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La realizzazione di un video come motivatore e facilitatore nell’apprendimento delle Scienze Naturali

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Academic year: 2021

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LAVORO DI DIPLOMA DI

TIFFANY FIORONI

MASTER OF ARTS IN SECONDARY EDUCATION

ANNO ACCADEMICO 2019/2020

LA REALIZZAZIONE DI UN VIDEO COME

MOTIVATORE E FACILITATORE

NELL’APPRENDIMENTO DELLE SCIENZE NATURALI

RELATORE

LUCA BOTTURI

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“I video sono degli “advance organizer”, dei veri e propri anticipatori di conoscenza”

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Ringraziamenti

Questa meravigliosa avventura non sarebbe mai stata possibile senza il supporto, l’aiuto, l’incoraggiamento e la disponibilità del mio relatore Luca Botturi. Ti ringrazio per avermi fatto scoprire un mondo meraviglioso a me prima sconosciuto, quello del VIDEO.

Un grazie particolare va a Lorenzo Destefani, il mio docente di pratica professionale, che ha da subito creduto in questo progetto ambizioso e non ha mai smesso di credere in me.

Un grazie speciale va sicuramente alla 1C di Breganzona, una classe spettacolare che, lavorando con molta costanza ed impegno, è riuscita a stupirmi durante tutte le lezioni e ha reso possibile il mio lavoro di diploma. Ringrazio inoltre tutti i genitori degli alunni della 1C e il Direttore della Scuola Media di Breganzona Fabrizio Buletti per avermi accordato il permesso di svolgere il mio lavoro di diploma.

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Abstract

Tiffany Fioroni

Master of arts in Insegnamento nelle Scuole medie

La realizzazione di un video come motivatore e facilitatore nell’apprendimento delle Scienze Naturali

Relatore: Luca Botturi Materia: Scienze Naturali

Questo lavoro di diploma documenta un percorso svolto con una prima media, per scoprire se la realizzazione di un video può essere considerata un motivatore e un facilitatore nell’apprendimento delle scienze naturali.

Il video è oggi il linguaggio più diffuso e denso di significato tra i giovani. Sebbene sia diventato molto facile realizzare dei video, c’è da parte dei docenti delle Scuole Medie ancora molta reticenza nel produrre dei video in classe con gli allievi.

Con la 1C di Breganzona, abbiamo progettato, filmato, registrato e montato un documentario che riassumeva i concetti più importanti dell’argomento suolo.

I risultati ottenuti sono stati sorprendenti. Il profitto ottenuto dagli allievi è nettamente aumentato grazie all’uso dei video in classe. Usando gli iPad come strumenti didattici nel percorso sul suolo, gli studenti hanno sviluppato in maniera più intensa le proprie competenze digitali, trasversali e disciplinari rispetto alle classiche lezioni svolte fino a quel momento. La motivazione dei ragazzi misurata con i 4 criteri del modello ARCS (attenzione, rilevanza, confidenza e soddisfazione) è notevolmente cresciuta grazie all’uso delle tecnologie. Alla maggior parte degli allievi piacerebbe ripetere questa esperienza sia durante le lezioni di scienze sia nelle altre materie scolastiche.

Produrre dei video durante le lezioni di scienze naturali, è stata un’esperienza estremamente positiva sotto tutti i punti di vista, sia per i miei allievi, sia per me docente.

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Sommario

Introduzione ... 1

Quadro teorico ... 3

Il rapporto dei giovani con i video ... 3

I video nelle classi scolastiche ... 4

Il video nel Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese ... 5

Competenze digitali sviluppate durante la realizzazione di un video ... 6

Il modello ARCS ... 8

Metologia ... 9

Progetto “Gico il lombrico” ... 9

Itinerario didattico ... 9

Il prodotto finale: il video “Gico il lombrico” ... 11

Raccolta dati ... 12

Questionari ... 12

Verifica sommativa e giudizi ... 14

Interviste ... 14

Analisi del video prodotto dagli allievi ... 15

Risultati ... 17

Motivazione... 17

Apprendimenti disciplinari ... 24

Competenze trasversali in particolare digitali ... 26

Quattro storie particolari ... 28

Discussione ... 31

Limiti e possibili sviluppi del progetto ... 33

Conclusione ... 35 Bibliografia ... 37 Allegati ... 39 Allegato 1 ... 40 Allegato 2 ... 66 Allegato 3 ... 67 Allegato 4 ... 71 Allegato 5 ... 77 Allegato 6 ... 81 Allegato 7 (multimediale) ... 83

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Introduzione

Ho deciso di svolgere il mio lavoro di diploma sulle tecnologie e i media digitali, in quanto credo che questo tema sia di attualità e di grande importanza al giorno d’oggi per l’insegnamento nelle Scuole Medie ticinesi. Come docenti, non possiamo fare finta che le tecnologie non esistano e che non stiano invadendo sempre di più le nostre vite e quelle dei nostri allievi.

I nostri studenti appartengono alla generazione degli iGen, ovvero la prima a raggiungere l’adolescenza e la preadolescenza tenendo costantemente tra le mani uno strumento “i”, come l’iPhone, l’iPad, o in generale uno smartphone o un tablet (Twenge, 2017).

Chi meglio di noi può sensibilizzare i giovani a un uso intelligente e consapevole dei media?

Nella prima parte dell’anno scolastico, avevo notato che i miei allievi di 1C non “sprizzavano” particolarmente di motivazione durante le mie lezioni. Grazie al lavoro di diploma, ho voluto scoprire se, rispetto alle classiche schede che avevo usato fino a quel momento, l’uso di un iPad per filmare e montare un video potesse avere un influsso positivo sulla motivazione dei miei allievi e facilitarne il processo di apprendimento.

Una grande sfida di progettazione è stata quella di integrare la realizzazione di un video con i contenuti disciplinari che devo trattare in classe secondo il programma. È importante sottolineare che il progetto “Gico il lombrico” rientra pienamente nei contenuti da sviluppare in prima media nella mia materia e che i video sono stati utilizzati come un linguaggio didattico disciplinare e non come un mero divertimento.

Nell’anno scolastico 2018-2019 ho avuto il grande piacere di insegnare scienze naturali alla 1C della Scuola Media di Breganzona. Questa classe era composta da 10 ragazze e 9 ragazzi. Ho deciso di sviluppare il mio lavoro di diploma con questa classe, in quanto composta da allievi molto indipendenti, sempre motivati ad accogliere nuove sfide e con capacità scolastiche molto eterogenee.

La mia ricerca sarà alimentata dalla seguente domanda:

La realizzazione di un video (progettare, filmare, girare e montare) è un motivatore e/o un facilitatore nell’apprendimento delle scienze naturali?

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Quadro teorico

Il rapporto dei giovani con i video

Il video può essere definito il “linguaggio nativo” dei giovani del giorno d’oggi, che consumano il più alto numero di ore di immagini in movimento di sempre.

In pressoché ogni economia domestica svizzera sono disponibili cellulari, computer o laptop con accesso a internet “anywhere” e “anytime”(Waller, 2018). Negli ultimi anni la diffusione dei media digitali ha portato a grandi cambiamenti nell’uso del tempo libero. I ragazzi trascorrono un considerevole lasso di tempo online. Infatti, mediamente, nelle giornate infrasettimanali, i giovani trascorrono 2 ore e 30 minuti in internet, mentre nel fine settimana fino a 4 ore (Waller, 2018). L’attività nel tempo libero svolta individualmente più volentieri dagli adolescenti svizzeri è l’utilizzo dei media audiovisivi, tra cui guardare video (Waller, 2018). Grazie a un servizio gratuito e libero come Youtube, i video sono i media online oggigiorno più usati (Mascheroni & Ólafsson, 2018) e tra le applicazioni preferite nello smartphone, al quarto posto, dopo Instagram, WhatsApp e Snapchat, si colloca Youtube (Waller, 2018). La maggioranza dei giovani, guarda video in internet almeno più volte alla settimana (Waller, 2018). I portali video vengono principalmente usati per due scopi. In primo luogo per l’intrattenimento. Infatti, gli adolescenti amano guardare assiduamente i video su Youtube, sui social media e i film, i documentari e le serie in streaming. In secondo luogo, i portali video come Youtube sono usati dalla metà dei ragazzi come fonti di informazioni (Mascheroni & Ólafsson, 2018; Waller, 2018).

Ultimamente, grazie agli smartphone e all’uso di strumenti come la GoPro è diventato molto semplice produrre dei brevi video (Botturi et al., 2014). Inoltre, la diffusione dei social media come per esempio Instagram, ha offerto dei nuovi canali per la diffusione di materiali video.

Contrariamente a quanto ci si aspetta, solamente pochi giovani usano internet in modo attivo pubblicando del materiale digitale. Infatti, solamente il 9% ammette di caricare ogni giorno o più volte alla settimana dei video. La maggior parte degli adolescenti non esercita mai questa attività e fa un uso passivo dei video, unicamente come spettatore (Waller, 2018).

