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I DIRITTI UMANI. di A. Carmela E. Mucedola- 3^I

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I DIRITTI UMANI

di A. Carmela – E. Mucedola- 3^I

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COSA SONO E QUANDO SONO NATI I DIRITTI UMANI

• Grande affermazione dei diritti umani si ebbe dopo la fine della seconda guerra mondiale con la costituzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e con la redazione della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, siglata a Parigi il 10 dicembre 1948. I diritti sono una branca del diritto e una concezione filosofico- politica. Essi rappresentano i diritti inalienabili che ogni essere umano possiede.

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GLI ARTICOLI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

Articolo 2:

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociale ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Articolo 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza

distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine

economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese.

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LA NASCITA DELL’UNICEF

L'UNICEF, con sede centrale a New York, è presente in 190 paesi e si occupa di assistenza umanitaria per i bambini e le loro madri in tutto il mondo, principalmente nei paesi in via di sviluppo. È un fondo delle Nazioni Unite, organo sussidiario fondato l'11 dicembre 1946 per aiutare i bambini vittime della seconda guerra mondiale.

Nel 539 a.C., gli eserciti di Ciro il Grande, primo re dell’antica Persia, conquistarono la città di Babilonia. Ma fu la sua azione successiva a segnare veramente un passo importante per l’Uomo. Liberò gli schiavi, dichiarò che ognuno aveva il diritto di scegliere la propria religione e stabilì l’uguaglianza tra le razze. Questi ed altri decreti furono incisi su un cilindro di argilla cotta, in lingua accadica, con la scrittura cuneiforme. Nota oggi con il nome di Cilindro di Ciro, quest’antica incisione è stata ora riconosciuta come il primo documento al mondo sui diritti umani. È tradotta nelle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite e le sue clausole equivalgono ai primi quattro articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

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La Diffusione dei Diritti Umani Da Babilonia, l’idea dei diritti umani si diffuse rapidamente in India, in Grecia ed infine a Roma. Lì nacque il concetto di

“legge naturale”, a seguito dell’osservazione che le persone nel corso della vita tendevano a seguire determinate leggi non scritte e che la legge di Roma si basava su idee razionali derivate dalla natura delle cose. I

documenti che asseriscono i diritti individuali, come la Magna Carta (1215), la Petizione dei Diritti (1628), la Costituzione degli Stati Uniti (1787), la

Dichiarazione Francese dei Diritti dell’Uomo e dei Cittadini (1789) e la Carta dei Diritti degli Stati Uniti (1791) sono i precursori scritti di molti documenti odierni sui diritti umani

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RITA LEVI DI MONTALCINI

Rita Levi-Montalcini (Torino, 22 aprile 1909 – Roma, 30 dicembre 2012) è stata una neurobiologa, accademica e senatrice a vita italiana, Premio Nobel per la fisiologia o medicina nel 1986.

Nata in una famiglia ebrea sefardita, figlia di Adamo Levi, ingegnere elettrotecnico e matematico, e della pittrice Adele Montalcini, Rita crebbe nell’ambiente colto e stimolante della Torino del Primo dopo guerra.

E’ stata la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze all'età di 21 anni.

Frequentando la scuola medica dell'istologo Giuseppe Levi, Rita Levi- Montalcini si appassionò di neurologia e cominciò gli studi sul sistema nervoso che avrebbe proseguito per tutta la vita.

Ebbe come compagni universitari due futuri premi Nobel, Salvador Luria e Renato Dulbecco.

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Con la promulgazione delle Leggi Razziali nel 1938, la Montalcini non poté frequentare l’università in quanto ebrea, ma, pur di proseguire le proprie ricerche, si costruì in seguito, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, un laboratorio in camera da letto.

Nel corso della Seconda guerra mondiale era assai difficile trovare luoghi dove poter stare tranquilli, a maggior ragione quando si era una donna ebrea che compiva ricerche in ambito medico.

Con la fine della guerra nel 1945, la vita della scienziata subì una svolta in positivo, fu insegnante, ricercatrice e studiosa ma, non dimenticò mai gli ostacoli che era stata costretta ad affrontare e per tutto il corso della sua vita si impegnò concretamente per aiutare le donne, in particolar modo quelle dei Paesi più disagiati del mondo, affinché avessero la possibilità di studiare e fare ricerca.

