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Anno II - n Ottobre 1995 nauneribus misit me

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Anno II - n. 10 - Ottobre 1995

nauneribus misit me

(2)

EVfiN

pauperibus misit me

Anno II - n . 10-Ottobre 1995 34 Anno dalla fondazione

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0fKfKOf

'/O

II seme della parola 1 Ammaestrati da Dio

Alia sorgente

3 Quando la questua fa vergogna 4 L'ultimo pranzo di Padre Minozzi 5 Credevo, credevo...

6 11 giuoco

8 Maria Antonia Minozzi

Pensiew mariano 9 La Madre gloriosa

Religione, tine, cultura e vita

10 Brevi appunti sulla lettera del Papa alle donne 13 Siracide...

15 Vi parlo di San Canio v.m. di Acerenza e... di quel che segue

17

18 20 22 23 25 27 28

30 31 32

// Santo del Mese S. Teresa di Gesu Bambino

Dalle case nostre

DA POTENZA: Tre nuovi Discepoli

DA POLICORO: Dio ti ama adesso

DA NAPOLI: Echi dell'Istituto Darmon

DA CATANZARO LIDO: Una vita completamente donata

DA GIOIA DEL COLLE: L'ultimo saluto a Don Ruggiero Cavaliere

Estate... Sipontina Crisantemi

La sveglia

L'incontro di Amatrice Una gioraata molto particolare Spizzicando

KVANGKLIZARK pauperibus misit me

BOLLETTINO MENSILE DELI.OPERA NAZIONALE PER II. MEZZOGIORNO D'lTALIA

DIRETTA DALLA FAMIGLIA DEI DISCEPOLI

Direttore Responsabile Don Michele Celiberti

Copertina

"Gesu Maestro" di F. Petruzzi.

Potenza: Chiesa Istituto Principe di Piemonte.

Segretario di Amministrazione Michele Leone

Direzione - Redazione - Amministrazione:

Via dei Pianellari, 7 - Tel. 06/68801409 Fax 06/6861025 - C.c.p. 33870007 D0I86 R O M A

Autorizz. Trib. Roma N. 185 del 27 aprile 1994 Sped, in Abb. postale 509} - Roma

Slampa

Tipolitografia IN.GRA.C. s.r.l. - Tel. (0776) 429988 03049 S. Elia Fiumerapido (FR)

(3)

II MfKSTRO €

Padre TARCISIO MANTA

Atto di generosita... II Signore v

chiamata e voi avete risposto generosamente alia sua voce Ego elegi vos...

Cosi un giorno sulle sponde lasciavan tutto i rudi pescatori...

E per nulla vi ha promesso il S proprio nulla, come nulla promise ai

Q U I € TI CHinnnn

ha chiamati, ha insistito nella sua divina

del lago di Genezaret alia sua chiamata

gnore di comodita terrene, umane, nulla, j r i m i Discepoli.

II Maestro, che non ebbe si spess o ove porre la testa, non poteva che parlare cos)...

Non solo non promise nulla di innanzi agli occhi abbagliati di quelli lusinghe luccicose.

Ma esplicitamente richiede loro per seguirlo. Tutto... casa, parenti, romper ogni pastoia per camminare 4\

Aspra missione... Prospettive tiagiche.

quanto il mondo ingannatore squadema i che si lascian fatalmente prendere dalle

I'abbandono di tutto che avevan d i piu caro imicizie... tutto... spezzare ogni vincolo, pediti dietro di Lui.

Tremendo nella sua dolcezza, ielosissimo, inesoratamente totalitario...

Ed affermo, con parole inequivocabili, durissime, in forma drastica che li avrebbe mandati, i suoi, alio sbaraglio, li avrebbe spinti addirittura, come abbandonati agnelli fra i lupi

Altro che futili compiacenze, che facili t r i o n f i , romanticismi vanesii...

Padre Minozzi

I

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flPPUNTflMENTI Dfi fINNOTfIRE

Al fine di evitare ritardi di informazione dovuti alle marce ridotte delle poste italiane, ci premuriamo di awisare anticipatamente i nostri amici e lettori degli appuntamenti prossimi che interessano le varie categorie della Famiglia Minozziana e quanti aitri ne sono interessati.

Ci piace ricordare che la dove nasce un'amicizia, un interesse, scaturisce contemporaneamente anche un desiderio di incontro visivo tra uomini.

Ogni incontro, nella sua riuscita finale, e legato anche alia presenza ed al contributo apportato da ognuno dei partecipanti. La tua presenza e gia un gran dono per gli altri: la tua assenza genera poverta per tutti.

Ogni convegno allora e qualcosa da produrre, non solo da consu- mare e pretendere perfetto.

In Famiglia tutto si fa con la collaborazione di tutti.

Ecco allora le date per le quali occorre fare il nodo al fazzoletto.

29 0ttobre1995:

12 Novembre 1995:

2-3 Dicembre 1995:

In tutte le Case gestite dai Discepoli:

Celebrazione solennita di "Gesu Maestro".

AMATRICE - Incontro Nazionale Famiglia Mi- nozziana - Anniversario della morte di P. Giovanni Minozzi. II dott. Leandro Ugo Japadre parlera de "II segreto della grandezza di Padre Giovanni Minozzi: la sua preghiera".

POLICORO - Ritiro Spirituale d'Avvento per Laici Famiglia Minozziana.

24-25 Febbraio 1996: SIPONTO - Stella Maris = Ritiro Quaresimale per Laici Famiglia Minozziana.

17 Marzo 1996: GIOIA DEL COLLE - Casa P. Semeria = Incon- tro Nazionale Famiglia Minozziana pro celebrazione memoria di morte del Servo di Dio Padre Giovanni Semeria.

1'Domenica di ogni mese: Ore 10,00: Roma - Incontro Ex-Alunni ed Amici. Ultimo giovedi di ogni mese: Incontro culturale.

Altre iniziative, tempestivamente.

anche locali, ma di rilievo, saranno comunicate

La Redazione

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AMMAES

un uo suo to Ottobre e il mese missionario. Per hoi Discepoli e il mese di Gesu Maestro, liturgicamente celebrato I'ultinia domenica. L'idea del Maestro e legsta ad un insegnamento, ad apprendimento e ad una formazione.

Gesu e Maestro perche nel s essere, in ogni sua azione, in ogni tempo, comunque insegna. E veni come Maestro" (Gv. 3, 2).

E maestro di verita, ma non di verta esterna e distinta dalla sua persona verita e Lui stesso. Insegnandola perdio insegna se stesso. In Lui c'e identita Ira la verita e la sua persona divina

Per arrivare a possederla in modo vitale, dopo averla trovata, Egli propone e ne indica la strada sicura.

Ma anche in questo, la strada e stesso. Vita da vivere, Verita conoscere, Via da seguire, Luce da diffondere, Vangelo da annunciare: tuito e solo Lui, tutto racchiuso e ridotto a la sua persona.

Per mezzo di Cristo-via si arriva a Cristo-verita-vita. S.Tommaso d'Aquino afferma: "Ha designato la fine di quesla via come verita e vita

A Dio si arriva solo per mezzo di Did.

II cammino della verita richiede energie di vita ed e cammino finalizzato al senso della vita. Una vita senza senso e un non-senso

RATI DA DIO

Lui da

La vita eucaristica ci pone sul cammino della verita sulla via indicata da Gesu, e ci fa possedere la Verita, che e il Cristo-came mangiata. La vita allora si carica di nuovo significato: vale la pena di viverla.

Ma! Sempre il famoso ma!

Come convincere gli uomini che vivere di Cristo e trovare la pienezza della vita, e dare il senso alia vita?

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C'e un diffuso pregiudizio che corrode e svuota la fede dei battezzati, ma credenti (ancora?) a modo loro.

Anche ultimamente ho risentito giovani affermare che non frequentano le chiese e non sono eucaristici per "non sminuire se stessi". Maggiorano infatti le loro personality nell'insignificanza o dannosita di altri luoghi opportunamente frequentati!?..

Come dire che Cristo sarebbe un riduttore di giovinezza (uno spe- gnitoio!..), I'indebolimento dell'umanita, I'ideale della vecchiaia...

