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Analisi e sviluppo di sistemi manutentivi basati sull'e-learning. Caso applicativo : sviluppo metodologia FMECA tramite il software PROMIS

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POLITECNICO DI MILANO

Facoltà di Ingegneria Industriale

Tesi di Laurea in

Ingegneria Meccanica - Impianti e Produzione

ANALISI E SVILUPPO DI SISTEMI

MANUTENTIVI BASATI

SULL’E-LEARNING

CASO APPLICATIVO: METOLOGIA FMECA

TRAMITE IL SOFTWARE PROMIS

!

RELATORE Prof. GARETTI Marco

CANDIDATO Randazzo Francesco

Dipartimento di Ingegneria Meccanica Matricola 752502

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INTRODUZIONE 3

1! DALLA FORMAZIONE TRADIZIONALE ALL’ E-LEARNING! 6!

1.1! METODOLOGIA DI FORMAZIONE TRADIZIONALE! 8!

1.1.1! I!COSTI!DELLA!FORMAZIONE!TRADIZIONALE! 8!

1.2! METODOLOGIA DI FORMAZIONE TRAMITE E-LEARNING! 9!

1.2.1! EVOLUZIONE!DELLA!FORMAZIONE!A!DISTANZA!(FAD)! 11!

1.2.2! PASSAGGIO!DA!FORMAZIONE!A!DISTANZA!(FAD)!A!E:LEARNING! 13!

1.2.3! L’E-LEARNING! 14! 1.2.4! FORMAZIONE!IN!RETE:!PRINCIPI!DI!FONDO! 15! 1.2.5! E:LEARNING!NEL!PANORAMA!ATTUALE! 18! 1.2.6! LE!PRINCIPALI!NECESSITÀ!DELLE!AZIENDE!ITALIANE!LEGATE!ALLA!FORMAZIONE! 19! 2! SOFTWARE PROMIS! 20! 2.1! VISIONE D’INSIEME! 21! 2.2! METODOLOGIA! 22!

2.3! REQUISITI LEGALI E STANDARD! 25!

2.4! GESTIONE DELLA QUALITÀ! 26!

2.5! GESTIONE AMBIENTALE! 28!

2.6! SALUTE SUL LAVORO E GESTIONE DELLA SICUREZZA! 29!

2.7! L’APPROCCIO INTEGRATO! 30! 3! METODOLOGIA FMECA! 33! 3.1! INTRODUZIONE! 33! 3.2! FMECA E FMEA! 33! 3.3! TERMINOLOGIA! 34! 3.4! METODOLOGIA! 35!

3.4.1! SCOMPOSIZIONE DELL’ENTITÀ.! 35!

3.4.2! LIVELLI!DI!SCOMPOSIZIONE!DI!UN’ENTITÀ! 36!

3.4.3! SELEZIONE!DELLE!ENTITÀ!CRITICHE! 37!

3.4.4! INDIVIDUAZIONE!DEI!MODI,!DEI!MECCANISMI!E!DELLE!CAUSE!DI!GUASTO.! 38!

3.4.5! INDIVIDUAZIONE!DEGLI!EFFETTI!DEL!GUASTO! 39!

3.4.6! INDIVIDUAZIONE!DEI!SINTOMI!DI!GUASTO!E!DEI!METODI!DI!RILEVAZIONE! 39!

3.4.7! ANALISI DELLE CRITICITÀ! 40!

3.4.8! INDIVIDUAZIONE!DELLE!AZIONI!CORRETTIVE! 45!

3.4.9! PIANIFICAZIONE!DELLA!MANUTENZIONE! 45!

3.5! FMECA: BENEFICI E PUNTI DEBOLI! 46!

4! FMECA CON PROMIS! 48!

4.1! TIPOLOGIE DI FMECA E CAMPI DI APPLICAZIONE! 48!

4.2! SVILUPPO METODOLOGIA FMECA UTILIZZANDO IL SOFTWARE PROMIS! 51!

4.3! DESIGN FMECA! 53!

4.3.1! METHODOLOGY! 53!

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4.3.1.2! Preparation! 56! 4.3.1.3! FMECA Procedure! 59! 4.3.1.4! Filling Worksheet! 61! 4.3.1.5! Risk Analysis! 62! 4.3.2! INSIGHTS! 64! 4.3.2.1! Terminology! 64! 4.3.2.2! Analisi di Pareto! 65!

4.3.2.3! Fault Tree Analysis! 66!

4.3.2.4! FMECA Forms! 66!

4.3.2.5! More about risk Analysis! 67!

4.3.3! TEMPLATES,!SCALES!AND!CHECKLISTS! 68!

4.3.3.1! Preparation Checklists! 68!

4.3.3.2! FMECA Procedure Checklists! 69!

4.3.3.3! Filling Worksheet Template and Scales! 69!

4.3.3.4! More about Recommended Actions! 70!

4.4! MACHINERY FMECA! 71! 4.5! MORE INFORMATION! 72! 4.5.1! BIBLIOGRAFIA! 73! 4.5.2! ARTICOLI! 74! 4.5.3! LINEE GUIDA! 75! 4.5.4! STANDARD! 77! 4.5.5! SOFTWARE! 78!

5! CONCLUSIONI E SVILUPPI FUTURI! 79!

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Introduzione

L'e-learning è una metodologia didattica che offre la possibilità di erogare contenuti formativi elettronicamente, attraverso Internet o reti Intranet (ASFOR, 2003).

Per l'utente rappresenta una soluzione di apprendimento flessibile, in quanto fortemente personalizzabile e facilmente accessibile. L'utilizzo sistematico e diffuso di tecnologie sempre più performanti e l'evolversi dei bisogni di apprendimento individuali e organizzativi, hanno recentemente condotto alla diffusione su ampia scala dell’e-learning raggiungendo numerosi settori tra i quali la manutenzione industriale

Le aspettative del mercato e le normative applicabili ai prodotti cambiano rapidamente; gli stessi prodotti e le tecnologie di produzione cambiano ad un ritmo vertiginoso, nuovi prodotti vengono immessi sul mercato con la frenesia di arrivare per primi.

Spesso la fretta porta a prendere delle decisioni senza considerare in modo adeguato i rischi connessi: il bisogno nell’industria di una tecnica disciplinata e interdisciplinare, per identificare e prevenire problemi potenziali, è ora più importante che mai.

Applicata per la prima volta il 9 novembre 1949 negli USA all’interno di una military procedure, nella sua più rigorosa concezione, la FMECA (Failure Mode, Effect and Criticality Analysis) è un riepilogo dei pensieri di un tecnico di progettazione o di processo nel momento in cui si attiva per l’industrializzazione di un prodotto includendo nei suoi pensieri l’analisi di ogni concepibile ma realistica, “cosa” che potrebbe andar “male”, basandosi sull’esperienza e sui problemi passati.

L’approccio sistematico indicato dalla tecnica FMECA guida e formalizza l’orientamento mentale che ogni tecnico normalmente ha durante il processo di sviluppo e messa punto di un processo produttivo. La FMEA è una tecnica analitica utilizzata come mezzo per assicurarsi che ogni concepibile potenziale modo di guasto sia considerato e analizzato.

Lo scopo di questa tesi è dunque, di dimostrare l’applicabilità dell’e-learning in ambito manutentivo e, in particolare, alla metodologia FMECA.

Nel primo capitolo è presentata una panoramica sull’e-learning, in cui vengono esposti i principali punti di forza che ne stanno favorendo la sempre crescente diffusione.

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Nel secondo capitolo è presentato un software (PROMIS) e-learning utilizzato per la gestione dei contenuti didattici.

Nel terzo capitolo viene fatta un’analisi dettagliata della FMECA dal punto di vista teorico e le linee guida necessarie per l’applicazione di questo strumento nell’ambito della manutenzione industriale. Una corretta comprensione dei concetti teorici alla base della FMECA è, infatti, indispensabile per la buona riuscita della stessa.

Nel quarto capitolo sono riportati tutti i passaggi della metodologia FMECA sviluppata con il Software PROMIS. I contenuti completi possono essere visualizzati nei vari allegati richiamati durante la trattazione.

