono definite nel regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio7.

Ai sensi del citato regolamento, la politica di sviluppo rurale 2007-2013 si concentra su tre temi (noti come "assi tematici") che sono:

 migliorare la competitività del settore agricolo e forestale, l'ambiente e la campagna;

 migliorare la qualità della vita nelle aree rurali e incoraggiare la diversificazione dell'economia rurale. Per contribuire ad assicurare un approccio equilibrato alla politica, gli Stati membri e le regioni sono tenuti a diffondere i finanziamenti per lo sviluppo rurale tra tutti e tre questi assi tematici.

 Un ulteriore requisito è che alcuni dei finanziamenti devono sostenere progetti basati sull'esperienza con le iniziative comunitarie Leader. L’"approccio Leader" allo sviluppo rurale prevede progetti altamente individuali progettati e realizzati da partenariati locali per affrontare problemi specifici locali. Come prima del 2007, ogni Stato membro (o regione, nel caso in cui i poteri siano delegati a livello regionale) deve stabilire un programma di sviluppo rurale che specifichi quali finanziamenti saranno spesi e per quali misure.

Una nuova caratteristica è una maggiore enfasi sulla strategia coerente per lo sviluppo rurale nell'intera UE. Ciò avviene attraverso l'utilizzo di piani strategici nazionali che devono essere basati sulle linee guida per la ricerca strategica dell'UE.

Questo approccio dovrebbe aiutare a:

 individuare le aree in cui l'utilizzo del sostegno UE per lo sviluppo rurale aggiunge il maggior valore a livello dell'UE;

 fare il collegamento con le principali priorità dell'UE (ad esempio, quelle previste nell'ambito dell’agenda di Lisbona e di Göteborg);

 garantire la coerenza con altre politiche dell'UE, in particolare quelle per la coesione economica e l'ambiente;

 assistere l'attuazione della nuova CAP orientata al mercato e la necessaria ristrutturazione che essa comporterà nei vecchi e nuovi Stati membri.8

7www.politicheuropee.com

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18 1.2.3 Canalizzazione dei fondi

‣ Le autorità di gestione selezionano i singoli progetti. Se un progetto presenta un costo complessivo superiore a 50 milioni di euro, viene sottoposto all’approvazione della Commissione.

‣ La Commissione rende disponibili i finanziamenti all’inizio di ogni anno affinché i Paesi possano iniziare a investire nei progetti.

‣ La Commissione rimborsa le spese certificate dalle autorità nazionali.

‣ I programmi sono costantemente monitorati. Sono previsti audit in loco e verifiche da parte della Commissione e dello Stato membro, che devono presentare relazioni nel corso di tutto il periodo di bilancio, la cui durata è di 7 anni.9

1.2.4 Gli Obiettivi tematici.

La politica di Coesione ha stabilito 11 obiettivi tematici a sostegno della crescita: 1. Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione;

2. Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), nonché il loro utilizzo e qualità;

3. Migliorare la competitività delle PMI;

4. Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio;

5. Promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione e la gestione dei rischi;

6. Preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’efficienza delle risorse; 7. Promuovere il trasporto sostenibile e migliorare le infrastrutture di rete;

8. Promuovere l’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori; 9. Promuovere l’inclusione sociale e lottare contro la povertà e qualsiasi discriminazione; 10. Investire in istruzione, formazione e apprendimento permanente;

11. Migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione;

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 Gli investimenti del FESR finanziano tutti gli 11 obiettivi, ma quelli da 1 a 4 costituiscono le principali priorità di investimento.

 Le principali priorità del FSE sono gli obiettivi da 8 a 11, ma il fondo finanzia anche quelli da 1 a 4.

 Il Fondo di coesione finanzia gli obiettivi da 4 a 7 e 11.10

1.2.5 Le novità del periodo 2014-2020

‣ Maggiore concentrazione sui risultati: obiettivi chiari e misurabili per migliorare la responsabilità.

‣ Semplificazione: un insieme di norme unico per cinque fondi.

‣ Condizioni: introduzione di prerequisiti specifici da soddisfare prima della canalizzazione dei fondi.

‣ Potenziamento della dimensione urbana e della lotta per l’inclusione sociale: destinazione di una quota minima del FESR a favore di progetti integrati nelle città e del FSE a sostegno delle comunità emarginate.

‣ Collegamento alla riforma economica: la Commissione può sospendere i finanziamenti allo Stato membro che disattenda le norme di carattere economico dell’Unione europea.

1.2.6 I Beneficiari

La politica di coesione beneficia tutte le regioni dell’Unione europea. Il livello degli investimenti riflette le esigenze di sviluppo degli Stati membri. Secondo il prodotto interno lordo (PIL), le regioni si distinguono in più sviluppate, in transizione o meno sviluppate. Sulla base di tale distinzione, i fondi possono finanziare un progetto nella misura del 50-85 % del totale.

