IL NUOVO EQUILIBRIO
DEL CIBO SOLIDALE
di Wladimir Calvisi
-fjk 'appuntamentoè alle 7 del mattino
f Win un Centro nella prima periferiadi J ? Milano. Tre furgoni,un gruppo di J ? volontari,la sceltadei percorsi ela kj? distribuzionedelle schededove sono
indicati i luoghi dei ritiri delle eccedenzee
Y INCHIESTA ^
IL NUOVO EQUILIBRIO DEL CIBO SOLIDALE Meno ingredienti freschi
e più reti di vicinato:
così stannocambiando le mensedel terzo settore,
diWladimir Calvisi
//
le consegneimmediateaglienti caritatevoli.
Gianluigi Peschieraha 69 anni, ex impiegato, volontarioper il Bancoalimentareda quandoè andatoin pensione, guidaun furgoneper il progettoSiticibo, l'attività di ritiro di alimenti cucinati efreschi, integri enonserviti, da mense epasticcerie.«Primadel Covid lavoravamo dal martedìal venerdì, mattina e pomeriggio, contremezziepercorsi diversi», racconta.Poitutto è cambiato.Il lockdown, mense e scuole chiuse,locali e ristorazione con le saracinescheabbassate.«Siamo stati fermiper un lungo periodo,poi siamo ripartiti. Lentamente,con difficoltà.Non ci
fermiamo,ma èpiù dura». Perchél'offertada quei canalisi èpraticamenteazzerata. Mentre ladomanda crescea dismisura.
Approvvigionamenti e nuovo
paniere
Nuovi poveri, più richiesta,meno canali di approvvigionamento.Poteva essereun disastro.
Ma il sistemadegli aiuti si èadattatoeha retto.Costrettoa trovare un nuovo equilibrio per garantireatutti pastie alimenti, ha fatto leva suesperienza,organizzazionee
intensificazionedellarete di prossimità.Ma anche suunanuova gestionedei flussi: spariva granpartedelrecuperodi cibo fresco0 cotto che arrivavadal settoredella ristorazione commercialee collettiva, da hotel, mense aziendali eospedaliere,scuole, esercizi al dettaglioenavi dacrociera.Però,quasi un paradosso,aumentavanole donazionidaparte
di privati, aziendee grande distribuzione (Gdo),ridisegnandocosì ancheil «cestino» della raccolta. Meno pane, meno fruttae verdurae meno piatti pronti e prodotti freschi.
Molti più legumi, alimentiper l'infanzia,succhi
e bibite epiù disponibilità di pasta, sughi e cibo in scatola.E secambiail paniere,va garantita non solola distribuzionemaanche l'equilibrio nutrizionaledei pacchi alimentari perle mense egli aiuti.Comeè andata?In una prima fase,all'inizio della pandemia, con le chiusuredi mense aziendalie scolastiche, organizzazionicome il Bancohanno addirittura incrementatoi lorovolumi di raccolta, recuperandole scorte accumulatedallediverse strutture, mense e affini, che non sarebbero state utilizzate. Ma poi il protrarsi del lockdown,il ricorso sistematicoallo smart worldnge il tagliodei servizi mensa hadi fatto chiusoun rubinettoche garantiva flussi strutturali.Alcune modalitàdi recupero(pane e fruttadalle scuole, ad esempio,0 di cibo cotto ed eccedenzedalle mense)sono state sospeseduranteil 2020ealtre ridotte. «Di fatto ci siamofermati - ricorda Peschiera-, nientepiù recuperi e consegne». Unadifficoltà che ha coinvolto tuttele grandi realtà dell'assistenzaalimentare,comeCaritas0
Emergency.E lafittarete di cooperativee
associazioni.E allora? Larispostaèstata non solo continuare,ma incrementarel'attività, rivedere i flussi, la logistica,i processidi stoccaggio,trasformazioneeconsegna.In pocheparole,far tesorodella specializzazione maturataneglianni, e provare areagire.H Banco Alimentare haregistrato una crescitadi richieste di aiuto superiore del40%rispettoal 2019 (egli assistiti sonopassatida 1,5milioni
a circa 2,1),e supportatooltre8.000 strutture ( erano7.490 nel 2019):mense per indigenti, centri di solidarietà, cooperative sociali. E così gli altri, di frontea una situazioneche peggioravadi giornoin giorno.«La pandemia ha avuto un impatto immediatoe il lockdown hadi colpo generatonuovi bisognie
moltiplicatolerichiestedi aiuto - spiega il presidentedel Banco alimentateGiovanni
Bruno-. Perchéoltreallachiusuradelle attività, che già hamandatoin crisi migliaia di persone,si èfermato tutto unindotto di lavori precariemeno garantiti,di servizi saltuari 0 a
chiamata,che davaredditoaintere famiglie». Reagire subito eprepararsiper il futuro,con la paura, non troppovelata, che il quadro peggiori,con l'incognita degli ammortizzatori sociali che potrebberoridursi, delblocco dei licenziamentiche non si saquanto andrà avanti.E il timore chela crisi abbia spazzato via untessuto di lavoro che in parte stenteràa
ripartire 0 nonlo rifarà: migliaia di persone cherischianodi entrare nei canali degli aiuti.