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1 Dalla formazione tradizionale all’

e-learning

L’e-learning si è ormai confermato come uno dei trend più interessanti e dinamici della formazione professionale e in grado di favorire la diffusione di processi di innovazione sul territorio. Infatti, sempre più aziende e professionisti in genere possono qualificare e aggiornare le competenze grazie alla velocità e alla fruibilità dei sistemi di formazione telematici.

Una delle più rilevanti sfide per il mondo della formazione è dimostrare la capacità di stare al passo con la rapidità alla quale l’informazione circola e diviene obsoleta. L’aggiornamento immediato e affidabile delle conoscenze è quindi una questione vitale, così come lo è la capacità di far fronte con estrema

flessibilità alle esigenze di un’organizzazione pubblica che cambia. Il modello della formazione tradizionale e scolastica in base al quale si apprende

un mestiere che poi si esercita per tutta la vita, è stato sostituito dal modello della formazione continua. L’attuale organizzazione del sistema formativo, basato su strumenti e metodologie tradizionali, non è in grado di dare una risposta soddisfacente a questo cambiamento. Chi lavora ha bisogno di soluzioni flessibili che si adattino ai ritmi dell’attività di lavoro e dell’apprendimento: il tempo sottratto al lavoro e i costi organizzativi hanno un ruolo sempre più decisivo nelle scelte dei decisori e dei consumatori dei servizi formativi.

La Direttiva sulla formazione e la valorizzazione del Personale delle Pubbliche Amministrazioni( 1 ) evidenzia che "I mutamenti organizzativi in atto, l’introduzione di nuove tecnologie, l'esistenza di una rete nazionale e il diffondersi del telelavoro debbono portare a ripensare i luoghi e le tecniche della formazione. La progettazione delle attività formative, quindi, deve considerare anche le diverse metodologie di formazione a distanza (videoconferenza, e-learning) che permettono di assicurare l’efficienza e l’efficacia della formazione." Inoltre, "L’adozione di tali tecnologie comporta notevoli investimenti iniziali e, al pari di altri progetti di automazione, richiede un'attenta pianificazione, soprattutto al fine di tenere conto degli obiettivi della formazione, dei destinatari e dell'integrazione con le tradizionali metodologie d'aula."

La Direttiva invita, quindi, gli enti di formazione pubblici a importanti investimenti nel campo della formazione a distanza, delle nuove metodologie e !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

1 Direttiva del 13/12/2001 (G.U. n.26 del 31/1/2002), in particolare al punto 6. Le Nuove

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tecnologie per garantire una risposta individuale alle esigenze formative e per cambiare i luoghi e le modalità attraverso le quali si apprende.

In questo quadro diventa strategica una politica di investimento e ricerca nelle metodologie e nelle tecnologie utili a favorire i processi di organizzazione della conoscenza, di diffusione dell’informazione, di scambio di esperienze, di produzione di contenuti e di supporto all’apprendimento.

Ripensare i luoghi e le tecniche della formazione in una logica di apprendimento continuo richiede strumenti di comunicazione e condivisione che siano contemporaneamente facili da utilizzare e capaci di gestire la complessità, modulari e integrabili per le diverse esigenze, aperti e a basso costo per garantire la massima diffusione. Sono necessari ambienti di lavoro e di apprendimento integrati. Sul piano tecnologico questa integrazione è già in atto con la progressiva convergenza di tre categorie di piattaforme informatiche:

• content management, prevalentemente orientate alla redazione e pubblicazione di contenuti informativi per il web;

• learning management, per la ingegnerizzazione di contenuti formativi, la erogazione di percorsi on line e l’apprendimento in rete;

• knowledge management, per l’organizzazione e l’accesso alla conoscenza individuale e sociale.

• Apprendimento collaborativo Apprendimento assistito Apprendimento autonomo Combinare oggetti , percorsi formativi e scambio di esperienze per la formazione continua in rete Apprendimento personalizzato Knowledge management Esperienze Learning management Content management Percorsi Oggetti

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1.1 Metodologia di formazione tradizionale

1.1.1 I costi della formazione tradizionale

In generale, quando si parla di budget di formazione, il principale obiettivo è quello di dimensionare un livello di costi compatibili con i criteri di economicità di gestione.

Le principali voci di costo che possono caratterizzare un intervento formativo sono:

• Consulenti esterni;

• Corsi e seminari esterni (iscrizioni di dipendenti di attività esterne svolte da altri organismi come scuole, società di consulenza, università ecc.); • Prestazioni dei docenti interni (formatori, tutor e testimoni aziendali); • Logistica e residenzialità (affitto di aule o spazi, alberghi, spese di

trasferimento);

• Materiale didattico e attrezzature (documentazione, libri, audiovisivi, attrezzature diverse per la didattica);

• Costi del mancato lavoro dei partecipanti; • Costi generali del servizio di formazione.

Alla determinazione dei costi totali dell’intervento concorrono, per prima cosa, i costi fissi, come ad esempio le spese di coordinamento e progettazione, la remunerazione dei formatori e i costi di struttura relativi alla gestione ed al funzionamento del centro di formazione. Mentre tra i costi variabili troviamo quelli riguardanti i materiali, le voci di costo delle strutture didattiche utilizzate, le spese di viaggio, di soggiorno o di trasferta relative alla permanenza dei partecipanti presso il centro di formazione. Inoltre possiamo anche identificare una principale voce di costo che non può essere attribuita ne ai costi fissi ne a quelli variabili che è rappresentata dalla remunerazione del personale considerato improduttivo durante la permanenza ai corsi.

È relativamente facile stimare l’incidenza dei costi variabili, attraverso la determinazione del numero standard di partecipanti per ogni singola iniziativa formativa. Allo stesso modo si possono stimare i costi di struttura, in relazione ai tempi medi di formazione per unità del personale. Non è altrettanto facile invece configurare il costo riguardante il personale distolto dallo svolgimento della mansione di competenza. Tale costo rappresenta, infatti, la stima di un rapporto costi/benefici che consente all’azienda di formare il maggior numero di personale possibile, in relazione alle risorse disponibili nell’unità di formazione.

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Inoltre, per quanto riguarda i costi di coordinamento e progettazione, essi possono avere un’incidenza più o meno accentuata in base al grado di innovazione che si ritiene opportuno inserire nei programmi di formazione. E si può dire altrettanto per i costi riguardanti i materiali e le metodologie didattiche usate, che possono variare in relazione alla quantità e qualità di mezzi di supporto e di accessori utilizzati nel processo formativo. Tali costi tendono ad aumentare passando da corsi base ad iniziative specialistiche o a contenuto manageriale.

Si può anche notare come influisca sui costi formativi l’organizzazione territoriale dell’azienda divisa, che può presentare un elevato livello di decentramento del lavoro o di accentramento, quando gran parte dell’attività formativa viene svolta nella sede principale. Queste due ipotesi incidono in maniera tutt’altro che indifferente sulla struttura dei costi di formazione.

Va ricordato, infine, che l’analisi dei costi della formazione presenta alcune problematiche metodologiche quali:

• Allocazione dei costi congiunti: si verifica, per esempio, quando la stessa struttura viene utilizzata per più corsi di formazione, oppure sia per la produzione sia per le attività formative.

• Costi di nuovi (o vecchi) programmi di formazione: un nuovo programma di formazione, di solito, richiede costi di ricerca e sviluppo, di elaborazione di materiale didattico, di sperimentazione di nuove tecniche, ecc. che devono essere ammortizzati per il numero di anni in cui tale programma verrà offerto. È evidente che, in questi casi, le scelte relative alle procedure di ammortamento e tasso di attualizzazione possono avere un’influenza determinante nella quantificazione di questi costi e, quindi, nel raffronto tra programmi vecchi e nuovi.

• Valore della produzione dei formandi: può essere calcolato confrontandolo con il tempo di produzione utilizzando manodopera regolare e stimando, in tal modo, il tasso di sostituzione tra il tempo necessario per formandi e quello per la manodopera regolare. Il salario relativo viene, poi, applicato al tempo impiegato dai fomandi al netto del tempo per la formazione in senso stretto, per i trasporti, le vacanze, ecc.

1.2 Metodologia di formazione tramite e-learning

• Definizione e-learning: Metodologia didattica che offre la possibilità di erogare contenuti formativi elettronicamente (e-learning), attraverso reti Internet o reti Intranet. Per l’utente rappresenta una soluzione di

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apprendimento flessibile, in quanto facilmente personalizzabile e facilmente accessibile.