La restante parte può essere coperta da fonti di finanziamento pubbliche (nazionali o regionali) o private. L’obiettivo generale della politica è quello di accrescere la competitività

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delle regioni e città europee, promuovendo la crescita e creando posti di lavoro. Sono potenziali beneficiari gli enti pubblici, le imprese (in particolare le PMI), le università, le associazioni, le ONG e le organizzazioni di volontariato. Le domande di finanziamento devono essere presentate all’autorità nazionale o regionale che gestisce il programma del caso.

La politica di coesione incoraggia le regioni e le città dei diversi Stati membri dell’Unione Europea a collaborare e ad apprendere le une dalle altre mediante programmi comuni, progetti e reti con impatti concreti su ogni aspetto della vita economica, tra cui innovazione, accessibilità, istruzione, impresa, occupazione e ambiente.

I programmi transfrontalieri, transnazionali e interregionali sono finanziati tramite il FESR. Anche coloro che vivono oltre i confini dell’Unione Europea traggono benefici grazie ai pro-grammi di cooperazione transfrontaliera, Strumento di preadesione.11

La cooperazione internazionale si estrinseca, inoltre, mediante una «strategia macro-regionale», un quadro integrato che affronta le sfide comuni agli Stati membri e ai paesi terzi di aree geografiche definite.

La politica di coesione ha dato risposte efficaci e rapide alle crisi con un necessario grado di flessibilità, indirizzando gli aiuti dove erano più necessari e investendo in settori fondamentali per la crescita e la creazione di posti di lavoro. Inoltre, alcune riduzioni mirate dei requisiti di cofinanziamento nazionale e l’anticipazione di dotazioni finanziarie agli Stati membri in crisi hanno procurato la liquidità di cui si avvertiva un grande bisogno in un periodo caratterizzato da vincoli di bilancio. In caso di gravi calamità naturali gli Stati membri possono, inoltre, richiedere aiuti mediante il Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE), che può essere mobilizzato per un importo complessivo massimo annuale di 500 milioni di euro.12

11

http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/informat/basic/basic_2014_it.pdf

(21)

21

Figura 1. Governance dei Programmi a gestione diretta.

Figura 2. Governance dei programmi strutturali

Fonte: www.anci.it

La governance di questi strumenti finanziari si caratterizza per i seguenti elementi:

• le strategie di investimento vengono definite a livello europeo attraverso un regolamento generale e dei regolamenti specifici per i singoli Fondi, mentre a livello nazionale attraverso l’adozione dell’Accordo di Partenariato tra la Commissione europea e lo Stato membro e la declinazione degli obiettivi in esso negoziati nei Programmi Operativi Regionali (POR) e Nazionali (PON);

• gli Stati membri a livello territoriale sono responsabili della preparazione ed esecuzione dei fondi strutturali e di investimento europeo, pertanto la responsabilità della pubblicazione dei bandi, della selezione e valutazione delle proposte, della gestione amministrativa e finanziaria delle proposte progettuali ammesse al finanziamento è in capo alle Autorità di Gestione dei singoli POR o PON; (Figura 1)

• gli strumenti finanziari sono diretti a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale tenendo conto della situazione e delle sfide espresse da ciascun contesto regionale, pertanto, di regola, finanziano attività da realizzare all’interno dell’area territoriale definita nel Programma Operativo e possono pertanto beneficiare del finanzia-mento le entità con sede nell’area territoriale di intervento (Figura 2).

(22)

22 1.3 Strategia Europa 2020

Perché l’unione europea finanzia i progetti a livello europeo e nazionale?

“Il valore aggiunto europeo delle azioni, compreso quello delle azioni su piccola scala e nazionali, è valutato sulla base di criteri quali il loro contributo all'applicazione coerente ed uniforme del diritto dell'Unione e alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica sui diritti che ne derivano, la loro capacità di sviluppare la fiducia reciproca tra gli Stati membri e di migliorare la cooperazione transfrontaliera, il loro impatto transnazionale, il loro contributo all'elaborazione e alla diffusione di migliori prassi o il loro potenziale nel creare norme minime, strumenti e soluzioni pratiche per affrontare sfide a livello transfrontaliero o dell'Unione”.13

Gli obiettivi:

1. Occupazione: il 75% delle persone di età compresa tra i 20 ei 64 anni

2. Ricerca e sviluppo (R & S): il 3% del PIL dell'Unione europea da investire

in R & S

3. Cambiamenti climatici e energia: le emissioni di gas a effetto serra sono

inferiori del 20% rispetto ai livelli del 1990; il 20% dell'energia proveniente da fonti rinnovabili; aumento del 20% dell'efficienza energetica

4. Educazione: i tassi di abbandono scolastico inferiore al 10%; almeno il

40% delle persone di età compresa tra i 30 ei 34 anni che hanno conseguito la formazione superiori

5. Povertà e esclusione sociale: almeno 20 milioni di persone in più a rischio

di povertà / esclusione sociale.14

13https://anci_lombardia/2017-ebook-vademecum-europa_web

14 A. Bonifazi e A. Giannetti. Finanziare l’impresa con i fondi europei. Strumenti ed opportunità 2014-2020. IPSOA

(23)

