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Capitolo 3 – Lo sviluppo progettuale nell’ottica della sostenibilità

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Academic year: 2021

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Capitolo 3 – Lo sviluppo progettuale nell’ottica della

sostenibilità

3.1

Descrizione delle fasi di approfondimento progettuale

In questa prima parte del presente capitolo della Tesi si propone la descrizione del progetto edilizio di recupero redatto dall’Arch. Bondi ed in seguito viene presentata una ipotesi di sviluppo definitivo ed esecutivo nel rispetto dei criteri della sostenibilità, elaborati sulla base del progetto architettonico esistente e ponderati tenendo in considerazione il contesto ambientale del luogo in cui sorge l’edificio.

Verrà in seguito definito lo schema prescelto sulla base della Trattazione eseguita per valutare gli aspetti sostenibili ad integrazione del progetto di recupero.

3.1.1 Il progetto base

Il progetto di recupero è articolato sulla sistemazione generale dell’area in cui sorge il Podere Limone e prevede un totale riutilizzo delle strutture esistenti nel massimo rispetto delle caratteristiche urbanistiche ed architettoniche.

L’edificio è realizzato su due piani fuori terra e possiede degli elementi di pregio architettonico, quali le lesene alle porte e finestre ed altri elementi decorativi che verranno mantenuti nel progetto di recupero.

Sulla facciata principale esposta a sud si trova un corpo scale realizzato da due ali formate ciascuna da due rampe che si congiungono all’altezza del piano primo per accedere direttamente a quest’ultimo dall’esterno. Un’ulteriore scala esistente è collocata sulla facciata posteriore; attraverso due rampe essa raggiunge una terrazza esterna da cui è possibile accedere al primo piano. L’edificio al suo interno è organizzato nel seguente modo. Dall’ingresso principale si giunge in un spazio previsto per l’accoglienza dei visitatori; tale spazio è organizzato in una reception, una zona guardaroba e una saletta attrezzata con sedute e libreria per consentire la sosta in caso di attesa e le relazioni tra gli utenti.

Proseguendo a sinistra si raggiunge tutta un’area destinata a contenere le attività didattiche ed organizzata in locali di varie dimensioni tutti in comunicazione tra loro e separati solo attraverso delle grandi porte scorrevoli; il primo locale che si incontra è il laboratorio n°3 e rappresenta il locale più piccolo da cui si raggiunge il secondo laboratorio. Su questo locale, di circa 44 mq, si affacciano i servizi igienici organizzati in tre servizi separati e quattro lavabi posti nell’antibagno; quando è previsto il laboratorio n° 2 può essere attrezzato a sala conferenza, predisponendo delle sedute opportune come illustrato negli elaborati grafici. Da questo spazio si raggiunge l’ultimo locale

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destinato a laboratorio, di circa 47 mq il quale a sua volta si trova in diretta comunicazione con la sala consumazione; proprio per questo motivo il laboratorio n° 1 e la sala consumazione possono diventare un unico grande ambiente per accogliere eventi importanti che richiedono uno spazio maggiore. In effetti questa disposizione degli spazi consente una duplice organizzazione delle funzioni; è possibile sia separare e utilizzare gli ambienti in maniera autonoma gli uni dagli altri ma nello stesso tempo è offerta la possibilità di utilizzare diverse combinazioni di questi stessi spazi uniti tra loro per coprire diverse richieste funzionali.

Proseguendo il percorso, dalla sala consumazione si accede ad un disimpegno in cui si affacciano un ripostiglio, un bagno per disabili e la cucina, dalla quale si trova un collegamento diretto alla sala consumazione per consentire un adeguato servizio ai tavoli e un accesso diretto allo spogliatoio previsto per i dipendenti con la presenza di un bagno con doccia. Di fronte allo spogliatoio si trova uno spazio che si unisce al precedente disimpegno su cui insiste il secondo accesso ai servizi igienici previsti per i laboratori didattici.

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Da questo spazio si raggiunge il corpo destinato al collegamento verticale con il primo piano e con il sottotetto, organizzato con una scala formata da due rampe per piano da un lato e dall’altro il corpo ascensore. Sul lato interno della scala si raggiunge ad un locale destinato ad accogliere l’attività di direzione dell’agriturismo, contenente oltre all’ufficio un bagno con antibagno ad uso privato.

Al piano mezzanino grazie alla notevole altezza, sono stati ricavati degli spazi di servizio, di altezza pari a 2,40 m, ampliando quelli in parte esistenti nel progetto originario; alcuni di questi spazi sono in contatto con gli spazi del piano terra, creando così una sorta di doppio volume. Le funzioni previste sono quella di deposito e archivio raggiungibili dal vano scale interno. Una parte, destinata a ripostiglio, invece è accessibile solo attraverso una porta esterna situata sul pianerottolo alla fine della prima rampa di scala.

Piano Mezzanino

Al piano primo invece, sono state ricavate le camere con i relativi bagni per la funzione del pernottamento. Le camere sono state progettate tenendo conto degli spazi opportuni e garantendo l’accessibilità a persone disabili così come previsto dalle opportune normative in materia, che per attività alberghiere con

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un numero minimo di 9 camere richiedono almeno due di queste camere accessibili per disabili. In effetti una camera è accessibile per disabile con il relativo servizio igienico interno alla camera. La seconda camera prevista per i diversamente abili ha il bagno relativo collocato all’esterno nelle immediate vicinanze della camera; nel caso essa può essere utilizzata anche in maniera standard grazie alla presenza di un bagno interno alla camera non accessibile ai disabili.

Le camere si affacciano su un corridoio di distribuzione interno che unisce l’ingresso al piano primo dalla scala principale, l’arrivo del vano scala e l’ingresso secondario dalla terrazza attraverso la scala posta sul dietro; le dimensioni delle camere sono organizzate per ottenere cinque doppie, una tripla e una quadrupla al piano primo, tutte con i servizi igienici interni e tutte con i corretti requisiti igienico-sanitari previsti dalle normative in vigore.

Piano Primo

Proseguendo la rampa di scala si arriva ad un’ultima camera posta nel sottotetto contenente quattro posti letto, servizio igienico interno e una piccola terrazza a tasca ricavata nella copertura.

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Piano Sottotetto

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3.1.2 Ipotesi di sviluppo definitivo ed esecutivo nel rispetto dei criteri della sostenibilità

Le ipotesi di sviluppo progettuale elaborate, che mirano a perseguire elevati livelli di sostenibilità, tengono conto del progetto architettonico su cui vanno ad inserirsi e sono state progettate sulla base del contesto ambientale in cui l’edificio oggetto di recupero si trova.

Dato che il progetto di recupero è un progetto preliminare, gli aspetti progettuali che sono stati definiti a livello esecutivo, pur tenendo conto dei punti di forza del progetto sono comunque scelte autonome perseguite per aumentare gli aspetti sostenibili del progetto; gli altri sviluppi concepiti in fase definitiva vanno essenzialmente a definire altri aspetti del progetto di recupero che non sono stati elaborati nel progetto di base, ed in sostanza vanno a completare il progetto di recupero sotto altri aspetti progettuali che ai fini della sostenibilità sono stati ritenuti di maggiore importanza.

Gli sviluppi del progetto edilizio considerano principalmente i seguenti aspetti: il rifacimento delle strutture orizzontali, il recupero dell’involucro edilizio e della copertura, l’attenzione alla scelta dei materiali e la parte impiantistica riguardante il riscaldamento, l’aerazione e il trattamento delle acque.

Per le sistemazioni esterne è stato redatto un progetto che tiene conto dell’integrazione tra i vari elementi nel rispetto del luogo e dell’edificio e del progetto edilizio.