Resta consequenziale il discorso contrario: le strade alternative al cristianesimo, gli insegnamenti extra o

%\ Ssi^/r* r/r/VAf/r,

LOGOS

Cristo

Virtu degli umili Dolore e Verita

Risposta all'amore che domanda II tuo segno

II principio della vita II senso della morte II tempio dell'Amore II corpo del mistero

Che fa del vero il culto e la Memoria La vera forza d'uomini

Lume di Carita

Olimpia Orioli

anticristiani accrescono, ingigantiscono e ravvivano la vita.

Pensieri deboli o falsi, strade ludico- edonistiche rendono sensata la vita anche oltre il godimento passeggero o il rapido passaggio dei vari pensieri di moda? Pensieri veri solo perche di moda?

Se cosi fosse, perche il mondo, schiavo di questi pensieri dominanti, non va come dovrebbe andare e come tutti lo desidereremmo?

O noi cattolici non siamo testimoni e propositori credibili di quanto diciamo essere di valido giovamento alia societa?

Sac. Michele Celiberti FdD

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Alia sorgente

EPISODI MINOZZIANI

Quando la questua fa vergogna

Siamo a Roma nell'anno 1957. Anchte questa volta il ristorante "da Ottavio" fa da cornice storica all'episodio.

Testimone e narratore ne e don Antonio De Lauretis FdD, all'epoca studente di tecj- logia.

Padre Minozzi si trova dunque con giovani confratelli, con il senatore Ciasci, con il fratello Serafino a pranzo in un'ora in cui il ristorante era particolarmente fre- quentato da persone e personagcii (senatori) vari.

Improvvisa entra una giovane postulante suora di una non meglio definita congregazione ed incomincia la questua tra i commensali, a vantaggio deg orfanelli del suo Istituto.

Padre Minozzi avvampo in viso di vei gogna, di sdegno e di ripulsa sprezzante:

giro la testa in direzione opposta a quella della questuante comprimendo se stesso per non esplodere ed espellerla o comun- que farle un rigoroso richiamo alia dignita sua e della Chiesa e dei poverelli e borbot- tando tra se ripeteva: «E vergognoso, non e concepibile una cosa simile!... Ma chi la manda in giro!?...».

Provo un fortissimo disgusto, una rilut- tanza fisica. Ed incomincio a chiedere ai

chierici ed amici vicini I'identificazione della Congregazione di appartenenza per incon- trare comunque la Madre Generale, minacciando perfino il ricorso alia Congre- gazione dei Religiosi al fine di stroncare per sempre il ripetersi di scene cosi ignobili e mal deponenti per I'intera Chiesa.

Ovvio che tutto questo rese indigesto quel boccone che il povero padre era see- so a prendere al ristorante.

Salvate le buone intenzioni e la buona fede, come non respingere I'idea di espor- re una giovane aspirante a frizzi e sberleffi in ambienti che gia allora erano saturi di veleni contra la fede? Una prova per la vo- cazione della giovane? Un onore per i poveri serviti a mezzo di elemosine in un mondo che reclamava ormai a gran voce giustizia e dignita per le istituzioni cattoli- che assistenziali? II tempo dara ragione ai fatti!

Emmecci

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L'ultimo pranzo di Padre Minozzi

Al capezzale di padre Minozzi, durante la sua ultima malattia, si avvicendavano, in gara di solidarieta, tutta la famiglia di san- gue, composta di parenti e nipoti vari, e tutta la famiglia spirituale comprendente I Discepoli, Le Ancelle, L'Opera, I'Associa- zione Ex-alunni, esponenti vari del Clero e tanti altri amici e conoscenti.

Fu arduo il lavoro di coordi.namento del- le visite da parte del dott. Giuseppe Minozzi, nipote del Padre, che mai abban- dono lo zio all'lsola Tiberina, dove rimase notte e giorno servendolo anche come me- dico. Di quei giorni il dott. Minozzi conserva memorie preziosissime che spe- riamo voglia presto trasmetterci a completamento di quanto testimoniato da don Pierino Salvadori.

II dieci novembre ando a fargli visita an-

che la nipote Lidia, figlia di sua sorella Anna e di Cesare Gianni, che sposera poi il dottor Luigi llari, medico condotto di Campotosto.

E da premettere che padre Minozzi aveva un rapporto bello con i suoi nipoti, con i quali si relazionava in pienezza di paternita senza venir meno al suo ruolo di zio: a loro impartiva ordini, ne progettava il futuro, ne richiamava la condotta e I'impe- gno negli studi; con loro scherzava gioiosamente rubando e frugando magari nelle borsette delle nipoti con commenti ta- lora sapidi sulle cianfrusaglie che vi trovava e simili.

Fu grande la gioia di vedersi vicina Lidia, la cara nipote che aveva curato fino all'ultimo respiro la mamma Maria Antonia, aiutata in questo anche da suor Riparata

P. Minozzi in casa del fratello Serafino nel primo compleanno del pro-nipote Giulio Corteggiani il 26 aprile 1958.

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delle Apostole del S. Cuore, che ogni mat tina raggiungeva Preta per prestare servizi alia vecchia genitrice.

Vedere lo zio e piangere desolatamerjite fu piu forte di lei. Come al solito il padre le fa coraggio dandole della "tonta", e la forta assicurandole che appena uscjto dall'ospedale si sarebbe ritirato in <

sua, come la mamma, dal momento che gli sarebbe stato impossibile riprendere la gui- da dell'Opera e delle due Famig ie Religiose.

Come non bastasse, perche Lidia corjiti nuava nel suo pianto, le chiese poi di preparargli il pranzo per il giorno dopo, ma su piatti e con posate d'argento, come in altre occasioni in casa sua.

Lidia ritrova coraggio e lena. Lo prenti

in parola e il giorno dopo e II con il cibo preparato come sapeva gradito alio zio e con piatti e posate d'argento.

D. Pierino prende il tutto e lo presenta al Padre, il quale sorpreso di non vederse- lo consegnato dalla nipote, chiede: «Chi ha preparato questo pranzo?» «Sua nipote Lidia». Ed egli di rimando: «E perche non me lo presenta Lei?».

Entra Lidia, dispone tutto. Lo zio prova, ma non riesce a gustarne se non I'odore, forse quello che si spandeva nella casa di Preta, quando a cucinare era la mamma, le sorelle o le nipoti.

Un sorriso mesto e rassegnato fu il suo ultimo segno di gratitudine ed affetto alia cara Lidia.

Emmecci

CREDEVQ, CREDEVO...

Ho dato un pane a un povero.

Credevo di essere stato caritatevole.

Invece era giustizia.

Perche io ho tanto pane, e lui ha fame.

Ho guidato un cieco per un tratto di strada.

Mi sentivo buono. Invece era giustizia.

Perche io ci vedo, e lui no.

Ho dato la mano ad una bimba sudicia e stracciata.

Credevo d'essere generoso. Invece era giustizia.

Ho un debito d'amore verso di lei.

Ho regalato un abito usato ad una po- vera anziana.

Credevo d'essere stato altruista. Inve- ce era convenienza.

Gliel'ho dato per disfarmene. Non mi serviva piu.

Ho dato dei soldi a un povero che non voleva andarsene.

Mi sentivo a posto. Finalmente se n'era anda to.

Invece era ingiustizia. Per he aveva bisogno anche d'amore.

Ho gridato ad un giovane di andare a lavorare invece di chiedere I'elemosina.

Credevo di dargli una lezione.

Invece era ingiustizia.

Aveva bisogno di lavoro e di rispetto.

Mi sento un buon cristiano, con la coscienza a posto.

Vado a messa, recito qualche preghiera, non faccio del male a nessuno.

Invece sono egoista e ipocrita.

Perche al Signore, che mi dona ogni istante di vita,

riservo solo le briciole della mia giornata, e ai miei fratelli riservo solo le briciole dell'amore che Egli mi dona...

Anonimo

5

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ALLA SCUOLA DI PADRE M I N O Z Z I

I la nuova rubrica, che gia da alcuni mesi, e stampata nel nostro bollettino a firma del doll. Euigi Galaffu.

l-'.iili si propone di ripresentare, uno al mese, attualizzandoli, tutti i pensieri di padre Mino/.zi espressi nella "BUONA NOTTE"

(COME PARLO AI MIEI FIGLIUOLI).

(Jli accenni fugaci che il Padre presenta in forma di immagini rapide ai giovani, diventa- no meditazione e filtro per la rilettura della vita alia luce delle sollecitazioni minozziane.

