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LO SVILUPPO DEL SENSO RELIGIOSO NEL GIOVANE NIETZSCHE DAGLI ANNI DELL'INFANZIA E DELLA ADOLESCENZA FINO ALL'ABBANDONO DELL'UNIVERSITA' DI BONN

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LEGENDA

Le citazioni delle opere di Nietzsche, salvo diversa indicazione, sono riferite all’edizione critica a cura di G. Colli e M. Montinari, Opere complete, Milano, Adelphi. (Opere di Friedrich Nietzsche, edizione italiana diretta da G. Colli e M. Montinari, testo critico originale stabilito da G. Colli e M. Montinari, Adelphi, Milano 1964 ss.) Le opere vengono indicate con le seguenti sigle:

BA Über di Zukunft unserer Bildungsanstalten («Sull’avvenire delle nostre scuole»); DS Unzeitgemässe Betrachtungen I, David Strauss der Bekenner und der

Schriftsteller («Considerazioni Inattuali I, David Strauss, l’uomo di fede e lo scrittore»);

HL Unzeitgemässe Betrachtungen II, Vom Nutzen und Nachtheil der Historie für das Leben («Considerazioni Inattuali II, Sull’utilità e il danno della storia per la vita»); SE Unzeitgemässe Betrachtungen III, Schopenhauer als Erzieher («Considerazioni inattuali III, Schopenhauer come educatore»);

WB Unzeitgemässe Betrachtungen IV, Richard Wagner in Bayreuth ( «Considerazioni Inattuali IV, Richard Wagner a Bayreuth»);

MD Mahnruf an die Deutschen («Appello ai Tedeschi»);

MAM I Menschliches, Allzumenschliches I («Umano, troppo umano I»); VM Vermischte Meinungen und Sprüche («Opinioni e sentenze diverse»); WS Der Wanderer und sein Schatten («Il viandante e la sua ombra»); M Morgenröthe («Aurora»);

FW Die fröhliche Wissenschaft («La Gaia Scienza»); IM Idyllen aus Messina («Idilli di Messina»);

Za Also sprach Zarathustra («Così parlò Zarathustra»);

JGB Jenseits von Gut und Böse («Al di là del bene e del male»); GM Zur Genealogie der Moral («La genealogia della morale»); WA Der Fall Wagner (Il caso Wagner);

GD Götzendämmerung («Crepuscolo degli idoli»); AC Der Antichrist («L’anticristo»);

EH Ecce Homo (Ecce homo);

NW Nietzsche contra Wagner («Nietzsche contra Wagner»); FP Nachgelassene Fragmente («Frammenti postumi»);

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1.

INTRODUZIONE

Questo lavoro di ricerca prende le mosse da una domanda di fondo, che emerge non appena ci si addentra nella filosofia e nella biografia di Nietzsche, una filosofia che ha fatto della critica al cristianesimo e della morte di Dio uno dei suoi elementi più caratteristici, ma che appare legata ad esso in modo indissolubile. La stesso vicenda umana del filosofo nasce e si sviluppa all'interno della religiosità protestante del XIX secolo, tanto che, come afferma Mazzino Montinari, nella Nota introduttiva agli scritti autobiografici nietzscheani (1856-1869): " Non si capisce tanto anticristianesimo e tanto lutto per il Dio che è morto, se non si pensa alle radici cristiane, protestanti, luterane, pietistiche della vita intellettuale di Nietzsche.1" In un abbozzo autobiografico del settembre 1863, La mia vita, Nietzsche scrive di esser nato come pianta presso un camposanto e come uomo nei pressi di una canonica.2 Quale è stato dunque il percorso umano e intellettuale che ha portato il "piccolo pastore" dalla formulazione dei primi componimenti lirico-religiosi dell’adolescenza alla stesura di testi come lo Zarathustra e l'Anticristo? Quale è stato il percorso interiore dello studente di teologia di Bonn che affermerà in seguito:

"Dio", "immortalità dell'anima", "redenzione", "al di là", tutti concetti ai quali, anche da bambino, non ho dedicato nessuna attenzione, e neppure il mio tempo, forse non sono mai stato abbastanza infantile per questo? Non conosco affatto l'ateismo come risultato, ancor

meno come avvenimento: esso mi è congeniale per istinto. Sono troppo curioso, troppo

1 M. Montinari, «Nota introduttiva» a F. Nietzsche, La mia vita. Scritti autobiografici 1856-1869, Adelphi, Milano 1977, p. XI.

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problematico, troppo irriverente, per accontentarmi di una risposta così piattamente grossolana. Dio è una risposta piattamente grossolana, un'indelicatezza verso noi pensatori3"?

Per cercare di rispondere a queste domande, credo che sia essenziale comprendere innanzi tutto che cosa intenda Nietzsche quando parla di cristianesimo e di fede. In effetti, come ha osservato Mazzino Montinari,4 la formazione cristiana di Nietzsche si era sviluppata all'interno di un protestantesimo luterano, che si presenta oggi davanti agli occhi dello studioso come un fenomeno religioso tutt'altro che monolitico e lineare, ma caratterizzato piuttosto da una multiforme varietà di orientamenti spirituali e teologici, che contribuivano a delineare, con la loro complessità, il vasto panorama della cultura tedesca. Di queste correnti teologiche e spirituali del protestantesimo luterano, il movimento pietista della Erweckungsbewegung era certamente uno dei più importanti e influenti, in questo momento, all’intermo della cultura tedesca e come vedremo costituirà un tassello determinante nella formazione umana e religiosa del piccolo Nietzsche. L'interpretazione cristiana ed evangelica pietista della Erweckungsbewegung sarà, infatti, l'unica a sopravvivere nel cuore del giovane Nietzsche, alla serrata critica al cristianesimo a cui darà inizio a partire dai primi scritti teologici e filosofici di Pforta sulla libertà e il fato e che lo condurrà, negli anni successivi, a una graduale ma sistematica demolizione degli approdi dogmatici sterili e inconcludenti della teologia liberale e della teologia luterana ortodossa, per giungere alla definitiva condanna del cristianesimo paolino, espressione della morale del servo, contenuta nelle pagine dell' Anticristo. Eppure, anche in quelle pagine in cui si pronunciava la tremenda maledizione dell'umanità al

3F.Nietzsche, EH, Perché sono così accorto,1.

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cristianesimo dell'ebreo Paolo, che ne auspicava la messa al bando e la definitiva scomparsa dalla storia, in quelle stesse pagine Nietzsche professava ancora il suo credo pietista5: "Solo la pratica cristiana, una vita come quella che visse colui che morì sulla croce, questo è cristiana... Ancora oggi è possibile una vita simile, e per certi uomini persino necessaria: il cristianesimo autentico e originario sarà possibile in ogni tempo... Non una fede, ma un fare, soprattutto un non-fare alcune cose, un altro essere... Il «regno di Dio» non è qualcosa che si attende; non ha né ieri né domani, non viene «tra mille anni», è un'esperienza di cuore; è ovunque e in nessun luogo6... "

Il seguente lavoro si prefigge, analizzando alcune produzioni autobiografiche, saggistiche, poetiche e alcune annotazioni realizzate dal giovane Nietzsche, durante il decennio 1856 - 1866, di delineare, nel modo più preciso possibile, l'evoluzione della sua comprensione del cristianesimo, evidenziando le cause ideologiche ed esistenziali che hanno dato l'avvio a quei punti di svolta, che segneranno le linee fondamentali del pensiero nicciano nella sua visione del cristianesimo che, negli anni 1865/1867, si svilupperà in una rappresentazione complessa e dai contorni non sempre pienamente definibili. La prima fase di questo lavoro è dedicata all'analisi delle diverse e a volte decisamente conflittuali tendenze teologiche, operanti all'interno del protestantesimo luterano e che ritroviamo presenti in seno alla famiglia Nietzsche-Oehler, le cui istanze religiose oscillavano tra un cauto razionalismo teologico, professato dai nonni Nietzsche-Oehler, e la profonda spiritualità pietista di Carl Ludwig. Del resto tale conflittualità stava caratterizzando da tempo gli studi teologici e più in generale la

