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Dighe. Impatto delle dighe sul territorio ticinese

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Academic year: 2021

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Paride Dedini

Relatore - Giancarlo Gianocca

Correlatore-Igor Ponti

Dighe.

Impatto delle dighe sul territorio ticinese.

1. 2.

3. 4.

1. Diga del Lucendro Veicolo in visita alla diga.

2. Diga del Luzzone Tunnel di accesso alla diga.

3. Diga del Sambuco Campo di sotto con il lago in secondo piano.

4. Diga del Luzzone Il lago in periodo primaverile.

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Abstract

Le immagini di questi soggetti sono un percorso d’accom-pagnamento, un viaggio esplorativo all’interno di zone rurali, boschi e vallate. Partendo dalla realtà locale ci si incammina in un percorso documentaristico, immortalando soggetti che suscitano stupore e sorpresa in quanto fuori contesto dal re-sto del territorio, lasciando aperti degli interrogativi. Poi ci si accorge invece, facendo astrazione da ogni giudizio, che al-cuni elementi artificiali hanno una loro identità e si integra-no pienamente in complemento a quelli che la Natura già ci regala. La progressione delle immagini tiene alta l’attenzione, incuriosendo e invitando a voler guardare con occhi diversi l’impatto visivo ed estetico che le stesse offrono.

L’obiettivo prefissato è quello di mostrare luoghi, in apparenza banali ma che invece danno delle chiavi di lettura diversificate a dipendenza della sensibilità e dell’apertura del fruitore. La costruzione delle immagini invoglia a fermare il tempo e a vo-ler contemplare le grandezze della Natura, abbinate a quelle dell’opera umana, giustificando i compromessi tra lo svilup-po economico e sociale e gli equilibri ambientali. Un racconto scorrevole e piacevole da sfogliare, semplice e onesto nella sua interpretazione, scevro da esaltazioni oppure critiche, un documentario su una realtà a volte strumentalizzata ma che è parte della nostra quotidianità territoriale. L’auspicio è di ri-uscire ad accompagnare per mano, suggerendo il cammino, anziché imporre i tempi e la meta finale.

Svolgimento

Studio varianti

Nonostante la certezza di voler approfondire questa tematica attraverso un libro fotografico, non mi era ben chiaro come affrontarla. Da lì a poco mi sono reso conto che le dighe ti-cinesi sono già state protagoniste di diversi libri. Colpito da un lieve sconforto iniziale, dove per un attimo ho pensato di riproporre un lavoro poco innovativo, ho riflettuto per trovare un nuovo modo di affrontare il tema.

Concetto di base

Partendo dalla citazione di Brassaï: “Per me la fotografia deve suggerire, non insistere o spiegare“, ho voluto immedesimarmi con questo spirito e impostare così la parte fotografica del mio lavoro. Il progetto si proietta con un taglio documentaristico, le dighe sono il mio punto di partenza per un’analisi delle con-seguenze d’impatto visivo ed estetico sul territorio, senza dare troppo peso alla loro ricaduta economica e sociale.

Questo lavoro di tesi parte da motivazioni legate alla curiosità e alla passione per

i paesaggi alpini nei quali spesso ci si imbatte con delle strutture enormi, che

ini-zialmente possono sembrare inadeguate. L’indagine sul territorio ha inizio

riper-correndo gli aspetti storici, culturali ed economici, legati a queste importanti

ope-re dell’uomo.

Campo d’azione

Desidero improntare il documento calibrando con cura il det-taglio narrativo delle immagini rispettandone l’aspetto este-tico, per valorizzare quei luoghi non particolarmente belli, ma affascinanti per la loro intersezione tra tradizionale e moder-no, tra natura e artificio e quelle località rurali, che in pochi anni si sono viste proiettate dal settore primario al terziario.

Il libro fotografico

Attraverso un’accurata selezione di 40 scatti ho dato vita ad un racconto che vuole essere un percorso, o meglio un viaggio d’avvicinamento a questi “paesaggi idroelettrici”. Un cammino quasi iniziatico che può essere intrapreso anche da altre per-sone e non solo dal sottoscritto.

Conclusioni

La parte più interessante del progetto, oltre alle conoscenze acquisite durante la fase di ricerca, è stata quella di rivivere i luoghi che già frequentavo e di riuscire ad ammirarli con occhi diversi. Ho scoperto un’infinità di ambienti e peculiarità che prima mi sembravano scontati e che ora hanno catalizzato la mia curiosità, la diga così come la vivevo da pescatore, oggi mi appare con un volto diverso e ciò non mi stupisce, poiché quando si tratta di fotografare, l’approccio nei suoi confronti è molto diverso.

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