La
rete
diprossimità
Il cambio dell'offertadi eccedenzealimentari, la diversatipologia di prodotti, la rivoluzione nelle quantità hacosìcostrettotutti a trovare un nuovo equilibrio.E se il furgonedi Siticibo guidatodaGianluiginon potevapiù ritirare dalle mense,ormai chiuse,siè dovuto
intervenire sul sistemadi prossimità.La Caritas Ambrosiana,che opera nell'arcidiocesidi Milano, una delle più colpitedalla pandemia, damarzo scorso,nella sola area metropolitana, ha fatto fronte a un incrementodi richiestedi aiuti del 121%( oltre 3mila famigliee ìomila persone).Ha però raccolto,tra Gdo egrossisti di Milano, più di i27milachili di eccedenze alimentari, altri 8oomila sonoarrivati dalle donazioniealtri 243mila acquistati.Grazie agli operatoridelMercato ortofrutticolo, la quantità recuperatadi fruttaeverduraèpiù che triplicata(+365%):un'iniezionedi freschi fondamentale.«Un lavoro enorme, integratoda una rete di oltre1.000parrocchie,sia nella raccolta che nella distribuzionedei pacchi alimentari— spiegail direttoredella Caritas ambrosianaLuciano Gualzetti—. Abbiamo fatto leva su un sistemacapillare rodatoe
attivo, ma anchesulla capacità di stoccare e trasformarei prodotti (ad esempio,raccogliere
i freschie surgelarli, ndr),suunalogistica di prossimitàesulla conoscenzanon solo delle modalitàma ancheesoprattutto delle persone
e dellesingole necessità». La Caritas hacosì
rafforzatola suaattività in Empori eBotteghe della Solidarietà,dove si acquistanoper lo più generi alimentari con una tesseraapunti.Ha mantenutoil lavoro nel Refettorio, il progetto con Food for Soul diMassimoBottura(«Le eccedenzenonsono scarti ma ingredienti»), nato a Expo 2015, cheda lunedìal venerdì, offrea 96personeunpastodi tre portate:
sempreaperto,più alungo del solito e con ingressiaturni,vistele nuove esigenze. Ha aumentatoi fondi perchi ha bisogno.
«Abbiamo cercatodi mantenereintattoil paniere disponibile, garantendol'assistenza,ma
soprattutto cercandodi rafforzareil lavoro di accompagnamentoversola soluzione dei problemi deisingoli. Nonbasta tamponare,
serveun lavoro strutturale».E questograzie anche all'opera delle decinedi centri di assistenza sparsi per il territorio. «Tra i tanti problemiecontraddizioni, anchesociali,
evidenziatidalla pandemia,di sicuro il sistema solidarietàha funzionato, anzisi è ampliato con donatori, volontari eattività diraccoltae interventonei quartieri», aggiunge. Cheha permesso,anche,di sopperirea queivuoti che
sierano creatinella raccoltadei freschidalla granderete di mense aziendalie scolastiche, sostituendolicon unapiù fittaattività di vicinato.Emettendocosìa frutto il supporto più forte da partedi industrie, aziendee Gdo.
Quest'ultimasi èmossaconun importante incrementodelle donazionidi prodotti,sia da scaffale che freschi, alle principali realtàdi raccoltae coninterventi più diretti. In questo
sensoun esempiotra tutti è il sistema Coop daanni radicatanel territorio e capacedi muovereingenti flussi alimentari: «Le
cooperative di consumatori hanno donato5.000 tonnellate di alimenti— spiegano— che sono 5,7milioni di pasti, coinvolgendo960
associazionidi volontariato».Ma la vera differenzaè stata la prossimità:«Il 70% di queste donazionisono stati prodotti freschie freschissimi.La rete di associazioni,soci e
dipendenti, la logisticaela conoscenzadel territorio ha permessoun modello di
donazioneachilometrozero:dai680 punti vendita coinvolti(il 60%dellareteCoop)si sonocosìraggiunti subitoidestinatari degli
aiuti». Con in più progetti molto mirati, come l'accordoconl'Anci ela Protezionecivile per la consegnagiornalieradi 1.600pasti attraverso oltre 500associazioni.Inumeri delle donazioni di tutta la Gdosonocresciuti nel 2020:milioni di pasti donatiedeccedenzeridistribuite.
«Eccedenze,non scarti, e questoèun punto fondamentale— sottolineaGiovanni Bruno —.
