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(1)

ORTOMORFISMO PARAMORFISMO

(2)

L’Ortomorfismo e’ una conquista

che puo’ passare

attraverso il

Paramorfismo

Il

Paramorfismo

e’:

-una esagerazione delle varianti

anatomo-funzionali ortomorfiche

(3)

Il limite fra le due condizioni

e’ teoricamente netto

ma

(4)
(5)

- ATTEGGIAMENTI VIZIATI: sono vizi estetici dell’adolescenza che

alterano la statica e la dinamica del corpo.

- PARAMORFISMI: il significato etimologico del termine è “al di là”

(para) della forma (morfe). I paramorfismi sono caratterizzati da

modificazioni funzionali che comportano quasi sempre uno squilibrio muscolare non irreversibile. Una razionale chinesiterapia fornisce una reale possibilità d’intervento.

- DISMORFISMI: sono alterazioni morfologiche in cui risulta interessata la componente scheletrica.

(6)

Atteggiamento: Dorso curvo Paramorfismo

(7)

Atteggiamento

(8)

MERCOLEDI 07/11/2018

Lo sviluppo e il recupero delle capacità coordinative; I movimenti dei vari segmenti

del corpo; Lo sviluppo dell’equilibrio ,del tono muscolare; capacità condizionali;

(9)

Capacità condizionali

comprendono i presupposti determinati dai fattori

energetici e dagli aspetti strutturali. Sono

fortemente influenzate dai processi metabolici e

plastici; i fattori limitanti risiedono nella

disponibilità di energia e quindi nelle condizioni

organico-muscolari dell'individuo.

(10)

Sono quelle capacità che permettono di organizzare, regolare e controllare il

movimento.

La coordinazione è dunque l’attività neuro-fisiologica volta a regolare il sincronismo e l’entità della contrazione e del rilasciamento

dei vari muscoli, allo scopo di realizzare movimenti più o meno complessi,

perseguendo obiettivi prefissati.

(11)

Capacità coordinative

sono l’espressione della funzionalità del sistema

nervoso centrale (SNC) nell’organizzazione dei gesti

motori e determinano in modo importante la qualità

stessa del movimento e, quindi , la prestazione

dell’atleta.

(12)

Classificazione delle

capacità coordinative

Capacità coordinative

generali

Capacità coordinative

speciali

(13)

Generali

capacità di apprendimento motorio

capacità di controllo motorio

capacità di adattamento e trasformazione del movimento

Le capacità coordinative generali si esprimono

nell’apprendimento, regolazione e adattamento del

movimento. Nonostante vengano classificate in maniera

separata, il loro apporto è pressoché inscindibile, poiché è

quasi impossibile distinguere l’influenza delle singole

capacità generali sull’attività

(14)

Generali

Il loro incremento dipende

dallo sviluppo delle capacità

coordinative speciali, con le

quali interagiscono

strettamente; non si prestano

infatti ad essere stimolate in

forma rigorosamente

analitica.

(15)

Capacità di apprendimento

motorio.

Esprime l'attitudine all'apprendimento di

nuovi gesti e può essere valutata (anche se

grossolanamente) attraverso il parametro

tempo, cioè dalla rapidità con la quale

l'allievo si impadronisce correttamente di

un nuovo movimento di una certa

complessità.

(16)

Capacità di apprendimento

motorio.

L’acquisizione delle nuove abilità deve

avvenire attraverso ripetizioni coscienti e

controllate, lo sviluppo di questa capacità,

infatti, è massimo se le esercitazioni vengono

effettuate con attenzione e consapevolezza.

