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AYURVEDA L INTESTINO, IL SECONDO CERVELLO

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Academic year: 2022

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A Y UR VE DA ESISTO

L’INTESTINO,

IL SECONDO

CERVELLO

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I

‘mala’, “prodotti di rifiuto”, devono essere espulsi dai vari canali predisposti a ciò e uno dei più importanti è proprio l’intestino, Quanto all’intestino crasso, esso svolge un ruolo di netturbino, di evacuatore. Trasporta e permette di eliminare le materie organiche che abbiamo ingerito e che non sono state assimilate. In tal modo evita all’organismo di intasarsi, di incrostarsi, di giungere a saturazione e, di con- seguenza, di «soffocare», di intossicarsi. Per convincersene è sufficiente osservare cosa accade quando c’è uno sciopero di netturbini in una grande città. L’intestino crasso contribuisce quindi ad una buona «respirazione» del corpo.

Le malattie dell’intestino crasso

Tensioni e sofferenze dell’intestino crasso indicano che tratte- niamo le cose, che impediamo loro di partire. Paura di fallire, di sbagliare, eccessiva riservatezza (timidezza) o rifiuto di lasciar andare, di allentare, si manifestano mediante disturbi dell’inte- stino crasso (costipazione, dolori, meteorismo, flatulenza, ec- cetera). Le malattie dell’intestino crasso ci parlano anche della nostra difficoltà a «cicatrizzare», a dimenticare le esperienze negative, e l’acidità segnalerà spesso la presenza supplemen- tare di una collera repressa e trattenuta. Poiché serve a elimina- re, ad espellere quanto abbiamo ingerito (alimenti) e che non abbiamo assimilato, l’intestino crasso serve altresì a scaricare, a respingere le esperienze che non abbiamo digerito (vissuto) e che non abbiamo accettato.

La medicina ayurvedica offre grande spazio alle procedure di purificazione del corpo.

Già nel Sushruta Chikitsa era enfatizzata, infatti, l’importanza data alla purificazione del corpo sia internamente che esterior- mente, rappresentando uno degli strumenti più efficaci per il potenziamento della propria salute.

Questa esigenza è quindi supportata da due terapie in partico- lare: il Purvakarma e il Panchakarma.

Il Purvakarma e le terapie associate

Attraverso il procedimento del Purvakarma è possibile non solo ripulire l’organismo dalle tossine ma anche eliminare i Do- sha in eccesso e aprire gli Srota, ovvero i canali circolatori per porre rimedio ad una cattiva digestione ed errati stili di vita. La pulizia degli Srota, inoltre, permette di offrire maggior nutri- mento ai tessuti (anche quelli più in profondità) ed eliminare i prodotti di scarto per evitarne l’accumulo.

Il Purvakarma è caratterizzato dall’unione di una o più terapie che permettono di proseguire il percorso e iniziare poi il tratta- mento di Panchakarma in condizioni ottimali.

Le terapie che generalmente possono essere realizzate in que- sta fase sono:

Panchana, l’assunzione di cibi particolari che permettono l’incremento della qualità degli enzimi. Un esempio concreto

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LE MALATTIE DELL’INTESTINO CRASSO CI PARLANO ANCHE DELLA NOSTRA DIFFICOLTÀ A «CICATRIZZARE»,

A DIMENTICARE LE ESPERIENZE NEGATIVE, E L’ACIDITÀ

SEGNALERÀ SPESSO

LA PRESENZA SUPPLEMENTARE DI UNA COLLERA REPRESSA

E TRATTENUTA

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Shenana, le tecniche di oliazione del corpo con unguenti e oli di diversa origine e qualità;

Abhyanga, il massaggio terapeutico pratica- to attraverso l’applicazione dell’olio tiepido e che si differenzia a seconda della costituzione Ayurvedica;

Dhara e Vasti, l’applicazione di oli medicati sul capo, nel naso, sugli occhi e nelle orecchie;

Svedana, l’ induzione del corpo alla sudorazione tramite calore secco e umido.

