Resoconti Parlamentari 253 Assemblea Regionale Siciliana
V ili Legislatura CLXXXII SEDUTA 6 Aprile 1978
C L X X X I I S E D U T A
(Pomeridiana)
g i o v e d ì 6 APRILE 1978
Presidenza del Vice Presidente PINO indi
del Vice Presidente D’ALIA
I N D I C E
Pag.
C o n g e d i... 253
Disegni di legge:
«Nuove norme per l'ordinamento del Governo 0 della amministrazione della Regione » <405/A) (Seguito d e lia d isc u s sio n e) :
p r e s i d e n t e . . . . 2S7, 267, 270. 278, 279, 281, 287 Ta o r m i n a ... 257 M E S S I N A ... 269
P U L L A R A * 264
M A T T A R E L L A ♦. Presid ente della R egione . 265, 275 T R I C O L I ... 270, 279, 281, 287 L o G I U D I C E ... 272 CAGNES * ... 272 Te d e ... 275
RUSSO M I C H E L A N G E L O * , . . . . 276
(Votazione p e r appello nom inale) . 287
(Risultato d e lla v o t a z i o n e )... 288
«Provvedimenti straordinari per l'Ente siciliano per la promozione industriale » (403/A) (D i
scussione) :
p r e s i d e n t e... 288 V IZ Z IN I, r e l a t o r e... 288 T R I C O H ... 288 M A T T A R E L L A •, Presidente della Regione . 288
(Votazione p e r appello n om inale) . . . 289 (Risultato d e lla v o t a z io n e ) . . . . . 289
Lderpellan ze;
( A n n u n z i o ) ... 253
Jaterrogazionl:
( A n n u n z i o ) ... 254
M o z io n e :
(Annunzio) 256
La seduta è aperta alle ore 18,00.
M ARINO, segretario, dà lettura del pro
cesso verbale della seduta precedente, che, non sorgendo osservazioni, si intende appro
vato.
Congedi.
PRESIDENTE. Comunico che gli onorevoli Avola, Culicchia, Grande, Mantiene, Nigro, Piacenti, Sardo Infìrri, Stornello, Toscano, Trincanato e Zappala hanno chiesto congedo per la presente seduta.
Non sorgendo osservazioni, i congedi s’in
tendono accordati.
Annunzio di interrogazioni.
PRESIDENTE. Invito il deputato segreta
rio a dare lettura delle interrogazioni, pre
sentate.
M ARINO, segretario:
« A l Presidente della Regione e all’Asses
sore al lavoro e alla cooperazione, per sa
pere il motivo per cui, dopo lo stanziamento di 10 miliardi, previsto dalla legge regionale
Resoconti, f. 37 (500)
Resoconti Parlamentari — 254 — Assemblea Regionale Siciliana
Vili Legislatura CLXXXII SEDUTA 6 Aprile 1975
numero 47, parecchi artigiani non abbiano ancora percepito l ’importo degli assegni fa
miliari per gli armi pregressi.
In particolare l ’interrogante chiede di co
noscere il motivo per cui, venticinque arti
giani di San Piero Patti (Messina), non han
no ancora percepito gli assegni del 1972 benché la richiesta sia pervenuta tempesti
vamente alla Cassa mutua artigiana di Mes
sina » (511).
Fe d e.
« A ll’Assessore ai beni culturali e ambien
tali e alla pubblica istruzione, per sapere se è a conoscenza che nei giorni 26 e 27 marzo scorso, il Museo archeologico di A g ri
gento non è stato aperto al pubblico nono
stante il rilevante aflusso di turisti verifi
catosi nei giorni della ricorrenza pasquale e la disposizione di apertura prevista nel ca
lendario dello stesso Museo.
Per conoscere quali motivi hanno indotto le autorità preposte ad assumere un prov
vedimento da cui è certamente derivato un grave danno e discredito per TAmministra- zione regionale.
Per sapere infine quali provvedimenti in
tende assumere per evitare che simili fatti abbiano a ripetersi » (512).
La u d a n i - Am a t a - Gu e l i - Mo n t e l e o n e.
« A ll’Assessore ai beni culturali e ambien
tali e alla pubblica istruzione, per sapere:
— se è a conoscenza del vivo allarme che si è creato nell’opinione pubblica sici
liana a seguito della diffusione della notizia di stampa relativa alla fissazione, da parte degli organi giudiziari, dell’asta pubblica per la vendita del Castello di Donnafugata che costituisce uno dei complessi storico - monu
mentale e ambientale più importante dell’
Isola;
— se non ritiene necessario, al fine di evitare operazioni di tipo speculativo e pri
vatistico, procedere all’acquisto del Castello di Donnafugata cosi come è stato richiesto dal Comune di Ragusa a norma dell’arti
colo 21 della legge regionale 1“ agosto 1977, numero 80 » (513) (G li interroganti chiedono lo svolgimento con urgenza).
Ch e s s a r i - Ca g n e s - Am a t a - La u d a n i.
PRESIDENTE. Le interrogazioni testé an
nunziate saranno iscritte all’ordine del gior
no per essere svolte al loro turno.
Annunzio di interpellanze.
PRESIDENTE. Invito il deputato segreta
rio a dare lettura delle interpellanze pre
sentate.
M AR IN O , segretario:
« A l Presidente della Regione e all’Asses
sore agli enti locali, per sapere:
— se sono a conoscenza della sentenza pronunciata dal Tribunale amministrativo re
gionale per la Sicilia, Sezione staccata di Catania, sul ricorso numero 34 del 1977 proposto da Filetti Salvatore, contro il Co
mune di Acicatena, perché al ricorrente, in sede di inquadramento nei livelli retributivi funzionali e di determinazione del tratta
mento economico spettante dall’ l gemiaio 1975 era stata soppressa Tindennità di pub
blica sicurezza e di conseguenza incamerate le quote di tale indennità percepite negli anni 1975 e 1976.
Tale importante sentenza, sancisce la so
pravvivenza della speciale indennità di pub
blica sicurezza, già istituita per gli appar
tenenti al Corpo dei vigili urbani e riconosce definitivamente agli stessi ” la qualifica di Agenti di pubblica sicurezza” , in quanto chia
mati, con provvedimento prefettizio, ad eser
citare funzioni e poteri propri dello Stato;
— se non ritengono — considerato l ’alto contributo, anche di sangue, dato dal Corpo dei vigili urbani contro la criminalità e per il mantenimento dell’ordine democratico e repubblicano — di intervenire per quanto di propria competenza, sulla base della sen
tenza emessa, perché la Commissione regio
nale di finanza locale approvi i provvedi
menti deliberativi dei Comuni di ripristino dell’indennità di pubblica sicurezza in favore degli agenti municipali, dipendenti dal Co
mune ed aventi la qualifica di agenti di pubblica sicurezza » (286) (L ’ interpellante chiede lo svolgimento con urgenza).
C u DICCHI A.