23

Figura 3- Allocazione Fondi SIE per Regione 2014-2020

Regioni meno sviluppate (PIL pro-capite < 75% della media UE)

Regioni in transizione (PIL pro-capite compreso tra 75% e 90% della media UE) Regioni più sviluppate (PIL pro-capite superiore al 90% della media UE)15

I fondi strutturali e d’investimento europei 2014-2020 sono disciplinati dai seguenti rego-lamenti:

• Regolamento (UE) n.1303/2013 recante disposizioni comuni ai fondi strutturali e di

investimento europei;

• Regolamento (UE) n.1300/2013 relativo al Fondo di coesione;

• Regolamento (UE) n.1304/2013 relativo al Fondo Sociale europeo;

• Regolamento (UE) n.1301/2013 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale;

• Regolamento (UE) n.1299/2013 recante disposizioni specifiche per il sostengo del Fondo europeo di sviluppo regionale all’obiettivo di cooperazione territoriale europea;

• Regolamento (UE) n.1035/2013 relativo al Fon-do europeo agricolo per lo sviluppo rurale;

• Regolamento (UE) n.508/2014 relativo al Fon-do europeo per gli affari marittimi e la pesca.16

15www.commissioneeuropea.gov

(24)

24

Tavola 217 - Dati statistici riferiti ai punti della Strategia Europa 2020. Europe 2020 strategy headline indicators, EU28

Headline indicator

Past

situation Current situation 2020 Target 2008 201 4 201 5 2 016 * Total emissions, including international aviation, but excluding emissions from land use, land use change and forestry.

** People at risk of poverty or social exclusion are in at least one of the following three conditions: at-risk-of-poverty after social transfers (income poverty), severely materially deprived or living in a household with very low work intensity. Persons are only counted once even if they are present in several sub-indicators. The overall EU target is to lift at least 20 million people out of risk of poverty or social exclusion by 2020 with 2008 as a baseline year. All data refer to EU27.

e estimate p provisional b break in time series : Data not available

Employment Employment rate, total

(% of the population aged 20-64) 70.3

69. 2 70. 1 7 1.1 75

R&D Gross domestic expenditure on R&D

(% of GDP) 1.84

2.0 4

2.0

3p : 3.00

Climate change & energy

Greenhouse gas emissions*

(index 1990=100) 90.31

77. 39

77.

88 : 80

Share of renewable energy in gross final

energy consumption (%) 11.0

16. 1

16.

7 : 20

Primary energy consumption

(Million tonnes of oil equivalent) 1,692.4

1,5 08.3

1,5

29.6 : 1,483

Final energy consumption

(Million tonnes of oil equivalent) 1,179.7

1,0 59.6

1,0

82.2 : 1,086

Education

Early leavers from education & training, total (% of population aged 18-24) 14.7 11. 2b 11. 0 1 0.7 <10.0

Tertiary educational attainment, total

(% of population aged 30-34) 31.1 37. 9b 38. 7 3 9.1 ≥40.0 Poverty or social exclusion**

People at risk of poverty or social exclusion

(Cumulative difference from 2008 in thousands)

: 475 9 195 6 : -20000

Dopo aver chiarito il funzionamento della Politica di Coesione, averne citato i Fondi e le relative dinamiche, aver elencato gli obiettivi perseguiti, le disponibilità finanziarie e come queste ultime siano state allocate in base ai Target perseguiti per ogni obiettivo è necessario passare alla visione più ristretta, ovvero quella italiana.

(25)

25 1.4 I Fondi SIE nelle Regioni Italiane.

L’Italia è un Paese che si è sempre contraddistinto nella compagine europea per la marcata incapacità di gestione dei Fondi Comunitari e Nazionali rispetto alla media europea. I motivi per i quali in Italia si assiste alla mancata spesa dei soldi europei sono vari. È prima di tutto un problema amministrativo, con Ministeri, Regioni ed Enti locali che impiegano tempi biblici per redigere bandi, decidere sui progetti e dare il via ai lavori. Non meno significativi sono i problemi a livello strutturale nella concessione di finanziamenti frammentati in piccole quantità e distribuiti in un gran numero di progetti che non permettono, però, alti livelli di competitività né risultano essere incisivi dal punto di vista dello sviluppo nazionale. L’assenza, poi, di una liquidità che accompagni i finanziamenti comunitari nella cura e nella crescita dei progetti, cosa che non accade in egual misura nel resto d’Europa, fa sì che i fondi non vengano utilizzati e siano restituiti. Il risultato dunque è sempre lo stesso, i progetti non vengono avviati o conclusi.

Figura 4. Ripartizione Regioni italiane

Fonte: Invitalia

Regioni meno sviluppate Regioni in transizione Regioni più sviluppate

Campania, Calabria, Abruzzo, Molise, Sardegna Provincia autonoma di Bolzano, Basilicata, Puglia, Sicilia Emilia Romagna, Friuli Venezia

Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Provincia autonoma di Trento, Valle d’Aosta, Veneto, Umbria

(26)

26

1.3.1 I programmi sostenuti dai Fondi strutturali in Italia.

L’Accordo di Partenariato prevede investimenti nel territorio italiano per il periodo 2014-2020 pari a circa 64 miliardi di euro (44 miliardi dai Fondi SIE e 20 miliardi dal cofinanziamento nazionale).

