ORTOMORFISMO PARAMORFISMO
L’Ortomorfismo e’ una conquista
che puo’ passare
attraverso il
Paramorfismo
Il
Paramorfismo
e’:
-una esagerazione delle varianti
anatomo-funzionali ortomorfiche
Il limite fra le due condizioni
e’ teoricamente netto
ma
- ATTEGGIAMENTI VIZIATI: sono vizi estetici dell’adolescenza che
alterano la statica e la dinamica del corpo.
- PARAMORFISMI: il significato etimologico del termine è “al di là”
(para) della forma (morfe). I paramorfismi sono caratterizzati da
modificazioni funzionali che comportano quasi sempre uno squilibrio muscolare non irreversibile. Una razionale chinesiterapia fornisce una reale possibilità d’intervento.
- DISMORFISMI: sono alterazioni morfologiche in cui risulta interessata la componente scheletrica.
Atteggiamento: Dorso curvo Paramorfismo
Atteggiamento
MERCOLEDI 07/11/2018
Lo sviluppo e il recupero delle capacità coordinative; I movimenti dei vari segmenti
del corpo; Lo sviluppo dell’equilibrio ,del tono muscolare; capacità condizionali;
Capacità condizionali
comprendono i presupposti determinati dai fattori
energetici e dagli aspetti strutturali. Sono
fortemente influenzate dai processi metabolici e
plastici; i fattori limitanti risiedono nella
disponibilità di energia e quindi nelle condizioni
organico-muscolari dell'individuo.
Sono quelle capacità che permettono di organizzare, regolare e controllare il
movimento.
La coordinazione è dunque l’attività neuro-fisiologica volta a regolare il sincronismo e l’entità della contrazione e del rilasciamento
dei vari muscoli, allo scopo di realizzare movimenti più o meno complessi,
perseguendo obiettivi prefissati.
Capacità coordinative
sono l’espressione della funzionalità del sistema
nervoso centrale (SNC) nell’organizzazione dei gesti
motori e determinano in modo importante la qualità
stessa del movimento e, quindi , la prestazione
dell’atleta.
Classificazione delle
capacità coordinative
Capacità coordinative
generali
Capacità coordinative
speciali
Generali
capacità di apprendimento motorio
capacità di controllo motorio
capacità di adattamento e trasformazione del movimento
Le capacità coordinative generali si esprimono
nell’apprendimento, regolazione e adattamento del
movimento. Nonostante vengano classificate in maniera
separata, il loro apporto è pressoché inscindibile, poiché è
quasi impossibile distinguere l’influenza delle singole
capacità generali sull’attività
Generali
Il loro incremento dipende
dallo sviluppo delle capacità
coordinative speciali, con le
quali interagiscono
strettamente; non si prestano
infatti ad essere stimolate in
forma rigorosamente
analitica.
Capacità di apprendimento
motorio.
Esprime l'attitudine all'apprendimento di
nuovi gesti e può essere valutata (anche se
grossolanamente) attraverso il parametro
tempo, cioè dalla rapidità con la quale
l'allievo si impadronisce correttamente di
un nuovo movimento di una certa
complessità.
Capacità di apprendimento
motorio.
L’acquisizione delle nuove abilità deve
avvenire attraverso ripetizioni coscienti e
controllate, lo sviluppo di questa capacità,
infatti, è massimo se le esercitazioni vengono
effettuate con attenzione e consapevolezza.
La capacità di apprendimento è alla base dello
MERCOLEDI 14/11/2018 Biomeccanica dell’arto inferiore; Rapporto
dell’articolazione sacro iliaca con l’articolazione coxo femorale;
Dinamica del passo, le fasi di appoggio; Trattamento e Pratica in
L’ANCA: Articolazione mobile
(Diartrosi)
ENARTROSI
Rachide lombare e bacino
CHINESIOLOGIA
Ritmo lombo pelvico
Colonna statica in posizione eretta. Postura normale con giusto rapporto delle tre curve fisiologiche Ad ogni variazione dell’A/S corrisponde una variazione
adattativa delle curve fisiologiche. Queste si accentuano o si riducono in misura tale da conservare l’allineamento con la linea d’appionbo e garantire così il mantenimento dell’equilibrio statico 1 2 3
Tracciata una retta orizzontale parallela al suolo, si congiungano con una linea i due punti corrispondenti:
SIPS – alla spina iliaca postero-superiore SIAS – alla spina iliaca antero-superiore.
