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Nuovi strumenti per la gestione del dato geografico e per la ricerca archeologica

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Academic year: 2021

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OPEN SOURCE

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S

i intende realizzare un Repertorio informatizzato dei Beni Culturali, compresi quelli soggetti a vincolo archeologico (aree archeologiche, tratturi, tratturelli regi e tratturi comunali) e quelli considerati a rischio (Carta del Rischio Ar-cheologico comunale). Infatti non è raro che i segni antichi del territorio vengano rimossi per sempre, di conseguenza le evi-denze archeologiche sono a forte rischio. A tal proposito, nel territorio del Comune di Rionero in Vulture (area a Nord della regione Basilicata) sono in corso nume-rose campagne di scavo, curate dal prof. Richard Fletcher del Dipartimento di Sto-ria dell’Università dell’Alberta (Canada). Si tratta del Vultur Archaeological Project, un progetto quinquennale di ricerca archeolo-gica nell’area del Vulture, che si sta realiz-zando in collaborazione con le Università dell’Alberta, di Sydney (Australia) e Ben-Gurion (Israele).

In considerazione del rapporto collabo-rativo dell’Ente Provincia con l’Università dell’Alberta, si sono definiti i principi di base sui quali poter costruire un database geografico condivisibile utile alla ricerca. La Provincia, che ha definito la metodolo-gia e l’uso degli strumenti Open Source per la gestione del dato geografico, for-nisce il supporto cartografico al team del Vultur Project e ha definito la metodologia e l’uso degli strumenti Open Source per la gestione del dato geografico. In particolar modo, i software più usati sono Quantum GIS e lo spatial DBMS Spatialite; Spatiali-te assume un ruolo molto importanSpatiali-te nel progetto qui presentato e questo è dovuto principalmente alla sua versatilità, facilità di

gestione, portabilità in campo e anche per l’integrabilità dello stesso con QGIS. Tale scelta si sta dimostrando giusta perché permette di poter adoperare strumenti po-tenti a costi di licenza nulli e che consento-no di poter lavorare in piena interoperabi-lità. Inoltre, il DB Spatialite è ottimo sia per lo scambio di dati che per la ricerca in cam-po, negli scavi e nelle aree di ricerca, ed è estremamente flessibile e ‘leggero’: basti pensare che gli archeologi possono andare sul campo con un netbook e aggiornare e gestire gli strati informativi in maniera im-mediata.

Tutte le attività confluiscono nella costru-zione della banca dati archeologica che ha per oggetto:

i beni soggetti a vincolo archeologico, ƒ

ovvero aree archeologiche, tratturi e tratturelli regi e tratturi comunali; i beni considerati a rischio in quanto ƒ

non ancora vincolati, ovvero siti indi-viduati nel corso delle ricognizioni ar-cheologiche (survey).

Entrambi gli aspetti concorrono a meglio delineare il quadro conoscitivo del patri-monio archeologico, che assume un ruolo fondamentale per una corretta pianificazio-ne territoriale.

All’interno del progetto, la rete trattura-le territoriatrattura-le, in fase di informatizzazione da parte della Provincia, ha rappresentato sicuramente uno dei tematismi più inte-ressanti. In questa fase è stata preziosa l’acquisizione del lavoro effettuato dalla Soprintendenza Archeologica della Basili-cata, che ha ‘mappato’ su carta il sistema

delle vie della transumanza nella Provincia di Potenza (322 tratturi vincolati).

I risultati attuali

Nelle zone indagate nel corso delle campa-gne di ricognizione, a partire dal 2008 e su un’area di circa 10kmq, sono stati individuati più di 70 siti. Lo scopo di questa vasta inda-gine è quello di fornire una visione organica del modello generale delle diverse fasi di antropizzazione del territorio, proponendo anche di chiarire il rapporto fra l’ubicazione dei siti e la topografi a. In questo senso i ri-sultati ottenuti fi nora sono già molto soddi-sfacenti. Le emergenze rilevate dimostrano che tutto il territorio è stato utilizzato du-rante l’antichità in modo intensivo ed esiste una forte relazione tra le vie di comunica-zione storiche e la localizzacomunica-zione dei siti.

Parole chiave

RICERCAARCHEOLOGICA, CARTADELRISCHIO, REPERTORIOBENI

Abstract

New tools for geographic data management and archaeological research

The Province of Potenza has launched a Memorandum of Understanding with the Regional Directorate for Cultural Heritage and Landscape of Basilicata for scientific research aimed at creating a computer-ized database of the Cultural Heritage of the Province.

Autori

GABRIELE NOLÈ GABRIELE.NOLE@UNIBAS.IT

BENIAMINO MURGANTE BENIAMINO.MURGANTE@UNIBAS.IT

UNIVERSITÀDELLA BASILICATA

ALESSANDRO ATTOLICO

ALESSANDRO.ATTOLICO@PROVINCIAPOTENZA.IT

VINCENZO MORETTI

VINCENZO.MORETTI@PROVINCIAPOTENZA.IT

PROVINCIADI POTENZA - UFFICIO PIANIFICAZIONE

TERRITORIALE

GABRIELLA TALÒ GABTALO@HOTMAIL.COM

ARCHITETTOLIBEROPROFESSIONISTA

RICHARD FLETCHER RNFLETCH@GMAIL.COM

PROFESSORE DI STORIA, UNIVERSITÀ DI ALBERTA

(CANADA)

46 GEOmedia n°1-2011

Figura 1 - Siti identificati e sistema tratturale del Vulture (in evidenza i bellissimi laghi di Monticchio)

di G. Nolè, B. Murgante, A. Attolico, G. Talò, R. Fletcher

Nuovi strumenti per la gestione del dato

Nuovi strumenti per la gestione del dato

geografico e per la ricerca archeologica

geografico e per la ricerca archeologica

La Provincia di Potenza ha promosso un Protocollo di Intesa con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Basilicata per una ricerca scientifica finalizzata alla creazione di una banca-dati informatizzata dei Beni Culturali della Provincia di Potenza.

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