Lo sviluppo progettuale prevede quindi la demolizione dei tramezzi interni e dei solai in maniera parziale; i nuovi solai del piano primo e del piano sottotetto sono stati studiati nel dettaglio per controllare gli aspetti termici tramite un idoneo isolamento, e gli aspetti acustici per il fenomeno dei rumori da calpestio. Per il solaio del piano terra realizzato su struttura a igloo, oltre all’aspetto termico è stato considerato l’aspetto della emissione di radon influendo anche sulla qualità dell’ambiente interno e sul benessere dei fruitori. E’ stato previsto inoltre il rifacimento della copertura sia per la porzione crollata sia per l’altra parte già ristrutturata. Infatti si prevede anche per la copertura di valutare gli aspetti termici e di valutare anche la durabilità dato che è previsto un sistema costruttivo a secco.

L’involucro invece viene mantenuto e viene applicato un sistema di isolamento a cappotto esterno, per migliorare anche in questo caso sia l’aspetto termico sia l’acustico per l’isolamento di facciata; i tramezzi interni invece saranno studiati per valutare l’isolamento acustico tra diverse unità.

Per tutti questi interventi è stato inoltre valutato l’aspetto dei materiali, cercando per quanto possibile da una parte di recuperare i materiali edilizi presenti nel sito e derivati dalla demolizione dell’edificio esistente, e dall’altra di utilizzare nuovi materiali a ridotto impatto ambientale, quindi derivanti da materie prime naturali, con processi industriali con basso carico ambientale e recuperabili nella fase di dismissione. Si è cercato inoltre di utilizzare materiali che non avessero emissioni dannose per la salute dell’uomo.

Per il tema impiantistico-energetico invece sono state valutate le risorse a disposizione dal contesto ambientale ed è stato sviluppato un concept

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energetico per tenere conto di come queste risorse gratuite potessero essere utilizzate per il benessere degli utenti, andando ad agire sugli aspetti termici e sull’aerazione. E’ stato scelto quindi un sistema basato sui pannelli solari termici integrati con una caldaia a biomasse, vista la facile reperibilità di legna. E’ stato inoltre valutato anche l’aspetto della tutela della risorsa idrica attraverso dei sistemi tecnici per il recupero delle acque inquinante e meteoriche e la scelta di lasciare la permeabilità del sito attraverso pavimentazioni drenanti.

La sistemazione esterna del contesto è stata progettata tenendo conto del progetto di recupero dell’edificio e cercando di conciliare le destinazioni presenti all’interno con quelle esterne date principalmente dai sistemi tecnologici previsti nello sviluppo progettuale, cercando di integrare i diversi elementi sia esistenti che di progetto.

Il magazzino posto a lato dell’edificio principale è stato previsto che una parte venga adibito ad accogliere gli impianti destinati alla centrale termica e dall’altra continuerà a mantenere la funzione di magazzino per i materiali necessari al funzionamento degli stessi impianti; proprio per questi motivi è previsto un aumento dell’altezza interna ai fini di creare spazi accessibili per la manutenzione.

Il magazzino e l’edificio principale sono messi in contatto da una serra solare realizzata interamente in vetro che, oltre a fini prettamente energetici è stata progettata per definire un ulteriore spazio che può essere utilizzato sia in inverno sia in estate che funziona da filtro tra l’interno dell’edificio e l’esterno in cui possono essere tenute le attività didattiche. Infatti sul proseguimento della serra solare fino alla fine del magazzino è prevista una pensilina in legno che definisce un altro spazio esterno da utilizzare o in maniera indipendente o attraverso l’utilizzo della stessa serra solare. La pensilina in legno è ricoperta per una porzione da pannelli fotovoltaici e dall’altra porzione da tende che in estate garantiscono l’ombreggiamento dell’area esterna e soprattutto della serra solare, mentre in inverno le tende possono essere tolte per garantire la penetrazione dei raggi solari nella serra stessa.

Prospiciente queste zone è prevista una piccola area pavimentata con materiali di recupero che si trova al di sopra di un serbatoio interrato previsto per la raccolta delle acque meteoriche.

Dalla zona carrabile si sviluppa un’area calpestabile e drenante che copre la parte ovest del sito. Lungo il lato occidentale dell’area è prevista una vasca con un impianto di fitodepurazione per il trattamento delle acque reflue domestiche in uscita dall’edificio. Nella sommità invece è stato previsto un campo solare, realizzato con pannelli termici solari posti sul suolo per integrazione all’impianto di riscaldamento e per la realizzazione dell’acqua calda a uso sanitario.

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Planimetria Stato Progetto

Sezione A-A Stato Progetto

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3.1.3 L’approccio secondo le classi di esigenze della UNI 8289:1981 e della UNI 11277:2008

Per lo sviluppo progettuale si è tenuto conto delle norme UNI 8289:1981

Edilizia. Esigenze dell’utenza finale, per quello che riguarda gli aspetti delle

esigenze di carattere generale dei fruitori e applicando quindi le sette classi di esigenze al progetto, come dimostrato negli elaborati grafici in allegato.

Le classi di esigenza vengono quindi tramutate in requisiti e la prestazione è il comportamento che si ha nello svolgimento di una determinata funzione.

• Sicurezza Insieme delle condizioni relative all’incolumità degli utenti, nonché alla difesa e alla prevenzione di danni dipendenti da fattori accidentali, nell’esercizio del sistema tecnico.

• Benessere Insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio adeguati alla vita, alla salute e allo svolgimento delle attività degli utenti.

• Fruibilità Insieme delle condizioni relative all’attitudine del sistema edilizio a essere adeguatamente usato dagli utenti nello svolgimento delle attività.

• Aspetto Insieme delle condizioni relative alla fruizione percettiva del sistema edilizio da parte degli utenti.

• Gestione Insieme delle condizioni relative all’economia di esercizio del sistema edilizio.

• Integrabilità Insieme delle condizioni relative all’attitudine delle unità e degli elementi del sistema edilizio a connettersi funzionalmente tra loro.

• Salvaguardia dell’ambiente Insieme delle condizioni relative al mantenimento e al miglioramento degli stati dei sovrasistemi di cui il sistema edilizio fa parte.

Le classi di esigenza a loro volta sono state suddivise in esigenze specifiche per entrare nel dettaglio dell’edificio di progetto ed attraverso una loro soddisfazione si possono operare modifiche per una ottimizzazione dell’opera. Per gli aspetti di sostenibilità sono state invece prese in considerazione le norme UNI 11277:2008 Sostenibilità in edilizia. Esigenze e requisiti di

ecocompatibilità dei progetti di edifici residenziali e assimilabili, uffici e assimilabili, di nuova edificazione e ristrutturazione, in cui sono definite le

esigenze di compatibilità ed i relativi requisiti in relazione alle fasi del processo edilizio, con riferimento all’intero ciclo di vita dell’edificio, ai fini del processo di valutazione ambientale.

Essa definisce tre classi di esigenze:

• Salvaguardia ambientale SAM Insieme delle condizioni relative al mantenimento e miglioramento degli stati dei sovrasistemi di cui il sistema edilizio fa parte (così come definito dalla UNI 8289);

• Utilizzo razionale delle risorse URR Insieme delle condizioni per utilizzare le risorse dell’ambiente in modo coerente nei confronti degli

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utenti e dell’ambiente stesso con un regime economico/ambientale definito;

• Benessere, igiene e salute degli utenti BIS Insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio adeguati alla vita, allo svolgimento delle attività, all’incolumità e alla salute degli utenti. Le condizioni di benessere si riferiscono alla percezione positiva dell’ambiente da parte dell’utente, mentre le condizioni di igiene e salute si riferiscono alla assenza di condizioni nocive per gli utenti dovute a fattori patogeni, di inquinamento dovuto a vari fattori.

3.1.4 Lo schema prescelto

Alla luce dell’analisi presentata nel Capitolo 2 e in base alle valutazioni emerse nell’applicazione delle norme UNI sopra citate, la valutazione della sostenibilità degli sviluppi progettuali sostenibili sul progetto di recupero verrà svolta con le

Linee guida per l’edilizia sostenibile in Toscana per mezzo delle relative schede

di valutazione.