Resoconti PaTlamentaTi — 255 — Assemblea Regionale Siciliana
Vili Legislatura CLXXXII SEDUTA 6 Aprile 1978
« A l Presidente della Regione e all’Asses- sore all’agricoltura e foreste — rilevato che nei giorni scorsi a Milazzo gli esportatori locali sono stati costretti a rifiutarsi di in
viare all’estero le patate novelle per sotto- lineare la loro protesta per il disinteresse delle competenti autorità nei confronti dei prodotti del milazzese; constatato che tale protesta è più che giustificata poiché i no
stri prodotti all’estero subiscono la concor
renza spietata dei produttori degli altri paesi mediterranei, che sono sostenuti da una mi
gliore politica promozionale; constatato an
cora che i prezzi di partenza, per i nostri prodotti, non sono più remunerativi per gli alti costi di coltivazione e lavorazione; evi
denziato che la piana di Milazzo trae dalle colture primaticcie, che rappresentano una delle prerogative dell’agricoltura locale, una delle maggiori sue risorse economiche — per conoscere quali opportuni provvedimenti la Regione intenda prendere a sostegno delle esportazioni dei nostri prodotti agricoli e per salvaguardare gli interessi dei nostri agri
coltori che si vedono precluse le possibilità di collocamento dei loro prodotti sui mercati della Comunità europea.
Ciò anche in considerazione dell’apporto positivo alla bilancia commerciale italiana che questo tipo di attività ha sempre dato e potrebbe ancora dare se opportunamente sostenuto » (287).
Ma r t i n o.
« Al Presidente della Regione e all’Assessore agli enti locali, per sapere se non riten
gano opportuno, per quanto di loro compe
tenza, intervenire e vigilare sulla regolarità e sulla legittimità delle iniziative del Co
mune di Taormina. Urge infatti compiere un’analisi sulla finalizzazione sociale turistica di ogni atto amministrativo e sulle deficienze che a volte gravemente compromettono il tradizionale apprezzamento della località a quanti vi si recano con un certo entusiasmo.
Pertanto, Tinterpellante chiede, in via pre- Ituiinare, al Governo regionale se non in
tende adottare un intervento risolutivo allo scopo di mettere a punto una programma
zione di zona per lottare contro i pericoli I di inquinamento, anche in riferimento all’
situazione delle norme contenute nella leg- ge regionale numero 39.
E a tale scopo chiede misure preventive atte ad impedire di compromettere il ter
ritorio con trascuratezza di cui è esempio una cascata d’acqua di fogna maleodorante (e non di fonte) esistente nel tratto auto- stradale che dal casello porta a Taormina e, precisamente, all’altezza dove sono stati sistemati alcuni fari luminosi.
L ’interpellante ritiene inoltre che Taor
mina debba attrezzarsi sempre maggiormente per aumentare la sua capacità di attrazione e che quindi debba essere spiegato, daH’am- ministrazione locale, il motivo per cui, dopo avere approvato un programma di impiego di lire 500 milioni per costruire una piscina, in base alla legge regionale 7 maggio 1956, questi fondi siano stati poi impiegati in altre costruzioni edilizie.
Si tratta di disinvolture che pare si ripe
tano in altri settori; operai giornalieri del Comune, infatti, risultano adibiti ad opere non pubbliche, come quando hanno do^/uto pulire un canalone privato situato lungo la strada che congiunge la frazione ” Chian- chitta” alla frazione "Trappitello” ; detti ope
rai fra l ’altro versano in stato di precarietà giacché accade che vengono licenziati senza liquidazione e qualcuno senza avere perce
pito gli ultimi salari.
Il Comune non ha ancora risolto il pro
blema della erogazione dell’acqua anche per
ché non riesce a programmare serie misure preventive di salvaguardia.
L ’interpellante, infine, ritiene debbasi in
tervenire affinché nei lavori del Consiglio comunale sia valorizzata la funzione ispet
tiva, spesso relegata ai margini delle sedute ed agli ultimi punti dell’ordine del giorno dei lavori stessi. Infatti, solo con una vigile funzione stimolante dell’opposizione si può realmente avviare la necessaria efficienza dell’amministrazione taorminense » (288).
Fe d e.
« A l Presidente della Regione e all’Asses
sore all’agricoltura e foreste — rilevata la difficile situazione in cui versano i produt
tori di patate primaticcie, in particolar modo dell’area di Milazzo, a seguito di crescenti difficoltà per il collocamento del prodotto sul mercato; rilevato che in questi ultimi giorni la situazione si è ulteriormente aggravata sino alla sostanziale paralisi delle vendite alla produzione e del blocco delle esporta-
Uesoconti Parlamentari — 256 — Assemblea Regionale SicUiarm
V i l i Legislatura CLXXXII SEDUTA 6 Aprile 1975
zioni; constatato che è il secondo anno con
secutivo in cui tale comparto produttivo è sottoposto a notevoli difficoltà di mercato che si riversano principalmente, con notevole danno economico, sulle categorie produttrici;
rilevato che la crisi è giunta ormai a livelli tali da coinvolgere tutto il settore dalla pro
duzione alla commercializzazione arrecando grave pregiudizio economico a tutte le cate
gorie interessate; considerato che il perdu
rare della crisi da circa due anni fa appa
rire ormai evidente che le cause siano da considera di ordine strutturale e non più, come si è ritenuto nel passato, di natura puramente congiunturale e che pertanto le possibilità di soluzione travalicano nettamente le possibilità di intervento dei produttori;
ritenuto che i motivi strutturali della crisi siano specificatamente da individuare nelle crescenti difficoltà commerciali sui mercati di esportazione comunitari nei quali la pro
duzione concorrente dei paesi terzi mediter
ranei, grazie alla progressiva smobilitazione tariffaria doganale e dei più favorevoli costi di produzione, ha ormai conquistato impor
tanti posizioni di mercato riducendo la quota italiana di partecipazione al commercio co
munitario; constatato che, malgrado le ini
ziative da tempo preannunziate, non è stata ancora realizzata l ’auspicata organizzazione comunitaria di mercato per le patate, nell’
ambito della quale la produzione nazionale avrebbe dovuto trovare adeguata ed effettiva protezione dall’aggressività commerciale del
la concorrenza extra - comunitaria; ritenuto pertanto che in carenza di idonei strumenti comunitari, non è più procrastinabile l ’ado
zione di urgenti misure, anche a carattere provAÙsorio in attesa della regolamentazione comunitaria per il settore, per la salvaguar
dia della produzione regionale — per cono
scere quali iniziative si intendano assumere per:
— garantire, nell’attuale campagna di com
mercializzazione, ai produttori la giusta re
munerazione del lavoro impiegato nella col
tura nonché la copertura delle spese di col
tivazione;
— favorire una pronta ripresa del mercato e delle esportazioni;
■— sollecitare, nelle opportune sedi, l ’at
tuazione della regolamentazione comunitaria per il settore, adoperandosi in particolare
per l ’approvazione di norme in grado di garantire nel tempo la sopravvivenza di un comparto produttivo di notevole peso eco
nomico per la Regione e in grado di atti
vare, se sufficientemente protetto dall’ine
guale concorrenza dei paesi terzi mediter
ranei, importanti volumi di esportazione » (289).
