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g io v e d ì - venerdì FEBBRAIO 1975

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(1)

Resoconti Parlam entari 485 — Assem blea Regionale Siciliana

V II Legislatura C C C X X III SEDU TA 27-28 Febbraio 1975

C C C X X I I I S E D U T A

(Pomeridiana - Notturna)

g io v e d ì - venerdì 27-28 FEBBRAIO 1975

Presidenza del Vice Presidente MANGIONE

I N D I C E

Disegni dì legge:

« P roroga della gestione delle miniere di zolfo per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 1975 e provvedim enti per i lavoratori della miniera Realm ente» (613/A) (Discussione):

PRESIDENTE . 486, 489, 491, 511, 520. 526, 529, SALADINO, Assessore all’industria e commercio

520, 521, 525, 527, LO GIUDICE, relatore

RUSSO MICHELANGELO

MANCUSO ^ .

PELLEGRINO

SARDO . . . . .

m a r i n o GIOVANNI MANISCALCO B A S IL E *

CAPRIA . . . .

TRINCANATO * DE PASQUALE .

g r a m m a t i c o... 523, BONFIGLIO, P residente della Regione

DALIA, Presidente della Commissione

« Norma interpretativa della legge regionale 22 luglio 1972, numero 46, riguardante Teroga- zione di un contributo straordinario in favore della Cassa mutua di previdenza per gli agenti della ferrovia circumetnea di Catania » (596/A)

(Discussione) :

P R E S I D E N T E ... ... .

« Provvedimenti in favore degli utenti delle acque dei canali dell’antico demanio » (503/A)

(Discussione) :

Pr e s i d e n t e...

« Modifiche aR’articolo 6 della legge regionale 1° febbraio 1963, numero 11, riguardante il

Pag.

530, 531, 532 486, 507 530. 531, 532 489 492, 515

511, 530 517, 523 519 521, 527, 530 526, 528, 529 529 532

486

conglobamento delle retribuzioni del personale dell’Amministrazione regionale » (131/A ) (Di­

scussione) :

p r e s i d e n t e...

MATTARELLA, Assessore alla Presidenza, dele­

gato al b i l a n c i o ...

M E S S I N A ...

Interpellanza:

(Annunzio)

488 488

485

La seduta è aperta alle ore 17,55.

CARERI, segretario ff., dà lettura del pro­

cesso verbale della seduta precedente, che, non sorgendo osservazioni, si intende appro­

vato.

Annunzio di interpellanza.

PRESIDENTE. Invito il deputato segreta­

rio a dare lettura della interpellanza perve­

nuta alla Presidenza.

CARERI, segretario ff.:

« Al Presidente della Regione e all’Asses­

sore alla sanità per conoscere quali urgenti misure si intendono adottare per la ripresa dei lavori relativi alla sistemazione della Di­

visione e del Reparto di ostetricia e gineco­

logia dell’Ospedale Muscatello di Augusta che svolge l’assistenza alle degenti nel più penoso abbandono, sia perchè le strutture

Resoconti, 1. 66 (500)

(2)

Resoconti Parlam entari 486 A ssem blea Regionale Sicilian a

V II Legislatura C C C X X III SED U TA 27-28 Febbraio 1975

edilizie non sono state ancora completate, sia perché le attrezzature sono carenti o man­

canti.

Per conoscere quali oscuri disegni si na­

scondano dietro le enormi differenze createsi aU’interno dello stesso Ospedale Muscatello, caratterizzate dalla ricchezza di attrezzature tecniche e sanitarie esistenti in quasi tutti i reparti e dal più completo abbandono, per la carenza di materiale tecnico-sanitario, di certi altri reparti, quali quello di ostetricia e ginecologia.

Per conoscere quali misure intendono adot­

tare per assicurare l’utilizzazione di impianti, attrezzature e infrastrutture scientifiche che, dopo ingenti spese sostenute dairAmmini- strazione, vengono tenuti inutilizzati in ma­

gazzini dell’Ospedale nel più deludente di­

suso.

Per conoscere, infine, quali misure inten­

dono adottare per iniziare i lavori di siste­

mazione e ristrutturazione della restante ala non completata del nosocomio » (378).

Lo Cu r z i o.

PRESIDENTE. Avverto che, trascorsi tre giorni daU’odieriio annunzio senza che il Go­

verno abbia dichiarato che respinge l ’inter­

pellanza o abbia fatto conoscere il giorno in cui intende trattarla, l ’interpellanza stessa sarà iscritta all’ordine del giorno per essere svolta al suo turno.

Discussione del disegno di legge; « Proroga della gestione delle miniere di zolfo per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 1975 e provvedi­

menti per i lavoratori della miniera Real­

mente » (613/A).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: « Proroga della gestione delle miniere di zolfo per i mesi di geimaio, febbraio e marzo 1975 e provvedimenti per i lavoratori della miniera Realmente » (613/A).

SALADINO, Assessore all’industria e com­

mercio. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALADINO, Assessore aU’industria e com­

mercio. Onorevole Presidente, desidero sot­

toporre alla sua attenzione una esigenza che è scaturita da una situazione obiettiva che si è venuta a determinare relativamente al disegno di legge in esame.

Nel corso dell’ifer di questo provvedimento si sono evidenziate alcune necessità di altri enti e delle loro società collegate che meri­

tano di essere attentamente valutate e, quin­

di, soddisfatte.

In relazione a questo fatto ed anche alla esigenza di garantire la copertura finanziaria per altri interventi in favore di questi enti e società, la vorrei pregare di sospendere la seduta per consentire alla Commissione di merito, e quindi alla Commissione di finanza, di riunirsi al fine di esaminare la materia in oggetto. Ciò permetterebbe alTAssemblea un esame più spedito del provvedimento.

PRESIDENTE. Per economia dei nostri lavori, considerato che le riunioni delle due Commissioni occuperanno un certo lasso di tempo, propongo che venga sospeso Tesarne del disegno di legge numero 613/A e che si passi alla discussione degli altri provvedi­

menti alTordine del giorno.

Non sorgendo osservazioni, così rimane stabilito.

Discussione del disegno di legge: « Norma inter­

pretativa della legge regionale 22 luglio 1972, numero 46, riguardante l’erogazione di un contributo straordinario in favore della Cassa mutua di previdenza per gli agenti della ferrovia Circumetnea di Catania » (596/A).

PRESIDENTE. Si passa, pertanto, alla di­

scussione del disegno di legge; « Norma interpretativa della legge regionale 22 luglio 1972, numero 46, riguardante l’erogazione di un contributo straordinario in favore della Cassa mutua di previdenza per gli agenti della ferrovia Circumetnea di Catania » (596/A).

Dichiaro aperta la discussione generale.

La Commissione?

CAGNE S. Si rimette alla relazione scritta.

PRESIDENTE. Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione gene­

rale.

(3)

Resoconti Parlam entari 487

A ssem blea Regionale Siciliana

V II Legislatura C C C X X III SEDU TA 27-28 Febbraio 1975

Pongo in votazione il passaggio aU’esame degli articoli.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­

trario si alzi.

(E’ approvato)

Invito il deputato segretario a dare lettura deir articolo 1.

CARERI, segretario jf.:

« Art. 1.

L’indennità di liquidazione spettante agli agenti della ferrovia Circumetnea di Catania ai sensi della legge regionale 22 luglio 1972, numero 46, in caso di decesso dei comparte­

cipanti alla Cassa mutua di previdenza per gli agenti della ferrovia Circumetnea di Ca­

tania, è concessa ai legittimi eredi ».