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I video nelle classi scolastiche

La Commissione Europea ha pubblicato un rapporto sull’uso dei film nelle scuole europee. Secondo questo studio, molti docenti descrivono l’alfabetizzazione cinematografica in classe come una pratica rara e sporadica (Tornero et al., 2015).

Al contrario, in una ricerca svolta in Ticino per scoprire come i docenti usano i video a scuola, è emerso che il 77% dei docenti che hanno risposto al questionario usano dei video durante le loro lezioni (Botturi et al., 2015; da questa fonte sono presi anche i dati menzionati qui di seguito). I docenti di livello scolastico superiore usano più video rispetto a quelli di ordine scolastico inferiore. Al contrario di quanto ci si aspettava, i docenti più anziani usano maggiormente i video rispetto a quelli più giovani. Questo risultato è probabilmente dovuto a una più ampia esperienza professionale. Lo studio ha dimostrato che l’uso dei media in privato non ha influenza sull’uso dei media a scuola, ma che i docenti che si sentono più competenti con le tecnologie tendono a portare più video in classe e viceversa. I documentari della durata di circa 10 minuti sono i video più usati in classe. I docenti ricorrono all’uso dei video come momento di apprendimento integrato o per introdurre o riassumere un concetto. Il video tuttavia non viene in generale considerato dai docenti come una risorsa “seria” sulla quale far studiare i propri allievi. I docenti usano 3 criteri per decidere se portare un video in classe da usare come supporto didattico: il video deve essere di buona qualità, deve essere facile da trovare sulla rete e deve essere corto.

Purtroppo le scuole faticano ancora a trovare lo spazio per usare i video in modo sistematico (film, cortometraggi, documentari, ecc.) come strumento didattico in classe e quindi i giovani sono poco educati a leggere criticamente il materiale visivo. Non è da sottovalutare il problema della mancanza di apparecchiature digitali funzionanti nelle scuole ticinesi. Fortunatamente, le scuole cantonali stanno però prendendo nuovi provvedimenti, investendo sempre più risorse in questo ambito.

Oltre ad usare poco i video in classe, la realizzazione di un video/film in classe è una pratica quasi sconosciuta nelle scuole ticinesi, nonostante al giorno d’oggi sia diventato molto semplice dal punto di vista tecnico creare sequenze video e registrare degli audio. Da un certo punto di vista, questo significa non sfruttare le innumerevoli opportunità didattiche che la produzione video offre. I materiali audiovisivi sono infatti dei materiali flessibili, utilizzabili all’interno di tutte le materie scolastiche (promuovono l’interdisciplinarietà), adattabili didatticamente ad allievi di varie età e capacità scolastiche (permettono un’ottima differenziazione in classe) (Frau-Meigs, 2006). Oltre che a promuovere lo sviluppo di innumerevoli competenze digitali e non, realizzare dei video in classe ha anche un forte impatto positivo sulla motivazione dei ragazzi. Inoltre, la produzione di video in

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classe, apre nuovi canali espressivi e rende consapevoli i giovani del funzionamento dei linguaggi cinematografici e televisivi (Botturi, 2015).

Usare di più i video in classe, permetterà inoltre di educare i giovani a un uso critico e consapevole dei media digitali. Infatti, le ricerche di EuKids Online 2017 (Mascheroni & Ólafsson, 2018) hanno dimostrato che i rischi e le opportunità di internet vanno di pari passo. Più i giovani usano internet, più beneficiano delle opportunità online e acquisiscono competenze digitali, più si espongono a dei rischi (bullismo, hate speech, sexting, pornografia, dipendenza, ecc.). Spetta a noi docenti da una parte sensibilizzare gli adolescenti ai potenziali rischi legati all’uso dei media e dall’altra parte mostrare ai giovani come usare le tecnologie in modo utile e benefico.

Il video nel Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese

L’impiego delle tecnologie e dei media nelle scuole dell’obbligo ticinesi è un auspicio del DECS, come riportato ampiamente nel Piano di studio della scuola dell’obbligo (DECS, 2015).

Nel documento vengono identificati cinque ambiti di Formazione generale tra cui Tecnologie e media (DECS, 2015, pp. 44-46). I contesti di Formazione generale sono di ordine educativo e aprono agli allievi la cosciente assunzione dei valori sociali e la possibilità di una positiva integrazione nel mondo sociale e lavorativo. Per quanto riguarda le tecnologie e i media, lo scopo è quello di sviluppare nell’allievo un senso critico, etico ed estetico nei confronti delle nuove tecnologie e della comunicazione (ICT). Una competenza di grande rilevanza da promuovere a scuola è la capacità di produrre comunicazioni multimediali. È fondamentale introdurre e formare gli allievi all’uso degli strumenti informatici, multimediali e della comunicazione digitale. Come docenti dobbiamo promuovere l’utilizzo di queste possibilità tecnologiche nel lavoro scolastico in funzione di obiettivi formativi disciplinari, trasversali o pluridisciplinari. Usando i video, molte sono le competenze trasversali che vengono sollecitate: saper come cercare, trovare, archiviare e richiamare informazioni, stabilire nessi e organizzare informazioni e concetti, ecc.

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Per quanto riguarda i video, di seguito riporto le competenze in ambito mediale che andrebbero sviluppate nei vari cicli di scuola (DECS, 2015, pp. 45-46):

1° ciclo • Produzione di realizzazioni utilizzando media diversi come il video

Documentazione di esperienze significative attraverso gli strumenti multimediali 2° ciclo • Produzione di documenti di varia natura e forma, creati in relazione al lavoro svolto in

classe

• Riconoscimento delle caratteristiche principali delle comunicazioni televisive, cinematografiche e multimediali

3° ciclo • Uso e produzione di documenti creati in ambiti multimediali

Utilizzo di documenti e materiali di varia origine, riflettendo sulle loro specificità, peculiarità, vantaggi e svantaggi, utilizzabilità, ecc.

Documentazione dei propri interessi (prodotto audio-video)

Riconoscimento di come i diversi media elaborano l’informazione e la diffondono • Utilizzo delle tecnologie digitali per documentare aspetti del contesto in cui si vive

In questo lavoro di diploma metterò a fuoco come la produzione di un video nelle ore di scienze naturali abbia un impatto su: (1) la motivazione, (2) gli apprendimenti disciplinari e (3) le competenze trasversali, in particolare quelle digitali. Lo sviluppo di questi tre ambiti è ovviamente interrelato. Nelle prossime sezioni presenterò i modelli teorici su cui si basa il mio lavoro per quanto riguarda lo sviluppo di competenze digitali e la motivazione.

Competenze digitali sviluppate durante la realizzazione di un video

Per il mio lavoro di diploma ho deciso di prendere come riferimento il modello DigComp (competenze digitali per la cittadinanza) e il modello JISC (developing digital literacies), in quanto non essendoci un modello generale condiviso, questi due modelli rappresentano dei buoni esempi a livello europeo.

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Il modello DigComp (competenze digitali per la cittadinanza) è un quadro comune di riferimento europeo per le competenze digitali dei cittadini. Le competenze digitali vengono descritte in termini di conoscenze, abilità e atteggiamenti.

Riferendomi al DigComp 2.0, la realizzazione di un video in classe sviluppa le seguenti competenze digitali (Vuorikari et al., 2016):

Il progetto “Gico il lombrico” va a sviluppare principalmente l’area 3 (creazione di contenuti digitali) del modello DigComp.

Il programma JISC (Developing Digital Literacies) promuove lo sviluppo di strategie istituzionali coerenti, inclusive e olistiche per l’alfabetizzazione digitale degli studenti del Regno Unito. Riferendomi ai modelli del JISC, la realizzazione di un video in classe sviluppa le seguenti competenze digitali (“Developing Digital Literacies", 2014):

Information literacy • Trovare, interpretare, gestire e condividere informazioni Media literacy • Leggere criticamente e produrre creativamente messaggi con

diversi media

Comunicare e collaborare • Partecipare con altri in reti digitali per l’apprendimento ICT literacy • Adottare, adattare e usare dispositivi digitali e applicazioni Saper imparare • Studiare e apprendere efficacemente in ambienti tecnologizzati

formali e informali

Il progetto “Gico il lombrico” va a sviluppare principalmente gli ambiti della Media literacy (produrre creativamente messaggi con diversi media), della ICT literacy (usare dispositivi digitali e applicazioni) e del Saper imparare (studiare e apprendere efficacemente in ambienti tecnologizzati formali).