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LA VITA NEI PAESI AFRICANI

• La popolazione africana supera oggi i 929 milioni di abitanti per questo essa si accompagna a una ridotta speranza di vita (la vita media di un africano è di circa 50 anni) e ad una mortalità infantile tra le più elevate al mondo. Tali fenomeni fanno sì che la popolazione africana sia la più giovane del mondo: circa la metà degli abitanti, infatti, ha meno di 15 anni. La distribuzione della popolazione africana sul territorio appare poco omogenea: le zone meno popolate, invece,

sono quelle in corrispondenza dei grandi deserti. L’ insediamento prevalente resta quello rurale, in villaggi parsi; oggi, però, si assiste all’espansione del fenomeno dell’urbanizzazione, soprattutto nell’Africa Settentrionale.

• L’Africa dispone di una grande abbondanza di risorse naturali e del sottosuolo. Le zone centrali e australi sono ricche di minerali si trovano numerosi giacimenti

petroliferi e di gas naturale; la Tunisia e il Marocco si distinguono, inoltre, per la produzione di fosfati, mentre la Repubblica Sud Africana, il Niger, la Namibia e il Gabon primeggiano in quella dell’uranio.

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L’ECONOMIA DELL’AFRICA

L’economia è basata in massima parte sull’agricoltura di sussistenza e sull’allevamento di tipo tradizionale. I prodotti delle grandi piantagioni delle zone più fertili del continente (cacao, arachidi, caffè, ananas, banane) sono destinati esclusivamente all’esportazione e non contribuiscono, quindi, a soddisfare il fabbisogno alimentare all’interno. L’industria risulta poco sviluppata. Il turismo e il commercio lunghe le coste costituiscono le uniche rilevanti attività del settore terziario; i servizi e le vie di comunicazione sono, in genere, poco sviluppati. L’Africa è il continente con il più basso livello di sviluppo sociale ed economico: lo testimoniano la povertà diffusa, le pessime condizioni igienico-sanitarie e la conseguente diffusione di gravi malattie. Tra le cause primarie del sottosviluppo del continente c’è innanzitutto lo sfruttamento coloniale del recente passato. I conflitti etnico-religiosi, l’instabilità del governi, la corruzione dei governanti, gli interessi stranieri delle ex potenze coloniali e delle multinazionali e le frequenti carestie. Tale situazione determina enormi flussi migratori.

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LE RELIGIONI IN AFRICA

L’Africa presenta una varietà di fedi religiose. La religione musulmana

“nacque” nel VII secolo d.C. con la conquista dell’Africa settentrionale, è

quella più praticata nella regione mediterranea, nel Sahel e in alcuni Stati della costa occidentale e orientale. Il Cristianesimo, introdotto in Etiopia nel IV secolo d.C. è stato diffuso dai colonizzatori europei nell’Africa equatoriale e meridionale. In tutto il continente, presso le popolazioni tribali, sono anche presenti centinaia di culti animisti (basati sulla credenza che in tutti gli

elementi naturali esistano spiriti benigni o maligni).

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LA PITTURA ROMANTICA (GOYA)

• La pittura romantica si diffonde anche in Italia e in Spagna, due paesi in cui la situazione politica e tesa al cambiamento: in Italia hanno presso avvio i moti risorgimentali per il raggiungimento dell’unita del paese, mentre in Spagna i patrioti sono impegnati a respingere l’invasione francese. In questo clima si affermano due grandi pittori: in Italia Francesco Hayez e in Spagna Francisco Goya.

• Francisco Goya è un attento interprete del suo tempo, documenta sia le vicende dei potenti sia i soprusi subiti dai più umili. E anche un grande ritrattista capace di dare alle figure una perfetta somiglianza fisica e nello stesso tempo di rivelarne il carattere attraverso gli atteggiamenti, le espressioni dei volti, l’abbigliamento.