PRESIDENTE. A ll’articolo 1 non sono stati presentati emendamenti. Lo pongo in vota­

zione.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­

trario si alzi.

(E’ approvato)

Invito il deputato segretario a dare lettura dell’articolo 2.

CARERI, segretario ff.:

« Art. 2

La presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana.

E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osser­

varla e di farla osservare come legge della Regione ».

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­

trario si alzi.

(E’ approvato)

La votazione finale del disegno di legge avrà luogo successivamente.

iscussione del disegno di legge: « Provvedi- ttienti in favore degli utenti delle acque dei canali dell’antico demanio » (503/A).

PRESIDENTE. Si passa alla discussione del disegno di legge: « Provvedimenti in favore degli utenti delle acque dei canali dell’an­

tico demanio » (503/A).

Dichiaro aperta la discussione generale.

Non essendovi iscritti a parlare la dichiaro chiusa.

Invito il deputato segretario a dare lettura dell’articolo 1.

CARERI, segretario jf.:

« A rt. 1.

Sono considerati estinti i debiti per ca­

noni relativi alle utenze di acqua derivata dai canali demaniali dell’antico demanio esi­

stenti in Sicilia, dovuti sino al 31 dicembre 1946 e non ancora corrisposti.

La disposizione si applica sia alle utenze fornite di titolo legittimo che alle utenze di fatto ».

PRESIDENTE. A questo articolo non sono stati presentati emendamenti. Lo pongo in votazione.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­

trario si alzi.

(E’ approvato)

Invito il deputato segretario a dare lettura dell’articolo 2.

CARERI, segretario ff.:

«A rt. 2.

Con effetti dal 1“ gennaio 1947, i canoni relativi alle utenze di acqua di cui all’arti­

colo precedente, comunque e per qualunque uso esercitate, sono determinati a norma del- Tarticolo 35 del testo unico 11 dicembre 1933, numero 1775, e successive aggiunte e modi­

ficazioni.

Non si farà luogo a rimborso per le som­

me già pagate alla data di entrata in vigore della presente legge ».

PRESIDENTE. Non vi sono emendamenti.

Lo pongo in votazione.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­

trario si alzi.

(E’ approvato)

(4)

Resoconti Parlam entari 488 A ssem blea Regionale Sicilian a

V I I Legislatura C C C X X III SE D U T A 27-28 Febbraio 1975

Invito il deputato segretario a dare lettura dell’articolo 3.

CARERI, segretarìo jf.:

« Art. 3.

E’ accordata la facoltà di pagare i canoni arretrati come sopra determinati in tre rate annuali successive, senza interessi, con sca­

denza al 1° febbraio di ogni anno.

E’ anunesso il riscatto degli arretrati di cui al precedente comma. Chi intende eser­

citare tale riscatto dovrà farne domanda alla Intendenza di finanza competente entro 30 giorni dalla notificazione del debito. La som­

ma da pagarsi in questo caso sarà corrispon­

dente al valore delle tre annualità scontate al tasso del 5 per cento in ragione d’anno.

Il pagamento del riscatto dovrà essere effet­

tuato entro 30 giorni dalla notificazione del­

la somma scontata ».

PRESIDENTE. Non vi sono emendamenti.

Lo pongo in votazione.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­

trario si alzi.

(E’ approvato)

Invito il deputato segretario a dare lettura dell’articolo 4.

CARERI, segretario ff.:

« Art. 4.

La presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana ed entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione.

E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osser­

varla e di farla osservare come legge della Regione ».

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­

trario si alzi.

(E’ approvato)

La votazione finale del disegno di legge avrà luogo successivamente.

Discussione del disegno di legge; « Modifiche all’articolo 6 della legge regionale 1° febbraio

1963, numero 11, riguardante il congloba­

mento delle retribuzioni del personale della Amministrazione regionale » (131/A).

PRESIDENTE. Si passa alla discussione del disegno di legge: « Modifiche dell’articolo 6 della legge regionale 1° febbraio 1963, nu­

mero 11, riguardante il conglobamento delle retribuzioni del personale dell’Amministra­

zione regionale» (131/A).

MATTARELLA, Assessore alla Presidenza, delegato al bilancio. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTARELLA, Assessore alla Presidenza, delegato al bilancio. Onorevole Presidente, chiedo che venga momentaneamente sospeso l’esame del disegno di legge, data l’assenza dell’Assessore del ramo, onorevole Aleppo, non essendo io in condizione di seguire que­

sto provvedimento.

MESSINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MESSINA. Signor Presidente, si può be­

nissimo sospendere Tesarne del disegno di legge in attesa che venga l ’onorevole Asses­

sore Aleppo, ma questo non deve costituire un principio consolidato, perchè il Governo, nella sua collegialità, è validamente presente con l ’Assessore Mattarella.

L’Assessore del ramo, se lo ritiene neces­

sario, ha il dovere di essere presente. L’As­

semblea non può attendere i comodi dello Assessore che non è presente. D’altra parte si tratta di una leggina, della quale può be­

nissimo occuparsi un altro membro del Go­

verno.

PRESIDENTE. Onorevole Messina, io pos­

so comprendere la sua osservazione, ma nel momento in cui l’onorevole Assessore Matta­

rella fa presente di non essere nelle condi­

zioni di discutere il disegno di legge, indi­

pendentemente dal fatto se rientri o no nella sua competenza, ritengo che sia opportuno sospendere l’esame del disegno di legge stesso.

La seduta è sospesa.

(5)

Resoconti Parlam entari

489 VII Legislatura

Assemblea Regionale Siciliana C C C X X III SEDU TA

27-28 Febbraio 1975

(i/H scdutd, sos'pQSd dlle otg 18,20, è TrpvBSd dlle ore 21,10)

La seduta è ripresa.

Si riprende la discussione del disegno di legge numero 613/A.

PRESIDENTE. Si riprende la discussione del disegno di legge: « Proroga della gestione delle miniere di zolfo per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 1975 e provvedimenti per i lavoratori della miniera Realmente » (613/A).

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Lo Giudice.

LO GIUDICE, reldtore. Onorevole Presi­

dente, onorevoli colleglli, il disegno di legge numero 613 presentato dal Governo, pro­

pone:

alTarticolo 1, Tincremento di 10 miliardi e 900 milioni del fondo speciale per la ge­

stione delle miniere, così ripartiti: in quanto a 4 miliardi e 500 milioni da utilizzare per la gestione delle miniere nei mesi di gennaio e febbraio 1975; in quanto a 6 miliardi e 400 milioni per la copertura dei maggiori oneri registrati dalla Sochimisi nel 1974, in conse­

guenza di aumenti salariali derivanti da accordi sindacali nazionali e regionali;

alTarticolo 2, la corresponsione di una indennità straordinaria ai lavoratori della

« Realmente Sali », licenziati dalla Cliisade;

alTarticolo 3, la istituzione, presso l’Ente minerario siciliano, di un fondo a gestione separata di 536 milioni per il finanziamento di ricerche minerarie e la realizzazione di infrastrutture nelle zone interessate all’estra­

zione di minerale potassico e del salgemma.

Secondo la proposta governativa 36 milioni di tale fondo andrebbero destinati alla coper­

tura dei costi aggiuntivi derivanti alTIspea Su alTEmsams per l’utilizzazione dei lavo­

ratori licenziati dalla Chisade.