5 C. Gentili, Nietzsche, ed. il Mulino, Bologna, 2001, p.250-251. 6 F.Nietzsche, AC, 33, 34.

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cultura tedesca, che appariva sempre oscillante tra il dogmatico supernaturalismo dell'ortodossia luterana e le posizioni razionaliste più estreme della teologia liberale, rappresentate dalle opere di David Strauss e altri. Un capitolo a parte sarà dedicato all'analisi di quel fenomeno spirituale e letterario ed ecclesiale, che si era sviluppato fin dal XVII secolo, in ambito riformato denominato pietismo e le sue differenze dottrinali e morali rispetto alla visione protestante luterana ortodossa, soprattutto in merito alla sua particolare visione sull'uomo, la cui influenza, attraverso il movimento " del risveglio" sarà sempre più decisiva, come vedremo, sul giovane Nietzsche, soprattutto a partire dal periodo di Naumburg, nel quale non a caso, seguendo una lunga tradizione di ambito pietista, inizierà a comporre la sua autobiografia. Tuttavia saranno gli anni della formazione a Schulpforta, dal 1859 a 1864, a determinare una decisiva svolta nella visione del cristianesimo nel giovane Nietzsche ad opera soprattutto dell'acquisizione del metodo storico critico, insegnato in modo eccellente a Pforta, che gli aveva permesso una conoscenza diretta e assai vasta degli autori della grecità e della latinità. Appartengono a questo periodo una serie di letture "eroiche" tra le quali spiccano i testi di Byron, Schiller, Goethe, Novalis, Hölderlin, von Humboldt, Feuerbach, e di Waldo Emerson il cui pensiero sarà decisivo per le sue elaborazioni successive. Il risultato di questa elaborazione filosofica e teologica, intrapresa in questi anni, condurrà il giovane Nietzsche ad assumere nei riguardi del cristianesimo una visione molto meno dogmatica e più libera rispetto alla tradizione protestante ortodossa, alla quale comunque Nietzsche non aveva mai completamente aderito, l'approdo a un cristianesimo che, liberatosi da interpretazioni " falsamente intese ", poteva ora diventare "sostanza e vita", capace cioè di dare senso pieno alla sua esistenza storica, senza fornire alibi verso fughe irresponsabili in una " vita ultraterrena " o in rassicuranti paradisi terrestri. Tutto ciò maturerà e troverà conferma

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durante il periodo degli studi teologici all'università di Bonn:, grazie alle letture di autori come George Daniel Schenkel, David Strauss, Ernst Renan, Nietzsche si renderà pienamente conto che le risposte alle sue domande filosofiche e teologiche non gli potranno venire né dalla teologia ortodossa con il suo pessimismo antropologico e il cupo conservatorismo, né dalle istanze ideologiche e metodologiche della teologia liberale, che avevano finito per dissolvere, fino a farlo scomparire, il volto del Cristo storico e con lui un autentico modello antropologico cui far riferimento.

Questo percorso intellettuale e spirituale, come aveva anticipato profeticamente, non si sarebbe configurato come " l’opera di qualche settimana bensì di una vita", un'operazione intellettuale il cui procedere sarà "fatto di avanzate e ritirate, di affermazioni e smentite e felici circonvoluzioni, quel "doppio fondo", quella molteplicità di valenze che troviamo così ben documentata, ad esempio, nei frammenti inediti venuti alla luce con l'edizione critica Colli-Montinari. E' un progresso a strati spiraliforme, che ingloba il già pensato nell'atto stesso in cui lo contesta, quello di cui troviamo i primi esempi negli scritti giovanili."7 Tuttavia ciò che appare certo è che quei " certi problemi religiosi e filosofici8 ", che sono stati al centro delle sue speculazioni fino al 1865, erano tutt'altro che risolti, né sul versante antropologico di una "piatta interpretazione feuerbachiana"9, né attraverso le interpretazioni mitologizzanti di Strauss e della teologia liberale e né tantomeno da un suo approdo a un sostanziale ateismo10, ma si configuravano piuttosto in una

7 F. Nietzsche, Scritti giovanili 1856-1864, I/1, Adelphi, Milano, 1977, p. 467.

8 F. Nietzsche, Werke und Briefe. Historisch- Kritische Gesamtausgabe, cit.,Vol V, p.471.

9 P. Deussen, Ricordi di Friedrich Nietzsche, a cura di M. Ghidotti, la scuola di Pitagora, Napoli, 2010, p.76.

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complessa e non sempre lineare interpretazione del cristianesimo, che riconosceva alla fede un carattere soggettivo, del cuore, capace di condurre il credente alla "pace dell'anima e alla felicità", non come fede " in un evento storico, o in un personaggio storico,...Ma necessità di redenzione"11 cioè di trasformazione e di cambiamento.

numero. [Nietzsche] Iniziò, inoltre, a leggere libri che criticavano la fede religiosa […] Le prime considerazioni scettiche e polemiche verso il cristianesimo sorgono agli inizi del 1862 […] Abbandonata Pforta per studiare all’Università di Bonn, Nietzsche si iscrive sia a teologia sia a filologia, ma la sua frequenza e il suo interesse nei pochi (soltanto due) corsi di teologia sembrano suggerire una crescente disillusione nei confronti del cristianesimo. Attorno al sua secondo anno universitario, ci troviamo nel 1865, a 21 anni, la frattura di Nietzsche con il cristianesimo pare essere decisiva […] Abbiamo poche fonti e assai poche conferme per stabilire, con certezza, ciò che causò la rottura con il cristianesimo. La Critica Storica, la Weltanschauung alternativa (rappresentata dall’antichità) e l’influenza di Feuerbach e Strauss costituiscono punti di riferimento importanti. Probabilmente il metodo storico-critico, ossia, la trattazione di qualsiasi testo storicamente relazionato con il proprio contesto storico, svolse un ruolo di grande importanza» (T. Brobjer, Nietzsche’s

atheism, in J. Lippitt, J. Urpeth (a cura di), Nietzsche and the Divine, Clinamen Press, Manchester

2000, pp. 3-4). Si veda anche J. Figl, Dialektik der Gewalt. Nietzsches hermeneutische

Religionsphilosophie, Patmos, Düsseldorf 1984, p. 53. 11F. Nietzsche, Epistolario, 1850-1869, Milano 1976,p. 423.

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2. UN CONTESTO TEOLOGICO COMPLESSO

2.1 Il confronto teologico all'interno delle università tedesche

Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce a Röcken, piccolo villaggio della Sassonia, il 15 ottobre del 1844. Nel luglio del 1849 muore il padre Karl Ludwig, pastore protestante, e nel 1850, lasciata la canonica, con la madre Franziska Oehler (anche lei figlia di un pastore), e la sorella Elisabeth (1846-1936), si trasferisce nella vicina cittadina di Naumburg. Vediamo come si configura lo sfondo dottrinale e teologico del luteranesimo tedesco, nel quale sta crescendo la religiosità del piccolo Nietzsche.12

In Germania, in questo periodo, si stava compiendo una progressiva demitizzazione della Bibbia, ad opera degli esponenti della cosiddetta teologia liberale che, attraverso una sempre più completa acquisizione del metodo storico-critico che si era da tempo affermato negli studi filologici, si contrapponevano su diverse posizioni teologiche circa la legittimità e le conseguenze dell'utilizzo in ambito scritturistico e dogmatico di tale metodo. Le facoltà teologiche, che facevano parte al pari delle altre discipline dell’università tedesca, sempre meno preoccupate delle implicazioni dogmatico- pastorali dei risultati delle loro attività di studio, perseguivano l'iter della ricerca accademica, con l’intento di presentare il dato evangelico, finalmente liberato dagli inevitabili condizionamenti storici e mitici, ritrovando il nucleo originale del dogma cristiano, per riformularlo secondo i parametri culturali moderni.

12 Per una dettagliata disamina di questo controverso contesto teologico che accompagnò i primi anni di formazione del giovane Nietzsche, si veda M. Pernet, Das Christentum im Leben des jungen

Friedrich Nietzsche, Westdeutsche, Opladen 1989; Id., Nietzscheand Pietism, in «German Life and

Letters», XLVIII (1995); e R. Bohley,Die Christlichkeit einer Schule: Schulpforte zur

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Nel corso del XIX secolo una tra le più influenti di queste posizioni teologiche, che si erano appropriate del metodo storico critico, fu la cosiddetta scuola "storica", legata ai nomi di Röhe e Wegscheider che, partendo da posizioni illuministiche e razionaliste, si proponeva di eliminare dalle Sacre Scritture ogni elemento mitico e superstizioso, attraverso una interpretazione di tipo naturalistico, riportando alla luce la storicità del racconto biblico, facendone emergere il vero significato morale. Esponente di spicco di questo movimento culturale fu soprattutto Heinrich Eberhard Gottlob Paulus (1761-1851)13 il quale, pur accettando come storici i fatti narrati nel Nuovo Testamento, nella sua Vita di Gesù del 1828, affermò che i miracoli del Cristo erano, in realtà, spiegabili su base razionale come espressione della suggestione e dell'equivoco, negando di fatto ogni fondamento alla presenza del divino nelle vicende evangeliche. A questa interpretazione naturalistica e razionalista dei vangeli, che si proponeva comunque l'intento di salvare il carattere storico della Bibbia, si contrapponeva quella della scuola " mitica" di Tubinga, che ebbe in Ferdinand Baur ,14 ma soprattutto in David Strauss (1808-1874),15 i suoi massimi esponenti. L'interpretazione "mitica" aveva le sue radici teoriche in Hegel e in Schleiermacher

13Docente di lingue orientali a Jena dal 1789, nel 1803 si spostò a Würzburg e nel 1811 a Heidelberg. Nel 1823 fu professore di Ludwig Feuerbach.