Area 1. Informazione e data literacy • Gestire dati, informazioni e contenuti digitali Area 2. Comunicazione e collaborazione • Interagire con le tecnologie digitali

• Collaborare attraverso le tecnologie digitali Area 3. Creazione di contenuti digitali • Sviluppare contenuti digitali

• Integrare e rielaborare contenuti digitali Area 5. Problem solving • Usare creativamente le tecnologie digitali

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Analizzando il documentario finale “Gico il lombrico” potrò valutare se i miei allievi sono stati in grado di usare correttamente i dispositivi digitali, usufruire delle applicazioni fornite e sviluppare creativamente dei video pertinenti alla durata e ai contenuti disciplinari richiesti. Osservando le note ricevuti dagli allievi nella verifica sommativa potrò vedere se sono stati in grado di studiare e apprendere efficacemente in ambienti tecnologizzati formali.

Il modello ARCS

Tra le diverse teorie che collegano l’apprendimento e la motivazione, risulta di particolare interesse lo studio di J. Keller, sintetizzato nel modello ARCS. Keller propone infatti quattro condizioni (attenzione, rilevanza, confidenza e soddisfazione) che devono essere soddisfatte e favorite con strategie didattiche adeguate per mantenere e accrescere la motivazione negli allievi (Keller, 2010).

Attenzione (A): è il primo e più importante aspetto del modello ARCS. È fondamentale alimentare

e mantenere l’interesse e la curiosità degli allievi proponendo novità, imprevisti, problemi stimolanti e dinamici.

Rilevanza (R): è fondamentale che quanto insegnato risulti pertinente e significativo per gli allievi,

legato cioè ai loro interessi e obiettivi personali. Come docente è importante presentare chiaramente gli obiettivi e la loro ricaduta, assecondare i bisogni e gli interessi degli allievi e contestualizzare i concetti cercando di collegarli al vissuto degli alunni.

Confidenza (C): è necessario che gli studenti sperimentino il successo e abbiano fiducia nelle proprie

capacità. Gli allievi vanno responsabilizzati e devono capire che il successo è legato allo sforzo e all’impegno che investono. Come docenti è importante chiarire quali sono le modalità di valutazione e gli obiettivi di apprendimento.

Soddisfazione (S): è indispensabile che gli allievi possano provare sentimenti positivi sui propri

successi e dalle esperienze di apprendimento. La soddisfazione può aumentare grazie a dei rinforzi intrinseci o con delle ricompense estrinseche fornite dal docente. L’importante è che l’insegnante tratti i suoi allievi in modo equo e coerente.

Nei 2 questionari del mio lavoro di diploma, userò questi 4 criteri per verificare se l’uso di strumenti tecnologici in classe abbia avuto un impatto positivo sulla motivazione degli allievi.

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Metologia

Progetto “Gico il lombrico”

Nel primo anno di Scuola Media, il suolo e l’essere vivente sono due temi fondamentali presenti nel Piano di formazione delle scienze naturali. Per il mio lavoro di diploma, ho ideato un progetto con lo scopo di costruire in classe la “miglior casa possibile” per Gico, un lombrico.

Dopo una prima uscita all’esterno nel bosco del Pradello di Breganzona e una raccolta delle concezioni, la classe si è divisa in 6 gruppi da 3-4 allievi. 5 gruppi si sono specializzati ognuno in una diversa caratteristica del suolo, mentre un gruppo si è occupato di studiare in dettaglio il lombrico. Dopo aver svolto diversi esperimenti progettati da me docente e aver letto molti documenti selezionati

(vedi allegato 1), ogni gruppo ha dovuto riassumere i punti chiave delle sue scoperte progettando,

filmando, registrando e montando un video della durata indicativa di 2-3 minuti.

Montando insieme i 6 video, abbiamo ottenuto un breve documentario che ha permesso a tutta la classe di vedere le scoperte effettuate dagli altri gruppi. Grazie al documentario, siamo riusciti tutti insieme a costruire un lombricaio, dove Gico ha potuto vivere nelle condizioni migliori.

Itinerario didattico

Il progetto “Gico il lombrico” è durato due mesi e mezzo. Gli allievi hanno lavorato al mio progetto 3 ore ogni settimana, per un totale di 30 ore. A titolo di confronto, qualora avessi trattato il contenuto del suolo nella “maniera tradizionale”, quindi con lezioni, esperimenti e osservazioni, avrei impiegato indicativamente lo stesso numero di ore.

Data Attività Traguardi di apprendimento

26 marzo 2019

-Mappa mentale per raccogliere le concezioni (prima in classe e poi fuori all’aperto).

-Uscita al Pradello per raccogliere il suolo di prato e quello di bosco.

-Prove di filmati con l’iPhone all’aperto.

Alla fine della lezione, gli allievi avranno costruito la loro mappa mentale in base alle loro

preconoscenze.

• Alla fine della lezione, gli allievi, grazie all’uscita al Pradello, avranno famigliarizzato con il suolo e scoperto che esistono delle differenze tra quello di prato e quello di bosco.

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1 aprile 2019

Riguardando le prove dei filmati raccolti nel bosco, i ragazzi decidono i criteri per la buona riuscita di un filmato.

• Alla fine della lezione, gli allievi avranno capito come realizzare un buon filmato.

2/8/9/15/16 aprile 2019

Gruppo 1: il suolo nasce,

cresce e diventa adulto. • Alla fine di queste lezioni, gli allievi saranno in grado di riordinare delle fotografie basandosi su delle categorie.

• Alla fine di queste lezioni, gli allievi saranno in grado di osservare minuziosamente tre sassi e di descriverli e confrontarli sulla base di categorie. • Alla fine di queste lezioni, gli allievi avranno

capito cos’è il suolo, come si origina un suolo e quali sono i fattori che influenzano la formazione del suolo.

Gruppo 2: un frullato di

suolo. • Alla fine di queste lezioni, gli allievi avranno osservato, descritto e confrontato basandosi su delle categorie il suolo di prato e di bosco sedimentato.

Alla fine di queste lezioni, gli allievi avranno imparato che la componente solida del suolo è composta da particelle di diverse dimensioni. • Alla fine di queste lezioni, gli allievi avranno

compreso che il profilo di un suolo è composto da diversi orizzonti.

Gruppo 3: l’acqua che scende

nel suolo. • Alla fine di queste lezioni, gli allievi avranno progettato e sperimentato un confronto basato sull’effetto. Dovranno infatti ordinare due

tipologie di suoli (ghiaioso e sabbioso) in base alla loro permeabilità all’acqua.

• Alla fine di queste lezioni, gli allievi avranno descritto il suolo ghiaioso e sabbioso in base alla loro permeabilità e al loro potere filtrante. Gruppo 4: l’acqua che sale

nel suolo. • Alla fine di queste lezioni, gli allievi avranno progettato e sperimentato un confronto basato sull’effetto. Dovranno infatti ordinare due

tipologie di suoli (ghiaioso e sabbioso) in base alla loro capacità di assorbimento.

Alla fine di queste lezioni, gli allievi avranno capito il fenomeno della capillarità.

Gruppo 5: cosa si nasconde

nel suolo? • Alla fine di queste lezioni, gli allievi avranno misurato precisamente e con degli strumenti appropriati il contenuto di acqua in 200 g di suolo. • Alla fine di queste lezioni, gli allievi avranno

scoperto che la porosità dei suoli è influenzata dalle dimensioni medie delle particelle solide e che

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la porosità influenza la quantità di aria e di acqua che può contenere un suolo.

Gruppo 6: il lombrico. • Alla fine di queste lezioni, gli allievi avranno osservato attentamente al binoculare l’essere vivente del lombrico e scoperto diverse sue nuove caratteristiche.

Alla fine di queste lezioni, gli allievi, attraverso la lettura di diversi documenti, avranno capito come funziona la riproduzione del lombrico, di cosa si nutrono questi animali, di cosa hanno bisogno per vivere e il loro ruolo fondamentale per i suoli.

Progettazione del video:

compilazione della scheda chi parla, cosa dice, chi filma, cosa filma.

Alla fine di queste lezioni, gli allievi avranno capito, sia svolgendo i loro esperimenti, sia attraverso la lettura dei documenti, quali sono gli aspetti fondamentali del loro tema e li avranno riassunti nella scheda di progettazione del video. • Alla fine di queste lezioni, ogni gruppo avrà

proposto dei suggerimenti per costruire la miglior casa possibile per Gico il lombrico.

29/30 aprile, 5

maggio 2019 Filmare le diverse scene del video. • Alla fine di queste lezioni, gli allievi avranno filmato tutte le scene che costituiranno la loro parte del documentario.

7/13/14

maggio 2019 Registrare il vocale e montare il video che

riassume l’indagine svolta.

• Alla fine di queste lezioni, gli allievi avranno imparato a registrare un vocale e a montare un video con l’applicazione iMovie.

20/21/27 maggio 2019

Visione del documentario prodotto, fissare tutti insieme i concetti più importanti, costruzione del lombricaio migliore per Gico.