La terza Commissione, dopo un attento esame del disegno di legge, vi ha apportato elle modifiche, proponendo in particolare:

primo, la proroga fino al mese di marzo

®La gestione della Sochimisi, dal momento ue il periodo previsto dal Governo, vale a

dire gennaio e febbraio, è virtualmente sca­

duto, e non è quindi prevedibile l’approva­

zione della preannunziata legge di ristruttu­

razione del settore dello zolfo in tempo utile.

Con 1 ulteriore proroga di un mese pertanto, si e voluto evitare di dovere provvedere all’approvazione di una nuova legge per il periodo che dovesse rimanere scoperto, con la conseguenza di procurare ulteriori disagi ai lavoratori del settore, per effetto di ulte­

riori inevitabili ritardi.

La Commissione non ha ritenuto, altresì, di approvare lo stanziamento di 6 miliardi e 400 milioni, da destinare alla copertura dei maggiori oneri registrati nel 1974 dalla So­

chimisi, avendo rilevato l’opportunità che a tale intervento finanziario si provveda, da parte della Regione, dopo un accurato esame del rendiconto relativo alla gestione comples­

siva della società nel 1974.

Ir£ne, in relazione allo stanziamento da destinare ai programmi di ricerca, ha rite­

nuto che una tale iniziativa, riconosciuta co­

munque utile, debba essere vista ed inqua­

drata nell’ambito degli indirizzi che andran­

no dati alTEms, mediante il piano quadrien­

nale, già elaborato dall’Ente ed all’esame del Governo.

Con ciò non si è voluto venire meno allo impegno della riassunzione dei lavoratori della « Realmente », dal momento che a ciò 1 Assemblea potrà provvedere, in maniera diversa e con altre modalità da concordare, ma si è ritenuto, bensì, che la sede per il finanziamento di iniziative nel campo della ricerca — per la importanza che esse rive­

stono — sia quella della discussione e appro­

vazione del piano quadriennale, per le ovvie connessioni con gli obiettivi e gli indirizzi che con il piano medesimo saranno dall’As­

semblea prescelti.

Il disegno di legge governativo, pure ri­

guardando problemi limitati, è stato — ed è — l’occasione e lo spunto per riprendere la discussione sui problemi aperti, e non da ora, dalla gestione degli enti economici re­

gionali.

La legge numero 50, per gli elementi di novità da essa contenuti, per i nuovi me­

todi e criteri di gestione che introduce, per il nuovo rapporto che stabilisce fra gli enti e l’Assemblea, rappresenta un momento es­

senziale che va utilizzato per un cambia­

mento radicale e definitivo della linea sin

(6)

Resoconti Parlam entari 490 —

V II Legislatura C C C X X III SE D U T A

A ssem blea Regionale Siciliana 27-28 Febbraio 1975

qui seguita in materia di gestione pubblica e di attività economiche.

Le proposte avanzate dalle forze politiche e sindacali, in ordine alla ristrutturazione della Sochimisi, con il costruttivo dibattito che ne ha fatto seguito, sono state accolte con favore, perchè rappresentative di una volontà di cambiamento nello spirito della nuova legge sugli enti.

La ristrutturazione della gestione delle miniere, per l’obiettivo che vuole cogliere di ridurre o eliminare i pesanti oneri passivi, soggetti, peraltro, a progressivi incrementi, indubbiamente si inquadra in una nuova lo­

gica che vuole, sostanzialmente, una utiliz­

zazione produttiva delle nostre risorse, nel­

l’interesse generale della Regione. In questo quadro ha trovato giustihcazione la mancata approvazione della legge di proroga della gestione zolhfera entro l’anno, ed anche la legge che andiamo ad approvare.

Si impone, però, oggi, l ’avvio rapido ed immediato deH’approvazione del nuovo pia­

no di ristrutturazione, con la più sollecita presentazione del preannunziato disegno di legge, da parte del Governo. I lavoratori del settore, infatti, sono in uno stato di com­

prensibile tensione, per le preoccupazioni che l ’attuale stato dì incertezza crea, e per gli interrogativi che si pongono in ordine agli sbocchi ed alle prospettive cui essi vanno incontro. Indubbiamente, il problema è com­

plesso, e si ha la hducia che gli approfondi­

menti in corso possano pervenire a risultati concreti, in termini di proposte risolutive nei tempi più brevi.

Ma le questioni della gestione degli enti non si limitano a questo solo aspetto. Ne esì stono, infatti, altri che abbisognano di ri­

sposte immediate; la pesante situazione del- rispea e di altre collegate deh’Eiite mine­

rario, quale la Gecomeccanica; i problemi hnanziari deh’Espi, gravi per la loro dimen­

sione e portata, problemi che attengono ad­

dirittura alla sopravvivenza di attività del­

l’ente. Un quadro generale, insomma, dete riorato pone problemi che non possono es­

sere rinviati.

Di fronte a questa situazione è chiaro che, se da una parte non ci si può assumere la responsabilità del collasso dell’attività degli enti economici regionali con il mancato un- mediato intervento diretto almeno a soste­

nere le esigenze minime di gestione, dah’al

tra non si può certo vanihcare lo spirito della legge numero 50 che ha ancorato rigi­

damente gli interventi della Regione alla dehnizione dei programmi quadriennali. La Assemblea con la legge di ristrutturazione operò una scelta, vale a dire la verihca per­

manente e puntuale, attraverso proprio i piani, del rispetto di una direttiva di fondo, cioè della economicità di gestione delle aziende, possibile solo se si ristabilisce un nuovo equilibrio tra costi e ricavi hnora generalmente rimasto senza riscontro nella attività degli enti.

Il problema di oggi, pertanto, è quello di iniziare subito l’esame dei piani che costitui­

scono lo strumento e la guida per la Regione nel momento in cui si deve provvedere ad un qualsiasi intervento. E’ attraverso l’esa­

me dei piani, che dovranno contenere indi­

cazioni e dati analitici e non generiche valu­

tazioni sulle prospettive dell’attività degli enti, che sarà possibile aggredire la pesante situazione hnanziaria degli enti medesimi con un risanamento che riconduca le gestioni entro i limiti della economicità, potenziando di conseguenza le iniziative valide e produt­

tive ed eliminando quelle che invece nessuna prospettiva hanno di sopravvivenza econo­

mica e produttiva.

D ’altra parte le proposte di ristruttura­

zione del settore minerario hanno una loro giustihcazione in quanto si inquadrano in questa nuova logica; in una logica che dovrà interessare tutto l’intervento regionale in questo come in altri settori a cui sono inte­

ressati gli enti regionali medesimi. E’ una linea di tendenza dalla quale non si può certo prescindere neh’utilizzazione delle nostre ri­

sorse.

La Commissione, pertanto, ha richiamato la necessità di un esame sollecito dei piani, sia in considerazione delle esigenze imme­

diate e indifferibili degli enti, sia perchè è chiaro che interventi consistenti per sanare situazioni particolari ora di questa, ora di quellà società, non consentono di compiere quel lavoro serio e completo che si intende fare con l ’approvazione dei piani quadrien­

nali.

In dehnitiva i temi di discussione della legge numero 50 sono ancora presenti e at­

tuali, rimanendo aperto l’impegno a portare avanti una politica che rispetti rigorosa­

mente regole di gestione delle risorse eco-

(7)

Resoconti Parlam entari 491 A ssem blea Regionale Siciliana

VII Legislatura C C C X X m SEDU TA 27-28 Febbraio 1975

nomiclie insuperabili e ineludibili se si vo­

gliono rispettare realmente gli obiettivi per i quali si è voluto fare carico alla Regione della responsabilità di interventi diretti nel settore industriale.