I prodotti recuperati sono tutti buoni, integri, con le loro caratteristichenutrizionali intatte.
Spessomai andatiin vendita0 suibanchi.
Nienteachevederecon gli scarti.Noi
recuperiamole sovraproduzioni,le eccedenze,i prodotti che il mercatonon vuole0 non utilizzerebbepiù. Ridiamo valoreaquello che peril mercatosembra averloperso. Elo doniamo.Facciamoeconomiacircolareda 30 anni. Non recuperiamoscarti alimentarima evitiamo che tonnellatedi prodotti lo diventino, riutilizzandoli, trasformandoliin risorse. Rimettendoin circolo alimentiche il mercatonon vuole ».
II sistema
deivolontari
Grazie auno sforzo immenso, specializzato, ma che si regge soprattuttosuvolontari.Già, i volontari, altroaspetto che siè complicato nel 2020.«Sonoin particolare pensionatie over 65 chededicanoall'attività solidale tantissimo tempo e risorse», spiega Bruno. Ma il lockdownhabloccatoa casatantissimi volontariemessoadura prova l'intera rete.
«Abbiamo però assistitoa unaforte spinta da parte deigiovani 0 di chi,confinato nelsuo luogo di residenza,hadecisodi dare una manoalle strutturepiùvicine». Ancora il supportodi prossimità, insomma.Ecosìtutti sono andatiavanti. Migliaia di aiuti occasionali, forsemeno strutturatidel solito, ma che hanno dato ossigenoal sistema,«n nostro, e in particolare quest'anno,èuno sforzodi adattamentocontinuo— aggiungeBruno —.
Nuove esigenzeecambio deltipo cibi raccolti
ci hafatto rivedere filiera, modalità,tipo e
luoghidi approvvigionamento.Abbiamo riorganizzato gli spazi,mettendoliin sicurezza, lavorato suritiri econsegne,turni, stoccaggi e distribuzione.Unsistemacheha reagitograzie allafortissimaspecializzazione». E anche alla digitalizzazione,comela collaborazioneconla
li protrarsi del lockdown
ha di fatto chiuso un rubinetto che garantiva
flussi costanti
PwC (tra i leader mondiali della consulenza aziendale)chegratuitamente forniscealBanco nuovi strumenti tecnologiciper aumentareil volumedelle eccedenzealimentari recuperate, automatizzarela parte amministrativae ottimizzareil processo.Esperienza,
organizzazioneenuove strade digitali.Così si è
fatto fronte all'emergenza.E anchepiù donazioni.Il Banco, adesempio,havisto cresceredi oltre il 40%il numerodi aziendee industrie donatrici(arrivatea 1.600:«Un segnaleimportantedi grande sensibilità» , ha sottolineatoil presidenteBruno), raggiungendo perla primavolta una raccoltasuperiorealle 100.000tonnellate(100.170),mentre nel2019 erano75.450.Più forte il contributo di industria(22.500tonnellate) eUe ( 54.000), diminuito il raccolto di ortofrutta(nel 2020 4.100tonnellate,— 2.582 rispettoal2019)a causasoprattuttodel calo delle produzioni,più difficoltoso, come detto,il recuperodi freschi ed eccedenze.Equilibrato però dalle reti di prossimitàe dai, tantissimi,piccoli ma capillari, interventi mirati.Esi è trovato il punto di equilibrio. Senzadimenticareil
sistemadi aiuti pubblici,sianazionaliche europei,cresciuti nel 2020.«n nostroèun ruolo socialemaanche economicomolto forte.
Nonè più solo una questioneetica,di faredel bene.Èmolto di più.Èuna capacitànuova di leggere la realtà,un contributoper una società più sana, che risparmia risorsee ridà valorea eccedenzeprimache diventino scarti e costi». L'appuntamentodei volontaridi Siticibo è semprenello stessopunto.All'alba. Prima, per
i ritiri di cibi freschie cotti, partivano tre furgoni al giorno.Adessosono due a settimana.
)RIPRODUZIONE RISERVATA
La Gdo si è mossa
con un importante incremento della quota di prodotti
regalati
In questi mesi
ècresciuto a dismisura il numero di persone in difficoltà e che domanda aiuto. Così
lemensehanno dovuto
organizzarsi
efar fronte alle maggiori richieste
Daun lato modificando
ilcestino degli alimenti
— menopane e ortaggi, più legumi, pasta e sughi —, dall'altro puntando
suinformatizzazione,diversi sistemi di conservazionee modelli
didonazione
achilometro zero
Con
un solo obiettivo: riuscire
asfamare tutti
Lasala del RefettorioAmbrosianodiMilano(fotodi EmanueleColombotrattada IIpane èoro di MassimoBottura, Phaidon-L'ippocampo)