La capacità di apprendimento è alla base dello

(17)

MERCOLEDI 14/11/2018 Biomeccanica dell’arto inferiore; Rapporto

dell’articolazione sacro iliaca con l’articolazione coxo femorale;

Dinamica del passo, le fasi di appoggio; Trattamento e Pratica in

(18)

L’ANCA: Articolazione mobile

(Diartrosi)

ENARTROSI

(19)

Rachide lombare e bacino

CHINESIOLOGIA

Ritmo lombo pelvico

(20)

Colonna statica in posizione eretta. Postura normale con giusto rapporto delle tre curve fisiologiche Ad ogni variazione dell’A/S corrisponde una variazione

adattativa delle curve fisiologiche. Queste si accentuano o si riducono in misura tale da conservare l’allineamento con la linea d’appionbo e garantire così il mantenimento dell’equilibrio statico 1 2 3

(21)
(22)

Tracciata una retta orizzontale parallela al suolo, si congiungano con una linea i due punti corrispondenti:

SIPS – alla spina iliaca postero-superiore SIAS – alla spina iliaca antero-superiore.

Se l’angolo formato da questa linea, rispetto a quella

orizzontale, si aggira sui 12 gradi, l’inclinazione del bacino si considera normale

Se l’angolo misura dai 15 gradi in su, si valuta

un’antiversione tanto maggiore quanto più è prossimo o addirittura superiore ai 25 gradi

Se l’angolo è invece inferiore ai 10 gradi si calcola una

retroversione tanto maggiore quanto più si avvicina allo zero o ne scende al di sotto

(23)

Si tracciano tre rette orizzontali nei tre punti corrispondenti in: O – ombellico

SIPS – alla spina iliaca postero-superiore SIAS – alla spina iliaca antero-superiore.

Se la retta centrale, cioè quella passante per la SIPS, è in

posizione intermedia, pressochè equidistante dalle altre due, la posizione del bacino può essere considerata normale.

Se la retta centrale è più vicina a quella tracciata all’altezza dell’ombellico il bacino è inclinato in avanti, in antiversione.

Se la retta centrale è più prossima a quella che

attraversa la SIAS il bacino è in posizione invertita, cioè in

retroversione.

(24)

MOVIMENTI ARTICOLARI

• flessione dorsale • flessione plantare • eversione

(25)

Il corpo umano in atteggiamento eretto risolve il suo equilibrio generale assicurandosi che la

forza peso (P) cada dal baricentro (BR) all’interno del suo poligono di appoggio (BS).

Se però consideriamo che il corpo umano dispone di innumerevoli serie di gradi di libertà, vediamo come per ogni segmento

anatomico debbano intervenire forze alleate per il mantenimento dell’equilibrio stesso come la

forza muscolare.

EQUILIBRIO E

POSTURA

(26)

Ogni segmento del corpo umano appoggia sul segmento anatomico sottostante in modo tale che il suo baricentro non corrisponda al piano d’appoggio, per cui la forza di gravità è libera di sollecitare la caduta del segmento

anatomico considerato. Il capo si fletterebbe sul rachide, il tronco sul bacino, il bacino sugli arti inferiori fino alla caduta in avanti

dell’intero corpo, se non intervenissero “a tempo” i muscoli antigravitari ad ostacolare la caduta ed a realizzare così l’equilibrio: i

muscoli posteriori della nuca, due muscoli posteriori del tronco, 3-4 muscoli posteriori del bacino e delle cosce, 5 muscoli del

polpaccio. Patologie come mal di schiena, cefalee muscolo – tensive sono la

conseguenza di questa continua ricerca dell’equilibrio ottimale.

EQUILIBRIO

OTTIMALE

(27)

L’atteggiamento posturale influendo sulla muscolatura influisce anche sulla efficacia della locomozione

(28)

Nella stazione eretta comoda la linea

gravitaria cade ventralmente rispetto

all'articolazione tibio-tarsica

.

LEGENDA G = asse gravitario M = asse meccanico A = asse anatomico C.G.= centro di gravità

(29)

Si tratta in realtà di una condizione momentanea in quanto, passando la linea gravitaria davanti all'articolazione

tibiotarsica, il peso applica su di essa

movimenti rotatori che sollecitano il corpo in avanti. Il compito della muscolatura podalica e del tricipite della sura in particolare gastrocnemio e soleo, in funzione

antigravitria, è quello di neutralizzare tali

momenti rotatori, oltre quelli che inducono

oscillazioni sul piano frontale.

