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ore 6.40 in chiesa Santa Maria Buon Consiglio ore in chiesa Santi Giovanni e Paolo

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Academic year: 2022

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(1)

… due meditazioni quotidiane

ore 6.40 in chiesa Santa Maria Buon Consiglio

ore 18.40 in chiesa Santi Giovanni e Paolo

Preghiera comune di pace

Veglia, o Padre Onnipotente, sui destini del mondo, liberaci dall’ombra della morte

e dirigi i nostri passi sulla via della pace.

Tu sei il nostro Dio, grande nell’amore, e vivi e regni nei secoli dei secoli.

Amen

(2)

Per le riflessioni personali durante la giornata

(3)

Consegna

Gesù si lascia arrestare (18, 1-12)

DUCCIO DI BUONINSEGNA, Maestà del Duomo di Siena, 1308-1311

181 Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c'era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. 2Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. 3Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. 4Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: "Chi cercate?". 5Gli risposero: "Gesù, il Nazareno". Disse loro Gesù: "Sono io!". Vi era con loro anche Giuda, il traditore. 6Appena disse loro "Sono io", indietreggiarono e caddero a terra. 7Domandò loro di nuovo: "Chi cercate?". Risposero: "Gesù, il Nazareno". 8Gesù replicò: "Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano", 9perché si compisse la parola che egli aveva detto: "Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato".

10Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. 11Gesù allora disse a Pietro:

"Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?".

12Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono.

LUNEDÌ 7 MARZO –1^ MEDITAZIONE

(4)

Schema riassuntivo

 Il racconto di Giovanni è profondamente originale… nelle mani dell’evangelista tutto si trasforma, anche i tratti più semplici.

 La passione di Cristo svolge il ruolo di “compimento” … non è semplicemente una conclusione!

 La passione è la risposta del mondo alla rivelazione di Gesù: un netto rifiuto.

 Una folgorante teofania: fatto raccontato “reale” - fatto raccontato “trasfigurato”.

 Consapevolezza e libertà di Gesù.

Per la riflessione personale

1. “Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere” (Dt 8,2): con quali sentimenti inizio questo cammino di Quaresima?

2. Che cosa mi commuove quando faccio la Via Crucis, che cosa accade nel mio cuore quando ripercorro la Via Crucis in Quaresima?

3. Quale scelta voglio compiere per vivere con più consapevolezza questo cammino?

(5)

Raccolta di informazioni

Di fronte al Sommo sacerdote (18,13-23)

DUCCIO DI BUONINSEGNA, Maestà del Duomo di Siena, 1308-1311

13e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno. 14Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: "È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo".

19Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. 20Gesù gli rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. 21Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto". 22Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: "Così rispondi al sommo sacerdote?". 23Gli rispose Gesù: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?".

LUNEDÌ 7 MARZO –2^ MEDITAZIONE

(6)

Schema riassuntivo

18,13 “E lo condussero prima da Anna.”

Anna non instaura un regolare processo, ma raccoglie informazioni da Gesù.

18,14 Caifa: “È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo”.

Da quel giorno i sommi sacerdoti e i farisei, con il sinedrio decisero di ucciderlo.

18,19 “Il sommo sacerdote interrogò Gesù”. Lo interroga riguarda al suo insegnamento e ai suoi discepoli.

18,20 “Io ho parlato al mondo apertamente”. Gesù rivela le cose nascoste, ciò che ha appreso dal Padre. Ciò che il Padre aveva ordinato di dire era stato ormai proclamato nella Città santa;

come avrebbe potuto ignorarlo il responsabile della comunità giudaica?

18,21 “Perché interroghi me …”? Gesù chiede di interrogare coloro che hanno ascoltato, non solo i discepoli immediati, ma tutti i credenti futuri.

18, 22.23 “Una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù.”

Nei Sinottici, Gesù di fronte agli oltraggi tace, come il Servo di Dio del libro di Isaia. Qui invece Gesù reagisce dicendo: «Se ho parlato male, mostrami in che cosa, ma se ho parlato bene, perché mi colpisci?».

Per la riflessione personale

1. Alla violenza degli uomini Gesù risponde con l’affermazione di un messaggio di amore; consegna se stesso, certo della missione che il Padre gli ha affidato, di una chiamata non a morire, ma a vivere attraverso la morte.

