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Lettera poetologica a Pier Paolo

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Academic year: 2021

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LETTERA POETOLOGICA A PIER PAOLO

Peter Carravetta

*

Pier Paolo, hai scritto delle belle pagine, sai, parli di giustizia, classi sociali, la perfida ignavia dei tuoi pari e maggiori e maggiormente minori e sei, ahimè, un sorpassato!

un gusto letterario satrapico e menefreghista (chiamali bicipiti di seppia)

ha deciso di non ascoltarti, di deriderti, di non capire che

res sunt nomina

e che hai toccato delle corde spiacenti anzi very troubling o miseri borghesotti di due soldi

sì, tu, pirla della madonna

(ma non faccio falsi regionalismi,

avrei potuto scrivere – sai, sono anche ’mericano! –

you stupid suburban bastard)

dunque,

avete capito, maledetti architecnici nembi sgambetti ululii polari e intasati mi devo inventare in altro linguaggio

(vedi come delle voci1 parlavano della sola assenza

delle molteplici presenze dello stile del dire e come ritorna questa costernante surrealtà

Humanus, ricordatelo!)

* Stony Brook University, New York.

1 Riferimento al mio libro delle voci, ora in parte riassorbito in L’infinito (poesie scelte

1973-2013).

(2)

Peter Carravetta 290

e poi scrivesti che adotti schemi letterari collaudati “per essere più libero” aggiungi

tu e la tua fottuta libertà: sempre di quella parli

anche quando la gente che ce l’ha non la prezza che a perderla del tutto…

francamente ci rompevi

col tuo anticlassicismo e pseudopopulismo… in ogni caso

termini con consueta autoironia

(sai, da qui ti si vede in controluce) e cioè naturalmente per ragioni “pratiche…” ecco,

adesso mi hai costretto davvero

a smettere di scri vere

poesie

almeno in questa irreale tua lingua o sogno d’irritrovabile futuro

(New York, aprile, 1989; maggio 2005) You know, you wrote some really good pages, Pier Paolo,

You speak of justice, social classes, the perfidious apathy Of your equals and betters but mostly inferior

And you are, fifteeen years later, a has-been! A satrapic don’t-give-a-hoot aesthetic

(call’em mollusks)

has decided to stop listening to you, to laugh at you, and insist on not seeing that

res sunt nomina

and that you struck some unpleasant chords actually very troubling ones

oh you wretched two-bit puny-bourgeois yes, you, goddam schmucks

(3)

291 Lettera poetologica a Pier Paolo

(but I am not playing on some clever pseudomulticulturalism:

I could have written – you know, I am also an Italian! – stronzi pirla provincialotti)

so then,

do you understand, you damn architechies of

rainclouds tricky kicks polar howlings cough jammers and I must reinvent myself in another language

(see how my Symphonies2 spoke of sole absence

manifold presences and of the style of Saying and how this troubling reality comes back:

Remember that, Humanus!)

And then you wrote that you adopt well proven literary schemes “in order to be more free” you add…

you and your fucking freedom: that’s all you ever talk about,

even if the people who are free to roam the globe don’t appreciate it until they lose it altogether…

frankly you were really a pain

with your anticlassicism and pseudopopulism… at any rate

you end with your typical self-irony

(you know, from here I can see right through you) and that of course for “practical” reasons

there!

now you have really forced me to stop wri ting true poems

2 Reference is to “Symphonies”, a reduced Englished version of delle voci, and second section in my book The Other Lives.

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Peter Carravetta 292

at least in this your unreal language or dream of inexistent future

(New York, 1990, 2005)

Bibliografia citata

Carravetta, Peter. delle voci. Verona: Anterem. 1980.

–––––. L’infinito (poesie scelte 1973-2013). Pasian di Prato: Campanotto. 2013. –––––. The Other Lives. Toronto: Guernica. 2014.

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