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Valutazione della vulnerabilita sismica ed ipotesi di miglioramento strutturale della Sala Consiliare di Bagnone (MS) in Lunigiana.

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Academic year: 2021

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CONCLUSIONI

Nel presente lavoro è stata analizzata la vulnerabilità sismica della Sala Consiliare nel comune di Bagnone (MS).

Lo studio ha previsto una prima fase di indagine basata sul rilievo geometrico e strutturale del manufatto, nonché sul reperimento di fonti cartografiche relative agli interventi successivi alla sua costruzione, al fine di ottenere un adeguato livello di conoscenza per creare un modello rappresentativo dell’edificio il più coerente possibile con lo stato di fatto, su cui effettuare le analisi. Quindi attraverso un’analisi dinamica modale con spettro di risposta in accelerazione sono state individuate le caratteristiche di risposta dinamica dell’edificio e gli stati di sollecitazione agenti su di esso. Su tale modello sono state inoltre condotte le verifiche di resistenza per azioni verticali (SLU), sismiche (SLS) e in condizioni di esercizio (SLE).

L’analisi dei risultati ottenuti evidenzia le notevoli carenze strutturali dell’edificio. Le verifiche condotte sugli elementi in muratura non risultano soddisfatte per la maggior parte degli elementi considerati. Particolarmente gravose risultano essere le verifiche a taglio sia per azioni verticali che sismiche; infatti nonostante i notevoli spessori delle pareti murarie, esse non riescono a sviluppare sufficiente resistenza e questo è probabilmente dovuto alla bassa resistenza a taglio della muratura.

Le verifiche a pressoflessione nel piano globalmente non sono soddisfatte e la situazione risulta particolarmente critica in presenza dell’azione sismica, in quanto si sviluppano sforzi di trazione negli elementi con conseguente annullamento del loro momento resistente.

Relativamente alla verifica per pressoflessione fuori dal piano, si evidenzia un miglioramento della situazione, anche se nella maggior parte dei casi, le pareti ortogonali a quella oggetto di verifica non costituiscono vincoli efficaci a ribaltamento e i maschi che non verificano sono quelli in corrispondenza dei giunti a T con le pareti interne, in quanto soggetti ad un fenomeno di martellamento durante l’azione sismica. Le fasce murarie in via generale non soddisfano le verifiche di resistenza in quanto non è presente un cordolo di piano in presenza dei solai che garantisca un solido accoppiamento tra i maschi murari e una sufficiente resistenza delle stesse. Le poche fasce che verificano sono per lo più quelle disposte ortogonalmente alla direzione nella quale la copertura non scarica e quindi meno sollecitate.

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108 Per gli elementi in cemento armato si può affermare che le travi di colmo risultano essere soggette a modesti stati di sollecitazione, per cui soddisfano le verifiche di resistenza effettuate; per i solai in laterocemento del primo e del secondo piano e per il solaio di copertura, si è assunto come armatura il minimo costruttivo in riferimento all’epoca di costruzione, poichè non è stato possibile effettuare saggi che permettessero di definirne l’armatura e non esiste documentazione in merito. In tali condizioni le verifiche in condizioni statiche risultano soddisfatte.

Le verifiche di sicurezza sul solaio in potrelle e voltine del porticato ne hanno evidenziato la criticità, infatti le travi (di luce pari a 7,48m) non soddisfano né le verifiche di resistenza, né quelle di stabilità a flessione e di deformabilità a causa dell’elevato valore della luce. Al fine di garantire maggiore rigidezza al solaio è stata perciò inserita una trave rompitratta di sezione HEA 200 in mezzeria delle travi che ne riducesse la luce e quindi la freccia totale.

Dall’analisi dei risultati ottenuti emerge un quadro generale fortemente critico che richiederebbe interventi di miglioramento per raggiungere un livello di adeguamento strutturale accettabile. Tali interventi sono tuttavia subordinati alla volontà dell’amministrazione comunale che intende preservare lo stato di fatto dell’edificio.

Si è quindi ipotizzato un cambio della classe d’uso da III a II, per ridurre l’entità dell’azione sismica agente sull’edificio; dall’analisi effettuata emerge tuttavia come tale intervento isolato non sia minimamente sufficiente a garantire una risposta strutturale migliore in quanto non si ha una diminuzione della massa partecipante associata ai carichi variabili che rimangono invariati.

Si ricorda che le verifiche sono state effettuate riferendosi ad un livello di conoscenza LC2 al quale corrisponde un fattore di confidenza pari a 1,5.

Alla luce di quanto detto, qualora la Regione Toscana o l’amministrazione comunale,volessero intraprendere un’operazione di effettivo miglioramento sismico risulterà necessario innanzitutto migliorare il livello di conoscenza tramite prove in situ sui materiali, saggi sui solai e sulle fondazioni (non modellate in questa sede) per individuarne la tipologia.

In tal modo ci si potrebbe riferire a valori reali della resistenza caratteristica degli elementi strutturali (probabilmente superiori a quelli indicati dalla normativa) e ad un livello di conoscenza massimo LC3 al quale compete un FC unitario e al quale corrispondono resistenze di progetto dei materiali maggiori del 20% rispetto a quelle utilizzate.

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