D ’Al i a - Oj e n i - Le a n z a - Ca d i l i.
PRESIDENTE. Trascorsi tre giorni dall’
odierno annunzio senza che il Governo ab
bia dichiarato che respinge le interpellanze 0 abbia fatto conoscere il giorno in cui intende trattarle, le interpellanze stesse sa
ranno iscritte all’ordine del giorno per essere svolte al loro turno.
Annunzio di mozione.
PRESIDENTE. Invito il deputato segreta
rio a dare lettura della mozione presentata.
M AR IN O , segretario:
« L ’Assemblea regionale siciliana premesso che con legge regionale 7 aprile 1977, numero 25, si autorizza la Regione siciliana ad organizzare corsi di qualifica
zione e specializzazione per il personale ad
detto e da destinare all’assistenza negli asili- nido;
considerato l ’impegno prioritario, assunto dalla Regione, di pervenire in tempi brevi all’apertura di un numero consistente di asili- nido in Sicilia, in attuazione della legge nu
mero 1044 del 1971;
ritenuto che tale impegno corrisponde alle attese delle donne siciliane e alle esigenze dalle stesse più volte unitariamente espresse, nel corso dì pubbliche manifestazioni e di ripetuti incontri jiromossi dalle organizza
zioni femminili, con i rappresentanti delle istituzioni elettive e della stessa Regione siciliana;
considerato che il sollecito e corretto esple
tamento di tali corsi rappresenta una garan
zia per l ’adeguata qualificazione del delicato servizio di assistenza all’infanzia, nonché per la valorizzazione del personale ad esso adi
bito;
Hesocontii Parlamentari 257 Assemblea Regionale Siciliana
yill Legislatura C L X X X II SEDUTA 6 Aprile 1978
constatato che il decreto assessoriale del 10 marzo 1978, di approvazione del bando di iscrizione ai corsi, prevede un termine assai esiguo per la presentazione delle rela
tive domande e che, peraltro, non si è prov
veduto a dare adeguata pubblicità al decreto medesimo, limitando di fatto la possibilità di partecipare ai corsi da parte di molte aspiranti;
considerato, infine, che non tutte le con
venzioni con le Università siciliane per la realizzazione dei corsi sono state perfezio
nate,
impegna il Governo della Regione ad emettere apposito provvedimento con^ il quale si dispone la riapertura dei termini per la presentazione delle domande, a dare di esso adeguata pubblicità onde consentire la più larga conoscenza da parte degli inte
ressati nonché delle amministrazioni locali » Ge n t i l e - La u d a n i - Ma r c o n i - Me s s a n a - Me s s i n a.
PRESIDENTE. La mozione testé annun
ziata sarà iscritta all’ordine del giorno della seduta successiva perché se ne determini la data di discussione.
Seguito della discussione del disegno di legge;
« Nuove nonne per l’ordinamento del Governo e dell’Amministrazione regionale » (405/A).
PRESIDENTE. Si passa al punto secondo deH’ordine del giorno: Discussione di dise
gni di legge.
Si inizia dal seguito della discussione ge
nerale del disegno di legge; « Nuove norme per Pordinamento del Governo e delTAmmì- nistrazione regionale » (405/A), posto al nu
mero 1).
TAORM INA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TAORM INA. Signor Presidente, onorevoli colleghi^ è recentissimo il ricordo del dibat
tito sulle dichiarazioni programmatiche del Presidente della Regione e sui dubbi e le
perplessità espressi dal mio partito in ordine alla capacità di questa maggioranza e di questo Governo di tradurre in concreta azio
ne legislativa ed amministrativa, con un’
adesione coerente alle linee del programma, le indicazioni programmatiche espresse dal Presidente della Regione.
Il primo atto di questa maggioranza si estrinseca con la presentazione del disegno di legge numero 405, recante modifiche alla legge numero 28 relativa alle attribuzioni degli Assessorati, disegno di legge _ che è stato esaminato dalla prima Commissione le
gislativa a tappe forzate in due Ixmghissime sedute e che è oggi all’esame di questa As
semblea.
Il disegno di legge, nella sua logica ^ e nella sua impostazione, indicate nelle dichia
razioni prograimnatiche del Presidente della Regione, avrebbe dovuto costituire un punto di partenza della più ampia riforma dell Amministrazione della Regione, qual^ è sta
ta delineata nel docmnento dei principi ela
borato dalla Commissione dei quindici, nel contempo, sarebbe dovuto pervenire ad una prima ristrutturazione e razionalizzazione deU’Amministrazione regionale, dando mag
giore efficienza ed organicità all’azione del Governo ed all’azione deU’Ammìnistrazione.
Ebbene, il disegno di legge, a nostro av
viso, obbedisce solo in parte a reali esigenze di ristrutturazione e di riorganizzazione dell’
Amministrazione regionale ed, in parte^ più cospicua, alla logica deteriore della lottizza
zione del potere tra partiti e, aU’interno dei partiti, tra correnti. Questa non è soltanto una sensazione, è una constatazione, quale deriva a noi dalla lettura del_ disegno di legge e dall’andamento dei lavori della Com
missione.
Il disegno di legge contiene delle norme in sé razionalizzatrici che noi non possiamo non condividere; delle norme che mirano effettivamente ad una maggiore funzionalità, ad un maggiore respiro e ad una progranuna- zione dell’azione deH’Amministrazione; delle norme che non possiamo non condividere, quali, ad esempio, quelle che p rev e d ilo 1 ampliamento dei poteri collegiali della Giun
ta e quindi un maggiore coordinamento ge
nerale dell’azione deU’Amministrazione re
gionale, un ridimensionamento dei poteri de
gli Assessori con una conseguente « sprovin- cialìzzazione » dell’attività amministrativa e
Resoconti Parlamentari — 258 Assemblea Regionale Siciliana
V i l i Le g is l a t u r a C L X X X II SEDUTA 6 Aprile 1975
politica della Regione, una potestà di avo
cazione per eventuali carenze amministrative 0 addirittura per omissioni da parte dei sin
goli Assessori.
Ma queste norme non bastano a farci esprimere un giudizio positivo su questo di
segno di legge, perché, intanto, non si è neppure tentato di raggiungere l ’obiettivo di una razionalizzazione della pubblica ammi
nistrazione là dove si sono attribuite com
petenze assessoriali che sfuggono ad ogni logica, ad ogni criterio scientifico, ad ogni indirizzo dottrinario e soprattutto a quella omogeneizzazione per materia che era au
spicabile perseguire.
Si è voluto, per esempio, creare un As
sessorato del territorio che accorpasse in sé 1 poteri programmatori e di intervento con
creto nella politica del territorio; è nato, però, un Assessorato monco, un Assessorato che non accorpa tra le sue competenze quel
le ritenute dallo stesso Presidente della R e
gione strettamente connesse alla politica del territorio: la politica dei trasporti e la fore
stazione.