14 Illustre storico tedesco del cristianesimo, fondatore della scuola di Tubinga. Nacque a Schmiden (Württemberg) il 21 giugno 1792, studiò a Tubinga, nel 1817 entrò professore nel seminario di Blauenheuren e vi restò per nove anni. La sua prima grande opera, Symbolik und Mythologie (1825), gli fece ottenere la cattedra di teologia a Tubinga, ove insegnò ininterrottamente fino alla morte, avvenuta il 2 dicembre 1860.

15 Studiò a Tubinga ove fu alunno di F. Ch. Baur, poi seguì a Berlino le lezioni di Hegel e Schleiermacher. Applicò i principî della filosofia hegeliana nello studio delle origini cristiane e soprattutto in Das Leben Jesu kritisch bearbeitet (2 voll., 1835). Altre sue opere: Die christliche

Glaubenslehre in ihrer geschichtlichen Entwicklung und im Kampfe mit der modernen Wissenschaft dargestellt (2 voll., 1840-41); Der Christus des Glaubens und der Jesus der Geschichte (1865); Der alte und der neue Glaube (1872). Postume le Gesammelte Schriften (12 voll., 1876-78) e gli Ausgewählte Briefe (1895).

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(Breslavia 1768 - Berlino 1834)16. Ad Hegel si rifacevano sia Ferdinand Baur che David Strauss. Baur si riproponeva, attraverso l'uso del metodo storico critico, di ricostruire il cristianesimo antico nella sua verità storica, omettendo ove necessario le ricostruzioni non scientifiche; Strauss teorizzava invece una piena dissoluzione del dogma cristiano, per riformulare le verità in esso contenute, nelle più precise e compiute concettualizzazioni della filosofia. Il fine di entrambe le teorie era quello di individuare il nucleo di verità originario, contenuto nei racconti evangelici, senza aspettarsi da essi un resoconto oggettivo dei fatti narrati, inessenziale alla finalità per cui essi erano stati scritti: essi si presentavano come una verità racchiusa in un guscio storicamente condizionato e quindi inutile ai fini della verità stessa. Mentre Strauss svalutava di fatto il contenuto delle verità evangeliche, il dogma, in quanto espressione non concettuale ma mitica e poetica della verità e in quanto tale un momento inadeguato e non pienamente compiuto dell' Assoluto, per Baur, in linea con Hegel, che aveva salvato la dogmatica cristiana ritenendola espressione fondamentale del contenuto della fede cristiana, il cristianesimo rappresentava la massima espressione, non solo della spiritualità religiosa, ma anche di tutta la filosofia e della cultura del mondo antico, il punto di arrivo del principio universale e massimo livello teoretico a cui una religione può giungere. Inoltre Baur poneva

16 Formatosi in ambiente pietistico, attraversò una fase illuministica quando nel 1787 s’iscrisse all’università di Halle per studiarvi teologia. Dopo essere stato precettore in Prussia Orientale (1790-93) e aiuto predicatore a Landsberg, nel 1796 si trasferì a Berlino, dove conobbe Schlegel e divenne uno dei principali esponenti del movimento romantico. Di quest’epoca è il suo scritto forse più celebre, le Reden über die Religion (1799), cui seguirono i Monologen (1800) e i Vertraute Briefe

über Schlegels Lucinde (1800). Nel 1803 pubblicò le Grundlinien einer Kritik der Sittenlehre e nel

1804 fu chiamato come professore nell’università di Halle, dove tenne corsi di etica; di quel periodo è lo scritto Weihnachtsfeier (1806). Costretto a lasciare Halle per l’invasione napoleonica, tornò a Berlino (1807), dove fu tra i promotori e i programmatori della nuova università, fondata nel 1810. La sua opera teologica principale è Der christliche Glaube nach den Grundsätzen der evangelischen

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hegelianamente, all'interno del dogma cristiano, la possibilità della sua stessa evoluzione e superamento nella forma concettuale pura. Questo trapasso non metteva forse a rischio il cristianesimo come religione secondo quanto concludeva Strauss? A questa domanda Baur cerca di rispondere attraverso uno dei principi peculiari della ecclesiologia luterana: la chiesa sposa di Cristo, misticamente unita a lui, non coincide mai con nessuna esperienza in cui storicamente essa si incarna e anche la dogmatica, strettamente unita ad essa in quanto espressione storica di principi assoluti, è passibile di un infinito sviluppo, in quanto il contenuto delle verità di fede non si esauriva in nessuna delle forme dogmatiche che storicamente si sono realizzate. Dunque per Baur e per la scuola di Tubinga, il metodo storico critico non solo non metteva a rischio l'essenza stessa del cristianesimo ma dimostrava, nei fatti e scientificamente, la verità stessa del cristianesimo, in quanto religione capace di un'infinita possibilità esplicativa. Certamente erano ben consapevoli dei rischi che la introduzione nella teologia di tale metodo comportava, vedi Strauss, ma, al contrario della teologia di orientamento conservatore, di stampo supernaturalista, erano convinti che questo percorso metodologico ed ermeneutico fosse il solo modo per evitare che il cristianesimo stesso finisse per essere completamente eroso dal progressivo sviluppo delle scienze storiche e filologiche.

La scuola di Tubinga non era l'unica espressione della teologia liberale: anche altri filosofi e teologi, come Schleiermacher, ravvisavano la necessità di modificare le forme espressive del messaggio cristiano in linea con l'evoluzione culturale del loro tempo; tuttavia al contrario di Hegel, Schleiermacher non accettava l'idea che ci potesse essere identità di contenuti tra cristianesimo e speculazione filosofica: spiritualità religiosa e speculazione intellettiva appartengono ad ambiti diversi dell'esperienza umana, ciascuna con la sua specificità. Schleiermacher individua

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nell'uomo tre momenti diversi di autocoscienza: quello della sensibilità, del sapere a cui appartiene la speculazione filosofica e quello della trascendenza, attraverso cui l'uomo sperimenta la sua impossibilità di bastare a se stesso, di autofondarsi, mettendosi così in rapporto di dipendenza da ciò che egli sente come superiore, cioè l'idea di Dio. E' in questo momento di autocoscienza che per Schleiermacher si forma l'esperienza religiosa. Anche il cristianesimo, con i suoi contenuti peculiari, si basa originariamente su questo sentimento di dipendenza assoluta, vero "cuore" di ogni forma religiosa, che permaneva attraverso le varie forme, di fatto inessenziali, in cui storicamente si riveste. Dunque nessuna dogmatica cristiana va considerata in senso assoluto, ma come l'espressione dottrinale di un cristianesimo che vive in un dato momento storico. Secondo lo stesso Schleiermacher la ricerca storica non può danneggiare il fondamento del cristianesimo, anzi permette alla religione stessa di evolversi verso forme storicamente più adeguate ai tempi.