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti ordini del giorno:

numero 139, dell’onorevole Maniscalco Ba­

sile:

« L’Assemblea regionale siciliana premesso

— che le aziende collegate con l’Ems e con l’Espi presentano tutte, o quasi tutte, delle gestioni fortemente passive;

— che i due Enti non riescono a coprire le annuali rilevanti perdite delle rispettive collegate con le disponibilità, pur larghissi­

me, che sono state attribuite agli stessi dalla Assemblea (184 miliardi con la legge del di­

cembre 1972 e 7 miliardi con la legge ap­

provata daH’Assemblea nel dicembre 1974);

— che spesso le collegate dell’Espi e del- l’Ems non riescono a pagare gli stipendi e i salari e chiedono con precipitosa urgenza di essere finanziate, ai fini di tali pagamenti, dai due Enti i quali, a loro volta, per il tramite del Governo, fanno pervenire all’Assemblea urgenti richieste di nuovi stanziamenti come oggi accade;

considerato

— che può considerarsi utile il finanziare, mediante stanziamenti legislativi, aziende che per la loro struttura burocratica e di organizzazione, per la loro impostazione in­

dustriale economica e finanziaria, nonché per la natura dell’oggetto sociale siano in grado di svolgere positivamente l ’attività loro de­

mandata dai rispettivi statuti, è assurdo dilapidare le magre somme di cui la Regione dispone per lo svolgimento della sua attività istituzionale e per lo sviluppo dell’isola in erogazioni destinate ad andare totalmente perdute e che possono solo servire a proro­

gare di qualche mese l’agonia di aziende non vitali e moribonde;

— che si palesa, pertanto, non solo neces­

sario, ma pure estremamente urgente che tutte le collegate deU’Ems e dell’Espi siano

assoggettate, senza ritardo alcuno, immedia­

tamente ad un controllo che ne accerti la possibilità di vita e la idoneità delle strutture burocratiche ed industriali e che si proceda alla liquidazione di quelle fra tali società che a seguito del controllo di cui sopra non ri­

sultino, per qualsiasi ragione, in grado di svolgere gestioni attive;

— che appare opportuno affidare il con­

trollo di cui sopra a Commissioni composte da speciali esperti di questo tipo di controllo societario, da ragionieri e contabili di chiara fama e presiedute da un magistrato desi­

gnato dal Presidente di una delle sezioni siciliane della Corte dei conti;

— che appare oltremodo opportuno, anzi necessario, che tali Commissioni indaghino anche, spingendo Tindagine in profondità, sui modi nei quali tali società sono state ge­

stite, sulla regolarità della gestione, sulla regolarità degli impegni di spese, sulla cor­

rettezza dell’organizzazione burocratica, sul­

l’eventuale esubero del personale, specie di quello dirigente od impiegatizio degli alti gradi e sulla adeguatezza od eventuale esu­

beranza, rispetto ai metri stabiliti, delle re­

tribuzioni godute dal detto personale e che le relazioni redatte dalle Commissioni siano dal Governo sottoposte al vaglio delTAs- semblea,

impegna il Governo

a disporre senza ritardo che siano eseguiti i controlli di cui sopra, nominando in ade­

guato numero le sopra specificate Commis­

sioni ed a sottoporre all’Assemblea le rela­

zioni che le stesse saranno per formare e depositare presso la Presidenza della Re­

gione »;

numero 140, degli onorevoli Russo Mi­

chelangelo, De Pasquale, Carfi, Orlando, Cagnes, Careri:

« L’Assemblea regionale siciliana considerato che sono trascorsi già 14 mesi dall’approvazione della legge 21 dicembre 1973, numero 50 senza che essa abbia tro­

vato pratica attuazione nelle sue parti fon­

damentali;

considerato, altresì, che fin dal dicembre scorso gli enti economici regionali (Espi, Ems,

(8)

Resoconti Parlamentari 492 — Assemblea Regionale Siciliana

V II Legislatura C C C X X III SED U TA 27-28 Febbraio 1975

Azasi) hanno presentato i piani quadriennali di cui alla citata legge;

constatato che, rimandando nel tempo la fase m cui si possono esaminare ed appro­

vare detti piani, l ’Assemblea regionale sici­

liana è costretta ad intervenire in maniera parziale e disordinata per far fronte alle si­

tuazioni emergenti e soprattutto per garan­

tire il pagamento delle retribuzioni dei lavo­

ratori dipendenti:

ritenuto che una tale situazione rappre­

senta un grave e pesante pregiudizio per la vita stessa degli enti e delle loro società col­

legate;

considerato in particolare l’onerosità della gestione zolfifera e la necessità, ormai im­

procrastinabile, di giungere alla risti'uttura- zione del settore,

impegna il Governo della Regione 1) a presentare immediatamente all’As­

semblea regionale siciliana i piani quadrien­

nali degli enti economici regionali con an­

nesse le relative leggi finanziarie;

2) a presentare le proposte legislative relative alla ristrutturazione del settore zol- fìfero in tempi utili per consentirne l’appro­

vazione entro e non oltre il 31 marzo 1975 ».

RUSSO MICHELANGELO. Chiedo di par­

lare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RUSSO MICHELANGELO. Signor Presi­

dente, onorevoli colleghi, il fatto stesso che si torni a chiedere il rifìnanziamento, an­

che se limitato nel tempo, della gestione zolfifera, rappresenta, fuor di dubbio, un grave atto di accusa che investe il Governo e la sua maggioranza per la incapacità di venire a capo di una vicenda così tormen­

tata qual è quella, appunto, delle miniere di zolfo. Non è la prima volta che noi affron­

tiamo un tale problema e non è la prima volta che tutti i buoni propositi sono stati puntualmente vanificati da un’azione pervi­

cace tendente ad accreditare la tesi secondo cui si trattasse solo ed esclusivamente di una esigenza sociale che la Regione, volente o nolente, doveva soddisfare. Si è voluto dare

ad intendere, insomma, che non si poteva togliere il pane ai minatori e che, almeno fino a quando non vi fossero altre soluzioni, quello del rifìnanziamento della cosiddetta gestione zolfìfera, era un atto necessario e doveroso.

In questi anni si è andato avanti così, senza mai affondare il bisturi, senza avviare un processo di riorganizzazione del settore lasciando marcire una situazione ormai giun­

ta allo sfascio più completo. Io credo che sia giusto e doveroso, nel momento in cui tutti gli strali sono puntati sui minatori, che si vorrebbero fare apparire come gli unici re­

sponsabili di questa situazione, come i man­

tenuti, i parassiti — e chi più ne ha ne metta — dire con estrema franchezza che proprio dai minatori, non da ora ma da tempo, è venuta sempre forte ed impellente la domanda di un nuovo assetto da dare al settore zolfìfero; è venuta forte e chiara la richiesta di voler lavorare, di voler produrre, di volere diminuire tutti gli sperperi della gestione, di ricondurre la gestione stessa a costì sopportabili.

Questa voce non è stata raccolta e, pur di salvare la vecchia gestione, pur di non fare scoppiare il bubbone Sochimisi, si è cercato di vanificare le richieste dei minatori, ricor­

rendo anche ad una sottile opera di cor­

ruzione delle maestranze, con metodi che tendevano a fiaccarne la volontà di lotta, dis­

seminando sfiducia, facendo capire in buona sostanza che ci sarebbe stata sempre la Regione a pagare tutto. Sono state queste forze che, annidate nella Sochimisi e nello Ente minerario, hanno predicato ai quattro venti che non bisognava toccare niente, che nessuna miniera doveva essere chiusa fino a quando non fossero state realizzate le ini­

ziative alternative. Per loro, però, non erano importanti nè le miniere nè le nuove inizia­

tive; per loro era importante mantenere in piedi una impalcatura clientelare spendac- ciona, permeabile agli imbrogli di qualsiasi tipo, corrotta e corruttrice.