Il termine e-learning copre un’ampia serie di applicazioni e processi formativi, quali computer based learning, Web-based learning e aule virtuali. In effetti, sviluppare un sistema di e-learning significa sviluppare un ambiente integrato di formazione utilizzando le tecnologie di rete per progettare, distribuire, scegliere, gestire e ampliare le risorse per l’apprendimento.

Tuttavia le definizioni che si possono trovare su questo argomento sono numerosissime, ognuna delle quali inquadra l’argomento da sfaccettature diverse. Per comprendere bene la definizione del concetto di e-learning dobbiamo quindi esaminare l’evoluzione di quest’ ultimo nel corso degli anni. Prendiamo ad esempio quella della commissione europea:!“l’utilizzo delle nuove tecnologie multimediali e di Internet per migliorare la qualità dell’apprendimento agevolando l’accesso a risorse e servizi nonché gli scambi e

la collaborazione a distanza“. Altrettanto degna di nota l’interpretazione di Kirk

Ramsay, esperto di istruzione e tecnologia presso la Scottish University for Industry di Glasgow. Secondo Ramsay la “E” di E-learning dovrebbe essere intesa come enablement, ovvero come uno strumento che consenta di ottenere

risultati migliori rispetto ad altre modalità formative. 2 Un ulteriore definizione

potrebbe essere questa: “E-learning è qualsiasi uso della tecnologia per

l’apprendimento al di fuori dei confini delle classi fisiche” 3.

Negli ultimi anni, le pubbliche amministrazioni europee hanno rinnovato e rapidamente sviluppato un forte interesse verso le applicazioni alla formazione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione le quali consentono di accelerare e ottimizzare la diffusione delle informazioni e della conoscenza, abbattendo i vincoli di tempo e spazio.

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

2 Definizione scritta da Kirk Ramsay reperibile al seguente URL

http://www.vnulearning.com/archive/oln112001.htm

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Figura'1.2'Esempio'di'riduzione'dei'costi'tramite'un'programma'via'web'di'fornitura'di'piani' di'manutenzione'con'supporto'di'tecnici'specializzati'che'ha'permesso'di'risparmiare'sui' costi'di'gestione'di'un'CMMS'e'ha'permesso'di'acquisire'competenze'di'ingegneria'di' manutenzione.

1.2.1 Evoluzione della Formazione a Distanza (FAD)

I primi casi di formazione a distanza (FAD) coincidono con la nascita dei corsi per corrispondenza. In questa prima fase erano utilizzati soprattutto supporti cartacei e il contatto tra docente e discente avveniva in maniera asincrona attraverso una corrispondenza postale. Un ulteriore evoluzione a questo tipo di approccio ha visto l’utilizzo di canali mediatici quali televisione e radio a supporto del materiale cartaceo. Un notevole apporto multimediale alla presentazione del materiale dei corsi si è avuto quando il CBT (Computer Based Training), ovvero lo studio lo del computer come tecnologia didattica di autoistruzione, è stato integrato al FAD. Le tradizionali dispense cartacee sono state cosi sostituite dalla distribuzione di Cd-Rom contenenti il materiale

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informativo. Come già si può intuire la FAD è stata sempre integrata con le evoluzioni tecnologiche nel campo della comunicazione. Sicuramente l’avvento di Internet con il Word Wide Web e la diffusione sempre più ampia del suo utilizzo hanno fatto sì che la formazione a distanza si evolvesse nuovamente. E’ proprio da questa evoluzione che nasce il WBT (web based training) e si comincia a parlare di e-learning. La capacità della rete globale di trasmettere, gestire e distribuire le informazioni ha fatto sì che venisse usato Internet come canale di comunicazione preferenziale e come fonte primaria di reperimento delle informazioni.

Con l’acronimo di F.A.D. si intende “Formazione a distanza”, cioè un approccio didattico innovativo basato sui mezzi di comunicazione messi a disposizione dalle più recenti tecnologie.

Il progenitore dell’attuale sistema d’insegnamento a distanza, usato in passato, è rappresentato dall’insegnamento per corrispondenza attraverso al posta classica. Tale servizio si caratterizzava per le seguenti peculiarità:

• scelta dei corsi da frequentare tramite guida ed elenco ricevuti direttamente a casa via posta

• ricezione tramite posta ordinaria del materiale didattico presso la propria abitazione

• possibilità conseguente di studiare e fare esercizi secondo le disponibilità di tempo e luogo dei vari soggetti

• presenza e supporto da parte di un equipe di docenti, che, tramite numero telefonico, rispondeva a problematiche e dubbi degli studenti in difficoltà.

Questo sistema di apprendimento per corrispondenza metteva già in evidenza come l’insegnamento a distanza si sviluppa secondo una modalità che prevede il contatto, anche se non fisico, stretto e continuo tra emittente e ricevente: caratteristica essenziale per questo tipo di approccio alla conoscenza.

Il ricevente andava a ricoprire una funzione fondamentale nell’apprendimento a distanza in quanto il soggetto emittente poteva richiedere ad esso aiuto ogni qual volta si trovasse di fronte una reale difficoltà.

Da questo primo rudimentale approccio di formazione a distanza, si sono evoluti modelli di comunicazione elettronica in grado di metterci in contatto con tutto il mondo e di superare incredibili distanze.

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1.2.2 Passaggio da Formazione a Distanza (FAD) a e-learning

La teoria della formazione a distanza (F.A.D.) si caratterizza per la distinzione storica in tre generazioni.

La prima, nata già nell’ottocento negli USA è la scuola per corrispondenza, aveva il fine di fornire, soprattutto agli adulti, un’istruzione di base ed una preparazione professionale altrimenti impossibili, specialmente per i residenti in zone isolate.

La F.A.D. di prima generazione si basava sull’invio per posta di libri, dispense e testi. Ai corsisti era richiesto di restituire dei moduli compilati che servivano per verificare i loro progressi.

Con la nascita del mezzo televisivo, negli anni ‘50 e ’60, queste prime metodologie vennero affiancate dai cosiddetti sistemi di F.A.D. di “seconda generazione”, basati sull’uso di lezioni pre-registrate su cassette audio e video e, successivamente, software didattici, CD- ROM, e-mail ed altri supporti.

Nei sistemi di “prima” e “seconda” generazione gli obiettivi principali sono la copertura di ampie distanze geografiche ed il raggiungimento di un gran numero di utenti. L’apprendimento non è definito come un fatto sociale in cui privilegiare le interazioni fra docenti e studenti quanto, piuttosto, un fatto prevalentemente individuale.

I sistemi di “terza” generazione, invece, considerano il processo sociale l’idea chiave dello sviluppo della formazione a distanza, in questo caso chiamata anche on line education. In tal caso, la maggior parte del processo formativo avviene in rete attraverso l’interazione dei partecipanti in una vera e propria comunità di apprendimento che favorisce sia il superamento dell’isolamento del singolo che la valorizzazione dei suoi rapporti con il gruppo. Si supera la definizione di Formazione a Distanza per sostituirla con quella di e-learning che denota la possibilità di apprendere assieme, anche se distanti per luogo e per tempo, in un rapporto paritetico e di scambio non solo tra discenti, ma secondo un modello che prevede un rapporto dinamico, policentrico, tra i diversi soggetti della rete.

L’e-learning modifica sensibilmente i modelli erogativi dell’istruzione a distanza classica, integrando caratteristiche fisiche della didattica a distanza e caratteristiche psicologiche di quella in presenza o tradizionale, accentuando nuove dimensioni con un ruolo maggiormente attivo e partecipativo assegnato ai soggetti, un forte senso di appartenenza e presenza (comunità di apprendimento, classi virtuali) e la possibilità di una maggiore personalizzazione del percorso di apprendimento.

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Con l’e-learning emerge una nuova filosofia della formazione basata più sul riutilizzo/condivisione della conoscenza già posseduta dai partecipanti e meno sulla trasmissione dal docente al discente.