Il risultato complessivo di questo dibattito teologico e culturale è, dunque, una religione etica, razionalmente incanalata, nella quale il dogma è ridotto a metafora del progresso culturale e della libertà interiore dell'uomo. E' rilevante sottolineare che il cambiamento di prospettiva inaugurato dalla teologia liberale non riguardava innanzitutto l'idea di Dio, una nuova teodicea, quanto piuttosto il concetto stesso di religione e di "chiesa", che rischiavano di essere svuotati completamente da qualsiasi connotazione soprannaturale e divina e finivano per essere reinterpretati unicamente sotto il profilo storico e culturale, " umano ", al pari di qualsiasi altra istituzione. Si compiva così in modo radicale e definitivo quella cesura sottolineata da Lutero e dagli altri riformatori, tra la chiesa dei santi, spirituale e invisibile e la chiesa istituzione, provvisoria, storica e perfettibile. Questo percorso teologico e culturale, che metteva in discussione le verità bibliche e l'intera dogmatica, trovò ovviamente

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resistenze e critiche in particolare da parte degli ambienti più conservatori della chiesa luterana e naturalmente della chiesa cattolica. Questi si arroccavano rigidamente in una visione teologica detta "supernaturalista", che ammetteva cioè la possibilità di un intervento diretto dell'azione di Dio nella natura e nelle vicende umane attraverso segni soprannaturali e miracolosi, in grado di scardinare le leggi della natura affermando di fatto la sua piena sovranità e divina libertà sul mondo. Una posizione mediana era stata intrapresa dalla teologia moderata detta della Vermittlungs-theologie (teologia della mediazione) che, non essendo in linea di massima contraria al metodo critico, cercava di conciliare la ricerca storico-critica con le posizioni dottrinali più ortodosse. Su questa linea teologica troviamo molti esponenti del movimento pietista "del risveglio", che si opponeva, con il suo soggettivismo antirazionalistico, sia alle istanze illuministiche più estreme della teologia liberale, sia alla rigida metafisica tradizionale della teologia luterana ortodossa. Vista l'importanza che la spiritualità pietista avrà nella storia dello sviluppo della personalità religiosa del giovane Nietzsche, vorrei sottolinearne alcune linee teologiche e spirituali fondamentali, confrontandole con le posizioni dottrinali della teologia luterana ortodossa.

2.2 Il movimento pietista e l'ortodossia luterana: Spener, Arndt,

Francke e Arnold: la religione del cuore, l'impegno morale e la

rivalutazione dell'uomo

Il

pietismo17ereditava dalla tradizione filosofica e spirituale del tardo Medioevo molti

17 Il pietismo luterano si sviluppa nell'ambito culturale e religioso europeo che va dalla pace di Westfalia del 1648 allo scoppio della rivoluzione francese accanto a quei movimenti chiamati razionalismo e illuminismo diffondendosi rapidamente in tutta la Germania per l’impulso di Phillipp

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elementi peculiari della filosofia platonica e stoica, in particolare gli ideali di razionalità universale e di dignità individuale. La fede dei pietisti si fondava su un rapporto immediato tra l'individuo e Dio, tramite la Sacra Scrittura, il cui senso profondo e originale veniva colto dal fedele grazie all'illuminazione dello Spirito. Ciò si configurava nella vita del credente come una nuova rinascita libera e dinamica, che si contrapponeva a tutto ciò che è pigrizia, ignoranza e falsità. Si trattava dunque da Spener che fondava a Francoforte sul Meno i “collegia pietatis”, piccole riunioni di fedeli in case private aventi l’obiettivo di leggere le Sacre Scritture e di approfondire le proprie esperienze interiori. Da queste piccole assemblee di fedeli, aventi l’obiettivo di far nascere all’interno della Chiesa Luterana ufficiale, da la cosiddetta “chiesa di pietra”, nascono le nuove “chiese del cuore”, “ecclesiae

in ecclesia”. L’attivismo pietista intendeva rinnovare una Chiesa considerata cristallizzata ed

intendeva reagire contro un’osservanza rigida e superficiale della vita religiosa. Il padre teologico del pietismo può essere considerato Johannes Arndt, cui si è direttamente ispirato il teologo alsaziano Philipp Spener, vero e proprio attivista del movimento. Il suo lavoro principale è stato una lunga introduzione scritta per il saggio del suo maestro Arndt, " Quattro libri sul vero cristianesimo. Il suo discepolo diretto è il pedagogista August Franke, (1663-1727), che insegnava ad Halle. Più mistico e sistematico di Spener, egli fu molto attivo nel campo pedagogico ed assistenziale, e contribuì a fare della sua città il centro del pietismo. Egli sviluppò una concezione pedagogica che avesse quale obiettivo la conversione dei fanciulli. Nacquero scuole, orfanotrofi ed altre organizzazioni a scopo filantropico. Si ebbe anche una vasta diffusione della Parola di Dio, in particolare attraverso il lavoro delle missioni estere.

Ricchissima la lirica religiosa dei pietisti (Bogatzky, Hiller, Zinzendorf, Neander, e soprattutto Tersteegen). Nel campo della musica il pietismo penetrò specialmente con l'opera di G. S. Bach, nella letteratura fece la sua entrata ufficiale con Klopstock. Col cosiddetto "pietismo radicale" (Dippel, Edelmann, ecc.), ormai del tutto razionalista, si varca la soglia dell'illuminismo. Completamente secolarizzati, i motivi originarî della religiosità pietista si risolvono nel vasto moto filosofico-artistico-sociale, che si estende per oltre un cinquantennio e che F. Schlegel per il primo denominò idealismo.Motivi pietisti trasfigurati si possono percepire, a tacere di Lavater, Jung-Stilling, ecc., in Herder, nei soci del "Göttinger Hainbund", negli "Stürmer und Dränger", in Goethe, in Kant, Jacobi, e, più tardi, e in modo ancor più evidente, in Schleiermacher e Novalis. Dopo il romanticismo, il pietismo si è andato sempre più assottigliando in uno spiritualismo o in una vaga religiosità personale, anche se, per contingenze sociali e politiche, ha dovuto talora paradossalmente accettare forme chiesastiche e positive. Ma qual’era il significato del motto “le chiese del cuore derivate dalla chiesa di pietra”? Il pietismo voleva riallacciarsi direttamente a Lutero senza la mediazione sistemica di Melantone, privilegiando così la devozione individuale del cuore.

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parte del credente di ricostruire una propria interiorità, promuovendo incessantemente l'edificazione "dell'uomo interiore ", attraverso l'opera rigenerativa dell'azione di Dio, che avrebbe agito in modo efficace se l'uomo vi avesse aderito abbandonandosi con fiducia. Il pietismo riportava così all'interno della riforma l'attenzione e il valore alle "opere", come frutto necessario della propria rinascita in Cristo, in una continua apertura all'evoluzione storica e mondana, nella quale occorre operare secondo la giustizia ottenuta dalla grazia divina.

Il movimento pietista diventa così all'interno della Riforma un momento di

" liberazione dal pessimismo conservatore di Lutero, il rifiuto di abbandonare il mondo al suo destino."18 Per questo i rapporti tra l'ortodossia luterana e il movimento pietista si rivelarono sempre piuttosto conflittuali e improntati a una reciproca diffidenza; l'ortodossia luterana accusava infatti il movimento pietista di aver riportato le innovazioni più importanti della riforma verso posizioni dottrinali filo cattoliche, in particolare per il ruolo centrale attribuito alla libertà umana nell'economia salvifica e per il rinnovato vigore con cui si tornava a sottolineare l'importanza delle "opere" nella vita del cristiano. Il pietismo rimproverava dal canto suo la chiesa istituzionale di essersi conformata a uno sterile formalismo dottrinale, freddo e senza anima, di essere diventata una "chiesa di pietra19".

18 E. Troelsch, Il protestantesimo nella formazione del mondo moderno trad. di G. Sanna Firenze 1974; E. Troeltsch, Leibniz und die Anfange des Pietismus, in Gesammelte Schriften, IV, 2, Tubingen 1925.

19 Contrapposizione “Cuore” e “Forma”, “Chiesa del cuore” e “chiesa di pietra”; quest’ultima era necessaria per proteggere la chiesa del cuore, ma si temeva che il suo formalismo e il suo

dogmatismo, compresa la sua organizzazione gerarchica, potesse inquinarla.Cfr. Dario

Antiseri, Giovanni Reale Storia della filosofia: Illuminismo e Kant, Volume 6, Bompiani, Milano, 1997

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Lo scritto programmatico del pietismo luterano tedesco fu composto da Spener, nel 1675, come prefazione a una raccolta di prediche di Johann Arndt (1555-1621 ). Il testo fu uno dei libri più diffusi della spiritualità luterana, ma anche accusato di corrompere la genuina dottrina di Lutero con una mistica cattolica medioevale.