Malgrado tutto, però, la volontà di lotta dei lavoratori non è stata fiaccata; e lo abbiamo potuto cogliere in questi mesi in cui il pro­

blema è esploso nella sua drammaticità vera e palpitante. Nelle assemblee, nei convegni che sì sono tenuti in questi giorni e in queste settimane i minatori non ci hanno detto:

non si tocca nulla! Hanno detto che bisogna

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Resoconti Parlam entari — 493

Assemblea Regionale Siciliana

V II Legislatura C C C X X III SEDU TA 27-28 Febbraio 1975

ristrutturare il settore, che occorre fare dei tagli, che è possibile ridurre la manodopera attualmente occupata, che bisogna sbarac­

care la Sochimisi, che bisogna porre fine agli sperperi e che, attorno a questi temi, sono disponibili ad una trattativa seria, rapida e conclusiva.

Ad una cosa soltanto si sono ribellati i minatori e le popolazioni mteressate: che si procedesse alla totale chiusura del settore. A questo hanno detto no. E a questo diciamo anche noi di no, chiamEuido tutte le forze responsabili di questa Assemblea a riflettere sui risvolti negativi, pericolosi, che una pro­

posta di questo genere potrebbe avere nelle zone interessate, zone di sottosvilu]opo che spesso collegano la loro economia alla esi­

stenza delle attività zolfifere.

Verrò dopo alle proposte che noi formu­

liamo. Intanto mi preme sottolineare come sia velleitario perseguire l’obiettivo di una totale soppressione del settore, non solo per­

chè questo colpisce la sensibilità dei minatori e delle popolazioni interessate ma anche perchè, da un punto di vista strategico, del mantenimento in vita di una materia prima come lo zolfo, sarebbe sbagliato sbarazzar­

sene per poi magari dovere dipendere dagli altri paesi. Proprio da questo punto di vista noi riteniamo che procedendo ad un ridi­

mensionamento e ad una ristrutturazione del settore, sia necessario un intervento dello Stato, senza fare ricadere sulla Regione tutto il peso della gestione. Del resto, partendo da questo stesso principio, l’Egam è interve­

nuto in altri settori minerari, certamente passivi (a volte più dello zolfo), per cui non si capisce perchè mai questo settore debba essere tagliato fuori da una strategia com­

plessiva dello Stato. Quindi: ridimensiona­

mento, ristrutturazione del settore, inter­

vento dello Stato, intervento della Regione;

ecco quali devono essere i capisaldi di una nuova politica mineraria.

L’approvazione del provvedimento che stiamo discutendo si potrebbe dire un atto doveroso, necessario per non interrompere la gestmne con il conseguente licenziamento figli operai. Doveroso e necessario per ga­

rantire i salari che dal 12 gennaio i lavo­

ratori non percepiscono più. Ma mentre sot- fihneamo questo aspetto, questo atto di ne­

cessità, ed il fatto che ancora una volta lanio costretti a dovere legiferare alla stessa

stregua degli anni passati, dobbiamo dire, con molta nettezza, che il Governo non si presenta a questo appuntamento con le carte in regola. Non si presenta con le carte in regola rispetto al problema zolfìfero nè ri­

spetto a quello più generale degli enti eco­

nomici regionali.

Verrò dopo a questo secondo aspetto, ma intanto mi preme sottolineare come nel corso di questi mesi si sia sviluppato, tra le forze politiche, fra i lavoratori, fra i sindacati, un dibattito abbastanza ampio, interessante, dal quale è scaturita soltanto la convinzione che era possibile operare una ristrutturazione del settore. Ebbene, sono trascorsi alcuni mesi, siamo alla fine di febbraio e ci ve­

diamo costretti, ancora una volta, a ricor­

rere ad una legge di finanziamento; perchè fino a questo momento, malgrado tutte le buone intenzioni e tutte le cose che si sono scritte e dette, il Governo non è in grado di presentare un disegno organico per risol­

vere in maniera organica il problema zolfì­

fero.

E questo — mi pare — perchè all’interno della maggioranza si sono rivelate due ten­

denze: una tendenza che noi riteniamo vel­

leitaria — diciamocelo chiaramente — che è quella di una chiusura totale delle miniere (anche se, accanto a questa affermazione, si fa seguire subito l’altra che si possono co­

munque garantire i salari dei minatori); e un’altra tendenza che noi riteniamo più ra­

gionevole, che è quella di pervenire a un graduale ridimensionamento e ad una ristrut­

turazione del settore, di affrontare, cioè, in maniera organica un problema che certa­

mente lascerà un peso sulla Regione.

E’ inutile farci illusioni: questo peso ci sarà comunque anche se si dovesse arrivare ad una totale chiusura delle miniere. Perchè, quando si parla di salari garantiti per i mina­

tori, è chiaro ed evidente che anche questo è un peso. Però noi riteniamo che la strada da_ intraprendere, attraverso una trattativa chiara, precisa con i sindacati interessati, sia quella di una ristrutturazione, di un ridimen­

sionamento del settore.

Certo, noi siamo convinti — lo stavo per accemiare prima — che il settore non potrà mai essere, da un punto di vista economico, attivo; però ci troviamo, come dicevo prima, di fronte ad un problema sociale e di stra­

tegia industriale. Non è vero che lo zolfo

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Resoconti Parlam entari 494 A ssem blea Regionale Sicilian a

V II Legislatura C C C X X III SED U TA 27-28 Febbraio 1975-

non possa essere utilizzato, non possa avere un suo mercato. La verità è, onorevoli col­

leglli — e questo mi pare che sia il punto fondamentale che dobbiamo mettere in ri­

salto — che nel corso di questi anni si ^ è proceduto secondo la logica di mantenere in piedi la gestione, pagare i salari ma non pro­

durre; secondo la filosofia che produrre lo zolfo poteva significare soltanto una cosa:

avere più perdite. Questa filosofia io ritengo che non possa essere accettata.

La verità è che nel corso di questi anni non si è ricercata una strada per ristruttu­

rare il settore; e — guarda caso! — mentre da una parte si diceva che quello dei mina­

tori era esclusivamente un problema sociale, e si diceva — e non a parole, ma anche con circolari assessoriali — che non bisognava produrre, poi, dall’altra, si facevano e si farmo tuttora spese per macchinari, per opere relative al miglioramento delle mi­

niere, e così via di seguito. La verità è, ono­

revoli colleglli, che nel corso di questi anni si sono sperperati ben 180 miliardi, senza trovare una via d’uscita, ma abbarbicati come si è rimasti solo ad una ipotesi, quella di pagare i salari.

Eppure la possibilità d’uscita c’era al mo­

mento in cui è stato deciso l’esodo del 1968.

C’era la possibilità, cioè, di venire allo sco­

perto, di andare ad un atto coraggioso. Ma anche quella fu solo ed esclusivamente una operazione aritmetica; si sono eliminati una parte di minatori attraverso l’esodo volon­

tario (forse in molti casi si sono eliminate le energie migliori) ma la situazione è l'i- masta la stessa. Non sono stati elaborati o i- ganici di miniera, non sono state fatte quelle opere necessarie per rendere produttive le nostre mhiiere, per utilizzare lo zolfo a bocca di miniera, non si è ricercato un mercato. Non si è fatto nulla di tutto questo. Non si è fatto, ripeto, nessun tentativo per ridurre, almeno, i costi di gestione.