La FAD di “terza generazione” si avvale, quindi, delle reti telematiche, sfruttando tutte le risorse dell’ICT (information e communication technology) attualmente disponibili ed in continua evoluzione, grazie alle quali non è più l’utente a dirigersi verso la formazione, ma è la formazione a plasmarsi in base alle esigenze e alle conoscenze dell’utente

1.2.3 L’e-learning

Con il termine e-learning si vuole indicare l’uso della tecnologia per progettare, distribuire, selezionare, amministrare, supportare e diffondere la formazione, realizzando percorsi formativi personalizzati; è il nuovo modo di studiare reso possibile dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

In un processo di e-learning l’attenzione è incentrata sull’utente. L’idea di fondo è che la formazione dovrebbe essere intesa come un percorso al quale l’utente partecipa attivamente; concezione del tutto diversa rispetto a quella promossa dai precedenti sistemi di educazione a distanza, dove la formazione era vista come un processo unidirezionale che partiva dal docente per arrivare al discente. L’approccio metodologico adottato da un corso in modalità e-learning dovrebbe essere capace di sfruttare tutte le specificità della rete, in particolare l’interattività e la multimedialità. Il corsista dovrebbe essere stimolato a giocare un ruolo attivo disponendo di materiali interattivi come strutture ipertestuali navigabili, laboratori virtuali e materiali strutturati in un percorso formativo che sia contestualizzato rispetto all’esperienza personale dei corsisti (life-centered), rispetto ai compiti operativi (task - centered) e basato sulla risoluzione di problemi (problem-centered).

L’erogazione di un’attività di e-learning può avvenire, secondo diverse modalità:

• On-line in modalità sincrona, attraverso lo strumento della classe virtuale in cui gli utenti interagiscono con un docente o tutor della materia. Durante le lezioni live gli utenti possono comunicare, utilizzare materiali in vari formati, navigare sul web sotto la guida del tutor, scrivere su una lavagna, fare dei test, formare gruppi di lavoro guidati;

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• On-line in modalità asincrona, con una fruizione di contenuti interattivi che favoriscono la partecipazione attiva dell’utente singolo, o della classe virtuale, al processo di apprendimento;

• Off-line, con l’utilizzo di supporti quali testi cartacei, video, dvd o altri materiali scaricabili e con possibilità di stampa dei contenuti in formato testo o immagine.

Le risorse umane, intese come capacità di generare nuova conoscenza, sono essenziali per risolvere i problemi complessi della società contemporanea ed internet condivide e costruisce conoscenza fornendo un ambiente standardizzato per l’e-learning.

1.2.4 Formazione in rete: principi di fondo

Dal punto di vista delle singole esperienze, le soluzioni adottabili dal punto di vista tecnico per realizzare formazione in rete possono essere molto differenziate per quanto riguarda: i contenuti, le modalità di fruizione, gli strumenti utilizzati, i tempi.

Naturalmente, le scelte dipendono tanto dalle finalità e dalle caratteristiche degli utenti quanto dalle risorse a disposizione del fornitore.

Tuttavia, i principi di fondo che ispirano la progettazione della formazione in rete implicano la presenza di caratteristiche comuni alle diverse tipologie: l’interattività, la modularità, la flessibilità, il ricorso a più figure professionali e in particolare a più figure tutoriali.

L’interattività, ovvero la presenza di una forte componente comunicativa, si realizza con la possibilità di relazionarsi in ogni momento con i docenti/tutor e all’interno del gruppo dei pari per scambiare informazioni, esperienze e materiali: l’esperienza formativa é basata sulla condivisione delle conoscenze e sul confronto.

Le soluzioni tecniche per consentire l’interscambio sono plurime (ambienti di comunicazione asincrona come forum, mailing list, e-mail o sincrona, come chat, videoconferenze ecc.), ciascuna delle quali presenta punti di forza e aspetti di criticità. L’interattività si realizza anche attraverso un’organizzazione e articolazione dei contenuti che preveda la libera esplorazione ipertestuale dei materiali offerti ed infine attraverso la possibilità di verificare il proprio personale percorso attraverso una gamma articolata di operazioni di feed-back. La modularità, ovvero la suddivisione dei contenuti dell’apprendimento in “moduli didattici”.

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Per modulo didattico si intende un segmento significativo e unitario di un più esteso percorso disciplinare o interdisciplinare in grado di far perseguire, in un arco di tempo definito, gli obiettivi individuati. I1 modulo è a sua volta articolato in ulteriori segmenti unitari (unità didattiche) di numero variabile. Requisito fondamentale del “modulo” è la sua componibilità, ovvero la sua capacità di interagire con altri moduli e di essere suscettibile di progressivi approfondimenti.

• Nell’ambito della formazione on line, generalmente il termine “modulo” designa non soltanto la “porzione” di curricolo con le caratteristiche sopra definite di omogeneità, unitarietà e rispondenza a specifici obiettivi da raggiungere in termini di conoscenza e competenza, ma anche la forma nella quale sono articolati i diversi segmenti. Le specifiche caratteristiche del “modulo on line” sono quindi da un lato mutuate dalla didattica modulare, dall’altro designano anche le modalità in cui i contenuti sono rappresentati in una struttura informatizzata. Rispetto al modulo didattico in presenza, il modulo informatizzato presenta una maggiore “rigidità” nel senso che deve essere compiutamente organizzato e predisposto preventivamente.

Tuttavia, nelle soluzioni tecnologicamente più avanzate è prevista la possibilità da parte dei docenti di intervenire in modo agile anche in corso d’opera con integrazioni e aggiustamenti dei materiali offerti sulla base dei risultati ottenuti dai singoli allievi.

La struttura informatizzata e le potenzialità della rete Internet aiutano a facilitare:

• le operazioni di controllo in itinere, attraverso la possibilità di offrire una vasta gamma di test e verifiche intermittenti (sia a risposta chiusa che aperta) e la tracciabilità dei percorsi d’apprendimento

• la verifica e valutazione delle funzionalità del modulo attraverso l’analisi della “memoria” del percorso didattico. L’informatizzazione consente infatti una automatica (e perciò altamente accurata e costante) documentazione dell’operatività di tutte le componenti del sistema

• la realizzazione da parte degli allievi di percorsi differenti, attraverso l’ampliamento dello scaffolding di supporto (piste per l’approfondimento, possibilità di esplorazione ipertestuale di risorse e materiali variamente collegati al modulo.

L’utente in questo modo può muoversi liberamente all’interno di più sistemi ed anche selezionare risorse educative da sistemi differenti. Per raggiungere questo traguardo è stato necessario pensare a dei modelli modulari e condivisi di rappresentazione della conoscenza e di descrizione dei contenuti che hanno

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portato all’affermazione del concetto di oggetto di apprendimento o “learning object”.

Gli attributi essenziali di un learning object (LO) sono la modularità e la riusabilità e si rifanno ad esigenze di efficienza ed efficacia nel processo didattico on-line. I LO offrono una soluzione dal punto di vista sia degli utenti sia degli sviluppatori: per gli utenti, in quanto possono offrire una modalità adattiva per la creazione di courseware su misura in base ai bisogni e agli stili di apprendimento propri di ciascuno; per gli autori, in quanto soddisfano le esigenze di condivisione e riutilizzo delle risorse, di facilità di aggiornamento, di risparmio di tempo e costi.

L’esigenza di dover avere a disposizione contenuti formativi prodotti e riutilizzati facilmente ha fatto si che il termine “modularità” diventasse una parola chiave dell’apprendimento in rete, intendendo con questo termine la possibilità, per l’appunto, di riorganizzare i contenuti di un corso secondo gli obiettivi formativi e le necessità del soggetto.

L’unità learning object più che un semplice prodotto tecnologico esprime un modo diverso di pensare e di fruire la conoscenza secondo cui i contenuti, svincolati dai supporti tradizionali di comunicazione, diventano fruibili attraverso modalità fluide e immateriali che consentono una riusabilità in situazioni e contesti molto diversi.

La flessibilità, tipici elementi di flessibilità che la F.A.D. introduce nel processo formativo sono:

• La flessibilità di tempo: ciascuno può seguire i corsi negli orari maggiormente

compatibili con le proprie disponibilità e secondo i ritmi individuali di apprendimento;

• La flessibilità di spazio: ciascuno segue il corso della propria sede, evitando spostamenti dispersivi e spesso costosi;

• La flessibilità dei materiali proposti: i materiali didattici vengono pubblicati e

rilasciati in modalità modulare, per una fruizione agevole e personalizzata e possono essere integrati in itinere.