• Alla fine di queste lezioni, gli allievi dovranno riuscire ad avere una visione generale dei concetti più importanti del suolo e dell’essere vivente del lombrico.

28 maggio

2019 Verifica sommativa. • Gli allievi dovranno dimostrare individualmente quanto appreso grazie a questo progetto.

Il prodotto finale: il video “Gico il lombrico”

La realizzazione del documentario finale ha comportato diverse fasi di lavoro.

Prima fase: durante l’escursione iniziale al Pradello per andare a raccogliere il suolo di prato e il

suolo di bosco, gli allievi hanno provato a filmare alcune scene con l’ausilio dei loro iPhone. Tornati in classe, abbiamo riguardato insieme tutti i video realizzati e abbiamo definito i criteri per la riuscita di un buon filmato e cosa invece era meglio evitare. Ecco i criteri definiti dagli allievi:

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Cosa fare Cosa evitare

• Pianificare bene quello che vogliamo dire • Quando si parla di qualcosa, bisogna sempre

mostrarlo

• Parlare ad alta voce • Dire una cosa alla volta • Parlare lentamente

• Fare un’azione ripetitiva per troppo tempo • Rumore di sottofondo

• Fare movimenti troppo veloci

Seconda fase: dopo aver svolto i loro esperimenti e capito quali erano i punti chiave da mettere in

evidenza per la riuscita della costruzione del miglior lombricaio, ogni gruppo ha dovuto riempire la scheda di progettazione (vedi allegato 2). Ogni scheda doveva contenere il numero del gruppo, il numero della scena e le seguenti informazioni: chi parla, cosa dice, chi filma e cosa filma.

Terza fase: utilizzando l’applicazione Fotocamera, gli allievi hanno filmato le scene dei loro

esperimenti rispettando la lunghezza che avevano prestabilito grazie alla compilazione della scheda di progettazione.

Quarta fase: grazie all’applicazione iMovie, i ragazzi hanno registrato i testi abbinati alle scene

appena filmate.

Quinta fase: sempre utilizzando l’applicazione iMovie, i ragazzi hanno montato la loro parte del

documentario finale.

Ogni gruppo ha prodotto un filmato della durata di 2-3 minuti circa. Aggiungendo un’introduzione e una conclusione, abbiamo ottenuto un documentario lungo circa 20 minuti.

Raccolta dati

In questa sezione presenterò tutti gli strumenti che ho usato per raccogliere i dati di questo lavoro di diploma: 2 questionari, una verifica sommativa e dei giudizi, delle interviste e l’analisi del video finale prodotto dai ragazzi.

Questionario iniziale (vedi allegato 3)

Ho somministrato un questionario di 17 domande nella mia classe. 12 domande sono state poste in forma chiusa e 5 in forma aperta. Il questionario era diviso in due parti: una prima riguardante le scienze naturali in generale e in classe e una seconda che poneva delle domande sui documentari. Nella prima parte del questionario ho voluto valutare la motivazione dei miei allievi nei confronti delle mie lezioni prima e dopo aver usato degli iPad in classe e mi sono quindi basata sul modello

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ARCS (Keller, 2010). Come illustrato in precedenza, l’acronimo ARCS riassume quattro caratteristiche fondamentali per il pieno coinvolgimento in un’attività: attenzione (A), rilevanza (R), confidenza (C) e soddisfazione (S). La domanda 4 fornisce informazioni sull’attenzione che gli allievi riescono a mantenere durante le mie lezioni, le domande 5 e 6 si concentrano sulla rilevanza che gli studenti attribuiscono alle scienze naturali, la domanda 8 chiede agli alunni il grado di confidenza che hanno con la materia e le domande 3 e 7 sono state poste per intuire il grado di soddisfazione degli allievi per le lezioni proposte.

Domande del questionario iniziale: 1) Quale è la tua materia preferita? 2) Quanto ti piacciono le scienze naturali? 3) Vai volentieri alle lezioni di scienze naturali?

4) Riesci a stare attento alle lezioni di scienze naturali? 5) Pensi che le scienze naturali ti serviranno nel futuro? 6) Le scienze naturali sono importanti?

7) Quale attività preferisci durante le lezioni di scienze naturali? 8) Trovi che il grado di difficoltà delle lezioni di scienze sia per te… 9) Ti piace guardare dei documentari?

10) Quanto spesso li guardi?

11) Qual è l’ultimo documentario che hai guardato?

12) Per quale motivo ti piace o non ti piace guardare dei documentari?

13) Hai dei suggerimenti per rendere le lezioni di scienze naturali più motivanti?

14) Credi che riassumere i concetti più importanti delle lezioni di scienze con un video sarebbe utile e interessante?

15) Ti piacerebbe filmare e montare dei video durante le lezioni di scienze? 16) Hai già filmato e montato dei video?

17) Se sì, con che strumento? Questionario finale (vedi allegato 4)

A seguito del mio intervento in classe, ho somministrato un secondo questionario di 26 domande. La prima parte del questionario è rimasta invariata, la seconda parte sui documentari si è arricchita di domande sul lavoro con i video. Il questionario finale contiene inoltre una terza parte riguardante la didattica per progetto che non verrà approfondita in questo lavoro di diploma.

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Domande supplementari del questionario finale:

1) Quanto è stato difficile realizzare le varie parti del video? 2) Quanto è stato motivante realizzare le varie parti del video?

3) Rispetto alle lezioni tradizionali, lavorando con i video, ho imparato i contenuti di scienze in modo…

4) Rispetto alle lezioni tradizionali, lavorando con i video, ho imparato i contenuti di scienze… 5) Credi che riassumere i concetti più importanti delle lezioni di scienze con un video sia stato

interessante e utile?

6) Ti piacerebbe filmare e montare degli altri video in classe durante delle lezioni di scienze nel futuro?

7) Filmare e montare dei video in classe è stato per me…

8) Sarebbe utile progettare, girare e montare dei video nelle altre materie?

Verifica sommativa e giudizi

Alla fine di tutto il percorso ho deciso di far svolgere ai miei allievi una verifica sommativa individuale (vedi allegato 5). Quest’ultima era composta da 6 esercizi (uno per ogni tema). Ho potuto confrontare i risultati ottenuti in questa verifica con quelle svolte precedentemente e vedere se questo nuovo modo di fare lezione ha portato dei benefici sul profitto globale.

Basandomi su delle osservazioni svolte in itinere, ho inoltre deciso di redigere un giudizio finale per ogni allievo che riassumesse principalmente le competenze digitali e trasversali sviluppate, nonché la motivazione e l’impegno investiti in questo progetto (vedi allegato 6).

Interviste

A seguito del mio intervento in classe, ho chiesto ai miei allievi se qualcuno se la sentiva di esprimersi liberamente sul lavoro appena svolto. Infatti, mi interessava molto scoprire come gli allievi avessero percepito il fatto di lavorare in classe con uno strumento multimediale come l’iPad. 4 ragazzi si sono offerti volontari e hanno svolto delle interviste individualmente. I 4 ragazzi non si sono preparati in anticipo per l’intervista, ma hanno parlato liberamente davanti alla telecamera. Come docente non ho posto nessuna domanda mirata, ma ho semplicemente chiesto di parlarmi spontaneamente del progetto “Gico il lombrico”. Io ho filmato, registrato e poi sbobinato le interviste trascrivendole.

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Analisi del video prodotto dagli allievi

Per valutare la qualità dei video prodotti dagli allievi ho tenuto in considerazione i seguenti parametri: 1) La lunghezza di 2-3 minuti di video è stata rispettata

2) I contenuti più importanti di ogni tema appaiono nel video 3) La registrazione corrisponde con quanto mostrato nel video 4) La comunicazione è chiara e comprensiva

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Risultati

Il capitolo dei risultati verrà organizzato in 3 sezioni per mettere a fuoco come la produzione di un video in classe nelle ore di scienze naturali ha avuto un impatto su: (1) la motivazione, (2) gli apprendimenti disciplinari e (3) le competenze trasversali, in particolare quelle digitali.

Motivazione

Dopo aver realizzato un video con l’aiuto degli iPad nella nostra classe, il numero di allievi che preferiscono, tra tutte le materie, quella delle scienze naturali, è passato da 2 a 3 (Figura 1).

Figura 1 - Numero di allievi e relativa preferenza in termini di materia scolastica. I colori rappresentano il momento della raccolta dei dati. In blu (prima) significa prima di aver utilizzato gli iPad per realizzare un video in classe, in arancione (dopo) significa dopo aver svolto il progetto “Gico il lombrico” con l’uso degli iPad.

Si nota che l’apprezzamento generale per le scienze naturali, dopo il progetto di “Gico il lombrico”, è notevolmente migliorato, pur essendo già positivo prima dell’intervento.