Ne deriva un apprezzabile lavoro, che la penna, l'esperienza, la (iigino per il padre Minozzi rendono prezioso ed utilis.simo per chi esistenza un canto di lode a Dio.

Noi ne raccomandiamo vivamente la meditata lettura.

spiritualita e I'amore di vuole fare della propria

La Redazione

ILGIUOCO

«Come non bisogna mai diventare nel giuoco volgari cafoni materialorli sel- vatici, ma conservarsi gentilissimi sempre cosi mai si deve tarsi del giuoco una passione cieca, mai abbandonarsi a un tifo da affebbrati astiosi e violent!».

Evidentemente il Padre aveva assisti- to a una partita di calcio che si svolgeva nel campo fra due squadre fortemente antagoniste.

II calcio in collegio aveva due risvolti precisi: uno era quello dilettantistico, ca- ratterizzato dal fatto che i giocatori delle due squadre erano sorteggiati da due fa- centi funzione di «capitani». Create sul campo e buttate immediatamente nella mischia le squadre non avevano il tempo per portare a ebollizione lo spirito guer-

riero, quindi le awersita animose resta- vano assopite.

Le cose andavano diversamente nel- I'altro risvolto, cioe nei tornei tra squadre prefabbricate come emanazione di

«club» fortemente rappresentativi: mec- canici, falegnami, tipografi o, in altri collegi, liceo, magistrale, avviamento.

I tornei rispecchiavano i campionati nazionali, percio si stilavano per tempo turni, orari, classifiche, elenchi di prerni eventuali. In tutto il periodo di attesa cre- sceva I'ansia deH'incontro scontro e la propria animosita si traduceva in awersione per la squadra contendente. II giorno della partita I'energia accumulata si scaricava come fiume rovinoso in pie- na.

II Padre dovette essere colpito dal fat-

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to che figliuoli suoi gia cosi pacati e dal sorriso angelico, diventassero paurosa mente «cafoni materialoni selvatici come se una natura impensata e subdo- lamente tenuta nascosta, una volta liberata in virtu del tifo, prendesse il soprawento senza freno alcuno, neppjre la presenza del Padre.

E tuttavia le escandescense si «l tavano» a gridi, a qualche parola un forte, a qualche invettiva, alle immanca bili protuberanze cornee dell'arbitro finita la partita ci si poteva attardare cornmenti, in discussioni piu o meno cese, che peraltro andavs smorzandosi piano piano fino all'esti zione. Tanto piu che il pensiero era subito attratto dalla partita successiva

<<Conservarsi gentilissimi sempfe raccomandava il Padre, «mai si deve far- si del giuoco una passione cieca mai abbandonarsi a un tifo da affebbrati astiosi e violenti».

Che avrebbe detto dinanzi ai p<j>co edificanti spettacoli d'oggi? Lo sport <phe

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Signore liberaci dal troppc (Dall'anteporre la cuftura La scienza all'arte,

L 'intelligenza albuon (Dalcurare i matati come 'Dalrendere laguarigione del persistere delta malattia

senso, se

dovrebbe ingentilire e affratellare e stato miseramente calpestato sotto gli irosi colpi di gente assetata di violenza. Sugli spalti si assiste al lancio di oggetti come bombe in battaglia, a serrati corpo a cor- po, a cariche di polizia, a ferimenti.

Addirittura all'assassinio di un giovane con una coltellata al cuore.

Che vergogna per la nostra civilta, gia cosi tronfia per le conquiste che sban- diera!

Ma io ritorno alle quiete parole del Padre:

«C'e un'economia armoniosa in tutto anche nelle gare sportive che va saggia- mente rispettata: non solo non dobbiamo comunque spezzarla, ma incrinarla nep- pure minimamente, mai.

Nel giuoco, come in ogni manifesta- zione delta varia attivita umana, deve sempre tralucere dallo sfavillio festoso delta piu scapigliata gioia, la quieta bel- lezza dello spirito, I'incanto puro delle virtu interiori onde I'anima vive».

Luigi Galaffu

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alia saggezza,

fossero malattia, piiipenosa

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Robert Hutchinson

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MARIA ANTONIA MINOZZI

Ricorrendo I'anniversario della morte della madre di Padre Minozzi il 14 ottobre

1921, vogliamo presentare ai nostri lettori I'annuncio che attraverso le pagine della

"Mater Orphanorum" ne fece il figlio devo- to, a edificazione per tutti.

Nacque il 23 maggio 1853 in Preta.

Compi la sua educazione a Orvieto ove il padre aveva un'alta posizione economica che la cattiveria umana involo in gran parte alia sua morte precoce. Colombe buonissi- me e bellissime, tornate sole a tubare nella vecchia casa, Ella e sua sorella restarono pur eredi di largo patrimonio: piu di animo immutabilmente pio.

Ando sposa giovinetta ed ebbe una fa- miglia numerosa: nove figli, di cui uno scomparso a ventuno anni le trafisse il cuore. Le vicende politiche travolsero la casa sua che doloro assai per la liberta della patria. La bonarieta larga e gentile che i tristi ingannarono fece il resto. Ella vide sparire le ricchezze e crescersi la fa- miglia nelle strettezze.

Fortissima, stette contro il destino, fidando nel Signore sempre. Mai povero busso invano alia sua porta. Le risorse an- che minime si moltiplicavano nelle sue mani d'oro: arrivavano a tutto: contentava- no tutti, lietamente. Era la carita illuminata prudente savia previggente, la carita che non si stanca, non si turba, non s'angustia troppo, non ha fine. La carita che e sorriso, che e luce, che e fiamma.

Conobbe tutti i dolori, soffrendo cristia- namente i suoi e gli altrui.

Scarse ma pure le gioie, tutte avvivate dall'ardente fede.

Quando la famiglia rifioriva intorno e la circondava di tenerezza e di venerazione, Ella, non fatta per le gioie terrene, compiu-

ta la sua missione, benedicendo tutti, a tut- ti rivolgendo supreme parole di speranza di fede, d'amore, tutti i suoi presenti nella lu- cidissima mente, soffrendo sempre serena, s'appresto a risalire al Signore.

Era di Venerdi: si recitava nella sua stanza il Rosario che le era stato diletto.

Ella attese che I'aurora vincesse la notte, salendo a imporporarsi sui monti a lei cari.

E quando apparse rosea per la faticata vit- toria, Ella pure, vittoriosa per sempre del tempo, si compose in pace; raccolse Tali per I'ultimo volo.

Lo Sposo celeste, sole divino, I'attendea nel suo gaudio infinite Ella ando, umile ed alta, amabile e pura, regal- mente.

La viola le circondava gli azzurri occhi profondi chiusi nell'ebbrezza deH'Amore eterno.

Venerdi, 14 Ottobre 1921, ore 6,55.

P. Giovanni Minozzi

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LA MADRE GLORIOSA

Ora, mentre si trovavano in quel luogo compirono per lei i giorni del parto. Diede alia luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fa see e lo depose in una mangiatoia, perche, non e'era posto per loro nell'albergo (Lc 2,6-7).

Con queste parole san Luca ci tramandi la nascita umana di Dio e la liturgia le usa per invitarci ad adorare il Signore nato per noi quale Dio e sceso realmente nell'umanita, nslla nostra storia di uomini, e si e degnato di abilare tra noi, prendendo delizia tra i figli dell'uomo divenendo lui stesso Figlio dell'uomo, pur rirna nendo Figlio di Dio.

Chi Maria depone nel presepio e il Sign|ore del cielo e della terra, vero Dio e vero Uomo

Gesu non e un uomo che in mezzo agli kith uomini sia stato innalzato al rango di Dio ma e Dio, che in Lui, nella Sua came, nella persona di Cristo, entra e fa sorte comune con I'umarjita divenendo uno di noi.

E il tutto avviene nel quieto silenzio che av- volge ogni cosa: mentre la notte giungeva a meta... del suo corso, il Verbo scendeva dal suo trono regale, canta la Liturgia.

Considerando il Salvatore del mondo alda- giato nella mangiatoia, san Fulgenzio esclama:

"E bambino nel presepio, e immenso nel cielo;

e povero nelle fasce, e regale nella gloria!"