(30)

Il corpo umano è un sistema di

equilibrio instabile; l'altezza del

centro di gravità rispetto a una

base ristretta e la struttura

composta da una successione di

segmenti articolati, sono fattori

di instabilità. Solo il sistema

tonico posturale riesce a

ricercare l’equilibrio dinamico

stabile nella stazione eretta e

l'equilibrio dinamico instabile

durante la locomozione.

(31)

PRINCIPALI FUNZIONI DELL’APPARATO

LOCOMOTORE DURANTE IL CAMMINO

• Generazione di una forza propulsiva.

• Mantenimento della stabilita’ a livello superiore nonostante.

il continuo cambiamento della situazione posturale.

• Assorbimento dello shock dovuto all’impatto con il terreno

ad ogni passo.

• Conservazione dell’energia durante le funzioni precedenti al

(32)

CICLO DEL CAMMINO

Si definisce ciclo del cammino (gait cycle), il

periodo che intercorre tra due appoggi successivi

dello steso

arto al terreno.

Si suddivide quindi tale intervallo in due fasi distinte:

1. fase di stance, o fase di appoggio, durante la quale il piede rimane a

contatto con il terreno. Nella normale deambulazione occupa circa i 60 % del ciclo del passo, si accorcia sensibilmente con la corsa,

riducendosi fino al 37% nella corsa veloce.

2. fase di swing, fase di trasferimento o di sospensione. L’arto viene

(33)
(34)

FASE DI APPOGGIO

Contatto tallone: è una fase molto breve in cui il tallone del piede proiettato in avanti si trova a contatto con il suolo;

pieno appoggio: è la fase più lunga che inizia con lo stacco del piede controlaterale e termina quando il piede è

completamente appoggiato al suolo (calcagno, metatarso e dita appoggiate al terreno);

distacco tallone: questa fase termina quando l'arto controlaterale tocca il suolo e contemporaneamente si

assiste al distacco dal suolo del tallone del piede portante;

distacco dita: è una fase che termina con il distacco delle dita dal terreno, dopo la quale il peso del corpo viene

(35)

FASE DI APPOGGIO

Il centro di gravità del corpo migra ventralmente e il corpo si avvia a cadere in avanti. L'intervento del controllo muscolare, e il tempestivo contatto controlaterale, esercitano azione da freno. Nella fase finale il

calcagno si solleva dal terreno. Ciò fa sì che la aponeurosi plantare si accorcia tendendosi.

(36)

FASE DI TRASFERIMENTO

Fase iniziale: l'arto inferiore di interesse si sposta in avanti

per opera dei muscoli flessori dell'anca dopo lo stacco delle dita del piede

Fase intermedia: l'arto preso in esame si sposta da una posizione posteriore al corpo ad una posizione anteriore. Contemporaneamente la caviglia si flette per opera del tibiale anteriore.

Fase finale: in questa fase si continua e termina il movimento precedente, il ginocchio e la caviglia

raggiungono la loro massima estensione preparando allo stesso tempo l'arto al contatto al suolo (appoggio del

(37)

FASE DI TRASFERIMENTO

La fase di trasferimento rappresenta la

preparazione per la fase di appoggio. La

rotazione interna dell'arto, attorno all'asse

meccanico, che inizia in questa fase, è

indispensabile premessa per la successiva

rotazione esterna.

(38)

NELLA DEAMBULAZIONE SI

ALTERNANO:

- Fase di rilassamento: il piede si appoggia al

suolo = rotazione interna della gamba

- Fase di irrigidimento: il piede va in

(39)

MERCOLEDI 21/11/2018 Anatomia e sistema articolare del piede; Struttura del piede

piatto e del piede cavo; Trattamento e pratica in palestra.

