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A Venezia, Palazzo Mocenigo restituito agli splendori del Settecento

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Academic year: 2021

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(1)Maria Proja de Santis A Venezia, Palazzo Mocenigo restituito agli splendori del Settecento 1 novembre 2013, Venezia, San Stae, nel sestiere di Santa Croce: riapertura al pubblico di Palazzo Mocenigo, un tempo proprietà di una delle famiglie patrizie più celebri della città, donato nel 1945 al Comune dall’ultimo discendente della casata Alvise Nicolò. Il Palazzo, aperto al pubblico nel 1985 come Museo del tessile e del costume del Settecento nel ricco contesto dei Musei Civici Veneziani, è stato non solo restaurato, ma arricchito da oggetti appartenenti ad altri musei cittadini, tra cui cinquanta pezzi in vetro provenienti dal Museo Correr, e da nuovi percorsi olfattivi che espongono preziosi strumenti e ampolle attinenti ai profumi su cui Venezia vanta un’interessante storia. Come ho già scritto in un mio saggio sul profumo nei suoi confronti con la musica1, con il Bello anche le frivolezze lussuose della Moda possono essere considerate una necessità, e nel Settecento lo furono in modo esasperato. Nel restyling, si è prestata grande cura alla ricostruzione storica, badando, come ha sottolineato nella Vernice stampa del 29 ottobre, la dott. Gabriella Belli, Direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, all’ “unità”, poiché l’apporto di nuovi pezzi poteva inficiare lo scopo del restauro, teso a salvaguardare la peculiarità di questo spazio, per cui le aggiunte sono state apportate seguendo un rigoroso criterio di coerenza dei nuovi arrivi, singoli pezzi da armonizzare con il tutto. Sfilano i saloni con raffinate tappezzerie, dipinti, lampadari di Murano… Salotti e tavole, apparecchiate con splendidi tovagliati e suppellettili, sono animate da manichini di gentiluomini e di gentildonne nei loro splendidi e preziosi antichi costumi. 1. Maria Proja de Santis Caleidoscopio: profumi, suoni, sapori, colori allo specchio EDISUD- Salerno 2009.

(2) Il percorso olfattivo offre alla vista e al “naso” mille alambicchi, storte, bottigliette, rari contenitori di essenze, con una campionatura da annusare, offrendo in tal modo ai visitatori, soggetti che interagiscono con gli oggetti esposti, un grande tesoro veneziano di cultura ed arte, destinato ai sensi, ma anche alla mente e al cuore, grazie anche alla documentazione proposta da mappe che indicano la provenienza dai luoghi più diversi di profumi che a Venezia sono stati lavorati e sublimati, già a partire dai semplici saoneri fabbricatori di saponi. La ricchissima biblioteca ha come focus il celeberrimo Notandissimi secreti de l’arte profumatoria, per fare ogli, paste, balle, moscardini, uccelletti, paternostri, et tutta l’arte intiera, come si ricerca, così nella città di Napoli del Reame, come in Roma, e quini il la città di Vinegia, di Giovanventura Rosetti, trattato pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1555, primo testo e ricettario del mondo occidentale sui profumi, che testimonia l’eccellenza raggiunta nell’arte profumatoria dai “muschieri” (da muschio), antico nome dei profumieri veneziani. Anche questo tesoro è a disposizione per la consultazione degli interlocutori che animeranno con la loro partecipazione, cultura e creatività questo luogo vivo e pulsante, punto di riferimento non solo del passato ma per il futuro, al pari di tutti i grandi musei internazionali. La bellezza e la peculiarità di questa grande dimora gentilizia radicalmente restaurata è dovuta all’intelligente e variegata opera artistico-culturale di personaggi quali Pierluigi Pizzi, ideatore del progetto museografico, Gabriella Belli, direttore scientifico del progetto, Chiara Squarcina, Responsabile del Museo del Palazzo, Marco Vidal, curatore del percorso museale sul profumo, per citare solo alcuni protagonisti suppotati dal lavoro specialistico di artigiani artisti. Fondamentale è stato l’apporto della mitica casa Vidal che con Massimo, Presidente della Mavive, e i figli Lorenzo e Marco.

(3) continua la tradizione veneziana dei profumi all’insegna del nuovo marchio The Mercant of Venice. Straordinario afflusso alla Vernice stampa di giornalisti ed esperti dei settori della storia della moda e del profumo, sicura premessa e promessa delle buone sorti di questo raffinato e interessante museo..

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