La divinita si nasconde nell'umanita di Cri- sto. Per cui la teologia cristiana ci invita a parlare sempre dell'uomo Gesu, in modo lale che nella sua umanita rifulga Dio; e a parlare dell'eterno Figlio di Dio, in maniera che non !>ia- no mai cancellati i tratti dell'uomo Gesu.

Anche se molti, nel corso dei secoli, ingbn- nati dalle apparenze, lo riducono a un maestro di sapienza o a un rivoluzionario sociale; anche se, come scrive Ernesto Renan, i secoli procla- meranno che tra i figli degli uomini non e nato

Pensiero mariano

mai uno piu grande di Gesu, la S.

Scrittura ci dice che, nel- la nascita umana del Figlio di Dio, si manifesta quanto Egli ci abbia amato.

Si, la mi- sericordia di Dio e dal- I'eternita, ma come si pote- va sapere che essa e cosi grande?

Nulla mostra maggiormente la misericordia di Dio per noi che I'aver Egli assunto la nostra stessa miseria. E noi sappiamo da questo ado- rabile mistero quanto Dio si cura dell'uomo, che cosa pensa e sente nei suoi riguardi e quanto I'uomo vale per lui (S1, 8, 5).

Per cui la Chiesa non cessera mai di adora- re sufficientemente la nativita di Gesu, Figlio di Dio e di Maria, venerandone nel contempo la Madre (EA 5), la gloriosa Vergine, che I'arte cristiana da sempre raffigura genuflessa nel- I'adorare il Bambino, in modo da presentare nella liturgia un felice equilibrio culturale, che pud essere assunto quale norma per impedire ogni tendenza a distaccare, come e accaduto talora in alcune forme di pieta popolare, il culto della Vergine dal suo necessario punto di riferi- mento che e Cristo (EA, 4).

E nel far questo, ci fa cosi pregare con S.

Agostino: "O Signore, dammi la grazia di desi- derarti, di cercarti desiderandoti, di trovarti cercandoti, di conoscerti trovandoti, e di amarti conoscendoti.

D. Michele Perhello 9

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Religione, arte, cultvra e vita

Brevi appunti sulla Lettera del Papa alle Donne

Chi pensa che la Chiesa penalizzi la donna, relegandola su un piano di irreversibile inferiority rispetto all'uomo, con I'ultima lettera del papa dovra neces- sariamente ricredersi. Questo papa infatti e gia passato alia storia come il papa della donna per la sua determinazione nel so- stenerne I'irrinunciabile funzione dentro e fuori della chiesa. La lettera ha ulterior- mente chiarito il suo pensiero sulla dignita e sui diritti delle donne, alia luce della Pa- rola di Dio.

Innanzi tutto essa si apre e si chiude con un «grazie» del papa a tutte le donne del mondo nella varieta dei loro ruoli e del- le loro condizioni. II papa ringrazia anche Dio per il dono della femminilita che "arric- chisce la comprensione del mondo e contribuisce alia piena verita dei rapporti umani". Le donne, egli afferma, hanno dato alia storia dell'umanita un contributo incal- colabile, che, se non e possibile quantificare scientificamente, si pud avver- tire «nella linfa vitale che impasta I'essere delle generazioni che si sono avvicendate fino a noi». Questo perche la donna «vede l'uomo...indipendentemente dai vari siste- mi ideologici o politici e cerca di venirgli incontro e di essergli di aiuto». L'essere di aiuto per I'uomo e il fondamento antropolo- gico della dignita della donna, come descritto dalla stessa parola di Dio. Dalla quale traspare che I'uomo e la donna han- no pari valore e responsabilita nella costruzione del progetto di Dio, il quale, potra dirsi pienamente riuscito solo se i due saranno capaci di «sentire il rapporto interpersonale reciproco come dono arric- chente e responsabilizzante». Nel progetto di Dio quindi «la femminilita realizza I'uma- no quanto la mascolinita».

E questo, mi pare, e tutto dire.

Non bisogna poi dimenticare I'atteggia- mento stesso di Cristo che «superando i canoni vigenti nella cultura del suo tempo, ebbe nei confronti delle donne un atteggia- mento di apertura, di rispetto, di accoglienza, di tenerezza». II grazie del papa tuttavia non si vuole fermare alia semplice enunciazione teorica, ma si fa

«appello accorato perche da parte di tutti si

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faccia quanto e necessario per restituire alle donne il pieno rispetto della loro digni- ta e del loro ruolo».

Tale appello si e mostrato particolcir- mente significativo in rapporto al Congresso Onu sulla donna tenutosi a Pe- chino dal 4 al 15 settembre, alia presents di 180 delegazioni dei vari paesi del mon- do. A questa conferenza non hanno partecipato le donne dell'lran e del Sudan, alle quali non e concesso il passaporto se non viaggiano accompagnate da un uomo di famiglia (!..), ne quelle tibetane rifugiate in India per sottrarsi alia sterilizzazione for- zata da parte del governo cinese. Presente invece e stato il Vaticano, che ha insistilo, come nessun altro, sul valore della mater- nita e sulla stigmatizzazione di ogni spec ie di violenza ed intolleranza religiosa. Al di la delle varie e spesso tra loro dissonanti po- sizioni ideologiche che la conferenza ha registrato, il modello che il papa addita ad ogni donna puo ancora risultare «provoca- torio» e far arricciare il naso alle femministe piu sfegatate. La Chiesa infe.tti vede in Maria di Nazareth la massima espressione del genio femminile e trova in lei una fonte di incessante ispirazione. Ma- ria si e posta a servizio di Dio e de gli uomini e per questo servizio di amore ha realizzato nella sua vita I'esperienza di jn misterioso, ma autentico regnare.

Sulla falsariga il Papa si rivolge a tutte le donne (e non solo alle donne) invitanco- le a far consistere la loro grandezza, il loro

"regnare" proprio nel servire che e la voca- zione fondamentale dell'essere umano il quale «non puo ritrovarsi pienamente se non attraverso il dono sincero di se».

In questo orizzonte di servizio va intesa anche la tanto dibattuta questione eel conferimento del sacerdozio alle donne, su cui il papa non transige. Questo non signi- fica infatti confinare la donna su un piano subalterno, perche lo stesso pontefice la considera collaboratrice del sacerdote nol- le opere di apostolato «grazie alia dignita

propria del sacerdozio comune radicato nel Battesimo e nella valorizzazione degli in- numerevoli carismi personali e comunitari che lo Spirito di Dio suscita ad edificazione della comunita cristiana».

Come afferma anche I'arcivescovo di Lecce, Mons. Cosmo Francesco Ruppi

«aHe donne bisogna aprire tutte le porte, da quello dell'insegnamento teologico a quello dell'accesso alle varie responsabilita ecclesiali. La donna puo e deve entrare in curia, nella formazione dei futuri presbiteri, nei tribunali ecclesiastici, nei consigli pa- storali, economici e in tutte le altre forme di partecipazione; puo far parte del sinodo diocesano e dei concili particolari, puo as- sumere una moltitudine di segni, che ne qualificano la dignita e la pongono alia pari in tutto con gli uomini».

Inoltre, afferma I'arcivescovo, «va ricor- dato che la donna per la sua stessa natura e per il suo genio femminile, ha un ruolo nativo che nessuno potra mai sottrarle: ed e quello della educazione e della carita. La donna, anche se non e madre, e natural- mente predisposta a svolgere il grande compito della educazione della formazione 11

(16)

Istituto Magistrate "P. Semeria" - Roma, Padre Minozzi tra le future maestre.

delle future generazioni... Ma c'e anche un altro capitolo, nel quale il genio femminile si esercita assiduamente ed e quello della carita: il cuore della donna e aperto agli altri, piu di quello degli uomini. E' questa

"la dimensione socio-etica" spesso svilup- pata senza clamore a partire dai rapporti quotidiani tra le persone specie dentro la famiglia. Non c'e bisogno — continua I'ar- civescovo — di promuoverla al compito di parroco per restituire la dignita d'ecclesiale alia donna. E sufficiente che la donna si riconosca attiva nella chiesa e tutti (preti compresi) la ritengano vitale e non secon- daria nella vita e nel ministero pastorale. E un discorso che dal Vaticano e rimbalzato a Pechino e da Pechino deve entrare nel cuore e nella coscienza di ogni cristiano e di ogni comunita ecclesiale».

Non ci resta che auspicare con il papa una maggiore presenza delle donne nelle varie branche della Chiesa e della societa.