La linea interpretativa del cristianesimo di Arndt, che Spener delineava, era quella che ravvisava nel principio dottrinale della gratuita giustificazione da parte di Dio, solo il primo momento di un percorso spirituale che vedeva il suo passaggio decisivo soprattutto nella trasformazione e nella rigenerazione dell'uomo in una creatura nuova, fedele immagine di Cristo, attraverso un continuo impegno di conversione, che lo metteva in perenne conflitto con " l'uomo vecchio20". Contrapponendosi a una interpretazione troppo minimalista della dottrina di Lutero, della giustificazione per sola fide, che incentrava l'opera salvifica unicamente nella volontà divina e che non richiedeva all'uomo né una coerenza morale con il suo credo, né un autentico cambiamento di vita, sia Arndt che Spener propongono invece una visione dell'economia salvifica e giustificatrice di Dio decisamente più complessa e articolata, che aveva come fondamento un'immagine più positiva dell'uomo, che lo vedeva in grado di corrispondere efficacemente alla grazia di Dio e di assecondarla nella sua opera di intima trasformazione. Questa visione teologica del pietismo sembra in effetti collocarsi in una posizione dottrinale che appare essere assai più vicina allo

20 Rm 6,6 Lo sappiamo: l'uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Ef 4,22 ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l'uomo vecchio che si corrompe seguendo le

passioni ingannevoli,

Col 3,9 Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell'uomo vecchio con le sue azioni (Testo CEI2008)

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spiritualismo cattolico tedesco del XIV secolo, che al rigido principio luterano della giustificazione per grazia, che agiva indipendentemente dalle opere umane.21

Come Lutero aveva a suo tempo contestato le affermazioni dottrinali della chiesa romana e la sua condotta immorale, così Spener, centocinquanta anni dopo, si trovava costretto a condannare quella stessa chiesa, che era nata dalla riforma di Lutero sulla base di quelle stesse accuse mosse alla chiesa di Roma. Secondo Spener infatti si era reintrodotta nella chiesa luterana quella stessa fede formale e intellettuale che proprio Lutero aveva voluto estirpare, così che alla teologia biblica si era di nuovo sostituita la teologia scolastica, che alimentava di nuovo sterili dispute e inutili dibattiti. Inoltre al potere ecclesiastico di Roma si era sostituita la cesaropapia dei principi, che usavano la religione per i loro fini politici, atti a consolidare il loro potere mondano, non esitando a piegare i bisogni della chiesa alle loro necessità di governo.

Nella sua prefazione allo scritto del teologo Johann Arndt, " Quattro libri sul vero cristianesimo ", Spener delineò sei punti fondamentali che costituivano un programma di riforma, il quale si proponeva di migliorare la condotta della vita ecclesiastica e civile a fronte di una società che si stava mondanizzando a tutti i livelli.

• A causa dell’inadeguatezza dei sermoni, bisognava favorire lo studio delle Sacre Scritture attraverso riunioni private.

• Era necessario sviluppare un sacerdozio universale con laici accanto ai pastori, • La conoscenza del Cristianesimo doveva essere accompagnata dalle virtù

cristiane della carità e del perdono

21 M Schidt, Spener und Luther, in Der Pietismus als theologische Erscheinung, Gottingen, 1984, pp. 156-81.

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• L’attitudine verso i non credenti doveva basarsi non sulla polemica virulenta, ma sul dialogo.

• Andava sviluppato negli studenti di teologia non solo lo zelo per lo studio , ma anche verso una vita devota

• La retorica nella predicazione doveva essere abbandonata per favorire una vita cristiana pratica, piena di fede ma anche severa.

L'elemento centrale dell'antropologia teologica di Spener è il ruolo preminente che assume la dimensione interiore dell'uomo: " Dobbiamo piuttosto porre il fondamento proprio nel cuore, mostrare che è pura ipocrisia ciò che non procede da questo fondamento e abituare le persone a lavorare prima di tutto a questa interiorità, a risvegliare in se l'amore di Dio e del prossimo attraverso mezzi adeguati e a operare poi in base a questo22."

E' da questa centralità del cuore, dell'intimità individuale che Spener parte nella sua riflessione sull'uomo e sul suo rapporto con Dio e con la sua Parola, che " dobbiamo far penetrare nel cuore ...con viva emozione e consolazione23". La Parola di Dio può diventare fermento di un’autentica vita morale cristiana solo se smuove le profondità della psicologia umana, solo se produce emozione e consolazione. L'altro elemento che assume una importanza fondamentale nella spiritualità pietista è la " praxis pietatis", la pratica del cristianesimo: " in terzo luogo si mostri alle persone e le si abitui subito a ritenere che nel cristianesimo il sapere non è assolutamente sufficiente,

22 R. Osculati, Vero cristianesimo.Teologia e società moderna nel pietismo luterano, Laterza, Roma-Bari 1990, p. 34.

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ma esso consiste piuttosto nella pratica".24 Per Spener e per tutto il movimento pietista il cristianesimo misura la sua efficacia nelle azioni concrete e nei rapporti umani improntati all'amore verso il prossimo. Ne consegue che la verità più profonda della rivelazione cristiana non potrà trovarsi all'interno di una teologia dogmatica o in un sistema metafisico di verità ontologiche, ma in una nuova esperienza esistenziale dove l'uomo, anche se si trovasse sprofondato negli abissi della colpa, si troverebbe comunque nella condizione di essere illuminato, giustificato e rigenerato dalla grazia divina. Al posto del tragico contrasto tra una umanità irrimediabilmente peccatrice e incapace di rispondere in alcun modo alla grazia di Dio, così come veniva sottolineato dalla dottrina luterana ortodossa, Spener propone una immagine della religione più rispettosa della libertà e della dignità dell'uomo, in cui il divino non compare come il giudice inafferrabile che condanna o grazia senza possibilità di appello, ma una forza rigenerante che, se accolta dall'uomo, lo rinnova progressivamente fino alla santità. Spener insomma possiede una visione più ottimistica e positiva della natura umana, della società e della storia rispetto a quella proposta dalla dottrina luterana ortodossa e per questo motivo Spener sarà ripetutamente accusato dai suoi oppositori di essere un "papista", cioè una cattolico.

In Francke, analogamente, prevale una interpretazione di Lutero influenzata dalla spiritualità dei grandi mistici tardo medioevali, come Bernardo di Chiaravalle25, di Taulero26, dell’Imitazione di Cristo27 fino alla teologia di Arndt. In lui è assente quel

24 R. Osculati, Vero cristianesimo.Teologia e società moderna nel pietismo luterano, Laterza, Roma-Bari 1990, p.35.

25 Ivi. 26 Ivi 27 Ivi

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contrasto tra l'efficacia della grazia divina e lo sforzo umano a corrispondere ad essa, riproponendo a tutti gli effetti quello "strappo " teologico alla dottrina luterana della grazia, che non concedeva spazio alcuno alla libertà umana di corrispondere alla salvezza, immeritatamente offerta dalla imperscrutabile volontà divina.

Nella sua visione teologica il dono della grazia impone un compito all'uomo, esige un impegno morale, spingendo la sua coscienza verso un rinnovato senso di responsabilità nei confronti del mondo. La grazia divina permette all'uomo corrotto dal peccato originale di risollevarsi dalla sua abiezione e, trasformato attraverso un impegnativo cammino di penitenza e conversione, di adempiere alla legge morale. Per Francke il divino opera nel mondo con la sua forza rinnovatrice ed è naturale che coloro che da questa grazia sono rinnovati siano spinti ad operare in tutti gli ambiti dell'esistenza, facendosi di fatto suoi collaboratori: di qui la necessità dell'impegno di un’autentica testimonianza da parte del vero credente nel mondo della cultura, dell'educazione, dell'attività politica, professionale e sociale. Questa tipica spiritualità "del fare", del movimento pietista, sarà indicata più volte da Nietzsche come la realizzazione autentica del messaggio cristiano: "La vita del Redentore non fu altro che questa pratica, anche la sua morte non fu alcunché di diverso... Non aveva più bisogno di formule, né di riti per il suo rapporto con Dio, neppure della preghiera. Egli ha chiuso con tutte le dottrine ebraiche della penitenza e del perdono; sa che solamente con la pratica di vita ci si può sentire «divini», «benedetti», «evangelici», in ogni momento «figli di Dio». Né la «penitenza», né la «preghiera per il perdono» sono le vie verso Dio: solo la pratica evangelica porta a Dio, è proprio Dio! "28

28F. Nietzsche, AC, 33.