Il numero di allievi che apprezzava abbastanza le scienze naturali è aumentato da 10 a 13, il numero di studenti che le apprezzava molto è cresciuto da 4 a 6 e che le apprezzava poco è diminuito da 5 a 0 allievi. Sia prima, che dopo l’intervento nessun allievo non apprezzava le scienze naturali (Figura

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Figura 2 - Numero di allievi e relativo apprezzamento (per niente, poco, abbastanza, molto) delle scienze naturali. I colori rappresentano il momento della raccolta dei dati. In blu (prima) significa prima di aver utilizzato gli iPad per realizzare un video in classe, in arancione (dopo) significa dopo aver svolto il progetto “Gico il lombrico” con l’uso degli iPad.

Il fatto di montare un video per riassumere i concetti più importanti delle lezioni di scienze ha favorito il livello di attenzione degli allievi durante le lezioni. Infatti, a parte un allievo che si dichiara per niente attento sia prima che dopo l’intervento, il numero di allievi che riusciva a stare poco attento è diminuito da 2 a 1, il numero che riusciva a stare abbastanza attento è diminuito da 15 a 12, mentre è aumentato significativamente il numero di studenti che, presumibilmente grazie all’uso degli iPad, dichiara di essere riuscito a stare molto attento (da 1 a 5 alunni) (Figura 3).

Figura 3 - Numero di allievi e livello di attenzione (per niente, poco, abbastanza, molto) che gli allievi riescono a mantenere durante le lezioni di scienze naturali. I colori rappresentano il momento della raccolta dei dati. In blu (prima) significa prima di aver utilizzato gli iPad per realizzare un video in classe, in arancione (dopo) significa dopo aver svolto il progetto “Gico il lombrico” con l’uso degli iPad.

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Dopo l’intervento svolto in classe, l’opinione dei ragazzi sull’importanza delle scienze naturali per il loro futuro è notevolmente migliorata. Infatti, il numero di allievi che riteneva le scienze naturali poco importanti per il loro futuro, è diminuito da 9 a 2 allievi. In compenso, il numero di allievi che pensa che le scienze naturali serviranno abbastanza nel futuro è passato da 10 a 11 e che serviranno molto da 0 a 6. Il numero di studenti che credono che le scienze naturali non serviranno per niente nel futuro è rimasto invariato a 0 (Figura 4).

Figura 4 - Numero di allievi e livello di importanza delle scienze naturali (per niente, poco, abbastanza, molto) per il loro futuro. I colori rappresentano il momento della raccolta dei dati. In blu (prima) significa prima di aver utilizzato gli iPad per realizzare un video in classe, in arancione (dopo) significa dopo aver svolto il progetto “Gico il lombrico” con l’uso degli iPad.

Per quanto riguarda l’importanza delle scienze naturali in generale, lo scenario è un po’differente. Infatti, il numero di studenti che credono che le scienze naturali non siano per niente importanti è rimasto invariato a 0. È però incrementato di uno (da 2 a 3) il numero di studenti che crede che le scienze naturali siano poco importanti, mentre è diminuito di 3 (da 11 a 8) il numero di allievi che pensa che le scienze naturali siano abbastanza importanti. Infine, il numero di scolari che afferma che le scienze naturali siano molto importanti in generale, è salito da 6 a 8 dopo aver svolto il montaggio dei video in classe (Figura 5).

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Figura 5 - Numero di allievi e livello di importanza (per niente, poco, abbastanza, molto) delle scienze naturali. I colori rappresentano il momento della raccolta dei dati. In blu (prima) significa prima di aver utilizzato gli iPad per realizzare un video in classe, in arancione (dopo) significa dopo aver svolto il progetto “Gico il lombrico” con l’uso degli iPad.

Per nessun allievo le lezioni di scienze naturali sono risultate essere troppo facili o troppo difficili nel corso di tutto l’anno scolastico. 2 allievi hanno reputato che le lezioni erano difficili, sia prima che dopo l’intervento in classe. Dopo aver realizzato il video di “Gico il lombrico”, il numero di allievi che reputava il livello di difficoltà delle lezioni di scienze giusto è diminuito da 15 a 9, mentre gli studenti che trovavano il livello facile è aumentato da 2 a 8 allievi (Figura 6).

Figura 6 - Numero di allievi e grado di difficoltà delle scienze naturali (troppo facile, facile, giusto, difficile, troppo difficile). I colori rappresentano il momento della raccolta dei dati. In blu (prima) significa prima di aver utilizzato gli iPad per realizzare un video in classe, in arancione (dopo) significa dopo aver svolto il progetto “Gico il lombrico” con l’uso degli iPad.

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Nessun allievo è mai andato non volentieri alle lezioni di scienze durante tutto l’anno scolastico. 7 allievi hanno frequentato le lezioni molto volentieri sia prima che dopo aver montato un video in classe. Il numero degli studenti che apprezzava poco le lezioni di scienze è diminuito da 3 a 1, mentre il numero di allievi che andava abbastanza volentieri alle lezioni è passato da 9 a 11 dopo l’intervento

(Figura 7).

Figura 7 - Numero di allievi e livello di apprezzamento delle lezioni (per niente, poco, abbastanza, molto) di scienze naturali. I colori rappresentano il momento della raccolta dei dati. In blu (prima) significa prima di aver utilizzato gli iPad per realizzare un video in classe, in arancione (dopo) significa dopo aver svolto il progetto “Gico il lombrico” con l’uso degli iPad.

Ai ragazzi è stato chiesto di scegliere la loro attività preferita durante le lezioni di scienze tra le seguenti proposte: lavori di gruppo, presentazioni svolte dalla docente e uscite all’esterno. Nel secondo questionario è stata introdotta un’ulteriore proposta: filmare e montare dei video che riassumano le lezioni.

Nessun allievo ha scelto le presentazioni svolte dalla docente come attività preferita. 3 allievi hanno preferito le uscite all’esterno come attività sia prima, che dopo il montaggio dei video. Il numero degli allievi che preferivano i lavori di gruppo è sceso da 11 a 5 allievi, così come la preferenza per le attività di laboratorio che è passata da 5 a 1. Nel secondo questionario 10 allievi su 19 hanno scelto come attività preferita durante le lezioni di scienze naturali il filmare e montare dei video per riassumere le lezioni (Figura 8).

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Figura 8 - Numero di allievi e attività preferite (lavori di gruppo, presentazioni svolte dalla docente, attività di laboratorio, uscite all’esterno, filmare e montare dei video che riassumano le lezioni) durante le lezioni di scienze naturali.

I colori rappresentano il momento della raccolta dei dati. In blu (prima) significa prima di aver utilizzato gli iPad per realizzare un video in classe, in arancione (dopo) significa dopo aver svolto il progetto “Gico il lombrico” con l’uso degli iPad.

Progettare il video è stato molto motivante per 6 allievi, motivante per 3, così così per 9 e molto noioso per 1 studente. Girare il video con gli iPad è stato reputato molto motivante per 3 allievi, motivante per 10, così così per 4 e noioso per 2 studenti. Infine, montare il documentario è risultato essere molto motivante per 4 ragazzi, motivante per 10, così così per 4 e noioso per 1 studente (Figura

9).

Figura 9 - Numero di allievi e grado di motivazione (blu scuro: molto motivante, arancione: motivante, grigio: così così, giallo: noioso e azzurro: molto noioso) per le diverse parti della realizzazione del video (progettare il video, girare il video e montare il video).

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A 14 allievi piacerebbe molto riproporre l’attività e filmare e montare video nelle future lezioni di scienze. A 2 studenti piacerebbe abbastanza, a 2 poco e a 1 allievo per niente.

1 studente crede che sarebbe molto utile progettare, girare e montare dei video durante le altre materie, 15 sono abbastanza d’accordo, 2 poco e 1 allievo non è per niente d’accordo (Figura 10).

Figura 10 - Numero di allievi e grado di apprezzamento (per niente, poco, abbastanza, molto) per filmare e montare degli altri video durante le lezioni di scienze naturali (blu) o durante le lezioni di altre materie (arancione).

Vorrei terminare questa sezione sulla motivazione riportando tutte le frasi tratte dalle interviste fatte ai miei allievi.

A10 (maschio): “È stato molto bello lavorare con iMovie per creare la nostra scena. Mi è piaciuto molto lavorare con gli iPad e con diverse App. Spero che questa attività si rifarà anche in seconda media!”.

A7 (femmina): “La realizzazione del filmato mi è piaciuta proprio perché è una delle cose che mi piace fare anche a casa. Con l’acqua e l’aria un po’ alcune volte mi annoiavo, perché copiare dalla lavagna era un po’ noioso, invece lavorare con i video è stato molto divertente ed è un’esperienza che mi piacerebbe rifare”.

A2 (femmina): “Secondo me fare quest’attività di scienze sul suolo è stato più motivante che farla su carta, perché siamo una generazione a cui piace di più lavorare sugli iPad, come abbiamo fatto. Per me è stato quindi molto più motivante e bello che fare l’acqua e l’aria, dove dovevamo sempre guardare la lavagna e copiare, mentre qui eravamo abbastanza liberi di creare il nostro filmato e creare alla fine un documentario”.

