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L UTILIZZO DI ENZIMI E PROBIOTICI NEL TRATTAMENTO DELL ASTENIA POST-COVID, testi a cura di Davide Allegri ed Ettore Pelosi.

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Academic year: 2022

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L’UTILIZZO DI ENZIMI E PROBIOTICI NEL TRATTAMENTO DELL’ASTENIA POST-COVID, testi a cura di Davide Allegri ed Ettore Pelosi.

Secondo una ricerca condotta dall’ONS (Office for National Statistics) in Inghilterra su pazienti nel periodo post-Covid, un soggetto su cinque manifesta uno o più sintomi psico-fisici correlati all’infezione dopo cinque settimane, mentro uno su dieci dopo dodici settimane.

Non è stato determinato ancora quanto a lungo possano persistere questi sintomi ma è noto come alcune infezioni virali portino a sindrome da stanchezza cronica o encefalomielite mialgica, che ha numerose analogie con quella post-Covid.

Il periodo successivo all’infezione da SARS-coV 2 si associa ad infiammazione cronica sistemica e aumento

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Effetti e benefici della terapia enzimatica sistemica sui sintomi post-Covid

L’interesse del mondo medico verso la terapia enzimatica è in continua crescita grazie alle più recenti evidenze scientifiche, sia sul trattamento nel suo insieme, sia sui singoli elementi che la compongo.

La terapia enzimatica è composta da enzimi proteolitici e flavonoidi. Tra gli enzimi proteolitici troviamo la bromelina e la papaina, in grado di modulare la risposta infiammatoria, migliorare la risposta immunitaria ed esercitare un’azione antiaggregante piastrinica. La tripsina e la chimotripsina, anch’essi enzimi

proteolitici, intervengono invece nella riparazione tissutale, riducono i livelli di sostanze ossidanti e migliorano la microcircolazione.

Tra i flavonoidi troviamo la Rutina e Quercetina, due componenti con una forte azione antiossidante, antinfiammatoria e antivirale.

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La terapia enzimatica influenza in modo trasversale il processo infiammatorio acuto e cronico. La ricerca scientifica ha evidenziato che l’effetto sinergico dei suoi componenti favorisce la scomposizione delle proteine plasmatiche che invadono lo spazio interstiziale con inibizione della migrazione e dell’adesione leucocitaria; modulazione dell’attività dei macrofagi ed un più rapido ritorno all’equilibrio tra le produzioni delle citochine. Si verificano inoltre: inibizione dell’aggregazione piastrinica e della Bradichinina, aumento della disponibilità di Plasmina per la fibrinolisi e riduzione della produzione delle specie reattive all’ossigeno (ROS) con conseguente limitazione dello stress ossidativo.

Entrando nello specifico, uno studio in vitro sulla Bromelina del 2021 ha riportato alcuni effetti

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Da un altro studio pubblicato sempre nel 2021 è emerso che, per tenere sotto controllo il Covid-19, la Quercetina inibisce l’inflammosoma NLRP3 e i regolatori che lo influenzano. Inoltre, riduce la produzione delle citochine pro-infiammatorie e ne regola l’equilibrio.

I ricercatori hanno, quindi, ipotizzato che la quercetina potrebbe rappresentare un potenziale trattamento per le forme severe di infiammazione causate dal COVID-19.

Sono attualmente in corso altri trial clinici per valutare l’efficacia della Quercetina come antivirale per le forme più gravi di sindrome respiratoria da Covid-19.

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