Le risorse finanziarie dei Fondi strutturali e di investimento europei sono così ripartite: • Fondo Europeo di Sviluppo Regionale: 20,6 miliardi di euro;

• Fondo Sociale Europeo: 10,4 miliardi di euro;

• Fondo Europeo di Sviluppo Regionale - obiettivo cooperazione territoriale europea: 1,1 miliardi di euro

• Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: 10,4 miliardi di euro; • Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca: 0,537 miliardi di euro;18

I Programmi Operativi:

• 39 Programmi operativi regionali (POR) cofinanziati dal FSE e dal FESR; • 12 Programmi operativi nazionali (PON) cofinanziati dal FSE e dal FESR; • 21 Piani di sviluppo rurale (PSR) cofinanziati dal FEASR;

• 2 Programmi operativi nazionali (PON) cofinanziati dal FEASR; • 1 Programma operativo nazionale (PON) cofinanziato dal FEAMP.

In Italia vi sono inoltre territori eleggibili ai Programmi di Cooperazione Territoriale europea co-finanziati dal FESR.

La Tavola 3 presenta il quadro complessivo delle risorse finanziarie che sostengono la politica regionale in Italia. Sono presentati non solo gli strumenti della politica di coesione dell’Unione europea (Fon-di SIE e cofinanziamento nazionale) ma anche quelli della politica di coesione nazionale (totalmente a valere su risorse nazionali).

A) Le risorse messe a disposizione dal bilancio europeo hanno la caratteristica dell’addizionalità e della complementarietà rispetto alle risorse nazionali. Ciò comporta che i fondi europei intervengono a rafforzare e non a sostituire le risorse nazionali a sostegno della politica regionale. In base al principio del cofinanziamento nazionale, gli Stati membri hanno quindi l’obbligo di concorrere con risorse nazionali alla dotazione finanziaria dei programmi operativi. I territori delle ‘regioni in transizione’ e ‘regioni meno sviluppate’ e la macro-area Centro-Nord, che concentra in essa i territori delle ‘regioni più sviluppate’ ai sensi del Regolamento di disposizioni generali sui fondi SIE 2014 - 2020.

(27)

27

B) Il valore delle risorse dei Programmi della Cooperazione Territoriale Europea considera le allocazioni UE e le risorse nazionali di cofinanziamento stabilite dalla delibera Cipe 10/2015 per i Programmi con Autorità di Gestione italiana.

C) Le attività del Programma Operativo FEAD per la fornitura di prodotti alimentari e/o assistenza materiale di base sono complementari e aggiuntive rispetto a quelle finanziate dal Fondo Sociale Europeo nell’ambito dell’Obiettivo Tematico 9 rivolto al contrasto della povertà e dell’esclusione sociale.

D) Si tratta di iniziative e interventi che utilizzano le risorse nazionali del Fondo di Rotazione, derivanti dall'applicazione nelle ‘regioni meno sviluppate’ di un tasso di cofinanziamento a Programmi UE inferiore al 50% per le Regioni (POR) e al 45% per le Amministrazioni centrali (PON), come indicato dalla Delibera Cipe 10/2015.

E) A fronte della dotazione complessiva di 54.810 milioni di euro (Legge di stabilità 2014, n. 147/2013, art. 1, comma 6) l'ammontare delle risorse indicate è calcolato sottraendo alla prima iscrizione in bilancio del Fondo (43.848 milioni di euro), le risorse destinate a copertura di oneri diversi da provvedimenti legislativi (DL 133/2014 e Legge di conversione 164/2014, cd. "Sblocca Italia" - Legge n. 116/2014 - Legge n. 124/2015, articolo 14, comma 5). La norma prevede una ripartizione territoriale pari a 80% al Mezzogiorno e 20% al Centro-Nord.19

(28)

28

Tavola 3. Ripartizione ed Ammontare dei capitali previsti. (Dati espressi in milioni di euro)

Fontewww.ancilombardia.it20

20www.ancilombardia.it Risorse UE

Mezzogiorno Centro-Nord Non ripartito TOTALE A) Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE 2014-2020) 29.275,7 11.832,3 1.559,9 42.667,9

Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) 17.243,4 3.407,0 - 20.650,4

Fondo sociale europeo (FSE) 6.307,3 4.161,1 - 10.468,4

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) 5.456,5 3.965,2 1.022,7 10.444,4 Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) - - 537,3 537,3 Iniziativa Occupazione Giovani (risorse specifiche) 268,4 299,1 - 567,5 B) Programmi della Cooperazione Territoriale Europea - - 1.136,8 1.136,8 C) Programma per gli aiuti europei agli indigenti - Fondo FEAD - - 670,6 670,6 D) Programmi Complementari - Piani Azione e Coesione 2014-2020 - - - -