(40)

Il piede garantisce la trasmissione dei carichi

al suolo durante l’appoggio mono e

bipodalico. Oltre ad essere un organo di

sostegno meccanico esso assume un ruolo

importante nella acquisizione di numerose

informazioni estero e propriocettive.

(41)

Tale leva è sempre vantaggiosa in quanto il corpo dovendo restare tra F e P è inevitabilmente

dotato di un braccio di leva

inferiore a P. La forza P quindi si trova in una posizione di

privilegio che potrà essere maggiore o minore a seconda della differenza del suo braccio rispetto a quello di R, ma resta sempre in vantaggio quindi può permettersi anche di essere, in grandezza, inferiore a R ma sempre in grado di dominarla. Lo schiaccianoci è un esempio di leva di II ordine, dovendo

schiacciare cibi molto duri,

questo risulterebbe impossibile ad una qualunque forza

muscolare P , se questa non avesse un braccio di leva più lungo rispetto a R.

(42)

La forma del piede è in stretta relazione alla

sua funzione biomeccanica; sul piede,

infatti, si scaricano le forze relative al peso

dell’intero corpo sia nella statica che

(43)

L’uomo nel suo atteggiamento eretto prende contatto con il suolo attraverso la pianta del piede. Il peso P è trasmesso al suolo attraverso le linee che descrivono una semivolta ed i punti

di contatto del piede al suolo descrivono un semicerchio fissato dal calcagno margine esterno del piede, metatarso. Le forze si

scaricano in una semicupola ed il contatto con il suolo è in un cerchio che fa da base alla cupola stessa. I principali elementi che contrastano l’azione deformante del peso sono: la tensione

elastica dei legamenti plantari; e l’ancoraggio della volta da parte del tibiale posteriore.

(44)

Il piede costituisce un esempio di

leva di II° genere

Qui resistenza (peso) e

potenza (muscolo) si

trovano dalla

medesima parte

rispetto al fulcro, e la

potenza ne è più

lontana.

(45)

ANATOMIA

Lo scheletro del piede è costituito da 26 ossa

ed è strutturato in maniera ideale per

assicurare la massima efficienza nella

statica ed una ergonomia ottimale nella

(46)

ANATOMIA

Nella biomeccanica del piede il “dispositivo centrale” di controllo della gravità è il complesso articolare

peri-astragalico composto da:

1. a. tibio–peroneo-astragalica 2. a sotto- astragalica anteriore 3. a. sotto-astragalica posteriore 4. a. medio-tarsica o di Chopart

(47)

ANATOMIA

La caviglia è inoltre composta da molti legamenti che provvedono a stabilizzarla: 1. l. deltoide 2. l. talofibulare anteriore 3. l. talofibulare posteriore 4. l. calcaneofibulare 5. l. tibiofibulare anteriore

(48)

DEFORMITA’ DEL PIEDE

LE FORME PIU’ FREQUENTI SONO:

PIEDE PIATTO: DEL BAMBINO

(PARAMORFICO-CONGENITO)

PIEDE CAVO;

PIEDE TORTO

(49)
(50)

PIEDE PIATTO PARAMORFICO

CONSIDERATO FINO AL 1 ANNO DI VITA FISIOLOGICO DOVUTO AD UN IPOTONIA MUSCOLARE E LASSITA’ LEGAMENTOSA, SE TALE

MORFOLOGIA

PERSISTE DOPO IL 1 ANNO SI ENTRA NELLA PATOLOGIA

ALTRO FATTORE PREDISPONENTE IL PIATTISMO E’ IL SOVRACCARICO

TRATTAMENTO

VIENE ESEGUITO MAGGIORMENTE QUANDO C’E’ CAUSA DI DOLORE LIMITANDO COSI LE ATTIVITA’ QUOTIDIANE.