Ciascuna tecnica prevista nel percorso del Purvakarma ha la funzione di eliminare la sovrabbondanza di un Dosha specifico o vi- ziato, nonché l’insieme di tossine localizzate

nelle specifiche zone del corpo.

Attraverso il calore (Pachara), l’applicazione di oli medicati (Shena- na) e la sudorazione (Svedana) è possibile favorire lo smaltimento delle tossine accumulate che vengono convogliate verso il canale digerente per poi espellerle.

Il Panchakarma

Combatte depressione, stress e la stanchezza tipica di que- sto periodo. Ringiovanisce il corpo e ricarica di nuove ener- gie. Il Panchakarma è un trattamento unico che promette ef- fetti straordinari, in grado di ripristinare un benessere totale e duraturo. Panchakarma significa “cinque azioni”, quelle che, secondo l’Ayurveda, ogni persona, dovrebbe compie- re, almeno una volta all’anno, per disintossicare l’organismo, rimuovere vecchi blocchi emotivi e riequilibrare le energie vitali. Si tratta di cinque trattamenti di “pulizia” profonda in grado di curare molti disturbi e mantenere il corpo giovane e in salute. Secondo la millenaria tradizione vedica, il Pancha- karma durava ben 45 giorni. Oggi, invece, questo periodo è

di un particolare disturbo si può fare in qualunque periodo dell’anno. Ma, un programma così intenso non è di facile esecuzione. È indispensabile, perciò, seguire prescrizioni e consigli degli esperti e non sottovalutare ogni minima con- troindicazione, mentre è sempre sconsigliato il fai-da-te. Il momento più adatto deve essere scelto con cura, tenendo conto delle condizioni fisiche del paziente. Se quest’ultimo non è pronto o se ci sono controindicazioni è meglio riman- dare. Solo se eseguito correttamente, infatti, il Panchakarma produce risultati straordinari. Il medico ayurvedico, durante la sua visita, deve individuare la costituzione del paziente e i suoi disturbi, ma anche valutarne la forza (bala), necessa- ria per eseguire ogni passo del trattamento che, comunque, è sempre personalizzato. La valutazione si esegue interro- gando, osservando, palpando e ascoltando. Fondamentale l’ascolto del polso. Ogni pratica, poi, deve essere regolata sulla base delle singole costituzioni fisiche e psichiche. Infi- ne, prima di accedere alle sue cinque pratiche fondamentali, occorre predisporre corpo e mente del paziente attraverso

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TERAPIE PREPARATORIE LE “CINQUE AZIONI”

VIRECHANA: terapia purgante. Pulisce l’intestino tenue e riequilibra Pitta, l’energia che presiede le funzioni digestive e metaboliche. Cosa cura: giova a febbre cronica, malattie della pelle, intossicazione, pa- rassiti intestinali, anemia, perdita e ingrigimento precoce dei capelli e ai problemi dovuti a uno squilibrio di Pitta. Come si pratica: la sera prima del trattamento si cena con un piatto di kichadi (riso, lenticchie e ghee). Il mattino seguente, a stomaco vuoto, si bevono uno o due bic- chieri di un decotto lassativo a base di erbe. Quindi si digiuna, beven- do, nell’arco della giornata, circa due litri di rasam, una bevanda calda.

L’effetto purgante è assicurato. Infine, dopo circa sei ore, si assume un piatto di riso stracotto, con patate e ghee.