Se l’angolo formato da questa linea, rispetto a quella
orizzontale, si aggira sui 12 gradi, l’inclinazione del bacino si considera normale
Se l’angolo misura dai 15 gradi in su, si valuta
un’antiversione tanto maggiore quanto più è prossimo o addirittura superiore ai 25 gradi
Se l’angolo è invece inferiore ai 10 gradi si calcola una
retroversione tanto maggiore quanto più si avvicina allo zero o ne scende al di sotto
Si tracciano tre rette orizzontali nei tre punti corrispondenti in: O – ombellico
SIPS – alla spina iliaca postero-superiore SIAS – alla spina iliaca antero-superiore.
Se la retta centrale, cioè quella passante per la SIPS, è in
posizione intermedia, pressochè equidistante dalle altre due, la posizione del bacino può essere considerata normale.
Se la retta centrale è più vicina a quella tracciata all’altezza dell’ombellico il bacino è inclinato in avanti, in antiversione.
Se la retta centrale è più prossima a quella che
attraversa la SIAS il bacino è in posizione invertita, cioè in
retroversione.
MOVIMENTI ARTICOLARI
• flessione dorsale • flessione plantare • eversione
Il corpo umano in atteggiamento eretto risolve il suo equilibrio generale assicurandosi che la
forza peso (P) cada dal baricentro (BR) all’interno del suo poligono di appoggio (BS).
Se però consideriamo che il corpo umano dispone di innumerevoli serie di gradi di libertà, vediamo come per ogni segmento
anatomico debbano intervenire forze alleate per il mantenimento dell’equilibrio stesso come la
forza muscolare.
EQUILIBRIO E
POSTURA
Ogni segmento del corpo umano appoggia sul segmento anatomico sottostante in modo tale che il suo baricentro non corrisponda al piano d’appoggio, per cui la forza di gravità è libera di sollecitare la caduta del segmento
anatomico considerato. Il capo si fletterebbe sul rachide, il tronco sul bacino, il bacino sugli arti inferiori fino alla caduta in avanti
dell’intero corpo, se non intervenissero “a tempo” i muscoli antigravitari ad ostacolare la caduta ed a realizzare così l’equilibrio: i
muscoli posteriori della nuca, due muscoli posteriori del tronco, 3-4 muscoli posteriori del bacino e delle cosce, 5 muscoli del
polpaccio. Patologie come mal di schiena, cefalee muscolo – tensive sono la
conseguenza di questa continua ricerca dell’equilibrio ottimale.
EQUILIBRIO
OTTIMALE
L’atteggiamento posturale influendo sulla muscolatura influisce anche sulla efficacia della locomozione
Nella stazione eretta comoda la linea
gravitaria cade ventralmente rispetto
all'articolazione tibio-tarsica
.
LEGENDA G = asse gravitario M = asse meccanico A = asse anatomico C.G.= centro di gravitàSi tratta in realtà di una condizione momentanea in quanto, passando la linea gravitaria davanti all'articolazione
tibiotarsica, il peso applica su di essa
movimenti rotatori che sollecitano il corpo in avanti. Il compito della muscolatura podalica e del tricipite della sura in particolare gastrocnemio e soleo, in funzione
antigravitria, è quello di neutralizzare tali
momenti rotatori, oltre quelli che inducono
oscillazioni sul piano frontale.
Il corpo umano è un sistema di
equilibrio instabile; l'altezza del
centro di gravità rispetto a una
base ristretta e la struttura
composta da una successione di
segmenti articolati, sono fattori
di instabilità. Solo il sistema
tonico posturale riesce a
ricercare l’equilibrio dinamico
stabile nella stazione eretta e
l'equilibrio dinamico instabile
durante la locomozione.
PRINCIPALI FUNZIONI DELL’APPARATO
LOCOMOTORE DURANTE IL CAMMINO
• Generazione di una forza propulsiva.
• Mantenimento della stabilita’ a livello superiore nonostante.
il continuo cambiamento della situazione posturale.
• Assorbimento dello shock dovuto all’impatto con il terreno
ad ogni passo.
• Conservazione dell’energia durante le funzioni precedenti al
CICLO DEL CAMMINO
Si definisce ciclo del cammino (gait cycle), il
periodo che intercorre tra due appoggi successivi
dello steso
arto al terreno.
Si suddivide quindi tale intervallo in due fasi distinte:
1. fase di stance, o fase di appoggio, durante la quale il piede rimane a
contatto con il terreno. Nella normale deambulazione occupa circa i 60 % del ciclo del passo, si accorcia sensibilmente con la corsa,
riducendosi fino al 37% nella corsa veloce.