Il salto di qualità, pertanto, che distingue la “terza generazione” dalle precedenti è lo spostamento dell’attenzione dai contenuti erogati ai processi che realizzano l’apprendimento basato su una dimensione sociale e costruttiva che vede l’allievo protagonista attivo del proprio percorso formativo. Il concetto chiave intorno al quale ruotano tutti gli aspetti del processo è quello dell’interazione, definibile come possibilità che ha l’utente di influire su di un percorso didattico

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ed essere a sua volta influenzato in modo più o meno efficace e rispondente alle proprie necessità.

1.2.5 E-learning nel panorama attuale

Al giorno d’oggi gli ambiti di applicazione dei sistemi e-learning sono fondamentalmente tre:

• le scuole (pubbliche e private) • le aziende

• l’amministrazione pubblica.

Nell’ ambito delle scuole spesso i progetti partono a titolo sperimentale e poi finiscono per diventare a tutti gli effetti strumenti di supporto per diffondere conoscenze agli studenti fuori sede o svantaggiati. Il primo corso attivato on-line è stato creato dal politecnico di!milano e, ad oggi, sono moltissimi i laureati in Ingegneria Informatica che hanno usufruito di tale servizio. Da Marzo 2004 poi, in Italia è attiva la prima università completamente on-line, l’ Università

Telematica Guglielmo Marconi 4 a cui si possono iscrivere tutti coloro che

abbiano conseguito un diploma. La piattaforma e-learning della Marconi offre una serie di strumenti per gestire la formazione interattiva in modalità sincrona ed asincrona: lezioni in video streamng, simulatori, virtual classroom, videoconferenza, biblioteca on-line. Basta un pc e una connessione a Internet per entrare nel campus virtuale.

Per quel che riguarda l’ambito delle aziende, gli strumenti di e-learning vengono utilizzati prevalentemente per scopi di formazione del personale interno. La convenienza è notevole, non solo i dipendenti imparano più velocemente, ma secondo un articolo apparso su "Fortune", la formazione di un dipendente che

normalmente durava dai 6 ai 9 mesi é stata ridotta a 2/3 settimane 5. Questo

aspetto unito al fatto che i dipendenti non debbano più spostarsi fisicamente a spese dell’azienda da un posto all’altro per seguire le lezioni garantisce un ritorno economico dell’ investimento sostenuto per acquistare la piattaforma e-learning.

La Pubblica Amministrazione invece è rimasta più indietro rispetto alle aziende per quel che riguarda l’utilizzo di queste nuove tecnologie destinate alla formazione dei dipendenti degli enti pubblici.

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 4 www.unimarconi.it

(19)

1.2.6 Le principali necessità delle aziende italiane legate alla

formazione

Le aziende rappresentano quella categoria di fruitori della formazione che, più di ogni altro operatore, necessitano di adeguare il loro capitale di conoscenze in maniera repentina, per conservare il proprio livello di competitività sul mercato, cercando di anticipare i cambiamenti più o meno prevedibili che si verificano nell’ambiente in cui le stesse operano.

Il mondo corporate è, tradizionalmente, quello che registra una maggiore propensione all’applicazione di soluzioni innovative al proprio interno per trarre vantaggi competitivi da sfruttare sul mercato. Anche per ciò che concerne l’e-learning, le imprese sono state pioniere nell’applicazione di questa nuova metodologia di fare formazione, a volte a costo di produrre e/o fruire di prodotti ancora poco collaudati e/o di scarsa qualità.

Ciò è particolarmente vero per quelle realtà aziendali di grandi dimensioni con numerose sedi dislocate sul territorio, la cui formazione dei dipendenti su argomenti, procedure e conoscenze strumentali all’espletamento del loro compito risulta essere tanto più produttiva ed utile quanto più essa venga effettuata rapidamente e simultaneamente. I benefici conseguenti al vantaggio competitivo che deriva dall’introduzione di una nuova procedura, di un nuovo metodo produttivo o di un nuovo modello organizzativo sono fruibili dall’azienda tanto più rapidamente quanto più velocemente tutte le risorse umane acquisiscono le nuove conoscenze.

A ciò si aggiunga l’esigenza delle imprese di contenere i costi legati alla formazione e, in particolare, quelli derivati legati alle spese di trasferta dei dipendenti, e l’esigenza di potere contare su metodologie formative che risultino essere flessibili per ovviare alle necessità impellenti e contingenti dell’impresa. Per le PMI, poi, è d’obbligo considerare le difficoltà legate all’assenza di ogni singolo dipendente dal posto di lavoro anche per una sola giornata dedicata alla formazione, perché può comportare molto spesso addirittura il “congelamento” del processo produttivo. Allo stato attuale delle cose, questa difficoltà viene così “aggirata” dalle PMI, che riducono al minimo gli interventi formativi, ma che spesso si trovano in situazioni di difficoltà nel momento in cui le nuove conoscenze tornerebbero utili.

L’e-Learning è la giusta risposta per il soddisfacimento di tutti tali bisogni, ma ancora non ha conosciuto una diffusione ed una penetrazione consone alla sua utilità ed alle sue potenzialità.

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2 Software PROMIS

PROMIS® è un servizio multi lingua online che permette di ottenere una

gestione efficace ed efficiente dell’impresa fornendo soluzioni per: • Far fronte ad un complesso sistema di norme

• Controllare prestazioni organizzative

• Strutturare ed ordinare la documentazione in un sistema integrato di trattamento elettronico conforme alle norme ISO e ad altri standard in materia di ambiente, salute e sicurezza, e di qualità

• Progettare e controllare il miglioramento continuo della propria attività d’impresa.

L’obiettivo principale è quello di offrire un servizio a basso costo, alta qualità ed ampio raggio di mercato che aiuti a strutturare ed individuare il sapere e l’esperienza a seconda dei bisogni degli utenti supportando le organizzazioni nel rispetto della cogenza normativa.

All’interno del software possiamo individuare 5 moduli:

1. Il mio sapere 2. myPROMIS® 3. Mia comunicazione 4. Mia qualificazione 5. Mio questionario Figura'2.1'Simbolo'PROMIS.

(21)

2.1 Visione d’insieme

PROMIS® é la soluzione integrata per una buona ed effettiva gestione di

un’azienda. Il successo della propria attività economica dipende dalla capacità di offrire prodotti e servizi di alta qualità, dalla cogenza con I requisiti di legge e dalla messa in pratica delle raccomandazioni dei moderni sistemi di gestione. Questo software è progettato per aiutare le PMI (piccolo e medie imprese) a conformarsi alla complessità del contesto economico, giuridico e sociale in cui esse oggi devono operare, in modo che le persone possano invece concentrarsi sulle risorse e sulle attività aziendali. L’obiettivo principale è quello di responsabilizzare i proprietari ed i manager a compiere i loro doveri di gestione. Soprattutto per le piccole imprese con pochi dipendenti, mantenere l’ordine rispettando tutti gli obblighi normativi, controllare e documentare tutte le funzioni è un impegno oneroso in termini di tempo e questo non è facile da realizzare. Per questo motivo prima o poi ogni impresa ha bisogno di consulenze esterne: quanto più efficienti sono queste consulenze, tanto più efficaci i risultati, anche in termini di costi. Da questo punto di vista PROMIS è un sistema internet che ha già incorporato le funzionalità per soddisfare le esigenze particolari delle imprese.

In quest’ottica PROMIS può essere utilizzato:

• Come soluzione internet per la realizzazione di un sistema di gestione integrato singolo o multiplo.

• Come soluzione consulenziale attraverso il supporto fornito on-line dal sistema.

• Come una soluzione intranet aziendale distribuita negli ambienti interni. • Come strumento on-line di supporto ai consulenti che offrono servizi

speciali, metodologie o documenti. Può inoltre essere d’aiuto per:

• Capire in che modo è possibile gestire bene la salute, la sicurezza, la qualità ed i problemi ambientali.

• Proteggere le proprietà.

• Evitare o limitare situazioni di emergenza.

• Fare valutazioni di rischio e controllo del rischio di incendio.

• Affrontare la gestione delle crisi e dare continuità alle attività di pianificazione.

(22)

L’analisi dei processi di un’organizzazione, in genere è il punto iniziale per realizzare un progetto o un’iniziativa per migliorare l’efficienza. Con PROMIS i processi possono essere descritti, collegati con gli aspetti rilevanti dell’azienda (equipaggiamento, personale, costi, ecc.) e documentati adeguatamente.

