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Pianto Antico e San Martino

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Academic year: 2021

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Testo completo

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Prof.ssa Bosisio Laura

PIANTO ANTICO - Giosué Carducci

1. L'albero a cui tendevi

2. la pargoletta mano,

3. il verde melograno

4. da' bei vermigli fior,

5. nel muto orto solingo

6. rinverdì tutto or ora

7. e giugno lo ristora

8. di luce e di calor.

9. Tu fior della mia pianta

10. percossa e inaridita,

11. tu dell'inutil vita

12. estremo unico fior,

13. sei ne la terra fredda,

14. sei ne la terra negra;

15. né il sol più ti rallegra

16. né ti risveglia amor.

SAN MARTINO - Giosué Carducci

1. La nebbia a gl' irti colli

2. Piovigginando sale,

3. E sotto il maestrale

4. Urla e biancheggia il mar;

5. Ma per le vie del borgo

6. Dal ribollir de' tini

7. Va l'aspro odor de i vini

8. L'anime a rallegrar.

9. Gira su' ceppi accesi

10. Lo spiedo scoppiettando :

11. Sta il cacciator fischiando

12. Su l'uscio a rimirar

13. Tra le rossastre nubi

14. Stormi d'uccelli neri,

15. Com'esuli pensieri,

16. Nel vespero migrar.

Albero = è l’immagine-guida del componimento a volte simbolo della vitalità naturale a volte inaridito e infecondo.

Pargoletta = di fanciullo [in una prima redazione l'aggettivo era "piccoletta", la modifica ha conferito maggiore grazia poetica]. Gli aggettivi verde, vermigli comunicano la gioiosità della vita.

muto orto solingo: giardino (orto - latinismo) silenzioso e deserto; per contrasto gli aggettivi muto e solingo danno l'idea della morte.

rinverdì...ora: subito ritorna alla vita.

Tu..tu = anafora - il Poeta si rivolge al figlioletto; fior…inaridita: il bimbo era come un fiore (metafora) per il padre, che ora si sente come un albero percosso da un fulmine e disseccato; Pianta = metafora. Inutil vita = vita vuota e inutile;

L'ultima strofa è basata sul contrasto tra vita e morte.

sei..sei = anafora; fredda/negra = così è la terra del sepolcro in contrapposizione alla luce, ai colori e al tepore del sole.

Né…né = anafora.

La nebbia, sciogliendosi in una lieve pioggerella, risale per le colline rese ispide (irti colli, perchè i loro alberi in autunno sono spogli e scheletrici) dalle piante ormai prive di fogliame e, spinto dal vento freddo di nord-ovest (maestrale), il mare in burrasca é bianco di spuma e rumoreggia frangendosi sulla scogliera (urla –

personificazione del mare).

Ma (la congiunzione avversativa serve per contrapporre al

paesaggio desolato la vivacità del borgo in piena attività) per le vie del piccolo paese contadino (borgo: Bolgheri il paese dell'infanzia di Carducci) si diffonde, dai tini dove fermenta il mosto ( ribollir de’ tini - metonimia), l’odore aspro (aspro odor - sinestesia) del vino nuovo che rallegra i cuori [Allitterazione - la ripetizione del suono r nella seconda strofa le conferisce un timbro festoso] .

E intanto sulla brace del focolare scoppiettano le gocce di grasso che cadono dallo spiedo su cui cuoce la cacciagione

(Gira…scoppiettando - anastrofe); e il cacciatore se ne sta sull'uscio a guardare stormi di uccelli che,

a contrasto con le rosse (rossastre, per la luce del tramonto) nubi, sembrano neri, come quei pensieri (similitudine uccelli-pensieri) che che si vorrebbe mandar via lontano (esuli.. migrar) al tramonto (vespero, l'ora del vespro, coincidente all'incirca con il tramonto).

https://www.youtube.com/watch?v=

Bq_yOgUatMI

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