Andando a motivare la scelta effettuata di utilizzare le schede di valutazione della regione Toscana, per prima cosa si ricorda che l’edificio in oggetto è situato nel comune di Livorno, il cui regolamento edilizio recepisce i contenuti delle Linee guida della Regione Toscana e pertanto è naturale che esso diventi lo strumento a cui fare riferimento tramite le relative schede, per andare ad analizzare nella realtà la situazione del progetto di recupero.

Inoltre, viste le problematiche emerse nell’applicazione delle schede di valutazione della regione Toscana nei confronti del progetto edilizio relativo ad un edificio esistente e negli interventi edilizi in generale, è interessante andare a verificare in un caso concreto quali siano le effettive problematiche che emergono nell’utilizzare le schede di valutazione in un intervento di recupero; risulta inoltre degno di attenzione scoprire se, tra le problematiche che emergono nell’applicazione delle schede di valutazione al progetto di recupero, quali possono essere superate attraverso una mirata progettazione edilizia sostenibile e quali invece non sono possono essere oggetto di migliorie o mitigazione attraverso il progetto edilizio.

Con l’applicazione delle Linee guida della regione Toscana per valutare la sostenibilità dell’intervento di recupero si intende inoltre mettere in risalto quali interventi edilizi, inquadrati nelle rispettive aree tematiche competenti, incidono maggiormente sul punteggio finale ottenuto ed evidenziare gli aspetti che pur non essendo legati al progetto di recupero hanno comunque un peso relativamente al punteggio della sostenibilità.

Inoltre è da tenere presente che mentre per gli altri sistemi di certificazione il punteggio finale e quindi la eventuale attestazione passa attraverso le analisi di un gruppo di lavoro interno allo stesso ente certificatore, le linee guida sono un semplice strumento di valutazione per cui lo stesso progettista può fornire la documentazione preposta a motivare il punteggio ottenuto. Il progetto verrà poi valutato dalle amministrazioni comunali recepenti le linee guida per vedere

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se l’intervento è conforme a quanto dichiarato e rispetta i requisiti della sostenibilità. Pertanto queste linee guida, a differenza delle altre, offrono maggiori spunti di discussione per la presenza di una libertà interpretativa maggiore da parte del progettista nei confronti della valutazione della sostenibilità.

L’obiettivo della scelta delle Linee guida della regione Toscana come strumento di valutazione è quello di analizzare gli interventi previsti nel progetto di recupero dal punto di vista della sostenibilità e stabilire tra di essi quali possono essere migliorativi in questo ambito.

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3.2

Lo sviluppo progettuale

Possiamo affrontare lo sviluppo progettuale attraverso delle macro aree che riuniscono interventi progettuali relativamente ad una stessa tematica. Le macro aree possono essere così definite:

• l’involucro;

• i materiali;

• gli impianti;

• le acque.

In seguito verranno analizzati i singoli interventi previsti per ogni area tematica. Si riporta una sezione con gli sviluppi progettuali previsti

3.2.1 Interventi sull’involucro e sugli elementi edilizi

Gli interventi mirati all’involucro mirano principalmente a rendere le strutture funzionali ed adeguate a quanto richiesto dal progetto architettonico, inoltre viste le condizioni di degrado in cui l’immobile riversa, gli interventi dovranno ulteriormente garantire il recupero edilizio delle strutture esistenti.

Innanzitutto è prevista la demolizione delle partizioni interne non strutturali poiché non corrispondono alle esigenze richieste dal progetto architettonico; è prevista inoltre la demolizione del solaio a cavallo tra il piano terra e il piano primo dovuta alle pessime condizioni in cui esso attualmente si trova, e la demolizione del solaio del piano terra. Anche la copertura sarà oggetto di demolizione, sia quella vecchia, di cui una parte è crollata, sia quella che in tempi recenti è stata oggetto di ristrutturazione.

Anche il magazzino esterno subirà la demolizione della copertura per la creazione della stessa ad una quota più alta.

Si procede adesso a descrivere la realizzazione degli elementi strutturali orizzontali che saranno previsti.

Il solaio del piano terra verrà realizzato in igloo di altezza pari a 30cm, posti al di sopra di uno strato di magrone e stabilizzato per ridefinire il livello di fondazione, e superiormente saranno rifiniti con getto in calcestruzzo e con una soletta con rete elettrosaldata dello spessore di 8cm. Al di sopra è previsto uno strato di 14cm riempito con massetto alleggerito per impianti e coperto con un pannello radiante realizzato in fibre di legno pressate che oltre a

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contenere l’impianto del riscaldamento a pavimento funziona da isolante termico; un massetto fibrorinforzato ad elevata conducibilità termica chiude il pacchetto del pavimento radiante a cui sopra verrà posizionata la pavimentazione in cotto con il relativo strato di sottofondo.

Particolare solaio piano terra

Il solaio del piano primo invece verrà realizzato ex novo in blocchi tipo predalles definiti da uno strato di gesso con tralicci metallici, blocchi di polistirolo e una soletta armata dello spessore di 4cm. Il solaio nella parte strutturale verrà ancorato alla muratura esistente attraverso dei ferri a coda di rondine cementati nella muratura e staffati nel cordolo perimetrale del solaio stesso. Al di sopra del solaio è previsto uno strato di 8cm di massetto per il passaggio degli impianti e ancora sopra uno strato resiliente a cellule chiuse e alluminato sullo strato superiore per creare un pavimento galleggiante per prevenire i rumori di calpestio e adatto a contenere il pannello in fibre di legno per riscaldamento radiante dello stesso tipo del solaio del piano terra. Il pacchetto di finitura si chiude con il massetto ad alta conducibilità specifico per il pavimento radiante ed il rivestimento in cotto su sottofondo.

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Il solaio del piano mezzanino invece verrà ristrutturato mantenendo la parte esistente realizzata in voltine con laterizi e putrelle in ferro, mentre per la parte nuova verrà realizzato lo stesso tipo di solaio a voltine.

Particolare copertura e involucro

La copertura invece è prevista con la struttura portante in legno, quindi con orditura primaria e secondaria; le travi saranno ancorate al cordolo di cemento armato che chiude il perimetro superiore della muratura. Al di sopra dei travicelli si prevede uno strato di assito in legno dello spessore di 3cm; è prevista poi una guaina traspirante impermeabile in fibre di polietilene ad alta densità ed il pacchetto di isolamento costituito da un primo strato di 3cm realizzato da pannelli in lagna di legno di abete mineralizzata, un pannello in

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fibre di legno pressate dello spessore di 6cm e infine un ulteriore strato in lana di legno di abete mineralizzata dello spessore di 2cm. Al termine dello strato di isolamento è previsto una barriera al vapore in polipropilene su cui verrà posato il manto di copertura posizionato sopra una doppia listellatura per la creazione del manto ventilato.

La muratura esterna verrà risanata internamente attraverso la spicconatura dell’intonaco, la pulizia della stessa e l’applicazione di un bio-intonaco specifico per murature umide da risanare costituito da calce idraulica, realizzando un primo strato di circa 3cm di rinzaffo ed un secondo strato di circa 2cm per finitura. Esternamente invece è previsto un isolamento a cappotto in pannelli di sughero per uno spessore di 10cm rifinito con rasatura con rete in fibra di vetro e finitura in rivestimento colorato. Per eliminare i ponti termici e mantenere gli elementi decorativi e architettonici della facciata, sono previsti dei profili costituiti da una sagoma in polistirene espanso trattata con resina per l’applicazione all’esterno, da applicare con la colla utilizzata per applicare il cappotto o con fissaggi meccanici.

Le murature dei tramezzi interni sono previste in blocchi tipo poroton e rivestite da intonaco civile a gesso.

Saranno inoltre previsti nuovi infissi in legno con vetri basso emissivi ed i relativi sistemi di oscuramento in persiane sempre di legno, mantenendo essenzialmente i caratteri estetici dei serramenti attuali.

3.2.2 I materiali

Per il progetto sostenibile è stato di fondamentale importanza lo studio di quali materiali utilizzare. La priorità di questa tipologia di intervento è stata l’utilizzo dei materiali derivanti direttamente dal sito sia per non creare rifiuti edilizi sia per perseguire il risparmio dei materiali.

