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Anche le rocce di composizione (2)100 carbonatica dell’aureola termometamorfica presentano, in alcuni pozzi, elevati valori di resistività

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Academic year: 2021

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99 7. Conclusioni

Il lavoro di tesi, oltre ad un approfondimento generale delle tematiche geotermiche, geologico-strutturali e geofisiche dell’area di studio, è stato principalmente dedicato alla caratterizzazione di volumi rocciosi attraversati dalle perforazioni geotermiche, attraverso l’analisi statistica di alcuni parametri petrofisici .

Tale caratterizzazione è stata resa possibile grazie alla disponibilità di misure geofisiche in pozzo, i log, che hanno consentito di ricavare, per ogni grandezza fisica, i valori medi tipici di ogni formazione e di studiare, come nel lavoro svolto in questa tesi, le principali variazioni di tali grandezze.

Il log di GR, per esempio, utilizzato principalmente per rilevare le caratteristiche litologiche, ha consentito di ricostruire la sequenza delle formazioni attraversate anche in perdita totale di circolazione, in assenza cioè di detriti di perforazione da analizzare, e di individuare top e bottom di formazioni molto interessanti dal punto di vista geotermico come le Rocce termometamorfiche (circa 90 γAPI) e, soprattutto, il tetto delle intrusioni granitiche (circa 260 γAPI). Infatti, durante il lavoro, tale log è stato preso come indicatore di omogeneità di un intervallo, punto di partenza per eseguire molte altre osservazioni basate sulle anomalie delle altre grandezze misurate che hanno portato, per esempio, all’individuazione e alla caratterizzazione delle zone fratturate.

Un’altra importante funzione di tale log consiste nel discriminare, all’interno dei volumi rocciosi investigati, i litotipi di cui sono costituiti. Uno degli esempi discussi nel paragrafo 6_1 è rappresentato dalle Filladi di Boccheggiano.

Il log di Resistività ha identificato, soprattutto nelle Anidriti di Burano (circa 18000 ohm*m), una formazione molto resistiva e piuttosto continua evidenziando, all’interno di questa, livelli molto compatti e impermeabili. Anche le rocce di composizione

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carbonatica dell’aureola termometamorfica presentano, in alcuni pozzi, elevati valori di resistività.

Questo log ha permesso anche di individuare zone invase da fluidi di perforazione, caratterizzate quindi da locali incrementi di permeabilità, associabili a sistemi di fratture.

Le grandezze principali, utili per la taratura delle prospezioni superficiali più ampiamente impiegate e per lo studio del comportamento elasto-meccanico delle varie formazioni, sono densità e velocità.

Dalle analisi eseguite su tutti i pozzi dell’area di Travale è emerso che al di sotto delle formazioni più superficiali, i log di densità e di velocità rilevano valori molto elevati in corrispondenza della formazione carbonatico-anidritica (circa 2.90 g/cm3 di densità e 6000 m/s di velocità). Al di sotto di questo importante livello, densità e velocità diminuiscono per poi aumentare in corrispondenza del membro carbonatico delle filladi di Boccheggiano (2.80 g/cm3 e 5306 m/s) e delle Rocce termometamorfiche (2.70 g/cm3 e 5357 m/s). Una piccola inversione di entrambe le grandezze è evidenziata in corrispondenza del Corpo granitico con circa 2.50 g/cm3 e 5340 m/s.

E’ interessante osservare che non ci sono forti variazioni di velocità tra l’aureola termometamorfica e il Granito.

Inoltre, per ogni formazione e per ogni grandezza, sono stati confrontati i valori medi di tutti i pozzi investigati. Da questo è emerso che esistono, per alcune formazioni in particolare, delle differenze dovute non solo a variazioni composizionali locali, ma anche e soprattutto alla presenza di intervalli particolarmente fratturati.

Infine, per quanto riguarda la caratterizzazione dei livelli fratturati, concentrati maggiormente in corrispondenza del Basamento metamorfico, dell’Aureola termometamorfica e del Granito, è stato possibile contraddistinguere tali livelli per i forti contrasti di impedenza acustica che li caratterizzano. Inoltre, è emerso che, a causa

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della scarsa disponibilità congiunta di dati, solo per pochi pozzi è stato possibile trovare corrispondenze tra le zone fratturate individuate da Well Testing e le anomalie evidenziate dai log geofisici che caratterizzano tali zone.

L’insieme delle informazioni dei log possono anche consentire la taratura di misure geofisiche di superficie e quindi di giungere ad una ottimizzazione dei relativi modelling.

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