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Efficacia e tollerabilità di nilotinib in terza linea in un paziente anziano con LMC = Efficacy and safety of nilotinib as third-line therapy in an elderly patient with CML

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Academic year: 2021

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(1)
(2)

qJT

§«lrsw c§§xx§cxx

tfficacia

e

tollerahilità

di

nilotinih

in

terza

linea

in

un paziente

anziano

Gon

tMG

,l:r:lil:,:ll:i:'t::ii:ilia:lìilii:ìl:il:::l

.ilil§§$i,,&il

'1t;,;t;;:t,;.:;l§§;l:llX

§R§0

H.ttì[s0

Nell'aprile del2007,un

uomo

di

70 anni

giungeva alla nostra osservazione per

il

ri-scontro occasionale di leucocitosi neutrofila

(WBC

=17,7

x1}eA,HGB

= 13,5

g/dl,PLI

= 230

x

10ell) e lieve splenomegalia.

Dopo

lèsecuzione

di un

agoaspirato

midollare

e tavalutazione dello striscio

di

sangue

peri-ferico veniva posta

la

diagnosi

di

leucemia mieloide cronica

(LMC)

in fase cronica, con

basso score di Sokal. La citogenetica classica mostrava 7a presenza del cromosoma

Phi-ladelphia

46fi

,t(9 ;22)(q3a;q11) nell'850/o

delle metafasi, con analisi molecolare posi-tiva per breakpoint b3a2.

Il

paziente veniva sottoposto a terapia con

imatinib,400

mg

al giorno.

La

remissione

Pe*be

destrtlti

;i*

gu"tto

q*a

La

crescente

disponibitità

di

nuor.ti e più potenti

TKI

rende mandatoria per

il

clinico

la

consapeoolezza

dei

possi-bili

ertfèfii collaterali di,gueste rnolecole

secondari,

tra l'altro,

anche all'azione

contra

qltri

ru,embri della fàmiglia delle tirosin-chinas;.

fa

totterad;t;à Ael

fXt

nei pazien

ti

a nziani e

fragi

li

rappresen-ta un importante elernento da tenere ìn

considerazione ne I la s ce lta de

ll'

approc ci o

terapeutico ottimale alla

LMC.

Il

caso

riporta lbficaeia e la buona totterabitità

di nilotinib in terza linea,

inanpazien-te

di

74

anni

Ematologia, Diprtimento di Scienze Mediche, Università di Cagliri. CTMO Ospedale Binaghi, Cagliari Conesponding au$or Dott. Giovanni Caocci giovanni.caocci@unica-it

(3)

Cù!

Figura

I.

Eritema maeulo-papulare pruriginoso difuso al tronco e in regione inguinale tigura 2, Ginecomastia

bilaterale dopo due nesi dall'inizio di dasatinib

ematologica completa veniva ottenuta dopo

24

gorru

diterapia. Immediatamente

prima

della rivalutazione

midollare

pianifi cata

dopo 3 mesi

dall'inizio

della terapia,

il

pa-ziente wiluppava tossicità" cutanea (grado 3 Common Toxicity Criteria -

CTC)

caratte-riz.zata da eritema generahzzato al torace e

all'inguine

ed eruzione

maculo-papulare

associata a

prurito

severo (trìgura 1).

Imatinib

veniva sospeso per 3 settimane,

ottenendo un discreto miglioramento delle

lesioni

cutanee.

Dopo

alcuni

giorni

dalla

reintroduzione

di imatinib

orale (200 mg

al giorno)

in

combinazione con

gli

steroidi,

il

paziente ripresentava una recrudescenza della tossicità cutanea (grado 3

CTC).Ima-tinib veniva allora definitivamente interrotto

a causa del persistere delf intolleranza

flofi

ematologica.

Nel

mese

di

settembre 2007, l'emocromo eirdenziava nuovamente leucocitosi

(WBC

= 74,8 x10el1,

HGB

= 13,7 g/

dl,Pl:f

= 240

x 10ell) e la rivaltttazione citogenetica

midol-lare rilevava l'80%o delle metafasi con la

tra-slocazione 46,XY,t(9;22)(q3a;q1 1).