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Apprendimenti disciplinari

Durante il mio anno di pratica professionale, ho svolto 3 verifiche sommative: una sul tema aria, una sul tema acqua e una sul suolo. Le 3 verifiche sono state preparate e corrette da me, con la supervisione del mio docente di pratica professionale. Abbiamo sempre cercato di mantenere la lunghezza, la difficoltà e la scala di valutazione delle prove scritte costante durante tutto l’anno scolastico.

Osservando le note ricevute da ogni allievo, si può notare, che fatta eccezione per tre allievi (A8, A19 e A14), nella verifica del suolo tutti hanno ottenuto risultati nettamente migliori (Tabella 1). Per la verifica dell’aria la media globale ottenuta dagli allievi è stata del 4.46, per la verifica dell’acqua è stata del 4.66 e per la verifica del suolo è stata ottenuta una media nettamente superiore, pari al 5.49.

Tabella 1 - Note assegnate ad ogni allievo alle 3 verifiche sommative svolte durante il corso dell’anno scolastico. La prima verifica trattava l’argomento dell’aria, la seconda dell’acqua e la terza del suolo. La terza verifica sul suolo è stata svolta dopo aver effettuato il percorso “Gico il lombrico” con l’uso degli iPad.

Nome Verifica aria Verifica acqua Verifica suolo

A1 maschio 3.75 3.5 4.9 A2 femmina 5.25 5.75 6 A3 maschio 4.25 4.75 5.2 A4 femmina 4 3.5 5.6 A5 femmina 4.75 5.25 5.6 A6 maschio 5.5 5.25 6 A7 femmina 4 5.25 5.8 A8 maschio 5.5 4.75 5.4 A9 maschio 4.25 4.25 5.8 A10 maschio 5 5.25 6 A11 femmina 4.75 5.25 6 A12 femmina 4 5 5.6 A13 maschio 4.5 4.5 5.8 A14 femmina 4.25 4 4.2 A15 femmina 4 4.5 5.4 A16 maschio 4 4.5 6 A17 maschio 4.25 5.25 6 A18 femmina 4 4 4.6 A19 femmina 4.75 4 4.4

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Questi risultati positivi si possono ricollegare al fatto che rispetto alle lezioni tradizionali, lavorando con i video, 4 allievi su 19 affermano che hanno imparato i contenuti di scienze in modo molto migliore. 9 studenti dicono di aver imparato i contenuti in modo migliore con l’uso dei video, 5 in modo uguale, 1 in modo peggiore e nessuno afferma di aver imparato i contenuti in modo molto peggiore rispetto alle lezioni normali.

Inoltre, la maggior parte di loro (12 allievi) affermano che lavorando con i documentari hanno imparato i contenuti di scienze più facilmente; per 6 di loro non è cambiato niente e solamente per 1 allievo su 19 è stato più difficile imparare i contenuti di scienze lavorando con i video.

Per 10 allievi su 19, riassumere i concetti più importanti delle lezioni di scienze con un video è stato molto interessante e utile, per 7 lo è stato abbastanza, per 2 poco e per nessuno non lo è stato per niente.

I 6 gruppi si sono specializzati ognuno su un tema ben preciso del suolo e dell’essere vivente. Ogni gruppo ha prodotto un video che riassumeva tutti i concetti più importanti del proprio tema. Unendo i 6 video, abbiamo realizzato un documentario che trattava il tema del suolo e dell’essere vivente del lombrico. Guardando il documentario, ogni gruppo ha quindi scoperto le informazioni rilevanti dei 5 temi che non aveva affrontato. Nel questionario è stato chiesto ai ragazzi se guardando il documentario fossero riusciti a capire i temi e i concetti scoperti dagli altri gruppi. 9 allievi su 19 hanno affermato di aver capito molto bene i temi degli altri gruppi guardando il documentario, 8 di aver capito abbastanza bene, 1 studente dichiara di aver capito poco e 1 di non aver capito per niente.

Vorrei terminare questa sezione sugli apprendimenti disciplinari riportando tutte le frasi tratte dalle interviste fatte ai miei allievi.

A10 (maschio): “Questo documentario che abbiamo creato mi è piaciuto molto perché è stato davvero interessante concentrarsi su una sola parte scientifica del suolo e poi concludere con la costruzione di un lombricaio grazie alle informazioni ottenute da ogni gruppo”.

A7 (femmina): “Ho imparato un sacco di cose nuove. I lombrichi non mi sono mai piaciuti, perché sono viscidi e mi facevano un po’schifo, ma adesso che li ho studiati capisco che sono degli animali speciali e affascinanti, nel senso che hanno tante caratteristiche belle”.

A1 (maschio): “Ho inoltre imparato cose nuove sui lombrichi che non sapevo, come ad esempio che sono dei detritivori e che sono degli anellidi”.

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Competenze trasversali in particolare digitali

Prima del progetto con Gico, avevo raccolto alcuni dati sul consumo di video e documentari da parte degli allievi. Alla maggior parte degli allievi della 1C piace guardare dei documentari “ogni tanto” (15 allievi). Solamente a 2 studenti piace moltissimo e a 2 non piace per niente.

In generale, la maggior parte dei ragazzi guarda documentari raramente, solamente alcune volte al mese. Pochi invece guardano documentari più volte alla settimana. Tendenzialmente preferiscono guardare documentari sugli animali (dinosauri, leoni, squali, balene, ecc.) o su temi di attualità come il surriscaldamento climatico, il cibo o le navi da crociera. I ragazzi affermano di guardare i documentari in quanto questi ultimi spiegano fenomeni nuovi, permettono di scoprire cose sconosciute, sono istruttivi, interessanti, affascinanti ed arricchenti. Alcuni di loro dichiarano di non guardarli perché li trovano noiosi.

Prima di iniziare il progetto di “Gico il lombrico”, ho chiesto ai ragazzi se riassumere i concetti più importanti delle lezioni di scienze con un video avrebbe potuto essere per loro utile e interessante. 12 di loro hanno affermato che sarebbe stato molto utile e interessante, 5 abbastanza, 2 poco e 0 per niente.

Inoltre, a 10 allievi sarebbe piaciuto molto filmare e montare un video durante le lezioni, a 5 sarebbe piaciuto abbastanza, a 4 poco e a nessuno non sarebbe piaciuto per niente. 8 ragazzi avevano già filmato e montato dei video più di una volta, 4 di loro solo una volta e 7 allievi non avevano mai filmato e montato un video. I ragazzi avevano usato un PC, un iPad, un cellulare, una playstation, una telecamera o una videocamera per realizzare i loro video.

Sebbene i ragazzi non guardino e non producano tanti documentari nel loro tempo libero, l’idea di realizzarne uno in classe ha suscitato un grande interesse.

Progettare il video (riempire la scheda “chi parla, chi filma, cosa filma”, vedi allegato 2) è stato reputato da 1 allievo difficile, da 10 giusto e da 8 facile. Girare i video con gli iPad, è risultato essere difficile per 1 allievo, giusto per 11, facile per 5 e troppo facile per 2 studenti. Infine, montare il video è stato difficile per uno studente, giusto per 7, facile per 7 e troppo facile per 4 allievi (Figura 11).

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Figura 11 - Numero di allievi e grado di difficoltà (blu scuro: troppo difficile, arancione: difficile, grigio: giusto, giallo: facile e azzurro: troppo facile) per le diverse parti della realizzazione del video (progettare il video, girare il video e montare il video).

Analizzando il documentario finale prodotto dai ragazzi, posso affermare che ogni gruppo è riuscito a lavorare in modo impeccabile e a rispettare i parametri che mi ero prefissata. Infatti, tutti i gruppi sono riusciti a produrre un video della durata di 2-3 minuti che contenesse i temi più importanti. In ogni sequenza, la registrazione è sempre corrisposta con quanto è stato mostrato nel video e la comunicazione è stata chiara e comprensiva. Per concludere, le riprese video sono risultate essere di buona qualità (vedi allegato 7).

Basandomi su delle osservazioni in itinere, ho deciso di scrivere per ogni allievo un giudizio (vedi

allegato 6), dove l’accento è stato posto sul modo di lavorare in gruppo e l’impegno investito

singolarmente nel progetto. Le competenze trasversali maggiormente sviluppate grazie al progetto “Gico il lombrico” sono le seguenti: impegno, attenzione, partecipazione, concentrazione, autonomia, collaborazione, responsabilità, calma, riflessione e disponibilità ad aiutare (vedi allegato 6).

Il progetto “Gico il lombrico” ha inoltre permesso di scoprire delle doti nascoste di alcuni allievi. A1 (maschio) ha per esempio manifestato delle doti informatiche davvero sorprendenti. Molto esperto di Word e di iMovie, A1 è diventato l’esperto informatico della 1C.