E) Fondo Sviluppo e Coesione (FSC 2014-2020) - - - -

TOTALE 29.275,7 11.832,3 3.367,3 44.475,3

Risorse nazionali Cofinanziamento

ai fondi UE, FSC, risorse PAC Mezzogiorno Centro-Nord Non ripartito TOTALE A) Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE 2014-2020) 16.582,7 12.700,9 1.672,9 30.956,5

Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) 8.592,2 3.407,0 - 11.999,2

Fondo sociale europeo (FSE) 4.024,8 4.061,4 - 8.086,2

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) 3.965,8 5.232,5 1.232,1 10.430,4 Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) - - 440,8 440,8 Iniziativa Occupazione Giovani (risorse specifiche) - - - - B) Programmi della Cooperazione Territoriale Europea - - 200,6 200,6 C) Programma per gli aiuti europei agli indigenti - Fondo FEAD - - 118,3 118,3 D) Programmi Complementari - Piani Azione e Coesione 2014-2020 7.425,3 - - 7.425,3 E) Fondo Sviluppo e Coesione (FSC 2014-2020) 31.752,1 7.938,0 - 39.690,1

TOTALE 55.760,1 20.638,9 1.991,9 78.390,9

TOTALE RISORSE

Mezzogiorno Centro-Nord Non ripartito TOTALE A) Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE 2014-2020) 45.858,4 24.533,2 3.232,9 73.624,4

Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) 25.835,6 6.814,0 - 32.649,5

Fondo sociale europeo (FSE) 10.332,1 8.222,4 - 18.554,6

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) 9.422,3 9.197,7 2.254,8 20.874,7 Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) - - 978,1 978,1 Iniziativa Occupazione Giovani (risorse specifiche) 268,4 299,1 - 567,5 B) Programmi della Cooperazione Territoriale Europea - - - 1.337,4 C) Programma per gli aiuti europei agli indigenti - Fondo FEAD - - - 788,9 D) Programmi Complementari - Piani Azione e Coesione 2014-2020 7.425,3 - - 7.425,3 E) Fondo Sviluppo e Coesione (FSC 2014-2020) 31.752,1 7.938,0 - 39.690,1

(29)

29 1.3.2 Finanziamenti Strutturali, e non, in Sicilia.

La Sicilia rientra tra le “Regioni meno Sviluppate” d’Italia. Regione con elevati deficit strutturali, di programmazione e di opzioni reali alle PMI, ma con elevate potenzialità di crescita. Tra gli obiettivi della programmazione 2014-2020 vi è, come già più volte ivi riportato, la crescita intelligente. Relativamente a tale aspetto sono nati progetti specificatamente dedicati, ai quali si affiancano Finanziamenti Comunitari, Nazionali e Regionali.

Parlando del Programma Operativo Regionale Siciliano si elencano nella seguente Tavola 4 i punti fondamentali e relative connessioni in modo schematizzato e riassuntivo.

Tavola 4. Bandi, condizioni, approfondimenti. INCENTIVI P.O. FESR SICILIA 2014-2020

Bando Agev

olazione

Destinatari Scadenza Approfon dimenti Azione 3.5.1_01 Aiuti alle imprese in fase di avviamento Agevo lazione: contributo a fondo perduto sino al 80% delle spese ammissibili

PMI costituite da meno di 5 anni Presentazione domande dal 25/09/2017 al 05/10// 2017 Azione 3.5.1_01 Sostegno alla nascita di nuove imprese Azione 3.5.1_02 Aiuti alle imprese in fase di Agevo lazione: contributo a fondo

Piccole imprese costituite da meno di 5 anni Presentazione domande dal 20/09/2017 al 10/10/ 2017 Azione 3.5.1_02 Sostegno alla nascita di

(30)

30

avviamento perduto sino

al 75% delle spese ammissibili nuove imprese Azione 3.1.1_02 Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese Agevo lazione: contributo a fondo perduto sino al 45% delle spese ammissibili

Piccole e medie imprese, attive al momento di presentazione della domanda e già costituite da almeno 12 mesi Presentazione domande dal 02/10/2017 al 12/10/ 2017 Azione 3.1.1_02 Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese Azione 1.1.3 Sostegno alla valorizzazione economica dell’innovazio ne Agevo lazione: contributo a fondo perduto Max 50% delle spese ammissibili . - Piccole e medie imprese - Grandi imprese in forma associata costituite sotto forma di raggruppamenti temporanei o contratti di Rete, costituende o già costituite.

Presentazione delle domande dal 24/06/2017e sino al 21/09/2017 Sostegno alla valorizzazione economica dell’innovazion e Azione 1.1.5 Sostegno all' avanzamento tecnologico delle imprese Agevo lazione: contributo a fondo perduto Max 80 % delle spese ammissibili

- Tutte le imprese in forma singola o associata in ATS, ATI, Reti di impresa soggetto o contratto, in partenariato con Università, centri di ricerca pubblici e privato, distretti tecnologici regionali; - Reti di impresa costituente.