Consi-derando f intoller anza del paziente a imatinib, v eriva irtjziata una terapia orale con das atinib, al dosaggio

di

100 mg al giorno. La risposta ematologica completa veniva raggiunta dopo 21

giorni

di terapia. Due mesi dopo, lèsame obiettivo evidenziava ginecomastia bilaterale, con ipertrofia di tessuto fibro-ghiandolare

di

consistenza elastica, concentrico all'area del capezzolo (Frgura 2).

Inoltre

i,

paziente lamentava

dolore

in

sede mammaria che

si

accentuava

indos-sando

indumenti stretti

(odinomastia).

La

mammografi

a

eidenziava

ipertrofia

fibro-ghiandolare bilaterale, soprattutto a carico della mammella sinistra. Veniva valutato uno spettro completo ormonale che evidenziava

ridotti livelli

di

testosterone sierico e

di

te-stosterone libero,

oltre

che elevati

valori di

17-idrossi-progesterone (1

7-OHP).

A

questo punto veniva associata una

tera-pia

a base

di

tamoxifene,

un

modulatore

seleffivo dei recettori estrogenici, al dosaggio

di

20 mg al giorno.

Dopo

circa un mese

di

trattamento combinato, si verificava una si-gnificativa regressione della ginecomastia e dellbdinomastia. Dopo 4 mesi

dall'inizio di

dasatinib (gennaio 2008),

il

pairente veniva nuovamente rivalutato a livello midollare: si

evidenziava sia

una risposta

citogenetica completa

(CCyR)

sia una risposta

moleco-lare completa

(CMR).

Nel giugno 2008

ve-niva sospeso tamoxifene perché

il

paziente

lamentava impotenza coeundi.

Nel

giugno

2009,'iJpaziente riferiva dispnea per

modi-ci

sforzi. Veniva

quindi

eseguito Rx torace

che evidenziava versamento pleurico,

più

accentuato a sinistra (trìgura 3).

Si

introduceva

quindi

terapia steroidea

e diuretica, ottenendo una lieve riduzione

del versamento pleurico, rivalutato dopo 3

mesi, ma con persistenza della

sintomatolo-gia polmonare. Considerando il persistere

di

una

CMRveniva

quindi

ridotto il

dosaggio

di

dasatinib a 50 mg/die, a partire dal set-tembre 2009.

Nel

mese di ottobre 2010 si verificava un

nuovo incremento del versamento pleurico,

mentre la valu tauone midollare

eirdenitava

trascritto

BCR/ABL

quantitativo = 7,5

co-pie BCR%oABL e la ricomparsa del

cromo-soma Philadelphia nel 20o/o delTe metafasi.

(4)

Veniva quindi sospesa la terapia con

dasa-tinib

e iniziato nilotinib,800 mgldie. Entro 3

mesi dall'inizio della terapia il paziente

con-seguiva una

CCyR

e nuovamente la

CMR.

Attualmente, adistanzadioltre un anno e me?.zo dall'inizio di nilotinib,

il

paziente (7 4

anni) si trova in CMRpersistente e presenta

unbttima tollerabilità

al farmaco, con riso-luzione completa del versamento pleurico.

III§GU§§IOIIIE

Il

caso clinico

riportato

evidenziacome la

possibilità di attingere a diversi

TKI

di prima

e seconda generazione consenta un corret-to approccio

alpairente

anirano con

LMC

anche in caso di sviluppo di intolleranze non ematologiche

o di

ricaduta.

D'altra

parte,

proprio

questa crescente

disponibilità di

nuovi e piìr potenti

TKI

rende mandatoria

per

il

clinico la consapevolez.za deipossibili

effetti

collaterali

di

queste molecole secon-dari, tra I'altro, anche al7'auone contro

altri

membri della famiglia delle tirosin-chinasi.