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Vorrei terminare questa sezione sulle competenze trasversali riportando tutte le frasi tratte dalle interviste fatte ai miei allievi.

A7 (femmina): “Lavorare nel mio gruppo è stato divertente. I miei compagni mi sono piaciuti e mi hanno aiutata.”

A10 (maschio): “È stato però molto difficile azzeccare il tempismo giusto tra la voce registrata e l’immagine del filmato corrispondente.”

Quattro storie particolari

Per illustrare in maniera più concreta quanto è avvenuto durante il percorso, vorrei adesso dedicare un po’ di spazio a tracciare il percorso di 4 allievi che hanno reagito ognuno in modo particolare al progetto “Gico il lombrico”.

Sofia: dall’inizio dell’anno scolastico, questa ragazza aveva dimostrato un potenziale scolastico

superiore ai suoi compagni. Sofia era sempre un passo avanti durante tutte le mie lezioni e avevo l’impressione che si annoiasse. Mi chiedeva spesso di poter leggere un libro mentre aspettava che tutti i suoi compagni finissero l’attività proposta. Grazie al progetto di “Gico il lombrico”, Sofia ha potuto progredire con il suo ritmo ed è diventata la leader del suo gruppo. Inoltre, come sottolinea lei stessa nell’intervista, lavorare con gli iPad è stato più motivante e ha lasciato più libertà d’azione.

Laura: durante il primo consiglio di classe, mi era stato comunicato che Laura era affetta da un

mutismo selettivo e che quindi avrebbe fatto molta fatica a comunicare sia con i docenti, sia con i suoi compagni. Onestamente prima di iniziare questo progetto ero molto preoccupata per come avrebbe reagito. Mi sono detta che forse per lei sarebbe stato impossibile registrare la sua voce per una parte del video e che avrebbe fatto molta fatica a lavorare in un gruppo per così tante lezioni. Sono stata sorpresa positivamente da Laura. Infatti, di sua spontanea volontà, ha deciso di quale parte del tema voleva occuparsi, ha compilato la scheda di progettazione e ha registrato la sua voce sul video. È proprio vero che quando credi nei tuoi allievi e hai il coraggio di lanciarti in attività coinvolgenti, i risultati sono sempre positivi.

Alessio: durante la prima parte dell’anno scolastico, questo ragazzo ha sempre fatto molta fatica a

concentrarsi e a rimanere attento. I risultati scolastici ottenuti fino ad allora non erano soddisfacenti. Lo vedevo sempre stanco e molto annoiato. Lavorare con i video è stata per lui una vera rivoluzione. Alessio ha infatti delle doti informatiche molto sviluppate rispetto ai suoi compagni, di cui non ero purtroppo a conoscenza. Sia per scrivere i testi in Word, sia per lavorare con iMovie, Alessio è diventato il “consulente informatico” della 1C. Questo è stato per lui fonte di grande soddisfazione e piacere. Durante le prime due verifiche sommative, Alessio aveva preso due note insufficienti, mentre nella terza verifica sul suolo ha ottenuto 4.9.

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Alberto: questo ragazzo è stato l’unico della classe a non aver apprezzato il progetto “Gico il

lombrico”. Alberto è un ragazzo molto intelligente, a cui piace però lavorare in solitaria e non particolarmente portato per le attività pratiche. Per lui è stato quindi molto difficile collaborare con un gruppo per così tante lezioni e mettersi in gioco in un’attività pratica come la realizzazione di un video.

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Discussione

Dopo aver introdotto gli iPad nella nostra classe, gli allievi apprezzano maggiormente sia la materia scienze naturali a scuola, sia le scienze naturali nella vita in generale. Inoltre, l’opinione dei ragazzi sull’importanza delle scienze naturali in generale e per il loro futuro è cresciuta. Sicuramente, questa nuova strategia di lavoro li ha avvicinati molto al mondo della ricerca scientifica. Tutti hanno infatti dovuto collaborare per risolvere un problema comune: costruire un lombricaio il più funzionale possibile. Dopo aver esposto le loro preconoscenze, hanno raccolto i dati, li hanno analizzati, hanno riassunto le loro scoperte e le hanno condivise con il resto della classe. Insomma, si sono davvero trasformati in veri piccoli scienziati. L’uso delle tecnologie, oltre che essere un eccellente motivatore, è stato fondamentale per la riuscita della condivisione di gruppo.

La realizzazione di un video in classe ha favorito positivamente anche sul livello di attenzione degli allievi durante le lezioni. Il livello di attenzione è strettamente legato alla motivazione (Keller, 2010): più le attività sono interessanti, nuove e coinvolgenti, più il livello di attenzione degli allievi è elevato. L’ausilio degli iPad ha anche favorito molto positivamente sulla motivazione degli allievi.

Per quanto riguarda il livello di confidenza, la difficoltà delle lezioni di scienze sembra essere calata dopo la realizzazione del progetto “Gico il lombrico”. Sicuramente concentrarsi su un tema ben preciso, analizzarlo nel dettaglio e diventarne esperti favorisce la comprensione dell’argomento. Per quanto riguarda il livello di soddisfazione, i ragazzi hanno sempre frequentato le lezioni di scienze naturali molto volentieri e non ci sono state differenze sostanziali tra prima e dopo l’intervento in classe con l’uso dei video.

Tra i lavori di gruppo, le presentazioni svolte dalla docente, le attività di laboratorio, le uscite all’esterno e il filmare e montare dei video che riassumano le lezioni, 10 allievi su 19 preferiscono l’ultima attività nominata. Questo risultato è davvero molto significativo in quanto più della metà della classe preferisce l’attività con i video rispetto a tutto quanto proposto fino a quel momento. È fondamentale che i docenti cerchino di promuovere delle attività di questo genere, in quanto sono molto apprezzate dai nostri allievi.

Sia i ragazzi sia gli adulti sono molto affascinati dal canale comunicativo del video, in quanto permette di accedere a un numero illimitato di informazioni. Infatti, circa la metà dei giovani svizzeri utilizza i portali video come Youtube come fonte di informazioni (Waller, 2018).

Realizzare le varie parti del video (progettare, girare e montare) è stato ritenuto motivante/molto motivante dalla maggior parte degli studenti. Per tanti dei miei allievi, realizzare un video con iMovie

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era un’attività nuova e quindi molto apprezzata. Inoltre, ogni volta che si usano dei media e delle tecnologie in classe, si riscuote sempre un grande successo.

Progettare il video è la parte che tra le tre ha riscontrato meno successo. Osservando i miei allievi, ho potuto notare che scrivere i testi che avrebbero poi registrato sopra i loro video è stato per loro un lavoro abbastanza lungo e difficile. In prima media, i ragazzi fanno ancora fatica a riassumere in un testo i vari passaggi delle esperienze che hanno svolto. La realizzazione di un video permette lo sviluppo di molte competenze diverse. Il progetto di “Gico il lombrico” è interdisciplinare, perché oltre ad aver sviluppato molte competenze digitali e di scienze, gli studenti hanno approfondito anche delle competenze di italiano.

Il fatto che a più della metà degli allievi avrebbe fatto piacere realizzare altri filmati durante le lezioni di scienze e che molti di loro vorrebbero introdurre questo modo di fare lezione anche nelle altre materie, dimostra quanto l’uso dei video in classe sia stato efficace.

Osservando la media delle note ricevute nella verifica sommativa del suolo, si può affermare che lavorare con i video ha avuto un impatto molto positivo sul profitto ottenuto. Per la maggior parte degli allievi, questa modalità di lavoro ha permesso di imparare i concetti disciplinari delle scienze naturali in modo nettamente migliore. Il video è il linguaggio oggi più diffuso e più denso di significato tra i giovani (Botturi, 2015) e quindi rielaborare e ricodificare delle informazioni sotto forma di un video ha un impatto positivo sulla memorizzazione dei concetti.

Quasi tutti gli allievi affermano che lavorando con i video hanno imparato i contenuti di scienze in modo migliore e più facilmente e che riassumere i concetti più importanti delle lezioni di scienze con un video è stato interessante e utile. I video sono parte integrante della nostra vita. Siamo una generazione sempre a contatto con uno schermo (cellulare, computer, iPad, televisione, ecc.). Il video rappresenta quindi un canale comunicativo molto importante ed efficace per la nostra generazione. Siamo abituati a vedere video tutto il giorno e quindi la domanda che mi pongo è: “Memorizzare informazioni grazie a un video rispetto a trarre informazioni da un libro o da delle schede è più facile davvero?”, “Vale per un certo tipo di informazioni o per tutte?”.

I giovani sono abituati a guardare video, ma non ne hanno quasi mai prodotti. Meno della metà degli allievi della mia classe aveva già filmato e prodotto un video nella sua vita.