Spesso nelle aziende più piccole l’attenzione non è data ai processi, ma alla gestione delle attrezzature e delle risorse, a pianificarne l’uso, a organizzarne la documentazione, a verificarne l’aderenza a norme e regolamenti, e, in generale, a migliorare le condizioni di sicurezza e di trasparenza di tutta l’organizzazione. L’estrema flessibilità di PROMIS consente ai consulenti di realizzare soluzioni adeguate alle situazioni e alle necessità dei clienti, e consente di realizzare notevoli benefici soprattutto nella realizzazione di una base d’informazioni che serviranno per la messa a punto di progetti successivi.

Fig 2.2: Schema di flusso per un consulente.

2.2 Metodologia

(23)

assicurare che un’organizzazione può realizzare tutte le azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi richiesti.

La realizzazione di un sistema di gestione non dovrebbe essere costosa, o lunga o complicata. Utilizzando un software adatto, molte attività possono spesso diventare più efficienti ed economiche, anche in casi inaspettati.

I sistemi standardizzati attraverso l’Organizzazione Internazionale per gli Standard ISO utilizzano una metodologia PDCA:

• P (Plan)

• D (Do)

• C (Check)

• A (Act)

Si tratta di un processo iterativo di quattro passi (ciclo Deming) che viene utilizzato per gestire i processi e per risolvere i problemi. Tipicamente viene usato per migliorare i risultati di un’azienda.

(24)

Far questo significa guardare ad un’azienda o ad un’organizzazione come ad un organismo vivo che ha processi interattivi, prodotti e servizi da fornire. Un processo coerente con gli standard ISO è definito come: “un insieme di attività correlate o interagenti che trasformano gli input in output”.

Figura 2.4: definizione di processo

Questi processi possono avere diverse origini, e possono essere di natura diversa. Normalmente, è utile dividerli in tre tipi:

1. processi direttivi 2. processi produttivi 3. processi ausiliari

L'immagine che segue visualizza questo concetto, e mostra alcuni esempi per ciascun gruppo.

(25)

2.3 Requisiti legali e standard

!

Se si valutano questi aspetti, che sono fondamentali per una azienda ben organizzata in grado di adempiere ai propri doveri normativi, una cosa appare subito evidente: la qualità, la salute e sicurezza e la protezione ambientale sono argomenti essenziali.

Quindi non sorprende se queste applicazioni producono azioni diverse in ogni singola organizzazione. Nel 1987, l'ISO ha pubblicato un primo schema standard che, in quella occasione, è stato limitato alla qualità nei processi per la produzione di prodotti e servizi. Altri sistemi di gestione, ad esempio per l'ambiente e per la salute e la sicurezza sono stati definiti nei decenni successivi. Tutti i sistemi di gestione hanno i lori requisiti specifici, ma sono molto simili nella struttura. Infatti, prima bisogna:

• Definire una politica, determinare gli aspetti rilevanti e gli impatti di prodotti/servizi/attività, pianificare gli obiettivi e traguardi misurabili (PLAN);

• realizzare e applicare i programmi necessari per realizzare gli obiettivi e raggiungere i traguardi (DO);

• verificare e validare (CHECK);

• applicare azioni correttive e riesaminare la gestione (ACT).

Queste procedure sono sempre le stesse, indipendentemente che la politica, gli obiettivi ecc. siano riferiti all'ambiente, alla qualità, alla salute e sicurezza o ad altri argomenti. Esse sono piuttosto generalizzate ed astratte. Le loro parti devono essere interpretate attentamente perché abbiano senso.

Tutti i sistemi di gestione richiedono documentazione, registrazioni ed è necessario anche un manuale, se si intende ottenere una certificazione. Ma si tratta di uno sforzo minore di quello che può sembrare per far girare un sistema. Se un'azienda registra attentamente le sue attività, la maggior parte dei requisiti sono già disponibili.

Con un'occhiata più accurata a questi requisiti, si trova che: • i documenti esistenti devono essere controllati;

• le non conformità, le azioni correttive e preventive devono essere registrate e controllate;

(26)

Un'azienda o un'organizzazione possono richiedere una verifica indipendente ed una certificazione da parte di un ente esterno autorizzato. Certificarsi rispetto ad uno standard, tuttavia, non garantisce le prestazioni, ma certifica che nell'organizzazione vengono applicati processi aziendali formalizzati. Nondimeno, la pubblicizzazione che un'azienda è "certificata" o "registrata" ISO è un possibile veicolo di mercato. E' importante valutare attentamente le ragioni della realizzazione di un sistema di gestione. Se si deve trattare di uno strumento di puro marketing per avere un logo appeso alla parete o per poter rispondere ad una richiesta di un cliente, un sistema mal concepito può persino diventare dannoso, invece di portare beneficio. Se un sistema di gestione viene introdotto per migliorare le prestazioni, invece, il processo di miglioramento continuo può portare a una forte competitività e ad una maggiore sicurezza a lungo termine.

2.4 Gestione della Qualità

!

Lo standard ISO 9001, il cui titolo è 'Sistemi di gestione della qualità, può essere visto come il sistema pioniere tra tutti i sistemi standardizzati di gestione. Per migliorare la qualità di prodotti e servizi, ISO ha pubblicato 8 principi di qualità:

1. Orientamento al cliente 'Le organizzazioni dipendono dai clienti e quindi devono capirne le necessità attuali e future, devono corrispondere ai loro requisiti e sforzarsi di superare le aspettative del cliente. '

2. Direzione 'La direzione costituisce l’unità di indirizzo e di scopo dell’organizzazione .Essa realizza e mantiene l’ambiente interno in cui il personale può essere completamente coinvolto nel raggiungere gli obiettivi dell’organizzazione.'

3. Coinvolgimento del personale 'Il personale, a tutti I livelli, è l’essenza di una organizzazione ed il suo complete coinvolgimento consente di esprimere le abilità individuali a beneficio dell’organizzazione.'

4. Approccio per processi 'Gli obiettivi possono essere raggiunti più efficientemente quando le attività e le risorse ad esse relative sono gestite come processo.'

5. Approccio sistemico alla gestione 'Identificare, capire e gestire processi

interrelate some un sistema unico contribuisce all’efficienza

dell’organizzazione e all’efficacia nel conseguimento degli obiettivi.'

6. Miglioramento continuo 'Il miglioramento continuo delle prestazione dell’intera organizzazione dovrebbe essere un obiettivo permanente dell’organizzazione.'

(27)

sull’analisi e delle informazioni.'

8. Relazioni reciprocamente vantaggiose con i fornitori 'Un’organizzazione ed I suoi fornitori sono interdipendenti e una relazione mutuamente vantaggiosa migliora l’abilità di entrambi a produrre valore.

Con questi principi, si può realizzare un sistema di gestione secondo la norma ISO 9001. La struttura ed i requisiti sono definiti in 5 parti:

• Sistema di gestione della qualità

− Requisiti generali.

− Requisiti relativi alla documentazione.

• Responsabilità della direzione

− Impegno della direzione − Orientamento al cliente − Politica per la qualità − Pianificazione

− Responsabilità, autorità e comunicazione − Riesame in direzione

• Gestione delle risorse

− Messa a disposizione delle risorse − Risorse umane

− Infrastrutture − Ambiente di lavoro

• Realizzazione del prodotto

− Pianificazione della realizzazione del prodotto − Processi relativi al cliente

− Progettazione e sviluppo − Approvvigionamento

− Produzione ed erogazione del servizio

− Tenuta sotto controllo delle apparecchiature di monitoraggio e di misurazione

• Misurazione, analisi e miglioramento

− Generalità

− Monitoraggio e misurazione

− Tenuta sotto controllo del prodotto non conforme − Analisi dei dati

− Miglioramento

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utenti hanno atteso per aggiornare il loro sistema di gestione della qualità dalla ISO 9001:2000 alla ISO 9001:2008. L’ultima versione non introduce nuovi requisiti importanti, ma contiene alcuni chiarimenti e alcune modifiche orientate a migliorare la consistenza verso i sistemi con lo standard ambientale ISO 14001:2004.

ISO fornisce online aiuto e documentazione di guida per lo standard ISO 9001.

2.5 Gestione ambientale

!