Essa si rivelera preziosa perche «...co- stringera a riformulare i sistemi a tutto vantaggio dei processi di umanizzazione che delineano la civilta dell'amore». II suo augurio si trasforma cosl in certezza quan- do afferma che «il futuro della Chiesa nel terzo millennio non manchera certo di regi- strar nuove e mirabili manifestazioni del genio femminile».

Mi piace concludere con una frase che p. Semeria scrisse in una lettera alia con- tessa Antonietta Rossi Martini e che si e dimostrata un'autentica profezia: «Una donna conscia della sua forza, intenta ai suoi doveri, puo far tanto bene nella socie- ta, pud contribuire cosl efficacemente alia causa divina del progresso umano». E' questo I'invito a quel "femminismo buono, pratico, operoso" di cui parlava il nostro ve- nerate padre ed e questo anche il mio augurio a tutte le donne.

Anna Maria Delli Veneri

(17)

g/£AC/D£...

("Parola strana?..."

Forse... ma e ilpiu lungo Libro Sapienzale della Bibbia.- Scritto da Gesu figlio di Sirach verso il 200 a.C, in ebraico, di esso sono stati rinvenuti frammenti di antichi manoscritti contenenti i tre quinti del testo ebraico).

E ritenuto un

Manuale del Buon comportamento

— Se cade il ricco, moiti lo aiutano; dice cose insulse? Eppure lo si felicita.

— Se cade il povero, lo si rimprovera; se dice cose assennate, non ci si bada.

— Parla il ricco, tutti tacciono ed esaltano fino alle nuvole il suo disconso

Parla i

aiutano a cadere.

WRM r D(\/rm.

(Principi etlucativi la da scritti LEZIONI LI TAMENTO)

Beati i poveri

no lo sp perche ad Regno dei Riflettejre alle parole lo spirito ressa a Lui ci svincola

I povero e dicono: "Chi e costui?" Se inciampa lo

(Siracide, XIII, 22. 23)

presi qua e di P. Minozzi come BUON COMPOR-

Begti coloro che han- rito di p o v e r t a , essi appartiene il cieli.

bene, figliuoli, precise di Gesu:

poverta che inte- lo spirito che solo dawero, ci libera

13

(18)

dalla piovra soffocatrice del- I'egoismo. Che si puo esser poveri ed aver I'animo talmen- te invidioso dei beni altrui, invidioso dei comodi, de' lussi, de' piaceri, delle ricchezze in- somma degli altri da viverne-angosciati, esasperati fino aH'inverosimile. Addio la pace allora, addio la rasse- gnata quiete, la dolce fiducia nel Signore; addio la gioia se- rena della vita.

E lo spirito di poverta, sola- mente esso che spezza le catene della materia e ci

disancora dalle miserie del mondo, ci libera, ci leva in alto, da ali all'anima, ci spiritualizza via via.

Quando io son vera- mente pieno dello spirito d'umilta, tutto che vedo di bel- lo, di buono non desta in me radio d'invidia, ma nobili senti- menti di riconoscenza e di lode a Dio, proprio quando fe- stosamente godo dell'alba, dell'aurora, del tramonto, del cielo stellato, del sole d'oro, dell'aria pura, dell'aria rinfre- scante: doni larghi del Signore

per tutti i suoi figli, chiunque il possegga, di piu o di meno, neH'attimo che fugge.

E con questo spirito che la nostra personality si forma di- venta salda e vigorosa, s'afferma in dignita, si umanizza, si slarga lieta nel- I'amore de' fratelli, s'innalza e s'india.

Ricordatelo, figliuoli miei, ricordatelo sempre.

(Da "Buona Notte - come par- te ai miei figliuoli" di P. Minozzi - pag. 455).

Vir

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NOZZ€ D'ORO

II 19 Novembre, sullo tombo. del nostro Padre Semeria nella chiesetta- santuario del nostro Istituto di Monterosso, il coro €x IRGGI- BURnfTI RIB6RTO e lo suo gentile signoro GIUURNfl 5PIGLIRNTINI celebreranno le loro nozze d'oro insieme o tonti omici ed €x. Alberto e un ex di Padulo e di Potenzo, che ben ricordo podre Semerio, don Cavallo, don Zanone, don Pierino, don Frogo- lo, don Socchetto. Ringrozio I'Opero di "essere venuto dritto e copoce di riprendere do copo lo vito dopo essere diventoto nessuno".

Tutto I'Opero gode con te e ti ouguro le gioie piu intime e piu cristiono- mente soziotive in un crescendo che ci foccio rincontrare ol prossimo onniversorio, quello delle nozze di diamante.

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Vi parlo di San Canio V.m. di Acerenza e... di qi

Desidero condurVi con me ad Acerenza e parlarVi di San Canio, Vescovo e Marti- re, Patrono di quella cittadina lucana.

Parlando di quel Santo Vescovo, di cu — ora lo posso dire — mi onoro di portaie il nome, Vi parlero di altri Vescovi e di quan- ta sia importante per il cristiano la figura sacra del Vescovo, di quanto sia necessa- rio per ciascuno fare riferimento a questa Autorita e avere da Essa perfetta dipen- denza per la propria vita di fede nella comunita cristiana.

II nome Canio mi fu imposto alia nascita per 'rispetto e ricordo' del nonno e, Vi con- fesso, per oltre cinquanta anni me lo sono portato dietro alquanto malvolentieri, fino a

el che segue

quando un giorno non sono arrivato ad Acerenza, dove la figura di San Canio e diventata per me nota, apprezzata e finanche preferita.

Acerenza e una cittadina graziosa, 'ic- ca di storia e di antichita, che la facevemo famosa gia al tempo di Orazio e dell'antica Roma. Domina quella parte della provincia di Potenza che estende i campi di grano duro fin oltre I'orizzonte e li immerge poi nel lontano Tavoliere delle Puglie.

Arroccata, pulita, adorna si stringe lat- torno alia sua Cattedrale di puro stile Romanico, la Chiesa Metropolita di Lucania, oggi meravigliosamente ristrutftu- rata, che proprio lo scorso 25 Giugno ha chiuso i festeggiamenti del nono centeria- rio dalla sua costruzione.

In essa si conservano le spoglie del Ve- scovo e Martire San Canio. Per i piu questo testimone della Fede e un oscuro e non precisato santo del terzo secolo: upo dei tanti che le continue persecuzioni delgli imperatori romani credevano di mettere a tacere per sempre. Per gli Acherontini 3d

SAN CANIO MARTIRE

Patrono delta Cltta e della Archidiocesi di Acerenza (PZ)

ora anche per me, San Canio e un gran santo, che, invece di tacere e di perdersi nel tempo, da oltre sedici secoli testimonia e glorifica a gran voce la vittoria di Cristo Crocifisso.

Vescovo dell'Africa Settentrionale, per- seguitato e costretto all'espratrio, a causa della sua fede cristiana, approdo nell'ltalia Meridionale e fin) zelante missionario e Pa- store in queste terre lucane. II martirio lo associo definitivamente a Cristo e di Cristo rimane immagine e testimone perenne, ol- tre che zelante Pastore e Vescovo santo.

Ho approfondito la conoscenza del mio San Canio proprio il 25 Giugno scorso, quando mi sono recato con il mio Vescovo di San Miniato, Mons. Edouardo Ricci, ad 15

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Cattedrale di Acerenza (PZ).

Acerenza, in occasione appunto dei festeggiamenti del IX Centenario della Cat- tedrale Acherontina e a chiusura del celebrato Congresso Eucaristico.

Mi trovai in un vero mare di gente, che mi dette prova di credere e pregare Gesu Eucarestia. A fianco del Mio Vescovo, mi trovai fra decine e decine di altri Vescovi, provenienti da tutta Italia, cola invitati dal- I'Arcivescovo di Acerenza, S.E. Mons.

Michele Scandiffo, per rendere piu solen- ne la celebrazione.

Fui veramente fortunato e felice di co- noscere da vicino quella meravigliosa figura di Vescovo che e il Cardinale S. Em.