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A Lutero e alla sua riforma anche Arnold dedica molto spazio nella sua Storia imparziale della chiesa e degli eretici. Per Arnold, pur ammettendo le sue doti straordinarie e di essere stato un eccezionale testimone della verità evangelica, Lutero non doveva essere assunto come il depositario di una verità assoluta, che, proprio in quanto tale, non poteva spettare a nessun uomo. Infatti l'abisso infinito della trascendenza di Dio non può essere definito compiutamente da nessun sistema dottrinale e teologico, neppure da quello luterano. Inoltre sottolinea Arnold, Lutero non fu privo di difetti e debolezze umane, come il suo carattere violento e polemico che tendeva a esprimersi spesso in atteggiamenti grossolani e provocatori. Anche Lutero dunque, secondo Arnold, andava interpretato storicamente, all'interno di quel percorso umano e spirituale di cui avevano fatto parte anche altri personaggi esemplari del passato e che facevano parte del patrimonio spirituale della Chiesa di Dio, che non coincide mai perfettamente in nessuna delle sue forme istituzionali, sia cattoliche che riformate, che, in quanto costruzioni umane, rimangono sempre espressioni storiche e contingenti.

2.3 Pietismo e teologia luterana contemporanea

E' interessante la critica al pietismo mossa dal teologo luterano K. Barth (Basilea 1886 - ivi 1968). Per il teologo della teologia dialettica il pietismo sottolinea una visione teologica antropocentrica, in cui l’uomo afferma se stesso anziché affermare l'assoluto primato di Dio. Una teologia umanizzata, che mira a trasformare il mondo attraverso la trasformazione dell’uomo. Per Barth, il pietismo rivalutava l'uomo, la sua autonomia, la sua signoria di sé, forse anche la sua insubordinazione a Dio, nel momento in cui diventa importante la realtà della sua conversione, anziché diventare centrale e fondamentale la sua sicurezza in Dio, fondata sulla realtà della

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sua "conversione" in Cristo. Inoltre Barth sosteneva che pietismo e illuminismo, pur agli antipodi nelle loro espressioni ideologiche e pur combattendosi, in realtà perseguivano lo stesso obiettivo, cioè umanizzare la teologia, per " situare Dio all'interno dell'autocoscienza sovrana dell'uomo, trasformare la realtà che viene da fuori e come tale è percepita in una realtà interiormente sperimentata e compresa"29.

Dal pietismo luterano del XVII e del XVIII secolo discenderanno i vari movimenti spirituali, che ritroveremo operanti nel corso del XIX secolo tra cui l' Erweckungsbewegung o Movimento luterano del risveglio, che influenzò la religiosità della famiglia Nietzsche, in particolare quella di Carl Ludwig, e, a partire dalla sua permanenza a Naumburg, quella dello stesso Friedrich.

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3. GLI ORIENTAMENTI TEOLOGICI E SPIRITUALI

PRESENTI NELL'AMBITO FAMILIARE DEL GIOVANE

NIETZSCHE

Il vissuto religioso del giovane Nietzsche era stato certamente influenzato da questi conflitti dottrinali, che stavano attraversando la teologia e la spiritualità tedesca del XIX secolo. Essi si trovavano all’interno del suo stesso ambiente familiare, e più avanti in quello scolastico e universitario. Nell’ambito familiare, il giovane Nietzsche trovò avanti a sé due tendenze teologiche nettamente divergenti: da un lato vi era l’eredità razionalista dei nonni: quella del pastore Friedrich August Nietzsche e del pastore David Ernst Oelher, dall’altro vi era la profonda spiritualità pietista di suo padre Carl Ludwig Nietzsche, un ardente seguace della Erweckungsbewegung.

3.1 La teologia razionalista di Friedrich August Nietzsche e di

David

Ernst Oelher e

la spiritualità pietistica di Carl Ludwig Nietzsche e di

Franziska Ernestine Rosausa Oelher

3.1.2 Friedrich August Nietzsche

Nietzsche non conobbe personalmente il nonno paterno, Friedrich August Ludwig Nietzsche, morto nel 1826, ma ebbe modo di conoscerlo attraverso le sue numerose pubblicazioni e i suoi libri, custoditi gelosamente nella casa della nonna Edmunde. Nella famiglia della madre di Friedrich August, gli Herolds, potevano annoverare al suo interno ben quattro generazioni di pastori luterani, una tradizione familiare che

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anche Friedrich August continuò andando a studiare teologia all'università di Leipzig. Qui, influenzato dal pensiero di Ernesti e di Zollikofer, divenne un convinto avversario del supernaturalismo di Grotius30, sostenendo la necessità di distaccarsi dal dogmatismo teologico a favore di una interpretazione critica della Bibbia, come rivela la sua opera "Epistola Petri posterior auctori suo imprimis contra Grotium vindicata atque adserta", nella quale Friedrich August contestava apertamente l’interpretazione di Grotius della seconda lettera di San Pietro31.

La sua formazione teologica fu improntata su un modello culturale e metodologico che prevedeva un approccio razionale, storico e filologico alle Sacre Scritture, che poneva particolare attenzione a filtrare criticamente ciò che poteva essere considerato non autentico, permettendo così di rimuovere le interpolazioni e aggiunte successive al testo biblico.

Nella sua vita Friedrich August Nietzsche scrisse alcune importanti opere teologiche, tra le quali Gamaliel oder über die immerwährende Dauer des Christenthums...,

pubblicato a Leipzig nel 1796 e Beyträge zur Beförderung einer vernünftigen Denkensart über Religion, Erziehung, Unterthanenpflicht und Menschenleben, del 1804, incluso uno studio di critica testuale del Nuovo Testamento scritto in latino. In esse Friedrich August Nietzsche ci offre una immagine positiva della natura umana in quanto dotata dalla Divina Provvidenza di razionalità e di libertà, facoltà intellettuali che, se orientate in modo appropriato, potevano condurre la ragione umana verso una comprensione anche razionale di alcuni aspetti della rivelazione divina. Tuttavia per Friedrich l'esperienza religiosa non poteva essere compresa

30 H. Grotius, Huig de Groot, oppure Hugo de Groot) (Delft, 10 aprile 1583 – Rostock, 28 agosto

1645)

31 H. Grotius Annotationes in Epistolas apostolicas et Apocalypsin, in Opera omnia theologica Basilea 1732.

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solamente come pura espressione della ragione umana, ma anche come apertura verso una dimensione interiore e spirituale, capace di rendere accessibile all'uomo le profondità del mistero di Dio e la grandezza della sua creazione. Potremmo dire che l'impostazione teologica di Friedrich August si configurava come una specie di "supernaturalismo razionale", il cui scopo era quello di condurre a una progressiva illuminazione e nobilitazione dell'umanità attraverso la ragione e il conseguimento della felicità personale attraverso la saggezza e la virtù.

Dopo aver avuto dalla prima moglie nove figli, si sposò alla morte di questa con Erdmunthe Dorothea Krause, dalla cui unione nacquero il padre di Nietzsche, Carl Ludwig e le due sorelle Rosalie e Auguste.

Erdmunthe Krause veniva anch'essa da una famiglia di pastori protestanti e dopo la morte del padre fu la matriarca della famiglia, in cui crebbe il giovane Fritz. Trascorse la giovinezza a Weimar frequentando gli stessi ambienti di Goethe. Suo fratello era professore di teologia ed aveva da poco preso il posto prestigioso all'università di Weimar, che era stato da Johann Gottfried Herder ( Mohrungen, 1744- Weimar 1803), un formidabile pensatore le cui idee sull'animo umano anticipavano per certi versi quelle di Nietzsche. Si sposò con un avvocato della corte di Weimar, che però morì presto a causa di una malattia durante l'invasione napoleonica. Il suo secondo marito, Friedrich Auguste, di ventidue anni più anziano di lei ebbe l'incarico prestigioso di soprintendente della chiesa luterana proprio nei giorni del loro matrimonio. Alla sua morte Erdmunthe fece di tutto per tenere viva all'interno della famiglia, in particolare nel suo primo nipote Fritz, la sua eredità intellettuale e teologica.