Per la gestione dell'ambiente esiste lo standard internazionale ISO 14001. La prima versione di questo standard è stata pubblicata nel 1996 come ISO 14001:1996 e aggiornata nel 2004 come ISO 14001:2004. Lo standard specifica i requisiti per:

• stabilire una politica ambientale;

• determinare gli aspetti e gli impatti ambientali di prodotti/attività/servizi; • pianificare obiettivi e traguardi ambientali misurabili, e segue i passi consueti del ciclo Plan, Do, Check and Act nel contesto della gestione ambientale.

In questo modo, un'azienda che realizza miglioramenti tecnici ed organizzativi può, ad esempio, risparmiare materie prime e ridurre il consumo di energia, oppure ridurre i reflui idrici o i gas esausti.

ISO fornisce online aiuto e documentazione di guida per lo standard ISO 14001. EMAS è l'abbreviazione di Eco Management and Audit Scheme. Questo schema combina la gestione e l'audit dell'ambiente per le organizzazioni che vogliono migliorare le loro prestazioni sotto il profilo ambientale ed è stato sviluppato dall'Unione Europea come "Nuovo strumento per le politiche ambientali". Le organizzazioni che partecipano all'EMAS devono pubblicare una dichiarazione ambientale nella quale riportano il loro impatto (diretto o indiretto) sull'ambiente, le loro prestazioni ambientali ed i loro obiettivi ambientali. L'Unione Europea mantiene un portale web per incoraggiare le imprese a partecipare ed un'area in particolare per le piccole e medie imprese è stata realizzata qui.

(29)

2.6 Salute sul lavoro e gestione della sicurezza

!

Benché la salute e la sicurezza siano considerati cruciali per tutte le organizzazioni, non esiste ancora uno standard internazionale per la gestione del sistema OSH allo stesso livello degli standard come ISO 9001 o ISO 14001. Alla fine degli anni '90 si è discusso se definire uno standard ISO per la salute e la sicurezza, ma senza raggiungere un accordo. Sono stati fatti altri sforzi, in seguito, attraverso l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) per definire una linea guida non vincolante per iniziative nazionali o altre ancora. Recentemente, è stata pubblicata la quarta revisione di questo standard e molti utenti hanno atteso per aggiornare il loro sistema di gestione della qualità dalla ISO 9001:2000 alla ISO 9001:2008. L’ultima versione non introduce nuovi requisiti importanti, ma contiene alcuni chiarimenti e alcune modifiche orientate a migliorare la consistenza verso i sistemi con lo standard ambientale ISO 14001:2004.

Un gruppo di lavoro guidato dal British Standards Institution (BSI) ha sviluppato una specifica per i sistemi di gestione di salute e la sicurezza (OHSAS 18001 - Occupational Health and Safety Assessment Series). La specifica, in sé, non è uno standard riconosciuto, ma è basato sul British Standard BS9900:1996 e può servire come guida per applicare un sistema di gestione OSH; è anche possibile ottenere una certificazione secondo il sistema OHSAS, ma è opzionale ed è applicabile solo su base volontaria. La struttura del sistema OHSAS è molto vicina a quella dello standard ISO 14001.

La versione corrente di questa specifica è la OHSAS 18001:2007, che contiene alcune modifiche di minor conto rispetto alla prima versione del 1999, in modo da garantire una migliore coerenza con lo standard ISO 14001:2004.

Le leggi nazionali su salute e sicurezza prevedono normalmente che un'organizzazione deve:

• avere una politica scritta relativa alla salute e sicurezza (nel Regno Unito si riferisce ad aziende con 5 o più dipendenti);

• verificare tutti i rischi (OHS) che possono riferirsi ai dipendenti o qualsiasi altra persona;

• adoperarsi per la pianificazione effettiva, il controllo, il monitoraggio ed il riesame di misure OSH preventive e protettive;

• assicurarsi che tutti i dipendenti abbiano un sistema competente per il controllo della salute e sicurezza;

(30)

correntemente misure preventive e protettive.

Il ciclo PDCA è presente anche in altri approcci simili. Il sistema Health and Safety Executive (HSE) del Regno Unito, per esempio, preferisce presentarlo in modo più specifico per la salute e sicurezza:

1. plan (pianifica) 2. deliver (consegna) 3. monitor (sorveglia) 4. review (riesamina)

Relativamente alla gestione della salute e sicurezza, vi sono altri buoni sistemi oltre ad OHSAS 18001. In funzione del settore di attività o della nazione, vi sono sistemi come:

• SCC - 'Safety Certificate Contractors', che è un sistema combinato di gestione per salute, sicurezza e ambiente sviluppato nell'industria petrolchimica;

• OHRIS - Occupational Health- and Risk Management System, sviluppato dalle Autorità bavaresi (disponibile solo in tedesco).

2.7

L’approccio integrato

Un sistema di gestione integrata (Integrated Management System, IMS) combina metodi e strumenti per applicare i requisiti richiesti da diverse aree entro una struttura organizzata singola. Utilizzando sinergie e fonti di risorse si può ottenere un sistema più efficace e fattibile di quanto non possa esserlo uno frammentato.

La possibilità migliore, per un IMS, è probabilmente quella di partire da zero, in modo da poter ottimizzare la struttura. In molti casi, tuttavia, ci si trova di fronte ad un sistema di gestione già funzionante - molto spesso un sistema di gestione della qualità - mentre gli altri sistemi, come l'ambiente e la salute e sicurezza, vengono integrati successivamente.

Al momento, non esiste uno standard formale, né europeo, né internazionale, in grado di fornire una guida per realizzare un IMS, anche se questo non significa

(31)

che non vi sia un servizio di supporto qualificato. Le autorità locali, gli enti nazionali, le università hanno pubblicato eccellenti documenti per introdurre e applicare questi sistemi, ma, come anticipato, non si tratta di standard.

PROMIS® è stato progettato per fornire il supporto a sistemi completamente

integrati e si basa sui requisiti ISO9001 (qualità), ISO14001 (ambiente), OHSAS 18001 (salute e sicurezza) e ISO17025 (controlli e misure). I formati di gestione sono integrati e trasversali attraverso tutti questi standard, in modo che le competenze gestionali e la gestione dei documenti sia univoca in modo efficace ed effettivo, e questo semplifica moltissimo le operazioni di una organizzazione. Questa semplice struttura integrata è così potente che può far fronte a qualsiasi standard di gestione o normativa gestionale, come ad esempio i requisiti di sicurezza per l'Information Technolgy definiti dalla ISO 27001. L’obiettivo di questa sezione è quello di definire una tassonomia integrata del Modello di Struttura dell’Albero degli Oggetti in modo che vi sia una posizione logicamente definita per qualsiasi cosa in grado di abilitare qualsiasi altra cosa, quindi la realizzazione di un ordine.

Il Modello di Struttura dell’Albero degli Oggetti fornisce una classificazione (tassonomia) gerarchica integrate degli aspetti che qualsiasi generica

organizzazione potrebbe dover gestire. Qualsiasi utente di myPROMIS® può

usare la struttura completamente o parzialmente, secondo necessità. Questa struttura integrata permette di evitare il ricorso a sotto-strutture frammentate orientate alla gestione commerciale, alla gestione della qualità, alla salute e sicurezza, alla gestione dell’ambiente, alla gestione della sicurezza ecc.

La struttura è presentata su due gerarchie tassonomiche che comprendono:: (A) – ‘Struttura’ e (B) - ‘Dinamiche’.

Strutture e dinamiche sono sempre presenti e riconoscibili in qualsiasi organizzazione:

• con dimensioni grandi, medie, piccole o piccolissime; • che forniscono servizi o prodotti;

• che sono progettualizzate e non progettualizzate; • che sono private o pubbliche.

La classificazione degli argomenti e delle azioni della gestione in base a strutture gerarchiche è importante per realizzare ambienti di lavoro in grado di assistere tutti coloro che lavorano nell'organizzazione, in modo da aiutarli a essere maggiormente produttivi, creativi e soggetti ad uno stress minore. Tutto

(32)

questo consente di raggiungere un più alto livello organizzativo, che è quindi in grado di aderire a tutti gli standard normativi e legislativi.