Ersilio Tonini, che tutti conosciamo attra- verso la televisione, che nell'occasione presiedeva le celebrazioni. Egli impersono magnificamente il suo compito di Vescovo e guida, in rappresentanza di tutta la Chie- sa Universale. Parlo di Cristo che si nasconde e si manifesta sotto le specie del

pane e del vino. Si rivolse a tutti, con effi- cacia ed incisivita, ma soprattutto ai giovani, invitandoli a vivere ed amare Gesu Ostia, nutrimento di eterna giovinezza.

Quel mare di gente partecipe e compre- sa, la solenne presenza e guida del Cardinale e di tanti Vescovi e poi I'immagi- ne ancor piu solenne di San Canio Vescovo e Martire, Pastore e Guida invisi- ble, che ormai primeggiava nel mio cuore, mi fecero vivere la Chiesa nella sua com- pletezza.

Dopo quel giorno considerai a lungo e sempre meglio compresi I'importanza e la grandezza del Vescovo responsabile e garante della Chiesa locale e, in solido, della Chiesa Universale, mentre porta in se la completezza del Sacerdozio di Cristo.

Amai San Canio Vescovo, Martire, te- stimone e immagine di Cristo, nonche...

mio amato Santo Protettore.

Gian Canio Elefante

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S. Teresa d i Gesu Bambino

Dopo che Testate ci ha donato tutjto il rigoglio dei suoi fiori e dei suoi frutti c<f>me per allargare le braccia della sua generosi- ta, e dopo che le luci, i suoni e i colori della stagione estiva hanno intrecciato una su- prema e ineguagliabile sinfonia, ecco I'atteso autunno con i suoi colori tenji e morbidi come di pastello.

In questa atmosfera di calma e di ritro- vata serenita si puo cogliere meglio tuto lo spessore spirituale di una grande santa, che risponde al nome soavissimo di Tere- sa di Gesu Bambino e del Volto Santo (nata ad Alencon in Francia nel 1873 e chiamata alia patria celeste nel 1897). Te- resa Martin ha dato alia sua breve

esistenza I'impronta ineguagliabile del sor- riso, espressione di quella gioia ultraterrena che, secondo le sue parole,

"non sta negli oggetti che ci circondano, ma risiede nel piu profondo dell'anima".

Quale vita conducesse la giovane suora nel monastero carmelitano di Lisieux si puo leggere in un libra rivelatore, scritto dalla Santa per ubbidienza, intitolato "Sto- ria di un'anima". E la storia edificante e impressionante di una giovane che giunge alia piu radiante santita per mezzo di pic- colissimi sacrifici: piccolissimi e, nello stesso tempo, grandissimi, appunto per la loro modestia e la loro urmilta.

Teresa ha dato alia sua vita di ascesi I'inconfondibile stile e titolo di "infanzia spi- rituale", non per una innata tendenza di mettere tutto al diminutivo, ma per una scelta ben precisa, conforme all'invito evangelico di "farsi piccoli" come i bambini.

I nove anni trascorsi da lei nel Carmelo sono vissuti cosl intensamente da offrire al mondo cattolico la sorprendente immagine di una Santa apparentemente estranea al mondo in cui vive e tuttavia cosi immersa nella realta della vita ecclesiale da essere dichiarata, nel 1927, patrona principale delle missioni accanto all'infaticabile S.

Francesco Saverio.

E da essere invocata, dal 1944, come patrona secondaria della Francia accanto alia battagliera S. Giovanna d'Arco.

La giovane Santa, che aveva mantenu- to la promessa di far cadere dal cielo una pioggia di rose, continua ad essere viva nella Chiesa, che forse nel 1997 la procla- imed dottore del popolo di Dio.

D. Fernando Di Stasio

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Dalle case nostre

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Da Potenza - Istituto Principe di Piemonte

TRE NUOVI DISCEPOLI

E ancora di moda, alia fine del secondo millennio e all'aurora del terzo, che alcuni tra i nostri figli, fratelli o sorelle, scelgano di seguire Cristo in modo esclusivo, abban- donando tutto, persino gli affetti piu cari, per avventurarsi in quella esperienza di vita povera, casta e obbediente che il Fi- glio di Dio scelse per se e propose ai Dodici e quanti lungo i secoli avrebbero deciso la sua sequela?

E ancora attuale il carisma di Padre Minozzi, consacrato al servizio dei poveri piu poveri, nelle terre piu abbandonate che egli ha lasciato in eredita ai suoi Discepoli affinche fossero ripresentazione storica del ministero di Gesu quando benedice i fan- ciulli e fa del bene a tutti?

Pare proprio di si, se a confermarlo non sono vaghi teoremi ma testimonianze au- tentiche e viventi.

Angelo, Filippo e Raimondo net giorno delta loro Professione Religiosa.

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ed

^tato pre-

ab- esti

tutti 10-

di

/ tre nuovi professi con il Padre Generate ed un gruppo di Discepoli Concelebranti.

sa e confusa nel relativo e nel materiali- smo pratico.

Viva emozione abbiamo provato tutti quando, inginocchiati davanti all'altare e al Padre Superiore, li abbiamo uditi pronun- ciare, con voce decisa e tremula ad un tempo, la formula: "Nel nome santo di Dio... confidando, pur come indegnissimo peccatore, nella misericordia infinita del Padre celeste... fo voto di castita, poverta e obbedienza... secondo le Costituzioni e i Regolamenti della Famiglia (dei Discepo- li)... con tutto I'entusiasmo dell'animo mio, sempre. Cos) Dio m'aiuti!"

A sostenerli con la preghiera affettuosa in questo passo decisivo erano presenti ben diciotto Discepoli, una nutrita schiera di Religiose di varie comunita lucane del- I'Opera, Ex-Alunni con a capo il Presidente Michele Leone, parenti ed Amici e la Co- munita di Gesu Maestro che per la prima volta assisteva al rito della consacrazione.

La Professione religiosa e stata prece- II 24 settembre per la Chiesa di Die

in essa della Famiglia minozziana, e un giorno segnato da una particolare senza di Dio.

Angelo, Filippo e Raymond, che gia biamo imparato a conoscere in qi mesi, anche attraverso il nostra Bollettino come Novizi, hanno fatto la loro Profe$s ne religiosa, giurando davanti a eleggere Gesu Cristo come Signore stro e Modello della loro esiste impegnandosi ad imitarlo nel geneifoso servizio dei fratelli piu emarginati e disagia- ti, entrando a far parte della Famiglia Discepoli.

I tre voti di castita poverta e obbedienza costituiscono I'espressione visibile di sta consacrazione dell'essere e dell'ay a Dio senza per questo distaccarsi comunita dei fratelli ma collocandoviii quella superiore dimensione che li rivela segni profetici della presenza di Dio e suo Regno in mezzo ad un'umanita im

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19

(24)

duta da otto giorni austerissimi di Esercizi Spiri- tual! animati dalle parole soavi ed illuminate di Don Felice Lammardo, diocesano di Sapri a cui va tutta la nostra stima e riconoscenza. Con lui abbiamo constatato, Vangelo alia mano, che Cristo passa oggi come ieri, domani come oggi, e invita alcuni a "lasciare le reti" per farli

"pescator di uomini", proponendo un itinerario di vita come la sua totalmente affidata a Dio e ai fratelli per I'edificazione del Regno.

Caro Lettore, se bussasse alia porta della tua casa per chiamare uno dei tuoi figli glielo negherai?

Giovane, e se come Pietro, Matteo...

Angelo, Filippo e Raymond Dio posasse lo sguardo su di te come non gli risponderai con loro: "Eccomi!"...

Che "la messe e molta ma gli operai sono pochi"

Don Cesare

Da Policoro

DIO Tl AMA ADESSO

Domenica 3 settembre ore 11:30 si aprono i sipari del terzo corso di Evangelizzazione a Policoro presso il Centro Giovanile padre Minozzi.

Si e trattato di una esperienza mirata a formare gli evangelizzatori con il metodo Kerigmatico — cioe del primo annuncio — proposto dal Rinnovamento nello Spirito.

I partecipanti erano circa 30, numerosi i giovani, tutti spinti dal desiderio di andare e proclamare cio che Dio ha fatto in loro.

Sono stati formati con insegnamenti tratti

dalla Storia della nostra Salvezza: I'Amore misericordioso di Dio, il perdono dei pecca- ti conseguito attraverso I'offerta cruenta di Gesu sulla Croce e la vita nuova che Egli e venuto a portare con il dono di una Comu- nita che e luogo di perdono e di testa.