Presentazione delle domande dal 24/06/2017e sino al 28/09/2017 Sostegno all' avanzamento tecnologico delle imprese Fonte: www.porsicilia.it 21 21http://www.porsicilia.it/

(31)

31

Tavola 5: Ambiti, condizioni ed approfondimenti FONDO PERDUTO

Bando Agevolazione Destinat ari Scadenza Approfondi menti Indust ria culturale e creativa Agevolazione: combinazione tra finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto - Imprese dell’industria culturale e turistica - Terzo settore dell’industria culturale Procedura a sportello attiva dal 15/09/2016 Industria culturale e creativa Credit o d' imposta per investimenti in attività di ricerca e sviluppo Agevolazione: credito d' imposta Tutte le imprese Agevolazione concessa per investimenti effettuati dal 01/01/2015al 31/12/2019, d a indicare in sede di dichiarazione dei redditi

Credito d' imposta per attività di ricerca e sviluppo Smart & start Italia Agevolazione: combinazione tra contributo a fondo perduto e finanziamento a tasso zero - Start-up innovative di piccole dimensioni, costituite da non più di 48 mesi, - Persone fisiche che intendono costituire una start-up innovativa. Procedura a sportello attiva Smart & start Italia Acquis to e installazion e di sistemi ed apparati di sicurezza Agevolazione:

contributo a fondo perduto 50% degli investimenti - PMI commerciali - PMI artigianali che vendono i beni di produzione Presentazione domande a partire dal 08/06/2015 Acquisto ed installazione sistemi ed apparati di sicurezza

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32 propria Contra tto di sviluppo Agevolazione: combin azione tra contributo a fondo perduto e finanziamento a tasso agevolato Tutte le imprese Presentazione domande a partire dalle ore 12:00 del 10/06/2015 Contratto di sviluppo Contra tto di sviluppo a tutela ambientale Agevolazione: combin azione tra contributo a fondo perduto e finanziamento a tasso agevolato Imprese di qualsiasi dimensione - attive nei settori energivori (estrattivo, manifatturiero , siderurgico, etc.) - risultano qualificabili come a forte consumo di energia e rientranti nell' elenco presso la Cassa per i servizi energetici ed ambientali

Presentazione dalle ore 12:00 del 26/04/2017 PON Imprese 2014-2020 Contratto di sviluppo per la tutela ambientale Fonte: www.porsicilia.it

(33)

33

Tavola 6. Altri Finanziamenti previsti, tassi agevolati e condizioni.

TASSO AGEVOLATO

Bando Agevolazione Destinata ri Scadenza Approfondi menti Recupero edifici centri storici Sicilia Agevolazione: finanziamento a tasso zero

Cittadini privati

Procedura a sportello attiva

Recupero edifici nei centri storici SICILIA Autoimpiego -Selfiemployement Garanzia Giovani Agevolazione: finanziamento agevolato a tasso zero sino al 100% dell’investimento NEET- Giovani di età compresa tra 18 e 29 anni, iscritti al programma Garanzia giovani, residenti sul territorio nazionale, privi di occupazione, non inseriti in percorsi di studio o formazione o in tirocini formativi. Procedura a sportello attiva Autoimpiego- Selfiemployement Garanzia Giovani Nuove imprese a tasso zero Agevolazione: finanziamento agevolato a tasso zero sino al 75% dell’investimento Nuove iniziative imprenditoriali promosse da società costituite prevalentemente da giovani Max 35 anni o donne Procedura a sportello attiva. Nuove imprese a tasso zero Beni strumentali " Agevolazioni:

- contributo in conto interessi

PMI operanti in tutti Procedura a sportello attiva Beni strumentali "

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34 Nuova Sabatini" su finanziamento bancario

- garanzia dello Stato italiano sino all' 80% del finanziamento i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca dal 02/01/2017sino al 31/12/2018 Nuova Sabatini" Credito di esercizio CRIAS- Sicilia Agevolazione: finanziam ento a tasso agevolato

Imprese artigiane Procedura a sportello attiva Credito di esercizio Credito a medio termine CRIAS- Sicilia Agevolazione: finanziamento a tasso agevolato sino al 75% delle spese ammissibili Imprese artigiane o che intendono avviare un’attività artigiana Procedura a sportello attiva Credito a medio termine Fonte: www.porsicilia.it

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CAPITOLO II Finanziamenti ed Agevolazioni Comunitarie nel Settore AgricoloError! Bookmark not defined. 2.1 La Politica Agricola Comune (PAC) ... Error! Bookmark not defined.

2.1.2 Il Primo Pilastro della PAC. ... Error! Bookmark not defined. 2.1.3 IL Secondo Pilastro della PAC. ... Error! Bookmark not defined. 2.1.4 Il percorso della qualità ... Error! Bookmark not defined. 2.1.5 Le Condizioni del Settore Agricolo Nazionale ... Error! Bookmark not defined.