VAMANA: terapia emetica (che provoca il vomito). È la pratica più importante del Panchakarma. Pulisce stomaco e polmoni da ‘ama’, le tossine derivanti dalla cattiva digestione, e riequilibra Kapha, l’ener- gia che governa il sistema immunitario. Che cosa cura: elimina blocchi emotivi ed energetici, cura asma, pigrizia, depressione, insoddisfa- zione, vecchi pensieri non digeriti (compreso il karma) e combatte i disturbi Kapha. Come si pratica: la sera prima del trattamento si cena con riso molto cotto, con l’aggiunta in parti uguali di yogurt, zucchero o salgemma e ghee (pietanza che ammorbidisce i capillari del cana- le alimentare). Il mattino della pratica, invece, si assume yogurt con zucchero. Quindi, dopo il rituale canto di un mantra, si bevono uno o due bicchieri di un decotto che provoca la nausea. Infine, si beve un preparato ottenuto facendo bollire una tazza di liquirizia in quattro litri d’acqua o di latte. L’effetto è immediato e, insieme al liquido ingerito, si rigettano tossine e impurità del passato comprese emozioni trat- tenute, rabbia, dolore, paura e odio. Tutto dura 30 minuti. Segue un momento di relax. Infine, dopo un massaggio su addome e petto con olio caldo, si ha la percezione di una vera “rinascita”.

BASTI: terapia di oleazione. Si trattengono oli erbalizzati nell’intestino retto. Il clistere medicato elimina ogni tossina, anche quelle emotive, riequilibra i Dosha e pacifica Vata, che regola le funzioni fisiologiche.

Che cosa cura: combatte stress e tensione, allevia gastriti, ulcere, ar- trite, disturbi sessuali, febbre cronica, dolori intercostali, calcoli rena- li, mal di schiena, nevrite e sciatica. Giova ai disturbi provocati da un eccesso di Vata. Come si pratica: si lava il colon con un litro e mezzo di acqua bollita insieme a un mix di erbe e, poi, filtrata. Il decotto, così ottenuto, viene iniettato tiepido nel retto. Quindi si trattiene per 5-6 minuti facendo degli esercizi mirati. Infine, si evacua. Poi, alla sera, prima di coricarsi, si fa un clistere di olio medicato da trattenere tutta la notte.

NASYA: pulizia delle vie nasali. Purifica il sistema nervoso e mantiene attive le funzioni motorie e sensoriali. Riequilibra l’energia mentale e risveglia il Prana. Che cosa cura: giova a disturbi mentali, sinusite, epi- lessia, emicrania, disfunzioni visive e uditive, migliora la respirazione, aumenta memoria, concentrazione e lucidità. Come si pratica: si inspi- rano oli medicati da entrambi le narici.

RAKTA MAKSHA: purificazione del sangue. Le tossine del tratto ga- strointestinale sono assorbite dal sangue e messe in circolo per tutto l’organismo. Questa intossicazione è causa di vari disturbi. L’estrazione di una piccola quantità di sangue venoso, allora, stimola la milza a pro- durre sostanze antitossiche e allerta il sistema immunitario. Che cosa cura: combatte infezioni, ipertensione, problemi circolatori, herpes, eczemi e acne. È consigliata anche in caso di gotta, ingrossamento di fegato o milza. Come si pratica: al mattino, a digiuno e dopo un pedi- luvio, si lega attorno all’alluce un laccio di gomma. Quindi, con un ago sterile, si punge la punta del dito e si fa fuoriuscire un po’ di sangue.

Il medico, osservando il sangue, valuta lo stato di salute del paziente e consiglia rimedi erboristici o gemmoterapici. Al termine di questa settimana di purificazione profonda vi sentirete come nuovi.

di Franco Valbonesi

Nel 1990 ho cominciato gli studi di Ayurveda, presso la Dhanvantari Ganesha school in India, nello stato di Tamil Nadu. In seguito, tornato in Italia, ho iniziato a praticare la disciplina presso vari Centri di Benessere.

Durante il periodo di studio, tra il 1990 e il 1996, ho creato la prima linea di cosmetica professionale interamente realizzata con sinergie d’estratti completamente naturali.

Nel 1996, continuando contemporaneamente gli studi con l’Accademia europea di Ayurveda, gemellata con quella di Pune (India), ho acquisito il titolo indiano di medico di base in Ayurveda e fondato la Wellness Body, primo centro in Italia ad organizzare ed effettuare trattamenti ayurvedici di cui a tutt’oggi sono il Direttore. Durante la mia attività nel Centro, mi sono specializzato soprattutto in terapie di ringiovanimento ed emozionali

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