In effetti per le demolizioni dei solai e delle murature previste risultava una certa quantità di materiale da smaltire; il legno dei solai sarà recuperato in parte per la realizzazione di una pensilina esterna prevista per il parcheggio degli autoveicoli e per le biciclette e la parte non idonea verrà smaltita in centri di riciclaggio del legno.

I materiali lapidei e i laterizi provenienti dalla demolizione delle murature saranno trattati in sito tramite frantumazione con macchinari appositi e riutilizzati come sottofondo nelle pavimentazioni esterne, sia per quelle drenanti che per quelle impermeabili. Le mezzane della copertura invece saranno utilizzate per realizzare la pavimentazione esterna al di sopra del serbatoio di raccolta dell’acqua piovana, tramite la tecnica costruttiva dell’aia alla toscana, che consiste nell’introdurre nel terreno le mezzane di coltello creando una sorta di pavimentazione a spina di pesce che non richiede nessuna malta per la posa in opera.

Per quanto riguarda invece gli altri materiali della copertura, i materiali in legno, dato che sono in buone condizioni per la precedente ristrutturazione, verranno

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nuovamente mantenuti e riutilizzati per la nuova copertura, insieme alla porzione del manto di copertura che si trova in buone condizioni per poter essere riutilizzato, dopo aver subito comunque dei trattamenti per la pulizia e per rendere i prodotti ancora duraturi nel tempo.

Gli altri materiali previsti per gli interventi sostenibili sono materiali di carattere naturale aventi un ridotto impatto ambientale. Tra i materiali di questo tipo l’attenzione si è rivolta principalmente agli intonaci a base di calce idrata per l’involucro sul lato interno, alla pavimentazione in cotto fatto a mano con ciclo produttivo ridotto (per riuscire a recuperare una parziale quantità di pavimentazione in cotto attuale), alle pitture con materie prime naturali, agli infissi con legni provenienti da foreste gestite in maniera razionale e sostenibile, agli isolanti realizzati in materiali naturali e rinnovabili e al riempimento dei massetti per gli impianti dei solai.

In particolare, alcuni di questi prodotti presentano delle certificazioni vere e proprie per la bio-edilizia. L’intonaco e il massetto alleggerito presentano una certificazione ANAB; ANAB è un ente italiano che ha sviluppato uno standard di valutazione della sostenibilità dei prodotti per l’edilizia e rilascia certificazioni ai prodotti che rispettano tali standard. L’isolante della pavimentazione in fibra di legno che funziona anche da pannello radiante per il pavimento invece è certificato NATUREPLUS, anch’esso un marchio di riconoscimento per la sostenibilità dei prodotti a livello europeo.

I legni utilizzati per gli infissi invece presentano la certificazione FSC che garantisce che i legni provengono da foreste gestite in maniera controllata e sostenibile.

3.2.3 Il concept energetico

Per quanto riguarda gli interventi impiantistici, essi cercano di inserirsi nel luogo previsto cercando di integrarsi con il contesto, sebbene questo aspetto non sia di facile realizzazione, dato che le nuove tecnologie risultano spesso non facilmente applicabili ad elementi architettonici che hanno un carattere storico. Gli interventi impiantistici previsti riguardano essenzialmente tre aspetti: è previsto un impianto di produzione di energia termica, un impianto fotovoltaico e un impianto di aerazione.

Nel progettare l’impianto termico per il riscaldamento invernale e per la produzione di acqua calda si è cercato di tenere conto della indipendenza funzionale dei diversi ambienti; dato che l’edificio può essere utilizzato anche in maniera parziale è stato pensato di avere un impianto flessibile che consenta il

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trattamento energetico sia per un utilizzo globale di tutta la struttura, sia per un utilizzo parziale senza però avere nessuno spreco di energia. Questo è possibile grazie ad un sistema di controllo della temperatura dell’aria nei diversi ambienti e organizzando l’impianto di riscaldamento secondo le zone funzionali omogenee.

Pavimento Radiante

Il sistema infatti si basa sul riscaldamento invernale con pavimenti radianti; attraverso opportuni sistemi di regolazione si può comandare quali ambienti debbano essere trattati con gli impianti energetici e quali invece possono essere mantenuti ad una temperatura minima di esercizio per poi andare più velocemente a regime nel caso ci sia questa richiesta. Infatti l’impianto progettato è previsto che sia di base sempre in funzione ad una temperatura di esercizio e che poi questa venga messa a regime sulla base degli effettivi ambienti occupati da persone.

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L’impianto termico previsto è costituito da tre diversi sistemi di produzione di energia termica per la funzione di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria. Questi sistemi lavorano in maniera indipendente e vanno ad integrare il fabbisogno di energia quando essa non risultasse sufficiente a quella richiesta.

Il primo sistema di produzione di energia termica deriva da un campo solare, in cui sono posizionati a terra otto collettori solari piani per una superficie di assorbimento di circa 18mq. I collettori sono prodotti in una vasca stampata senza saldature; la luce solare che cade sull'assorbitore viene trasformata in calore e trasportata nel bollitore tramite i tubi di rame e il liquido solare. Il vetro solare trasparente garantisce un alto passaggio di luce solare costante nel collettore. I pannelli sono posizionati verticalmente e inclinati di un angolo di 60° per privilegiare l’irraggiamento invernale e quindi l’integrazione dell’energia termica per il riscaldamento.

Pannelli solai

Dato che il riscaldamento a pavimento radiante lavora a basse temperature, intorno ai 35°C, con un opportuno progetto dei collettori solari si riesce a gestire ottimamente questo aspetto, in modo tale che la maggior parte del sistema di riscaldamento sia ottenuto dai pannelli solari.

Il secondo sistema stabilito che integra la produzione di energia fornita dai collettori solari è una caldaia a biomasse. Per biomassa si intende una qualsiasi sostanza di matrice organica, vegetale o animale, destinata a fini energetici. Le biomasse rientrano tra le fonti energetiche rinnovabili in quanto il tempo di sfruttamento della sostanza è paragonabile a quello di rigenerazione. Poiché nel concetto di rinnovabilità di una fonte energetica è insita anche la sostenibilità ambientale, è necessario che le biomasse, con particolare riferimento a quelle di origine forestale, provengano da pratiche aventi impatto ambientale trascurabile o nullo, come ad esempio le operazioni di manutenzione boschiva. Anche se la combustione della biomassa genera anidride carbonica che va ad incrementare l’effetto serra, è paragonabile che la stessa quantità di anidride carbonica è stata consumata durante la crescita della pianta da cui è stata generata la biomassa pertanto è come se l’energia derivante fosse a zero emissioni. Il combustibile della caldaia a biomasse è previsto in loco tramite la lavorazione degli scarti boschivi e dei residui delle lavorazioni agricole attraverso una macchina denominata cippatrice la quale

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frantuma il legno e i derivati per la loro introduzione nella caldaia. Un locale annesso alla centrale termica servirà da magazzino per contenere il cippato prodotto pronto da bruciare.

Il terzo sistema di produzione di energia termica è prodotto da una caldaia a condensazione a gas; questa scelta permette di garantire in maniera continua il funzionamento dell’impianto di riscaldamento e della produzione di acqua calda sanitaria anche nel caso in cui uno degli impianti tra pannelli solari o caldaia a biomasse non dovesse funzionare per motivi di manutenzione o per motivi generici.

L’energia termica prodotta da questo sistema impiantistico viene ceduta ad un serbatoio contenente acqua tecnica che si trova a diversa temperatura; quando raggiunge la temperatura di circa 50°C questo liquido viene mandato ai collettori dell’impianto di riscaldamento per poi essere utilizzato nel pavimento radiante e viene inoltre utilizzato per regolare l’acqua calda sanitaria attraverso un dispositivo per scambiare calore.