La verità è che in tutti questi anni si è mantenuta una gestione semplicemente clien­

telare che ha assicurato sì il salario ai mina­

tori, ma che al tempo stesso ha permesso imbrogli vari, aH’interno della Sochimisi, che del resto sono stati denunciati nel corso di queste settimane dalla stampa. Potrem­

mo dire che ormai la Sochimisi ha realizzato l’oscar dello sperpero, e quello della incapa

cità più assoluta ad avere almeno un minimo di fantasia per risolvere questi problemi.

Onorevoli colleghi, di fronte a questa si­

tuazione, che è stata denunziata varie volte e che sarebbe troppo lungo riprendere (or­

mai ci siamo stancati di denunciarla!) dob­

biamo individuare e scegliere una strada. E noi questa sera, chiediamo al Governo non soltanto che ci parli del rifinanziamento, ma che ci dica chiaramente anche quali orien­

tamenti ha maturato, oltre al lancio di una parola: ristrutturazione, che vuol dire tutto e niente. E’ necessario ed urgente ormai uscire allo scoperto, dire chiaramente che cosa si vuole. Rifinanziando la gestione delle miniere per i mesi di gennaio, febbraio e marzo, dobbiamo avere presente che entro marzo — come è scritto nel nostro ordine del giorno — bisogna varare la legge di ri­

strutturazione del settore, dire, cioè, una parola chiara suU’intero problema.

Ora, noi riteniamo che il confronto di stasera sia una occasione per dire una parola chiara sulle prospettive che si vogliono in­

dicare, tranne che — e lo diciamo per la Sochimisi, cioè per il settore zolfifero, come per gli altri enti — non si sia scelta un altra strada (e questa preoccupazione noi l’abbia­

mo); tranne che non si sia scelta la strada dello sfascio graduale di tutte le aziende collegate, dell’Espi e dell’Ems.

Non mi si venga a dire che entro aprile vareremo i piani, perchè, fino a questo mo­

mento, non è stato sciolto il nodo fondamen­

tale che è quello della loro dotazione finan­

ziaria. E non mi si venga a dire che il pro­

gramma di interventi possa consentire che questo nodo venga sciolto in maniera defini­

tiva, perchè, a considerare il volume di spesa previsto sia dal piano dell’Ems, sia da quello dell’Espi, sia da quello dell’Azasi, siamo neH’ordine di investimenti per centi­

naia e centinaia di miliardi.

Ebbene, il problema della copertura finan­

ziaria dei piani ancora non è stato sciolto.

E mi si consenta dire che tutto avviene in maniera spesso tragicomica (se non fosse poi, invece, veramente drammatica!) perchè, men­

tre si parla di ristrutturazione e di piani, poi si verificano tutti quei fatti che abbiamo potuto cogliere in questi giorni che riguar­

dano, per esempio, l’Espi, come ieri riguar­

davano l’Ente minerario, per cui la Demo­

crazia cristiana per motivi che ancora non ci

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jHesoconti Parlam entari 495 A ssem blea Regionale Siciliana

VII Legislatura C C C X X III SED U TA 27-28 Febbraio 1975

sono noti, forse può dire al presidente del- l’Espi che deve abbandonare il suo ufficio.

Voi pensate che in una situazione di que­

sto genere con l’Ente minerario senza organi di direzione, con l’intenzione di sollevare dal­

l’incarico il presidente dell’Espi, e con una serie di problemi, cioè quelli finanziari, an­

cora non l'isolti, i piani possano essere ap­

provati nel mese di aprile? Francamente noi non ci crediamo. Ravvisiamo invece, in tutti questi ritardi (non sappiamo se con una politica preordinata, ma comunque come un dato di fatto) una cosa soltanto, e cioè che le aziende collegate, di giorno in giorno, vanno a morire. Ormai nelle aziende Espi non si può comprare più un chiodo, mentre il pagamento dei salari diventa una cosa necessaria, ma che non risolve nessun pro­

blema, perchè ugualmente le aziende non saranno in condizione di lavorare e di pro­

durre.

Ora, da un canto, ripeto, vi è la vi­

cenda della Sochimisi, dall’altro tutto il problema degli enti economici regionali; e noi ravvisiamo, nello stato attuale delle cose, molta incertezza da parte del Governo. Può anche darsi che stasera mi si risponderà che senz’altro nel mese di marzo o di aprile affronteremo questi problemi, però la verità è che i piani sono stati approvati il 10 di­

cembre, da parte degli enti interessati, e fino a questo momento non sono stati sottoposti all’esame dell’Asssemblea, nè sono stati di­

scussi dal Governo che, quindi, non ha anco­

ra predisposto il disegno di legge di finan­

ziamento.

Non vorremmo che la politica decisa dalla Sochimisi per le miniere, che sta determi­

nando la loro morte lenta, venisse adottata per tutte le aziende collegate degli enti eco­

nomici regionali. Sappiamo — e non ce lo nascondiamo — che nel momento in cui ini­

zieremo l’esame dei piani, saranno necessari atti coraggiosi e misure che rendano vera­

mente produttive queste aziende; sarà ne­

cessario affrontare una serie di problemi, come quelli della mobilità della mano d’opera c della messa in attesa di gruppi di operai fino a quando non saranno ristrutturate le aziende.

Sappiamo di dovere affrontare questi pro­

blemi, che sono difficili per tutti; ma li vo­

gliamo affrontare con l’apporto dei lavora­

tori, sia per quanto riguarda le aziende Espi,

sia per quel che concerne le miniere di zolfo.

Quali sono le linee su cui noi pensiamo che l ’Assemblea e il Governo dovrebbero muo­

versi? L’abbiamo già detto chiaramente nel corso di queste settimane — non ne abbiamo fatto mistero — e lo vogliamo ripetere cjui, al fine di apportare un contributo alla solu­

zione di questo problema che pensiamo debba essere risolto entro e non oltre il mese di marzo. Riteniamo intanto che debba essere affrontata una questione, su cui tanto si è parlato e che richiede una decisione chiara e precisa ed è quella della soppressione della Sochimisi. Vogliamo che questo carrozzone burocratico, corrotto e corruttore, venga, una buona volta e per sempre, eliminato;

riteniamo che la gestione delle miniere non possa essere ancora affidata a cjuesta società collegata dell’Ente minerario siciliano.

Secondo noi è anche necessario pervenire ad una riduzione della manodopera attual­

mente occupata nelle miniere. Pensiamo che debba essere affrontato rapidamente con i sindacati dei lavoratori un problema che mi pare abbastanza importante ai fini del rag­

giungimento di questo obiettivo, quello cioè del prepensionamento. Questa non è la sede migliore per parlarne. Si è tanto parlato se deve essere operato nei ■ confronti dei qua­

rantacinquenni o dei cinquantenni. Noi rite­

niamo che il prepensionamento debba es­

sere intanto concordato con i sindacati dei lavoratori, ma riteniamo anche che sia indi­

spensabile. Esso tuttavia non deve e non può essere un’operazione aritmetica, perchè può verificarsi l’ipotesi, per esempio, che in una miniera un lavoratore che ha più di cin- quant’anni sia un elemento necessario men­

tre non lo sia chi non ha raggiunto il cinquantesimo anno di età. Per questo io credo che tutto il problema del prepen­

sionamento debba essere affrontato in ma­

niera tale da prevedere una serie di so­

luzioni senza fissare dei punti fermi qua­

le, per esempio, quello relativo all’età, ma con riferimento al modo in cui do­

vranno essere strutturate le miniere in avvenire. Cioè — ecco l’aspetto sul quale insisto — noi non siamo del parere che debba essere operata una riduzione aritmetica, ma riteniamo, invece, necessario considerare gli organici delle miniere, in modo che le due cose — riduzione della manodopera e orga­

nici — possano essere valutate contestual­

mente.

