8. Nietzsche e il confronto con la teologia: gli "Appunti teologici"
8.3 Gli scritti teologici del Agosto-Dicembre 1865: " La visione del mondo del
8.3.2 La visione del mondo dell'ortodossia protestante
Nella seconda serie di appunti, nei quali Nietzsche prende in esame la visione protestante ortodossa del mondo e dell'uomo, emerge il vero problema che egli vede insito nel cristianesimo e che adesso, in un gesto quasi liberatorio, metteva drammaticamente in luce. Innanzi tutto la riforma non solo non aveva eliminato la dicotomia medioevale tra uomo e natura, tra mondo e spirito: " furono mantenuti malgrado Copernico, l'antico cielo, l'antica terra, l'antico inferno283", ma se possibile l'aveva esasperata con la sua concezione pessimista dell'uomo, sancendo una frattura irreparabile tra l'umano e il divino:
" La terra è un luogo d'esilio. Il corpo una prigione. Noi dobbiamo essere pervasi da odio e disgusto verso la vita. L'uomo provava una crudele voluttà nel calpestarsi. La terra con i suoi interessi, viene contrapposta nettamente alla sfera celeste284."
L'esempio che Nietzsche riporta di questo "odio e disgusto verso la vita285", come segno della totale sfiducia del luteranesimo nell'animo umano è la stagione dei processi alle streghe:286 invece di ridare spazio all'uomo e alle sue potenzialità " Viene ampiamente estesa la mitologia del diavolo287 " inaugurando un periodo di intolleranza e di sonno della ragione. Segue la critica straussiana del
283 Ivi, p.26. 284 Ivi, p.27.
285 F. Nietzsche, Scritti giovanili, 1865-1869, I/2, Adelphi, Milano, 1977, p.27.
286 Nel principato di Meissen nel periodo 1640-51 vennero sacrificate 1000 streghe, a Bamberga circa 300 nel giro di due anni.. " F. Nietzsche, Scritti giovanili, 1865-1869, I/2, Adelphi, Milano, 1977, p.26.
sovrannaturalismo che da un lato "storicizza" l'immanenza di Dio e dall'altro mortifica l'uomo e la natura:
"Dio, dopo aver dato, all’inizio, l’avvio alla storia, personalmente o tramite i suoi messaggeri, abbandona a se stessi tutti i popoli salvo uno, finché non giungono a un tale degrado da costringerlo a intervenire nuovamente. Questo è il soprannaturalismo, la natura e la vita dello spirito vengono crivellate288 in ogni punto da azioni divine e diaboliche289".
La parte centrale di questi appunti contiene il cuore di tutta la critica di Nietzsche alla visione luterana del cristianesimo: la svalutazione dell'uomo e delle sue facoltà, principi su cui si poggiava la dottrina luterana della predestinazione. Le parole di Nietzsche sembrano riprendere quasi alla lettera le affermazioni di Lutero :
" La vita dell’uomo divenne una divina comoedia. Il male non è colpa sua, il bene non è opera sua. L’uomo è malvagio per colpa altrui e giusto per meriti altrui. La ragione è ottenebrata, la volontà malvagia, gli appetiti vincolati alla terra, le virtù dell’uomo naturale non sono che vizi luccicanti.290 Ma chi può credere al merito di Cristo? Nessuno; per via
288 "..quando i lumi moderni ebbero generata un'opinione affatto opposta a quella della bibbia, era impossibile il considerar come storia i racconti biblici, nè quali questo tessuto è traforato in innumerevoli luoghi dall'intervento della causalità divina." D. Strauss, La vita di Gesù o esame critico
della sua storia, a cura di F. Sanvito, ed. fr.lli Borroni, Milano, 1863, p.88.