Ricorda la nipote Elizabeth che la nonna Erdmunthe sebbene fosse cresciuta nel sobrio periodo dell'Illuminismo e lontana dall'atmosfera del movimento pietistico, che

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la gente chiamava " Risveglio luterano", il suo sentire e la sua vita furono segnati da una delicata e toccante religiosità.32

3.1.3 David Ernst Oelher

Il nonno materno, il pastore David Ernst Oelher, aveva compiuto brillantemente gli studi di teologia al'università di Leipzig, nel 1807, trent'anni dopo Friedrich August Nietzsche. In quel tempo la facoltà di teologia di Leipzig aveva adottato un'impostazione maggiormente liberale e David Ernst ne era uscito con una mentalità aperta e una concezione del mondo non dogmatica, in grado di spaziare tutte le aree dell'umano sapere, dalle scienze naturali, alla storia, alla musica e alla poesia, a cui guardava come a preziosi doni elargiti dalla bontà del Signore. Per la sua formazione razionalista e liberale non era quindi un uomo che poteva essere attratto dal movimento pietista del " Risveglio luterano", in quel momento assai popolare tra il clero ma, da convinto razionalista, era invece membro di una loggia massonica che, con i suoi ideali umanistici e cosmopoliti e la sua apertura verso gli altri sistemi di pensiero, risultava essere abbastanza compatibile con gli orientamenti teologici e spirituali del protestantesimo luterano del tempo e del sistemo politico prussiano ad esso strettamente collegato. Una volta ricevuta la parrocchia di Pobles, che comprendeva anche dei villaggi vicini, sposò Wilhelmine Hahn, la figlia di un proprietario terriero. Avido lettore e molto attento alla formazione culturale dei suoi parrocchiani, guardò all'insegnamento come a uno dei suoi principali doveri e spese tutte le sue energie nell'educazione dei ragazzi della sua parrocchia. Si dedicò con passione agli studi nella sua vasta biblioteca in cui peraltro la teologia non aveva una

32 Forster-Nietzsche 1912: vol.1, p.4.

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parte predominante. Il suo studio era veramente il suo regno. I libri che aveva aperto e voleva consultare, spesso lasciati aperti, e pezzi di carta sui quali aveva fatto annotazioni, erano spesso lasciati dov'erano. Così diceva il giovane Nietzsche che, durante i giorni di vacanza trascorsi a Pobles, frequentava assiduamente lo studio del nonno leggendo dalla sua vasta biblioteca e scorrendo le pagine dei suoi appunti: " Il mio passatempo preferito era stare nello studio del nonno, e il mio più grande diletto era scorrere tutti quei vecchi libri e riviste "33. Un'indicazione dell'ampiezza degli interessi intellettuali del nonno Oelher stava nella presenza di numerose opere, custodite nella sua biblioteca, che riguardavano l'occultismo, il magnetismo e il sonnambulismo e che comprendevano anche l'opera di Justinu Kerner34: Die Seherin

von Prevorst , uno dei libri sul paranormale che ebbero più larga diffusione nel XIX secolo, affascinando migliaia di lettori e suscitando accese discussioni. Fu un'opera che fece epoca, spingendo il pubblico delle persone colte a prendere posizione pro o contro la veridicità degli straordinari fenomeni in esso riferiti, con abbondanza di particolari e che pare aver influenzato il pensiero più tardo di Nietzsche sulla molteplicità della psiche35. Il pastore Oelher era un uomo di grande vitalità, che coniugava il duro lavoro della fattoria alle incombenze educative e spirituali del suo gregge e della sua famiglia; era inoltre un buon cacciatore, e non gli dispiaceva

33 F. Nietzsche, Scritti giovanili 1856-1864, I/1, Adelphi, Milano, 1977, p.38.

34 Ludwigsburg 1786 - Weinberg 1862. Studiò medicina e scienze naturali all'università di Tubinga,

dove si legò d'amicizia a L. Uhland, G. B. Schwab e altri giovani poeti della scuola sveva. Medico dal 1812, cercò di scandagliare i misteri dell'animo, senza disdegnare l'evocazione degli spiriti e simili esperienze misteriche, che gli diedero vasta ma anche dubbia fama. Numerosi i racconti legati alle sue esperienze di occultista visionario (Geschichte zweier Somnambülen, 1824; Die Seherin von

Prevorst, 2 voll., 1829; Geschichten Besessener neuerer Zeit, 1834)

35 G.Parkes, Composing the soul- Reaches of Nietzsche's Psychology, University of Chicago press books ,1994, p. 255-256.

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giocare a carte e bere. La vita nella canonica di Pobles era allettante per Elizabeth e Fritz: buon cibo, divertimenti, vita all'aria aperta. Non molto sappiamo della nonna materna Guglielmina, segnata da alcune menomazioni fisiche, la cecità di un occhio e una gamba più corta a causa di un incidente da bambina; era tuttavia una donna forte ed energica, dal carattere "esplosivo ", come dirà uno dei suoi undici figli.

3.1.4 La spiritualità pietistica di Carl Ludwig Nietzsche

Carl Ludwig nacque nell'ottobre del 1813. Il padre morì quando Carl aveva solo 13 anni e ciò contribuì a incrementare in lui un profondo senso di insicurezza e di inquietudine, generando quella patologica dipendenza dalla madre, che si trascinò per tutto il resto della sua vita. Reagì all'enorme sofferenza della morte del padre rifuggendo sempre più dalla vita quotidiana e dalla compagnia dei suoi coetanei, rifugiandosi nella spiritualità e nella preghiera. Il suo comportamento scolastico serio e pio, e il suo atteggiamento da scolaro modello gli allontanarono le simpatie della classe, che gli affibbiò il nomignolo di " piccolo pastore ", che verrà dato a sua volta al figlio36 . Nelle sue lettere dal seminario, che frequentò dal 1827 e il 1828, egli lamentava frequenti mal di testa, acuta nostalgia, e ansie notturne.37

Carl Ludwig studiò per quattro anni all'università di Halle-Wittenberg (1833-37), quando la facoltà teologica stava passando da un tradizionale razionalismo teologico a una nuova forma di pietismo detto " Risveglio luterano", che stava rivoluzionando la vita spirituale delle comunità luterane in Sassonia. Il movimento pietista dello Erweckungsbewegung cercava di infondere nel protestantesimo tedesco un più

36 Max Oelher, Nietzsche vater, CITATO in Goch 1994: 367.

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profondo sentimento religioso, sottolineando maggiormente nella fede del credente la dimensione emotiva e sentimentale.

Alla fine del corso di studi, influenzato dal carismatico predicatore Christian Couard,

Carl Ludwig era diventato un fervente sostenitore del nuovo movimento pietista. Era convinto che, nella vita cristiana, fosse fondamentale credere nella potenza misericordiosa di Dio attraverso la quale l'uomo peccatore poteva rinascere e diventare una nuova creatura in Cristo Gesù. Questa nuova nascita era la condizione indispensabile nella spiritualità pietista per partecipare al regno dei cieli38.

Sebbene fosse studioso e diligente, i suoi insegnanti avevano notato che Carl Ludwig mostrava notevoli difficoltà nella comprensione della teologia teoretica, dovuta, secondo loro, alle energie e al tempo che il ragazzo dedicava a scrivere i suoi sermoni, attività nella quale eccelleva e da cui aveva ricevuto le più grandi lodi, sia per l'eloquenza del suo linguaggio e la sua potente memoria che per la sua espressiva gestualità. I suoi sermoni erano così appassionati che egli stesso si commuoveva mentre li pronunciava e molto probabilmente rappresentavano il modo di esternare le sue fragilità e le sue insicurezze e per dimenticare i suoi dubbi e le sue paure.

Gli fu dato il compito di tutore delle tre figlie del duca e grazie ai suoi favori si recò a Berlino nel 1841, dove ottenne una breve udienza dal re Federico Guglielmo. Come frutto di quell'incontro ottenne la propositura di Röcken in Sassonia nel 1841. Dato che il villaggio di Röcken non era lontano da Pobles, era naturale che Carl Ludwig frequentasse il collega David Oelher e la sua famiglia. Fu durante queste frequentazioni, che si fecero a mano a mano più frequenti, che Carl Ludwig conobbe

38 M. Pernet, Das Christentum im Leben des jungen Friedrich Nietzsche, Westdeutsche, Opladen

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Franziska, che aveva allora diciassette anni e dopo poco tempo chiese la sua mano al padre.

3.1.5 Franziska Ernestine Rosausa Oelher.

Nonostante una relativa atmosfera secolare e aperta, la Oelher era una famiglia fortemente impregnata dagli insegnamenti e dalla spiritualità luterana e, sebbene le abitudini ecclesiali della famiglia non fossero troppo rigide, esse infusero nell'educazione religiosa di Franziska un solido senso della morale e una fede incrollabile nel potere della preghiera, una pratica che la accompagnerà per tutta la vita. Tre dei suoi fratelli divennero pastori e due sue sorelle si sposarono con dei ministri di culto: c'erano sette pastori tra i cugini di Nietzsche da parte di madre. Nessuna meraviglia quindi se Nietzsche dirà di se stesso, in una sua autobiografia, di essere " figlio di pastore protestante di campagna39".

Franziska possedeva ingegno e buon senso pratico ma aveva ricevuto poco più di una educazione scolastica limitata e formale secondo le abitudini familiari del tempo che riservavano una più solida formazione culturale solo ai maschi della famiglia. In una lettera40 al figlio, scritta molti anni dopo, annotava di sentire l'insufficienza della propria educazione scolastica, atta perlopiù a sbrigare lavori pratici e comuni.