INIZIO TRATT 3-4 ANNI CON CONTINUITA’ AVVALENDOSI DI PRESIDI DINAMICI (ORTESI, SUOLETTE SCARPE CORRETTIVE ECC..

(51)

PIEDE PIATTO VALGO CONGENITO

MALFORMAZIONE CONGENITA DIVERGENZA TRA

ASTRAGALO E CALCAGNO DA CONTRATTURA E DA

ANOMALIE ANATOMICHE PARTICOLARI

TRATTAMENTO

SE NON TROPPO GRAVI TRATT.ORTOPEDICO, PER

LE FORME IRRIDUCIBILI TRATT CHIRURGICO FINO

AI 5 ANNI SULLE PARTI MOLLI E, DOPO I 5 ANNI

ANCHE SULLE OSSA.

(52)

PIEDE PIATTO DELL’ADOLESCENTE

SI MANIFESTA VERSO I 14-15 ANNI GENERALMENTE

COLPISCE ENTRAMBI I PIEDI MA SPESSO E’ PIU’

ACCENTUATA SU UN SOLO PIEDE.

APPIATTIMENTO DELLA VOLTA PLANTARE, MUSC

PERONEO-LUNGO E LATERALE NON CONTROBILANCIA

QUESTA TENDENZA.

TRATTAMENTO

UGUALE A QUELLO DEL P.PIATTO PER L’INFANZIA, MA

UN RILIEVO IMPORTANTE L’ASSUME L’ESERCIZIO

(53)

PIEDE CAVO

• E’ CARATTERIZZATO DALL’AUMENTO DELLA VOLTA PLANTARE

NEL BAMBINO SI HANNO PIEDE CAVO VALGO - VARO, DI ORIGINE EREDITARIA, ED IL PIEDE CAVO NEUROLOGICO.

• TRATTAMENTO CHIRURGICO OSTEOTOMIE ALUNGAMENTI DEI TENDINI

• TRATTAMENTO ORTOP. CON SUOLETTE CORRETTIVE BEN COSTRUITE

• TRATTAMENTO CHINESIOLOGICO

• SI PONE LO SCOPO DI ALLUNGARE LE PARTI MOLLI, DEAMBULAZIONI IN SALITA SU PIANO INCLINATO PER ALLUNGARE LE PARTI MUSCOLARI RETRATTE

(54)

PIEDE TORTO

MALFORMAZIONE CONGENITA, CAUSA UNA

MALPOSIZIONE E LA COMPRESSIONE DEL FETO

ALL’INTERNO DI ESSO.

PUO’ ESSERE SEMPLICE ATTEGGIAMENTO

VIZIATO, RIDUCIBILE SENZA SFORZO;

ATTEGG. NON COMPLETAMENTE RIDUCIBILE

MALFORMAZIONE ESTREMA

(55)

Appoggio retropiede e spinta

ad artiglio delle dita dei piedi

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Pedana

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Tavola Propriecettiva circolare con pallina da centrare

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Deambulazione su

Discofit

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(84)

L' articolazione del ginocchio è composta dal femore, dalla tibia e dalla patella. Lo spessore della cartilagine ialina che riveste il territorio articolare del femore è di

2,5 - 3 mm, nella rotula raggiunge i 4 -5 mm. Tra il femore e la tibia sono interposti due menischi

(85)

Il menisco laterale

è più breve,(a forma di lettera o) in avanti si fissa all' estremità intercondiloidea della tibia e sulla faccia laterale

(86)

IL MENISCO MEDIALE

e’ piu’ lungo, semilunare (a forma di letteraC) ha origine dal margine infraglenoideo e si fissa alla fossa intercondiloidea posteriore e quella

(87)
(88)

VARIAZIONE DELL’ ASSE

ARTICOLARE

(89)

ALCUNE TIPOLOGIE DI GINOCCHIO

(90)

I MOVIMENTI DEL GINOCCHIO

(91)

LEGAMENTI CROCIATI

.

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