289 F. Nietzsche, Scritti giovanili, 1865-1869, I/2, Adelphi, Milano, 1977, p.26.
290 “Dio è incessantemente attivo in tutte le sue creature e non le lascia mai a riposo” ma non è responsabile del male che esse compiono: “Dio opera il male in noi – cioè attraverso di noi – non per colpa sua, bensì per nostra mancanza. Noi siamo per natura malvagi, Dio invece è buono; quando, grazie alla natura della sua onnipotenza, ci trascina con la sua azione, per quanto egli sia buono, con uno strumento cattivo non può fare che il male, sebbene, nella sua sapienza, faccia buon uso di questo male per la sua gloria e per la nostra salvezza. Allo stesso modo, trovandosi di fronte alla volontà cattiva di Satana (non però creandola così, ma perché è divenuta cattiva in seguito all’abbandono di Dio e ai peccati di Satana), Dio la afferra con la sua azione e la spinge dove vuole, anche se tale volontà non cessa di essere malvagia in virtù di questa azione divina”.
della malvagità innata la croce è uno scandalo. Dio dà all’uomo l’impulso alla grazia, gli instilla il pentimento e l’espiazione. Ma perché Dio non suscita la fede in tutti gli uomini? Fin dall’eternità, Dio ha eletto con sconfinata misericordia gli uni per il Cielo e destinato gli altri all’inferno291. Questa frattura percorre anche l’umanità: risorti e non risorti, vasi d’elezione e di dannazione292. Grandioso, ma barbarico293."
La visione luterana della natura dell'uomo è certamente " grandiosa", una immane "divina comoedia " in cui si fronteggiano in un'eterna lotta, Dio, demoni e angeli per spartirsi il destino di un'umanità che, completamente in balia di forze sovrumane,
291 Nei capitoli 9, 10 e 11 l’apostolo insegna l’eterna predestinazione di Dio, dalla quale ha la sua prima origine chi deve o non deve credere, chi può o non può essere affrancato dal peccato, affinché la nostra giustificazione sia tolta dalle nostre mani e posta soltanto nella mano di Dio. Ciò è anche estremamente necessario, perché siamo tanto deboli e incerti che, se dipendesse da noi, non un sol uomo si salverebbe. Il diavolo certamente li vincerebbe tutti. Ma poiché Dio è certo che la sua predestinazione non verrà meno e che nessuno gliela potrà impedire, possiamo ancora sperare contro
il peccato.
Ma qui bisogna una buona volta colpire gli spiriti insolenti e orgogliosi, che anzitutto in questo punto vogliono fare valere la loro intelligenza e cominciano a investigare l’abisso della divina predestinazione e invano si preoccupano di sapere se sono predestinati. Essi devono rovinare sé stessi, perché o vengono meno nell’animo o mettono a repentaglio la loro vita. ( Lutero, Prefazione
all'epistola ai romani )
292 “Ma resta ancora la possibilità che qualcuno obietti: perché Dio non sospende questo movimento della sua onnipotenza, da cui la volontà degli empi è spinta a rimanere malvagia e a divenire peggiore? La risposta è la seguente: questo vuol dire desiderare che Dio cessi di essere Dio a causa degli empi; tu desideri infatti che sospenda il suo potere e la sua azione, ovvero che cessi di essere buono, affinché gli empi non divengano peggiori.
Perché allora non trasforma le volontà malvagie che mette in movimento? Questo appartiene ai segreti della maestà divina, dove «inscrutabili sono i suoi giudizi» [Rom, 11, 33]. Né sta a noi indagare questi misteri, bensì adorarli. Se poi la carne e il sangue si sentono scandalizzati e mormorano, ebbene lasciamoli mormorare; tanto non servirà a nulla, né Dio perciò cambierà. E se molti empi si ritrarranno indietro scandalizzati [Giov. 6,66], resteranno gli eletti. (Erasmo – Lutero, Libero arbitrio
Servo arbitrio, ed. Claudiana, Torino 2009, pag. 711.)
guarda sgomenta alla sorte che le riserva la imperscrutabile volontà divina: dannazione o salvezza, " vasi d'elezione o di dannazione294"; ma proprio per la sua smisurata e incomprensibile complessità, per la sua assenza di ogni forma di mediazione e logica, l' antropologia teologica di Lutero appare a Nietzsche come " barbarica ", l'espressione di ciò che è ".. asiatico, non nobile, non greco295", di un cristianesimo che .." vuole annientare, spezzare, stordire, inebriare ", che manca di misura ."296 La visione del mondo dell'ortodossia protestante si avvicina per Nietzsche alla concezione barbarica e dionisiaca dell'esistenza in quanto colloca l'uomo in un orizzonte privo di razionalità e di equilibrio, schiacciato e frantumato dalla onnipotente volontà divina che dapprima sprofonda l'uomo nell'abisso della colpa ma a cui poi fa
" ... Brillare tutto a un tratto lo splendore di una divina pietà297, sicché l’uomo sorpreso, stordito dalla grazia, emise un grido di rapimento e per un attimo credette di portare in sé il