Pianta Piano Terra con schema impianto termico

La scelta di adottare il riscaldamento radiante a pavimento è derivata da diversi fattori. Per prima cosa il riscaldamento nel pavimento radiante avviene per irraggiamento tramite circolazione di liquido a temperatura nelle serpentine annegate nel massetto; questo sistema ripartisce il calore in modo uniforme sulla superficie di calpestio, fornendo un migliore benessere alle persone. Inoltre dato che l’impianto lavora a temperature basse, permette una riduzione dei consumi energetici grazie all’utilizzo di sistemi alternativi che non raggiungono temperature troppo elevate. Un ulteriore aspetto positivo è legato al fatto che tutto il pavimento partecipa ad emanare il calore e la differenza di temperatura tra pavimento e ambiente risulta tale da non innescare moti convettivi nell’aria che possono sollevare eventuali polveri.

Un ulteriore intervento edilizio previsto, dal punto di vista energetico ma anche funzionale è la serra solare; infatti oltre che alla funzione propria del sistema solare passivo, che è quella di riscaldare un ambiente senza l’ausilio di energia

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termica prodotta da impianti di riscaldamento ma solo con l’irraggiamento solare incidente sulle superfici dell’involucro edilizio, offre inoltre un ambiente che funziona da filtro tra gli spazi interni e quelli esterni in estate, poiché la serra rimane aperta per la ventilazione, mentre nelle stagioni fredde diventa un cosiddetto giardino d’inverno in armonia nel contesto naturale in cui si inserisce.

Pianta Piano Terra – Particolare serra

Questo ambiente è caratterizzato da una struttura completamente trasparente, fatta eccezione per le strutture di supporto e sostegno della stessa. In particolare le superfici vetrate saranno costituite da una struttura a vetro camera con doppio vetro di conducibilità termica pari a 1,0 W/mk e spessore 10 mm per ciascun vetro e camera d’aria con 0,45 W/mq k spessore 15 mm con Argon bassa remissività (0,2).

All’interno della serra è previsto un piccolo giardino zen costituito da sassi di colore chiaro che svolge il compito di accumulatore di calore, attraverso cui il calore assorbito durante la giornata viene poi ceduto all’ambiente

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durante la sera, quando il sole non riscalda più la serra.

Sono previste delle aperture apribili del tipo scorrevole per garantire la ventilazione nel periodo estivo sui tre lati vetrati della serra e anche la copertura vetrata sarà apribile tramite aperture a vasistas. Sarà inoltre garantito il comfort nei mesi estivi oltre che per la ventilazione anche per le schermature di ombreggiamento realizzate da tapparelle mobili che eviteranno il surriscaldamento della serra.

Prospetto Est

L’impianto a pannelli fotovoltaici è realizzato su una pensilina di legno a lato della serra solare. Sono previsti un totale di 12 pannelli fotovoltaici per un totale di superficie di assorbimento pari a quasi 20mq, inclinati di 30° ed esposti in direzione sud. I pannelli fotovoltaici sono costituiti da moduli fotovoltaici su lastre di vetro stratificate per rinforzare la loro resistenza. Questo consente di ottenere un parziale ombreggiamento al di sotto della pensilina per creare così un ambiente esterno più confortevole.

L’impianto è progettato per garantire una potenza di circa 2,50 kWp. Il progetto prevede l’utilizzo dello scambio sul posto, secondo cui l’energia fotovoltaica prodotta e usata istantaneamente consente di evitare l’acquisto dalla rete elettrica nazionale e viene ceduta l’energia che non viene utilizzata ad un prezzo variabile in funzione delle zone geografiche, della fascia oraria e del periodo dell’anno. I vantaggi nell’utilizzare questo tipo di energia sono molteplici, tra cui la produzione di energia pulita da fonti rinnovabili evitando la produzione di Co2 (nel nostro caso si evita la produzione di 1,7 t/anno. La vendita diretta alla rete inoltre evita la presenza di batterie di accumulo di

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energia prodotta e quindi un ulteriore rispetto per l’ambiente evitando la manutenzione e lo smaltimento delle stesse.

Per garantire il rinnovo dell’aria cercando di limitare la perdita di calore è stato previsto un impianto di aerazione tramite un sistema geotermico ad aria che, con l’ausilio di una ventilazione meccanica, immette aria di rinnovo negli ambienti in cui è richiesto per normativa un ricambio minimo di aria. Gli ambienti in cui il ricambio di aria è stato previsto con il sistema geotermico sono i laboratori, la sala consumazione e le camere; la cucina ha un sistema autonomo di ricambio di aria fornito da cappa aspirante.

Sezione con schema impianto aerazione

Negli ambienti con il rinnovo di aria geotermico, i ricambi di ora sono tarati in funzione del numero delle persone presenti ed è stato dimensionato secondo la norma UNI 10339 Impianti aeraulici destinati al benessere delle persone,

installati in edifici chiusi. Un sistema di regolazione consentirà di stabilire il

ricambio di aria in base all’effettivo numero di persone presenti nell’ambiente. Le portate di aria di rinnovo dei diversi ambienti sono le seguenti:

Portata di aria Qop Qo

Sala pranzo 36 mc/h pers 1080 mc/h Cucina 59.4 mc/h mq 1396 mc/h Laboratori 19.8 mc/h pers 1248 mc/h Camere 39.6 mc/h pers 1188 mc/h

L’estrazione dell’aria per i locali laboratori e per il locale sala consumazione è autonomo e l’aria viene espulsa richiamando l’aria in arrivo dal geotermico. Nelle camere invece l’estrazione dell’aria avviene tramite l’estrazione forzata dell’aria dei bagni garantendo quindi il richiamo dell’aria geotermica.

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3.2.4 La tutela della risorsa idrica

L’impianto di gestione delle acque si basa sul controllo delle acque meteoriche e delle acque reflue domestiche in uscita dall’edificio.

Per le acque meteoriche è previsto un impianto di raccolta dell’acqua piovana. Gli usi dell’acqua piovana sono stati previsti per le funzioni di ricarica delle cassette di scarico dei servizi igienici e per le funzioni di pulizia degli ambienti.

Planimetria Generale con impianto raccolta acque meteoriche

Esso è composto da un serbatoio interrato di capacità di 15mc, un sistema filtrante e una centralina di controllo. L’acqua derivante dalla copertura e dal piazzale esterno viene convogliata verso il filtro del serbatoio, il quale ha la funzione di separare l’acqua dalla sporcizia e incanalarla verso il serbatoio di accumulo. Una centralina composta da un quadro elettrico e da una pompa integrata controlla l'intero sistema dall'interno dell'abitazione; la centralina ha inoltre il compito di comandare l’afflusso dell’acqua potabile quando si esaurisce la riserva di acqua piovana nel serbatoio.

Quando entra in funzione la tubazione di troppo pieno, essa conduce le acque piovane in eccesso ad un pozzo drenante in modo tale che esse vengano

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accumulate e che vengano rilasciate lentamente nel terreno per immettere le acque in falda.

Per le acque reflue domestiche invece è previsto un trattamento di fitodepurazione in sito realizzato tramite una vasca apposita; dopo essere state trattate, una parte delle acque pulite andrà nel pozzo drenante per essere immessa in falda, e la rimanenza verrà scaricata come acque superficiali nel fossetto di fronte all’edificio. L’impianto è stato dimensionato per un carico ambientale di circa 35 A.E., attraverso una vasca di dimensioni di circa 90mq.

Piana Piano Terra con impianto smaltimento dei reflui

La fitodepurazione è un processo naturale di trattamento delle acque di scarico basato sui processi fisici, chimici e biologici caratteristici degli ambienti acquatici e delle zone umide.