Tutto questo alternato a momenti di gioio- sa preghiera.

I giorni, velocemente, si sono succeduti e il mercoledi sera in occasione di un con- certo di Evangelizzazione di musica cristiana, alia presenza di Mons. Rocco

Policoro - Centro Giovanile "P. Minozzi".

Partecipanti al corso di evangelizzazione con Don Innocenzo Ragone.

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Ufficialmente e solennemente proclamata tomba in Grassano (Ml) da devoti vari.

Serva di Dio", Maria Marchetta viene invocata presso la sua

Tu rsi- ini ritmo Padre Talucci - Vescovo della Diocesi Lagonegro — e di centinaia di citt^d provenienti dai paesini limitrofi, i corsisti, hanno avuto I'occasione di danzare e ballare al di buona e sana musica in P.zza Minozzi. Occasione questa che ha voluto sbtto- lineare come essere impegnati nella Criesa non significa non avere la possibility di un $ano divertimento: al contrario!

Ma questo e stato solo I'inizio, percfi venerdi pomeriggio le strade principali la citta hanno visto annunciare la Bilona Novella a quanti venivano incontrat loro. Armati della sola Parola di Dio, i stri eroi", si sono messi in camminc hanno raccontato a quanti li ascoltavaro loro esperienza personale dell' salvitico di Dio. Erano divisi in coppie, prio come quando Gesu mandava i suo|

annunciare il Regno del Padre (cfr. Mc 15-ss). Si e portato nelle strade il messag gio di Dio che e stanco di aspettare i figli in Chiesa in una sterile attesa. E Lui stesso nelle piazze e nelle strade a

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portare questo messaggio, donando la for- za, I'entusiasmo e la certezza che Egli era veramente negli evangelizzatori. Molti volti sono stati incontrati e alcuni cuori si sono aperti per accogliere la Parola di Vita semi- nata con I'annuncio "Dio ti ama adesso".

Alle ore 19,00 con la Santa Messa si e concluso il corso, con I'invito agli evangelizzati, incontrati nel pomeriggio, di condividere insieme un momento di pre- ghiera.

Durante la Celebrazione Eucaristica e stato riservato un momento per le testimo- nianze, le quali hanno sottolineato I'urgenza che c'e di andare a raccontare la propria esperienza di fede, certi delle paro- le del Santo Padre che "ad evangelizzare s'impara evangelizzando" (Redemptoris Missio). Tutti i partecipanti al termine del corso hanno riconosciuto che I'esperienza di evangelizzazione non e affatto terminata con il corso stesso, ma e iniziata II. Essi si sono impegnati a dare una seria disponibi- lita per la propagazione del Regno di Dio

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(26)

sulla terra, non solo con la testimonianza di vita, ma cercando I'occasione per seminare la Parola di Vita.

E stato riconosciuto che non si e fatto nulla di nuovo o di particolare con I'iniziativa dei corsi di evangelizzazione, ma si cerca solo di conti- nuare I'opera di Gesu, il quale chiamava quelli che voleva, Ii formava e poi Ii mandava ad an- nunziare la Buona novella.

La collina dei Camaldoli, a Napoli, ri- chiama subito alia mente un vasto panorama che raggiunge le magiche isole del golfo e che di qui si ammira come da una grandiosa terrazza, una trasparente chiarita di cielo che qui si tocca quasi con mano.

Sara per questo che nel 1500 fu innal- zato il grande monastero dei monaci di S.

Romualdo abate, che ancora svetta in que-

ll 9 settembre il sipario si e chiuso con la partenza dei nostri amici per le loro case, raffor- zati dalla Parola di Dio "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni battezzandole nel nome del Padre del Figlio e delta Spirito Santo"

(Mt 28,19) e incoraggiati dall'entusiasmante esperienza vissuta.

Carmela Romano

sto bel cielo come un indice gigantesco tut- ti invitante alia contemplazione e alia preghiera. Sara ancora per questo che ne- gli anni cinquanta Padre Giovanni Minozzi, apostolo del Mezzogiorno d'ltalia, si fermo anch'egli su questa collina partenopea, dove la carita piu ardente verso il prossimo bisognoso gli fece innalzare il grande com- plesso dell'lstituto "R. Darmon". E un imponente edificio ricco di spazi e di luce, sempre aperto al sole e al profumo della natura. Questo oggi si articola in molteplici, benemerite attivita, tra cui il Pensionato universitario.

L'lstituto Darmon, nel giugno scorso, ha accolto i giovani della vicina parrocchia

"Regina paradisi», che hanno organizzato la seconda maratona in ricordo di D. Fran- cesco D'Angelo. II compianto sacerdote della Famiglia dei Discepoli tanto si prodi- go per il bene spirituale di questi parrocchiani, coadiuvando il parroco Mons.

Antonio Assante nel diuturno ministero pa- storale.

L'iniziativa, come gia lo scorso anno, ha riscosso notevole partecipazione di con- correnti e di pubblico; tutto era iniziato in mattinata con la concelebrazione eucaristica presieduta da D. Antonio Giura giunto appositamente da Roma, officiata all'aperto sotto un cielo tersissimo che gia faceva presagire i primi caldi dell'estate, presenti anche diversi familiari di don Fran- cesco venuti dalla nativa Sparanise.

D. Francesco D'Angelo, Cappellano militare.

Da Napoli

ECHI DELL'ISTITUTO DARMON

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La premiazione e stata effettuata Mons. Assante, da D. Vittorio Sommella, parroco dell'lmmacolata ai Camaldoli, direttore dell'lstituto D. Antonio Carozza

da dal

Di

re da D. Antonio Giura e da D. Fernando Stasio. Nei mesi scorsi il Darmon ha ospitato un frequentato corso di lezioni per paramedici tenute per la maggior parte da docenti universitari, conclusosi con le pro- ve di esami sostenute con piena soddisfazione dei partecipanti cosi pure sono stati graditi ospiti i giovani concorrenti al premio internazionale di Chimica, con- clusosi poi a Pechino.

Questi ultimi ormai da anni hanno scel- to I'lstituto Darmon per affinare il proprio sapere, in vista sempre delle impegnative prove finali. A luglio dobbiamo annotaro il raggiungimento del traguardo da parte di alcuni nostri studenti di Medicina, poiche hanno brillantemente conseguito la laurea i salernitani Mattia Garbone, Fiorentino Mondillo e Francesco Oho. Sono in dirittu- ra d'arrivo il potentino Andrea Morlinot il

salemitano Mario Cappuccio e Carmine Curcio da Agropoli.

I neo dottori fra poco si rimboccheran- no le maniche per i corsi di specializzazione: a loro il comune augurio di grandi affermazioni nella vita professio- nale, agli altri studenti il fervido voto di poter toccare quanta prima il desiderata traguardo.

Nell'estate il Darmon — giustamente

— ha conosciuto una pausa di silenzio, ma ora gli studenti vecchi e nuovi sono gia tor- nati per riprendere libri, orari e abitudini per qualche mese abbandonati. Non manchera il settimanale incontro di cultura religiosa, dove saranno messi a fuoco i temi che maggiormente stanno a cuore ai giovani di oggi.

L'incontro biblico per il gruppo "Pellegri- ni del Vangelo", che ha luogo il venerdi sera, vede una buona partecipazione che, con il comune impegno, potra essere piu rappresentativa in questo anno sociale.

D. Fernando Di Stasio

Da Catanzato Lido

UNA VITA COMflLETAJV

"Vi ho costituiti perche andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga" (Gv 15,16).

Sr. Rosaria Morrone ha incarnato il messaggio evangelico di Gesu e I'ha te$ti- moniato con la vita e le opere. Dotata di una personality interiormente ricca, rispet- tosa degli altri, silenziosa nell'operaie, forte nel superamento di se stessa, ha vis- suto in pienezza il carisma di amore della sua consacrazione religiosa.

Ella ha concluso la sua laboriosa esi- stenza in punta di piedi, nel breve giro di due giorni, colpita da una grave emorragia cerebrale, nell'lstituto "M. Immacolata" in Catanzaro Lido, Istituto che dipende dal-

I'Opera Nazionale per il Mezzogiorifio Suor Rosaria Morrone.

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d'ltalia e di tale Istituto Sr. Rosaria ha cura- to sin dal 1961, con saggezza e precisione, l'amministrazione del personale dipendente e si e occupata dell'assistenza dei minori in difficolta.