Mentre tutti i criteri di indirizzo scien
tifico vedono, per esempio, le materie accor
pate per grandi comparti omogenei, si è scisso l ’Assessorato del lavoro in due Asses
sorati, l ’Assessorato del lavoro autonomo e l ’Assessorato del lavoro dipendente, solo in extremis chiamato poi Assessorato della coo
perazione, del commercio, dell’artigianato e della pesca.
Sono queste le considerazioni che ci fan
no ritenere che, lungi dal perseguire un di
segno di razionalizzazione, si è voluta rea
lizzare, ancora una volta, una lottizzazione, un’attribuzione di competenze secondo lo specifico peso di ciascuna componente della maggioranza aU’interno della Giunta, cioè siamo ritornati indietro rispetto agli stessi criteri ispiratori della legge numero 28.
Ricordo che in data anteriore all’entrata in vigore della legge numero 28 le compe
tenze assessoriali venivano attribuite con de
terminazione del Presidente della Regione e si assisteva alla lotta tra le varie compo
nenti della maggioranza per l ’attribuzione di fette di potere di amministrazione attiva ed alla « politica del bilancino del farmacista » nell’attribuzione di tali competenze a uomini e partiti.
E ’ opportuno ricordare che la legge nu
mero 28 venne introdotta nella legislazione regionale proprio per evitare che di volta in volta le competenze deU’Amministrazione regionale venissero accorpate o scorporate secondo determinate esigenze non già di razionale amministrazione, ma piuttosto di attribuzione di potere amministrativo.
Ebbene, oggi che si ritiene e si deve rite
nere necessariamente superato questo tipo di impostazione politica, si vuol fare un passo indietro con un disegno di legge che, invece, vorremmo fosse di razionalizzazione, e costi
tuisse un primo passo verso la riforma gene
rale della pubblica amministrazione.
Ora, questa constatazione, che scaturisce dalla lettura del disegno di legge, noi abbia
mo potuto fare anche in base all’andamento dei lavori della Commissione.
Io stesso, a nome del mio gruppo, ho avuto modo di presentare numerosi emen
damenti, che miravano, accorpando compe
tenze, a seguire un criterio di omogeneità nell’ attribuzione delle stesse, ma questi emendamenti, pur essendo stati condivisi largamente da gran parte delle componenti politiche presenti in Commissione, sistema
ticamente non sono stati accolti.
In nome di che cosa ciò è avvenuto? In nome di im ’esigenza di razionalità? No, sol
tanto in nome di un rinvio generico alla riforma di cui questo disegno di legge avreb
be già dovuto far parte, onorevole Presi
dente della Regione. In nome di un accordo politico già sottoscritto? Ma l ’accordo poli
tico parlava di reali esigenze di razionaliz
zazione e non attribuiva competenze speci
fiche.
Ora, noi riteniamo che, nel momento che stiamo vivendo, non sia più consentita alcu
na indulgenza verso metodi che speravamo scomparsi o attenuati.
Pertanto, sebbene il mio gruppo non ab
bia mancato di riconoscere lealmente gb aspetti positivi di .questo provvedimento, dob
biamo necessariamente dire che non possia
mo approvare e condividere nel suo com
plesso un disegno di legge che riteniamo monco, contraddittorio, non aderente ai prin
cipi che avevano ispirato l ’intesa sul pro
gramma e che non accoglie nemmeno le pO' sizioni espresse con chiarezza dal Presidente della Regione nelle sue stesse dichiarazioni programmatiche. Quindi, il voto del mio
Resoconti Parlamentari — 259 — Assemblea Regionale Siciliana
ìjin Legislatura CLXXXII SEDUTA 6 Aprile 1978
gruppo non potrà certamente essere favore
vole.
MESSINA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MESSINA. Signor Presidente, onorevoli colleglli, questo disegno di legge recante nor
me per Tordinamento del Governo e dell’
Amministrazione della Regione è il primo presentato dai gruppi parlamentari della nuo
va maggioranza autonomista, che si discute nella nostra Assemblea.
L’approvazione di questa iniziativa è ur
gente per consentire, sulla base della nuova normativa, l ’attribuzione degli incarichi agli Assessori onde riprendere l ’attività politico- amministrativa ferma da molti mesi in con
seguenza della lunga crisi di Governo.
Peraltro, si dà oggi il via alla realizza
zione degli impegni programmatici concor
dati fra i partiti democratici ed assunti so
lennemente dinanzi alla nostra Assemblea dal Presidente Mattarella nelle dichiarazioni programmatiche rese lunedi scorso.
Credo che a tal proposito occorra avere chiaro che la rapidità con cui l ’attività legi
slativa si deve svolgere, dopo il voto di fidu
cia espresso ieri al Governo dalle forze au- tonomiste, non deve essere un fatto contin
gente, legato solo all’esigenza necessaria e doverosa di rimettere in moto la macchina della Regione.
E’ necessàrio che il Governo e la sua maggioranza, sulla base dei rispettivi ruoli politici ed istituzionali, abbiano chiara la con
sapevolezza che occorre dare speditamente alPAssemblea ed alle sue Commissioni la possibilità di iniziare l ’attività legislativa ine
rente al programma concordato, cominciando a trattare i nodi più importanti, come ad esempio quelli relativi al Comitato della pro
grammazione, al piano di emergenza, all’oc- eupazione giovanile, ai trasferimenti di po
teri ai comuni con il conseguente fìnanzia- ruento per l ’esecuzione di opere pubbliche e 'il quelle prioritarie di interesse locale. Ciò '’a rimarcato sulla base di una esperienza aon positiva dei vecchi governi, fatta di inadempienze, di rinvii, di patteggiamenti, di
^filacciamenti, che hanno deteriorato governi, teaggioranze ed uomini, che hanno creato un 'distacco 0 hanno contribuito a creare un
distacco tra le istituzioni, la Sicilia reale ed i suoi governi.
A questo proposito necessita la consape
volezza che il capitolo aperto con la costi
tuzione del nuovo Governo, basato su un’
ampia maggioranza autonomista, deve essere fatto di tensione politica e di dinamismo, onde pervenire con prontezza alle realizza
zioni legislative ed alle conseguenti attua
zioni amministrative del programma concor
dato, sia per soddisfare esigenze non dila
zionabili, sia per collegare di più la Regione al corpo sociale.
Noi comunisti non riteniamo una svolta in questa direzione un fatto marginale, bensì la riteniamo politicamente rilevante, oltre che un metodo nuovo, capace di caratte
rizzare un nuovo modo di governare e di fare politica.
Ciò detto, va rilevato che questo disegno di legge arriva in Aula dopo un ampio con
fronto tra le forze politiche autonomiste ed un rapido ed intenso iter svoltosi nella com
petente Commissione legislativa. Tale con
fronto e tale iter legislativo si sono intrec
ciati con un dibattito sulla stampa general
mente positivo, anche se qualche giornale ancora fermo ad anacronistiche e superate impostazioni anticomuniste ha cercato di pre
sentarlo nell’ottica del vecchio centro-sinistra, vuoi per seminare sfiducia aprioristica verso il nuovo corso politico, vuoi per una super
ficiale lettura del testo; viceversa, questo pri
mo atto legislativo della nuova maggioranza si muove in direzione opposta all’organizza
zione ed alla struttura precedente.
