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Risoluzione adottata dalla Terza e dalla Settima Commissione in ordine al terzo incremento della dotazione organica del personale della magistratura (L. 48/01).

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Risoluzione adottata dalla Terza e dalla Settima Commissione in ordine al terzo incremento della dotazione organica del personale della magistratura (L. 48/01).

(Risoluzione del 28 giugno 2007)

Il Consiglio superiore della magistratura, nella seduta del 28 giugno 2007, ha adottato la seguente delibera:

"

- vista la nota del 21 febbraio 2007 con cui il Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia ha chiesto di “procedere ad un incontro con le Commissioni consiliari competenti allo scopo di chiarire l’eventuale urgenza dell’emanazione del decreto ministeriale attuativo della proposta 10 gennaio 2006, tenuto presente che una differente articolazione dell’intervento potrebbe richiedere tempi lunghi”;

- letta la “proposta di ripartizione del III contingente dei 546 posti recati in aumento dalla legge 13 febbraio 2001, n. 48”, formulata dal Ministro della giustizia il 10 gennaio 2006, previo esplicito ed integrale rinvio alla relazione tecnica del 30 dicembre 2005 predisposta dall’Ufficio 3° del Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi, terzo contingente che riguarda soltanto 116 posti in aumento;

- esaminato il parere espresso dal Consiglio superiore della magistratura in data 6 luglio 2006;

- preso atto del contenuto delle audizioni del Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi, dott. Claudio Castelli, e del direttore dell’Ufficio 3° di tale Dipartimento, dott. Stefano Aprile, i quali - dopo aver riconosciuto che le differenze di fondo tra la proposta ministeriale e il parere del Consiglio superiore della magistratura sono collegate, da un lato, al maggior rilievo attribuito dall’Organo di Autogoverno agli uffici di secondo grado, e, dall’altro, alla differenza dei dati utilizzati dalle due Autorità a presupposto delle rispettive conclusioni - hanno rappresentato che l’alternativa, allo stato, è o di dare attuazione all’aumento di organico, previa adozione di “una soluzione di compromesso disomogenea”, o di “rifare tutti i calcoli, prendendo dati più recenti”, e prevedendo “tempi lunghi” (“realisticamente vuol dire che parliamo di un aumento di organico tra un anno”);

- rilevato che l’Organo di Autogoverno è pervenuto a conclusioni diverse da quelle formulate dal Ministero, sia perché - sotto il profilo conoscitivo - ha preso in considerazione, oltre ai dati forniti dall’Autorità governativa (e relativi fino alla data del 31 dicembre 2004 per i settori civile e lavoro, nonché fino alla data del 30 giugno 2004 per gli altri settori), anche le informazioni e i dati richiesti direttamente agli uffici giudiziari, ovvero acquisiti tramite l’ISTAT, mediante l’esame dei progetti tabellari, nonché attraverso le risultanze in possesso dell’INPS e dell’Ispettorato generale del Ministero della giustizia (informazioni e dati riguardanti in ogni caso anche tutto il 2005), sia perché - sotto il profilo analitico - ha tenuto particolare conto dell’impatto sugli uffici giudiziari dei precedenti interventi di ripartizione degli aumenti di organico, dei singoli macrosettori che a livello nazionale registrano le maggiori difficoltà e delle specificità di tali macrosettori, sia, infine, perché - sotto il profilo metodologico – ha aggregato i dati disponibili non in maniera unitaria ed indifferenziata per ciascun ufficio giudiziario, bensì raggruppandoli per categorie omogenee e distinte in relazione alle diversificate tipologie di procedimenti;

- considerato che appare irrilevante la non recente epoca della raccolta dei dati evidenziata in corso di audizione, posto che appare comunque inalterato il rapporto tra gli uffici giudiziari in relazione ai carichi di lavoro dell’ultimo biennio;

- ritenuto che il parere espresso dal Consiglio superiore della magistratura in data 6 luglio 2006 merita di essere pienamente riconfermato in quanto è fondato su un’ampia ed attendibile messe di dati e muove da premesse analitiche e metodologiche del tutto condivisibili (in particolare, risulta assolutamente convincente la particolare considerazione riservata agli organici delle Sezioni lavoro delle Corti d’appello);

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- considerato, infine, che il modesto numero di posti residui da ripartire non può concretamente avere la funzione di riequilibrare i carichi di lavoro tra gli uffici giudiziari e che, invece, una revisione degli uffici giudiziari sul territorio e delle loro piante organiche sarebbe certamente più efficace al fine di adeguarle alle nuove esigenze sociali ed economiche ed alle attuali richieste di giustizia, sia civile che penale, e di ottimizzare la ripartizione delle risorse sia materiali che umane;

delibera di confermare il parere già espresso in data 6 luglio 2006.

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