2.2 I finanziamenti e le agevolazioni nel settore Agricolo siciliano.Error! Bookmark not defined. 2.2.1 L’economia agricola siciliana. ... Error! Bookmark not defined.

2.2.2 Il settore vitivinicolo in Sicilia ... Error! Bookmark not defined. 2.3 Il Progetto di Sviluppo Rurale (PSR) Sicilia. ... Error! Bookmark not defined. 2.3.1 Le Priorità e le Misure del PSR Sicilia. ... Error! Bookmark not defined.

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CAPITOLO II Finanziamenti ed Agevolazioni Comunitarie nel Settore Agricolo

2.1 La Politica Agricola Comune (PAC)

La politica agricola comune (PAC) è la risposta dell’Europa all’esigenza di garantire un tenore di vita dignitoso a 22 milioni di agricoltori e lavoratori agricoli e un approvvigionamento alimentare stabile, diversificato e sicuro ai suoi 500 milioni di cittadini. In quanto politica comune per tutti i 28 paesi dell'UE, la PAC rafforza la competitività e la sostenibilità dell'agricoltura dell'Unione europea tramite pagamenti diretti miranti a stabilizzare i redditi degli agricoltori e finanzia progetti rispondenti alle esigenze specifiche di ogni paese attraverso programmi di sviluppo rurale nazio-nali (o regionazio-nali) riguardanti anche il più ampio contesto dell'economia rurale. La PAC, inoltre, prevede sia una serie di misure di mercato, tra cui strumenti atti a superare le difficoltà di mercato, sia altri interventi aggiuntivi a completamento della sua azione di sostegno agli agricoltori, quali i loghi di qualità o la promozione dei prodotti agricoli dell’UE. Il bilancio della PAC per il periodo 2014-2020 prevede una dotazione complessiva di 408,31 miliardi di euro sotto forma di finanziamenti UE, di cui 308,73 miliardi destinati ai pagamenti diretti e alle misure di mercato (il cosiddetto "primo pilastro”) e 99,58 miliardi per lo sviluppo rurale (il cosiddetto "secondo pilastro"). Entro il 2020 la nuova PAC porterà, all’Italia circa 37,5 miliardi di euronel settore agricolo e nelle zone rurali. L’Italia dispone comunque della flessibilità necessaria per poter adeguare alle sue esigenze specifiche sia i pagamenti diretti che i programmi di sviluppo rurale.22

La PAC per il periodo 2014-2020 mantiene i due pilastri ma rafforza i collegamenti tra di loro, fornendo così un approccio più integrato e generale alle misure di sostegno in questo settore. Più specificamente, introduce una nuova organizzazione dei pagamenti diretti più mirata, più equa e più «verde». Il regolamento

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(UE) n. 1307/2013, che rappresenta l'atto di base unico e fornisce un codice completo per i pagamenti diretti agli agricoltori, abroga quindi il regolamento (CE) n. 637/2008 del Consiglio e il regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio.23

L’architettura giuridica della nuova PAC rimane quella attuale con due pilastri, tre strumenti e due fondi. Il primo pilastro comprende gli interventi di mercato e il regime di pagamenti diretti agli agricoltori. Il secondo pilastro promuove lo sviluppo rurale. Anche per il periodo 2014 - 2020 il finanziamento della PAC sarà assicurato da due fondi:

– il Feaga (Fondo Europeo Agricolo di Garanzia);

– il Feasr (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale). Figura 5. Pilastri e Fondi della PAC.

I Pilastro II Pilastro FEAGA FEASR 23http://www.europarl.europa.eu/atyourservice/it/displayFtu.html?ftuId=FTU_5.2.5.html Sostegno allo sviluppo rurale Pagamenti diretti Interventi di mercato (OCM unica)

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38 2.1.2 Il Primo Pilastro della PAC.

In termini di meccanismi di sostegno diretto, si passa dal «disaccoppiamento» al «targeting». Il sistema che consiste nel disaccoppiare gli aiuti agricoli dalla produzione e fornire un sostegno generico al reddito, iniziato nel 2003, lascia ora il posto a un sistema in cui ogni elemento è associato a obiettivi specifici. I pagamenti unici per azienda sono sostituiti da un sistema di pagamenti multifunzionali con sette componenti:

1) un «pagamento di base» per ettaro, il cui importo deve essere armonizzato secondo criteri economici o amministrativi nazionali o regionali e sottoposto a un processo di convergenza (denominata «interna»);

2) una componente «verde», sotto forma di un sostegno supplementare a compensazione dei costi legati alla fornitura di beni pubblici ambientali non remunerati dal mercato;

3) un pagamento supplementare ai giovani agricoltori;

4) un «pagamento ridistributivo» che consente di rafforzare il sostegno per i primi ettari di un'azienda;

5) un sostegno aggiuntivo ai redditi nelle zone con vincoli naturali specifici; 6) un sostegno accoppiato alla produzione, concesso ad alcune zone o tipi di agricoltura per ragioni economiche o sociali;

7) un sistema semplificato facoltativo per i «piccoli agricoltori» che beneficiano di pagamenti non superiori a 1.250 EUR.