Franziska, in linea con la religiosità della madre, preferì una spiritualità intima e "del cuore" a una religione dogmatica fatta di prescrizioni e di divieti; un tipo di spiritualità che si avvicinava molto a quella pietista del marito, una spiritualità nella quale l'esperienza personale di Dio e il sentimento consolante della sua presenza contavano più dei contenuti dottrinali della fede. Con questi presupposti usò sempre

39 F. Nietzsche, 1 Febbraio 1869, in La mia vita: Scritti autobiografici 1856-1869, Adelphi, Milano,1977.

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la Bibbia come faro che indica il cammino e come risposta alle domande e alle necessità della vita e dopo la morte del marito fu lei ad educare religiosamente i figli, secondo la fede in cui lei stessa aveva vissuto.

3.2 Conclusioni

Certamente, dopo la morte del padre, quella di nonno Oelher , uomo colto e geniale, sarà stata per il piccolo Nietzsche, la figura maschile più vicina e da cui prendere ispirazione e modello. Come dirà più tardi, in Umano troppo umano, nell'aforisma dal titolo Correzione della natura "..Se uno non ha un buon padre se ne cerchi uno"41. Nella sua opera biografica la nipote Elizabeth aveva enfatizzato l'acume intellettuale e psicologico del nonno e la sua abilità nel condurre i sermoni in modo impetuoso ed energico, sottolineando sia i suoi moti di insofferenza verso quei comportamenti, caratterizzati da chiusura mentale o da pigrizia intellettuale, sia al dono di descrivere cose e persone in modo vivo e drammatico42. Elizabeth scriveva a proposito del nonno che, nonostante il suo buon carattere, era tuttavia un acuto osservatore delle persone e delle cose, dotato di uno spirito disincantato e a volte eccessivamente critico specialmente quando le persone intorno a lui assumevano arie patetiche e spiritualeggianti43. Questi aspetti della personalità di David Oelher, il suo acume psicologico, l'ampiezza di vedute, la curiosità intellettuale, il rifiuto di ogni dogmatismo, insieme a un carattere e uno stile impetuoso ed energico, saranno punti di riferimento fondamentali nella crescita e nella formazione umana, intellettuale e religiosa di suo nipote Friedrich e che porranno le basi della sua "filosofia del martello ".

41HAH I:31.

42Janz 1981: vol 1, p.41.

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Tuttavia al giovane Nietzsche non poteva non giungere anche l'influenza morale e culturale dell'energico razionalismo di Friedrich August, appassionato ricercatore e aperto alle instancabili domande dell'intelletto umano. In fondo, nello scegliere di studiare filologia e storia, Nietzsche non aveva fatto altro che seguire le sue stesse orme con la differenza che, mentre il metodo critico praticato dal nonno Friedrich non era stato usato per distruggere la fede religiosa, che al contrario intendeva rafforzare dandone una più sicura fondazione, nel caso del nipote, lo stesso metodo storico critico, imparato a Pforta prima e a Lipsia poi, fu impiegato per minare, piuttosto che sostenere, la fede cristiana o almeno per metterne in discussione gli elementi essenziali della dogmatica tradizionale.

Questo ultimo aspetto del percorso umano e intellettuale di Nietzsche però non può essere troppo radicalizzato come sottolinea giustamente R.J. Hollingdale:

"Le idee d Nietzsche sono sempre apparse così singolarmente diverse dallo sfondo di opinioni sulle quali egli crebbe, da far pensare spesso che esse debbano la loro origine a una violenta reazione alla sua educazione. Tutta la sua filosofia è stata vista semplicemente come una calcolata antitesi alla tradizione in cui fu allevato ... nessuno oggi sarebbe portato ad esagerare le divergenze tra il suo mondo e quello del cristianesimo: oggi si tende a mettere in risalto gli elementi convenzionali della sua filosofia con quella tradizione protestante di ricerca di cui l 'intera filosofia tedesca si

può dire una parte..."44

44 R.J. Hollingdale, Nietzsche: The Man and his Philosophy, a cura di G. Sardelli, Astrolabio Ubaldini editore, Roma, p. 19.

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Da questo breve resoconto possiamo dunque ipotizzare che l' impostazione religiosa, nella quale crebbe il piccolo Nietzsche, sia da ricercarsi soprattutto nell'ambito del razionalismo teologico luterano, preponderante, come abbiamo visto, all'interno della famiglia Nietzsche-Oelher; una spiritualità religiosa dall'impronta fortemente razionalista, dal carattere liberale e non dogmatico doveva aver fatto da sfondo alla crescita intellettuale e religiosa del piccolo Nietzsche45.

" La famiglia Nietzsche era ortodossa ma si è alquanto equivocato sulla natura di questa ortodossia. Per un profano la chiesa luterana assomiglia a quella anglicana: non è rigidamente osservante della tradizione protestante, non è fanatica o puritana. Essa occupa un posto speciale nella storia e nella cultura tedesche: la Pfarrhaustradition, come viene chiamata, la difesa e il progresso dell'illuminismo culturale della parrocchia luterana... Coloro che sono stati educati in quella tradizione, prendessero o no gli ordini religiosi hanno avuto una parte immensamente grande nella vita culturale e intellettuale della Germania, e quando Nietzsche scriveva che il pastore protestante era il nonno della filosofia tedesca non diceva che la verità."46

45 "In conclusione, la teologia tedesca del XIX secolo si presenta sotto i tratti di numerose differenti

correnti che si scontrano in nome di un maggior o minor riconoscimento dell’origine divina del cristianesimo, circostanza che interessò la vita privata del giovane Nietzsche. Tuttavia, è opportuno osservare che in nessun momento questo stato di cose giunse a presentarsi, per il futuro filosofo, sotto la forma di un dilemma. Al contrario: tutto porta a credere che egli scorse, nella formulazione di queste divergenze, qualcosa di proficuo. Siamo indotti a ritenere che Nietzsche realizzò una dialettica tra i principî razionalisti e critici e i presupposti pietisti, iniziativa che non deve essere intesa come un gesto arrischiato dalle conseguenze paradossali e, persino, impensabili – visto che si tratta di un aspetto peculiare degli Aufklärerer." E. Nasser , Il cristianesimo del giovane Nietzsche in nietzscheana saggi, a cura di S. Busellato, ed ETS, Pisa, 2014, p. 3

46 R.J. Hollingdale, Nietzsche: The Man and his Philosophy, a cura di G. Sardelli, Astrolabio Ubaldini editore, Roma, p. 20.

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Tuttavia non si può non rilevare che il contrasto tra il sobrio illuminismo razionalista proprio della Pfarrhaustradition e l'entusiastico pietismo della Erweckungsbewegung non solo portò a un profondo e diffuso conflitto nella vita religiosa del protestantesimo europeo, ma anche a una frattura nel microcosmo religioso della famiglia Nietzsche. Ad esempio l'appartenenza della nonna paterna, Erdmunthe, agli ideali del razionalismo teologico del marito, sembra aver contribuito ad alimentare un certo disagio con suo figlio Carl Ludwig quando la sua fede si rivolse alle istanze più emotive e radicali del movimento pietistico del " Risveglio luterano ". Inoltre la fervente militanza di Carl Ludwig nel movimento pietista sembra aver generato non pochi equivoci e attriti con il suocero, il pastore Oelher, come risulta dal carteggio privato di Carl Ludwig.47 Negli scritti autobiografici del giovane Fritz c'è molto rispetto verso i nonni paterni e il suo atteggiamento verso la religione, come abbiamo concluso, fu molto più vicino al loro che a quello del padre. Eppure la spiritualità del movimento pietista del risveglio influenzerà in maniera determinante la sua futura esperienza umana e filosofica, in particolare a partire dal suo soggiorno a Naumburg dove si inserirà profondamente nella vita della locale comunità pietistica. Essa condivideva infatti, con gran parte della teologia razionalista, una visione ben più ottimista dell'uomo e delle sue capacità rispetto alla visione luterana ortodossa. Ciò darà adito, nelle successive riflessioni teologiche del giovane Nietzsche, a un interessante connubio tra le istanze più razionaliste e filosofiche di Novalis e di Waldo Emerson con quelle pietiste della "religione del cuore", quando metterà come tema al centro dei suoi giovani interessi speculativi, negli anni 1861-1862, la dialettica tra la volontà libera dell'uomo e l' Onnipotenza divina.

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