Chiedo al Signore nella preghiera che mi aiuti a conoscere il senso della mia vita. Vivo per me stesso o sono consapevole di una missione che mi è stata affidata?

2. Gesù parla apertamente.

So riconoscere nel Vangelo le autentiche parole del Signore; le accolgo o mi difendo?

La parola da me accolta, diventa poi testimonianza da trasmettere a tutti quelli che incontro, senza preclusioni?

3. Lo schiaffo.

Come reagisco quando qualcuno mi attacca e quando avverto un rifiuto da parte di chi non crede o disprezza chi agisce da credente? Sono convinto che il Signore si procura da sé ascoltatori della sua parola?

(7)

Abbandonato!

Pietro rinnega Gesù (18,15-18.25-27)

DUCCIO DI BUONINSEGNA, Maestà del Duomo di Siena, 1308-1311

15Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. 16Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. 17E la giovane portinaia disse a Pietro:

"Non sei anche tu uno dei discepoli di quest'uomo?". Egli rispose: "Non lo sono". 18Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.

25Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: "Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?". Egli lo negò e disse: "Non lo sono". 26Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: "Non ti ho forse visto con lui nel giardino?". 27Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

MARTEDÌ 8 MARZO –1^ MEDITAZIONE

(8)

Schema riassuntivo

 Nel palazzo del sommo sacerdote Anna si intrecciano due testimonianze:

quella di Pietro e quella di Gesù.

 L’evangelista Giovanni ricalca lo schema del processo: il tribunale per Pietro è costituito dalla gente comune, mentre per Gesù il tribunale è costituito dalle autorità religiose

 Accanto a Pietro compare “un altro discepolo”: è il Discepolo Prediletto. Entrambi seguono Gesù, ma mentre uno entra “assieme a Gesù”, Pietro rimane fuori. Ma una volta entrato Pietro non sta con Gesù, bensì con i servi. Ed è per questa sua estraneità all'ora di Gesù che egli finirà poi per rinnegarlo.

 Prima testimonianza negativa di Pietro: “Uk eimí”, non sono: parallelismo, uguale e contrario, con la scena del Getsemani, dove Gesù, a quelli che lo interrogavano sulla sua identità, non esita a presentarsi come “Egó eimi”, “Io sono”.

 Negando la sua identità di appartenenza Pietro decade dal suo essere discepolo, dal suo essere configurato a Gesù e si perde in quel buio illuminato non più dalla Luce, ma dalla luce scialba e inconsistente delle tenebre.

 Seconda e terza testimonianza negativa di Pietro: al compiersi del terzo rinnegamento l'autore rileva come “e subito un gallo cantò”.

 Davvero Pietro non sa più chi è. A Cafarnao aveva detto: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”. Ma ora Pietro viene meno, nella totale negazione del suo rapporto con Gesù.

 Pietro si oppone così al mistero di Dio. Solo quando Gesù risorto gli chiederà “Mi ami?”, Pietro ritroverà la sua verità di uomo e di figlio di Dio.

Per la riflessione personale

Alcune domande, da porsi tenendo fisso lo sguardo su Gesù nella preghiera, in atteggiamento di adorazione, di lode, di supplica.

1. Che cosa dico di me stesso? E cosa dicono di me gli altri? (É un esercizio difficile, ma utile).

2. Sono sceso qualche volta nel profondo di me stesso? Ho avuto paura? Mi sono accorto che dietro la paura è possibile trovare la mia verità, il fatto cioè di essere oggetto dell’amore di Dio?

3. Mi rendo conto non solo che “Dio ama”, ma che “Dio ama me”, nonostante i miei rinnegamenti?

(9)

Domanda di esecuzione capitale

Gesù consegnato ai romani (18,24. 28-32)

DUCCIO DI BUONINSEGNA, Maestà del Duomo , 1308-1311

24Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.

28Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. 29Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: "Che accusa portate contro quest'uomo?". 30Gli risposero: "Se costui non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato". 31Allora Pilato disse loro: "Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!". Gli risposero i Giudei: "A noi non è consentito mettere a morte nessuno". 32Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.

MARTEDÌ 8 MARZO –2^ MEDITAZIONE

(10)

Schema riassuntivo

 Caifa visto dall’evangelista Giovanni: un processo religioso mai celebrato!