Realizzare il video è stato in generale reputato di difficoltà giusta/facile. Gli adolescenti del giorno d’oggi sono stati abituati fin da piccoli ad usare degli strumenti tecnologici e quindi per loro risulta molto intuitivo usare degli iPad o delle applicazioni come iMovie.

Il documentario finale “Gico il lombrico” è un prodotto di buona qualità e gli allievi sono riusciti a rispettare tutti i parametri che ci eravamo prefissati insieme per la riuscita di un buon filmato.

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Oltre che allo sviluppo di tante competenze digitali, dai giudizi si può notare che realizzare un video in classe ha sviluppato molte competenze trasversali negli allievi, come la collaborazione, l’impegno, l’autonomia e la responsabilità.

Dalle 4 storie speciali posso trarre molti insegnamenti importanti. Lavorare per progetto e con le tecnologie permette di differenziare e di andare incontro sia ad allievi molto dotati sia ad allievi che hanno delle difficoltà scolastiche. Condividendo la responsabilità di un progetto con gli allievi si resta sempre sorpresi in positivo dalle loro doti e dalle loro idee geniali. Per una minoranza di allievi che hanno delle difficoltà nelle esperienze pratiche e che fanno fatica a collaborare, un’attività di questo genere può però risultare più difficile.

Vorrei concludere la mia discussione riportando le testimonianze dei miei allievi sull’attività filmare e montare dei video in classe: “divertente e mi ha motivato abbastanza”, “emozionante”, “molto bello”, “bello”, “abbastanza bello”, “un bel lavoro che rifarei volentieri”, “molto divertente e istruttivo”, “divertente, ma sarebbe utile se ci davano ancora 1-2 ore”, “bella e motivante attività”, “molto bello e istruttivo”, “molto bello, è stata una nuova attività che rifarei volentieri”, “bellissimo”, “molto divertente”, “molto bello e interessante”, “bello ed emozionante”, “bello”, “un po’ noioso” e “abbastanza noioso”. Queste testimonianze parlano da sole sull’efficacia di realizzare dei video in classe.

Limiti e possibili sviluppi del progetto

Il progetto “Gico il lombrico” ha alcuni limiti. Come prima cosa il docente deve saper utilizzare un iPad con le relative applicazioni per la realizzazione di un filmato. Personalmente uso raramente strumenti tecnologici e non avevo mai utilizzato prima d’ora l’applicazione iMovie per montare un filmato. L’applicazione è però molto intuitiva e bastano alcune ore di esercitazione per capirne il funzionamento essenziale. Posso quindi affermare che non servono grandi competenze digitali da parte del docente per iniziare un progetto come “Gico il lombrico”, ma solo tanta voglia di mettersi in gioco.

Il tempo investito nella progettazione e nella realizzazione del materiale per questo progetto è però davvero tanto per un docente. Io personalmente credo vivamente nella didattica per progetto e nell’uso delle tecnologie e quindi ho deciso che ogni anno svilupperò un progetto per una classe diversa. Purtroppo è però impossibile fare questo tipo di progetto con tutte le classi e per tutti gli anni. Un possibile sviluppo potrebbe essere quello di svolgere più spesso dei progetti più piccoli, sempre con l’uso delle tecnologie.

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Ho inoltre svolto il progetto “Gico il lombrico” con una classe speciale, composta solamente da 19 allievi molto motivati, senza particolari difficoltà e indipendenti nel lavoro. Sicuramente, non con tutte le classi è possibile svolgere progetti del genere.

Inoltre, il tema del suolo si presta perfettamente alla realizzazione di un documentario, in quanto ci sono molti esperimenti pratici che si possono svolgere. Con un altro tema (per esempio l’aria, l’acqua, ecc.), forse i risultati sarebbero stati diversi.

Un altro limite è lo spazio. Io ho avuto la fortuna di avere due aule comunicanti, un laboratorio e tutto lo spazio all’esterno a disposizione. Quando ci sono 6 gruppi diversi che devono filmare e soprattutto registrare la propria voce sul video dove deve esserci assoluto silenzio, non è facile gestire lo spazio. Inoltre, le scuole non sono ancora purtroppo attrezzate di tutto il materiale informatico necessario. In qualità di studentessa al Dipartimento di formazione e apprendimento della SUPSI, ho potuto avere a disposizione per alcune settimane 6 iPad forniti dal Laboratorio tecnologie e media in educazione (TME). Bisogna quindi però pianificare i propri progetti con largo anticipo e non si può sforare con le tempistiche, dato che il materiale informatico si può noleggiare per un periodo ben definito. Un possibile sviluppo per risolvere questo problema, sarebbe di informarsi di quali strumenti tecnologici dispongono gli allievi e lavorare con questi supporti.

Infine, oltre al sostegno della Direzione della Scuola Media di Breganzona, ho avuto la grande fortuna di realizzare il mio progetto con il supporto del mio docente di pratica professionale Lorenzo Destefani: la codocenza ha sicuramente favorito la gestione di questo splendido lavoro.

Per concludere, mi domando se i risultati molto positivi che ho ottenuto svolgendo il mio lavoro di diploma, sono dovuti al fatto che questa era la prima volta che gli allievi usavano le tecnologie in classe. Cosa succederebbe se in tutte le ore di scuola i ragazzi producessero dei video con gli iPad? Sarebbero sempre così motivati o inizierebbero ad annoiarsi (il noto “effetto Las Vegas” (Bonaiuti, 2009))? Per mancanza di dati è molto difficile dare una risposta a queste domande. Quest’anno ho svolto un progetto sul mondo delle formiche a Pregassona con due classi di prima media. 5 gruppi ruotavano e svolgevano 5 atelier diversi. Un atelier consisteva nel produrre un video che riassumesse lo sviluppo di una formica utilizzando gli iPad. Questo atelier, tra i 5 proposti, è risultato essere il più apprezzato da tutti gli allievi. Personalmente credo che questi dati siano molto significativi.

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Conclusione

Questo lavoro di diploma mi ha davvero permesso di mettermi in gioco. Fino ad allora ero molto scettica all’idea di far entrare le tecnologie nella mia classe, in quanto mi sentivo molto incompetente a livello tecnologico. Non avevo mai realizzato un video nella mia vita e per una docente a cui piace sempre avere il controllo su tutto, l’inizio di questo progetto non è stato facile.

La sfida per me è stata quella di condividere la responsabilità della riuscita di questo progetto con i miei allievi perché, come diceva Freinet, la scuola è “un cantiere da cui uscirà ciò che insieme riusciremo a costruirvi” (Freinet, 1937). I miei allievi sono riusciti sempre a sorprendermi positivamente e non c’è niente di più bello per una docente di scoprire delle doti nascoste dei propri alunni. La realizzazione del documentario, ha permesso di creare un gruppo classe molto più coeso e il mio lavoro di diploma ha regalato a tutti uno splendido ricordo di classe. Devo ammettere che ogni volta che riguardo il loro filmato, non posso trattenere una piccola lacrima di gioia e di commozione. Grazie a questo progetto, mi sono resa conto che l’ambiente digitale è al giorno d’oggi sconfinato, e meno scontato di quanto possa apparire anche per gli allievi.

Dal mio punto di vista è inutile proibire l’uso delle tecnologie e dei media a scuola, ma è invece fondamentale educare gli allievi a un loro uso critico e consapevole. I docenti devono promuovere l’incontro tra la scuola e il mondo digitale e il video, essendo un ottimo facilitatore e motivatore, deve trovare un posto al centro dell’educazione. Personalmente, visto il grande successo riscontrato con il progetto “Gico il lombrico”, sto introducendo sempre di più le tecnologie nelle mie lezioni di scienze naturali, ottenendo sempre dei successi indipendentemente dalla classe, dall’argomento affrontato, dal genere sessuale dell’allievo e dalle sue capacità scolastiche.

Un possibile sviluppo, sarebbe quello di realizzare dei documentari interdisciplinari, quindi collaborando tra più materie scolastiche.

La realizzazione di un video è un’attività coinvolgente, innovativa, motivante e pone tutti gli allievi allo stesso livello rispetto ad altre attività tradizionalmente scolastiche, che favoriscono gli allievi meglio scolarizzati.

Oltre allo sviluppo di numerose competenze digitali e disciplinari, progettando un video, il pensiero critico e creativo di ogni allievo viene allargato.

Per molti allievi, la Scuola Media rappresenta l’ultimo passo prima di entrare nel mondo del lavoro. Questo mondo è sempre più competitivo e ha delle richieste sempre più esigenti. Il futuro sarà caratterizzato da una crescente digitalizzazione e le competenze digitali saranno sempre di più

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e dobbiamo quindi promuovere l’uso intelligente delle tecnologie e dei media nelle nostre classi, per fare in modo che i nostri allievi si possano integrare senza difficoltà nella società.

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