294 Ivi, p.26.
295 F. Nietzsche, Ciò che nel cristianesimo è non greco, MAM § 114. 296 F. Nietzsche, Ciò che nel cristianesimo è non greco, MAM § 114.
297 " Dio soltanto sa riguardare a quelli che si trovano nel dolore più profondo e nell'afflizione, ed è vicino a tutti coloro che si trovano in infime condizioni, come dice Pietro: "Egli resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili". E da quest'abisso salgono l'amore e la lode di Dio. Nessuno può lodare Iddio, se prima non ha iniziato ad amarlo. Così pure nessuno lo può amare, se non percepisce il suo amore e la sua bontà. Egli, però, non può essere conosciuto in tal modo se non attraverso le sue opere. Quando, perciò, in base all'esperienza, lo si conosce come un Dio che guarda verso il basso e soccorre i poveri, i disprezzati, i miseri, gli afflitti, gli emarginati e quelli che non contano nulla, egli diventa tanto amabile che il cuore trabocca dalla gioia, e palpita e sussulta per il grande piacere che trova in Lui. E allora immediatamente lo Spirito Santo insegna nell'esperienza questa entusiasmante arte e questo piacere. Per questa ragione Dio ha fatto passare su noi tutti la morte e ha dato ai suoi figlioli più cari e ai cristiani la croce di Cristo con innumerevoli sofferenze e necessità, anzi talvolta lascia perfino che cadano nel peccato, per poter intervenire per aiutarli nella miseria, per compiere molte opere e manifestarsi loro come un vero Creatore, ed apparire in tal modo degno di amore e di lode..." ( Lutero,
cielo intero. Su questo morboso eccesso di sentimento, sulla profonda corruzione della mente e del cuore a esso necessaria, agiscono tutti i sentimenti psicologici del cristianesimo298"
Tutto ciò, come abbiamo già visto, si scontrava in modo inconciliabile con quella visione armonica e classica del mondo e dell'uomo, che Nietzsche, attraverso le opere dei classici e di autori come Emerson, andava elaborando fin dagli ultimi anni di Pforta: una visione dell'esistenza in cui è certamente presente il dramma e la complessità, ma nella quale l'uomo, che di questa realtà faceva parte, con la sua volontà e il suo pensiero era ancora in grado di prenderne responsabilmente parte attiva, senza vittimismi e senza derogare dalle sue responsabilità. La visione pessimistica dell'uomo, insita nella teologia luterana ortodossa, vede una natura umana ferita in modo irreparabile dal peccato originale per cui:
"La ragione è ottenebrata, la volontà malvagia, gli appetiti vincolati alla terra, le virtù dell’uomo naturale non sono che vizi luccicanti299"
non consentiva più al giovane Nietzsche ulteriori margini di manovra: o accettare la verità biblica e sottomettersi alla sua visione del mondo in deroga ai presupposti della ragione, "mettendo l'autonomo pensiero al servizio della chiesa", oppure in nome della scienza intraprendere un faticoso e doloroso cammino di riflessione critica del cristianesimo, avviando un percorso di ricerca in grado forse di rilevarne il suo fondamento oggettivo. Questi tentativi di ripensare filosoficamente e teologicamente la natura umana si infrangevano, secondo Nietzsche, contro gli scogli della intransigente ortodossia luterana, rappresentata in particolare dal suo clero, per il quale