 Le mani legate di Gesù e la richiesta di esecuzione capitale

 L’alba come l’inizio di una giornata capitale!

 Gesù e i giudei si separano

 La figura di Pilato

 Il dialogo di Pilato coi Giudei

 Gesù profeta della sua fine e padrone della propria morte

 La croce: verticalità ed esaltazione/elevazione.

Per la riflessione personale

1. Mi fermo a contemplare le mani legate del prigioniero Gesù uomo totalmente libero anche in queste condizioni: sono consapevole di essere una persona libera perché liberata da Gesù? Quali sono le schiavitù che mi allontanano da Gesù? Come sciogliere le mie mani partendo dalle mani sciolte di Gesù?

2. La richiesta di esecuzione capitale da parte dei giudei svela il loro scopo reale. Senza arrivare a conclusioni simili, anche noi potremmo avere intenzioni cattive o ‘spurie’

nei confronti dell’altro: un compagno di scuola, un collega di lavoro, un vicino di casa… Proviamo a dire a noi stessi queste fatiche e a purificare i nostri pensieri…

3. Gesù è padrone della sua morte che aveva annunciato più volte. Mi capita di pensare alla mia morte? Ho il coraggio di affrontare la fine della mia vita come passaggio verso il Padre che mi attende?

(11)

Interrogatorio privato

La regalità di Gesù (18, 33-38)

DUCCIO DI BUONINSEGNA, Maestà del Duomo di Siena, 1308-1311

33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: "Sei tu il re dei Giudei?". 34Gesù rispose: "Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?". 35Pilato disse: "Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me.

Che cosa hai fatto?". 36Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù". 37Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?".

Rispose Gesù: "Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce". 38Gli dice Pilato: "Che cos'è la verità?".

E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: "Io non trovo in lui colpa alcuna. 39Vi è tra voi l'usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?". 40Allora essi gridarono di nuovo:

"Non costui, ma Barabba!". Barabba era un brigante.

MERCOLEDÌ 9 MARZO –1^ MEDITAZIONE

(12)

 Dall’alba a mezzogiorno: è l’ora della luce.

 L’interrogatorio sul Regno di Gesù: non è un regno che si instaura con la

violenza, non ha soldati. Non è possibile una conciliazione tra il Regno che Gesù annuncia e i regni che sono sulla terra. Il Regno di Gesù è altro: non è dominio ma servizio, è portatore di vita non di morte, è pace, giustizia e non può essere neppure compreso a partire dall’esperienza dei poteri di questo mondo.

 Solo ora, nella passione, la regalità di Gesù è svelata ed è rifiutata.

 Il giudice giudicato: c’è un altro tribunale che si rivela nel Vangelo di Giovanni, perché il vero giudice non è Pilato: c’è il tribunale della verità al quale si appella Gesù e di fronte al quale egli pone Pilato. Dunque tu sei re? Chiede Pilato a Gesù. Dunque tu sei dalla verità? Chiede Gesù a Pilato. All’inizio della scena è Pilato che chiama Gesù per interrogarlo, mentre alla fine è lui ad essere chiamato ad ascoltare la voce di Gesù. Il processo allora diventa un processo a Pilato perché il giudice romano viene chiamato a mettersi dalla parte della verità o della menzogna.

 Il comportamento di Gesù nello stile dell’Incarnazione. L’incarnazione sicuramente si riferisce alla venuta del Verbo nel mondo come uomo, ma si realizza anche nel modo in cui Gesù incontra le persone. Gesù si adatta alla mentalità delle persone, entra nel loro modo di pensare, per condurle verso una rivelazione.

Per la riflessione personale

1. Chi è il vero sovrano della mia vita (chi determina le mie scelte concrete)?

2. Come Cristo desidera regnare sulla mia esistenza?

3. Gesù porta la verità di Dio nella mia vita: qual è il desiderio di Gesù per me

(13)

Sfigurato

“Ecce homo” (19,1-8)

DUCCIO DI BUONINSEGNA, Maestà del Duomo di Siena, 1308-1311

191 Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. 2E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. 3Poi gli si avvicinavano e dicevano: "Salve, re dei Giudei!". E gli davano schiaffi.

4Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: "Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna". 5Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: "Ecco l'uomo!".

6Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: "Crocifiggilo! Crocifiggilo!". Disse loro Pilato: "Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa". 7Gli risposero i Giudei:

"Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio".

8All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura.

MERCOLEDÌ 9 MARZO –2^ MEDITAZIONE

(14)

Schema riassuntivo

 Gesù di Nazaret di Galilea, è stato portato dal potere sacerdotale giudaico davanti all’unico giudice che poteva condannarlo a morte….

 Decisione / indecisione di Pilato.

 Gesù è l’uomo consegnato, condannato, imprigionato, accusato e ucciso ma non contaminato da odio e violenza.

 La vera contemplazione cristiana: “discernere” l’uomo per eccellenza, l’uomo conforme alla volontà di Dio.

Per la riflessione personale

1. Pilato, è l’uomo che vuole stare in disparte, che non vuole compromettersi, che non vuole essere disturbato, non vuole – in una parola – avere problemi.

Noi ci lasciamo “disturbare” dagli altri? Ci lasciamo interpellare dai loro bisogni o preferiamo rimanere rinchiusi nella nostra indifferenza?

2. Spesso siamo tentati di pensare: il male è invincibile; la vera, ultima potenza della storia è il male! Come, del resto, non essere tentati a pensarlo, quando consideriamo il numero di persone che ogni giorno muoiono di fame, per l’ingiustizia e per la violenza di vario genere… Sono convinto che esiste una forza contro la quale la potenza del male si infrange? C’è qualcosa di radicalmente più grande, più forte del peccato?

3. C’è un passo della Sacra Scrittura, un Salmo di straordinaria attualità, in cui si parla di un giusto al quale viene detto: "Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare"? (Sal 11). Il giusto risponde a questa provocazione con la frase "Affida al Signore il tuo peso, ed Egli ti sosterrà." (Sal 55)

Riesci a trasformare le tue ansie, difficoltà e paure in preghiera? Riesci ad affidare i

“tuoi pesi” al Signore?

(15)

Responsabilità…

Pilato consegna Gesù per essere crocifisso (19, 9-16)

DUCCIO DI BUONINSEGNA, Maestà del Duomo di Siena, 1308-1311

9Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: "Di dove sei tu?". Ma Gesù non gli diede risposta. 10Gli disse allora Pilato: "Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?". 11Gli rispose Gesù: "Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande".

12Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: "Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare". 13Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. 14Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: "Ecco il vostro re!". 15Ma quelli gridarono: "Via! Via! Crocifiggilo!". Disse loro Pilato:

"Metterò in croce il vostro re?". Risposero i capi dei sacerdoti: "Non abbiamo altro re che Cesare". 16Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

GIOVEDÌ 10 MARZO –1^ MEDITAZIONE

(16)

Schema riassuntivo

9-10 «Di dove sei tu?» Lungo tutto il Vangelo di Gv emerge questo motivo: l’origine di

Gesù. Gesù rende testimonianza a Dio stesso. Gesù non risponde a Pilato il quale reagisce in modo minaccioso. Non sai che ho il potere …

11-12 “Gesù: Non avresti alcun potere …” Per Gesù è venuta l’ora delle tenebre. Gesù denuncia il peccato delle autorità giudaiche e di Pilato. Se liberi costui non sei amico di Cesare. I capi portano l’accusa sul piano politico: Gesù si fa re, usurpa la dignità regale.

13-14 “Pilato sedette in tribunale … Era la Parasceve … Ecco il vostro re!” L’intenzione di Pilato è quella di umiliare le autorità giudaiche, mentre invece l’intento dell’evangelista è quello di mostrare che Gesù è veramente il Messia atteso, il vero Re.

15-16 “Metterò in croce il vostro re?” … Non abbiamo altro re che Cesare

“Allora lo consegnò perché fosse crocifisso”. I capi rinnegano l’attesa messianica. Sul piano storico Gesù è il condannato, ma per la fede Gesù è lui il giudice.

La responsabilità: chi è il responsabile della morte di Gesù? I Giudei in generale? No. Purtroppo molti cristiani hanno applicato ai Giudei il termine “deicida” e anche ciò ha contribuito ad arrivare alla shoah che ha segnato di infamia il secolo scorso. Tutti gli uomini sono colpevoli della morte di Cristo.