Le prime tre componenti sono obbligatorie per gli Stati membri, mentre le ultime quattro sono facoltative. Gli Stati membri devono destinare il 30 % della loro dotazione nazionale di pagamenti diretti al finanziamento della componente «verde». Il restante 70 % è utilizzato per finanziare la componente «pagamenti di base», previa deduzione degli importi impegnati per le riserve nazionali di diritti (obbligatori, fino al 3 % delle dotazioni nazionali), i pagamenti integrativi ridistributivi (fino al 30 %), i pagamenti a favore dei giovani agricoltori (fino al 2 %) o delle zone meno favorite (fino al 5 %) o i pagamenti accoppiati alla produzione (fino al 15 %). I nuovi pagamenti di base all'ettaro sono riservati ai soli agricoltori attivi (definiti sulla base di

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un elenco negativo che ogni Stato dovrà redigere). Inoltre, fino al 2019 questi pagamenti sono soggetti a un processo parziale di convergenza (denominata «esterna») tra gli Stati membri, senza eliminare del tutto l'eterogeneità esistente sul territorio europeo (in ragione delle diverse dotazioni di aiuti e superfici ammissibili nel 2015 attribuite a ciascuno Stato membro)24.

Un cambiamento fondamentale nella nuova PAC è rappresentato dall'applicazione delle nuove norme sull'"inverdimento", che evidenziano l'impatto positivo dell'agricoltura per l'intera società su questioni quali i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e la qualità del suolo. Nel quadro di questo sistema il 30 % della dotazione disponibile per i pagamenti diretti versati per ettaro è legato all'adozione di tre pratiche agricole ecologiche:

 la diversificazione delle colture

 il mantenimento dei pascoli permanenti

 la conservazione del 5 % delle aree di interesse ecologico

ovvero misure il cui impatto sia ritenuto almeno equivalente dal punto di vista dei benefici ambientali arrecati. Per i restanti pagamenti diretti italiani (dopo l'"inverdimento") il regime di pagamento di base (che sostituisce il regime di pagamento unico) porterà entro il 2019 ad una progressiva, anche se non piena, convergenza del livello dei pagamenti per ettaro. Le autorità italiane hanno deciso di destinare l'11 % della dotazione per i pagamenti diretti al sostegno accoppiato facoltativo (nei settori lattiero-caseario, delle carni bovine, delle carni ovine e caprine, delle colture proteiche, dei legumi da granella, del frumento duro, dell'olio d'oliva, del riso, della barbabietola da zucchero e dei pomodori destinati alla trasformazione). L’Italia, inoltre, applica il regime per i piccoli agricoltori, un sistema semplificato di sostegno forfettario per i beneficiari minori, con un pagamento annuo massimo procapite di 1.250 euro. Si tratta di un regime che riduce gli oneri amministrativi per questa categoria di agricoltori, li dispensa dall'applicazione delle norme sull'inverdimento e alleggerisce i controlli sulla condizionalità. Per rendere più equa la distribuzione del sostegno, le autorità italiane stanno diminuendo gli importi destinati

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ai maggiori beneficiari dei pagamenti diretti (applicando una riduzione del 50 % per gli importi superiori a 150.000 euro nel quadro del regime di pagamento di base, per singolo beneficiario, con un limite massimo di 500.000 euro).

Tra le altre modifiche introdotte dalla riforma della PAC figurano norme più rigide per gli agricoltori attivi che possono beneficiare di pagamenti diretti e un nuovo aiuto integrativo ai giovani agricoltori pari al 25 % per i primi 5 anni, che si somma alle sovvenzioni per l'insediamento già in vigore.25

2.1.3 IL Secondo Pilastro della PAC.

Come in passato, l'attuazione della politica di sviluppo rurale si basa sulla messa a punto da parte degli Stati membri (o delle loro regioni) di programmi di sviluppo rurale. Tali programmi pluriennali devono attuare una strategia personalizzata, che risponda contemporaneamente alle esigenze specifiche degli Stati membri (o delle regioni) e alle priorità della politica europea di sviluppo rurale. Tali programmi si basano su una serie di misure (che essi combinano) selezionate da un «menù» di misure europee, annoverate nel regolamento (UE) n. 1305/2013 e cofinanziate dal FEASR. I tassi di cofinanziamento variano a seconda delle regioni e delle misure interessate. I programmi devono essere approvati dalla Commissione europea e comportano altresì un piano di finanziamento e un insieme di indicatori di risultato. Un sistema comune di monitoraggio e valutazione della politica di sviluppo rurale è istituito nel quadro di una collaborazione tra la Commissione europea e gli Stati membri.

Nel corso dell'attuale periodo di programmazione, l'accento è stato posto sul coordinamento dell'azione del FEASR con quella degli altri Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE»): i fondi della politica di coesione (Fondo di coesione, Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP). Sono state stabilite delle norme comuni a tali fondi (regolamento (UE) n. 1303/2013), che comprendono un quadro strategico comune inteso ad agevolare il processo di programmazione e il

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