La legge numero 28 del 1962 creò una struttura di Governo caratterizzata dalla Re
gione « assessoriale » con alla base la filo
sofia di un sistema di potere lottizzato tra partiti e correnti, che si consolidò negli armi del centro-sinistra. I risultati, allora, furono l ’accentramento assessoriale, le paratie sta
gne deH’incomunicabilità dei vari rami del- TAmministrazione e la frammentarietà del
l ’azione politico-amministrativa, cose queste che hanno giocato un ruolo non secondario nei fatti scandalosi più o meno scoperti e conosciuti e che, comunque, harmo spesso improntato l ’azione amministrativa a clien
telismo e dispersività.
Con le modifiche in discussione si pon
gono le prime basi giuridiche e politiche volte ad improntare l ’azione della Giunta di
Resoconti Parlamentari 260 Assemblea Regionale SiciUana
Vili Legislatura CLXXXII SEDUTA 6 Aprile igjj
governo alla collegialità, con un primo signi
ficativo colpo al precedente sistema mono- cratico, cioè assessoriale. E’ un inizio, direi anzi un buon inizio, che pone le condizioni per affondare il « bisturi » della riforma nel corpo malato di una struttura vecchia ed ormai al di fuori di ogni realtà.
Credo che xm esame, sia pure affrettato, possa rilevare la positività della nuova nor
mativa ed in primo luogo la concretezza della collegialità. E’ una cosa da rimarcare questa, perché è sancito nel nuovo disegno di legge che ci accingiamo ad approvare, che debbono avere un carattere collegiale gli atti ed i provvedimenti (che possono ma
gari essere di competenza di un Assessore), che segnano l ’indirizzo collegiale del Go
verno; è una cosa molto importante questa, perché, pur stabilendo, la precedente legge numero 28, che il Governo doveva avere ima funzione per quanto atteneva all’indi
rizzo politico ed amministrativo, tuttavia gli atti fondamentali, per essere sottoposti alla Giunta di governo, dovevano essere richiesti dall’Assessore. E non mi risulta — forse non sono sufficientemente informato — che gli Assessori di un determinato ramo di amministrazione abbiano mai richiesto alla Giunta di procedere autonomamente ad im esame, ad una discussione o di prendere una iniziativa collegiale.
Oggi il problema della richiesta della col
legialità da parte degli Assessori non c’è più, per cui gli atti ed i provvedimenti, che comunque possono impegnare e carat
terizzare l ’indirizzo del Governo, diventano autonomamente atti di competenza della Girmta. E questa è una cosa importante da sottolineare; è un fatto, dicevo, che non si era mai verificato in passato, perché prima l ’Assessore era considerato padrone ed unico responsabile della gestione del suo determi
nato settore.
La ratio del disegno dì legge in discus
sione, invece, è quella di far gestire colle
gialmente tutti gli atti e provvedimenti im
portanti che harmo un valore complessivo.
Si tratta, quindi, di raccordare in sede di Giunta il momento amministrativo; di fare in modo che la Giunta eserciti su tutti gli atti importanti un controllo politico; di ga
rantire la collegialità per verificare le rea
lizzazioni del programma politico, dal mo
mento che tutti i vari atti, considerati nel
loro complesso, formano il programma poli- fico su cui deve deliberare la Giunta.
Il concetto affermato nel disegno di legge in discussione è che, siccome gran parte degli atti e delle spese attengono ad una azione programmatoria, la programmazione non si può disperdere in mille rivoli nei vari Assessorati, per cui occorre questo mo
mento unificante, che è, secondo me, molto importante.
Evidentemente ci rendiamo conto che il problema della collegialità in questi casi non è un fatto che può essere precisato volta per volta da leggi. Il problema è, quindi, politico.
Noi, a questo proposito, vogliamo una ga
ranzia e la garanzia non può non offrirla il Presidente della Regione, in quanto dipende dal modo di concepire la collegialità l ’azione che la Giunta deve portare avanti e lo sti
molo del Presidente della Regione.
Non si tratta, quindi, di emanare una norma di tipo particolare per elencare i casi in cui ci sono provvedimenti che possono impegnare l ’azione complessiva della Regio
ne. Si tratta, invece, di avere chiaro ed evi
dente che il concetto della collegialità (che noi abbiamo voluto istituire ed istituziona
lizzare) sarà realisticamente portato avanti nella misura in cui l ’azione politica, non solo dei singoli componenti della Giunta ma fon
damentalmente del Presidente della Regione per i nuovi poteri che viene ad avere, per l ’attività di direzione politica e generale che deve svolgere, per la responsabilità che ha e per l ’esigenza di mantenere Tindirizzo po
litico - amministrativo, vi si uniformerà.
Secondo noi, non è un concetto di poco conto, bensì molto importante perché si col
lega all’altra innovazione, e cioè che il Pre
sidente della Regione può avocare a sé la trattazione di singoli affari di competenza assessoriale, facendolo anche in casi parti
colari. Ma, siccome in questo caso occorre una deliberazione della Giunta regionalCi viene evidenziato con grande forza che non si tratta di una facoltà che ha un carattere punitivo (per esempio, perché l ’Assessore ha ritardato ad emettere un provvedimento), di un fatto politico attinente alla visione complessiva della politica e della program
mazione.
Qualcuno ha osservato che, per il modo in cui vengono attribuiti i poteri del Pr®'
Resoconti Parlamentari 261 — Assemblea Regionale Siciliana
Vili Legislatura CLXXXII SEDUTA 6 Aprile 1978
siderite della Regione, ci troviamo dinanzi ad una Regione a carattere « presidenziale ».
Dico ciò perché queste voci sono state pre
senti anche in sede di prima Commissione legislativa, la quale ha esaminato il dise
gno di legge presentato dalle forze politiche democratiche.
Non si tratta di una Regione « presiden
ziale », ma di affermare il principio della collegiahtà e mettere ordine complessiva
mente nella direzione politica della Regione.
Il Presidente della Regione, in base alla legge numero 28 che noi ci accingiamo a modificare, altro non era che il Presidente di ogni singolo Assessore; non era il Pre
sidente di una Giunta, perché l ’azione della Regione si disperdeva, come dicevo prima, in mille rivoli, in quanto v i erano le paratie stagne ed ogni Assessore era « padrone » della sua rubrica di bilancio.
Secondo noi si può realizzare la collegia
lità della Giunta se si ha una direzione po
litica della stessa ed un Presidente che com
prenda di essere veramente responsabile del
la politica del Governo, che abbia la convin
zione che la Giunta non è frazionamento ma collegialità di gestione e che, quindi, in essa non deve esservi dispersività, appunto per realizzare una politica programmatoria.
Peraltro riteniamo che il Presidente della Regione (ma anche gli Assessori) debba ri
spondere dinanzi aU’Assemblea di tutta 1’
azione del Governo e di quella dei singoli Assessori, che il rapporto con le forze poli
tiche non può, a sua volta, essere frammen
tario: deve essere un rapporto che può e deve essere gestito in primo luogo dal Pre
sidente della Regione. '
Questo è il senso dei poteri del Presi
dente, poteri che egli, secondo noi, può svi
luppare nella sua autonomia, soltanto nella misura in cui fa funzionare la collegialità della Giunta di governo.