Certo, dal punto di vista giuridico, la condanna e l’esecuzione di Gesù sono state opera di Pilato. Egli non doveva cedere alla pressione delle autorità giudaiche. Tuttavia la responsabilità spetta soprattutto a Caifa e alla sua cricca di sommi sacerdoti, perché sono loro che hanno consegnato Gesù a Pilato.

Però, il processo fatto a Gesù supera una concreta circostanza storica, è invece un processo di sempre.

Oggi ad essere giudicato e condannato è il credente. L’esistenza del credente provoca il mondo, nella sua accezione negativa. Nella missione in mezzo al mondo sarà lo Spirito a dare sicurezza ai discepoli.

Per la riflessione personale

1. Il peccato dei giudei, il peccato di Pilato, il mio peccato… In Giovanni peccato è rifiuto di Gesù, della sua persona, è rinnegare il suo essere uno con il Padre. Peccato è la società nemica di Dio, è cercare il profitto personale nell’ambizione di ricchezza, del dio-denaro, di gloria umana che si traduce in dominio sugli altri, sfruttamento, menzogna, adesione a un sistema ingiusto che rende schiavi. Per uscire dal peccato bisogna accettare come Messia Gesù, che dà la vita per amore dell’uomo. Ne sono consapevole oppure ho un concetto troppo superficiale di peccato? Posso ricordare momenti in cui ho fatto esperienza autentica del perdono del Signore?

2. Gesù, nello stesso tempo in cui viene condannato, si rivela giudice della storia, giudice delle nostre vite. Il suo giudizio è misericordia sulla vita di ogni uomo e donna e sconfitta del male, del peccato. Grazie, Signore, perché non mi hai trattato secondo i meriti, ma per tua grazia.

3. Era la Parasceve della Pasqua: Pasque dei giudei e pasqua di Gesù. L’evangelista Giovanni si limita, riguardo alla Pasqua dei Giudei di accennare alla Preparazione. Nel giorno della Preparazione sarà sacrificato il vero Agnello, si compirà l’Esodo di Gesù. Ecco il vostro re. La regalità di Gesù è radicale, coglie l’uomo e ogni realtà nella profondità dell’essere: Gesù Signore è il vero uomo, l’uomo del dono e dell’amore per l’uomo, colui che davanti a chiunque sa porsi dal punto di vista giusto, quello dell’amore. Mi propongo oggi di riservare un momento per mettermi davanti a Gesù, riconoscendolo Re-Crocifisso.

(17)

Posto regale

Gesù viene crocifisso (19,17-22)

DUCCIO DI BUONINSEGNA, Maestà del Duomo di Siena, 1308-1311

Essi presero Gesù 17ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, 18dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù in mezzo. 19Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto:

"Gesù il Nazareno, il re dei Giudei". 20Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. 21I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: "Non scrivere: "Il re dei Giudei", ma: "Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei"". 22Rispose Pilato: "Quel che ho scritto, ho scritto".

GIOVEDÌ 10 MARZO –2^ MEDITAZIONE

(18)

Schema riassuntivo

 Gesù si impadronisce della croce

 La croce come strumento di salvezza

 Il luogo dell’esecuzione

 La crocifissione

 Il posto del Re

 L’iscrizione di Pilato

 … regnare mediante il legno

Per la riflessione personale

1. Gesù è crocifisso a Gerusalemme, vicino alla città: questa sera, a distanza di 2000 anni, in questa città di Milano, provo a chiedermi cosa può significare assumere la croce, per me e per tutti coloro che ancora credono nella forza dirompente del Crocifisso…

2. La croce è strumento di salvezza: sviluppo una memoria grata a Dio per tutte le volte che mi sono sentito salvato/a da Lui…

3. In questo tempo così difficile e delicato per il mondo cerco di vivere una preghiera umile di intercessione per l’umanità intera, guardando al Crocifisso che regna dalla croce!

(19)

Ultimi gesti

Gesù al calvario (19, 23-27)

DUCCIO DI BUONINSEGNA, Maestà del Duomo di Siena, 1308-1311

23I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti - una per ciascun soldato -, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. 24Perciò dissero tra loro: "Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca". Così si compiva la Scrittura, che dice:

Si sono divisi tra loro le mie vesti

e sulla mia tunica hanno gettato la sorte.