2. fase di swing, fase di trasferimento o di sospensione. L’arto viene
FASE DI APPOGGIO
Contatto tallone: è una fase molto breve in cui il tallone del piede proiettato in avanti si trova a contatto con il suolo;
pieno appoggio: è la fase più lunga che inizia con lo stacco del piede controlaterale e termina quando il piede è
completamente appoggiato al suolo (calcagno, metatarso e dita appoggiate al terreno);
distacco tallone: questa fase termina quando l'arto controlaterale tocca il suolo e contemporaneamente si
assiste al distacco dal suolo del tallone del piede portante;
distacco dita: è una fase che termina con il distacco delle dita dal terreno, dopo la quale il peso del corpo viene
FASE DI APPOGGIO
Il centro di gravità del corpo migra ventralmente e il corpo si avvia a cadere in avanti. L'intervento del controllo muscolare, e il tempestivo contatto controlaterale, esercitano azione da freno. Nella fase finale il
calcagno si solleva dal terreno. Ciò fa sì che la aponeurosi plantare si accorcia tendendosi.
FASE DI TRASFERIMENTO
Fase iniziale: l'arto inferiore di interesse si sposta in avantiper opera dei muscoli flessori dell'anca dopo lo stacco delle dita del piede
Fase intermedia: l'arto preso in esame si sposta da una posizione posteriore al corpo ad una posizione anteriore. Contemporaneamente la caviglia si flette per opera del tibiale anteriore.
Fase finale: in questa fase si continua e termina il movimento precedente, il ginocchio e la caviglia
raggiungono la loro massima estensione preparando allo stesso tempo l'arto al contatto al suolo (appoggio del
FASE DI TRASFERIMENTO
La fase di trasferimento rappresenta la
preparazione per la fase di appoggio. La
rotazione interna dell'arto, attorno all'asse
meccanico, che inizia in questa fase, è
indispensabile premessa per la successiva
rotazione esterna.
NELLA DEAMBULAZIONE SI
ALTERNANO:
- Fase di rilassamento: il piede si appoggia al
suolo = rotazione interna della gamba
- Fase di irrigidimento: il piede va in
MERCOLEDI 21/11/2018 Anatomia e sistema articolare del piede; Struttura del piede
piatto e del piede cavo; Trattamento e pratica in palestra.
Il piede garantisce la trasmissione dei carichi
al suolo durante l’appoggio mono e
bipodalico. Oltre ad essere un organo di
sostegno meccanico esso assume un ruolo
importante nella acquisizione di numerose
informazioni estero e propriocettive.
Tale leva è sempre vantaggiosa in quanto il corpo dovendo restare tra F e P è inevitabilmente
dotato di un braccio di leva
inferiore a P. La forza P quindi si trova in una posizione di
privilegio che potrà essere maggiore o minore a seconda della differenza del suo braccio rispetto a quello di R, ma resta sempre in vantaggio quindi può permettersi anche di essere, in grandezza, inferiore a R ma sempre in grado di dominarla. Lo schiaccianoci è un esempio di leva di II ordine, dovendo
schiacciare cibi molto duri,
questo risulterebbe impossibile ad una qualunque forza
muscolare P , se questa non avesse un braccio di leva più lungo rispetto a R.
La forma del piede è in stretta relazione alla
sua funzione biomeccanica; sul piede,
infatti, si scaricano le forze relative al peso
dell’intero corpo sia nella statica che
L’uomo nel suo atteggiamento eretto prende contatto con il suolo attraverso la pianta del piede. Il peso P è trasmesso al suolo attraverso le linee che descrivono una semivolta ed i punti
di contatto del piede al suolo descrivono un semicerchio fissato dal calcagno margine esterno del piede, metatarso. Le forze si
scaricano in una semicupola ed il contatto con il suolo è in un cerchio che fa da base alla cupola stessa. I principali elementi che contrastano l’azione deformante del peso sono: la tensione
elastica dei legamenti plantari; e l’ancoraggio della volta da parte del tibiale posteriore.
Il piede costituisce un esempio di
leva di II° genere
Qui resistenza (peso) e
potenza (muscolo) si
trovano dalla
medesima parte
rispetto al fulcro, e la
potenza ne è più
lontana.