L’altra importante innovazione che qua
lifica questo disegno di legge è quella che riguarda la spesa regionale.
La modifica, per esempio, dell’articolo 4 della legge numero 28 non è cosa di poco conto.
La vecchia dizione era che, in materia di ripartizione di fondi, la Giunta dava una direttiva di massima e poi, neU’ambito di
<luest’ultima, venivano formulati degli orien
tamenti.
Nel disegno di legge in discussione non si parla più delle direttive di massima; ora è la Giunta che deve decidere sulla riparti
zione territoriale dei fondi stanziati in conto capitale ed è neU’ambito di questa riparti
zione che la Giunta deve determinare le priorità di spesa dei singoli capitoli del bi
lancio della Regione.
E’ un’innovazione molto importante que
sta, perché dà valore e forza alla collegia
lità, elimina la dispersività, ed evita — lo abbiamo visto tante volte in molte leggi — che le somme stanziate in bilancio a favore di un Assessorato vengano gestite nell’inte
resse della provincia di provenienza del re
lativo Assessore.
Tante volte abbiamo visto posporre inte
ressi prevalenti di alcuni Cornimi o di al
cune comunità locali rispetto a problemi non importanti di altri Comuni. A tal proposito si sono svolti in quest’Aula importanti dibat
titi che hanno raggiunto anche toni dram
matici nello scorso mese di luglio.
Ora si evita che tutto ciò possa accadere perché l ’intera somma in conto capitale vie
ne stabilita dalla Giunta non solo per le ripartizioni territoriali ma anche per quanto riguarda le priorità.
Questo meccanismo ha le garanzie della pubblicazione della delibera della Giunta e della comunicazione della stessa all’Assem
blea regionale siciliana. Infatti, le delibere della Giunta regionale che riguardano la ri- partizione di fondi, entro cinque giorni deb
bono essere comunicate all’Assemblea regio
nale siciliana, con la possibilità, quindi, per ogni singolo parlamentare, per ogni gruppo politico di esprimere la propria opinione e di sollecitare un dibattito per contestare de- témiinate ripartizioni non ritenute valide dal deputato o dal gruppo politico.
Inoltre sarà possìbile realizzare un con
trollo di tutta indistintamente l ’opmione pub
blica su tutti i provvedimenti dell’Ammini
strazione centrale della Regione che impor
tino impegni di spesa, dal momento che essi vanno pubblicati sulla Gazzetta ufficiale.
L ’obbligo della pubblicazione esisteva an
che prima, ma ora l ’articolo 18 stabilisce che questi provvedimenti che importano spe
se debbano essere pubblicati entro trenta giorni dalla loro registrazione da parte della Corte dei conti.
Un altro aspetto importante del disegno di
R esoco n ti, X. 38 (500)
Resoconti PaTlamentari — 262 — Assemblea Regionale Siciliana
V i l i Legislatura C L X X X II SEDUTA 6 Aprile 1973
legge in discussione riguarda la funzione collegiale del Governo in riferimento alle nomine. Fino ad ora, infatti, la legge nu
mero 35 in parte era stata vanificata, in quanto la competente Commissione legisla
tiva dell’Assemblea doveva esprimere il pro
prio parere sulle designazioni fatte dall’As
sessore in relazione alle nomine da effet
tuare nel proprio ramo deU’Amministrazione senza che queste fossero preventivamente esaminate dalla Giunta di governo. Ora, in
vece, ie nomine, prima di essere sottoposte al parere della prima Commissione, ai sensi della legge numero 35, debbono essere pre
ventivamente vagliate dalla Giunta di go
verno.
D ’altra parte, onorevole Presidente della Regione, onorevoli Assessori, bisogna evi
tare che si verifichi quanto sino ad oggi è accaduto, e cioè che, in occasione del rin
novo delle nomine in organismi in cui man
cano tutti i componenti 0 la maggioranza di essi, in sede di prima Commissione si pro
ponga la nomina di un solo componente.
Questo modo di procedere non rispetta la ratio della legge numero 35 e la stessa vo
lontà del legislatore, perché le nomine non solo devono essere improntate a criteri di riconosciuta capacità, probità ed onestà di attività e di iniziativa, ma devono essere collegialmente proposte e passate tutte al vaglio della Giunta, in modo che la prima Commissione abbia un quadro complessivo delle nomine per ogni singolo organismo.
Onorevole Presidente della Regione, desi
dero fare presente che, in base alla legge numero 35, i consigli di amministrazione di molti enti sono già scaduti, per cui occorre procedere celermente al loro rinnovo. Que
sto sarà un atto importante e qualificante, soprattutto se le nomine saranno sottoposte al vaglio della Giunta per cui si avrà una designazione collegiale.
Se non saranno frutto della lottizzazione del potere, ma di una indagine sull’onestà e sulla capacità delle persone da designare, allora veramente faremo un grande passo in avanti.
Un altro aspetto del disegno di legge in discussione riguarda il rapporto tra la Giunta di governo e gli enti regionali.
A parte le difficoltà economiche in cui tali enti si trovano, sappiamo come fino ad ora venga disciplinato al loro interno lo
stato giuridico ed economico del personale e con quali criteri vengono fissate le piante organiche.
Nel momento in cui con la nuova norma
tiva si stabilisce che la Giunta di governo deve esprimere un parere vincolante sugli statuti, sui regolamenti, sulle piante orga
niche degli enti regionali e sullo stato giu
ridico ed economico del personale, ci ren
diamo conto di intraprendere una strada nuova ed importante attraverso cui si po
trebbe moralizzare la struttura degli enti ed infliggere un duro colpo alla stessa giungla retributiva che dilaga nel Paese in genere ed anche nella nostra Regione, ma soprat
tutto all’interno degli enti regionali dove si sono affermate posizioni giuridiche ed eco
nomiche di molto differenti da tutto il resto del settore pubblico della nostra Regione.
Ora, il Governo, che in base alla nuova normativa da approvare ha una propria re
sponsabilità verso gli enti e verso la stessa Assemblea, secondo noi deve celermente svol
gere un’azione per conoscere la situazione economica e giuridica del personale di questi enti e stabilire cosi se le piante organiche siano regolari, modificando quelle di enti che hanno personale di gran lunga superiore alle esigenze nonché gli stipendi che risultano molto superiori a quelli corrisposti in altri settori.
Il disegno di legge in discussione è im
portante anche perché mette ordine all’in- terno della Giunta di governo. Il fatto stes
so che per la prima volta si istituisca un segretario funzionario all’interno della Giun
ta consente di regolamentare e verbalizzare indistintamente tutti i lavori della stessa, cosi come consente di farle svolgere rapi
damente le riunioni; ciò non poteva acca
dere quando si trattava di impegnare fondi in conto capitale.