Sezione schema impianto fitodepurazione

L’impianto scelto è a flusso sub superficiale verticale, ovvero il refluo da trattate viene immesso in vasca verticalmente e raccolto sul fondo del bacino da un sistema di captazione che immetterà il refluo in un pozzetto di ispezione e prelievo per poi essere allontanato. Prima di entrare nell’impianto le acque

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reflue, suddivise in acque grigie e acque nere, devono subire un processo depurativo di tipo primario, ovvero le acque grigie passano dapprima attraverso un degrassatore, poi confluiscono insieme alle acque nere in una vasca settica bicamerale tipo Imhoff per eliminare i corpi solidi presenti. Il refluo così trattato viene inserito in vasca scorrendo verticalmente nel letto assorbente attraverso una pompa perché il sistema necessita di lavorare con carico alternato discontinuo; il refluo fluisce impulsivamente dalla superficie attraverso un letto di ghiaia e si accumula sul fondo del letto consentendo di non ossigenare tale zona e favorendo così i processi di denitrificazione. Il bacino ovviamente è costituito da una vasca impermeabile e riempita con strati di ghiaia di opportuna dimensione; al di sopra vi è uno strato di terreno vegetale che contiene le piante che effettueranno i processi depurativi.

Un ulteriore intervento riguardante la risorsa idrica è la realizzazione di un pozzo drenante in cui sono convogliate le acque meteoriche e parzialmente le acque in uscita dalla fitodepurazione, per ritornare nel ciclo delle acque ed essere quindi immesse in falda.

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3.3

Valutazione dell’intervento secondo i criteri di sostenibilità

3.3.1 Criteri di progettazione sostenibili applicabili

Come precedentemente descritto nel Capitolo 2, esistono all’interno delle schede di valutazione della regione Toscana delle categorie di requisito che descrivono aspetti di sostenibilità propri dell’edificio e del contesto in cui esso è inserito, indipendentemente dalle caratteristiche edilizie dell’intervento di recupero. Dato che è nostro interesse valutare la sostenibilità intrinseca dell’intervento edilizio, si intende escludere dalla trattazione gli aspetti non legati al progetto di recupero.

All’interno della prima area tematica delle schede di valutazione, la qualità

ambientale esterna, si trovano diverse categorie di requisito che non

dipendono dal progetto edilizio e quindi sono state escluse dalla trattazione. In particolar modo, le categorie escluse sono l’inquinamento atmosferico locale, l’inquinamento elettromagnetico a bassa ed alta frequenza e l’inquinamento del suolo. Per quanto riguarda l’intorno ambientale definito dal punto 1.1 comfort visivo-percettivo e dal punto 1.2 integrazione con il contesto, il progetto di recupero entra in gioco ed il progettista attraverso una progettazione edilizia può mitigare tali aspetti attraverso la scelta di assegnare un carattere morfologico all’ambiente e utilizzando materiali con caratteristiche coerenti con le funzioni da svolgere. Inoltre per progettare in maniera integrata al contesto si possono utilizzare materiali storici e tecniche costruttive locali, se consentito dalle normative e dallo stesso progetto e la sistemazione degli spazi esterni può ulteriormente contribuire ad aumentare il livello di integrazione dell’edificio nel suo complesso con i luoghi.

Anche sull’inquinamento acustico si possono attuare delle strategie interne al progetto edilizio al fine di mitigare degli aspetti, come ad esempio progettare gli interni in modo tale che le attività che richiedono maggior silenzio siano le più lontane dalle fonti di rumore, la presenza di elementi esterni come filari di alberi e verde che facciano da barriera acustica così come la forma dell’edificio di progetto, migliorare il potere fonoisolante della facciata esposta verso la fonte di rumore ecc. Resta il fatto però che il piano di classificazione acustica che i comuni hanno adottato, disciplina i livelli massimi ammessi di immissione acustica nelle zone relative e quindi l’inquinamento acustico è una materia che viene regolata in prima battuta dalle amministrazioni pubbliche.

Per la categoria inquinamento delle acque invece il progettista attraverso il progetto di recupero riesce ad intervenire; infatti la scheda di valutazione relativa richiede la presenza di strategie atte ad impedire che acque potenzialmente inquinate confluiscano nel sottosuolo o in condutture esistenti. La messa in opera di tali strategie può essere ottenuta da un certo approccio progettuale e quindi attuata nell’intervento edilizio.

Nella seconda area tematica, il consumo di risorse, tutte le categorie di requisito possono essere valutate e rese sostenibili dal progetto di recupero. L’isolamento termico è regolato dai pacchetti delle chiusure opache e trasparenti e quindi può essere migliorato tramite delle adeguate stratigrafie dei

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componenti edilizi. La categoria dei sistemi solari passivi può invece essere solo mitigata perché richiede la presenza di superfici direttamente irraggiate dal sole in inverno, e le aperture in generale in un edificio storico non possono essere spostate o aumentate; l’unica miglioria è quella di realizzare altri sistemi solari passivi come la serra solare o il muro di trombe che sfruttano l’energia solare in un modo differente rispetto all’irraggiamento diretto delle aperture vetrate.

Le categorie di intervento che riguardano la produzione di acqua calda e la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di energia sono anch’essi due sistemi che possono far parte di un nuovo progetto edilizio di recupero e quindi rientrano nei criteri applicabili all’intervento, così come la riduzione dell’uso di acqua potabile attraverso l’utilizzo di dispositivi opportuni e attraverso il recupero dell’acqua piovana.

Per quanto riguarda il consumo di materiali, ovvero l’uso di materiali di recupero, di materiali riciclabili e l’utilizzo di strutture esistenti, questi tre aspetti dipendono dalle scelte che il progetto richiede quindi saranno prese in considerazione e valutate alla luce del progetto di recupero. In particolar modo la scheda riutilizzo di strutture esistenti è l’unica scheda propria degli interventi di recupero che assegna un punteggio privilegiando l’uso di edifici esistenti. Procedendo ad analizzare la terza area tematica, i carichi ambientali, si incontrano altri tre requisiti che il progetto di intervento può migliorare e su cui si può intervenire; tali aspetti solo la gestione delle acque meteoriche, il recupero delle acque grigie e la permeabilità delle superfici. In tutte e tre le categorie di intervento il progetto edilizio può tenerne conto attraverso una mirata progettazione ad ottenere quanto essi richiedono nelle rispettive schede di valutazione.

Nella successiva area tematica della qualità dell’ambiente esterno vi sono tutta una serie di requisiti che tengono conto del benessere del fruitore che si trova all’interno di un edificio. Per il comfort visivo il requisito da controllare è l’illuminazione naturale e questo aspetto in un intervento di recupero può essere solo mitigato attraverso l’utilizzo di vetri con un elevato grado di trasparenza per il fatto che le aperture, come detto prima, sono tal quali e raramente vi si può intervenire negli interventi di recupero. Per il comfort acustico invece sono analizzati diverse tipologie di trasmissione nel rumore. L’isolamento acustico di facciata rispecchia quanto già descritto per l’inquinamento acustico nella qualità ambientale esterna; inoltre dato che la facciata di un palazzo sottoposto ad un intervento di recupero è probabile che non possa essere oggetto di modifiche esterne, questa scheda di valutazione può solamente essere mitigata da certi aspetti progettuali. L’isolamento acustico delle partizioni interne, delle partizioni orizzontali e dei sistemi tecnici invece sono tutte categorie su cui il progettista può intervenire attraverso il progetto edilizio e pertanto saranno oggetto di valutazione. Anche il comfort termico, costituito dalla verifica dell’inerzia termica e dalla temperatura dell’aria e delle pareti interne può essere gestito attraverso una mirata progettazione del processo edilizio che tiene conto della stratigrafia della parete esterna e dei sistemi di controllo per la regolazione delle temperature interne. Un ulteriore aspetto della qualità interna viene determinata nelle linee guida della regione

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Toscana attraverso gli aspetti di qualità dell’aria ed in particolar modo verificando azioni di controllo dell’umidità sulle pareti, sul controllo degli inquinnti quali fibre minerali, VOC, e radon, e sul controllo dei ricambi di aria. Mentre per la questione dei ricambi di aria e del radon è difficoltoso trovare delle soluzioni progettuali negli interenti di recupero e quindi si hanno per lo più azioni di mitigazione degli effetti del problema, per le altre categorie si può intervenire attraverso il processo edilizio del progetto di recupero tale da garantire buone soluzioni che rientrano tra quelle suggerite dalle schede di valutazione. Ultimo aspetto della qualità interna è il controllo dei campi elettromagnetici a bassa frequenza e se mentre dai campi elettromagnetici non ci si può difendere se non con la distanza, per i camp elettrici si possono prendere degli accorgimenti da prevedere nella fase esecutiva durante la realizzazione dell’impianto elettrico e quindi risulta un aspetto su cui il progettista riesce a ottenere dei buoni risultati.