ANATOMIA
Lo scheletro del piede è costituito da 26 ossa
ed è strutturato in maniera ideale per
assicurare la massima efficienza nella
statica ed una ergonomia ottimale nella
ANATOMIA
Nella biomeccanica del piede il “dispositivo centrale” di controllo della gravità è il complesso articolare
peri-astragalico composto da:
1. a. tibio–peroneo-astragalica 2. a sotto- astragalica anteriore 3. a. sotto-astragalica posteriore 4. a. medio-tarsica o di Chopart
ANATOMIA
La caviglia è inoltre composta da molti legamenti che provvedono a stabilizzarla: 1. l. deltoide 2. l. talofibulare anteriore 3. l. talofibulare posteriore 4. l. calcaneofibulare 5. l. tibiofibulare anteriore
DEFORMITA’ DEL PIEDE
LE FORME PIU’ FREQUENTI SONO:
PIEDE PIATTO: DEL BAMBINO
(PARAMORFICO-CONGENITO)PIEDE CAVO;
PIEDE TORTO
PIEDE PIATTO PARAMORFICO
CONSIDERATO FINO AL 1 ANNO DI VITA FISIOLOGICO DOVUTO AD UN IPOTONIA MUSCOLARE E LASSITA’ LEGAMENTOSA, SE TALE
MORFOLOGIA
PERSISTE DOPO IL 1 ANNO SI ENTRA NELLA PATOLOGIA
ALTRO FATTORE PREDISPONENTE IL PIATTISMO E’ IL SOVRACCARICO
TRATTAMENTO
VIENE ESEGUITO MAGGIORMENTE QUANDO C’E’ CAUSA DI DOLORE LIMITANDO COSI LE ATTIVITA’ QUOTIDIANE.
INIZIO TRATT 3-4 ANNI CON CONTINUITA’ AVVALENDOSI DI PRESIDI DINAMICI (ORTESI, SUOLETTE SCARPE CORRETTIVE ECC..
PIEDE PIATTO VALGO CONGENITO
•
MALFORMAZIONE CONGENITA DIVERGENZA TRA
ASTRAGALO E CALCAGNO DA CONTRATTURA E DA
ANOMALIE ANATOMICHE PARTICOLARI
TRATTAMENTO
•
SE NON TROPPO GRAVI TRATT.ORTOPEDICO, PER
LE FORME IRRIDUCIBILI TRATT CHIRURGICO FINO
AI 5 ANNI SULLE PARTI MOLLI E, DOPO I 5 ANNI
ANCHE SULLE OSSA.
PIEDE PIATTO DELL’ADOLESCENTE
•
SI MANIFESTA VERSO I 14-15 ANNI GENERALMENTE
COLPISCE ENTRAMBI I PIEDI MA SPESSO E’ PIU’
ACCENTUATA SU UN SOLO PIEDE.
•
APPIATTIMENTO DELLA VOLTA PLANTARE, MUSC
PERONEO-LUNGO E LATERALE NON CONTROBILANCIA
QUESTA TENDENZA.
TRATTAMENTO
•
UGUALE A QUELLO DEL P.PIATTO PER L’INFANZIA, MA
UN RILIEVO IMPORTANTE L’ASSUME L’ESERCIZIO
PIEDE CAVO
• E’ CARATTERIZZATO DALL’AUMENTO DELLA VOLTA PLANTARE
NEL BAMBINO SI HANNO PIEDE CAVO VALGO - VARO, DI ORIGINE EREDITARIA, ED IL PIEDE CAVO NEUROLOGICO.
• TRATTAMENTO CHIRURGICO OSTEOTOMIE ALUNGAMENTI DEI TENDINI
• TRATTAMENTO ORTOP. CON SUOLETTE CORRETTIVE BEN COSTRUITE
• TRATTAMENTO CHINESIOLOGICO
• SI PONE LO SCOPO DI ALLUNGARE LE PARTI MOLLI, DEAMBULAZIONI IN SALITA SU PIANO INCLINATO PER ALLUNGARE LE PARTI MUSCOLARI RETRATTE
PIEDE TORTO
•
MALFORMAZIONE CONGENITA, CAUSA UNA
MALPOSIZIONE E LA COMPRESSIONE DEL FETO
ALL’INTERNO DI ESSO.
•
PUO’ ESSERE SEMPLICE ATTEGGIAMENTO
VIZIATO, RIDUCIBILE SENZA SFORZO;
•
ATTEGG. NON COMPLETAMENTE RIDUCIBILE
•
MALFORMAZIONE ESTREMA
Appoggio retropiede e spinta
ad artiglio delle dita dei piedi
Pedana
Tavola Propriecettiva circolare con pallina da centrare
Deambulazione su
Discofit
L' articolazione del ginocchio è composta dal femore, dalla tibia e dalla patella. Lo spessore della cartilagine ialina che riveste il territorio articolare del femore è di
2,5 - 3 mm, nella rotula raggiunge i 4 -5 mm. Tra il femore e la tibia sono interposti due menischi
Il menisco laterale
è più breve,(a forma di lettera o) in avanti si fissa all' estremità intercondiloidea della tibia e sulla faccia laterale
IL MENISCO MEDIALE
e’ piu’ lungo, semilunare (a forma di letteraC) ha origine dal margine infraglenoideo e si fissa alla fossa intercondiloidea posteriore e quella