• Divenuto pittore di corte del re Carlo IV di Borbone, esegue un ritratto del sovrano e dei suoi familiari perfettamente fedele, ma anche spietatamente ironico: sono descritti con cura gli abiti sontuosi, i gioielli, le decorazioni, ma anche la durezza dei volti e l’ottusità delle espressioni, evidenziati in modo impietoso dalla luce. Un quadro di grande significato politico è, invece, La fucilazione del 3 maggio 1808, che ritrae l’uccisione di un gruppo di patrioti madrileni da parte delle truppe francesi.

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LA RIVOLUZIONE FRANCESE

• Nota anche come prima Rivoluzione Francese per distinguerla dalla rivoluzione di luglio e dalla rivoluzione francese del 1848, fu un periodo di radicale e, a tratti, violento sconvolgimento sociale, politico e culturale occorso in Francia tra il 1789 e il 1799, assunto dalla storiografia come lo spartiacque temporale tra l'età moderna e l'età contemporanea.

• Le principali e più immediate conseguenze della Rivoluzione Francese furono l'abolizione della monarchia assoluta, la proclamazione della repubblica con l'eliminazione delle basi economiche e sociali del cosiddetto Antico Regime e l'emanazione della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, il fondamento delle costituzioni moderne.

• Sebbene terminata con il periodo imperiale-napoleonico e la successiva Restaurazione da parte dell'aristocrazia europea, la rivoluzione francese, insieme a quella americana, poiché segnò il declino dell'assolutismo, ispirò le rivoluzioni a connotazione borghese liberali e democratiche che seguirono nel XIX secolo (i cosiddetti moti rivoluzionari), dando definitivamente impulso alla nascita di un nuovo sistema politico, sotto il nome di Stato di diritto o Stato liberale, in cui la borghesia divenne la classe dominante, prodromi a loro volta della nascita dei moderni stati democratici del XX secolo.

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I DIRITTI DEI LAVORATORI E LA SICUREZZA SUL LAVORO

Le normative attuali prevedono l’istituzione di figure di riferimento e di interfaccia per i lavoratori, detti RLS, ai quali viene riconosciuta la facoltà di consultazione e la possibilità di esprimersi in rappresentanza delle maestranze. I lavoratori beneficiano di alcuni diritti inalienabili: vengono sottoposti a visite mediche personali su richiesta, possono appellarsi agli enti preposti alla vigilanza avvalendosi dei canali di rappresentanza, possono ricevere formazione e informazione sui rischi connessi alle loro attività, possono astenersi dal lavoro nel caso di situazioni di pericolo senza subire pregiudizio.

Come definito dall'Organizzazione mondiale della sanità "la salute sul lavoro riguarda tutti gli aspetti di salute e sicurezza sul luogo di lavoro e ha una elevata attenzione alla prevenzione primaria dei pericoli". La salute è stata definita come "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non limitato alla mera assenza di malattia o infermità". La salute sul lavoro è un campo multidisciplinare di assistenza sanitaria concernente l'abilitazione dell'individuo ad intraprendere la sua occupazione, nel modo che causi meno danno alla sua salute. La salute è stata definita con un'accezione più ampia rispetto alla comune promozione della salute e sicurezza sul lavoro, che è concentrata sulla prevenzione del danno da ogni pericolo accidentale presente sul luogo di lavoro.

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IL JAZZ

Il jazz è una forma musicale che nasce agli inizi del XX sec. come evoluzione di forme musicali utilizzate dagli schiavi afroamericani, che trovavano conforto e speranza improvvisando collettivamente ed individualmente canti.

Si sviluppa negli Stati Uniti, prima nelle piantagioni sud-americane e poi arriva con le jam session (improvvisazioni collettive di suonatori che componevano musica «ad orecchio»), gruppi di suonatori (massimo 3 strumenti) e con le jazz band a New Orleans, Louisiana.

È nato come musica vocale perché si eseguiva durante il lavoro nelle

piantagioni o durante costruzioni ferroviarie e delle strade, questo per ritmare

e coordinare i movimenti del lavoro (infatti il ritmo era binario, deriva ad

esempio dalla raccolta e rimessa del cotone nella cesta). Il jazz arriverà anche

a Chicago con Louis Armstrong e poi anche in Europa dove avrà un successo

grandissimo. Con gli anni andrà modificandosi e diventerà anche una musica

commerciale con lo swing fino a riprendere le tradizioni della cultura

afroamericana delle prime jazz band col bebop.

Riferimenti

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