Per quanto riguarda la qualità del servizio, è richiesta dalla relativa scheda di valutazione la presenza di elementi di protezione dell’involucro e di materiali coerenti con il contesto climatico rivolti ad evitare il deterioramento precoce dell’involucro edilizio. Le scelte di questi materiali quindi dovranno tenere conto degli aspetti climatologici del sito oltre che delle qualità prestazionali ed energetiche intrinseche; pertanto il progetto edilizio di recupero può controllare questi aspetti e si può quindi applicare a questo aspetto dei criteri di progettazione sostenibili.

Anche l’area qualità della gestione, attraverso la disponibilità di documentazione tecnica dell’edificio, il manuale d’uso degli utenti e il programma delle manutenzioni entrano a far parte dei criteri di progettazione sostenibili all’interno del processo edilizio. Dato che comunque si tratta esclusivamente di documentazione da predisporre nel successivo capitolo non verrà trattata questa area tematica anche se il progetto di recupero può intervenire con dei criteri sostenibili applicabili e quindi verrà inserita all’interno delle schede di valutazione.

L’ultima area tematica, i trasporti, contiene due aspetti che si comportano in maniera differente. L’integrazione con il trasporto pubblico è un requisito su cui il progetto edilizio non incide e quindi non può essere applicato nella valutazione sostenibile del progetto edilizio, mentre le misure per favorire il trasporto alternativo, realizzato attraverso parcheggi predisposti per biciclette è una categoria che può essere applicata al progetto e quindi sarà oggetto di valutazione.

3.3.2 Interventi previsti in funzione delle schede di valutazione

Andiamo adesso ad inquadrare gli interventi del progetto di recupero previsti all’interno delle aree di valutazione e per ognuno di essi si mette in evidenza il relativo aspetto sostenibile che gli è stato fornito; a seguire a questa relazione di sostenibilità verrà assegnato un punteggio in accordo con quanto stabilito dalle linee guida della regione Toscana.

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QUALITA’ AMBIENTALE ESTERNA

Scheda 1.1 Comfort visivo-percettivo

Il progetto edilizio nella sua globalità cerca di rispondere a questo aspetto assegnando un carattere morfologico all’ambiente, ovvero assegnando forme agli spazi a seconda della funzione che vi viene svolta; nel progetto sono stati assegnati spazi aperti per i corsi e spazi raccolti per le zone relax. Anche i materiali incidono sul benessere percettivo di una persona che fruisce di un certo spazio, con i colori e con le finiture, ed in questo caso saranno da prediligere per la zona con le camere colori caldi e riposanti, mentre per la zona dei laboratori colori vivaci per mantenere l’attenzione dei fruitori. Un altro elemento importante è la definizione dei percorsi in cui si devono evidenziare le zone di sosta, gli ingressi, i punti di passaggio, sia per gli ambienti interni che per gli ambienti esterni. Esternamente infatti i percorsi sono definiti con indicazione degli ingressi in modo tale che non vi sia disorientamento da parte del visitatore.

E’ sicuramente un fatto un po’ strano che uno strumento di tipo normativo chieda di assegnare un punteggio ad un dato che comunque risulta soggettivo, come la percezione di uno spazio, e psicologico, come la sensazione di comfort del fruitore in un certo intorno spaziale.

Scheda 1.2 Integrazione con il contesto

Per questo aspetto si sottolinea che il progetto in questione non prevede un ampliamento quindi è possibile intervenire solo attraverso la sistemazione dello spazio esterno. In effetti l’edificio di per sé si integra con il contesto grazie alle tecnologie storiche e locali e ai materiali presenti.

Per quanto riguarda invece il progetto di recupero sono previsti l’impiego di materiali caratteristici e tecniche costruttive locali; per le murature esistenti si utilizza un intonaco a base di calce adatto per il risanamento di murature umide e ideale per gli interventi di recupero. E’ inoltre previsto l’utilizzo di pavimentazioni in cotto fatto a mano, così come erano in origine i pavimenti dell’edificio, cercando di recuperare una parte della pavimentazione in cotto esistente. Un ulteriore intervento da inserire in questa categoria è il rifacimento di una porzione di solaio del piano mezzanino, utilizzano la tecnica delle voltine in laterizio, anch’essa utilizzata all’interno del Podere Limone.

Nella sistemazione esterna sono state apportate delle modifiche che cercano di unire i caratteri architettonici compatibili e coerenti con le regole compositive proprie del contesto, e l’inserimento di nuovi elementi moderni che però si rendono necessari per tenere in considerazione altri aspetti legati alla sostenbilità. Per prima cosa sono stati inseriti gli ingressi e sono state inserite delle piantumazioni che valorizzano gli ingressi e la facciata principale. Inoltre sono stati aggiunti il volume della serra solare e lo spazio aperto della pensilina in legno che cercano di unire l’edificio principale con il magazzino a lato di esso creando nello stesso tempo nuovi spazi a servizio dell’edificio.

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Sezione Est Ovest

Planimetria Generale

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Scheda 1.8 Inquinamento delle acque

In questa scheda di valutazione è richiesta la presenza di strategie per limitare l’inquinamento delle acque presenti nelle aree superficiali e sotterranee. Nel progetto di recupero le acque potenzialmente pericolose da trattare sono le acque reflue domestiche e le acque meteoriche. Per quanto riguarda queste ultime non sono previsti particolari interventi, per il fatto che non vi è pericolo di presenza di acque meteoriche di dilavamento inquinate; è previsto un sistema di captazione delle acque provenienti dalla copertura e dal piazzale esterno per l’accumulo per utilizzi compatibili con il tipo di acqua e l’unico trattamento previsto è quello della filtrazione per eliminare i sedimenti disciolti. Le acque meteoriche in eccesso sono portate attraverso la tubazione di troppo pieno ad un pozzo drenante da cui le acque ritorneranno in falda ed in questo caso sarà il terreno stesso ad operare una filtrazione.

Per le acque reflue è previsto invece un sistema di fitodepurazione tramite apposita vasca. La scelta di utilizzare questo strumento dipende da diversi fattori, tra cui in primo luogo il buon inserimento ambientale e le minori spese di costruzione e gestione.

Sebbene altre tipologie di impianto di depurazione possiedono a parità di superficie un maggiore prestazione in termini di depurazione, la scelta della fitodepurazione rappresenta un risparmio in termini di energia e di materiali; inoltre tra le diverse tipologie di fitodepurazione è stato scelto il trattamento flusso sub superficiale sommerso verticale che possiede degli standard qualitativi migliori tra le altre depurazioni naturali, con un abbattimento comunque efficace dei parametri inquinanti.

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Per il dimensionamento dell’impianto di depurazione è stato determinato il carico inquinante ambientale derivante dalla attività giornaliera dell’agriturismo. Consideriamo i seguenti carichi ambientali:

1 A.E. per ogni persona presente 1 A.E. per ogni 3 addetti

22 posti letto 22 A.E. 6 addetti 2 A.E. 18 visitatori 6 A.E.

Totale 30 A.E. 35 A.E. a favore di sicurezza.

Il sistema di fitodepurazione a flusso verticale sommerso ha una capacità depurativa in termini di abitanti equivalenti pari a 2.5 mq. Pertanto per avere una resa depurativa di 35 A.E. occorre progettare una vasca di dimensioni 15 x 6 m con una superficie complessiva pari a 90 mq.

Il sistema di fitodepurazione a flusso verticale viene preceduto dal trattamento in degrassatore delle acque grigie e da fossa tipo Imhoff. A valle della sedimentazione primaria viene installata una pompa di sollevamento che permette di regolare la portata in ingresso al bacino.