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R esocon ti Parlam entari V II Legislatura

49S

C C C X X III SED U TA

A ssem blea Regionale Sicilian a 27-28 Febbraio 1975

Un altro problema che è collegato natu­

ralmente alla riduzione della manodopera, è quello della chiusura di alcune miniere, mentre è opportuno che restino in vita quelle più ricche di minerale, meglio attrez­

zate, e che possono essere reinserite in un processo produttivo. E qui si innesta un altro aspetto. Noi non vogliamo — altrimenti è evidente che quella di lasciare tutti i mi­

natori a casa è la soluzione più logica — dei minatori che siano pagati solo perchè va­

dano in miniera; vogliamo dei minatori che lavorino in miniera, perchè le miniere che restano debbono essere organizzate produt­

tivamente.

Quindi noi, pur, come dicevo prima, non facendoci illusioni (perchè la situazione è quella che è), tuttavia pensiamo che una seria opera di ristrutturazione e di risana­

mento possa avere l’effetto di determinare almeno una consistente riduzione dei costi attuali. Un’altra questione che riteniamo debba essere affrontata in questo quadro, è quella dell’utilizzazione dello zolfo, come suol dirsi, a bocca di miniera. Intendiamo con ciò riferirci agli impianti per i ventilati di zolfo o per altro utilizzo del mmerale.

Nello stesso tempo, poniamo il problema del mercato. Noi non possiamo condividere che la Montedison o l’Eni, con i quali abbia­

mo determinati rapporti, acquistino lo zolfo che utilizzano nelle loro industrie, non da noi (al prezzo corrente di mercato perchè non pretendiamo maggiorazioni di alcun genere) ma all’estero. Questo è un problema che non può essere certamente risolto con una norma di legge, ma da demandare ad una trattativa chiara, precisa, con questi enti.

Un’altra questione ancora, da non sottova­

lutare (che mi pare sia un problema da va­

lutare nella sua totale dimensione), è quella di non considerare soltanto l ’aspetto della gestione zolfìfera, ma tutta la politica mi­

neraria della Regione. Cioè, noi non ritenia­

mo opportuno singole politiche di settore (per lo zolfo, per il salgemma, per i sali po­

tassici) ma una generale politica mineraria della Regione, anche con riferimento ai prò blemi occupazionali. Ciò perchè si può ipo lizzare che un minatore dello zolfo venga trasferito in una miniera di salgemma o di sali potassici, ma non certamente in un’altra iniziativa alternativa che non si capisce quale dovrebbe essere e dove ubicare. Cioè, noi

riteniamo che per le ragioni più generali, anche per motivi occupazionali sia necessa­

rio affrontare il problema di una politica complessiva mineraria della Regione.

Poniamo, altresì, all’attenzione dell’Assem­

blea la necessità di elaborare, insieme alla legge di ristrutturazione delle miniere di zolfo, un programma di interventi nelle zone minerarie, sia per le iniziative alternative, sia più in generale per lo sviluppo delle stesse zone. Riteniamo, cioè, che la ristrut­

turazione debba necessariamente essere con­

testuale al varo di un progetto speciale che abbia una copertura finanziaria non inferiore a 100 miliardi e che possa affrontare i pro­

blemi delle iniziative alternative da realiz­

zare nel settore industriale, quelli dell’agri­

coltura, dei servizi e dei consumi di queste zone.

Noi riteniamo ancora che non si debba ri­

nunciare (anche se sono difficili le trattative) alla prospettiva di instaurare un rapporto diverso con l ’Egam, con lo Stato e con la Cee. Non si capisce, per esempio, perchè in Sicilia non debba essere prodotto zolfo, men­

tre l’Italia è costretta ad importarlo.

Ecco alcune indicazioni, alcune linee, at­

traverso le quali riteniamo che sia possibile trovare delle soluzioni organiche al proble­

ma dello zolfo. Tutto questo naturalmente

— e i minatori lo samio — comporterà delle riduzioni di occupazione, dei tagli a volte dolorosi, tutta una serie di misure di questo tipo. Però — e lo ripeto ancora — c[uello che ci hanno detto in questi fo r ili i minatori non è la solita parola d’ordine: non si tocca niente! I minatori chiedono una ristruttura­

zione profonda del settore, che consenta allo stesso l’acquisizione di dimensioni produttive.

Queste sono, in generale, le proposte che noi formuliamo per il settore zolfifero.

Ma vogliamo cogliere quest’occasione per ricordare al Governo e a noi stessi — dicen­

dolo con estrema chiarezza ■— che accanto a questi problemi ve ne sono altri che ri­

chiedono interventi immediati e a lungo ter­

mine, e comunque un impegno della Regione diverso da quello finora svolto. Non possia­

mo continuare su questa strada: pagare i salari senza affrontare i problemi della pro­

duzione. Per lo zolfo si possono dire tutte le cose che si vogliono: che il settore non rende più, che i costi sono eccessivi, e pervenire a conclusioni anche opposte a quelle alle quali

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Resoconti Parlam entari 497

A ssem blea Regionale Siciliana

VII Legislatura C C C X X III SEDU TA 27-28 Febbraio 1975

noi giungiamo. Ma vi sono altri settori che non hanno queste caratteristiche, eppure, malgrado ciò, si trovano in condizioni a volte anche peggiori di quello zolfìfero.

Vorrei ricordare, in questo quadro, il pro­

blema deirispea, quello, cioè, dei sali potas­

sici. Ebbene, onorevoli colleghi, dovete sa­

pere una cosa soltanto: che le perdite dello zolfo ammontano a circa 24 miliardi con una occupazione di 3.500 operai, mentre quelle del settore dei sali potassici, in due anni sono state di 24 miliardi, cioè di 12 miliardi l’anno.

Tant’è che è stato necessario azzerare il ca­

pitale sociale deirispea. E non mi si venga a dire che i sali potassici non si vendono, o che sono un prodotto da trascurare. I sali potassici hanno un mercato considerevole in Italia e all’estero. Solo che quella realizzata a suo tempo dall’Ispea è stata un’operazione aberrante: per i contratti stipulati con la Montedison, e con coloro i quali devono ven­

dere questo prodotto in Italia e all’estero.

Per cui mentre viene corrisposta la percen­

tuale del 5 per cento ai concessionari, si ar­

riva al punto di fornire alla Montedison il sale potassico ad un prezzo inferiore rispetto a quello corrente di mercato. E non si capisce per quale motivo.

E’ stata portata avanti una politica as­

surda, sono state fatte spese assurde, fino al pimto'che gli impianti di Pasquasia si dubita che possano funzionare in avvenire. Sono state fatte prove di carico ed è risultato che questi impianti, a pieno ritmo, non funzio­

nano come dovrebbero funzionare.

Ora è evidente che anche per questo set­

tore si pone il problema del pagamento dei salari. Un problema che abbiamo affrontato prima di Natale e che oggi si ripropone an­

cora una volta. Abbiamo, cioè, anche qui un’altra situazione che per molti aspetti non ha nulla da invidiare a quella della Sochi- niisi, almeno per quanto riguarda la gestione.