(33)

3 Metodologia FMECA

3.1 Introduzione

La FMECA (Failure Modes, Effects and Criticality Analisys) è una metodologia di studio affidabilistico pensata originariamente a supporto della progettazione di sistemi complessi. Più recentemente ha trovato ampio spazio di applicazione in altri ambiti di utilizzo come l’analisi di processo e la manutenzione industriale.

Sostanzialmente la metodologia FMECA è costituita da una procedura per l’analisi di un’entità complessa (macchina, impianto, sistema di qualsiasivoglia natura) fondata su 2 principi fondamentali:

• Scomposizione gerarchica dell’entità sotto esame in sottogruppi a complessità decrescente, fino ad arrivare al livello di dettaglio desiderato. Si ottiene così uno schema ad albero rovesciato.

• Esecuzione dell’analisi di affidabilità ad ogni livello e cioè determinazione di modo, causa, meccanismo ed effetto del guasto a quel livello, valutando in modo opportuno la criticità dell’entità in esame.

Alla fine di questo processo di analisi si ottiene un quadro estremamente articolato e documentato del modo e della probabilità con cui si possono generare i guasti nell’entità e si possono quindi definire le più opportune azioni di progettazione, pianificazione e miglioramento della manutenzione.

3.2 FMECA e FMEA

Inizialmente la FMECA nasce con il nome di FMEA (Failure, Mode and Effect analysis), ovvero non era prevista la fase di analisi di rischio che veniva lasciata alla discrezione del fruitore della FMEA.

La FMEA è un’analisi di tipo qualitativo intesa a definire quello che potrebbe succedere (il modo di guasto/errore) se si verificasse un difetto, una omissione, un errore.

La FMECA aggiunge un percorso di tipo quantitativo orientato all’assunzione di decisioni operative coerenti.

(34)

Nella pratica attuale i due termini si equivalgono, in particolare ormai quando si parla di FMEA si intende FMECA e la parte di analisi di rischio può essere trattata in svariati modi, in base allo standard utilizzato.

3.3 Terminologia

E’ utile, prima di presentare la metodologia, richiamare la terminologia usualmente adottata nel corso dello studio FMECA.

• Modo di guasto: modo in cui si manifesta il guasto e il suo impatto sulle operazioni di un’entità (totale, parziale, intermittente).

• Meccanismo di guasto: fenomeno naturale di degrado del funzionamento di un’entità che, perdurando nel tempo, può portare al guasto della stessa (può essere: processo fisico di carico meccanico, processo fisico di carico termico o processo chimico/fisico di invecchiamento)

• Causa di guasto: origine determinante che spiega il guasto, cioè la circostanza che porta al guasto, di un’entità (il guasto può essere dovuto a: non adeguata progettazione, non adeguata fabbricazione, non adeguata installazione, usura, utilizzazione scorretta, uso improprio, errata manutenzione)

• Effetto di guasto: conseguenze che un modo di guasto ha sulla funzionalità dell’entità.

• Effetto locale: conseguenze che un modo di guasto ha sulla funzionalità di un’entità al livello di scomposizione più basso (livello dell’item componente l’entità).

• Effetto superiore: conseguenze che un modo di guasto ha sulla funzionalità di un’entità al livello di scomposizione immediatamente superiore a quello in cui è stato individuato l’effetto locale (livello dell’assieme di cui l’item componente dell’entità è parte)

• Effetto finale: conseguenze che un modo di guasto ha sulla funzionalità di un’entità al livello di scomposizione più alto (livello dell’entità vista come sistema completo).

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• Azione correttiva: modifica documentata del progetto,del processo, di una procedura, dei materiali utilizzati, implementata per correggere un difetto progettuale e/o prevenire o limitare una causa di guasto.

3.4 Metodologia

3.4.1 Scomposizione dell’entità.

Per guidare la scomposizione sono disponibili due criteri: • Scomposizione guidata dal rischio associato al guasto/guasti:

In accordo a tale criterio, si procede alla scomposizione di quelle entità che risultano critiche per la severità degli effetti di guasto (durata del guasto molto elevata, forte riduzione di capacità produttiva disponibile, danno ambientale, ecc.) e/o per le probabilità di accadimento del guasto (frequenza elevata di guasto).

L’analisi statistica dello storico evidenzia facilmente la necessità, per esempio, di scomporre ulteriormente alcuni dei gruppi funzionali.

• Scomposizione guidata dai compiti di supporto logistico della manutenzione: Questo secondo criterio basa la scomposizione degli oggetti di manutenzione in funzione dei compiti di supporto logistico che sono affidati alla manutenzione. In accordo a questo criterio, la scomposizione viene attuata in base ai compiti da assegnare alla responsabilità della funzione manutenzione fino al livello dei componenti rimpiazzati e/o tenuti sotto controllo (oggetti sotto controllo con monitoraggio continuo o ispezione a cadenza).

(36)

Figura 3.1. Fasi della metodologia FMECA per progettazione del piano di manutenzione.

3.4.2 Livelli di scomposizione di un’entità

Si può quindi scomporre un’entità in vari livelli:

• Primo livello: corrisponde all’entità in esame (macchina, stazione operativa) • Secondo livello: si individuano i sottosistemi/gruppi funzionali dell’entità. • Terzo livello: si individuano i sotto-assiemi preposti alle operazioni

elementari necessarie alla operatività dei sottosistemi/gruppi funzionali dell’entità.

• Quarto livello: si individuano gli item componenti (elettrici, elettronici, idraulici, meccanici, …) di ciascun sotto assieme soggetti al guasto.

Fasi Descrizione

Scomposizione+dell'entità Scomposizione+dell'entità+nei+suoi+sottoinsiemi+principali+(gruppi+funzionali,+assiemi+e+sottassiemi)+e+item+componenti Individuazione+dei+modi,+dei+meccanismi+e+

delle+cause+di+guasto

Individuazione+dei+modi+di+guasto,+dei+meccanismi+e+delle+cause+ potenzialmente+associati+all'entità+(ai+suoi+sottosistemi+e+agli+item+

componenti)

Individuazione+degli+effetti+di+guasto Individuazione+degli+effetti+di+guasto+associati+a+ciascun+modo+di+guasto Individuazione+dei+sintomi+e+dei+metodi+di+

rilevazione

Individuazione+dei+sintomi+di+guasto+incipiente/avvenuto+associati+a+ ciascun+modo+di+guasto+e+dei+metodi+e+delle+modalità+di+rilevazione+

precoce/successiva+al+guasto

Analisi+delle+criticità Attribuzione+dell'indice+di+criticità(detto+anche+indice+di+rischio)+associato+a+ciascun+modo+di+guasto

Individuazione+delle+azioni+correttive+e+ pianificazione+della+manutenzione Individuazione+degli+interventi+di+manutenzione+preventiva+richiesti;+ individuazione+delle+proposte+di+manutenzione+migliorativa;+ individuazione+dei+requisiti+di+supporto+logistico+(specializzazioni+di+ mestiere+e+squadre+di+manutenzione,+parti+di+ricambio,+materiali+di+ consumo,+attrezzature+di+supporto) Metodologia1FMECA

(37)

Figura 3.2. Esempio di scomposizione di una macchina utensile a controllo numerico

Il meccanismo di scomposizione è utile per focalizzare l’attenzione sui meccanismi e le cause di guasto (la scomposizione porta l’analista a concentrarsi sulle parti dell’entità dove si origina il meccanismo/causa del guasto), aiuta inoltre a definire con precisione gli effetti di guasto (la scomposizione porta l’analista a discriminare se l’effetto di guasto interessi il livello componente, il livello sotto-assieme superiore o l’entità completa).

3.4.3 Selezione delle entità critiche

Ad ogni livello di scomposizione è bene effettuare un’analisi di quali siano a quel livello le entità critiche in modo da guidare il successivo livello di scomposizione (un’entità riconosciuta come non critica potrà non essere ulteriormente scomposta senza perdere accuratezza nell’analisi).

La selezione delle entità critiche serve ad identificare per quali entità del sistema i guasti sono da ritenersi critici per la sicurezza e/o la capacità di produzione/servizio del sistema medesimo.

Macchina'utensile' Gruppo' mandrino' Sistema' tavola'porta' pezzo' Sistema' controllo' assi' ….' Sistema' bloccaggio' utensile' ….' Motore' mandrino' Spazzole' Cuscine;' ….'

Riferimenti

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