E i soldati fecero così.

25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. 26Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco tuo figlio!". 27Poi disse al discepolo: "Ecco tua madre!".

E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé.

VENERDÌ 11 MARZO –1^ MEDITAZIONE

(20)

Schema riassuntivo

Due scene: i soldati che ereditano le vesti, le donne e Giovanni in piedi che contemplano.

La croce è il centro di attrazione per tutti!

La spartizione delle vesti e l’estrazione a sorte della tunica

Diverse interpretazioni simboliche …

Integrità della tunica e la scena della lavanda dei piedi

Un corpo inalterato: vittoria di Gesù sulla morte

Le donne che “stavano là… “- “…vedono e ascoltano”

Nasce la Chiesa, una nuova coppia: Madre, donna di Israele/Discepolo, testimone fedele

La nuova famiglia di Gesù; compimento della sinagoga e inizio della chiesa

L’ora compiuta: fecondità di vita, Parola fatta carme!

Per la riflessione personale

1. Provo a riconoscermi nei soldati, nei nemici di Gesù: accorgermi di avere bisogno dell’amore gratuito di Dio come trasformerebbe la mia vita?

2. Come le donne del Vangelo, provo ad interrogarmi sulla mia capacità di vedere ed ascoltare: so sviluppare un atteggiamento contemplativo della vita, anche nei momenti più drammatici e difficili? In questa quaresima mi prendo l’impegno di ‘fermarmi’ per guardare alla croce …

3. Sono consapevole di essere pienamente inserito nuova famiglia di Gesù come un dono e una responsabilità nei confronti dell’umanità intera? Mi interrogo con verità se devo chiedere perdono a qualche fratello e metto in pratica passi di riconciliazione e pace…

(21)

Compimento

La morte di Gesù (19,28-37)

DUCCIO DI BUONINSEGNA, Maestà del Duomo di Siena, 1308-1311

28Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: "Ho sete". 29Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: "È compiuto!". E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

31Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati crocifissi insieme con lui. 33Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. 35Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 36Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. 37E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

VENERDÌ 11 MARZO –2^ MEDITAZIONE

(22)

Schema riassuntivo

 La sete di Gesù

 Salmo 22: “È riarso come un coccio il mio palato, la mia lingua si è incollata alla gola.”

 Salmo 69: “Nella mia sete mi hanno dato aceto”.

 “Tutto è compiuto.”

 Gesù china il capo e muore: “consegnò lo spirito”. C’è quindi qui una prima effusione dello Spirito. Tutto quindi qui si compie, ma non si chiude.

 Gesù è morto, nella sua morte si è compiuta la sua opera. Giovanni vuole dirci cosa significa la sua morte.

 A Gesù non vengono spezzate le ossa. Giovanni pensa all’agnello pasquale.

 A Gesù viene trafitto il costato ed escono sangue e acqua: dalla morte di Gesù nasce la vita sacramentale, Battesimo ed Eucaristia.

 Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto: tutta l’umanità guarderà al crocifisso come alla manifestazione piena del Dio che è per noi, di Gesù Cristo, che è per noi fino al limite estremo del suo amore.

 Chiediamo a Gesù che ci aiuti a scorgere come questo colpo di lancia, che umanamente sembrerebbe dire che neppure in morte Gesù viene risparmiato, mostra la stessa potenza di Gesù che, accettando fino in fondo la sua missione, attraverso questo ultimo gesto di violenza che gli viene inflitto, dà la vita all’umanità.

Per la riflessione personale

Gesù vive un dramma, che non fa sconti alla sua piena umanità assunta per la nostra salvezza.

Però c’è la fiducia e l’abbandono nelle mani del Padre.

1. Qual è la tua esperienza di Figlio di Dio, che chiama Dio col nome di Padre? Nei tuoi momenti più difficili, hai avuto esperienza di rivolgerti a Dio come a un Padre?

2. Le parole: «Ho sete» e «Tutto è compiuto» dicono che Gesù porta a compimento l’opera che il Padre gli ha affidato e glorifica in tal modo il Padre e il Figlio stesso.

Come vivo nella mia preghiera il desiderio di compiere anch’io la volontà del Padre nella mia vita?

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