Certo, questo è un settore che ha grandi pro­

spettive, ma, ripeto, dal punto di vista della gestione, siamo nelle stesse condizioni.

Riteniamo anche che in questa legge vada affrontato almeno un aspetto di un problema che ha tante volte appassionato l’Assemblea, che è quello dei lavoratori del salgemma. La situazione attuale vede i 72 operai ex di­

pendenti della Realmente Sali licenziati da due mesi. Ebbene, noi riteniamo che questo problema debba essere affrontato e risolto nel

contesto di questa legge; cioè questi lavora­

tori debbono essere riassunti dall’Emsams e dairispea, in definitiva devono ritornare a lavorare. Sono state le vittime di tutta la vicenda della fusione Realmente Sali-Sams e nei loro confronti si pone un problema di giustizia. Questi lavoratori per anni hanno dovuto frequentare i corsi di specializzazione (cioè per anni sono stati tenuti a fare niente) e sarebbe veramente incredibile che si arri­

vasse alla conclusione che non debbano avere un’occupazione. Questi lavoratori devono ri­

tornare, in tutto o in parte, nel settore in cui lavoravano prima; o non potendo essere tutti riassorbiti devono essere impiegati in altri settori produttivi. Non possiamo farne altri 72 assistiti: devono ritornare a lavo­

rare e a produrre.

Onorevoli colleghi, le questioni da me sol­

levate, come ho avuto modo di dire prima, si collegano alla esigenza fondamentale di per­

venire rapidamente alla definizione dei pro­

grammi degli enti economici regionali ed alla soluzione di alcuni problemi urgenti. Rite­

niamo, infatti, che assieme alla esigenza di garantire i salari agli operai ci siano alcuni problemi — ne facevo un accenno prima — relativi alle commesse ed alle scorte delle aziende Espi, nonché ai loro debiti che hanno comportato per la Regione Terogazione di decine di miliardi all’anno per il pagamento degli interessi passivi. In particolare questo dei debiti è un problema che, comunque, dev’essere affrontato. Ci si chiede se dob­

biamo impiegare una parte considerevole delle risorse regionali per il pagamento degli interessi sui mutui contratti con le banche, oppure affrontare in maniera radicale il pro­

blema così com’era nello spirito della legge numero 50 (anche se quello spirito è stato tradito dal fatto che l’Espi, a suo tempo, non ci ha fornito neanche informazioni esatte circa i debiti propri e delle collegate). E’

una situazione che non può essere riman­

data nel tempo, perchè ogni giorno che passa, lo ripeto, centinaia di milioni vengono pagati alle banche.

Per questo riteniamo che, oltre al proble­

ma relativo al pagamento dei salari, che bi­

sogna affrontare rapidamente, sia necessario risolvere alcune questioni urgenti. E voi ci dovete dire se possono essere risolte in sede di elaborazione dei piani o se questa possibili­

tà non c’è. Ditecelo chiaramente, in partico-

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Resoconti PaTlamentari 498 A ssem blea Regionale Siciliana

V II Leg islatur a C C C X X III SE D U T A 27-28 Febbraio 1975

lare per quanto riguarda il mantenimento delle aziende.

Queste sono, onorevoli colleglli, alcune considerazioni di carattere generale, alcune indicazioni che noi diamo per quanto riguar­

da la soluzione del problema specifico dello zolfo. Esse sono anche il frutto di una con­

sultazione, di un collegamento con gli operai, con i sindacati. Non ce le siamo inventate, ma sono il risultato di un confronto aperto, spesso appassionante, a volte anche dramma­

tico con i lavoratori.

Abbiamo — io ritengo — assunto le nostre responsabilità che sono quelle, appunto, di mettere da parte la solita impostazione del

« non si tocca niente ». Siamo qui per un confronto chiaro e preciso sui temi della ristrutturazione; ma ripetiamo con estrema franchezza che i problemi non possono es­

sere più differiti, che marzo dev’essere il mese in cui verramio affrontati (anzitutto con i sindacati) e portati all’esame dell’As­

semblea con un proponimento chiaro e pre­

ciso del Governo che, fino a questo momento, è mancato.

MANCUSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANCUSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, brevemente mi occuperò del dise­

gno di legge in esame, ma prima desidero fare una premessa che stimo indispensabile.

Non è bacato semplicemente il settore zolfi­

fero del quale ci stiamo occupando, nè lo sono soltanto la Sochimisi e l’Ente mine­

rario: la verità è che è bacato tutto ciò che gira intorno a questa Regione siciliana, tutto ciò che da essa dipende.

Per quanto riguarda il settore zolfìfero voglio ricordare che noi abbiamo condotto una dura lotta contro gli enti regionali, che sono certamente passivi; e questa sera non intendiamo recedere assolutamente dalle po­

sizioni che abbiamo assunto fin dal luglio del 1973. Voglio ricordare, solo per inciso, i lunghi e circostanziati interventi dell’onore vole Grammatico, dell’onorevole Cusimano e

il mio. E voglio anche ricordare — sempre per inciso — che fu proprio alla conclusione del mio intervento che l’onorevole Michelan­

gelo Russo ebbe a chiedere in quella occa­

sione la chiusura della discussione generale:

non so se avesse fretta di andare in ferie o se avesse invece l’interesse che non venisse affondato il bisturi in questo corpo ammalato, così come noi intendevamo fare.

Non cadiamo tuttavia in contraddizione se oggi, senza rinunziare a quelle che furono le conclusioni di quella battaglia, siamo co­

stretti — si badi: siamo costretti! — a chie­

dere che il disegno dì legge in esame venga approvato c[uesta sera stessa (questo sia chia­

rissimo), poiché esso, consentendo la proroga della gestione delle miniere di zolfo per il trimestre gennaio-marzo 1975, assicura il pagamento dei salari a lavoratori che hanno prestato la loro opera e che hanno il diritto di ricevere il giusto corrispettivo in denaro.

Non si può pretendere che i lavoratori pa­

ghino i grossolani errori commessi da questo Governo e da quelli che Thanno preceduto;

non può tradursi in un danno per i lavora­

tori la pervicace volontà di questo Governo di non risolvere il problema zolfìfero.

Io sono un cittadino di Caltanissetta, cioè della capitale del bacino minerario, e posso dirvi, senza riserve, che questa sera non sono qui solo i lavoratori delle miniere di zolfo, ma con essi sono presenti anche le popolazioni dell’Agrigentino, deH’Ennese e del Nisseno, che — state assolutamente cer­

ti — non subiranno silenziosamente e passi­

vamente la chiusura delle miniere senza che si provveda alla creazione di soluzioni alter­

native che possano garantire il lavoro ai mi­

natori, costretti alla disoccupazione.

Alcune miniere di zolfo tuttavia non po­

tranno essere chiuse neanche se sì arriva a questa soluzione. Le miniere produtti­

ve vanno mantenute perché sono patri­

monio delle tre province minerarie della Sicilia; patrimonio al quale non intendono rinunziare i lavoratori dello zolfo così come non intendono rinunziare i cittadini di quelle zone.

CORALLO. Lei parla a nome del gruppo?

•MANCUSO. Esattamente, parlo a nome del mio gruppo.

CORALLO. Mi meraviglio che non abbia chiesto la chiusura totale delle miniere.

MANCUSO. Non l’abbiamo mai chiesta.

Legga il mio intervento del luglio 1973, ono­

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