298 F. Nietzsche, Ciò che nel cristianesimo è non greco, MAM § 114.
" già la semplice ricerca di argomenti, viene da loro dichiarata un'intromissione nel loro teismo, e quindi il filosofare, la miscredenza e l'immoralità passano per la stessa identica cosa.."300
Per questa ragione " Grandi poeti e pensatori passano per pagani mascherati" e " il valore di ogni persona viene misurato sul grado della sua fede "301, che non è però originaria né del cuore e neppure della mente, è una fede fatta di presunzione e pregiudizio, che vive solo di paure, a cui manca il coraggio non solo di cercare la verità, ma soprattutto di viverla, di incarnarla, di essere il fondamento di una "broad ethics" e dunque costituzionalmente inadatta, per il suo basso profilo, per la sua debolezza morale e intellettuale, a valutare l' energia e la forza morale propria dei " grandi " uomini. Eppure, come affermerà risolutamente un anno più tardi, " Il cristianesimo non permette di essere “vissuto a metà”, così en passant " non è una moda, una distrazione, un comodo stratagemma spirituale per rifuggire le proprie responsabilità verso se stessi e il mondo, ma come una enorme energia spirituale che dal "cuore302" dell'uomo si irradia nella sua vita, nei suoi gesti, nella forza delle sue azioni. E' a questo cristianesimo del cuore che Nietzsche a distanza di vent'anni guarderà ancora con intensa commozione:
300 F. Nietzsche, Scritti giovanili, 1865-1869, I/2, Adelphi, Milano, 1977, p.30. 301 Ivi, p.30.
302 Il «regno dei Cieli» è una condizione del cuore, non qualcosa che sia «sopra la Terra» o viene «dopo la morte».... Il «regno di Dio» non è qualcosa che si attende; non ha né ieri né domani, non viene «tra mille anni», è un'esperienza di cuore; è ovunque e in nessun luogo... ( AC, 34. )
" Non è la «fede» che distingue il cristiano: il cristiano agisce, distinguendosi per un
diverso modo di agire. Non ripaga né con le parole né con il cuore colui che gli arreca del
male. Non fa distinzione fra straniero e indigeni, tra ebrei e non ebrei (il «prossimo» è propriamente il compagno di fede, l'ebreo). Non si adira con alcuno, non disprezza alcuno. Non si presenta nei tribunali né si avvale di essi («Non prestare giuramento»)...La vita del Redentore non fu altro che questa pratica, anche la sua morte non fu alcunché di diverso... Non aveva più bisogno di formule, né di riti per il suo rapporto con Dio, neppure della preghiera... sa che solamente con la pratica di vita ci si può sentire «divini», «benedetti», «evangelici», in ogni momento «figli di Dio303».
8.3.3 "Elementi della visione biblica del mondo"
La critica di Nietzsche alla visione protestante del mondo va oltre: non solo intravede nella pessimistica dottrina luterana l'insieme di quegli elementi scardinanti della dignità e della libertà dell'uomo, ma negli appunti che formano il breve scritto " Elementi della visione biblica del mondo" Nietzsche sembra sottolineare addirittura delle incongruenze dottrinali all'interno della interpretazione protestante, rispetto ad alcuni determinanti passaggi scritturistici, che al contrario troverebbero nella teologia cattolica una migliore corrispondenza. Infatti scrive Nietzsche:
" La chiesa cattolica non rappresenta un distacco, bensì una naturale evoluzione dei germi che vi sono contenuti ( nella Bibbia ). Anche la chiesa protestante si è appropriata di alcuni tratti della visione biblica, elaborandoli in un sistema che è in contraddizione con altri elementi della Bibbia. "304
303 AC, 33.
Nelle righe successive Nietzsche elenca alcuni di questi elementi contraddittori della teologia protestante come ad esempio la teoria cattolica della successione apostolica dello Spirito305, negata dai protestanti e che invece secondo Nietzsche troverebbe una conferma scritturistica in Atti 8,14-17.306 Inoltre riferendosi al brano di 1 Cor 11,29- 30307 Nietzsche ipotizza che " forse il sacrificio della messa è qualcosa di diverso308" rispetto alla tradizionale interpretazione protestante dell'eucarestia, che di fatto negava la reale presenza del Cristo nelle specie del pane e del vino, visto che, secondo l'apostolo Paolo, " una indegna partecipazione all'eucarestia309 " sarebbe la causa di " malattia e morte", conseguenze fin troppo dure se nell'eucarestia il Cristo sarebbe presente solo accanto al pane e al vino310.