La vasca è rivestita con una geomembrana protetta con strati di tessuto non tessuto per renderla impermeabile; per il contenimento della massa filtrante che viene utilizzato sia come substrato per la messa a dimora delle piante sia come filtro dovrào avere opportune pendenze onde favorire lo scarico delle acque trattate e dovrà essere costruita con materiali che garantiscono la perfetta impermeabilità nel tempo. Sul fondo del bacino viene posta la conduttura di captazione che raccoglie le acque depurate; tale tubazione è costituita da un tubo forato del tipo drenante.

Sul fondo del bacino viene posta la conduttura di captazione che raccoglie le acque depurate, tale tubazione è costituita da un tubo forato del tipo drenante; esse convogliano le acque in un pozzetto, posizionato all’uscita del bacino, ove all’interno viene posto un sistema di regolazione del livello idrico all’interno del letto.

Successivamente viene posto il materiale di riempimento (medium) costituito da ghiaia fine lavata di granulometria 4 – 8 mm. Lo spessore del medium è di circa 1 m.

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Sopra questo strato drenante vengono posate le tubazioni di adduzione costituite da tubi in P.V.C. (UNI 302 – 303) o polietilene con diametro 10 – 12 cm, su cui si sono praticati dei fori alla distanza di circa 1 m l’uno dall’altro. Per evitare che l’apparato radicale delle piante ostruisca i fori succitati è opportuno inserire le tubazioni di adduzione in tubi corrugati forati del tipo normalmente usati per i drenaggi.

Il sistema di distribuzione del liquame deve permettere una uniforme irrorazione dello stato filtrante per cui le tubazioni vengono poste a bracci alla distanza di circa 1 m l’una dall’altra.

Le tubazioni dovranno essere ricoperte da un ulteriore strato di ghiaia per uno spessore di 10 – 15 cm.

In questo strato di ghiaia vengono poste a dimora le piante, privilegiando nella scelta, essenze già presenti nell’ambiente limitrofo all’impianto onde consentire un migliore adattamento alle condizioni meteo – climatiche.

Nella posa delle piante occorrerà diversificare la tipologia delle stesse in funzione delle zone dell’impianto: lungo il perimetro potranno essere utilizzate, soprattutto per ragioni di carattere estetico, essenze floreali ornamentali quali Iris pseudacorus, Cornus alba elegantissima, Prunus laurocerasus; mentre nell’area interessata dalla distribuzione del liquame dovrà essere utilizzata di norma una combinazione delle specie bambù a bassa vegetazione come Typha e simili. Nella formazione del livellamento finale è opportuna la costituzione di piccoli argini perimetrali per impedire l’ingresso di acque meteoriche.

Cornus Alba Elegantissima Iris pseudacorus

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Typha Juncus

Il sistema di fitodepurazione a flusso verticale favorisce l’instaurarsi di condizioni aerobiche all’interno del medium, a differenza dei vassoi assorbenti o letti a flusso orizzontale, in cui il livello dell’acqua si posiziona poco al di sotto della superficie.

Nel letto a flusso verticale il livello del refluo è oltre un metro sotto la superficie per cui è facilitata la trasmissione dell’ossigeno all’interno del medium: questo favorisce la formazione di batteri adesi alle particelle della massa filtrante che entrando a contatto con il liquame ne ossidano le componenti presenti (COD, BOD5, NH4), in particolare la sostanza organica, con alti rendimenti nella rimozione di tali sostanze.

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CONSUMI ENERGETICI

Scheda 2.1 Isolamento termico

Per questa categoria il progetto vi entra attraverso la progettazione delle chiusure perimetrali esterne e degli infissi. Mentre per la copertura, i solai e gli infissi la scelta è libera da vincoli perché si possono fare dei nuovi pacchetti, per le pareti esterni non è così perché vengono mantenute le strutture esistenti. Sicuramente la presenza di una muratura ad elevata massa termica, può aiutare nel controllo dell’inerzia ma non dell’isolamento termico, avendo una capacità termica elevata.

Per la copertura l’isolamento è garantito da un pacchetto di 11 cm formato da tre strati di cui i due esterni sono formati in lana di legno mineralizzata e il pannello interno è formato da fibre di legno pressate.

Isolanti in fibre di legno per la copertura

Schema realizzativo della copertura

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Per il solaio a terra ed il solaio del piano primo l’isolamento è formato dal pannello di supporto all’impianto radiante, anch’esso realizzato in fibre di legno di uno spessore pari a 4 cm. Nel solaio del piano primo inoltre sono presenti i blocchi in polistirolo per il riempimento della struttura del solaio del tipo a predalles. Gli infissi invece sono previsti in legno tenero tipo pino, con sezione di dimensione pari a 50 mm e garantiscono una buona trasmittanza termica del telaio pari a 2.0 W/mq k e grazie al vetro camera con argon nello strato interno dello spessore di 20 mm per garantire un maggiore isolamento.

Per la muratura esterna invece è stato previsto un isolamento esterno a cappotto realizzato con pannelli in sughero, che garantiscono una buona resa termica, rifiniti con rasante e finitura colorata.

1) muratura 2) collante 3) pannello in sughero 4) rasante 5) rete di armatura 6) rasante 7) rivestimento murale

Per gli elementi decorativi della facciata si è previsto l’utilizzo di modanature in EPS in modo tale da fare un isolamento continuo senza ponti termici.

Questi elementi leggeri possono essere applicati alla parete esterna sia con la stessa colla utilizzata per applicare il cappotto, sia con elementi di fissaggio meccanici.

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Un elemento da notare è che il D.Lgs 311/2006, negli interventi di ristrutturazione edilizia ove è prevista la realizzazione di nuovi impianti, è previsto che i componenti opachi rispettino i valori di trasmittanza termica riportati nella stessa normativa. Quindi i valori di trasmittanza della scheda di valutazione della regione Toscana sono subordinati al rispetto dei valori della trasmittanza termica richiesti dalla normativa.

Con il progetto si ottengono i seguenti valori di trasmittanza:

- strutture opache verticali 0.329 W/mq k - strutture opache orizzontali e/o inclinate 0.300 W/mq k - pavimenti verso locali non riscaldati/esterno 0.211 W/mq k - chiusure trasparenti compreso infissi 2.00 W/mq k

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Scheda 2.2 Sistemi solari passivi

La scheda di valutazione della regione Toscana riguardante i sistemi solari passivi assegna una votazione in base al rapporto tra la superficie finestrata illuminata al 21 dicembre ore 12:00 e la superficie finestrata totale. Per questo aspetto il progetto di recupero previsto non riesce ad intervenire dato che non è possibile modificare la superficie delle aperture finestrate. In effetti però le aperture finestrate non sono l’unico metodo per avere un sistema solare passivo, ma vi sono altri dispositivi per la captazione, l’accumulo e il trasferimento dell’energia termica finalizzati al riscaldamento degli ambienti interni. Nei sistemi a guadagno diretto l’assorbimento dell’energia solare avviene per irraggiamento e convezione. La radiazione solare passa attraverso le superfici vetrate opportunamente orientate e sotto forma di calore si trasferisce direttamente all’ambiente interno e si accumula nella massa termica di pavimenti, pareti e soffitti che a loro volta per irraggiamento e convezione trasferiranno il calore all’ambiente interno comportandosi da volano termico. I sistemi tipici sono le finestre, a parete o a soffitto e le serre solari. Nei sistemi a guadagno indiretto si ritrova l’elemento trasparente e l’elemento captante di accumulo; quest’ultimo è parte integrante dell’involucro dell’edificio, pertanto non permette alla radiazione solare di raggiungere direttamente lo spazio interno; l’elemento captante intercetta la radiazione solare per accumulare il calore e restituirlo lentamente. I principali sistemi a guadagno diretto sono il muro trombe e il tetto solare.

Funzionamento in estate Giorno Notte

Funzionamento in inverno Giorno Notte

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