Un altro aspetto, anch’esso positivo, è quel
lo che riguarda gli Assessorati.
Noi esprimiamo il nostro parere favorevole sulle modifiche apportate.
L ’istituzione dell’Assessorato del territorio e dell’ambiente e dell’Assessorato della coo
perazione, del commercio, dell’artigianato e della pesca, nonché l ’accorpamento della ma
teria finanziaria della Regione, sino a que
sto momento divisa nella Ragioneria generale e nell’Assessorato delle finanze, con la costi
tuzione di un unico Assessorato del bilancio
Resoconti Parlamentari 263 Assemblea Regionale Siciliana
ylll Legislatura CLXXXII SEDUTA 6 Aprile 1978
e delle finanze, è, secondo noi, un fatto positivo.
Il riordino delle competenze assessoriali si muove in direzione dei dipartimenti perché sin da ora procede ad un accorpamento e ad un’individuazione delle materie per set
tori omogenei.
Certo, onorevoli colleghi, bisogna anche dire che potevano essere apportate altre mo
difiche e che, per quanto riguarda il rior
dino delle competenze e l ’istituzione di nuo
vi Assessorati, v i sono alcuni aspetti che possono non soddisfare.
Restano aperti, per esempio, in materia di territorio, i problemi della gestione delle fo
reste e dei bacini di traffico, nonché tanti altri problemi. Noi, infatti, pensavamo che si sarebbe potuto elaborare un disegno di legge migliore, più concreto, più rispondente all’accorpamento delle materie.
Quindi, anche noi, pur ritenendo positivi raccorpamento di alcune materie e l ’istitu
zione dei nuovi Assessorati, avanziamo delle riserve; pensiamo, però, che anche in questo campo il disegno dì legge si muova nella giusta direzione, cosi come reputiamo im
portante ed utile la ristrutturazione relativa alle direzioni regionali, anche se qualcuna poteva essere soppressa e modificata rispetto alla tabella presentata.
Comunque, ripeto, noi, onorevoli colleghi (anche se vi sono delle carenze in ordine alla ristrutturazione delle competenze e delle direzioni) reputiamo positiva questa inizia
tiva legislativa, in quanto rappresenta un primo passo in direzione della riforma della Regione e delle modifiche da apportare alla stessa legge di riforma' burocratica.
Ancora un aspetto importante del disegno di legge in discussione è che in esso è inse
rita una norma programmatica la quale pre-
■vede che la materia della programmazione, pur restando in questo momento di compe
tenza dell’Assessorato del territorio e dell’
ambiente, verrà trasferita in futuro all’isti
tuendo Comitato regionale per la program
mazione.
E’ una norma programmatica che è tanto più importante se riferita alle dichiarazioni Progranimatiche rese dall’onorevole Presi
dente della Regione, il quale si è impe
gnato ad affrontare al più presto il proble
ma della costituzione del Comitato regionale I par, la programmazione ed a presentare un
disegno di legge che disciplini in maniera organica la materia della programmazione.
Inoltre, nel disegno di legge in discussione è prevista la costituzione presso la Presi
denza della Regione di una direzione addetta alla programmazione e di un’altra direzione addetta ai rapporti extraregionali.
Quindi, il nostro giudizio, pur restando alcune perplessità in ordine alla ricomposi
zione delle materie ed alla ridistribuzione delle direzioni, è complessivamente positivo.
Riteniamo che questo inizio dell’attività legislativa della nostra Assemblea con il nuo
vo Governo e con la nuova maggioranza sia positivo, perché questo disegno di legge non solo modifica una legislazione ormai su
perata (la legge numero 28), ma costituisce anche la premessa della riforma della Re
gione; però, ci rendiamo conto che tale ri
forma non può essere realizzata con una sola legge; si deve trattare di un fatto com
plessivo sulla linea tracciata dal documento dei quindici presentato dal precedente Go
verno Bonfìglio, documento di cui certa
mente discuteremo fra breve.
Ciò che più conta, comunque, è che con questo disegno di legge si avvia una rifor
ma di più vasta portata e si creano le con
dizioni per uno sviluppo deH’attività legisla
tiva in direzione della riforma della Re
gione.
Noi ben sappiamo che bisogna stabilire un nuovo rapporto tra Regione ed enti locali, tra Governo e burocrazia e che, nella mi
sura in cui ciò avverrà, si svilupperà quell’
azione politica e legislativa volta a creare le condizioni per una Regione profondamente diversa.
A nostro avviso questo disegno di legge è utile perché si muove in direzione della riforma della Regione attraverso la quale dobbiamo cercare di superare tutte le dif
ficoltà, sfruttando le esperienze già fatte ed utilizzando tutti i dati in nostro possesso.
Gli obiettivi da p ers e ^ ire sono, quindi, il decentramento, l ’istituzione dei liberi con
sorzi, la ristrutturazione deH’Amministrazio- ne interna della Regione.
Dobbiamo, inoltre, far diventare organismi collegiali democratici la Giunta di governo e gli istituendi dipartimenti, nonché ridare alla Giunta regionale il suo ruolo naturale di Governo della Regione, cioè creare quella Regione che le forze culturali e le forze
"Resoconti Parlamentari 264 Assemblea Regionale Siciliana
V i l i Legislatura C L X X X II SEDUTA 6 Aprile 1975
democratiche oggi auspicano in conformità alle norme della Costituzione e dello Sta
tuto: una Regione che non amministri, ma che governi; una Regione che stabilisca le grandi linee della spesa sulla base di una programmazione, ma che poi decentri la spesa agli enti locali ed ai comprensori. Que
sta sarà la strada giusta per riformare v e ramente la Regione.
Questo disegno di legge è un inizio im
portante che apre alla nostra Regione ed al suo Governo momenti positivi per assumere sempre un ruolo di Governo collegiale nel- Tinteresse delle popolazioni siciliane.
P U L L A R A . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
P U L L A R A . Onorevole Presidente, onore
voli colleghi, uno degli aspetti più confor
tanti dell’accordo raggiunto tra le forze po
litiche della maggioranza appare chiaramente essere la volontà di iniziare un discorso rin
novatore sulla metodologia della gestione del potere.
Questa volontà riformatrice si concretizza nel disegno di legge numero 405 che, anche se in maniera non definitiva, ristruttura le competenze sia della Giunta di governo, sia del Presidente della Regione, sia dei singoli Assessori.
Mentre con la struttura preesistente so
stanzialmente esistevano gli Assessori e non gli Assessorati, già con la legge numero 28 del 1962 si è voluta istituzionalizzare una prima ripartizione delle competenze, ma solo con il nuovo disegno di legge si è voluta dare priorità alla funzionalità della norma
tiva nella fase della sua applicazione.
Comunque, l ’aspetto squisitamente politico, che più sembra apprezzabile nel nuovo dise
gno di legge, è l ’accentuazione della colle
gialità che si sostituisce cosi al potere eserci
tato dai singoli Assessori — che il più delle volte è apparso eccessivo — ; e ciò significa scelte politicamente più opportune e cioè, in definitiva, maggiore democrazia.