305 La Chiesa Cattolica « è fondata sugli apostoli, e ciò in un triplice senso: essa è stata e rimane costruita sul “fondamento degli Apostoli” (Ef 2,20), testimoni scelti e mandati in missione da Cristo stesso; custodisce e trasmette, con l'aiuto dello Spirito che abita in essa, l'insegnamento, il buon deposito, le sane parole udite dagli apostoli;
fino al ritorno di Cristo, continua ad essere istruita, santificata e guidata dagli apostoli grazie ai loro successori nella missione pastorale: il collegio dei vescovi, “coadiuvato dai sacerdoti ed unito al successore di Pietro e supremo pastore della Chiesa” (Concilio ecumenico vaticano II, Ad gentes, 5). »
"Se ci fossero a disposizione tutti i documenti storici, potremmo ricostruire la genealogia episcopale di ogni vescovo. Ciò è possibile per un certo periodo di tempo, e cioè fino a quando riusciamo a trovare nei nostri archivi i documenti relativi. E così, di vescovo in vescovo, si potrebbe risalire indietro nei secoli, fino a ricongiungerci alle origini della Chiesa. " (Cardinale Angelo Sodano, Omelia nel giorno dell'Ordinazione episcopale di mons. Dominique Mamberti, 3 luglio 2002) 306 " Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni. Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo."
307 " perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti." 308 F. Nietzsche, Scritti giovanili, 1865-1869, I/2, Adelphi, Milano, 1977, p.27.
309 Ivi, p.27.
310 WA 6, 527. Le posizioni di Melantone sull'eucarestia erano molto più vicine a quelle dei riformati che a quelle di Lutero che continuava a professare la presenza reale del Cristo accanto alle specie del
Per quanto poi riguarda la fede nei miracoli Nietzsche si domanda: " Quando si sarebbe esaurito il dono dei miracoli? Perché le storie bibliche di miracoli sarebbero vere, quelle cattoliche no311?" E che dire delle affermazioni di Paolo espresse nel capitolo sette312 della prima lettera ai Corinzi, che sembravano contraddire la tradizionale dottrina protestante sul celibato e sui voti monastici per cui, come rileva Nietzsche, secondo il pensiero paolino " Se è bene non avere una donna, è male averne una. La monaca è dunque più santa della donna sposata. Il matrimonio è una debolezza nei confronti della carne?313 "
Gli appunti terminano con le ultime considerazioni Sul guadagno e il possesso terreno prendendo come riferimento i brani evangelici di Mt 19,21-24314; Lu 12,33315
pane e del vino preferendo parlare invece di presenza simbolica del Cristo nelle specie del pane e del vino. ( B. Mondin, Storia della teologia: Epoca moderna, Dehoniane, Bologna,1996, pp.175,194.) 311 F. Nietzsche, Scritti giovanili, 1865-1869, I/2, Adelphi, Milano, 1977, p.27.
312 "E' cosa buona per l'uomo non toccare donna; tuttavia, per il pericolo dell'incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito. Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito. La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie. Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione. Questo però vi dico per concessione, non per comando. Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro. Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere.
313 F. Nietzsche, Scritti giovanili, 1865-1869, I/2, Adelphi, Milano, 1977, p.28.
314 Gli disse Gesù: " Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!". Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti
molte ricchezze.
Gesù allora disse ai suoi discepoli: "In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio".
315 Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
e Lu 6,20316. Questi brani, secondo Nietzsche, rappresenterebbero sotto diversi aspetti, l'invito di Gesù a prendere le distanze dalle cose del mondo e dalle sue logiche di possesso e di guadagno, in conformità con " l'antico dogma cattolico " di " fuggire il mondo317", una logica che il pensiero protestante, attraverso il romanticismo tedesco di Novalis, Fichte, Schelling, fino all'idealismo di Hegel, avrebbe trasformato invece nel " impiantare lo Spirito nel mondo318", riportando così all'interno della vicenda storica una propria intrinseca trascendenza e razionalità e dunque una propria autonomia e legittimazione all'azione umana. Del resto a questo proposito sarà proprio Nietzsche a dire molti anni più tardi che: " Il pastore protestante è nonno