La sua figura, pero, si staglia e rimane indelebile per la poliedrica attivita apostoli- ca da lei esercitata, durante la quale ha parlato il linguaggio della trasparenza co- municando una presenza radicalmente viva in lei e che le permetteva di avvicinare a Dio le anime piu lontane.

La sua vita e stata un dono di Dio alia Chiesa locale di CZ Lido ove, a tempo pie- no, si e dedicata alia pastorale catechistica dai piccoli agli adulti, alia cura spirituale degli anziani e degli ammalati, all'esercizio del Ministero Straordinario, all'attivita mis- sionaria, all'aiuto delle famiglie bisognose, all'evangelizzazione e alia lotta all'analfa- betismo dei fanciulli e dei giovani, figli di nomadi. Bisogni e necessita hanno trovato sempre calda accoglienza nel cuore ricco di carita di Sr. Rosaria. Nessuno ostacolo fermava il suo slancio, il suo entusiasmo, perche fortificata dalla fede e sorretta dalla speranza.

Una giovane del gruppo missionario cosl mette in risalto la dolcezza rassicuran- te di Sr. Rosaria: " La sua presenza nel gruppo era pacificante, distendeva gli ani- mi, si andava via da lei rasserenati" e a chi le mostrava perplessita circa I'efficacia del- le opere di bene che si andavano compiendo, rispondeva: "Bisogna semina- re, seminare, seminare: lasciamo agli altri i frutti.

E cosi, con semplicita, insegnava a vi- vere di gratuita. Possedeva I'arte del coinvolgimento: tanti laici impegnati hanno

collaborato ed hanno abbracciato, con lei, le varie forme di poverta. E vissuta da de- gna figlia di Madre Antonia tra la gente e per la gente dando un significativo esem- pio di prodigalita. Queste brevi linee non sono sufficienti a metterne in luce tutto il valore, esso rimane scritto nel libro della Vita.

Una testimonianza del bene compiuto e il pianto di cuore presso la sua bara, di tanti beneficati e di quanti I'hanno cono- sciuta ed amata.

I funerali sono stati un trionfo, il trionfo che spetta a chi vive nascosto in Dio e, come per incanto, improvvisamente questa santita nascosta si manifesta.

La cerimonia religiosa e stata presiedu- ta da Sua Eccellenza Mons. Antonio Cantisani ed hanno concelebrato alcuni sacerdoti e, tra questi, due dei tre nipoti sacerdoti di Sr. Rosaria.

NelPomelia I'Arcivescovo ha sottolinea- to: Una consacrata non vale per quello che fa, ma per quello che e. E Sr. Rosaria ha potuto realizzare tanto perche ha piena- mente corrisposto al dono della chiamata divina: "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi,... perche andiate e portiate frut- to". Le sue spoglie riposano per desiderio dei familiari nel cimitero di Isola Capo Rizzuto deposte dopo una seconda solen- ne cerimonia religiosa presieduta dal nipote Don Giuseppe Morrone, nella Par- rocchia delNmmacolata di Isola C.R.

La comunita religiosa ha sofferto molto per la dipartita di questa sorella molto amata e fraternamente stimata, ma e con- solata perche ha acquistato una grande protettrice in Cielo.

Sr. Grazia A. Rusa

lo t e n t o , c o m e bisogna fare a questo mondo, dove die*

ci cose si tentano e una ne riesce, quando riesce.

Padre Giovanni Semeria

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Da Gioia del Colle

[/ultimo saluto a lOon Ruggiero Cavaliere

Dopo don Giovannoni, anch'egli, quasi in punta di piedi, ci ha lasciati. Alia Jiera delta sua esistenza "sazio di giomi e di annL.e passato all'altra riva", a quella del- I'etemita, per continuare cosl una vita che con la nascita era gia diventata eterna.

La morte e un momento della vita, un passaggio di liberazione da pesi e zavorra opaca, che impedisce la possibility di gadi- mento di gioie non sensibili, ma pur9 e spirituali.

Nato a Barletta il 6-4-1909, entrava :ra i Discepoli il 1932, professava l'11-11-1934 e diventava sacerdote il 31-12-1939.

Potenza, Palermo, Monterosso al Mare, Amatrice, Padula, Ofena, sempre nel sante ruolo di direttore e/o econom insieme Consigliere Generale della F glia nel sessennio 1960-66: sono quest^

tappe del suo consumo per il Regno di nella persona dei poveri raccolti nelle C^se dell'Opera di Padre Minozzi. In esse ha trovato I'humus per la realizzazione di se come ministro deH'Altissimo a servizio de- gli ultimi, degli abbandonati diventati suoi padroni e suo Cristo.

Egli ha incarnato la parole evangelbhe del «Servo buono e fedele» (Mt. 25,21) Servo buono perche incapace di pensare e concepire il male in se e negli altri; buono perche proteso e disponibile ad operaie il bene "sempre... dovunque... comunque"

con la sincerita e la semplicita dei "ssrvi inutili" del Vangelo.

Al bene dava forma di cosa ordinaria, che tocca fare per dovere di vita, per esigenza esi- stenziale, naturale come il respirare, non come degnazione o eccezione.

Aveva I'arte di rendere semplice per

Da destra: Don Ruggiero Cavaliere, Don Antonio Gravina, S. Em. Cardinale Poletti e Don Francesco Bracciani.

questo ogni grandezza, che liberava da qualsiasi tentazione di "applausi". Di qui la costante della sua vita: la serenita. Don Ca- valiere era un uomo profondamente sereno.

Un gigante buono, semplice e sereno, pron- to e capace di sdrammatizzare tutto, il tutto riportando nel solco deH'umano, dell'appar- tenente a questa terra, e per questo risolvibile.

La sua indignazione per sopraggiunti eventi scomodi, talora per improntitudine o dabbenaggine altrui, che comunque scusa- va senza mortificazioni inutili e dannose, non andava oltre I'esclamazione «oh santa pace!», che era il suo massimo sfogo, la sua reazione piu violenta.

Pronto d'altra parte a rallegrarsi per ogni manifestazione o speranza di bene. II suo «Benissimo!» e diventato nota conno- tante il suo ottimismo di vita, il suo fiduciale abbandono in Dio, la gioia per ogni nuova luce che appariva all'orizzonte.

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FOTO D'EPOCA (Anno 1954) - D. Franco Panetta, a destra: Mariani, Schiavone e Angeloni; a sinistra:

Lepanto, Labollita, Spezzaneve, Di Gravio, Orlando e Di Chiara.

La sua fedelta e stata anch'essa ridotta a semplicita, che nulla toglie alia grandez- za di questa virtu; un ideale, una scelta, una via e tanta buona volonta: ecco la fe- delta alia consacrazione. Nessun altra complicazione, nessuna distrazione, nes- suna deviazione, nessun ripensamento:

stare e morire nella parola data. I suoi voti erano ideale, strada ed impegno per con- quistare Cristo: in essi e vissuto ed in essi e morto, sereno e semplice, cosciente di aver ben guadagnato la vita avendola tutta persa e consumata, senza sconti e rispar- mi, per il suo Signore.

Per questo le nuove generazioni guar- dano a lui, come ad un faro luminoso irraggiante serieta gioiosa nel cammino che crea solchi non distorti da tentazioni retrospettive.

Tanti i confratelli a concelebrare a Gioia per I'estremo saluto, pensose e commo-

venti le parole, piu testimoniate che dette, di don Francesco Bracciani. Un ringrazia- mento all'arcivescovo di Trani Mons.Carmelo Cassati, che ha voluto solennizzare con la sua presenza la concelebrazione esequiale a Barletta, dove don Ruggiero ritornava come uomo privo di tutto, privo di vita perche tutta I'aveva donata per la causa del Vangelo.

E vero che la sua scomparsa crea un nuovi vuoti nella Famiglia dei Discepoli, ma son certo che sara colmato da nuove voca- zioni: la sua intercessione produrra senz'altro questi attesi risultati.

Ringraziamo il Signore per quanto don Ruggiero ha operato e soprattutto per quello che e stato, mentre lo contempliamo nell'atto in cui viene invitato dal suo Dio con le consolanti parole :«Vieni servo buo- no e fedele, entra nella gioia del tuo Signore».

D. Michele Celiberti FdD

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