Per la prima volta la Regione abbandona, quindi, quel modello di organizzazione « al- bertina » che all’inizio della sua vita — nel
1948 — aveva mutuato dallo Stato.
Per altro, una maggiore collegialità arre
cherà senz’altro maggiore prestigio alla Giun
ta e conseguentemente al suo Presidente.
In particolare, le nuove competenze asse
gnate al Presidente della Regione, soprat
tutto quelle relative al coordinamento dell’
attività degli Assessori, nell’omogeneizzare la politica di tutto il Governo, daranno ad essa una caratteristica ben precisa, non sfuggente e, quindi, inevitabilmente più efficace.
Tra le novità di maggior rilievo ritengo che sia da sottolineare l ’istituzione dell’As
sessorato del territorio, che si occuperà non solo della pianificazione del territorio urbano e quindi della delicatissima materia urba
nistica e della ancor più delicata problema
tica connessa all’abusivismo ed ai provvedi
menti che la Regione dovrà adottare per una sanatoria che, penalizzando le specula
zioni, faccia cessare la confusione urbanistica generata per la mancanza di strumenti ido
nei, ma che avrà competenza anche su quella vasta e delicatissima materia che è la tutela dell’ambiente, ivi compresi il demanio ma
rittimo, i parchi, i centri storici ed il piano delle acque.
Anche se il settore del nuovo Assessorato del territorio risulta ancora mutilato di alcu
ne competenze essenziali, tipo la forestazione, la politica del traffico, eccetera, può ben dirsi che, nella prima fase della sua costituzione, l ’Assessorato del territorio « parta con il pie
de giusto ».
Senz’altro opportuno appare poi Tesplicito inserimento della politica della casa tra le competenze dell’Assessorato dei lavori pub
blici; ed è appena il caso di far presente che in tutte le Regioni recentemente isti
tuite la politica della casa rientra nelle com
petenze del dipartimento dei lavori pubblici, e ciò anche in analogia a quanto espresso da tutta la legislazione di carattere nazionale.
La politica della casa, che, come è noto, comprende talune competenze nascenti da leggi nazionali, riferendosi alla tanto annosa
—- soprattutto per la Sicilia — domanda so
ciale di alloggi, esige, soprattutto, chiarezza nelle scelte politiche che saranno adottate dall’Assessorato dei lavori pubblici.
La programmazione economica, il passag
gio di alcune competenze ai beni culturali, le nuove norme che regolano la nomina dei direttori regionali, l ’avere ridato il dovuto peso all’Assessorato del lavoro e della pre
videnza sociale, l ’aver potenziato l ’Assesso
rato dei lavori pubblici nelle more delTisti-
ftesoconti Parlamentari — 265 Assemblea Regìunale Siciliana
Vili Le g is l a t u r a CLXXXII SEDUTA 6 Aprile 1978
tuzione di un unico organismo tecnico per la Regione da istituire, per esempio, presso il Provveditorato alle opere pubbliche, con
un accentramento, quindi, alla Presidenza della Regione, l ’auspicata istituzione, quindi, di un secondo Ispettorato tecnico ai lavori pubblici costituiscono da soli novità assolute nella materia regionale.
L’avere voluto accorpare l ’Assessorato del
le finanze a quello del bilancio, e quindi l’aver dato a questo Assessorato la possibilità di essere la banca dei dati essenziali per la programmazione economica sono certa
mente risultati positivi che il gruppo repub
blicano oggi intende evidenziare.
Senz’altro opportuno appare, a tal propo
sito, chiarire che non si è voluto di certo esercitare alcun diritto di veto, ma, se pole
mica vi è stata, essa è dipesa dalla piena consapevolezza che talune proposte erano fondate sulla volontà di rendere più funzio
nale il disegno di legge stesso.
Sia chiaro che l ’utile polemica insorta all’
interno della maggioranza dà la misura di quanto utile sia la dialettica interna anche fra i gruppi che sostengono il Governo. Non si accettano soluzioni a scatola chiusa sol perché esse vengono formulate da un ampio schierEunento; le soluzioni vanno dibattute, chiarite, approfondite; occorre assumere co
scienza di ciò che qui viene votato, perché non è detto che, essendo decise da una mag
gioranza, anche se cosi qualificata, non de
vono trovare possibilità di critica e poi di giusto componimento tra le forze politiche che compongono l ’attuale maggioranza.
Quindi, talune di queste proposte hanno trovato, alla fine, pieno accoglimento nel presente disegno di legge, mentre per le altre si prende atto dell’impegno delle forze politiche della maggioranza di riconsiderarle al momento dell’elaborazione della più am
pia riforma amministrativa.
Colgo l ’occasione per ricordare che in tale sede non si potrà non tener conto delle nuove competenze conseguenti al passaggio dei poteri dallo Stato alla Regione.
Quindi, lo stato di perplessità dei repub
blicani epa determinato da oggettive preoc
cupazioni nascenti da una non puntuale ap
plicazione, in una prima stesura, degli ac
cordi politici e l ’insistenza nel chiedere un approfondimento dei temi di fondo si è rile vata pertanto utile, perché ha chiarito suf
ficientemente i tempi di attuazione della ri
forma, che per una parte trova accoglimento in questo disegno di legge, rinviando alla più ampia riforma amministrativa della Re
gione la soluzione definitiva dei punti oggi solamente accantonati.
Esprimiamo, pertanto, la soddisfazione del gruppo repubblicano per la maniera dialet
tica con cui si è pervenuti al testo ora concordato, che ha sancito l ’importanza del ruolo dei partiti minori nell’esaltazione del pluralismo democratico, che è alla base della nuova maggioranza ed a presidio dei prin
cipi di democrazia, di funzionalità e di libertà.
M A T T A R E L L A , Presidente della Regione.
Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
M A T T A R E L L A , Presidente della Regione.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, farò molto brevemente poche considerazioni a chiusura di questo dibattito per manifestare il, consenso del Governo all’approvazione del disegno di legge « Nuove norme per l ’or.di- namento del Governo e deH’Amministrazione della Regione » e per sottolineare taluni ca
ratteri dell’iniziativa legislativa, che al_ Go
verno appaiono particolarmente positivi.
Anzitutto l ’accentuazione della collegialità dell’azione amministrativa attraverso il po
tenziamento delle competenze della Giunta di governo e del Presidente della Regione e la possibilità di talune iniziative da svi
lupparsi attraverso la manifestazione colle
giale di volontà della Giunta di governo, anche in sostituzione ed in avocazione di competenze di singoli Assessori.
La collegialità della Giunta è sottolineata anche dalla previsione di valutazione della stessa di atti significativi dell’attività del Go
verno, come la ripartizione degli stanziamenti in conto capitale del bilancio, già prevista dalla nostra legislazione, ma che viene ac
centuata con le previsioni del disegno di legge, e la sottoposizione all’esame della Giunta di una serie di atti e di competenze di singoli Assessori, relativi, per esempio, a regolamenti, a piante organiche o al trat
tamento giuridico ed economico del perso
nale di enti ed aziende sottoposte alla vigi
lanza della Regione.