Il

paziente descritto ha

inizialmente

ri-portato

rush cutaneo che è comunemente

descritto come effetto collaterale

in

caso

di

terapia con

imatinib in

prima linea [1]. Risulta invece interessante discutere

l'e-ventuale meccanismo patogenetico attrave:r so

il

quale sia insorta la ginecomastia, dopo terapia con dasatinib, essendo quest'ultimo un potente

inibitore

non selettivo

di

diver-se

vie

tirosin-chinasiche. Llincremento dei

valori

di

17-OHP

potrebbe essere

attribui-bile ad un accumulo dei precursori steroidei

successivo all'interferenza con enzimi chiave

della cascata steroidogenica, quali

\a77,20

Liasi (Cyp

17)

ola

17 chetosteroide

redut-tasil2l.

La riduzione dei

livelli

di

testoste-rone libero sembra essere responsabile della ginecomastia. Dasatinib inoltre è un poten-te

inibitore

delle Src chinasi, la cui

impor-tanza sembra essere legata alla trasduzione

dell'azione del testosterone nelle cellule del

Sertoli [3].

Infatti,

studi pregressi eseguiti

in

vitro hanno dimostrato che dasatinib esercita

urlazione

inibitoria

pir) potente su

c-kit

e su

PDGFR-8,

con valori di

IC50

di 5 e 28

nM

rispettivamente, se pa-ragonati a imatinib con

valori

di IC50 di

100 e 30

nM,

rispettiva-mente [4].

C-kit,

PDGFR-cr

e sono anche

importanti

segnali

di

modulazione

nella

organogenesi testicolare, nella

differenzia-zione delle cellule

di

Leydig, nella

sper-matogenesi e steroidogenesi.

Studi

recenti hanno evidenziato una chiara relauone

tra

la deprivazione androgenica e

la

comparsa

di sintomi vasomotori, osteoporosi, anemia, ginecomastia, depressione, declino cognitivo

e

disfunzioni

sessuali

oltre

che endocrino-metaboliche,

risultando

in

percentuali

più

elevate

di

diabete e di

infarto

del miocardio

[5]. Dunque

i

paitenticon

LMC

dowebbe-ro

essere valutati nel

loro profilo

ormonale

e,

in

caso

di

anormalità nei valori ematici o

sindrome da deprivazione

di

testosterone,

seguiti con particolare attenzione

in

rela-zione aJla possibile insorgenza

di

problemi

clinici

maggiori.

La

comparsa

di

versamento pleurico nel nosffo paziente anziano sembra anch'essa

le-gata alla potente azione

inibitoria

esercitata

da dasatinib

nei

confronti di PDGFR-8,

anche se mancano chiare evidenze

in

pro-posito e non è stato ancora definitivamente

compreso il meccanismo di azione che porta

a questo frequente efferto collaterale

l6].La

gestione del versamento pleurico prevede la somministrazione di terapia steroidea e

diu-retica.

Nel

nostro caso ha tuttavia richiesto

anche la riduzione

di

dosaggio

di

dasatinib.

Qresto

ha portato nel tempo

alla ripresa

della

LMC,

documentata dal notevole

in-cremento

logaritmico

di BCR/ABL

e dal-la perdita

di

RCC,

con la ricomparsa delle metafasi Philadelphia positive.

I-lintroduzione

di nilotinib,

in

terza

ltnea

di terapia nel nostro caso, si è rivelata efficace

in

termini

di

conseguimento della

RMC

e ottimamente tollerata dal paziente, che ave-va già manifestato diversi

efetti

collaterali

ai precedenti

TKI

ur:Jrz.zaa. La

tollerabilità

dei

TKI

nei

pazienti

anirani e

fragili

rap-presenta un importante elemento da tenere in considerazione nella scelta dell'approccio terapeutico ottimale alla

LMC.

Iigura 3. Wrsanento

lleurico più accentuato

alla base di sinistra

@SEEdTutti i diritti riservati

(5)

:

i

F 1l

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